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   LA SOCIETA' DELLE GIARDINIERE . Pochi decenni dopo la morte di  Eleonora Fonseca de  Pimentel, e quando ancora era assai vivo il suo ricordo, sorse in Italia la “Società delle Giardiniere” una variante femminile  della società segreta della Carboneria  e di altre  società segrete affini come quelle degli   “Adelfi” o dei “Federati”.  Gli obiettivi di queste società segrete variavano a seconda della situazione politica dei vari  stati ,  nati in Italia, dopo il Congresso di Vienna del 1815.  Comune era però, in tutte queste,  sia nel Nord che nel Sud, la richiesta di una Costituzione, che garantisse  i diritti dei sudditi contro l’ assolutismo  dei governi del tempo.  Inoltre in tali sette iniziava a diffondersi , sempre più,   il concetto di italianità. Nella società delle giardiniere  si distinguevano  le apprendiste dalle maestre giardiniere. Loro caratteristica  era il tenere uno stiletto  sotto la gonna. Quando la loro identità di   cospiratrici veniva scoperta la loro punizione  era durissima, quanto quella dei loro confratelli. Tra le maestre giardiniere , più note,  mi limito, qui, a ricordare BIANCA MILESI (1790 - 1849), pittrice, filosofa e scrittrice di libri per l’infanzia.  Nata a Milano da famiglia agiata, Bianca Milesi  fu, durante un suo soggiorno romano,  allieva del pittore  Francesco Hayez e amica dello scultore  Antonio Canova.  Fu anche  intima amica dell’inglese Mary Edgeworth e della tedesca Sofia Reinhardt,  tra le prime acute critiche degli stereotipi femminili dell’epoca. Carlo Cattaneo  descrisse così la Milesi: “ La Bianca faceva la filosofessa: rinunciò a tutte le inezie donnesche: si recise le trecce, vestì un abito di lana con grosse  scarpe, pose tutto il suo denaro a comprar libri ….”.   E tra i tanti libri letti particolarmente prezioso per lei era  Il saggio sull'intolleranza di John Locke. Ideatrice di un codice segreto per i congiurati,  noto col nome di “carta frastagliata", durante i moti del 1821 fu arrestata, ma grazie alla sua fermezza ed astuzia , la polizia,  priva di prove sicure,  fu costretta a liberarla. A 31 anni sposò il medico genovese, Carlo Mojon ed entrambi diventarono, a Genova,  un punto di riferimento sicuro per i milanesi esuli, tra cui per un certo periodo anche  la contessa di Belgioioso.  Trasferiti negli ultimi anni a Parigi , morirono entrambi di colera nel 1849. 
 Nota:  Sulle “ Maestre Giardiniere” e su Bianca  Milesi,  un' interessante scheda  allegata a  un costume dell’epoca la si trovava  nella mostra "Mode nei giardini"  a Villa Torlonia a Roma (luglio 2012).
 
Nota: Ringrazio Fridericus della precisazione   http://icopisky.blogspot.com/. Io , con molto ritardo involontario, me ne sono accorto solo ora, ma spero che, nel frattempo, altri l'abbiano già consultato. 
 
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VIRGINIA MENOTTI
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VIRGINIA MENOTTI ( 1800-1861) nata a
Migliarina presso Carpi  era la sorella
minore di Ciro Menotti, di cui condivideva e condivise sino alla morte, le idee
patriottiche e politiche.  Nel 1831,
mentre il suo fratello attendeva in prigione il giorno dell’esecuzione della
condanna a morte   decretata dal duca
Francesco IV d’Este, tentò previo travestimento di liberarlo, sostituendolo,
con la complicità del carceriere, per una notte in cella, per dare  tempo al fratello di fuggire e mettersi in
salvo,  ma l’ audace tentativo non
riuscì.  Virginia dovette fuggire e si
recò  prima Bologna poi a Marsiglia e in
fine a Parigi, dove entrò in contatto con Giuseppe Mazzini, di cui divenne
seguace.  Nel 1834 intanto il marito
Luigi Pio di Savoia che Virginia aveva sposato a  soli diciassette anni, morì, dopo essere
stato per un certo periodo, rinchiuso in prigione e più volte interrogato dalla
polizia interessata agli spostamenti della moglie. Qualche anno più tardi
Virginia si unì al patriota Cesare Rosa. Durante i moti rivoluzionari  del ’48, Virginia poté tornare , per un breve
periodo , a Carpi, ma da lì dovette di nuovo fuggire quando con il trionfo
della reazione Francesco IV  riprese,
sempre con l’aiuto degli austriaci, il potere. Si trasferì presso Firenze ,
continuando a frequentare gli ambienti patriottici, e in quella città, nel  1861, 
morì, dopo avere finalmente assistito 
alla cacciata degli Estensi. 
 
 
 
 
Per approfondire il personaggio e non rimanere ancorati alle informazioni risorgimentali o agli scarni profili biografici del primo Novecento: http://icopisky.blogspot.com/
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