Nella serie “ Strade
illustrate” includo anche alcune targhe
stradali di Modena , città che mi è particolarmente cara, dedicate a suoi cittadini
( 4 uomini e una donna ) che, a mio parere,
nonostante scelte di vita differenti , hanno evidenziato tutti una tendenziale aspirazione riformatrice e libertaria in antitesi alla cultura e alla morale dominante.
GABRIELE FALLOPPIA o
FALLOPPIO (Modena 1523-Padova 1562). Anatomista e chirurgo . Frequentò a
Modena il gruppo della cosiddetta
“Accademia”, che si radunava solitamente nella casa del medico Giovanni Grillenzoni ( 1501-1551) o nella spezierìa di suo fratello,
Antonio farmacista. In questo circolo di cultura umanistica-rinascimentale si discuteva animatamente
di filosofia, religione,
letteratura, lingue antiche ed altro. Nel 1542 sospettati di essere
degli “haeretici luterani pessimi” Gabriele Falloppia e gli altri “accademici” dovettero pubblicamente fare atto
di sottomissione ai dogmi della Chiesa Cattolica. Nel 1547 Falloppia insegnò
farmacologia all’ ateneo estense e poi anatomia, chirurgia e botanica all’ Università di Padova .
Particolarmente importanti i suoi studi sull’anatomia femminile e sulle cosiddette “tube di Falloppio” .
ALESSANDRO TASSONI
(Modena, 1565 – 1635. Nacque da famiglia aristocratica e rimase orfano
giovanissimo. Fu quindi allevato da
Giovanni Pellicciari, suo nonno
materno. Frequentò diverse
università (Modena, Bologna, Pisa) e si
laureò in Diritto a Ferrara. Nel 1589 fu
eletto Accademico della Crusca. Nel 1595 fu espulso per il suo carattere turbolento e
rissoso da Nonantola ,un comune della
provincia di Modena. Nel 1597 assunse l’incarico di segretario del cardinale
Ascanio Colonna e lo seguì
più volte in Spagna. Sospettato
di avere scritto un libello contro il governo spagnolo , lasciò i Colonna e
passò al servizio prima di Alessandro d’ Este e poi di Carlo Emanuele I di
Savoia. Nel 1618 per conto dei Savoia
svolse il ruolo di segretario nell’ambasciata piemontyese a Roma. In questa città divenne membro dell’ Accademia degli Umoristi. Infine dopo un soggiorno a Torino dai
Savoia tornò a Modena e servì con la qualifica di “gentiluomo delle lettere” presso la corte
del duca Francesco I d’Este. La sua
opera più famosa fu il poema eroicomico
“La secchia rapita”, che in chiave umoristica , narra della cruenta battaglia a Zappolino, un comune a 30 km da Bologna,
avvenuta nel 1325, tra i modenesi
(ghibellini) e i bolognesi (guelfi).
Una copia della secchia di legno rubata ai bolognesi si trova tuttora all’interno della torre “Ghirlandina “ del Duomo di Modena.
LUDOVICO ANTONIO MURATORI
( Vignola, 1672- Modena , 1750). Sacerdote, storico, letterato, bibliotecario,
numismatico. Nato da famiglia
contadina eccelse , sin da giovanissimo, negli studi umanisti . Nel 1694 conseguì la laurea in diritto
canonico e civile e un anno dopo fu
assunto come prefetto alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Dopo 5 anni tornò a
Modena e svolse l’incarico di archivista
e bibliotecario del duca Rinaldo I d’ Este.
Nel 1716 fu nominato preposto presso Santa Maria della Pomposa a Modena.
Fu , tra l’altro, uno dei principali
esponenti italiani del “
illuminismo cattolico“ e i
suoi ideali riformatori influenzarono notevolmente, almeno sino al 1750, la
politica ecclesiastica ed amministrativa del papa Benedetto
XIV ( Prospero Lambertini) . E’ inoltre
considerato per le sue numerose opere di carattere storico come il padre della
storiografia italiana.
ENRICHETTA BASSOLI
CASTIGLIONI (Modena 1803 – Modena ,
1832) . Così come altre donne del
Risorgimento anche Enrichetta Bassoli- Castiglioni manifestò insieme al suo amore per la
patria la sua resistenza al
sottostare ai pregiudizi e alla
convenzioni borghesi del suo tempo . A sedici anni fu data in
sposa all’anziano Francesco Marini di
Padova, benestante, con cui ebbe una
bambina. A vent’ anni rimase vedova e si innamorò del patriota e
rivoluzionario, SILVESTRO CASTIGLIONI,
figlio del Presidente del Supremo Consiglio di Giustizia del Duca di Modena . Dalla loro unione extra-matrimoniale ,
nacque, nel 1831, un bambino che fu
chiamato Enrico. In quello stesso anno Silvestro Castiglioni partecipò attivamente ai moti rivoluzionari del 31. Dopo il fallimento della rivolta Silvestro ed
Enrichetta fuggirono da Modena. Giunti a Venezia Silvestro fu arrestato e rinchiuso nella
prigione di San Severo. Enrichetta ne volle condividere la
sorte e in carcere sposò Silvestro nel marzo del 1832. In Aprile
Enrichetta morì di cancro in prigione
dopo 13 mesi di stenti e di sofferenze.
ADEODATO MALATESTA Modena, 1806- Modena , 1891). Avviato alla
carriera ecclesiastica all’ età di 11 anni
manifestò assai presto il suo talento artistico e , su sollecitazione di un suo zio, lasciò
il seminario e si iscrisse, a Modena,
all’ Accademia Atestina di Belle Arti .
Frequentò poi , grazie a una borsa di studio, l’ Accademia di Belle Arti
di Firenze e poi quella di Roma. La
borsa di studio gli fu sospesa , durante i moti del “31 a
Modena, in quanto ritenuto un
simpatizzante delle idee liberali e
rivoluzionarie sostenute da Ciro Menotti e dai patrioti modenesi. Dopo un anno
di studio a Venezia tornò a Modena e nel 1833
ottenne l’incarico di insegnante all’ Accademia di Modena. Sempre in
quell’anno si sposò con Emilia Malverti , da cui ebbe tre figli
: Narciso, Giuseppe e Caterina. Nel 1839
divenne il direttore dell’ Accademia e negli anni successivi svolse numerosi
altri incarichi tra cui la direzione delle
Tre Accademie Emiliane, la Presidenza per la tutela dei monumenti e
delle opere d’arte e la direzione della
Galleria Estense. Tra i suoi numerosi ritratti mi limito a citare quelli di
Ciro Menotti e di sua figlia Polissena Menotti. Importante è anche il quadro di contenuto storico
e patriottico La disfatta di Ezzelino da Romano del 1856 . Si dedicò
anche alla scultura ed è sua, se ho capito bene, la statua di Ludovico Antonio
Muratori a Modena.
Concludo questo post non
con un altra targa stradale ma con una lapide presso la torre
campanaria del Duomo di Modena , nota con il nome
“Ghirlandina” dedicata alla memoria di ANGELO FORTUNATO FORMIGGINI.
ANGELO FORTUNATO
FORMIGGINI (Collegara, 1878 - Modena, 1938). Nato da una famiglia
benestante di origine ebraica, fu
espulso nel 1896 dal Liceo Galvani di
Bologna per avere scritto una parodia della Divina Commedia intitolata La
Divina Farsa,
nella quale prendeva in giro professori
e studenti. Si laureò con lode in
giurisprudenza nel 1901 con una tesi ,
non priva d’ironia sul “riavvicinamento tra la razza ariana e la razza semita.” . Sposò nel 1906 la pedagogista EMILIA
SANTAMARIA e un anno dopo si laureò in
filosofia con la tesi Filosofia del ridere. Nel 1908 fondò una casa editrice con sede
prima a Bologna , poi a Genova e infine
a Roma . Sue collane editoriali che riscossero un notevole successo furono Profili , Classici del ridere, Lettere d’
Amore, Chi è ed altre. Fondò nel 1918 l’ ICS ( Italia che scrive) periodico mensile
d’informazione libraria. In polemica con
il filosofo Gentile pubblicò il libro La ficozza filosofica del fascismo e la marcia
sulla Leonardo . Tra i suoi libri è, tra l’altro, da ricordare il Dizionarietto
rompitascabile degli
editori italiani compilato da uno dei suddetti, che uscì in due
edizioni . Il 29 novembre 1938 si
suicidò per protesta contro le leggi
razziali dalla torre della Ghirlandina a Modena precipitando su uno spazio
che aveva in una lettera definito
il “ tvajol ed furmajin” ( il tovagliolo di
Formaggino). Il fascismo e la stampa di regime imposero il silenzio sul suo
suicidio e il funerale che la moglie, solo con grande insistenza e
determinazione riuscì a far fare di giorno,
fu seguito da pochi amici e parenti e una trentina di poliziotti.
Nota: Le foto delle
targhe mi sono venute molto male. Quest’altro anno quando tornerò a Modena, per assistere al Festival di
Filosofia, cercherò di farle meglio.
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