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      WU CHIH HUI,  CHANG CHING CHANG, LI-SHIH-TSENG 
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WU CHI HUI ( o WU ZHIHUI
o anche  WU JINGHENG)  ( 1865-1953) 
nato in una famiglia  non agiata ,
riuscì egualmente a studiare e insegnò per un certo periodo di tempo a Pechino
e a Schangai. Fortemente critico  nei confronti della politica
del  governo , dovette lasciare la Cina e 
nel 1906, dopo avere molto viaggiato, si trasferì  definitivamente a Parigi, dove divenne un
membro autorevole,  insieme  a  Li
Schih Tseng e  a Chang Ching Chang   del  “
Gruppo di Parigi “ e   di  altre associazioni libertarie.  Collaborò assiduamente con articoli e opuscoli
al giornale del
gruppo,  ,l “ Husin Shih-chi”  ( 
Tempi nuovi ) fondato
nel 1907  e di cui vi era anche la versione in  “esperanto”. Tornato in Cina nel 1912 si
alleò sempre più con il passare del tempo al Kuomitang , per
cui svolse, sotto la dirigenza  di  Chiang Kai schek , anche  alcuni incarichi   amministrativi e  divenne, tra l’altro, l’insegnante/educatore
di  Chang Ching-kuo, figlio di  di Ch iang Kai schek .   Wu Chi Hui morì a Tapei  a  88 anni .   
CHANG CHING CHIANG (
noto anche come ZHANG RENJIE) ( 1877- 1950) 
,  autorevole esponente del cosidetto “ Gruppo di  Parigi” 
era figlio di un ricco commerciante 
di Schangai  ed  ereditò , alla
morte del padre , un grande patrimonio, che gli permise di viaggiare e di
studiare.  Trasferitosi a Parigi nel
1902,   affascinato dalla cultura
occidentale  e in particolare  dal pensiero anarchico di Kropotkin e di Reclus,    divento ben presto anarchico.  Fondò 
la T’ung-yun  (Tonyng  (Company  ) , società 
commerciale di opere d’arte e come attività  collaterali aprì  un ristorante, una  casa da tè e avviò  anche 
una tipografia e una rivista illustrata. Tutte queste attività  si prefiggevano,  soprattutto lo scopo, di fornire  lavoro a giovani studenti cinesi  che giungevano in Francia  e che 
per la maggior parte, poi, diventavano anche essi anarchici o quanto meno
simpatizzanti  di quelle idee.   Nel 1907 Chang Chin Chang  fondò 
la rivista     “ Hsin Shih-chi”  ( 
Tempi nuovi ), insieme a   Li
Schih Tsen e a  Wu Chi –hui,  che,svolse un importante ruolo  culturale e di   propaganda 
anarchica sia in Francia che in Cina, dove veniva letta anche dai  nazionalisti cinesi che lottavano contro il
governo manciù. Tornato nel 1912  in Cina, 
Chian Ching Chiang continuò a
promuovere e  a finanziarie società ed
associazioni  in Francia  per permettere a giovani studenti di  studiare 
la cultura occidentale.  Anch’
egli, con il passare del tempo, a causa soprattutto della sua antica amicizia
con Sun- Yat – sen  si avvicinò sempre più 
al Kuo-mi-tang, e divenne, sotto Chang Kai-Chek , governatore di  Zhejiang dal 1928 al 1930. Quando scoppiò la guerra  cino-giapponese emigrò  a New York, dove 
morì nel 1950. 
LI SHI-TSENG  ( 1881-1973)  
figlio di un alto funzionario dell’ impero  manciù  
si trasferì a Parigi come  addetto
all’ambasciata, ma poi lasciato questo incarico si iscrisse alla  Sorbona per studiare chimica e biologia. Nel
1907   organizzò  l’ “Associazione di Studi Biologici dell’ Estremo Oriente “ e  creò anche 
una fabbrica di prodotti alimentari a base di soia , dove lavorarono
diversi giovani studenti cinesi  in un
clima di cooperazione e mutuo appoggio. 
Esponente di rilievo del “ Gruppo di Parigi” e principale animatore
,  con Chang Ching Chiang e  Wu Chi –hui della  “ Società di studio frugale e Lavoro
diligente” , che intendeva  facilitare la
permanenza in Francia degli studenti cinesi , incrementando quel  movimento di studio e lavoro, iniziato nel
1912. Questo movimento   cominciò a declinare , dopo
la prima guerra mondiale , con la mutata politica  economica francese  nei confronti dei cinesi, meno richiesti sul
mercato del lavoro. Lotte e  manifestazioni organizzate dagli
studenti lavoratori cinesi per ottenere migliori condizioni di vita furono duramente represse, e numerosi furono i giovani cinesi espulsi dalla Francia. . 
Intanto, sempre più 
interessato  alla pedagogia  Li Shi. Tseng  contribuì alla creazione  di università e biblioteche , in Svizzera, in
Uruguay , in Cina  sino  alla sua morte nel
1973 a Taiwan. 
Le idee diffuse  dal
Gruppo di Parigi  furono, come si è gia detto,  espresse dalla rivista   “ Hsin Shih-chi”  ( " Tempi nuovi ",  il cui titolo si ispirava alla famosa omonima rivista anarchica francese diretta da Jean Grave).  In questa rivista si 
trattavano, oltre alla diffusione del pensiero anarchico  oc cidentale e alla  critica della religione, della famiglia ,
del  matrimonio, ecc , anche di  temi scientifici, a cui veniva data  una primaria importanza.  .    Largo spazio  era dedicato al chiarimento degli obiettivi
del gruppo sollecitando  da parte dei
lettori  la formulazione di domande  e l’esposizione di problemi  , a cui puntualmente i redattori rispondevano.  (cfr. brano) 
Brano da commentare: “ L’individuo è l’
unità fondamentale della società. Assieme agli altri, egli costituisce un
popolo e con altri popoli costituisce un paese. 
La società  a sua volta è formata
dal processo di unificazione di  tutti i
paesi. La società vera e propria  è
quella che permette liberi  scambi tra
gli individui, il mutuo soccorso, la felicità comune per tutti, il godimento di
ogni cosa e la liberazione dal controllo imposto dalla forza  di pochi . Ecco ciò  che l’anarchismo intende realizzare.
Tuttavia, i governi di oggi sono organizzati da pochi, che a loro volta  emanano leggi che sono vantaggiose per
quei  pochi ….. Di conseguenza, lo Stato
è il distruttore della società giusta. Insomma quiel che vogliamo è la
distruzione del distruttore della società giusta “ (  estratto da  "
Una lettera al  “ Hsin Schi-chi “ di un certo individuo , con risposte  di  Li
Schih –tseng " ,
n. 8, agosto 1907 )
Bibliografia: 
in  Robert A. Scalopino – George T. Yu ,
L’anarchismo in Cina. L’altra faccia della rivoluzione cinese cancellata dal
regime di Mao , Galzerano editore,  1982 pp. 77-78.  Cfr. anche  Jean Jacques Gandini, Anarchici in Cina, in A rivista anarchica, n. 197, febbraio 1993 
                                                                              
 
  Quasi contemporaneamente
al “ Gruppo di Parigi” era sorto ad opera di intellettuali e studenti cinesi
,  andati a studiare in Giappone , il
cosiddetto “ Gruppo di Tokio” , in cui si distinsero, tra il 1906 e il 1907,   LIU-SCHIPEI 
e sua moglie  HE  ZHEN.
LIU SCHIPEI
(1884-1919)   , appartenente a una
illustre famiglia cinese di 
intellettuali  specializzati  nello studio 
della letteratura  e della
filosofia classica cinese. Anche il giovane Schipei si distinse negli studi filologici  e letterari, ma sempre più critico nei
confronti del governo manciù, lasciò la Cina , per  stabilirsi  
con la sua giovane moglie  a
Tokio. Sotto l’influenza del noto anarchico giapponese  DENYIRO 
KOTOKU,  Liu Schipei divenne  anarchico 
e contribuì alla nascita  e allo
sviluppo  del cosiddetto gruppo di Tokio,
che pur  condividendo  numerosi interessi   con il " Gruppo di Parigi" ,
mostrò, tuttavia,  minore interesse nei confronti dei grandi progressi scientifici  occidentali 
e privilegiò, al contrario,  la
filosofia e la cultura umanistica occidentale  interpretandola alla luce dell’antico
pensiero cinese.  (cfr. brano) 
Brano da commentare:  “... Alas! From past to present,
humankind has never experienced the joy of equality. The reason people are
unequal is because they are not independent. It is because of dependence that
the enslavement of people is possible. Because of dependence, they lose their
right to freedom. As they lose freedom, they also lose the right to equality.
Humankind has been imprisoned for a long time, which is contrary to the
principle of equality. People who enslave others must depend on the willingness
of the ruled. If they are reluctant to be ruled, you will lose what you depend
on. Then you lose your subsistence. People enslaved by others must depend on
their willingness to rule. If they don’t need your service any more, you will
definitely lose your job. Then you cannot afford your subsistence. Therefore,
dependent people are the most dangerous ones among human beings. ..." ( Liu Schipei, On Equal  Human Ability 
 
Bibliografia : in robertgraham.wordpress.com
› liu-shipei-on-eq... . Una approssimativa  e provvisoria traduzione  in italiano potrebbe essere, (mi sono aiutato con internet), la seguente: "Ahimè! Dal
passato al presente, l'umanità non ha mai provato la gioia dell'uguaglianza. Il
motivo per cui le persone sono disuguali è perché non sono indipendenti. È a
causa della dipendenza che è possibile ridurre in servitù  le persone. A causa
della dipendenza,  esse perdono il loro diritto alla libertà. Man mano che perdono la
libertà, perdono anche il diritto all'uguaglianza. L'umanità è stata
per lungo tempo imprigionata,  ciò contraddice  il principio di
uguaglianza. Le persone che asserviscano  gli altri devono dipendere dalla
volontà dei loro servitori. Se sono riluttanti a essere sottomessi, perderai ciò da
cui dipendi. Quindi perdi la tua sussistenza. Le persone asservite dagli
altri devono dipendere dalla volontà dei loro padroni. Se non hanno più
bisogno del tuo servizio, perderai sicuramente il lavoro. Quindi non puoi
permetterti la tua sussistenza. Pertanto, le persone dipendenti sono le più
esposte al rischio ( o pericolose)  tra gli esseri umani. "
 
 Nel  1909  Liu Schipei, tornò in Cina, e
ponendosi per motivi, ancora non del tutto chiari, al servizio della polizia,
tradì i suoi compagni. Secondo gli storici Scalapino e You  è probabile che  il tradimento  di Liu Schipei  fu dovuto 
a  un ricatto  della polizia per  passare sotto silenzio il  coinvolgimento  di  He Zhen  in un attentato ( cfr.   L’anarchismo in Cina, op. cit. p. 123). Dopo
la rivoluzione del 1911   si concentrò
soprattutto sugli studi   filologici
e  e filosofico-letterari e insegnò all’
Università di Pechino sino alla sua morte 
per tubercolosi  nel  1919.
HE ZHEN ( o
anche  Ho  CHEN)  (1884- ca.
1920)  Nata , anche essa, in una  illustre famiglia,
sposò Liu Schipei nel 1903.e lo seguì nel 1904 in Giappone.
Partecipò  alle attività  del gruppo di Tokio, fondò  un’
associazione per i diritti  delle
donne  ( Nüzi  Fuquan Hui  )  e
fu  direttrice  e   assidua
collaboratrice del giornale del gruppo,  Tyani,   (
Giustizia naturale)  .(cfr. brano)
 Brano da commentare: “ In questo mondo sin da
quando sono state istituite le nazioni e l’umanità esiste, non vi è nulla nella
società che si basi sulla giustizia.  La
prevaricazione verso altri popoli, la separazione tra sovrano e sudditi, il
distacco tra ricchi e poveri sono tutti meccanismi ingiusti. […] Coloro che
trattano questo tema oggi nel parlare di rivoluzione non riescono ad andare
oltre l’aspetto economico. Non sanno che le classi sociali nel mondo si basano
su una rigida  divisione delle classi
maschio /femmina. […] Per “smantellare le classi uomo/donna” intendo che a
prescindere dal sesso, questi ricevano uguale educazione e uguali diritti, così
che le donne non siano inferiori agli uomini e viceversa. […] Ho potuto vedere
con i miei occhi il dolore causato da questo sistema, per questo motivo io e
altri abbiamo fondato l’Associazione per il recupero dei Diritti delle donne
con lo scopo di discutere di questi temi e sperando di raggiungere gli
obiettivi che ci siamo prefissati finora. Comprendendo però che  l’associazione non sarebbe stata sufficiente
a condividere questi ragionamenti abbiamo fondato la rivista Giustizia
Naturale affinché fungesse da organo di comunicazione dell’associazione.
[…] Scopi e norme: gli scopi sono di distruggere le caratteristiche intrinseche
della società, instaurare l’uguaglianza tra gli esseri umani, di sostenere non
solo la rivoluzione delle donne, ma anche quella razziale, politica ed
economica . Da qui il nome di Giustizia Naturale. ...”  ( He-Yin 
Zhen, Promozione della rivista Giustizia Naturale, in  Mondo delle Donne  (Nvzi Shjie) n.6 luglio 1907) 
Bibliografia: Quest’articolo si può ora, leggere per la prima volta  ,per quanto ne so,  in lingua italiana,   in  He-Yin 
Zhen, Il tuono dell’anarchia, traduzione e cura di Cristina
Manzone, D editore, 2023, pp. 33, 34 e 35. In questa appassionante  antologia degli scritti di questa
rivoluzionaria cinese, pubblicati su  .Giustizia
naturale   dal giugno  al dicembre,1907 erano trattati i seguenti saggi, tutti estremamente interessanti:
il manifesto delle donne,  il comunismo e
le donne, la vendetta delle donne , la liberazione della donna, la rivoluzione
economica e la rivoluzione delle donne , l’antimilitarismo delle donne. 
 Per i suoi articoli sulla oppressiva condizione
millenaria delle donne in Cina  He-Yin 
Zhen   è giustamente
considerata  come colei che introdusse
l’anarco-femminismo in Cina. Molto importante fu il suo articolo, Sulla Liberazione
delle donne ,  di cui , per ragioni di spazio, mi limito a citare solo la conclusione finale (cfr. brano) 
Brano
da commentare: “…  Per quanto riguarda i
pari diritti con gli uomini, bisogna riconoscere che il potere è nelle mani
dell’uomo per tutto il trascorrere della storia e questa parità non si otterrà
in poco tempo. Anche se ciò dovesse accadere, l’uguale partecipazione politica
non verrà raggiunta. Quelle poche donne che entreranno in politica occuperanno
comunque una posizione di comando, anche nei confronti della maggior parte
delle donne che non detiene alcun potere. Così non solo non vi sarà parità tra
i generi, ma si creeranno delle gerarchie anche tra le donne. Ciò vorrebbe  dire  che la maggior parte delle donne che rifiuta
di sottomettersi all’uomo dovrebbe di conseguenza sottomettersi alla donna.
Piuttosto che competere con gli uomini per il potere, le donne di oggi
dovrebbero sovvertire la legge dell’uomo costringendolo a rinunciare ai propri
privilegi. Così si instaurerebbe né il potere della donna né quello dell’uomo.
In ciò risiede la liberazione delle donne e la riforma radicale della società.
Come far sì che il suffragio universale basato sulla legislazione parlamentare
non rappresenti un limite ? Se le donne cambiassero la loro voglia di far parte
del governo con quella di eliminarlo, allora ne sarei davvero felice.  (He Yin Zhen, Sulla liberazione della donna,
in Tyani, n. 7, settembre 1907)
Bibliografia:   in  He-Yin 
Zhen, Il tuono dell’anarchia, traduzione e cura di Cristina
Manzone, D editore, 2023, p. 130.  Cfr. Marianne  Enckell,  Y
en pas une sur cent in De femminisme,
en veux-tu, en voilà in  Réfractions n. 24,
2010 p. 34 (traduzione italiana mia da , come al solito, verificare)
Nel suo articolo 
intitolato Y en pas une sur cent dedicato alle  anarco femministe, vissute tra la fine del
XIX secolo e i primi decenni del XX secolo, Marianne Enkell cita, senza
nominarne il titolo, un brano tratto da un saggio di He-Yin Zhen pubblicato ,
anche esso, sulla rivista “ Giustizia Naturale”  (cfr. brano)
Brano
da commentare: “ … La maggioranza delle donne sono già oppresse dal governo e
dagli uomini. Il sistema elettorale  aumenterebbe soltanto
la  loro oppressione  introducendo un terzo
elemento  dominante:  un’  élite
femminile.   In tal modo l’
oppressione  della  maggioranza delle
donne   permarrebbe , se ne approfitterebbe una
minoranza di donne. Quando poche donne al potere dominano la maggioranza delle
donne senza potere, ciò produce delle disuguaglianze di classe  tra
le donne. Se  la maggioranza delle donne non vuole
essere  controllata dagli uomini,  perché volere essere
controllate da delle donne. ? Pertanto invece di competere con gli uomini per
il potere,  le donne devono lottare per rovesciare il dominio degli
uomini. Una volta  che gli si toglie i loro privilegi , saranno
uguali alle donne. Non ci saranno più né donne sottomesse né uomini sottomessi.
Questa è la liberazione delle donne.  Questa è una riforma radicale.
Perché dobbiamo accontentarci del sistema parlamentare esistente e
del movimento per il suffragio come  ultimo fine ? Solo
così  le donne impegnate potranno trasformare il loro movimento da
quello che cerca di entrare nel governo  a quello che cerca di
distruggere il governo! (estratto  dalla rivista Giustizia
naturale , 1907)
  Bibliografia: Cfr. Marianne  Enckell,  Y
en pas une sur cent in De femminisme,
en veux-tu, en voilà in  Réfractions n. 24,
2010 p. 34 (traduzione italiana mia da , come al solito, verificare)
 Della vita di He Zhen, dopo la morte di Liupei non 
si sa nulla di preciso .  Secondo alcuni si convertì al buddismo e si 
fece monaca.
  
  
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| SHIFU | 
La diffusione delle nuove idee trovò poi nuovo impulso con la nascita
nel 1915 del” Movimento per una nuova cultura”, filo occidentale e  anti tradizionalista, che sfociò poi  nel 1919 
nel” Movimento  studentesco del 4  maggio”, in cui svolse un ruolo determinante
il rivoluzionario anarchico, noto col nome di SHIFU, morto , di turbercolosi ,in
quello stesso anno. . Il suo vero  nome
era  LIU SHAOBIN. Un
suo biografo,  Edward  Krebs lo
ha definito “l’anima dell’anarchismo cinese "
e  la sua grande influenza sul
movimento rivoluzionario cinese fu riconosciuta 
nel 1919 anche da Mao Tse Tung.  Militò dapprima tra i nazionalisti
repubblicani e infine approdò verso l’anarchismo  ponendosi come obiettivi il comunismo, il
sindacalismo, l’antimilitarismo,  la
critica della religione e della famiglia, 
il vegetarianismo, la diffusione dell’esperanto, la rivoluzione
mondiale.  
Brani
da commentare: 1) “ I nostri principi sono Il comunismo, l’antimilitarismo, il
sindacalismo, l’antireligione, l’antifamiglia, il vegetarismo, una lingua
universale e l’armonia universale. Allo stesso tempo siosteniamo tutte le nuove scoperte
scientifiche che fanno progredire il benessere dell’uomo” ( Schifu, Dichiarazione
di Principi del Huing Ming-Lu (“Organizzazione dei galli
che cantano nelle tenebre”) 1913 . 2) “ … contributo anarchico al crescente
movimento rivoluzionario:  In prima fila
per l’istruzione universale, la trasformazione della famiglia e l’emancipazione
delle donne – fondatori dei primi sindacati moderni in Cina ; alla testa della
diffusione del movimento rivoluzionario nelle aree rurali ; i primi a
sperimentare nuove forme  d’istruzione e
nuovi modi per organizzare la produzione “ ( da 
Andrew Flood,
Storia anarchica della rivoluzione cinese)
Bibliografia: in 
Victor Garcia, Introduzione,  in Robert A. Scalapino- George T. Yu, L’anarchismo
in Cina   Galzerano p. 34
                                   ANONIMI
COMPAGNI  E COMPAGNE CINESI
  Dopo la morte per tubercolosi di Shifu ,
gli anarchici, sino al 1921, e anche alcuni 
anni dopo la fondazione del Partito Comunista cinese,  rappresentarono la componente maggioritaria
del movimento rivoluzionario cinese  e
non si limitarono soltanto a fare propaganda 
tra gli studenti e gli intellettuali , ma andarono anche , in gran
numero,  nelle  manifatture del tabacco,  nelle fabbriche tessili , nei cantieri navali
e nelle campagne cinesi ottenendo 
rilevanti successi  soprattutto
nel Fujan.  Un discepolo
di  Shifu ,
LIANG BINGXIAN, ispirandosi alle idee del suo maestro,  fondò il 
giornale anarco-sindacalista “Il Lavoro” che
esercitò una grandissima influenza sul proletariato urbano e rurale. A
determinare  il declino del movimento,
oltre alla repressione attuata sul movimento rivoluzionario cinese nel 1927 ,da
parte del Kuomitang di Shang Kai Shek fu
l’atteggiamento sempre più egemonizzante, centralista ed autoritario del
Partito comunista cinese, guidato da Mao Tse Tung. 
Brano da commentare : “
.. “Dovrebbero essere i lavoratori stessi ad organizzarsi  dalla base verso l’alto, dal livello locale a
quello più ampio. Non ci dovrebbero essere capi, solo quelli che si prendono
cura degli affari correnti; dovrebbe essere in vigore il principio di
eguaglianza. L’organizzazione dei lavoratori dovrebbe avere come scopo ultimo
la rivoluzione sociale e non la conquista del potere politico” ( da  LIANG BINGXIAN in Il
Lavoro
1918)
Liang Bingxian in  Andrew Flood su
Internet : anarchism.pageabode.com/andrewnflood/storia-anarchica-della-rivoluzione-cin……  p. 2. Purtroppo non sono riuscito a
consultare Jean Jacques  Gandini, Aux sources de
la révolution chinoise: les anarchistes,  Atelier de Création Libertaire,
1986
BA
JIN ( o anche PA KIN) (1904-2005), noto
scrittore cinese di romanzi . Il suo vero nome era LI PEI KAN. Lo pseudonimo nasceva
dalla prima lettera “Ba”  (in omaggio a Bakunin oppure al  suo amico
Ba Pensu) e dalla seconda
lettera “Jin” (da Kropotkin, di cui tradusse
numerose opere in cinese). Aderì giovanissimo all’anarchismo ed entrò a far
parte del gruppo rivoluzionario “ La società degli eguali”. All’inizio degli
anni ‘20 studiò l’inglese, il francese, il russo e l’esperanto e iniziò a
scrivere  opuscoli  e articoli rivoluzionari. Tra il 1927 e il 1928
si recò in Europa dove venne in contatto con numerosi anarchici, tra cui
Alexander Berkman, grazie alla mediazione
di Emma Goldman, con cui era in corrispondenza già dal 1924. Partecipò
attivamente alla campagna per la liberazione di Sacco e Vanzetti e nel 1929 tornò in
Cina, dove, dopo  i tragici avvenimenti del 1927, la situazione politica
era assai dura. Perseguitato dai nazionalisti di Chiang Kai Shek, capo del Kuomitang, nel 1934, fuggì in
Giappone. Tornò nel 1935 in Cina , dove ci si stava preparando a resistere
contro l’invasione giapponese. Dapprima rifiutò  di collaborare con il
Partito Comunista Cinese nella lotta contro il Giappone in quanto condannava
risolutamente la politica stalinista condotta in Spagna contro la CNT e la FAI,
ma, poi, di fronte al dilagare dell’occupazione giapponese, partecipò
attivamente alla resistenza . Dopo la sconfitta del Giappone, egli si
trovò,  durante gli anni della guerra civile (1945-1949) tra il Kuo-mi-tang da un lato e il partito
comunista cinese dall'altro, , sempre più isolato politicamente  e riuscì
ad esprimersi solo attraverso i suoi romanzi. Dopo la vittoria del Partito
Comunista ebbe inizio la sua vita sotto una dittatura che diventava sempre più 
repressiva. Il culmine della repressione lo subì durante la Rivoluzione
Culturale. Riabilitato nel 1977 poté tornare alla sua attività di scrittore pur
subendo però sino alla sua morte meccanismi assai  rigidi di censura e di
controllo da parte del potere.  
Brani da commentare: 1) “ Anche se non mi
hanno mai picchiato, ho subìto vere torture morali. Mi hanno obbligato a
confessare quelli che chiamavano i miei crimini e a rinnegare me stesso […]
Hanno congelato tutti i miei fondi permettendomi appena di ritirare mese per
mese una somma infima con cui riuscivo solo a sopravvivere. Per due anni e
mezzo fui mandato in campagna a coltivare ortaggi. Per fortuna  a quei
tempi la mia salute era migliore di quella di oggi. Ma fu la mia compagna a
rimanere vittima di queste persecuzioni e morì per non  avere potuto avere
le cure mediche necessarie e tutto ciò per mia colpa, perché avevo sulla
schiena l’etichetta di controrivoluzionario” ( Intervista di Pa Chin a
Pierre Jean Remy in Le Monde , Parigi, 18/5/ 1979); 2)“ Costruire il museo non è compito di
una persona. E’ una responsabilità collettiva per illuminare le generazioni
future e tenere viva la memoria delle nostre colpe. Solo ricordando il passato
possiamo essere i padroni del nostro futuro” (brano autografo di Ba Jin,
posto accanto a una campana di bronzo, in occasione dell’inaugurazione, dopo
trent’anni dalla morte di Mao, del Museo di Shantou su alcuni orrori (ma non tutti) della
dittatura maoista.) 
Bibliografia: 1) Introduzione di Victor Garcia in
L’anarchismo in Cina, op.
cit. p. 47 n. 37;  2) Internet , glieah.splinder.com/archive/2006-05.  
 
 
 
 
 
 
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