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MAJO SANGRIENTO |
Una dettagliatta ricostruzione dei "fatti di maggio" fu, qualche anno dopo, fatta da Ernesto Bonomini, che a quegli avvenimenti aveva personalmente partecipato (cfr. primo brano) . Si deve inoltre notare come i volontari anarchici italiani si fecero onore durante quelle giornate suscitando l'ammirazione degli anarchici spagnoli, che si erafortemente incrinatanegli ultimi tempi a causa delle critiche italiane all' introduzione di un modello di militarizzazione gerarchico e autoritario ( cfr. post: MINISTERIALISMO ANARCHICO E MILITARIZZAIONE...), ritenute falsamente come una comoda scusa per non combattere più (cfr. secondo brano)
Brani da commentare: 1) "… Venne organizzato un tentativo da parte del governo di scacciare dalla Centrale Telefonica di Barcellona i compagni affiliati alla C.N.T. che l’avevano conquistata il 19 luglio e da allora ne serbavano il controllo. Della spedizione provocatrice prese il comando il famigerato Rodriguez Sala, Commissario dell’ Ordine Pubblico della Catalogna ed uomo di paglia di Antonov Osvenko, console russo di Barcellona. La mattina del 3 maggio le “guardie d’assalto” ai suoi ordini mossero all’attacco della Telefonica, ma, prevenuti, i nostri compagni si difesero energicamente e i pretoriani del Sala non riuscirono ad andare oltre il primo passo dell’edificio. Appena si sparse la voce del tentativo proditorio, la battaglia si generalizzò immediatamente in tutta la città. Per due giorni la lotta imperversò sempre più accanita. Barcellona era tutta una barricata. […] Le notizie che giungevano alla sede della C.N.T. e .della F.A.I- dove mi trovavo- erano soddisfacenti : tutti i sobborghi e i quartieri popolari e libertari della città erano in mano delle forze anarchiche, stringendo in un cerchio di ferro e di fuoco il centro della metropoli dove si trovavano i soli focolai delle forze governative e dove la situazione sembrava un po’ incerta, ma di fatto volgeva in nostro favore. Questa era la situazione alla fine del secondo giorno della lotta, quando i compagni del Comitato di Difesa della C.N.T. –F.A.I. decisero di dare la sera stessa l’assalto finale alle posizioni dei governativi. […] Tutto era pronto, non v’era dubbio sull’esito dell’attacco… Un po’ prima dell’ora stabilita per l’attacco, Garҫia Oliver e Ma…]riano Vasquez per la C.N.T.-F.A.I., Camorera per il P.S.U.C. e altri rappresentanti di frazioni minori ordinavano ai loro affiliati di deporre le armi … La capitolazione vergognosa fu utilizzata dagli stalinisti con i loro metodi. […] Ed i nostri compagni disarmati vennero dappertutto proditoriamente aggrediti dai sicari della Ceka e sommariamente trucidati. Appena si diffuse la notizia delle scellerate imboscate, tutti coloro che, ben sapendo di che cosa erano capaci gli stalinisti, non avevano abbandonato le armi, ricusarono di lasciare i posti di combattimento. La battaglia riprese rabbiosa e vendicatrice. […] Poi la lotta venne lentamente estinguendosi, fin quando le forze ufficiali del Governo centrale- lasciate passare indisturbate dai nostri sotto la pressione di ministerialisti ( nota mia; riferimento ai ministri anarchici, in particolare Oliver e la Montseny) – vennero ad occupare militarmente la città e ad impedire che venissero realizzate le misere garanzie ottenute dalle trattative. Quasi tutti i nostri caduti vennero trucidati a sangue freddo, nelle imboscate dei controrivoluzionari stalinisti e fascisti. …” (relazione del compagno Bonomini sulle tragiche giornate del maggio 1937 a Barcellona sulla rivista Volontà nel numero 11 del primo maggio 1947) ; 2) Durante le giornate di Barcellona gli anarchici italiani, tanto il forte contingente della caserma Spartacus come i piccoli gruppi dispersinele sedi dei sindacati, nella sede centrale della CNT_FAI ecc. si erano battuti eroicamente a fianco dei compagni spagnoli. La loro azione era stata in più occasioni decisiva. Essi avevano versato nuovo sangue sull'ara della Rivoluzione Spagnola. [...] Non appena la lotta terminata, il comandante di "Tierra y Libertad", il compagno Ceva, combattente valoroso e leale chiamò i due delegati degli anarchici italiani, comunicando loro , che dopo averli visti alla prova, ritirava i giudizi offensivi pronunciati sui compagni italiani la mattina del 3 maggio ed esprimeva la sua ammirazione [...] Finalmente i compagni spagnoli compresero che gli anarchici italiani potevano divergere da loro nell'apprezzamento della situazione, ma che la loro intransigenza ideale non mascherava nessuna vigliaccheria. Essi erano pronti ad ogni sacrificio quando li animasse la convinzione di servire la causa comune..." (Aldo Aguzzi, nel numero 33 del 13 agosto 1938 dell'Adunata dei Refrattari) Quale che sia la valutazione della
partecipazione anarchica al governo repubblicano e delle "circostanze",
che la determinarono , bisogna ricordare che le giornate di maggio del
1937 a Barcellona, , che, secondo Vernon Richards," rappresentarono per
la rivoluzione spagnola ciò che Kronstadt rappresentò per la rivoluzione russa", si svolsero durante la presenza di quattro ministri anarchici nel governo. E due di essi, Federica Montseny e Garcia Oliver, molto stimati dai lavoratori catalani, sfruttarono tutte le loro capacità oratorie per convincere i membri di base delle organizzazioni rivoluzionarie a capitolare. I militanti di base della CNT, a cui si unirono anche alcuni volontari anarchici italiani, i militanti del POUM e quel che più conta gran parte del proletariato barcellonese, respinsero
l’attacco e ingaggiarono fieri combattimenti sino alla volontaria deposizione delle armi richiesta incessantemente dai dirigenti delle organizzazioni rivoluzionarie. Da
quel momento, in spregio delle “solenni promesse” assunte dal governo
(o quantomeno da una parte di esso) , iniziò una sanguinosa caccia ai rivoluzionari , che ebbe tra le sue vittime anche BERNERI , BARBIERI e tanti altri ( cfr.post CAMILLO BERNERI ....).
ALFRED MARTINEZ segretario delle FIJL di Barcellona, (cfr. brano)
JUAN ( PEDRO) RUA , giovane uruguaiano, membro del comitato regionale della FIJL,
12 militanti della FEDERACION IBERICA DE JUVENTUDES LIBERTARIAS (FIJL)“ di San Andrés, tra cui CESAR FERNANDEZ NARI, JOSE’ VILLENA, JUAN ANTONIO e LUIS CANERAS, JOAQUIN MARTINEZ HUNGRIA (cfr. brano) . che, arrestati dagli stalinisti durante quelle giornate, dopo la proclamata pacificazione, furono, invece di essere liberati, vigliaccamente assassinati.
In quelle giornate furono uccisi dai comunisti stalinisti , oltre a Camillo Berneri e a Francesco Barbieri ( cfr. post CAMILLO BERNERI. ESILIO E RIVOLUZIONE SPAGNOLA…) anche gli italiani ADRIANO FERRARI, RENZO DE PERRETTI, PIETRO MARCON, di cui non ho trovato, purtroppo, foto. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ In quelle giornate anche gli italiani pagano il loro tributo di sangue. Il 4 maggio, in via Layetana, nei pressi dell’ hotel Suizo, vengono trucidati Adriano ferrari e Renzo De Peretti, due miliziani ventiduenni in licenza dal fronte d’ Aragona. L’episodio è riferito da “Il Risveglio” sono fatti uscire disarmati e a mani alzate dall’albergo in cui alloggiavano, e come segno di “tradimento” portavano al collo fazzoletti con i colori della CNT. Al grido: “ Sono della Colonna Durruti: fuoco!” cadono a terra crivellati da colpi di fucile. Il 6 maggio, nelle vicinanze del sindacato della Distribuzione della CNT, si spara incessantemente: i vetri della sede sindacale sono tutti in frantumi. A difendere la sede ci sono diversi italiani: uno di loro, Pietro Marcon, miliziano della Colonna Italiana, ha appena terminato il suo turno di guardia e rientra nei locali. Una fucilata sparata da un cecchino entra attraverso le persiane chiuse da una finestra e lo colpisce alla testa spaccandogli il cranio. Aveva 44 anni ed era un militante di Giustizia e Libertà. […] Ai funerali di Berneri, Barbieri, Ferrari, De Peretti e Marcon parteciparono migliaia di persone. I loro corpi saranno sepolti a Barcellona nel cimitero di Montjuich vicino alle tombe di Angeloni, Cieri e Picelli. ( Ivano Tagliaferri, Barcellona Tragica )
Bibliografia : Ivano Tagliaferri, Barcellona Tragica in A rivista anarchica . n. 136 aprile 2006 p. 14 e 15

Bibliografia: Purtroppo non trovo più da dove ho tratto
questo brano in italiano. Comunque per leggere il testo originale di questo
brano in spagnolo. cfr. Augustin
Guillamon, Los Amigos de Durruti.
Ricerca y antologia de textos, p. 243 in https://bibliothequedumarxisme.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/08/los_amigos_de_durruti._historia_y_antologc38da_de_textos_-_agustc3adn_guillamon.pdf
. Cfr. anche sull’argomento, Francesco Zarcone, Comunisti anarchici e Amigos
de Durruti nella rivoluzione spagnola, Zamizdat 2005
Brani da commentare: " Francisco Careno (? Toulouse 1947)
Maestro razionalista, risiedette per un certo tempo in Argentina e fu segretario
dell’ Ateneo Anarquista de Buenos Aires. Tornato in spagna si stabilì a
Barcelona e aderì alla FAI. Fece della Colonna Durruti, dove presiedette il
comitato di guerra. Era presente alla riunione da cui nacque il Consejo de
Defensa de Aragon. In totale opposizione agli stalinisti e alla deriva collaborazionistica
della Cnt e della Fai, aderì agli Amigos
de Durruti, di cui fu un militante di rilievo. Esiliatosi in Francia nel
1944 fu segretario della CNT al momento della morte era amministratore del
periodico CNT. ( n. 242 p. 191) [….] “Pablo Ruiz (Estella?
Parigi?) Sarto, fu militante del gruppo faista Renacer,
insieme a Balius e a luglio del 1936 partecipò all’assalto alla caserma
Atarazanas a Barcellona. Fu delegato politico della IV Aggrupacion di Gelsa,
presidente del comitato rivoluzionario
di Pina de Ebro e membro degli Amigos de Durruti. Riparò nella capitale
francese dopo la guerra e collaborò a Le Combat Syindicaliste ( n.243 p. 191) […]
Maximo Franco Cavero (Alcalà de
Guerrea 1915 -Alicata 1939) Figlio di un farmacista, educato in un ambiente
conservatore, trovò in famiglia forti ostacoli per le sue scelte libertarie,
maturate verso i quindici anni. Collaborò alla stampa anarchica e aderì alla
FAI, partecipando alle sue attività rivoluzionarie. Nel 1935 fu arrestato e
condannato a sei anni di prigione: Liberato dopo la vittoria del Fronte Popular,
partecipò attivamente al congresso di Zaragoza della CNT. Con la rivolta
militare entrò nella milizia confederale, fu prima delegato di gruppo e poi Capo centuria
della Columna Roja y Negra . Con la militarizzazione delle milizie
comandò la 127° Brigata Mista. Membro degli Amigos de Durruti , nel
maggio del 1937, aveva organizzato una
colonna per marciare su Barcellona e schiacciare gli stalinisti, ma fu fermato
a Binefar dall’anarchico Manuel Molina Mateo che lo convinse della non razionalità dell’iniziativa. Nel
1938 gli stalinisti di Modesto, approfittando dello sfondamento franchista sul
fronte aragonese e a motivo della sua tenace posizione contraria al Pce/Psuc
vollero processarlo. Rivelatesi infondate
le accuse, fu al comando della 1° Divisione nel 1939, durante i
combattimenti seguiti alla formazione
della Junta Casado – sbaragliò le truppe degli stalinisti a
Ciudad Real. Si suicidò nel porto di Alicante dove si erano ammassate
migliaia di persone nella vana
attesa di navi che riuscissero a non cadere nelle mani dei franchisti.”
( n. 257 p. 204) ( Pier Francesco Zarcone, Spagna Libertaria. Storia di ….)
Bibliografia; Pier Francesco
Zarcone, Spagna Libertaria. Storia di collettivizzazioni e di una
rivoluzione sociale interrotta (1936- 1939) Massai editore, 2007 p. 191
note 242 e 243 e p. 204 nota 257.
Immediata, fu la la reazione dei membri del gruppo Amigos de Durruti all’assalto controrivoluzionario alla Telefonica di Barcellona ( cfr. brano da commentare).
Brano da
commentare: “ CNT-FAI- Gruppo de Los Amigos de Durruti.
Lavoratori! Una Giunta rivoluzionaria. Fucilazione dei colpevoli. Disarmo di
tutti i Corpi Armati. . Socializzazione dell’economia. Dissoluzione dei partiti
politici, che abbiano aggredito la classe lavoratrice. Non cediamo
il controllo delle strade. La rivoluzione innanzitutto. Salutiamo i nostri
compagni del POUM che hanno fraternizzato nelle strade con noi. Viva la
rivoluzione sociale! Abbasso la controrivoluzione” ( volantino del 5 maggio
1937 degli “Amigos de Durruti”)
Bibliografia; Pier Francesco Zarcone, Spagna Libertaria. Storia di collettivizzazioni e di una rivoluzione sociale interrotta (1936- 1939) Massai editore, 2007 p. 204
MARIO BERUTI ( a volte Berruti o Berutti o Barutti, alias Pierino Pietro o Aldo Goti) , (1894-1937) . Condannato per rapina nel 1922, nel 1925, uscito di prigione e sottoposto a vigilanza speciale , riuscì, un anno dopo, poco prima di essere nuovamente arrestato, ad espatriare in Francia. Soggiornò anche in Lussemburgo e in Belgio , dove frequentò assiduamente gli ambienti libertari in esilio, e per un periodo un po’ più lungo (dal 1931 al gennaio del 1936) militò nella Federacion Anarquista Iberica (FAI) in Spagna . Lasciata la Spagna, in quanto ricercato dalla polizia, vi tornò allo scoppio della rivoluzione sociale , il 19 luglio 1936, e combatté nella “ centuria dei miliziani della Columna de Hierro. Secondo alcune fonti morì combattendo a Valencia nel febbraio 1937. Secondo altre fonti, confermate , tra l’altro, da Giuseppe Bifolchi comandante della sezione italiana della Colonna Ascaso ( cfr. post GIUSEPPE BIFLOCHI..…) Mario Beruti morì invece, nel maggio 1937, a Tarragona, ucciso dagli stalinisti .(cfr. brano)
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