Per precursori intendo, in questo contesto, quei movimenti
“rivoluzionari” ( nel senso ampio della parola) del passato che hanno, in qualche modo, influenzato l’ anarchismo dei secoli XIX e XX. Questo termine indica poi qui anche un altro
significato, più personale : la maggior parte delle figurine presenti in questo
post sono state le mie
prime prove , decenni fa, di “cretastorie” , concetto , tra
l’altro, che, allora ero ancora ben lontano dall’avere pensato. Spetta
a chi guarda, se vuole,
individuarle.
LA RIVOLTA DI SPARTACO ( 73-71 a. C.) |
Da sinistra: 1) gladiatrice nera: la corazza mobile, copri-petto
è documentata, anche se per il momento non mi ricordo più dove l’ho
vista. 3) gladiatore con maschera di ferro;
5) gladiatore barbaro, (tra i gladiatori di Spartaco prevalevano
guerrieri traci , germani e galli caduti , in guerra, prigionieri dei romani). I
numeri 2 e 4 sono personaggi che dovrebbero rappresentare la partecipazione
alla rivolta di Spartaco, dei molti schiavi, uomini e donne, che si unirono ai
gladiatori per porre fine alle loro servili, e sovente disumane, condizioni di vita. Nulla di preciso si conosce, almeno per quanto ne so
io, se durante la rivolta i gladiatori
ebbero anche l’appoggio, quantomeno
sporadico, di contadini e contadine
poveri romani, che, sovente, erano trattati dai grandi proprietari
terrieri in modo non molto diverso da
quello dei loro schiavi.
SPARTACO, guerriero trace , caduto, in guerra, prigioniero dei romani fu da
loro inserito nella scuola gladiatoria
di Capua. Nel 73 a. C. , insieme ad altri suoi
compagni di sventura, riuscì a fuggire e iniziò una vera e propria guerra contro Roma, riuscendo
a radunare un esercito di schiavi, composto da alcune decine di miglia di persone, in prevalenza gladiatori, e disertori dell’esercito romano, ma anche
pastori e minatori. Nel 71 a. C. Spartaco fu sconfitto, dopo numerose battaglie vittoriose, dall’esercito romano . Morì in
battaglia, mentre migliaia dei suoi seguaci fu rono
crocifissi lungo la via Appia. Nel loro saggio sul movimento spartachista tedesco André
e Dori Prudhommeaux dedicarono un intero capitolo a “Spartaco
l’antico “. Da quel capitolo traggo un brano in cui gli autori riassumono il fascino esercitato da Spartaco, sui successivi movimenti rivoluzionari ,
nonostante la sanguinosa sconfitta
, subita dalle soverchianti forze romane , della rivolta da lui guidata
(cfr. brano)
Brano da commentare : “ … Ma la rivolta contro la prostituzione dell’uomo ha, nella stessa storia, un archetipo, un eroe mitico: Spartacus.
Questo personaggio sembra avere affascinato per la sua fiera (farouche) grandezza, e per il pericolo che fece correre a Roma, un gran numero di storici
latini e greci ; se ne fa menzione in Sallustio, Eutropo, Orosio,
Floro, Cecilio d’
Atti, Velleio Patercolo, Frontino, Cledone,
Plutarco, Erastotene. Gli
umanisti del rinascimento , gli oratori della Rivoluzione francese lo
citano con un’ ammirazione mescolata al terrore, e i socialisti di tradizione babuvista e blanchista ne fanno un gran caso .
Egli ispira la pittura e la
statuaria neoclassica. In Italia la sua
fisionomia fu popolarizzata dal romanzo di Raffaele Giovagnoli, opera ammirata dal glorioso Garibaldi al quale fu dedicata. […]
Tuttavia è la guerra del 1914-1918 che doveva condurre gli uomini più paesi – lanciati gli uni contro gli altri
nel nome di idee tradizionali di patria, libertà, democrazia, ecc. – a riconoscere in essi stessi dei prostituti prostitute della spada e
della morte, dei gladiatori che si
uccidevano l’un l’altro per i
padroni, degli Spartaco in cerca di uno Spartaco.
Cinquant’anni di propaganda internazionalista e antimilitarista non erano stati
dunque del tutto vani. Il vento di guerra sembrava avere spazzato via
( balayé) i semi.
Ma nella terra inzuppata di
sangue essa si era messa a germogliare.
I troni cominciarono a capovolgersi ( chavirer), le armate a sbandarsi, i regimi a barcollare sulle proprie
fondamenta. E il nome di Spartaco , che
era stato dapprima stampato clandestinamente su un foglio volante ad uso di qualche socialista tedesco di
estrema sinistra, divenne in un istante
la parola magica che doveva condurre alla “
fine dei gladiatori e dei padroni “: la Pace tramite la Rivoluzione. Da allora divenne
quasi impossibile di separare il mito di Spartaco l’antico, dall’immagine di Liebknecht e dei suoi compagni “ (André
e Dori Prudhommeaux , Spartacus et la Commune de Berlin 1918-1919)
Bibliografia : André
e Dori Prudhommeaux , Spartacus et la Commune de Berlin
1918-1919
, Edizioni Spartacus, pp. 119-120
Sebbene i Prudhommeaux abbiano posto l’accento
soprattutto sull’influenza della rivolta di Spartaco (detta anche
“terza guerra servile” ) sul socialismo marxista tedesco essa era , specie in Italia, assai attiva, già parecchi anni prima, anche
nella tendenza anarchica della Prima Internazionale come dimostra, tra
l’altro, l’ inno all’ Internazionale anarchica di Giovanni Pascoli , composto
nel 1878 e recentemente rinvenuto dalla professoressa di letteratura italiana presso l'Università di Bologna, Elisabetta Graziosi presso la
biblioteca Filomarino di Napoli. che ha tra
l’altro messo in evidenza il contenuto “insurrezionalista” e rivoluzionario di questo testo .
Brani da commentare:
1) Inno all' Internazionale Anarchica di Giovanni Pascoli
Soffriamo! Ne’ giorni che il popolo langue
È insulto il sorriso, la gioia è viltà!
Sol rida chi ha posto le mani nel sangue,
E il fato che accenna non teme o non sa:
Prometeo sull’alto del Caucaso aspetta,
Aspetta un bel giorno che presto verrà
Un giorno del quale sii l’alba, o vendetta!
Un giorno il cui sole sii tu, Libertà!
Soffriam! ché il delitto non regna in eterno!
Soffriam! ché l’errore durare non può!
Già Satana giudica nel pallido inferno
Il Dio de’ Tiranni che al bujo il dannò!
È forse una vampa del tetro petrolio
Che su per le nere muraglie guizzò?
Chi là ne l’altare, chi qua sopra il solio
Fantasma di truce bellezza s’alzò?
Soffriam: le catene si spezzano al fine
Allor che pugnali, ne piaccia foggiar;
Fra un mucchio fumante di sparse ruine
Già Spartaco è sorto tremendo a pugnar.
Soffriamo, o fratelli! la mano sul cuore
Lo sguardo nuotante, nell’alba che appar!
Udite?! Le squille che suonano l’ore
A stormo tremendo desiano suonar!
Già mugghia il tremuoto laggiù nella reggia!
S’accampa ne’ templi superbo il Pensier!
Un rosso vessillo nell’aria fiammeggia,
E in mezzo una scritta vi luccica in ner:
Un’alta sentenza che i secoli andati
Pensaron nel tempo del muto dolor
Che nega l’umana pietà agli spietati!
Che all’odio condanna chi uccise l’amor!
Le dolci fanciulle ch’avete stuprato,
I bimbi che indarno vi chiesero il pan,
Nel giorno dell’ira, nel giorno del fato,
I giudici vostri, borghesi, saran.
2) “ Come ha rilevato la stessa curatrice ( Elisabetta Graziosi) dell’edizione, il testo poetico , risalente al gennaio 1878, si fonda “sugli ideali insurrezionistici (pugnale, dinamite, petrolio) proiettati a ritroso nella mitologia e nella storia romana Spartaco e Prometeo “ e “ propone soprattutto la rivoluzione, la liquidazione sociale, la lotta antiborghese, “il giorno dell’ira” e dell’odio, è insomma una canzone di protesta e non un inno al lavoro . “
Tra le principali rivolte popolari medievali
( le cosiddette “ jacqueries" dal nome di
"Jacques Bonhomme" , sinonimo allora di contadino, e a cui in Inghilterra
corrispondeva quello di "Jack Goodmans ") mi limito , in questo
post, per ragioni di spazio, a quella, scoppiata in Inghilterra nel 1381, a cui parteciparono
oltre che contadini anche artigiani, braccianti, ex soldati, ecc. La rivolta fu spiritualmente guidata dal predicatore
itinerante JOHN BALL ( 1338- 1381) ,
prototipo, secondo alcuni storici, dei cosiddetti “lollardi” di poco
successivi . A causa dei suoi sermoni contro i soprusi dei nobili e dell’alto
clero, Ball fu incarcerato, ma, in seguito a una ribellione popolare, fu liberato e continuò la sua opera di sovversione. Nelle Chroniques (II, 212) di Jean Froissart ( 1337-1404) , a cui si
deve la nostra conoscenza,
sebbene sia raccontata dal punto di
vista dei nobili e della monarchia, di
questi avvenimenti, vi è riportata
, una ,
verosimilmente fedele, predica di John Ball. (cfr. brano)
Dopo la morte di Wath Tyler l'esercito dei ribelli si disgregò. John Ball fu catturato, impiccato e il suo cadavere fatto a
pezzi. Le promesse fatte precedentemente dal re Riccardo II non furono mai adempiute e migliaia di insorti subirono la medesima sorte di John Ball.
La notevole influenza assunta da questo evento
insurrezionale sul movimento socialista e libertario, soprattutto nei paesi
anglosassoni, la si deve,
in parte, al libro Il
sogno di John Ball , di
William Morris, ove l’autore , rivive in prima persona,
entro uno scenario più
“fantasy” che storico, la rivolta del
1381 dei contadini e degli artigiani
contro i nobili e i ricchi , prendendo spunto da essa per fare un quadro fosco e realistico della società della fine del XIX secolo e
dei suoi tendenziali sviluppi futuri.
Vi è inoltre in questo libro una
dettagliata descrizione dello stendardo adottato dai rivoltosi come
simbolo della loro lotta e che , a mio parere, efficacemente , sintetizza i sentimenti libertari e di giustizia sociale
che li animavano ( cfr. secondo brano )
1) Inno all' Internazionale Anarchica di Giovanni Pascoli
Soffriamo! Ne’ giorni che il popolo langue
È insulto il sorriso, la gioia è viltà!
Sol rida chi ha posto le mani nel sangue,
E il fato che accenna non teme o non sa:
Prometeo sull’alto del Caucaso aspetta,
Aspetta un bel giorno che presto verrà
Un giorno del quale sii l’alba, o vendetta!
Un giorno il cui sole sii tu, Libertà!
Soffriam! ché il delitto non regna in eterno!
Soffriam! ché l’errore durare non può!
Già Satana giudica nel pallido inferno
Il Dio de’ Tiranni che al bujo il dannò!
È forse una vampa del tetro petrolio
Che su per le nere muraglie guizzò?
Chi là ne l’altare, chi qua sopra il solio
Fantasma di truce bellezza s’alzò?
Soffriam: le catene si spezzano al fine
Allor che pugnali, ne piaccia foggiar;
Fra un mucchio fumante di sparse ruine
Già Spartaco è sorto tremendo a pugnar.
Soffriamo, o fratelli! la mano sul cuore
Lo sguardo nuotante, nell’alba che appar!
Udite?! Le squille che suonano l’ore
A stormo tremendo desiano suonar!
Già mugghia il tremuoto laggiù nella reggia!
S’accampa ne’ templi superbo il Pensier!
Un rosso vessillo nell’aria fiammeggia,
E in mezzo una scritta vi luccica in ner:
Un’alta sentenza che i secoli andati
Pensaron nel tempo del muto dolor
Che nega l’umana pietà agli spietati!
Che all’odio condanna chi uccise l’amor!
Le dolci fanciulle ch’avete stuprato,
I bimbi che indarno vi chiesero il pan,
Nel giorno dell’ira, nel giorno del fato,
I giudici vostri, borghesi, saran.
2) “ Come ha rilevato la stessa curatrice ( Elisabetta Graziosi) dell’edizione, il testo poetico , risalente al gennaio 1878, si fonda “sugli ideali insurrezionistici (pugnale, dinamite, petrolio) proiettati a ritroso nella mitologia e nella storia romana Spartaco e Prometeo “ e “ propone soprattutto la rivoluzione, la liquidazione sociale, la lotta antiborghese, “il giorno dell’ira” e dell’odio, è insomma una canzone di protesta e non un inno al lavoro . “
Bibliografia: www.archiviodistatobologna.it/it/bologna/.../7-inno-linternazionale-altri-testi-poetici
JOHN BALL E WAT TYLER |
Brano da commentare: “ Buona gente, le cose non possono andar bene
in Inghilterra né andranno bene finché le ricchezze non saranno messe in comune
e non ci saranno più né nobili né contadini, e saremo tutti uguali. Perché
quelli che chiamiamo signori sono più potenti di noi ? A che cosa sono utili?
Perché ci tengono in servitù ? E se veniamo tutti da un solo padre e una sola
madre. Adamo ed Eva, in che cosa possono essi dire o dimostrare che sono
migliori di noi, se non per il fatto che ci fanno produrre col nostro lavoro
quello che essi spendono? Sono vestiti di velluto e di giacche foderate di vaio
e di petit-gris, e noi siamo vestiti di misero panno. Essi hanno i vini, le
spezie e il pane buono, e noi abbiamo il fango, il grano scadente e la paglia,
e beviamo acqua. Essi hanno dimore e bei castelli, e noi la fatica e il lavoro,
la pioggia e il vento nei campi; e a noi, al nostro lavoro, è dovuto il rango
che occupano. Siamo chiamati servi, e veniamo battuti, se non li serviamo con
sollecitudine; e non abbiamo sovrano cui appellarci, che voglia ascoltarci o
che potrebbe farlo. Andiamo dal re, è
giovane, diciamogli della nostra schiavitù, e diciamogli che vogliamo che le cose
cambino, o vi troveremo un rimedio. […]
E quando il re ci vedrà o udrà, o con le buone o con le cattive, un
rimedio lo troverà.” ( Jean Froissart, Chroniques)
Bibliografia: in La storia medievale attraverso i documenti a cura di Anna Maria Lumbelli, Giovanni Miccoli, Zanichelli 1974 pp.
224-225
Un altro dei capi di quella
rivolta fu WAT TYLER , (1341-1381) ex soldato, che
si era distinto sotto la guida del Principe Nero nel corso della guerra dei Cent’anni e in
particolare nelle battaglie di Crecy e di
Poitiers. Durante l’insurrezione dei contadini , Tyler , che
non aveva mai rinnegato le sue origini contadine, aderì al movimento degli insorti, contribuendo notevolmente alla preparazione e all' organizzazione militare degli insorti . Dopo alcuni scontri vittoriosi contro le truppe di nobili laici ed
ecclesiastici locali, Tyler ebbe un incontro col giovane re Riccardo II che aveva promesso di concedere ai rivoltosi delle lettere in cui li si dichiarava liberi dalle servitù feudali . Durante
quell’incontro , in cui Tyler, distanziatosi dai suoi uomini, , insisteva presso il re per l'adempimento di quelle promesse, il sindaco di Londra William Walwort e lo scudiero del re uccisero a tradimento Tyler , su approvazione di Riccardo II. (cfr.brano)
Brano da commentare: “ … I nobili che
erano con lui ( il re Richard II ) si arrestarono ma quando Wat
Tyler ha visto questo , ha detto ai suoi uomini: “ il re è qui, io sto andando
a parlare con lui […] Con
ciò attaccò i suoi speroni in un cavallo che aveva montato, e lasciò i suoi
compagni per recarsi diritto fino al re; e si avvicinò talmente che la coda di
quel suo cavallo stava spazzolando la testa del cavallo del re. […] La prima
cosa che disse al re fu. “ bene, re, vedete tutti quegli uomini
là”? “ sì “ , ha risposto il re “ Perché
lo chiedete? “ Poiché sono tutti sotto il mio comando. Hanno dato il loro
giuramento sacro di fare qualunque cosa io ordini a loro “ “ Bene “ ha risposto
il re “ non vedo niente di male in questo” “ “Così” ha detto Tyler che
desiderava solo giungere ad una
lite, “ voi pensate , re, che
questi uomini qui ed altrettanti ancora
dentro Londra, tutti sotto il mio
ordine, se ne andranno senza ottenere le loro lettere” “ “ No, stiamo andando a
prendercele “ “ Tutto a disposizione” ha detto il re “ Devono essere solo
scritte separatamente ed essere consegnate una dopo l’altra. Semplicemente,
vada di nuovo ai vostri uomini, mio amico, e li convinca a ritirarsi
tranquillamente da Londra e ricordatevi di quelli che sono i vostri interessi.
E’ nostra intenzione che ciascuno di voi, Dai villaggi e dalle città, abbia la
propria lettera come accordato “
[…] Giusto allora il sindaco di
Londra giunse a cabvallo con una dozzina di uomini, tutti
completamente armati, sotto i loro abiti,, ed ha traversato la folla. Vide
come Tyler si stava comportando e gli
disse nella lingua che egli comprendeva : “ camerata, come ti permetti di dire
certe cose in presenza del re? Stai oltrepassando te stesso “ Il re perse
allora la sua calma e disse al sindaco “ ponga la sua mano su di lui, sindaco”
Nel frattempo Tyler stava rispondendo : “ posso dire e fare ogni cosa che
gradisco. Che cosa ha a che fare con voi? “ “Attento, voi tanghero puzzolente”
gridò il sindaco, che era stato una
volta avvocato del re, “voi osate parlare così alla presenza del re, il mio signore naturale? Che
io sia appeso se non pagherete per questo. “ Con quella ha estratto una grande
spada che stava portando con se e ha colpito. Diede a Tyler un tal colèpo
sulla testa che lo abbatté sotto i piedi del suo cavallo. Non appena si è
trovato a terra venne subito circondato, in modo da nasconderlo alla folla che
era là, che era formata dai suoi uomini. Uno dei cortigiani del re chiamato John Standish scese dal cavallo e spinse la sua spada nella pancia di Tyler in
modo che morisse “
Bibliografia : in badwila.net/ball/text.html
QUANDO EVA FILAVA E ADAMO VANGAVA, DOV' ERA IL RICCO CHE COMANDAVA ? |
Brano da commentare: “
Alto sopra le teste della gente, e volto alla croce, sventolava lieve
uno stendardo su di un’asta a croce. V’erano raffigurati in modo grossolano ma
suggestivo un uomo e una donna mal ricoperti di pelli su uno sfondo di verdi
alberi. L’uomo reggeva una vanga, e la donna una conocchia e un fuso, e sotto
questi primordiali simboli della lotta tra umanità e natura erano state scritte
queste parole : Quando adamo la
zolla rivoltava / E seduta al suo telaio Eva tesseva / Quale signore allora
comandava ?“. Lo stendardo venne fatto
passare in mezzo agli uomini, e la calca fece ala al suo passaggio ….” ( William Morris , Il sogno di John Ball)
Bibliografia: William Morris, Il sogno di John Ball, traduzione e cura di Vanni De Simone, Francesco Bevivino Editore, 2012,
p. 110. La prima immagine è , come è noto, la bellissima illustrazione di Edward Burne-Jones, usata come copertina della prima edizione del Sogno di John Ball di William Morris. La seconda immagine, come si sarà già capito, è la foto di una mia scenetta in creta ispirata a quell' antico detto popolare, " Quando Eva.....", tratto dalla Historia Anglicana di Thomas Walsingham (ca. 1422)
RIVOLUZIONE DEI CONTADINI IN GERMANIA (1524-1525) |
A partire da sinistra: 1) contadino
tedesco. E’ volutamente vestito come Robin Hood , per sottolineare la continuità delle lotte
contro i nobili dal medioevo sino all’epoca moderna. 2) contadina tedesca; 3) soldato di ventura
unitosi ai contadini, e alle loro idee di
“riforma popolare”; 4) riformatore religiose e politico nonché mago e
alchimista (il che voleva dire allora
anche filosofo e scienziato); 5) contadino tedesco.
THOMAS MÜNTZER ( 1489 -1525) Esponente di primo piano della Riforma Protestante e in particolare di quella tendenza cosiddetta “ popolare”. Dottore in teologia e filosofia si avviò alla carriera ecclesiastica distinguendosi come predicatore per le sue capacità oratorie. Dopo avere aderito , in un primo tempo, alla dottrina luterana se ne distaccò per l’appoggio incondizionato che egli detta alla causa dei contadini tedeschi oppressi oltre che dall’ alto clero della Chiesa Cattolica anche dai Principi e dai grandi feudatari . (cfr. brano) .
Brano da commentare: “ “ Guarda, i signori e i principi sono
l’origine di ogni usura, d’ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di
tutte le creature; dei pesci dell’acqua, degli uccelli della terra (Isaia 5L). E poi fanno divulgare
tra i poveri il comandamento di Dio: “ Non rubare”. Ma questo non vale per
loro. Riducono in miseria tutti gli uomini, pelano e scorticano contadini e
artigiani e ogni essere vivente (Michea 3:2-4); ma per costoro, alla più piccola
mancanza, c’è la forca. E su tutto ciò il dottor Mendace ( nota mia: Lutero ) dice “Amen”. Sono gli stessi signori
che si fanno del povero un nemico. La usa dell’insurrezione non vogliono
rimuoverla, come potrà alla lunga , andar bene? Dicendo questo devo insorgere.
Orsù, animo!” ( Thomas Müntzer da Allstedt, Confutazione ben fondata e risposta alla carne senza spirito che
vive mollemente a Wittenberg e che in modo perverso, mediante il furto
della Sacra Scrittura, ha macchiato miseramente la compassionevole cristianità
.)
Bibliografia: Thomas Müntzer, Scritti
Politici, editrice claudiana . Introduzione versione e note a cura di Emidio Campi,
1972, pp. 193-194
Catturato dopo la
sconfitta dei contadini nella battaglia di Frankenhausen, Thomas Müntzer fu decapitato
insieme ad altri capi della rivolta tra
cui l’ex monaco HEINRICH PFEIFFER. Sul contenuto della sua dottrina e
l’influenza da lui esercitata sulla rivolta dei contadini , oltre che nei noti libri
di Friedrich Engels, La guerra dei contadini, , Ernst Bloch, Thomas Müntzer, il teologo della rivoluzione, Norman Cohn , I fanatici dell' apocalisse, si veda anche
il giudizio espresso da Valerio Pignatta, Storia delle eresie libertarie. Dai
testi sacri al Novecento, dove si pone maggiormente l’accento sui contenuti
libertari del pensiero di Müntzer . (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Il
recupero di Müntzer da parte dei rivoluzionari moderni come
un antesignano e martire dei movimenti di emancipazione è stato portato avanti
da storici come Norman Cohn ed Ernst Bloch e da filosofi come Friederich Engels. A nostro parere, tuttavia, non è stato
colto il grande slancio antiautoritario del personaggio, che sarebbe stato
forse più corretto annoverare tra i precursori della disobbedienza eretica antistatale e antigerarchica che non tra i proto marxisti come ad esempio
suggerisce Cohn. […]
Questa radicalità spirituale anarcoide ed eretica fu apprezzata in
seguito dai gruppi anabattisti dopo la guerra contadina, che, non a caso,,
sebbene Müntzer . Non si fosse mai dichiarato tale, lo
ricordavano e veneravano come uno di loro. […] L’impostazione profondamente
religiosa di Müntzer si innesta sulle rivendicazioni spirituali e
sociali contadine gettando un ponte tra convinzioni teologiche e azione
politica ossia fondamentalmente tra libertà religiosa e libertà politica e
sociale. […] Tutto venne trasposto sul
piano dell’azione , militare e spirituale.
In sostanza, fu una rivoluzione
dal basso quella che lui predicò, sia dal punto di vista individuale
(interiore) che da quello sociale (esteriore). In perfetta antitesi con la
rivoluzione dall’ alto abbracciata dal secondo Lutero . ….. “ ( Valerio
Pignatta , Storia
delle eresie libertarie… )
Bibliografia: Valerio Pignatta , Storia delle eresie libertarie Dai testi sacri al Novecento Odoya 2012. p. 119- 120- 121...
Dopo la morte di Thomas Müntzer, Ottilie von Gersen partorì il suo secondo
figlio, restò completamente priva di mezzi e di protezione e nel contempo, a
causa della sua collaborazione, durante la rivolta, all’
attività del marito sottoposta a stretta sorveglianza. Secondo alcune versione ella morì nel 1525
secondo altri invece di lei e dei suoi figli , dopo quella data, si persero le tracce e quindi nulla si può sapere sulla data della sua
morte.
OTTILIE VON GERSEN . (1505-1525 ?) . Ex monaca si unì ,
nel 1523, in matrimonio con Thomas Müntzer, di cui condivisse le idee riformatrici e collaborò
attivamente, e talvolta di sua propria
iniziativa, alla preparazione della rivolta dei contadini nelle città di Muhlausen e di Allstedt così come nei villaggi circostanti. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Poco soddisfatto
(di quanto avveniva) tra i contadini , Müntzer non
avrebbe voluto imporre agli avvenimenti un ritmo precipitoso. Ma già, come al di fuori,
tutto fatto da loro stessi e
senza ascoltare nulla, i
piccoli-borghesi di Mühlausen
erano anche essi insorti. Del resto Ottilie
von Gersen era
restata tutto il tempo nel paese,
agitando la gente, gioviale, provocando degli assembramenti, andando con
le sue donne di chiesa e chiesa per intraprendere delle “azioni inutili” “ al
fine di fare perdere loro tempo” .
Sembra che essa abbia fatto anche
un viaggio ad Allstedt per esercitarvi la sua ricordata attività; per lo meno un borghese di questa città scriveva : “ le donne si sono talmente infatuate di Müntzer e del suo spirito che esse si
sottraggano più difficilmente che gli uomini alla sua influenza” ( Ernst Bloch , Thomas Müntzer …,)
Bibliografia: Ernst Bloch , Thomas Müntzer ,
René Julliard, 1964
( traduzione italiana mia da verificare ), 1964
p. 94
LA PRIMA RIVOLUZIONE INGLESE (1640-1660) |
A partire da sinistra: 1) volontario
del New Model Army (esercito
rivoluzionario inglese in cui
coesistevano varie tendenze religiose e politiche), tra cui levellers, diggers ( zappatori ) 2)
popolana con cuffia; 3) un “ironside” (soldato di
cavalleria , fondato da Cromwell, dell’esercito parlamentare; 4) puritana 5) puritano . Io con il termine “puritani”
intendo in senso lato estremisti religiosi e politici aventi molte
idee comuni con quella riforma popolare, espressa in Germania, durante la
guerra dei contadini . Ed è bene ricordare che Cromwell, appena instaurò la sua dittatura,
represse duramente le tendenza estremiste e libertarie della
prima rivoluzione inglese (1640-1660).
GERARD WINSTALEY ( 1609-1676) . Della sua vita non si sa molto. Trasferitosi dal Lancaschire a Londra si dedicò al commercio e all’industria della
lana. In stretta connessione con la
diffusione in Inghilterra della
radicalizzazione delle idee religiose
politiche e sociali . Winstaley , pur condividendo
numerose idee con il movimento radicale inglese dei “levellers” (livellatori) fondato da
JOHN LILIBURNE ( 1614-1657) si distinse
sempre più da loro autodefinendosi come “ vero livellatore” . Con i suoi seguaci, nel 1649, si stabilì a
St. George Hill, non lontana da Londra e dette vita a una comunità
agricola (da qui il nome, a loro attribuito
di “ diggers “ = zappatori) su basi,
oltre che religiose, etico-politiche e sociali radicali.
(cfr, brano )
Brano da commentare: “… L’impresa cui ci
accingiamo è di zappare George Hill e i terreni circostanti, per seminarvi il
grano e mangiare insieme il pane ottenuto col sudore della nostra fronte. Il
primo motivo è il seguente: vogliamo operare in giustizia e porre le basi per
rendere la terra il tesoro comune di tutti, ricchi e poveri, affinché ogni uomo
possa ricevere nutrimento dalla terra, che è sua madre, che lo fece nascere in
conformità alla ragione che regola il
creato. Nessuna parte della terra dovrà essere recintata e assegnata a qualcuno
in particolare, ma tutti dovranno essere come unico uomo, dovranno lavorare
insieme e nutrirsi come figli di un unico padre, membri di un’unica famiglia.
Nessuno dovrà comandare agli altri, ma
tutti dovranno considerarsi
uguali. […] In secondo luogo, iniziamo a zappare George Hill per
mangiare insieme il pane, frutto di un lavoro giusto e del sudore delle nostre
fronti. Ci fu rivelato in sogno con visioni – e anche senza sogni – che questo
è il luogo dal quale dovevamo cominciare, e anche se la terra, dal punto di
vista dei frutti sembra sterile, dobbiamo confidare nella benedizione dello
spirito. Ma non solo questo campo e questo terreno dovrà essere preso e concimato dal popolo, ma tutti
i campi comuni e le terre abbandonate d’Inghilterra e in tutto il mondo,
dovranno essere, in piena giustizia, presi dal popolo, non in proprietà, ma
sempre considerandoli come un possesso comune, creato per il bene di tutti
.” ( da
Gerard Winstaley, The True Levellers Standard Advanced, Londra 1649)
Bibliografia: in I puritani. I soldati della Bibbia a cura di Ugo Bonante, Einaudi Paperbacks 57 Readers, 1975 pp. 213 e 217
L’ origine della
proprietà privata e dei privilegi dei grandi proprietari terrieri, era, secondo
i diggers il risultato di plurisecolari
sorprusi e delitti delle varie
classi dominanti che si erano succeduti nella storia . (primo brano) e che nonostante la vittoria dei repubblicani
sulla monarchia inglese le discriminazioni
sociali determinate dalla proprietà privata
erano ancora in vigore ( secondo
brano)
Brani da commentare: 1) “ il potere (signorile) di recintare la terra e
di avere proprietà è stato introdotto dai vostri antenati nella creazione con
la spada; essi assassinarono prima le creature sorelle, gli uomini, poi
saccheggiarono o rubarono la loro terra, lasciandola a voi, loro progenie.
Perciò sebbene non abbiate ammazzato o rubato, pure tenete fra le mani quella
cosa maledetta grazie al potere della spada; e così facendo giustificate le
azioni malvagie dei vostri padri, e il loro peccato peserà sulla testa vostra
e dei vostri figli fino alla terza e quarta generazione, e ancor più,
fino a quando il vostro potere insanguinato e ladro non verrà sradicato dalla terra “; 2 )
Finché questo potere regio governava in un uomo chiamato Carlo, persone di
tutte le fatte si lamentavano per l’oppressione … Deallora voi della gentry, quando eravate riuniti in Parlamento, chiedeste aiuto alla povera gente comune … All’albero della tiurannia è stata tagliata quella fronda in cima, e il potere regio, in
quella sua espressione, è stato eliminato.
Ma purtroppo l’oppressione è ancora un grande albero, e continua a
togliere alla povera gente comune il sole della libertà “
Bibliografia. Primo brano in Christopher Hill, Il mondo alla rovescia.
Idee e movimenti rivoluzionari dell’Inghilterra del seicento, Einaudi paperbacks 126, 1981, pp. 117-118.
Secondo brano in Valerio Pignatta,
Eresia libertarie. Dai testi sacri al Novecento, Odoya
2012, p. 144.
Nel 1652 Winstaley , dopo la persecuzione subita dai suoi esperimenti
comunitari , che ne avevano infine determinato lo scioglimento (oltre a
St George ‘s Hill erano tra il 1649 e il 1650 sorte altre colonie
di Diggers) scrisse l’opera , The law of Freedom (La legge della libertà ) in cui espose, in
termini più realistici di quelli precedenti,
i principi costitutivi di una
società ideale. Tra le misure atte a impedire la inevitabile corruzione che i
potere esercitava , dopo un certo tempo, su chi lo deteneva (governanti, funzionari, ecc.) egli
consiglia per esempio, una frequente rotazione degli incarichi, una
misura come è noto che fu assunta, due
secoli dopo, dalla Comune di Parigi e poi
fatta propria da molti successivi movimenti libertari. (cfr.
brano)
Brano da commentare: “ Quando i pubblici ufficiali rimangono a
lungo in una carica, degenerano dai limiti , dell’onestà e del tenero amore
peri fratelli, poiché il cuore dell’uomo è così soggetto ad essere offuscato
dalle nubi della cupidigia, dell’orgoglio e della vanagloria. Anche se al loro primo accedere ai posti di comando essi sono
uomini di spirito pubblico, miranti alla libertà degli altri come alla propria,
tuttavia rimanendo a lungo in tale posto dove affluiscono gli onori e la
grandezza, essi diventano egoisti e mirano a se stessi e non alla comune
libertà, come l’esperienza mostra in questi giorni, d’accordo col proverbio corrente
che le grandi cariche in un Paese o in
un esercito hanno cambiato il ,carattere di molti uomini di spirito buono.
[…] Come quindi la necessità della
salvezza comune spinge il popolol a
formulare una legge, e ad eleggere funzionari che facciano obbedire la legge, così la stessa necessità impone al
popolo e lo grida forte agli orecchi e agli occhi dell’Inghilterra, di
scegliere nuovi funzionari, rimuovere i vecchi e sostituire ogni anno i
funzionari dello Stato” da Gerald Winstaley, The Law of Freedom.
London 1652)
Bibliografia: in
Maria Luisa Berneri, Viaggio
attraverso Utopia,
edizione curata dal Movimento Anarchico Italiano, Archivio Famiglia Berneri, 1981 p. 183
Secondo George Woodcock esiste una indubbia filiazione diretta tra il pensiero e l’azione
di Gerald Winstaley e il movimento
anarchico ( cfr. brano)
Brano da commentare: “ L’importanza di Winstaley come precursore delle ideologie sociali moderne fu riconosciuta
solo alla fine del diciannovesimo secolo, e allora, in virtù delle sue idee
comunistiche, alcuni marxisti cercarono di rivendicarlo come precursore. Ma non
v’è assolutamente nulla di marxista, nel paradiso contadino vagheggiato da Winstaley in The
New Lawv of Righteousness . Il suo comunismo è totalmente
libertario e il tentativo compiuto da lui e dai suoi amici di applicarne i
principi a St. George’s Hill inizia la tradizione anarchica di azione diretta “ ( George Woodcock, Lck, ’ anarchia … )
Bibliografia: in
George Woodcok, L' anarchia. Storia delle idee e dei movimenti libertari , Feltrinelli, 1966 p. 42
Su questa asserzione non è però d’accordo Pietro Adamo che
considera ispiratori dei successivi
movimenti libertari non Winstaley , bensì i RANTERS (. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ …. Nonostante Winstaley sia inspiegabilmente considerato tra i tra i precursori dell’anarchismo, la colonia digger di
St. George’s Hill e la società delineata in The Law of Freedom –
la prima un esperimento pratico , la seconda un esperimento intellettuale –
erano basate su ordinamenti politici orientati sui valori comunitari, su una
disciplina sociale piuttosto rigida e una morale quasi ascetica, quasi
l’opposto dell’individualismo ranter,
libertario ed - esso sì – protoanarchico ( Pietro Adamo, Il dio dei blasfemi... )
Bibliografia : Pietro Adamo, Il dio dei blasfemi . Anarchici e libertini
nella rivoluzione inglese, Edizioni Unicopli 1997 p.289
Tra gli esponenti
principali dei ranters mi limito a
citare LAWRENCE CLARKSON (1615-1667) e
ABIEZER COPPE ( 1619-1672). ABIERZER COPPE fu, durante la
prima rivoluzione inglese, Cappellano dell’esercito rivoluzionario. Nel 1646 divenne uno dei capi dei ranters probabilmente (dal verbo inglese to rant ) . Nel 1650
scrisse Un secondo rotolo
volante e fiammeggiante : a tutti gli abitanti della terra, specialmente ai
ricchi …. . in cui
Coppe rivela come sotto dettatura di Dio
stesso , egli scrisse questo testo in cui il Signore ammonisce
duramente i ricchi, , se vogliono
evitare orrende punizioni da parte sua e
dei suoi angeli, a restituire il
maltolto a tutti i miserabili della terra, tra cui anche i ladri, le puttane,
ecc. (cfr, brano) . Coppe fu più volte arrestato per le sue idee libertine e antinomiane (secondo cui per i
“puri” e “illuminati “ogni forma di peccato , incluso
l’adulterio e la promiscuità sessuale,
era lecita) .
Brano da commentare: Tu ( ricco: nota mia) possiedi molte borse di
denaro, ed ecco che io ( il Signore) vengo come un ladro nella notte , con la
spada sguainata in mano e come un ladro quale io sono –dico consegna la borsa,
consegna signore o ti taglierò la gola . E
(dico ancora una volta ) consegna, consegna il mio denaro … ai bricconi, ai ladri,
alle puttane e ai tagliaborse, che sono carne della tua carne, e che ai miei
occhi valgono in tutto quanto vali tu, e
che sono sul punto di morire di fame in prigioni infette e in orride segrete …
Il flagello di Dio è nelle vostre borse, nei granai, nelle case, nei cavalli,
la peste si prenderà i vostri porci (oh, grassi maiali della terra) che presto
andranno incontro al coltello e penderanno dal soffitto, se non …. Non avete
visto la mia mano tesa, l’anno scorso? Non l’avete vista. La mia mano è ancora
tesa. Il vostro oro e argento, anche se non potete vederlo, è corroso … La
ruggine del vostro argento, io dico, divorerà la vostra carne come fosse fuoco
… Possedete ogni cosa in comune, o il flagello di Dio marcirà e consumerà tiutto
quello che possedete “ ( da Abiezer Coppe, Il secondo rotolo volante e fiammeggiante
…)
Bibliografia. Primo brano in Christopher Hill, Il mondo alla rovescia.
Idee e movimenti rivoluzionari dell’Inghilterra del seicento, Einaudi paperbacks 126, 1981, pp. 197-198 . Cfr anche Pietro Adamo , Il dio dei blasfemi, , op. cit. pp. 195-215 dove questo testo
si trova per esteso. E per Clakson p. 226
LAWRENCE CLARKSON durante la prima
rivoluzione inglese servì nella New Model Army, divenne poi un
predicatore itinerante e divenne un “capitano dei ranter “ e la sua opera più
famosa di quel periodo fu A
single Eye. All
Light, no Darkness ; or Light and Darkness One” ( Un solo occhio
Tutto Luce, nessuna Tenebra ; oppure Luce e Tenebra tutt’uno),
dove, tra l’altro sono contenute molte affermazioni antinomiane . (cfr. brano)
Brano da commentare: … “ Ciò nonostante, devo dirvi, come ho fatto
in precedenza, che poiché tutti i poteri vengono da Dio, così tutti gli atti di qualsiasi natura essi siano, sono prodotti da questo Potere, anzi da questo
Potere di Dio , così tutti gli atti che provengono da questo potere sono Puri
quanto esso, ed esso è Puro
quanto Dio. Da ciò si evince che non esiste assolutamente atto alcuno che sia
impuro in Dio, peccaminoso con Dio o
davanti Dio. […] Come ho già dichiarato, e come ripeto ora,, quegli atti, o
qualsiasi atto, finché da voi sono
considerati o immaginati peccaminosi, non sono in Dio, né sono da Dio, e
tuttavia, come ho detto, tutti gli atti che esistono vengono da Dio, anzi sono
tanto puri quanto Dio. […] Non prendete in considerazione l’atto nudo come
atto, poiché noi scopriamo che le Preghiere e le Lodi di alcuni sono pure,
quelle di altri sono impure, per coloro che agiscono in base al nome [dato alle
cose] dal loro intelletto e la loro
Coscienza nel praticarle è contaminata e condannata come Bestemmiatrice,
Ubriacona, Adultera e Ladra. Quando un uomo, in purezza di luce, compie gli
stessi atti , in relazione all’atto e
non al nome che quest’ultimo porta; quest’uomo [non [particolarmente]
questo] non bestemmia,, non va a puttane, non ruba; perché solo per mancanza di
questa luce, di questo puro unico occhio, appaiono il Diavolo e Dio,
[l’Inferno] e il Paradiso, il Peccato e la Santità, la Dannazione e la
Salvezza, anzi solo grazie al giudizio e all’intelletto oscuro della
Creatura. ….” ( Lawrence Clarkson, Un solo occhio,
1650)
Bibliografia : Pietro Adamo, Il dio dei blasfemi . Anarchici e libertini
nella rivoluzione inglese, Edizioni Unicopli 1997 p.226
NOTA : Di PRUDENCE HEVER e di SALLY PRICE pur trovando su Internet loro immagini accanto a quelle di Clarkson e di Coppe ( a cui mi sono ispirato nella mia scenetta), non ho trovato, per ora, data anche la mia scarsa conoscenza della lingua inglese, notizie biografiche e brani.
JOLLY ROGER |
La tentazione di
inserire anche i pirati , in particolari quelli attivi sulle rotte marittime nelle Indie Occidentali nella cosiddetta “epoca d’oro della
pirateria” , tra la fine del 1600 e i
primi trent’anni del 1700, tra i precursori degli
anarchici è assai forte. La
medesima bandiera-simbolo della
pirateria evoca quella anarchica . (cfr.
brano)
Brano da commentare: “ La confraternita,
il commonwealt o la confederazione pirata
dell’epoca d' oro trovava la sua più eclatante espressione nella sua minacciosa bandiera nera: il Jolly Roger. […] Le origini del Jolly Roger non sono del
tutto chiare .[…] Nonostante vi fossero
diverse varianti del Jolly Roger, ognuna di queste condivideva gli stessi
elementi di base, in sostanza simboli associati alla morte: il
teschio e le ossa incrociate, gli scheletri, le clessidre, la sciabola
d’abbordaggio e i cuori
insanguinanti. […] Ci sono
diverse teorie sull’origine del nome. Le due più comuni e convincenti sono: a)
Jolly Roger è un’alterazione francese del francese la jolie rouge,
che si riferiva alle bandiere rosse innalzati dagli equipaggi marittimi per annunciare la battaglia; b) Jolly Roger è una
variazione di Old Roger, un appellativo popolare del
diavolo. Qualunque sia l’origine del nome, il Jolly Roger contrassegna l’epoca
della pirateria studiata in questo libro e conferma il senso di unità , che
deve essere esistito tra gli equipaggi
pirata. […] Nel 1880 durante una manifestazione indetta a Parigi per protestare contro l’ipocrisia del
movimento socialista ufficiale, Louise Michel portò con sé una bandiera nera
piuttosto che quella rossa creando così uno dei simboli anarchici più
caratteristici e riconosciuti. E’ difficile pensare che la scelta del colore
per quella bandiera sia stata puramente accidentale “ ( Gabriel Kuhn, La vita all’ombra del
Jolly Roger. I pirati dell’epoca d’oro tra leggenda e realtà , Eleuthera,, 2015 )
Bibliografia: Gabriel
Kuhn, La vita all’ombra del
Jolly Roger. I pirati dell’epoca d’oro tra leggenda e realtà , Eleuthera,, 2015
pp. 148-149
Mai come in
quell’epoca sulle rotte delle Indie
Occidentali, secondo quanto osserva Gabriel Kuhn, si
sviluppò un ampio fenomeno caratterizzato
da una ricerca assoluta di
libertà da parte di inglesi, americani, scozzesi , svedesi, olandesi, francesi
e altri, che, all’unanimità rifiutavano i valori e
la morale dominante delle loro patrie originarie (cfr. brano) :
Brano da commentare : Quel senso di libertà assoluta che riesce a
spingere delle persone a mollare tutto, a voltare le spalle alla propria casa e
al proprio paese e a scappare da tutte le convenzioni politiche, sociali e
culturali. Significa superare tutti i confini e tutte le leggi entro cui la società vuole costringere l’individuo, è
quello ad essere magnetico e affascinante. E’ quella la forza della loro
storia, quella che spinge persone isolate e antisistema a cercare un gruppo
che condivide il loro spirito di ribellione e che le fa salpare su una nave per
affrontare il mare aperto e rischiare la vita sotto una bandiera nera, per
costruire una società nuova, da zero. O almeno questa era la situazione degli
anni che definiamo come l’epoca d’oro della pirateria” ( Intervista di Linkiesta a Gabriel Kuhn , 20 febbraio 2016)
Bibliografia: Andrea Coccia, Libertà, uguaglianza,
anarchia, così i pirati sono sopravvissuti alla storia. In htpp:/w.w.w.linkiesta.it/article/2016/02/20 libertà-uguaglianza-anar….
Ma se il comune amore
per la libertà e l’antiautoritarismo uniscono i pirati agli anarchici sussiste, comunque ,
secondo Gabriel Kuhn, anche una profonda
differenza nei fini: i primi
perseguivano, nelle loro lotte, il proprio benessere individuale , i secondi, l’emancipazione (
economica,sociale politica , religiosa,
giuridica, ecc. ) di tutta l’umanità (cfr.
brano)
Brano da commentare: “ Le associazioni tra
pirateria dell’epoca d’oro e anarchia
sono infinite. Infatti, è praticamente
impossibile leggere un libro sulla pirateria senza che vi sia almeno un
riferimento all’anarchia, indipendentemente dalla convinzione politica
dell’autore. […] la domanda critica è: i pirati dell’epoca d’oro erano davvero
anarchici? Sembrano esserci due principali modi per rispondere: a) se essere anarchico significa vivere al di
fuori del controllo dello Stato-nazione o di
qualsiasi forma di autorità istituzionalizzata, allora i pirati
dell’epoca d’oro erano sicuramente anarchici, tanto quanto
le popolazioni nomadi e “primitive” a cui
sono stati paragonati; b) se essere anarchico significa cercare di realizzare coscientemente i propri
ideali sociali e di uguaglianza e giustizia universali, allora difficilmente i
pirati di quell’epoca lo erano. Vi sono troppi elementi che indicano la totale
assenza di ideali sociali, o quanto meno di ideali estesi al di fuori della
comunità di “fratelli” che si giuravano reciproca fedeltà. … “ ( Gabriel Kuhn, La vita all’ombra del Jolly Roger ….)
Bibliografia: Gabriel
Kuhn, La vita all’ombra del
Jolly Roger. I pirati dell’epoca d’oro tra leggenda e realtà , Eleuthera,, 2015
pp. 150-151
CAPITAN KIDD, ANNIE BONNY, BARBANERA, MARY READ, MORGAN, |
Il
giudizio di Kuhn mi sembra confermato
dalla lettura delle biografie storiche
di importanti pirati e piratesse ( tra cui, per esempio,
CAPITAN WILLIAM KIDD (1645 -1701) , MARY READ (1690-17219, CAPITANO BARBANERA (EDWARD TEACH) ( (1680-1718), ANNE BONNY
(1700-1782), HENRY MORGAN ( 1635-1688) contenute nella Storia generale delle
rapine e degli assassinii dei più celebri pirati del Capitano Charles Johnson ( sotto il cui
nome sino al 1972 e per alcuni ancora
oggi, si celerebbe lo scrittore DANIEL
DE FOE), ove emerge chiaramente che
motivo principale delle scorrerie sui
mari e dei saccheggi delle città delle coste erano prevalentemente
motivate dalla loro brama di ricchezze materiali. Per quanto riguarda le
donne – pirata , invece, da quel che si
può arguire dalla vita delle più famose tra esse, Mary Read e Annie Bonny, ben più che la brama
di ricchezze agì nel diventare piratesse il desiderio di
sfuggire al ruolo subordinato riservato alle donne nelle società patriarcali di quell’
epoca. Tuttavia, come osserva Gabriel Kuhn, non fu , di per se stesso, il mondo maschilista dei pirati ad offrire a
loro, così come ad ogni altra donna, una
via di emancipazione femminile né individuale né tanto meno di genere, ma unicamente il loro spirito d' indipendenza e di ribellione . (cfr. brano)
Brano da commentare: “… per avere accesso alla società pirata
[ Mary Read e Annie Bonny] si sono dovute travestire da uomini e hanno
mantenuto poi il diritto a farne parte “comportandosi come gli uomini”. […] Ciò che rende la storia della loro vita
una storia di liberazione è la forza straordinaria e la perseveranza che hanno
dimostrato in un mondo dominato dagli uomini. In altre parole, Mary Read e
Anni Bonny devono a loro stesse, e non alla società pirata, i risultati
che sono riuscite a conseguire. Certo, “ hanno dimostrato che una donna poteva
trovare la sua libertà sotto il “Jolly
Roger”, ma non per merito dei pirati. In questo senso, le affermazioni che le
fanno rientrare all’interno di “un audace esperimento che andava oltre il
potere tradizionale della famiglia,
dello Stato e del capitale “ sono fuorvianti, e attribuiscono un immeritato
carattere progressista alla comunità dei pirati, sminuendo l’impresa di due
donne determinate che sfidavano il proprio destino)
Bibliografia: Gabriel
Kuhn, La vita all’ombra del
Jolly Roger. I pirati dell’epoca d’oro tra leggenda e realtà , Eleuthera,, 2015
pp. 150-151. Cfr. anche Markus rediker, Pirati al femminile. La storia di
Anne Bonny e Mary Read, in A rivista anarchica n. 310 Estate
2005, pp. 53-61. Di quest’autore si veda anche il libro , Canaglie di tutto il mondo. L’epoca d’oro della pirateria. Eleuthera ,2005 e cfr. anche .
Nota: continua in PRECURSORI 2
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