martedì 3 maggio 2011

ANARCHICINI: I PRECURSORI (1) : LA RIVOLTA DI SPARTACO ( 73-71 a. C.) - JOHN BALL ( 1338- 1381) ; WAT TYLER , (1341-1381) , LA GUERRA DEI CONTADINI (1524-1525) - LA PRIMA RIVOLUZIONE INGLESE (1640-1660)

       
Per precursori intendo, in questo contesto, quei movimenti “rivoluzionari” ( nel senso ampio della parola) del passato  che hanno, in qualche modo, influenzato  l’ anarchismo dei secoli XIX e XX.  Questo termine indica poi qui anche un altro significato, più personale : la maggior parte delle figurine presenti in questo post  sono state  le  mie prime prove , decenni fa, di cretastorie, concetto , tra l’altro, che,   allora ero  ancora ben lontano dall’avere pensato.  Spetta  a chi  guarda, se vuole,  individuarle.
                                                               
LA RIVOLTA DI SPARTACO ( 73-71 a. C.)
 Da sinistra: 1)  gladiatrice nera: la corazza mobile, copri-petto  è documentata, anche se per il momento non mi ricordo più dove l’ho vista. 3) gladiatore con maschera di ferro;  5) gladiatore barbaro, (tra i gladiatori di Spartaco prevalevano guerrieri   traci , germani e galli caduti  , in guerra, prigionieri dei romani). I numeri 2 e 4 sono personaggi che dovrebbero rappresentare la partecipazione alla rivolta di Spartaco, dei molti schiavi, uomini e donne, che si unirono ai gladiatori per porre fine alle loro servili, e sovente disumane,  condizioni di vita. Nulla di preciso si conosce, almeno per quanto ne so io,  se durante la rivolta i gladiatori ebbero anche  l’appoggio, quantomeno sporadico,  di contadini e contadine poveri romani, che, sovente, erano trattati dai grandi proprietari terrieri  in modo non molto diverso da quello dei loro schiavi.
                                                                                           
SPARTACO
SPARTACO,  guerriero trace , caduto, in guerra, prigioniero   dei romani  fu  da loro  inserito nella scuola gladiatoria di Capua. Nel 73 a. C. ,  insieme ad  altri suoi compagni di sventura, riuscì a fuggire e iniziò una  vera e propria guerra contro Roma, riuscendo a radunare un esercito di schiavi, composto da alcune decine di miglia di persone,  in prevalenza gladiatori,  e disertori dell’esercito romano, ma anche pastori e minatori. Nel 71 a. C.  Spartaco fu sconfitto, dopo numerose  battaglie vittoriose,  dall’esercito romano . Morì in battaglia, mentre migliaia dei suoi seguaci fu rono crocifissi lungo la via Appia. Nel  loro  saggio  sul movimento spartachista tedesco  André  e Dori Prudhommeaux  dedicarono un intero capitolo a “Spartaco l’antico “. Da quel capitolo traggo un brano in cui gli autori riassumono  il fascino esercitato da Spartaco,  sui successivi movimenti rivoluzionari , nonostante la  sanguinosa sconfitta ,  subita dalle soverchianti  forze romane , della rivolta da lui guidata (cfr. brano)
Brano da commentare :  “ … Ma la rivolta contro la prostituzione dell’uomo ha, nella stessa storia, un archetipo, un eroe mitico: Spartacus.  Questo personaggio sembra avere affascinato  per la sua fiera  (farouche) grandezza, e  per il pericolo che fece  correre a Roma, un gran numero di storici latini e greci ;  se ne fa menzione  in Sallustio, Eutropo,  Orosio,  Floro,  Cecilio d’ Atti, Velleio Patercolo, Frontino, Cledone,  Plutarco, Erastotene. Gli  umanisti del rinascimento , gli oratori della Rivoluzione francese lo citano con un’ ammirazione mescolata al terrore, e i socialisti di tradizione babuvista e  blanchista ne fanno un  gran caso . Egli  ispira la pittura e la statuaria  neoclassica. In Italia la sua fisionomia fu popolarizzata dal romanzo di Raffaele Giovagnoli, opera ammirata dal glorioso Garibaldi al quale fu dedicata. […] Tuttavia è la guerra del 1914-1918 che doveva condurre gli uomini  più paesi – lanciati gli uni contro gli altri nel nome di idee tradizionali di patria, libertà, democrazia, ecc. – a  riconoscere in essi stessi dei prostituti prostitute  della spada e della morte, dei gladiatori  che si uccidevano  l’un l’altro per i padroni,  degli  Spartaco in cerca di uno Spartaco. Cinquant’anni di propaganda internazionalista e antimilitarista non erano stati dunque del tutto vani. Il vento di guerra sembrava avere  spazzato via  ( balayé)  i semi.  Ma nella terra  inzuppata di sangue essa si era messa a  germogliare. I troni cominciarono a  capovolgersi ( chavirer), le armate a sbandarsi, i regimi a barcollare sulle proprie fondamenta.  E il nome di Spartaco , che era stato dapprima stampato clandestinamente su un foglio volante  ad uso di qualche socialista tedesco di estrema sinistra, divenne  in un istante la parola magica che doveva condurre alla “  fine dei gladiatori e dei padroni “: la Pace  tramite la Rivoluzione. Da allora divenne quasi impossibile di separare il mito di Spartaco l’antico, dall’immagine di Liebknecht e dei suoi compagni  “ (André  e Dori Prudhommeaux , Spartacus et la Commune de Berlin 1918-1919) 
Bibliografia : André  e Dori Prudhommeaux , Spartacus et la Commune de Berlin 1918-1919 ,  Edizioni Spartacus, pp. 119-120

Sebbene i Prudhommeaux abbiano posto l’accento soprattutto  sull’influenza  della rivolta di Spartaco (detta anche  “terza guerra servile” ) sul socialismo marxista tedesco essa  era , specie in Italia, assai attiva, già parecchi anni prima,   anche  nella tendenza anarchica della Prima Internazionale come dimostra, tra l’altro, l’ inno all’ Internazionale anarchica di Giovanni Pascoli , composto nel 1878 e recentemente rinvenuto dalla professoressa di letteratura italiana presso l'Università di Bologna,  Elisabetta Graziosi presso la biblioteca Filomarino di Napoli. che ha tra l’altro messo in evidenza il contenuto “insurrezionalista” e rivoluzionario di questo testo .
Brani  da commentare:   
  1) Inno all' Internazionale Anarchica  di Giovanni Pascoli
Soffriamo! Ne’ giorni che il popolo langue
È insulto il sorriso, la gioia è viltà!
Sol rida chi ha posto le mani nel sangue,
E il fato che accenna non teme o non sa:

Prometeo sull’alto del Caucaso aspetta,
Aspetta un bel giorno che presto verrà
Un giorno del quale sii l’alba, o vendetta!
Un giorno il cui sole sii tu, Libertà!

Soffriam! ché il delitto non  regna in eterno!
Soffriam! ché l’errore durare non può!
Già Satana giudica nel pallido inferno
Il Dio de’ Tiranni che al bujo il dannò!

È forse una vampa del tetro petrolio
Che su per le nere muraglie guizzò?
Chi là ne l’altare, chi qua sopra il solio
Fantasma di truce bellezza s’alzò?

Soffriam: le catene si spezzano al fine
Allor che pugnali, ne piaccia foggiar;
Fra un mucchio fumante di sparse ruine


Già Spartaco è sorto tremendo a pugnar.

Soffriamo, o fratelli! la mano sul cuore
Lo sguardo nuotante, nell’alba che appar!
Udite?! Le squille che suonano l’ore
A stormo tremendo desiano suonar!

Già mugghia il tremuoto laggiù nella reggia!
S’accampa ne’ templi superbo il Pensier!
Un rosso vessillo nell’aria fiammeggia,
E in mezzo una scritta vi luccica in ner:

Un’alta sentenza che i secoli andati
Pensaron nel tempo del muto dolor
Che nega l’umana pietà agli spietati!
Che all’odio condanna chi uccise l’amor!

Le dolci fanciulle ch’avete stuprato,
I bimbi che indarno vi chiesero il pan,
Nel giorno dell’ira, nel giorno del fato,
I giudici vostri, borghesi, saran.

  2) “ Come ha rilevato la stessa curatrice ( Elisabetta Graziosi) dell’edizione, il testo poetico , risalente al gennaio 1878, si fonda “sugli ideali insurrezionistici (pugnale, dinamite, petrolio) proiettati a ritroso nella mitologia e nella storia romana Spartaco e Prometeo “ e “ propone soprattutto la rivoluzione, la liquidazione sociale, la lotta antiborghese, “il giorno dell’ira” e dell’odio, è insomma una canzone di protesta e non un inno al lavoro . “

 Bibliografia: www.archiviodistatobologna.it/it/bologna/.../7-inno-linternazionale-altri-testi-poetici
 
                                          JOHN BALL E WAT TYLER                                                                        

 Tra le principali  rivolte popolari   medievali  ( le cosiddette “ jacqueries" dal nome di "Jacques   Bonhomme" , sinonimo allora di contadino, e a cui in Inghilterra corrispondeva quello di  "Jack Goodmans ") mi limito , in questo post, per ragioni di spazio, a quella, scoppiata in Inghilterra nel 1381, a cui parteciparono oltre che contadini anche artigiani, braccianti, ex soldati, ecc.  La rivolta fu  spiritualmente guidata dal predicatore itinerante JOHN BALL ( 1338- 1381) ,  prototipo, secondo alcuni storici, dei cosiddetti “lollardi” di poco successivi  . A causa dei suoi sermoni contro i soprusi dei nobili e dell’alto clero, Ball fu incarcerato, ma, in seguito  a una  ribellione popolare, fu liberato e continuò la sua opera di sovversione.  Nelle  Chroniques  (II, 212) di Jean Froissart ( 1337-1404) , a cui si deve la nostra conoscenza, sebbene sia raccontata dal punto di vista dei nobili e della monarchia,  di questi avvenimenti,  vi è riportata  , una , verosimilmente fedele,  predica di John Ball.  (cfr. brano)
Brano da commentare:  “ Buona gente, le cose non possono andar bene in Inghilterra né andranno bene finché le ricchezze non saranno messe in comune e non ci saranno più né nobili né contadini, e saremo tutti uguali. Perché quelli che chiamiamo signori sono più potenti di noi ? A che cosa sono utili? Perché ci tengono in servitù ? E se veniamo tutti da un solo padre e una sola madre. Adamo ed Eva, in che cosa possono essi dire o dimostrare che sono migliori di noi, se non per il fatto che ci fanno produrre col nostro lavoro quello che essi spendono? Sono vestiti di velluto e di giacche foderate di vaio e di petit-gris, e noi siamo vestiti di misero panno. Essi hanno i vini, le spezie e il pane buono, e noi abbiamo il fango, il grano scadente e la paglia, e beviamo acqua. Essi hanno dimore e bei castelli, e noi la fatica e il lavoro, la pioggia e il vento nei campi; e a noi, al nostro lavoro, è dovuto il rango che occupano. Siamo chiamati servi, e veniamo battuti, se non li serviamo con sollecitudine; e non abbiamo sovrano cui appellarci, che voglia ascoltarci o che potrebbe farlo.  Andiamo dal re, è giovane, diciamogli della nostra schiavitù, e diciamogli che vogliamo che le cose cambino, o vi troveremo un rimedio. […]  E quando il re ci vedrà o udrà, o con le buone o con le cattive, un rimedio lo troverà.” ( Jean Froissart, Chroniques)
Bibliografia:  in  La storia medievale attraverso i documenti a cura di Anna Maria Lumbelli, Giovanni Miccoli, Zanichelli 1974 pp. 224-225
 Un altro dei capi di quella rivolta fu WAT  TYLER , (1341-1381)  ex soldato, che si era distinto sotto la guida del Principe Nero  nel corso della guerra dei Cent’anni e in particolare nelle battaglie di Crecy e di Poitiers.   Durante  l’insurrezione dei contadini , Tyler , che non aveva mai rinnegato le sue origini contadine,  aderì al movimento degli insorti, contribuendo notevolmente alla  preparazione e all' organizzazione   militare degli insorti .  Dopo alcuni scontri vittoriosi  contro le truppe di nobili laici ed ecclesiastici locali, Tyler ebbe un incontro col giovane re Riccardo II  che aveva promesso di concedere ai rivoltosi delle lettere in cui  li si dichiarava liberi dalle servitù feudali .  Durante  quell’incontro  , in  cui Tyler, distanziatosi dai suoi  uomini, , insisteva presso il re  per l'adempimento di quelle promesse, il sindaco di  Londra   William Walwort e lo scudiero del re uccisero a tradimento Tyler , su approvazione di Riccardo II.   (cfr.brano)
Brano da commentare: “ … I nobili che erano con lui ( il re Richard II ) si arrestarono ma quando Wat Tyler ha visto questo , ha detto ai suoi uomini: “ il re è qui, io sto andando a parlare con lui […]  Con ciò attaccò i suoi speroni in un cavallo che aveva montato, e lasciò i suoi compagni per recarsi diritto fino al re; e si avvicinò talmente che la coda di quel suo cavallo stava spazzolando la testa del cavallo del re. […] La prima cosa che disse al re  fu. “  bene, re, vedete tutti quegli uomini là”?  “ sì “ , ha risposto il re “ Perché lo chiedete? “ Poiché sono tutti sotto il mio comando. Hanno dato il loro giuramento sacro di fare qualunque cosa io ordini a loro “ “ Bene “ ha risposto il re “ non vedo niente di male in questo” “ “Così” ha detto Tyler che desiderava solo  giungere ad una lite,  “ voi pensate , re, che questi  uomini qui ed altrettanti ancora dentro Londra, tutti sotto il  mio ordine, se ne andranno senza ottenere le loro lettere” “ “ No, stiamo andando a prendercele “ “ Tutto a disposizione” ha detto il re “ Devono essere solo scritte separatamente ed essere consegnate una dopo l’altra. Semplicemente, vada di nuovo ai vostri uomini, mio amico, e li convinca a ritirarsi tranquillamente da Londra e ricordatevi di quelli che sono i vostri interessi. E’ nostra intenzione che ciascuno di voi, Dai villaggi e dalle città, abbia la propria lettera come accordato “   […]   Giusto allora il sindaco di Londra giunse a cabvallo con una dozzina di uomini, tutti completamente armati, sotto i loro abiti,, ed ha traversato la folla. Vide come  Tyler si stava comportando e gli disse nella lingua che egli comprendeva : “ camerata, come ti permetti di dire certe cose in presenza del re? Stai oltrepassando te stesso “ Il re perse allora la sua calma e disse al sindaco “ ponga la sua mano su di lui, sindaco” Nel frattempo Tyler stava rispondendo : “ posso dire e fare ogni cosa che gradisco. Che cosa ha a che fare con voi? “ “Attento, voi tanghero puzzolente” gridò il sindaco,  che era stato una volta avvocato del re, “voi osate parlare così alla presenza del re, il mio signore naturale?  Che io sia appeso se non pagherete per questo. “ Con quella ha estratto una grande spada che stava portando con se e ha colpito. Diede a Tyler un tal colèpo sulla testa che lo abbatté sotto i piedi del suo cavallo. Non appena si è trovato a terra venne subito circondato, in modo da nasconderlo alla folla che era là, che era formata dai suoi uomini. Uno dei cortigiani del  re chiamato John Standish scese dal cavallo e spinse la sua spada nella pancia di Tyler in modo che morisse “ 
Bibliografia  : in badwila.net/ball/text.html
                                                                                  
  Dopo la morte di Wath Tyler l'esercito dei ribelli si disgregò. John Ball fu catturato, impiccato e il suo cadavere fatto a pezzi.  Le promesse fatte precedentemente  dal re Riccardo II non furono mai adempiute e  migliaia di insorti subirono la medesima sorte di  John Ball. 
                                                                                        
QUANDO EVA FILAVA E ADAMO VANGAVA, DOV' ERA IL RICCO CHE COMANDAVA ?
La notevole  influenza assunta da questo evento insurrezionale sul movimento socialista e libertario, soprattutto nei paesi anglosassoni, la si deve, in parte,  al libro  Il sogno di John Ball    ,  di William  Morris, ove  l’autore ,  rivive in prima persona,  entro uno scenario più “fantasy” che storico,  la rivolta del 1381 dei contadini   e degli artigiani contro  i nobili  e i ricchi , prendendo spunto da  essa per fare un quadro  fosco e realistico della società della fine del XIX secolo e dei suoi tendenziali  sviluppi futuri.  Vi è inoltre in questo libro una  dettagliata descrizione dello stendardo adottato dai rivoltosi come simbolo della loro lotta e che , a mio parere, efficacemente , sintetizza  i sentimenti libertari e di giustizia sociale che li animavano ( cfr. secondo brano )
Brano da commentare:  Alto sopra le teste della gente, e volto alla croce, sventolava lieve uno stendardo su di un’asta a croce. V’erano raffigurati in modo grossolano ma suggestivo un uomo e una donna mal ricoperti di pelli su uno sfondo di verdi alberi. L’uomo reggeva una vanga, e la donna una conocchia e un fuso, e sotto questi primordiali simboli della lotta tra umanità e natura erano state scritte queste parole :  Quando adamo la zolla rivoltava / E seduta al suo telaio Eva tesseva / Quale signore allora comandava  ?“. Lo stendardo venne fatto passare in mezzo agli uomini, e la calca fece ala al suo passaggio …. ( William Morris , Il sogno di John Ball)
Bibliografia: William Morris, Il sogno di John Ball, traduzione e cura di Vanni De Simone, Francesco Bevivino Editore, 2012, p. 110. La prima immagine è , come è noto, la bellissima illustrazione di Edward Burne-Jones, usata come copertina della prima edizione del Sogno di John Ball di William Morris. La seconda immagine, come si sarà già capito, è la foto di una mia scenetta in creta ispirata a quell' antico detto popolare,  " Quando Eva.....", tratto dalla Historia Anglicana di Thomas Walsingham (ca. 1422)
 
RIVOLUZIONE DEI CONTADINI IN GERMANIA (1524-1525)

A partire da sinistra: 1) contadino tedesco. E’ volutamente vestito come Robin Hood ,     per sottolineare la continuità delle lotte contro i nobili dal medioevo sino all’epoca moderna.   2) contadina tedesca; 3) soldato di ventura unitosi ai contadini, e alle loro idee di  “riforma popolare”; 4) riformatore religiose e politico nonché mago e alchimista (il che voleva dire allora    anche filosofo e scienziato); 5) contadino tedesco.                                                                                     
                                                                              

THOMAS MÜNTZER  ( 1489 -1525)  Esponente di primo piano  della Riforma  Protestante e in particolare di  quella tendenza cosiddetta “ popolare”.  Dottore in  teologia e filosofia  si avviò alla carriera ecclesiastica distinguendosi  come predicatore per le sue capacità oratorie. Dopo avere aderito , in un primo tempo,  alla dottrina luterana se ne distaccò per l’appoggio incondizionato che egli detta alla causa dei contadini tedeschi  oppressi oltre che dall’ alto  clero della Chiesa Cattolica anche dai Principi e dai  grandi feudatari .  (cfr. brano) .
Brano da commentare: “  “ Guarda, i signori e i principi sono l’origine di ogni usura, d’ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di tutte le creature; dei pesci dell’acqua, degli uccelli della terra (Isaia 5L). E poi fanno divulgare tra i poveri il comandamento di Dio: “ Non rubare”. Ma questo non vale per loro. Riducono in miseria tutti gli uomini, pelano e scorticano contadini e artigiani e ogni essere vivente (Michea 3:2-4); ma per costoro, alla più piccola mancanza, c’è la forca. E su tutto ciò il dottor Mendace ( nota mia:  Lutero ) dice “Amen”. Sono gli stessi signori che si fanno del povero un nemico. La usa dell’insurrezione non vogliono rimuoverla, come potrà alla lunga , andar bene? Dicendo questo devo insorgere. Orsù, animo!” ( Thomas Müntzer da Allstedt, Confutazione ben fondata e risposta alla carne senza spirito che vive mollemente a Wittenberg e che in modo perverso, mediante il furto della Sacra Scrittura, ha macchiato miseramente la compassionevole cristianità .)
Bibliografia: Thomas Müntzer, Scritti Politici,    editrice claudiana . Introduzione versione e note a cura di Emidio Campi, 1972, pp. 193-194
Catturato dopo la sconfitta dei contadini nella battaglia di Frankenhausen Thomas  Müntzer fu decapitato insieme ad altri capi della rivolta  tra cui  l’ex monaco  HEINRICH PFEIFFER.  Sul contenuto della sua dottrina e l’influenza da lui esercitata sulla rivolta dei contadini , oltre che nei noti libri di  Friedrich Engels, La guerra dei contadini, , Ernst Bloch, Thomas  Müntzer, il teologo della rivoluzione, Norman Cohn , I fanatici dell' apocalisse, si veda anche il giudizio espresso da Valerio Pignatta, Storia delle eresie libertarie. Dai testi sacri al Novecento, dove si pone maggiormente l’accento sui contenuti libertari del pensiero di Müntzer . (cfr. brano)
Brano da commentare: “  Il  recupero  di  Müntzer da parte dei rivoluzionari moderni come un antesignano e martire dei movimenti di emancipazione è stato portato avanti da storici come Norman Cohn ed Ernst Bloch e da filosofi come Friederich Engels. A nostro parere, tuttavia, non è stato colto il grande slancio antiautoritario del personaggio, che sarebbe stato forse più corretto annoverare tra i precursori della disobbedienza  eretica antistatale e antigerarchica  che non tra i proto marxisti come ad esempio suggerisce Cohn.  […]  Questa radicalità spirituale anarcoide ed eretica fu apprezzata in seguito dai gruppi anabattisti dopo la guerra contadina, che, non a caso,, sebbene   Müntzer .  Non si fosse mai dichiarato tale, lo ricordavano e veneravano come uno di loro. […] L’impostazione profondamente religiosa di   Müntzer  si innesta sulle rivendicazioni spirituali e sociali contadine gettando un ponte tra convinzioni teologiche e azione politica ossia fondamentalmente tra libertà religiosa e libertà politica e sociale. […] Tutto venne  trasposto sul piano dell’azione , militare e spirituale.  In sostanza, fu una  rivoluzione dal basso quella che lui predicò, sia dal punto di vista individuale (interiore) che da quello sociale (esteriore). In perfetta antitesi con la rivoluzione dall’ alto abbracciata dal secondo Lutero . ….. “ ( Valerio Pignatta , Storia delle eresie  libertarie…  )
Bibliografia:  Valerio Pignatta , Storia delle eresie  libertarie Dai testi  sacri al Novecento  Odoya 2012. p. 119- 120- 121...


OTTILIE VON GERSEN . (1505-1525 ?) . Ex monaca si unì  , nel 1523, in matrimonio con  Thomas Müntzer, di cui condivisse  le idee riformatrici e collaborò attivamente,  e talvolta di sua propria iniziativa, alla preparazione della rivolta dei contadini nelle città di Muhlausen e di  Allstedt così come nei villaggi circostanti. (cfr. brano)   
Brano da commentare: “ Poco soddisfatto (di quanto avveniva) tra  i contadini , Müntzer non avrebbe voluto imporre agli avvenimenti un ritmo precipitoso. Ma già, come  al di fuori,  tutto  fatto da loro stessi e senza ascoltare  nulla, i piccoli-borghesi di Mühlausen  erano anche essi insorti. Del resto Ottilie  von Gersen era restata tutto il tempo nel paese,  agitando la gente, gioviale, provocando degli assembramenti, andando con le sue donne  di chiesa e chiesa per  intraprendere delle “azioni inutili” “ al fine di fare perdere loro tempo”  . Sembra che essa  abbia  fatto anche  un viaggio ad Allstedt per esercitarvi la sua  ricordata attività; per lo meno un  borghese di questa città scriveva :  “ le donne si sono talmente infatuate di   Müntzer e del suo spirito che esse si sottraggano  più difficilmente che  gli uomini alla sua influenza”  ( Ernst Bloch , Thomas Müntzer  …,)
 Bibliografia: Ernst Bloch , Thomas Müntzer ,  René Julliard, 1964 ( traduzione italiana mia da verificare ), 1964  p. 94
Dopo la morte di Thomas Müntzer,   Ottilie von Gersen partorì il suo secondo figlio, restò completamente priva di mezzi e di protezione e nel contempo, a causa della  sua  collaborazione, durante la rivolta, all’ attività del marito  sottoposta  a stretta sorveglianza.   Secondo alcune versione ella morì nel 1525 secondo altri invece di lei e dei suoi figli , dopo quella data,  si persero le tracce e quindi nulla si può sapere sulla data della sua morte.

LA PRIMA RIVOLUZIONE INGLESE (1640-1660)
A partire da sinistra: 1)   volontario del New  Model Army  (esercito rivoluzionario inglese in cui  coesistevano varie tendenze religiose e politiche), tra cui  levellers, diggers  ( zappatori ) 2) popolana con cuffia; 3) un “ironside” (soldato di  cavalleria , fondato da Cromwell, dell’esercito parlamentare; 4) puritana  5) puritano . Io con il termine “puritani” intendo in senso lato estremisti religiosi  e politici aventi molte idee comuni con quella riforma popolare, espressa in Germania, durante la guerra dei contadini . Ed è bene ricordare che Cromwell, appena instaurò la sua dittatura, represse duramente  le  tendenza estremiste e libertarie della prima  rivoluzione inglese (1640-1660).
                                                               
GERARD WINSTALEY
GERARD WINSTALEY  ( 1609-1676) .  Della sua vita non si sa molto.   Trasferitosi dal Lancaschire a Londra  si dedicò al commercio e all’industria della lana.  In stretta connessione con la diffusione in Inghilterra  della radicalizzazione  delle idee religiose politiche  e sociali  . Winstaley ,  pur condividendo numerose idee con il movimento radicale inglese dei levellers” (livellatori) fondato da JOHN LILIBURNE ( 1614-1657)  si distinse sempre più da loro autodefinendosi come  “ vero livellatore” . Con i suoi seguaci, nel 1649,  si stabilì a  St. George Hill, non lontana da Londra e dette vita a una comunità agricola (da qui il nome, a loro attribuito  di diggers= zappatori) su  basi,  oltre che religiose,  etico-politiche e sociali  radicali.  (cfr, brano )
Brano da commentare: “… L’impresa cui ci accingiamo è di zappare George Hill e i terreni circostanti, per seminarvi il grano e mangiare insieme il pane ottenuto col sudore della nostra fronte. Il primo motivo è il seguente: vogliamo operare in giustizia e porre le basi per rendere la terra il tesoro comune di tutti, ricchi e poveri, affinché ogni uomo possa ricevere nutrimento dalla terra, che è sua madre, che lo fece nascere in conformità alla  ragione che regola il creato. Nessuna parte della terra dovrà essere recintata e assegnata a qualcuno in particolare, ma tutti dovranno essere come unico uomo, dovranno lavorare insieme e nutrirsi come figli di un unico padre, membri di un’unica famiglia. Nessuno dovrà comandare agli altri, ma  tutti dovranno considerarsi  uguali. […] In secondo luogo, iniziamo a zappare George Hill per mangiare insieme  il pane, frutto di  un lavoro giusto e del sudore delle nostre fronti. Ci fu rivelato in sogno con visioni – e anche senza sogni – che questo è il luogo dal quale dovevamo cominciare, e anche se la terra, dal punto di vista dei frutti sembra sterile, dobbiamo confidare nella benedizione dello spirito. Ma non solo questo campo e questo terreno dovrà  essere preso e concimato dal popolo, ma tutti i campi comuni e le terre abbandonate d’Inghilterra e in tutto il mondo, dovranno essere, in piena giustizia, presi dal popolo, non in proprietà, ma sempre considerandoli come un possesso comune, creato per il bene di tutti .”   ( da  Gerard  Winstaley, The True Levellers Standard Advanced, Londra 1649)
Bibliografia:  in  I puritani. I soldati della Bibbia  a cura di Ugo Bonante, Einaudi Paperbacks 57 Readers, 1975  pp. 213 e 217
  L’ origine della proprietà privata e dei privilegi dei grandi proprietari terrieri, era, secondo i diggers il risultato di  plurisecolari  sorprusi e delitti delle varie classi dominanti che si erano succeduti nella storia . (primo brano)  e che nonostante la vittoria dei repubblicani sulla monarchia inglese   le discriminazioni sociali determinate dalla proprietà privata  erano ancora in vigore (  secondo brano) 
Brani da commentare:  1)   il potere (signorile) di recintare la terra e di avere proprietà è stato introdotto dai vostri antenati nella creazione con la spada; essi assassinarono prima le creature sorelle, gli uomini, poi saccheggiarono o rubarono la loro terra, lasciandola a voi, loro progenie. Perciò sebbene non abbiate ammazzato o rubato, pure tenete fra le mani quella cosa maledetta grazie al potere della spada; e così facendo giustificate le azioni malvagie dei vostri padri, e il loro peccato peserà sulla  testa vostra  e dei vostri figli fino alla terza e quarta generazione, e ancor più, fino a quando il vostro potere insanguinato e ladro non verrà  sradicato dalla terra “;  2 ) Finché questo potere regio governava in un uomo chiamato Carlo, persone di tutte le fatte si lamentavano per l’oppressione … Deallora voi della gentry, quando eravate riuniti in  Parlamento, chiedeste aiuto alla  povera gente comune … All’albero della tiurannia è stata tagliata quella fronda in cima, e il potere regio, in quella sua espressione, è stato eliminato.  Ma purtroppo l’oppressione è ancora un grande albero, e continua a togliere alla povera gente comune il sole della libertà “
Bibliografia. Primo brano in  Christopher Hill, Il mondo alla rovescia. Idee e movimenti rivoluzionari dell’Inghilterra del seicento, Einaudi paperbacks 126, 1981, pp. 117-118. Secondo brano in  Valerio Pignatta, Eresia libertarie. Dai testi sacri al Novecento, Odoya 2012, p.  144. 
 Nel 1652 Winstaley , dopo la persecuzione subita dai suoi esperimenti comunitari , che ne avevano infine determinato lo scioglimento  (oltre a  St George ‘s Hill erano tra il 1649 e il 1650 sorte altre colonie di  Diggers)  scrisse l’opera ,  The law of Freedom  (La legge della libertà ) in cui espose, in termini più realistici di quelli precedenti,  i principi costitutivi di una  società ideale. Tra le misure atte a impedire la inevitabile  corruzione  che i potere esercitava , dopo un certo tempo, su chi lo deteneva  (governanti, funzionari, ecc.)  egli  consiglia per esempio, una frequente rotazione degli incarichi, una misura come è noto che fu assunta,  due secoli dopo, dalla Comune di Parigi e poi  fatta propria da molti successivi movimenti libertari.  (cfr.  brano)
Brano da commentare:  “ Quando i pubblici ufficiali rimangono a lungo in una carica, degenerano dai limiti , dell’onestà e del tenero amore peri fratelli, poiché il cuore dell’uomo è così soggetto ad essere offuscato dalle nubi della cupidigia, dell’orgoglio e della vanagloria.  Anche se al loro  primo accedere ai posti di comando essi sono uomini di spirito pubblico, miranti alla libertà degli altri come alla propria, tuttavia rimanendo a lungo in tale posto dove affluiscono gli onori e la grandezza, essi diventano egoisti e mirano a se stessi e non alla comune libertà, come l’esperienza mostra in questi giorni, d’accordo col proverbio corrente che le grandi cariche in un  Paese o in un esercito hanno cambiato il ,carattere di molti uomini di spirito buono. […]  Come quindi la necessità della salvezza comune  spinge il popolol a formulare una legge, e ad eleggere funzionari che facciano obbedire  la legge, così la stessa necessità impone al popolo e lo grida forte agli orecchi e agli occhi dell’Inghilterra, di scegliere nuovi funzionari, rimuovere i vecchi e sostituire ogni anno i funzionari dello Stato”  da Gerald Winstaley,  The Law of Freedom. London 1652)
Bibliografia: in  Maria Luisa Berneri, Viaggio attraverso Utopia, edizione curata dal Movimento Anarchico Italiano, Archivio Famiglia Berneri, 1981 p. 183
 Secondo George Woodcock esiste una indubbia  filiazione diretta tra il pensiero e l’azione di Gerald Winstaley e il movimento anarchico ( cfr. brano)
Brano da commentare:  “ L’importanza di Winstaley come precursore delle ideologie sociali moderne fu riconosciuta solo alla fine del diciannovesimo secolo, e allora, in virtù delle sue idee comunistiche, alcuni marxisti cercarono di rivendicarlo come precursore. Ma non v’è assolutamente nulla di marxista, nel paradiso contadino vagheggiato da Winstaley in The  New Lawv  of Righteousness . Il suo comunismo è totalmente libertario e il tentativo compiuto da lui e dai suoi amici di applicarne i principi a St. George’s Hill inizia la tradizione  anarchica di azione diretta “ (  George Woodcock,  Lck, ’ anarchia … )
  Bibliografia: in  George Woodcok,  L' anarchia. Storia delle idee e dei movimenti   libertari , Feltrinelli, 1966 p. 42                                               
  
 Su questa asserzione non è però d’accordo Pietro Adamo che considera ispiratori  dei successivi movimenti libertari non Winstaley ,  bensì i RANTERS (.   (cfr. brano)
Brano da commentare: “ …. Nonostante Winstaley sia inspiegabilmente considerato tra i  tra i precursori dell’anarchismo, la colonia digger  di St. George’s Hill e la società delineata in The Law of Freedom – la prima un esperimento pratico , la seconda un esperimento intellettuale – erano basate su ordinamenti politici orientati sui valori comunitari, su una disciplina sociale piuttosto rigida e una morale quasi ascetica, quasi l’opposto dell’individualismo ranter, libertario ed - esso sì – protoanarchico ( Pietro Adamo, Il dio dei blasfemi... )
Bibliografia : Pietro Adamo, Il  dio dei blasfemi . Anarchici e libertini nella  rivoluzione inglese, Edizioni Unicopli 1997 p.289
                                                                             
ABIEZER COPPE , PRUDENCE HEVER , LAWRENCE CLARKSON E SALLY PRICE
Tra gli esponenti principali dei ranters  mi limito a citare   LAWRENCE CLARKSON (1615-1667) e ABIEZER COPPE ( 1619-1672).    ABIERZER COPPE fu, durante la prima rivoluzione inglese, Cappellano dell’esercito rivoluzionario.  Nel 1646 divenne uno dei capi dei  ranters    probabilmente (dal verbo inglese  to rant ) .   Nel 1650 scrisse   Un secondo rotolo volante e fiammeggiante : a tutti gli abitanti della terra, specialmente ai ricchi …. .   in cui  Coppe rivela come sotto dettatura di Dio  stesso , egli scrisse  questo testo in cui il Signore ammonisce duramente i ricchi,  , se vogliono evitare orrende punizioni da  parte sua e dei suoi angeli,   a restituire il maltolto a tutti i miserabili della terra, tra cui anche i ladri, le puttane, ecc.   (cfr, brano) . Coppe  fu più volte arrestato  per le sue idee libertine e  antinomiane (secondo cui per  i  “puri”  e  “illuminati “ogni forma di peccato , incluso l’adulterio e la promiscuità sessuale,  era lecita) .
Brano da commentare:  Tu ( ricco: nota mia) possiedi molte borse di denaro, ed ecco che io ( il Signore) vengo come un ladro nella notte , con la spada sguainata in mano e come un ladro quale io sono –dico consegna la borsa, consegna signore o ti taglierò la gola . E  (dico ancora una volta ) consegna, consegna il mio denaro … ai bricconi, ai ladri, alle puttane e ai tagliaborse, che sono carne della tua carne, e che ai miei occhi valgono in tutto quanto vali tu,  e che sono sul punto di morire di fame in prigioni infette e in orride segrete … Il flagello di Dio è nelle vostre borse, nei granai, nelle case, nei cavalli, la peste si prenderà i vostri porci (oh, grassi maiali della terra) che presto andranno incontro al coltello e penderanno dal soffitto, se non …. Non avete visto la mia mano tesa, l’anno scorso? Non l’avete vista. La mia mano è ancora tesa. Il vostro oro e argento, anche se non potete vederlo, è corroso … La ruggine del vostro argento, io dico, divorerà la vostra carne come fosse fuoco … Possedete ogni cosa in comune, o il flagello di Dio marcirà e consumerà tiutto quello che possedete “   ( da   Abiezer Coppe, Il secondo rotolo volante e fiammeggiante …)
Bibliografia. Primo brano in  Christopher Hill, Il mondo alla rovescia. Idee e movimenti rivoluzionari dell’Inghilterra del seicento, Einaudi paperbacks 126, 1981, pp.  197-198 . Cfr anche Pietro Adamo ,  Il dio dei blasfemi, , op. cit.  pp. 195-215 dove questo testo si trova per esteso. E per Clakson p. 226

LAWRENCE CLARKSON  durante la prima rivoluzione inglese servì nella New Model Army, divenne poi un predicatore itinerante e divenne un “capitano dei ranter “ e la sua opera più famosa di quel periodo fu  A single Eye. All Light, no Darkness ; or Light and Darkness One   ( Un solo occhio Tutto  Luce, nessuna  Tenebra ; oppure Luce e Tenebra tutt’uno), dove, tra l’altro sono contenute molte affermazioni antinomiane . (cfr. brano)
Brano da commentare:  … “ Ciò nonostante, devo dirvi, come ho fatto in precedenza, che poiché tutti i poteri vengono da Dio,  così tutti gli atti di qualsiasi natura essi siano, sono prodotti da questo Potere, anzi da questo Potere di Dio , così tutti gli atti che provengono da questo potere sono  Puri  quanto esso, ed esso è  Puro quanto Dio. Da ciò si evince che non esiste assolutamente atto alcuno che sia impuro in Dio, peccaminoso con  Dio o davanti Dio. […] Come ho già dichiarato, e come ripeto ora,, quegli atti, o qualsiasi atto, finché da voi sono   considerati o immaginati peccaminosi, non sono in Dio, né sono da Dio, e tuttavia, come ho detto, tutti gli atti che esistono vengono da Dio, anzi sono tanto puri quanto Dio. […] Non prendete in considerazione l’atto nudo come atto, poiché noi scopriamo che le Preghiere e le Lodi di alcuni sono pure, quelle di altri sono impure, per coloro che agiscono in base al nome [dato alle cose] dal loro  intelletto e la loro Coscienza nel praticarle è contaminata e condannata come Bestemmiatrice, Ubriacona, Adultera e Ladra. Quando un uomo, in purezza di luce, compie gli stessi atti  , in relazione all’atto e non al nome che quest’ultimo porta; quest’uomo [non  [particolarmente] questo] non bestemmia,, non va a puttane, non ruba; perché solo per mancanza di questa luce, di questo puro unico occhio, appaiono il Diavolo e Dio, [l’Inferno] e il Paradiso, il Peccato e la Santità, la Dannazione e la Salvezza, anzi solo grazie al giudizio e all’intelletto oscuro della Creatura.  ….”  ( Lawrence Clarkson, Un solo occhio,  1650)
Bibliografia : Pietro Adamo, Il  dio dei blasfemi . Anarchici e libertini nella  rivoluzione inglese, Edizioni Unicopli 1997 p.226

NOTA : Di PRUDENCE HEVER  e di SALLY PRICE pur trovando su Internet loro immagini accanto a quelle di  Clarkson e di Coppe ( a cui mi sono ispirato nella mia scenetta),  non ho trovato, per ora, data anche la mia scarsa conoscenza della lingua inglese, notizie biografiche e brani.
 
 
JOLLY ROGER

La tentazione di inserire anche i pirati , in particolari quelli attivi sulle  rotte marittime nelle Indie Occidentali  nella cosiddetta “epoca d’oro della pirateria” , tra la fine del 1600 e  i primi trent’anni  del 1700,  tra i precursori degli  anarchici  è  assai forte.  La medesima  bandiera-simbolo della pirateria evoca quella anarchica . (cfr.  brano)
Brano da commentare: “ La confraternita, il commonwealt o la confederazione  pirata  dell’epoca d' oro trovava la sua più eclatante espressione nella sua  minacciosa bandiera nera: il Jolly Roger.  […] Le origini del Jolly Roger non sono del tutto chiare .[…] Nonostante  vi fossero diverse varianti del Jolly Roger, ognuna di queste condivideva gli stessi elementi di base, in sostanza simboli associati alla morte: il teschio e le ossa incrociate, gli scheletri, le clessidre, la sciabola d’abbordaggio e i cuori  insanguinanti.  […] Ci sono diverse teorie sull’origine del nome. Le due più comuni e convincenti sono: a) Jolly Roger è un’alterazione francese del francese la jolie rouge, che si riferiva alle bandiere rosse innalzati dagli equipaggi marittimi per annunciare la battaglia; b) Jolly Roger è una variazione di Old Roger, un appellativo popolare del diavolo. Qualunque sia l’origine del nome, il Jolly Roger contrassegna l’epoca della pirateria studiata in questo libro e conferma il senso di unità , che deve essere  esistito tra gli equipaggi pirata. […] Nel 1880 durante una manifestazione indetta a Parigi  per protestare contro l’ipocrisia del movimento socialista ufficiale, Louise Michel portò con sé una bandiera nera piuttosto che quella rossa creando così uno dei simboli anarchici più caratteristici e riconosciuti. E’ difficile pensare che la scelta del colore per quella bandiera sia stata puramente accidentale “ ( Gabriel Kuhn, La vita all’ombra del Jolly Roger. I pirati dell’epoca d’oro tra leggenda e realtà , Eleuthera,, 2015 )
Bibliografia: Gabriel Kuhn, La vita all’ombra del Jolly Roger. I pirati dell’epoca d’oro tra leggenda e realtà , Eleuthera,, 2015  pp. 148-149
 
Mai come in quell’epoca  sulle rotte delle Indie Occidentali, secondo quanto osserva Gabriel Kuhn, si sviluppò un ampio fenomeno caratterizzato  da  una ricerca assoluta di libertà da parte di inglesi, americani, scozzesi , svedesi, olandesi, francesi e altri,  che, all’unanimità rifiutavano i valori e la morale dominante delle loro patrie originarie  (cfr. brano) :
Brano da commentare :  Quel senso di libertà assoluta che riesce a spingere delle persone a mollare tutto, a voltare le spalle alla propria casa e al proprio paese e a scappare da tutte le convenzioni politiche, sociali e culturali. Significa superare tutti i confini e tutte le leggi entro cui  la società vuole costringere l’individuo, è quello ad essere magnetico e affascinante. E’ quella la forza della loro storia, quella che spinge persone isolate e antisistema a cercare un gruppo che condivide il loro spirito di ribellione e che le fa salpare su una nave per affrontare il mare aperto e rischiare la vita sotto una bandiera nera, per costruire una società nuova, da zero. O almeno questa era la situazione degli anni che definiamo come l’epoca d’oro della pirateria”  ( Intervista di Linkiesta a Gabriel Kuhn , 20 febbraio 2016)
Bibliografia: Andrea Coccia, Libertà, uguaglianza, anarchia, così i pirati sono sopravvissuti alla storia.  In  htpp:/w.w.w.linkiesta.it/article/2016/02/20 libertà-uguaglianza-anar….

Ma se il comune amore per la libertà e l’antiautoritarismo uniscono i pirati agli anarchici sussiste, comunque , secondo Gabriel Kuhn, anche una profonda differenza  nei fini: i primi perseguivano, nelle loro lotte, il proprio benessere individuale , i secondi, l’emancipazione ( economica,sociale  politica , religiosa, giuridica, ecc. ) di tutta l’umanità (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Le associazioni tra pirateria  dell’epoca d’oro e anarchia sono  infinite. Infatti, è praticamente impossibile leggere un libro sulla pirateria senza che vi sia almeno un riferimento all’anarchia, indipendentemente dalla convinzione politica dell’autore. […] la domanda critica è: i pirati dell’epoca d’oro erano davvero anarchici? Sembrano esserci due principali modi per rispondere: a) se essere anarchico significa vivere al di fuori del controllo dello Stato-nazione o di  qualsiasi forma di autorità istituzionalizzata, allora i pirati dell’epoca d’oro erano sicuramente anarchici, tanto quanto le popolazioni nomadi e “primitive” a cui sono stati paragonati; b) se essere anarchico significa  cercare di realizzare coscientemente i propri ideali sociali e di uguaglianza e giustizia universali, allora difficilmente i pirati di quell’epoca lo erano. Vi sono troppi elementi che indicano la totale assenza di ideali sociali, o quanto meno di ideali estesi al di fuori della comunità di “fratelli” che si giuravano reciproca fedeltà.   ( Gabriel Kuhn, La vita all’ombra del Jolly Roger ….)
Bibliografia: Gabriel Kuhn, La vita all’ombra del Jolly Roger. I pirati dell’epoca d’oro tra leggenda e realtà , Eleuthera,, 2015  pp. 150-151
CAPITAN KIDD, ANNIE BONNY, BARBANERA, MARY READ, MORGAN,
 Il giudizio di Kuhn mi sembra confermato dalla lettura  delle biografie storiche di importanti  pirati e piratesse ( tra cui, per esempio, CAPITAN WILLIAM KIDD (1645 -1701) , MARY READ (1690-17219,  CAPITANO BARBANERA (EDWARD TEACH) (  (1680-1718), ANNE BONNY (1700-1782),  HENRY MORGAN ( 1635-1688)   contenute nella  Storia generale delle rapine e degli assassinii dei più celebri pirati   del Capitano Charles Johnson ( sotto il cui nome  sino al 1972 e per alcuni ancora oggi, si celerebbe lo scrittore  DANIEL DE FOE), ove emerge chiaramente che  motivo principale delle scorrerie sui  mari e dei saccheggi delle città delle coste erano prevalentemente motivate dalla loro  brama di ricchezze materiali. Per quanto riguarda le donne – pirata , invece, da  quel che si può arguire dalla vita delle più famose tra esse, Mary Read e Annie Bonny, ben più che la brama di ricchezze  agì   nel diventare piratesse  il desiderio di sfuggire al ruolo subordinato riservato alle donne  nelle società patriarcali di quell’ epoca.  Tuttavia, come osserva Gabriel Kuhn,  non fu , di per se stesso,  il mondo maschilista dei pirati ad offrire a loro, così come ad ogni altra donna,  una via di emancipazione femminile né individuale né tanto meno di genere, ma unicamente il loro spirito d' indipendenza e di ribellione .  (cfr. brano)
Brano da commentare:  “… per avere accesso alla società pirata [  Mary Read e Annie Bonny]  si sono dovute travestire da uomini e hanno mantenuto poi il diritto a farne parte “comportandosi come gli uomini”.  […] Ciò che rende la storia della loro vita una storia di liberazione è la forza straordinaria e la perseveranza che hanno dimostrato in un mondo dominato dagli uomini. In altre parole, Mary Read e Anni Bonny devono a loro stesse, e non alla società pirata, i risultati che sono riuscite a conseguire. Certo, “ hanno dimostrato che una donna poteva trovare la sua libertà sotto il  “Jolly Roger”, ma non per merito dei pirati. In questo senso, le affermazioni che le fanno rientrare all’interno di “un audace esperimento che andava oltre il potere tradizionale della  famiglia, dello Stato e del capitale “ sono fuorvianti, e attribuiscono un immeritato carattere progressista alla comunità dei pirati, sminuendo l’impresa di due donne determinate che sfidavano il proprio destino)
Bibliografia: Gabriel Kuhn, La vita all’ombra del Jolly Roger. I pirati dell’epoca d’oro tra leggenda e realtà , Eleuthera,, 2015  pp. 150-151.  Cfr. anche Markus rediker, Pirati al femminile. La storia di Anne Bonny e Mary Read,  in  A rivista anarchica n. 310 Estate 2005, pp.  53-61.   Di quest’autore si veda anche il libro , Canaglie di tutto il mondo. L’epoca d’oro della pirateria. Eleuthera ,2005 e  cfr. anche .

  Nota: continua in PRECURSORI 2
 



 

Nessun commento:

Posta un commento