LOUIS LECOIN (1888-1971) Nato da una famiglia poverissima
fece diversi mestieri finché divenne
correttore di bozze e poi giornalista.
Nel 1908, durante il servizio militare, gli venne ordinato di impedire
uno sciopero di tranvieri, rifiutò, e venne condannato a sei mesi di prigione.
Uscito di prigione venne a contatto con gli ambienti anarchici di Parigi e
divenne segretario della Federazione
Comunista Anarchica. Durante la guerra del 1914-1918 fu più volte arrestato e
condannato per il suo netto rifiuto di
parteciparvi. Nel 1927 riuscì , Lecoin
tentò invano di ottenere anche la
liberazione di Sacco e Vanzetti. Famosa fu la sua intrusione, travestito da
ufficiale decorato, in un convegno di ex
combattenti americani , dove gridò a favore della libertà dei due anarchici
italiani. Si oppose alla II guerra
mondiale in nome di una “pace immediata” e fu perciò imprigionato fino al 1943.
Dopo la guerra dedicò tutte le sue
forze, sottoposte spesso a digiuni estenuanti, che lo portarono più volte alle soglie della morte,per
ottenere uno statuto per l’obiezione di
coscienza. Ottenne spesso in queste
azioni l’appoggio di numerosi intellettuali tra cui ALBERT CAMUS, JEAN JONO e
altri. Rifiutò nel 1964 di essere
proposto alla candidatura al premio Nobel, augurandosi che lo vincesse MARTIN
LUTHER KING.
Brano da commentare: " L'odio è
possente e talvolta sano. E spesso non manca affatto di una certa bellezza. Ma
se è bene che gli svergognati capitalisti siano in apprensione, dobbiamo temere
noi, di cedervi troppo spesso. Odiare per distruggere, sì: per distruggere
tutto ciò che genera l'odio. Ma bisogna soprattutto pensare a costruire. A
costruire mediante la solidarietà e l'amore." ( da Louis Lecoin, Il corso di una vita)
Bibliografia: in Wikipedia.org/wiki/Louis
Lecoin p. 3)
MAY PICQUERAY (1898-1983) fondatrice del giornale Le refractaire” e pertanto nota con il significativo soprannome di
“May la refractaire” fu , insieme a Lecoin,
assai attiva nella lotta contro il militarismo e per il disarmo unilaterale
della Francia e anche , tra l'altro, per il controllo delle nascite e il
diritto all'aborto. Di questa attivissima militante, che ha
scritto un' appassionata autobiografia "May la refractaire. Mes 81 ans d'anarchisme, Los
Solidarios 2003, mi limito a
ricordare solo alcuni episodi della sua vita: Nel 1921
compì un attentato, senza provocare vittime, contro l'ambasciatore
americano a Parigi per protestare contro la condanna a morte di Sacco e Vanzetti e
prefiggendosi come obiettivo principale quello di destare l'attenzione dell'
opinione pubblica francese su quell' ingiusta sentenza. Nel 1922 durante un congresso dell’Internazionale sindacale
rossa a Mosca rimproverò duramente i sindacalisti che
gozzovigliavano mentre la popolazione moriva di fame (cfr. May la...., op.cit. p.
80). E infine incontrando Trotsky ,
repressore della rivolta di Kronstadt e
del movimento machnovista, che le voleva
stringere la mano lei la ritrasse e gli chiese invece l’immediata
liberazione degli anarchici in prigione (cfr. May la....., op. cit. p. 85).
Brani
da commentare: 1) “... Una terza
categoria tra i refrattatari: quello che rifiuta
l'esercito "tout court", senza condizioni (servizio militare o
servizio civile) e sceglie l'insottomissione.
Quelli che ci riconducono alla situazione che esisteva prima del voto della
legge sull' obiezione di coscienza. Quali ne siano le conseguenze : l'esilio o
la prigione, la riforma per asociabilità o
... .deficienza mentale. E' la soluzione migliore? Siamo troppo rispettosi
della libertà individuale per approvare o biasimare la loro decisione.
Essi possono (comunque) essere sicuri della nostra solidarietà ......” ( May Piqueray, Louis Lecoin a-t-il risqué sa vie pour rien ? in Le refractaire n. 1, avril
1974). 2) “ 1500 donne sono
sfilate nelle strade di Parigi, banderoles al
vento, e manifestato davanti l’ospedale Lariboisière in
favore di una migliore applicazione della legge Veil
sull’aborto e in previsione del dibattito che avrà luogo prossimamente alla
Camera su questa legge. Brave! Ma sanno loro, queste giovani donne, che
esse non fanno che continuare una lotta che è incominciata all’inizio del
secolo con i nostri amici Robin, Giroud, Eugéne
e Jeanne Humbert, Devaldés ed altri, e che a quell'epoca era molto pericoloso esprimere queste
idee sul controllo delle nascite sia oralmente
che per iscritto. Che questi amici
hanno pagato con la loro libertà e la loro vita ( E. Humbert è
morto in prigione) perché queste donne abbiano il diritto oggi di esprimersi su
questi argomenti e manifestare il loro desiderio di disporre dei loro corpi
come meglio credano . Noi siamo sempre con loro e gli diciamo: Avanti, coraggio! Continuate!
Donne, è la vostra lotta ! (May Piqueray, Le refractaire n.
45, fevriér 1979)
Bibliografia: Primo brano in Collectif, May Picqueray Les editions libertaires 2004 pp. 19 -20 e
secondo brano a p. 49 ( la traduzione italiana è mia ed è sempre bene, potendo,
verificarla con l'originale ).
SUSY CHEVET (1899-1972). Nata in una famiglia di idee socialiste e libertarie si impegnò assai presto a San Malo in attività sindacali e nell’organizzazione di un ostello della gioventù locale. Durante la rivoluzione spagnola fece parte dei comitati di sostegno e poi , dopo la vittoria del franchismo, nel soccorso dei rifugiati spagnoli a San Malo e a Trélazé dove risiedeva. Durante la seconda guerra mondiale partecipò attivamente alla Resistenza e organizzò una rete di evasione. Sempre su incarico della Resistenza venne poi infiltrata all’interno di un Servizio di lavoro obbligatorio (STO) dove venivano organizzati i trasferimenti coatti di lavoratori francesi in Germania e da quel posto operava col fine di ostacolarli il più possibile. Dopo la liberazione si avvicinò all’anarchismo e conobbe Maurice Joyeux , che divenne il suo compagno. Sino alla sua morte , investita da un auto, fu un importante riferimento del movimento libertario francese. Di lei si racconta un aneddoto di quando nel maggio ’68 “ fermò da sola una carica del C.R.S. brandendo un’arma di dissuasione di massa …. Il suo ombrello ".
Brano da commentare: “…. Così inizia con la famiglia patriarcale il tipo di struttura sociale del sistema capitalista e statalista. E’ necessario un capofamiglia responsabile, che eserciti il suo dominio di capo attraverso il suo dominio sulla sua donna e sui suoi figli secondo l’ideale voluto e mantenuto, eguale a quello che necessita a un capo-padrone, un capo di Stato, uno Stato-guida, di un ordine gerarchico che imperversa da milenni. […] Il capitalismo ha bisogno ideologicamente di questa forma di organizzazione della società; al fine di distruggere le barriere di classe, mettendo tutti gli uomini nel medesimo sacco nel nome della virilità trionfante, assegnandogli un ruolo dominante nella famiglia, sulla donna e i figli , al fine di istituzionalizzare i rapporti di dominazione subordinazione, di gerarchizzazione nell’ambito della struttura familiare. … “ ( Suzy Chevet, Feminisme et anarchisme)
Bibliografia: Il brano l'ho trovato wwww.increvables-anarchistes.org/articles/themes/feminisme/f….. (traduzione mia)
MAURICE JOYEUX (1910- 1991). Nel 1933 fu condannato a un anno di prigione per avere partecipato ad azioni sindacaliste-rivoluzionarie, organizzate dal Comitato dei disoccupati, di cui era segretario. Nel 1936 aderì all’ Unione Anarchica e venne nuovamente condannato a sei mesi di prigione con l’accusa di avere opposto resistenza a un poliziotto, durante l’occupazione di una fabbrica. Nel 1940 fu condannato a 5 anni per la sua opposizione alla guerra. Liberato nel 1944 si impegnò sia nella fondazione della Federation Anarchiste Française (FAF) sia nell’attività sindacale della CGT-Force Ouvrière. Dopo la scissione promossa da GEORGE FONTENIS (1920-2010) che fondò la Federation Comuniste Libertaire (FCL) , Maurice Joyeux fondò, insieme alla sua compagna, Suzy Chevet, il gruppo “Louise Michel ", il giornale “Le Monde Libertaire" e la rivista “La Rue”. Nel 1981 Maurice Joyeux partecipò alla prima trasmissione di “Radio Libertaire”. Intervenne al Congresso Internazionale anarchico di Carrara nel 1968. Ha scritto numerosi saggi , di cui, tuttavia, non mi risulta che siano stati tradotti in italiano. Nella canzone “Les anarchistes” di LEO FERRE ’vi è un indiretto omaggio a Joyeux , di cui il cantante francese era buon amico. (cfr. post "Leo Ferré".)
Brano da commentare: " Prima ancora di determinare il mezzo per instaurare una società diversa, prima ancora di definire il profilo di questa società senza classi, è essenziale determinare la struttura di base, senza che le lotte sono improdutive e le costruzioni teoriche sogni fumosi. La rivoluzione è innanzitutto la soppressione dell’ineguaglianza economica perché soltanto questa soppressione condiziona la trasformazione di una società millenaria. Tutti coloro che ammettono l’ineguaglianza qualunque sia il vocabolario o la fraseologia impiegata, non sono che dei riformatori all’interno del sistema di cui essi vogliono conservare l’essenziale ….” ( Maurice Joyeux in Le Magazine Libertaire , 1991)
Bibliografia: Il brano l’ho trovato su Internet : http://la tradizione libertaria.over-blog.it/article-33439106.htlml.
Georges Fontenis , insegnante e scrittore anarco-comunista. Divenne anarchico negli anni trenta per solidarietà all’esperienza rivoluzionaria spagnola. Durante la II guerra mondiale partecipò alla resistenza francese contro l’occupazione tedesca , militando nella “Confederation Generale du Travail” (CGT )clandestina. Dopo la liberazione, divenne segretario generale della “Federation Anarchiste” (FA) che nel 1953 cambiò nome in “Federation Comuniste Libertaire” ( FCL), ma su iniziativa di Joieux ed altri si ebbe una scissione e fu fondata contemporaneamente una nuova “Federation Anarchiste “. Negli anni cinquanta la FCL prese una netta posizione contro la guerra d’Algeria, sostenendo in vari modi i combattenti algerini e subendo per ciò sistematiche repressioni da parte dello Stato. Fontenis fu più volte arrestato e spesso dovette darsi alla clandestinità. Perse il suo lavoro di insegnante ma lo riottenne nel 1958 diventando poi ispettore scolastico e infine dirigente scolastico. Nel 1968 fondò assieme a Daniel Guerin il Movimento Comunista Libertario (MCL) che si sciolse nel 1976. Dal 1991 sino alla sua morte nel 2010 aderì ad “ Alternative Libertaire”( AL). Tra i suoi numerosi libri ed articoli particolarmente famoso è il “Manifeste du comunisme libertaire”.
Brano da commentare: “ …” L’anarchismo non essendo una filosofia o un’etica astratte, non può rivolgersi all’uomo in astratto, all’uomo in generale. Per l’anarchismo non esiste in questa società l’uomo senza aggettivi, “tout-court”, c’è l’uomo sfruttato appartenente alla classe degli sfruttati e c’è l’uomo delle classi privilegiate, della classe dominante. Rivolgersi all’ “uomo” è cadere nell’errore e nel sofisma dei liberali che si rivolgevano al “cittadino” senza tenere conto delle condizioni economiche e sociali dei cittadini. Rivolgersi all’uomo in generale, dimenticando l’esistenza delle classi e della lotte di classe, dando sfogo a delle declamazioni retoriche e vuote sulla libertà, sulla giustizia in generale, con le maiuscole, significa permettere a tutte le filosofie borghesi, in apparenza liberali, in realtà, conservatrici e reazionarie, di penetrare nell’anarchismo, di pervertirlo in un vago umanitarismo, di castrarne la teoria, l’organizzazione e i militanti …. “ ( da Georges Fontenis , Il manifesto del comunismo libertario)
Bibliografia: Georges Fontenis “Il manifesto del comunismo libertario” edizioni Alternative Libertarie.
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