LIVING THEATRE: Questo famoso collettivo teatrale nacque nel 1943 dall’incontro a New York, di due artisti JUDITA MALIN, ex allieva di Erwin Piscator e JULIAN BECK, amico di Paul Goodman e di John Cage . Le linee ispiratrici di questo “teatro vivente” furono anarchismo, poesia, teatro politico, pacifismo, teatro orientale, automatismo, ricerca del linguaggio ecc. Arrestati e processati più volte, nel 1964 partirono in esilio “volontario “ per l’Europa e dettero vita a un teatro” nomade” composto da persone di diversi paesi che vivevano e lavoravano insieme. Assai importante fu nel 1968 la recita di Paradise Now e la contestazione del festival di Avignone.
JUDITH MALINA
JUDITH MALINA. (1926-2015). Nacque a Kiev da un rabbino e un’attrice di teatro. La famiglia si trasferì, quando ancora era bambina, a New York. Studiò recitazione al Drammatic Workshop di New York fondato e diretto dal famoso registra teatrale tedesco ERWIN PISCATOR. Insieme a Julien Beck, che frequentava anche lui quella scuola, fondarono nel 1947 il Living Theatre, che , lasciandosi dietro alle spalle, il teatro di tipo convenzionale diveniva sempre più una comunità anarchica impegnata a portare in tutto il mondo Dopo la morte di Julien Beck , insieme al suo nuovo marito, Hanon Reznikov , anch’egli attore del Living Theatre dal 1973, ed agli altri componenti del gruppo, continuò a portare avanti, sino alla sua morte nel 2015 , il suo impegno, come registra teatrale, attrice e scrittrice, di militante per la pace e i diritti umani, e in particolate per quelli della donne . (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Per mitologia intendo un concetto fittizio così profondamente radicato nel nostro modo di pensare da avere la qualità di una fede quasi religiosa. I suoi principi fondamentali sono incontestati e sembra qualcosa di eretico contestarli o altrimenti è pensato come “innaturale” o contrario a qualche intrinseca funzione umana il contestarli. Il mito principale è il mito dell’autorità stessa. […] Il mito dell’autorità è sostenuto da tutti gli altri miti della nostra società autoritaria, ma esso fa emergere il fatto amaro che molta gente creda sia necessaria alla nostra condizione umana il ruolo di una figura patriarcale di qualche genere ( da “ Anarchismo e femminismo di Judith Malina (1976 ca.)
Bibliografia: in The Living Theatre . Sette meditazioni sul sadomasochismo politico, Edizioni del CDA pp. 73-74
Nota: Per questa figurina in creta mi sono ispirato alla bella copertina della rivista ApARTE . MATERIALI IRREGOLARI DI CULTURA LIBERTARIA N. 6.28 DEL DICEMBRE 2015.
Accludo anche, per quei pochi che non la conoscessero, le copertine di quella bella rivista di arte e cultura anarchica e libertaria dal primo numero del febbraio 2000 sino al numero 11.33 del maggio 2018.
Colgo anche l'occasione per ricordare , la proposta fatta dalla rivista ApARTE nel marzo 2020 " in questo periodo di luttuosa stasi" dovuta al coronavirus, "a cantanti, fumettisti, attori, grafici, ecc. di fare un breve video con una loro esibizione casalinga " ( cfr.
http://aparterivista.com/rivista/index.php/2020/10/24/cordata-aparte/
Gli ottimi risultati di quella proposta si possono ora vedere in Cordata artistica di ApARTe°, Materiali irregolari di cultura libertaria. ... Associazione "Amici dell' Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa" - APS · ٢٧ in https://www.facebook.com/amiciafbc/posts/1248963868642683
JULIEN BECK ( 1925- 1985). Nato a New York da una famiglia di origine ebraica, divenne un pittore espressionista astratto e amico di Jackson Pollock.J Appassionato di teatro e in particolare con il teatro della crudeltà di Antonin Artaud e quello d’avanguardia di Erwin Piscator , fondò insieme alla sua compagna Judith Malina il Living Theatre, che si aprì sempre più verso ideali anarchici e non violenti, anche grazie all’influenza di Paul Goodman e della Beat Generation. In una prima fase, anni 50, furono rappresentate, in chiave sperimentale, opere tratte, oltre da Paul Goodman, anche da Brecht, Cocteau, Gertrude Stein ed altri. Nei primi anni sessanta si avviò invece una seconda fase in cui il Living Theatre , organizzata più come comunità anarchica itinerante che come compagnia teatrale tradizionale, si diffuse in tutto il mondo, e particolarmente in Europa (inclusa l’Italia). Morì per un cancro allo stomaco a sessant’anni.
Brano da commentare: “ Il centro del nostro lavoro è il concetto della bella Rivoluzione Anarchica Non Violenta. Parliamo delle azioni radicali non violente, delle azioni rivoluzionarie che non continuano a usare il meccanismo violento della civiltà che vogliamo distruggere. Noi crediamo che la domanda cruciale del nostro tempo sia “ Come nutrire tutti, come distruggere il capitalismo, come distruggere lo stato senza uccidere nessuno” quindi questo è il centro dell’aspetto filosofico del lavoro del Living Theatre e la vera azione reale del lavoro del Living Theatre… ( Colloquio con Julien Beck (1969-1970)
Bibliografia: in Paradise Now a cura di Franco Quadri, Einaudi, 1970, p. 263
Brano da commentare: “ Il centro del nostro lavoro è il concetto della bella Rivoluzione Anarchica Non Violenta. Parliamo delle azioni radicali non violente, delle azioni rivoluzionarie che non continuano a usare il meccanismo violento della civiltà che vogliamo distruggere. Noi crediamo che la domanda cruciale del nostro tempo sia “ Come nutrire tutti, come distruggere il capitalismo, come distruggere lo stato senza uccidere nessuno” quindi questo è il centro dell’aspetto filosofico del lavoro del Living Theatre e la vera azione reale del lavoro del Living Theatre… ( Colloquio con Julien Beck (1969-1970)
Bibliografia: in Paradise Now a cura di Franco Quadri, Einaudi, 1970, p. 263
HANON
REZNIKOV
HANON REZNIKOV (1950-2008) . Condirettore el Living Theatre insieme a Judith Malina, dopo la morte di Julien Beck nel 1985. Scrisse e diresse numerose produzioni del Living, tra cui Anarchia, And Then The Heavens Closed, The Body of God, Capital Changes, Clearing The Streets, Code Orange Cantata, A Dream Of Water, Enigmas, The Rules of Civility, Utopia e The Zero Method. Morì a cinquasette anni per una polmonite mentre era in coma farmacologico dopo essere stato colpito da un ictus (cfr. brano)
HANON REZNIKOV (1950-2008) . Condirettore el Living Theatre insieme a Judith Malina, dopo la morte di Julien Beck nel 1985. Scrisse e diresse numerose produzioni del Living, tra cui Anarchia, And Then The Heavens Closed, The Body of God, Capital Changes, Clearing The Streets, Code Orange Cantata, A Dream Of Water, Enigmas, The Rules of Civility, Utopia e The Zero Method. Morì a cinquasette anni per una polmonite mentre era in coma farmacologico dopo essere stato colpito da un ictus (cfr. brano)
Brano da commentare: "I saw Paradise
Now when I was 18
in 1968 and I was very turned on
by it, I found it very
sexy. I discovered extraordinary means of communication that were non-verbal and
non-linear, evidently
happening between theactors in
the performance. This indicated to
me very much the sense of there being other possibilities than the limited, rational, logistic possibilities we were being told were the only way
to go. So my trip
with the Theatre really began with my contact with them in that year, in '68, when they were doing
Paradise Now. I didn't actually
startworking with
them until a few years later. But my sense of the event of
Paradise Now was one of extraordinary freedom,
and it seemed like the world was just
beginning to
figure out how free
it could be." ( parole di Hanon Reznikof in Judith Malina whit Hanon Reznikov)
Bibliografia: Judith Malina whit Hanon
Reznikof in www.bigbridge.org/fictwswofford.htm
MURRAY BOOKCHIN(1921-2006) nacque nel Bronx da dei genitori immigrati russi rivoluzionari (la madre era un' attivista dell’IWW). Espulso giovanissimo dalle fila del Partito Comunista si orientò sempre più verso un socialismo libertario. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Prima della formazione dello stato nazionale, la”politica” aveva un senso differente da quello odierno. Significava la gestione degli affari pubblici da parte della popolazione a livello comunitario, affari pubblici che solo dopo diventarono dominio esclusivo di politici e burocrati. La popolazione gestiva la cosa pubblica in assemblee cittadine dirette “faccia a faccia” ed eleggeva i consigli che eseguivano le decisioni formulate in queste assemblee, che badavano a controllare da vicino le funzioni operative di tali consigli, revocando quei delegati il cui agire era oggetto di pubblica disapprovazione. […] Oggi la “politica” è una cruda tecnica strumentale per mobilitare elettori al fine di ottenere obiettivi preselezionati […,] I politici trattano la gente da elettorato passivo il cui compito politico è quello di votare ritualmente per i candidati che provengono dai cosiddetti partiti, non per delegati il cui unico mandato è quello di gestire le politiche formulate e deliberate dai cittadini. I professionisti della gestione statuale vogliono obbedienza, non impegno, distorcendone persino il significato fino a ridurlo ad un atteggiamento da spettatore nel quale il singolo è smarrito nella massa e le masse stesse sono frammentate da atomi isolati, frustrati e impotenti . [..] Se la storia ha mai dimostrato qualcosa (in particolare gli eventi degli ultimi anni) è che lo Stato, lungi dal risultare soltanto uno strumento dell’elite dominante, diviene esso stesso un organismo autonomo che prolifera inesorabile come un cancro […] Creare lo Stato significa istituzionalizzare il potere sotto forma di una macchina che funziona separatamente dalla popolazione” ( da “Democrazia diretta”)
Bibliografia: Murray Bookchin, Democrazia diretta, Eléuthera 1993, p. 8 -11- 15
Nel 1971 Murray Bookchin fondò con altri compagne/i l’Istituto per l’Ecologia Sociale” a Plainfield, Vermont , importante punto di riferimento, ancora oggi, per le ricerche nel campo della teoria sociale, dell’eco-filosofia e delle tecnologie alternative. (cfr. brano)
Brano da commentare: Ho sempre pensato che ecologia fosse sinonimo di ecologia
sociale e perciò ho sempre nutrito la convinzione che la stessa idea di dominare la natura derivi dalla dominazione dell'uomo sull'uomo, o dell'uomo sulla donna, del vecchio sul giovane, di un gruppo etnico sull'altro, dello stato sulla società, della burocrazia sull'individuo, così come di una classe economica sull'altra e dei colonizzatori sui colonizzati [...] se non interverremmo modificando anche i rapporti molecolari all'interno della società - e cioé quelli tra uomo e donna, tra adulti e bambini, tra gruppi razziali diversi, tra etero e omosessuali (l'elenco potrebbe continuare a lungo ) - il problema della dominazione resterà immutato anche in una forma sociale " senza classi e senza sfruttamento" [...] Finché durerà la gerarchia e finché la dominazione organizzerà l'umanità in un sistema elitario, l'obiettivo del dominio sulla natura non verrà mai abbandonato e condurrà inevitabilmente il pianeta all'estinzione ecologica ". (Murray Bookchin)
Bibliografia : in Murray Bookchinin Il dibattito su A Simone Borselli, rivista anarchica n. 320, ottobre 2006, p.34
PAUL GOODMANN (1911-1972) : poeta, drammaturgo, scrittore, critico letterario, psicoterapista, anarchico. Nominato ,dopo la laurea, professore dell’ Università di Chicago venne ben presto licenziato per avere difeso la sua omosessualità e, dichiarando , al tempo stesso, di essere bisessuale sin dall’età di 12 anni. Nel corso della sua esistenza ebbe degli amanti maschi e due mogli. Nel 1951 alcune sue opere furono messe in scena dal Living Theatre. Fu un convinto sostenitore della pedagogia libertaria di Francisco Ferrer, di John Dewey e delle Free University. Negli anni sessanta fu un importante punto di riferimento per il movimento studentesco americano e delle lotte contro la guerra del Vietnam e per i diritti civili. Morì d’infarto a 61 anni.
Brano da commentare: “ .. Per me il principio primo dell’anarchismo non è la libertà, ma l’autonomia . Poiché intraprendere qualcosa, farlo a modo mio ed essere un artista con le cose concrete è il genere di esperienza che amo, sono restio a farmi dare ordini da autorità esterne, che non conoscono concretamente il problema o i mezzi disponibili. Soprattutto un comportamento è più elegante, vigoroso e discriminante senza l’intervento di autorità che vanno dall’alto verso il basso, si tratti dello Stato, della collettività, della democrazia, della burocrazia corporativa, delle guardie carcerarie, dei decani universitari, dei piani di studio predeterminarti o della pianificazione centralizzata. […]Questa è una proposizione empirica nella psicologia sociale e penso che l’evidenza sia pesantemente in suo favore.[…] Il potere esterno inibisce la funzionalità interna. Come diceva Aristotele “l’anima si muove da sé […] Desiderare la libertà è certo uno stimolo per il cambiamento politico più forte dell’autonomia . Dubito comunque che sia altrettanto tenace. […] Il pathos delle persone oppresse che bramano la libertà è che, se riescono a liberarsi, non sanno che cosa fare. Non essendo mai stati autonomi, non sanno come affrontare le situazioni e prima che imparino è di solito troppo tardi. Nuovi dirigenti hanno assunto il comando, che possono essere più o meno benevoli e fedeli alla rivoluzione, ma senza alcuna fretta di abdicare” ( articolo del 1972)
Paul Goodman, Amo la libertà, ma preferisco l’autonomia in Libertaria gennaio –marzo 2000, anno 2 n. 1 , pp. 94- 95- 96
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