COPERTINE DELLA RIVISTA "GENERACION CONSCIENTE " |
Guardando
su Internet alcune delle tre copertine della
rivista “Generacion consciente”
(fig. 1) mi è venuta la voglia di
riprodurne , a modo mio, almeno una, tratta dalla
copertina di GENERACION CONSCIENTE del numero di gennaio 1928, che per quanto mi
risulta è stata l’ultima prima di cambiare nome in ESTUDIOS. REVISTA ECCLETICA
Più o meno nello stesso periodo, in cui Wilhelm Reich
sviluppava la concezione di una sessuo-politica
rivoluzionaria – SexPol - , con l’appoggio , in
verità, non troppo convinto, del Partito Comunista Tedesco (KPD) , in Spagna un
gruppo di militanti anarco-sindacalisti della CNT , tra cui
medici come ISAAC PUENTE (cfr. post lCONFEDERACION NACIONAL DE TRABAJO),
AMPARO POCH GASTON ( cfr. post “MUJERES LIBRES 1 e
2), FELIX MARTI IBANEZ (cfr. post LA RIVOLUZIONE SOCIALE 1) e tanti
altri. avviarono un progetto di
rivoluzione sessuale, che si espresse sia praticamente con consultori , sia
teoricamente sulla rivista -GENERACION
CONSCIENTE, dal 1923 al 1928, anno in cui cambiò poi nome, per motivi
di censura , durante la dittatura di
Primo de Rivera, in
ESTUDIOS REVISTA ECCLETICA (1928-1936) .
Tra le tante belle copertine di Estudios ho scelto quella dell' aprile 1931, il cui sfondo
stranamente col mio scanner è diventata da giallo a rosa , mi sembra che
rappresenti un prete che sovrasta un bambinetto bendato con intenzioni assai poco amorevoli. La nudità del bambino, oltre che la sua
innocenza, potrebbe far pensare anche al tentativo da parte dell’adulto di una
violenza, o se non altro di molestie
sessuali. Oggi tali atti si raggruppano solitamente sotto il
termine “pedofilia” . Personalmente mi dispiace il coinvolgimento del
termine “philia”,
che nell’antichità, per quanto ne so,
rappresentava un mutuo e
benevolo “legame affettivo tra due
esseri umani” per un rapporto, che ,
lungi dall’essere reciproco, implica
una unilaterale ignominiosa e
violenta sopraffazione di un adulto su
un bambino. Quest’immagine mi ha ispirato la seguente
scenetta:
La rivista, che si
indirizzava, in particolare, alla
classe operaia trattò numerosi temi quali il nudismo, l’educazione
sessuale, il neomaltusianesimo, la pedagogia razionale, l’igienismo, il
femminismo, l’antirazzismo, l’arte, la filosofia, l’alimentazione
naturale, il vegetarianismo, Durante la rivoluzione spagnola (1936-1939) numerose furono in
questo campi anche le "riforme sessuali” realizzate sia a livello legislativo
e sia attraverso associazioni, fuori dalle istituzioni, come per
esempio, le “mujeres libres” (cfr. post MUJERES LIBRES 1 E 2 ).
FEMMINISTE ANNI ' 60 E '70 |
Brano da commentare : “ … La donna come soggetto non rifiuta l’uomo
come soggetto, ma lo rifiuta come ruolo assoluto. Nella vita sociale lo rifiuta
come ruolo autoritario. Le donne sono persuase fin dall’infanzia a non prendere
decisioni e a dipendere da persona”capace” e “responsabile”: il padre, il
marito, il fratello … L’immagine femminile con cui l’uomo ha interpretato la
donna è stata una sua invenzione. Verginità, castità, fedeltà, non sono virtù;
ma vincoli per costruire e mantenere la famiglia. […] Riconosciamo nel matrimonio l’istituzione
che ha subordinato la donna al destino maschile. Siamo contro il matrimonio. Il
divorzio è un innesto di matrimoni da cui l’istituzione esce rafforzata. […] La
trasmissione della vita, il rispetto della vita, il senso della vita sono
esperienza intensa della donna e valori che lei rivendica. Il primo elemento di rancore della donna
verso la società sta nell’essere costretta ad affrontare la maternità come un
aut-aut. Denunciamo lo snaturamento di una maternità pagata al prezzo
dell’esclusione. La negazione della libertà dell’aborto rientra nel veto
globale che viene fatto all’autonomia della donna. Non vogliamo pensare alla maternità tutta la
vita e continuare ad essere inconsci strumenti del potere patriarcale. In una
libertà che si sente di affrontare, la donna libera anche il figlio e
l’umanità. […] Accogliamo la libera
sessualità in tutte le sue forme, perché abbiamo smesso di considerare la
frigidità un’alternativa onorevole. Continuare a regolamentare la vita fra i
sessi è una necessità del potere: l’unica scelta soddisfacente è un rapporto libero. Sono un
diritto dei bambini e degli adolescenti la curiosità e i giochi sessuali
[…] Alle nostre spalle sta l’apoteosi
della millenaria supremazia maschile. Le religioni istituzionalizzate ne sono
state il più fermo piedistallo. […] La civiltà ci ha definite inferiori, la
Chiesa ci ha chiamate sesso, la psicanalisi ci ha tradite, il marxismo ci ha
vendute a una rivoluzione ipotetica. Chiediamo referenze di millenni di
pensiero filosofico che ha teorizzato l’inferiorità della donna. Della grande umiliazione che il mondo patriarcale
ci ha imposto noi consideriamo responsabili i sistematici del pensiero […]
Hanno giustificato nella metafisica ciò che era ingiusto e atroce nella vita
della donna. Sputiamo su Hegel.
La dialettica servo-padrone è una regolazione di conti tra collettivi di
uomini: essa non prevede la liberazione della donna, il grande oppresso della
civiltà patriarcale. La lotta di classe, come teoria rivoluzionaria sviluppata
dalla dialettica servo-padrone, ugualmente esclude la donna. Noi rimettiamo in
discussione il socialismo e la dittatura del proletariato. Non riconoscendosi
nella cultura maschile, la donna le toglie l’illusione della universalità. L’uomo ha sempre parlato a nome del genere
umano, ma metà della popolazione terrestre lo accusa ora di avere sublimato una
mutilazione. La forza dell’uomo è nel suo identificarsi con la cultura, la
nostra nel rifiutarla ….” ( Manifesto di Rivolta
femminile, Luglio 1970)
Bibliografia : in effe , mensile, novembre
1973 , anno primo, numero 1 pp. 58-59. Cfr. anche Sputiamo su Hegel Scritti di Rivolta femminile 1, 1970 di Carla
Lonzi (1931-1982), dove , tra l’altro, alla
critica del pensiero hegeliano si
affianca anche quella del marxismo-leninismo.
NON SOLO ETERO |
Sulla scia delle lotte
dei movimenti femministi e omosessuali degli anni sessanta e settanta, oggi, si
è , quantomeno
a un certo livello culturale, acquisita una maggiore sensibilità
e rispetto nei confronti
di “soggetti sessuali”, disconosciuti, in tempi passati,come tali, e fortemente discriminati . Si pensi per esempio alle
lotte , tuttora in corso e iniziate
negli anni ‘90 ,contro le operazioni chirurgiche "correttive"
e le cure invasive ormonali atte ad omologare
entro gli schemi del binarismo uomo/donna” i cosidetti “ intersex” (intersessuali), coloro cioè che
presentano, se ho capito bene,
caratteristiche genitali sia
maschili che femminili . Questi “nuovi” soggetti
sessuali , tra cui si devono
porre anche i transessuali, i travestiti, ecc. sono attualmente catalogati
con il termine generico di "trans" o di queer ( = divers*, dove l’asterisco vale
per chi non si riconosce nella dominante e
rigida divisione
bipolare :maschio/femmina. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Queer è chiunque non si riconosca nella Norma eterosessista della nostra società, che ci vuole tutti/e
eterosessuali e aderenti al ruolo di genere che ci è stato assegnato
alla nascita in base alla nostra biologia. Queer è una posizione politica di
rivendicazione del proprio essere “divers*”. Queer sono persone gay, lesbiche, bisessuali,
pansessuali, trans, intersessuate e altre varianti di genere che non si
riconoscono nello schema binario uomo/donna, etero/gay, e che non vivono la
loro condizione passivamente, ma la rivendicano come parte di una lotta
politica […] Eterosessismo o eteronormatività è la convinzione che “la normalità” sia
essere uomini e donne eterosessuali, e che tutte le altre forme di sessualità e identità siano
deviazioni dalla norma – tollerate o disprezzate, poco cambia. […] Il binarismo di genere è la
norma su cui è costruita la nostra società nei riguardi del genere: una rigida
divisione tra uomini e donne, considerate le uniche due alternative possibili e
immutabili. Queste due figure sono ricche di stereotipi e precetti sul
comportamento da seguire nella società e nei rapporti interpersonali, per
quanto riguarda l’abbigliamento, il modo
di parlare e di camminare, la gestualità, le scelte sessuali, il carattere, le
attitudini personali, gli interessi, la scelta del lavoro altro. […] Norma e normatività : ciò che fa la maggior parte delle
persone, e che di conseguenza viene ad essere considerato il comportamento
“normale”. O anche: ciò che è considerato essere “normale” (di solito in base
alla tradizione, alla cultura di appartenenza o all’abitudine) , e a cui di conseguenza la maggior parte delle
persone si adegua. […] Contrariamente a
quanto pensano alcune persone, non sono le categorie discriminatorie a
precedere la realtà e a modellarla, bensì
è la realtà fondata sul dominio a
creare queste categorie per perpetuarsi e trovare una giustificazione . Detto in
termini più semplici , la categoria “uomo” non è qualcosa di innato che per sua
stessa natura si pone a un livello superiore per opprimere la categoria
“donna”. Parliamo di individui reali, che in un dato momento storico hanno
incominciato a mostrare pretese di superiorità per motivi di interess Michelae
personale, o per sentimenti irrazionali di gelosia e possesso, e hanno iniziato
fattivamente a dominare su altri individui. La creazione di teorie
scientifiche, filosofiche, religiose o sociali che sostennero con base
razionale questa discriminazione si è resa successivamente necessaria per il
gruppo dominante come giustificazione del proprio dominio …. “ ( Alex B. , La società degenerata …. 2012)
Bibliografia: Alex
B. , La
società degenerata teoria e pratica anarcoqueer , Nautilus, 2012 pp. 38, 39, 40). Cfr. anche A.A.V.V., Tutta Salute! Resistenze, (Trans) Femministe e Queer, in DONNA WOMAN FEMME ( DWF) 2014 3-4 (103-104) luglio-dicembre .
ANARCO-QUEER |
Per quanto poi riguarda in particolare l’ "anarchismo queer" mi limito a citare due dichiarazioni su " chi sono e che cosa vogliono "espresse nell'ambito di quel movimento
: la prima è del gruppo Bash Back
! nato a Chicago nel novembre 2007 e sciolto, ufficialmente, dopo avere raggiunto gli obiettivi prefissi, nel 2010 e la seconda
di un attivista del gruppo Black Laundry, nato a Tel Aviv dopo
la seconda Intifada . (cfr. brani)
Brani da commentare : 1) “
1.
Siamo anarchici queer. Ci opponiamo allo Stato e al capitalismo
in tutte le loro forme. 2. Siamo contro l’ assimilazionismo. 3. Ci opponiamo attivamente all’eterosessismo, la transfobia, la discriminazione verso le persone
disabili, il patriarcato, le gerarchie di classe e la supremazia bianca. 4.
Crediamo nella liberazione collettiva per tutte le persone. 5) Crediamo
nella solidarietà rivoluzionaria con chiunque sia attivo nella lotta contro lo
Stato o il dominio del capitalismo. Supportiamo in speciale modo i nostri
compagni e le nostre compagne che hanno problemi legali a causa delle loro
lotte. ( manifesto dei gruppi locali Bash
Back ); 2) “ Alle sfilate del Pride ci
sono un sacco di ragazzi affascinanti che ballano nudi sui carri e tantissimi
stand commerciali che cercano di venderti di tutto. Sovente è disgustoso, molto
capitalista. Quello era il primo Pride dopo l’inizio dell’Intifada, e noi ci
andammo con lo slogan “ Non c’è orgoglio nell’occupazione !” Cercavamo di dire
che non esiste vera liberazione senza la
liberazione dei nostri vicini. Come comunità queer, abbiamo interesse a
porre fine all’oppressione di altri gruppi, e gli altri gruppi hanno interesse
a porre fine alla nostra oppressione. Cerchiamo sempre di collegare le lotte:
la liberazione dei palestinesi, i diritti degli animali, i diritti delle persone
queer, la
libertà sessuale, l’oppressione del corpo, l’ oppressione capital,ista .
[…] Lavoriamo molto all’interno della
comunità queer in
favore dei palestinesi, e per fare capire alle persone che la loro lotta fa
parte di una lotta più vasta contro l’oppressione. Essere gay e ricco nel
centro di Tel Aviv non equivale ad essere libero, perché la tua comunità non è
libera” ( Being young , queer and radical in the Promised Land , intervista a un attivista di Black Laundry,
pubblicata su Infoshop news , 10 febbraio 2005 )
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