giovedì 1 settembre 2011

RISORGIMENTALINE: TONINA MASANIELLO MARINELLO (1833-1862) MARIA SALASCO DELLA TORRE (? -1919) MARIA SCHILIRO’



 

TONINA MASANELLO MARINELLO  (1833 -1862): Nota anche come “la Masanella, dal suo cognome di ragazza, Tonina nacque in provincia di Padova e nel 1860, si travestì  da soldato , facendosi passare come il fratello minore  di suo  marito che si era arruolato per seguire Garibaldi in Sicilial. La Masanella” partecipò eroicamente  a tutte le battaglie più importanti ottenendo alla fine i gradi di caporale. Dopo la guerra  i due giovani e la loro figlioletta vissero miseramente sino alla morte di Tonina  nel 1862 di tubercolosi. Su di lei è rimasta una bella poesia scritta da  Francesco Dall’Ongaro :

  

 

MARIA  SALASCO MARTINI DELLA TORRE (? -1919): Figlia del generale Salasco , capo di  stato maggiore piemontese che firmò l’ armistizio  con gli austriaci nella prima fase della guerra d’indipendenza, partecipò giovanissima alla 5 giornate di Milano e poi sposò il conte Martini della Torre. Separatasi  dal marito , si dice , che sia stata obbligata dal pare a rinchiudersi in un convento, da cui però scappò per stabilirsi a Londra. Nel 1854 conobbe Garibaldi, a cui promise eterna devozione. Nel 1860  lo seguì nell’impresa dei mille, dove partecipò, distinguendosi, sia come infermiera (era stata un’allieva di Florence Nightingale a Londra e in Crimea)) e sia  come combattente. A Milazzo , impedendo con il suo entusiasmo  una ritirata dei garibaldini  rispose a cannonate   al fuoco di alcune navi borboniche. Vestiva preferibilmente la divisa  da ufficiale delle prestigiose  guide garibaldine e portava una lunga spada.  I suoi comportamenti alquanto eccentrici e anticonformisti suscitavano tra chi la conosceva sentimenti contrastanti : alcuni la stimavano e la elogiavano, altri invece la criticavano aspramente. Seguì ancora  Garibaldi  nella battaglia di Bezzecca, durante la III guerra d’indipendenza e poi nella guerra franco-prussiana del 1870. Negli ultimi anni di vita, assillata dai debiti, finì rinchiusa in un manicomio. 

 


MARIA SCHILIRO ‘ (?) :  Di questa donna per quanto mi risulta si sa ben poco  oltre al fatto che , vedova di un certo Antonino Calanna era legata sentimentalmente a NICOLO’ LOMBARDO,  all’avvocato , patriota, liberal-democratico  (capo della corrente “ comunista” chiamata talvolta anche “comunalista” di Bronte, favorevole  a una equa  divisione in comune delle terre , tesa  all’abolizione dei privilegi feudali e “ducali” ancora vigenti, in sintonia, d’altronde, con il decreto emanato  da Garibaldi il 2 giugno 1860.Maria Schirilò ottenne, alla vigilia della fucilazione di Nicolò Lombardo ad opera dei garibaldini comandati da Nino Bixio , di poterlo sposare “in articulo mortis”, sfidando così con questo estremo atto d’amore e di solidarietà al suo compagno, l’opinione pubblica dominante, che tanto si era impegnata, durante il processo ad ottenere la condanna a morte di Lombardo.  La totale estraneità  del Lombardo al reato  a lui contestato  e  cioè l’ eccidio di sedici vittime tra i notabili di Bronte, civili e militari da parte di popolani esasperati da un’atavica miseria e ingiustizia sociale,  al grido “abbasso  li cappeddi” “ vulimo li terri”, ma anche di “Viva Garibaldi”  e di “Viva l’Italia”, è oggi completamente dimostrata.  La repressione garibaldina , non condivisa da tutti, ( per esempio dal  colonnello garibaldino Giuseppe Poulet,  che  già prima di Bixio, aveva riportato pacificamente all’ ordine Bronte, ) fu dovuta probabilmente in gran misura alle forte  pressioni su Garibaldi dal governo inglese, preoccupato della sorte dei suoi feudi in Sicilia e anche  dal desiderio di Bixio di liquidare,   attraverso al più presto,  quest’operazione di polizia e raggiungere  le truppe garibaldine , dirette verso Napoli, per conquistare nuove glorie sui campi di battaglia. Nota: E’ bene ricordare che a  Bronte  i più agguerriti  avversari politici dei “comunisti” ,erano  chiamati   “ducali” o “civili”, perché sebbene,  anche essi  dei  liberali disponibili a un’ annessione al futuro stato italiano,  erano favorevoli alla conservazione dei latifondisti locali e di quelli  della “ducea “ di Nelson , che godeva della protezione dell’Inghilterra 

 

 

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