TERESA DURAZZO DORIA (1805-1895) .
Si sposò nel 1832 con il conte Giorgio Doria. Nel 1831 alla morte di Carlo Felice, re di Sardegna, si vestì assieme ad altre amiche, nonostante il lutto pubblico, con vesti coloratissime. Nel 1833 suo fratello Carlo Durazzo fu coinvolto nella repressione di un tentativo rivoluzionario mazziniano, il che non le impedì, sebbene fosse accuratamente sorvegliata, di manifestare, talora fosse possibile, il suo aperto dissenso al governo. Nel 1842 si rifiutò di partecipare al ricevimento, a Genova, in onore dei giovani sposi Vittorio Emanuele e Maria Adelaide. Nel 1847, grazie al nuovo clima politico che si era instaurato a Genova e nel regno sabaudo, fu membro del comitato costituito per donare una “spada d’onore” a Giuseppe Garibaldi, per le sue imprese in Sudamerica. Nel 1848 si trasferì a Milano per partecipare agli avvenimenti rivoluzionari lombardi. I suoi figli partirono volontari. A Novara, nel 1849, Teresa Durazzo tirò il primo colpo di cannone contro le truppe austriache. Dopo il 1849 si ritirò gradualmente dall’attività politica, non condividendo, forse, la politica sempre più diplomatica e monarchica, su cui si avviava il risorgimento, e si dedicò quasi completamente alla pittura e ad opere educative, pur non smettendo di raccogliere fondi di sostegno per gli esuli e per i perseguitati politici. .
CRISTINA TRIVULZIO DI BELGIOIOSO ( 1808-1871): Figlia del principe Girolamo Trivulzio sposò giovanissima il principe Emilio di Belgioioso d’ Este, da cui si separò consensualmente assai presto. Fu tra i promotori e finanziatori del piano insurrezionale di Ciro Menotti a Modena nel 1831 e qualche anno più tardi della mancata insurrezione mazziniana della Savoia. Esule a Parigi, vivamente interessata ai problemi sociali , venne a contatto con le idee sansimoniane e fourieriste che tentò poi di realizzare, tornata in Italia, nel comune di Locate, dove aprì , tra l’altro, asili e scuole per i figli dei contadini e mense comuni per i poveri. Nel 1848 raggiunse Milano insorta contro gli austriaci, con duecento volontari napoletani da lei reclutati . Andò poi a difendere la Repubblica Romana dove ebbe l’incarico di riorganizzare gli ospedali e di dirigere le ambulanze civili e militari. Presiedette un comitato di soccorso a cui parteciparono donne di ogni estrazione sociale e istituì , prima ancora di Florence Nightingale, una scuola per infermiere. Goffredo Mameli morì tra le sue braccia. Dopo la caduta della Repubblica visse numerose avventure in Oriente. Tornata in Italia aderì alla visione politica di Cavour dirigendo il giornale filosabaudo “L’Italie Nouvelle”.
Nessun commento:
Posta un commento