giovedì 1 settembre 2011

RISORGIMENTALINE: TERESA DURAZZO DORIA (1805-1895) 8) ROSA DONATO (1808- 1867) 9) CRISTINA TRIVULZIO DI BELGIOSO ( 1808-1871)



TERESA DURAZZO DORIA (1805-1895) .

 Si sposò nel 1832  con il conte Giorgio Doria. Nel 1831 alla morte di Carlo Felice, re di Sardegna, si vestì assieme ad altre amiche, nonostante il lutto pubblico, con vesti coloratissime. Nel 1833 suo fratello Carlo Durazzo fu coinvolto nella repressione di un tentativo rivoluzionario mazziniano, il che non le  impedì, sebbene fosse accuratamente sorvegliata, di manifestare, talora fosse possibile, il suo aperto dissenso al governo. Nel 1842 si rifiutò di partecipare al ricevimento, a Genova,  in onore dei giovani sposi Vittorio Emanuele e Maria Adelaide. Nel 1847, grazie al nuovo clima politico che si era instaurato a Genova e nel regno sabaudo,  fu membro del comitato  costituito per donare una “spada d’onore”  a Giuseppe Garibaldi, per le sue imprese in Sudamerica. Nel 1848 si trasferì a Milano per partecipare  agli avvenimenti  rivoluzionari lombardi. I suoi figli partirono volontari. A Novara, nel 1849, Teresa Durazzo  tirò il primo colpo di cannone contro le truppe austriache.  Dopo il 1849 si ritirò gradualmente dall’attività politica, non condividendo, forse,   la politica  sempre più diplomatica e monarchica, su cui si avviava il risorgimento, e si dedicò quasi completamente alla pittura e  ad opere educative, pur non smettendo di raccogliere fondi di sostegno  per gli esuli e per  i perseguitati politici. .





 Non sempre ci si ricorda che  le prime insurrezioni , che scoppiarono in Europa, nel 1848, furono in Sicilia e più precisamente  a Messina e a  Palermo.  Ad entrambe partecipò  con grande coraggio  la quarantenne Rosa Donato, figlia di un cuoco e moglie di uno stalliere.  A Messina, durante la lunga resistenza contro i borbonici  si distinse, sparando instancabilmente un vecchio cannone arruginito  nella difesa della barricata tra piazza Duomo e  via Primo settembre.  Infine perdute ogni speranza fece saltare una grande cassa di munizioni provocando numerose vittime tra i nemici. Si finse morta e riuscì a salvarsi. Si recò poi a Palermo dove continuò la lotta  come "artigliera" .  Dopo la caduta anche di Palermo venne arrestata e restò in prigione per circa un anno. Negli ultimi anni della sua vita viveva di elemosina, accettandola però solo da studenti, che , si dice, le baciavano  la mano in segno di stima e di rispetto.
 
 

CRISTINA TRIVULZIO DI BELGIOIOSO ( 1808-1871): Figlia del principe  Girolamo Trivulzio sposò  giovanissima il principe Emilio di Belgioioso d’ Este, da cui si separò consensualmente  assai presto.  Fu tra i promotori e finanziatori  del piano insurrezionale di Ciro Menotti a Modena nel 1831 e  qualche anno più tardi della  mancata insurrezione mazziniana della Savoia. Esule a Parigi, vivamente interessata ai problemi sociali ,  venne a contatto con le idee sansimoniane e fourieriste  che tentò poi di  realizzare, tornata in Italia, nel comune di Locate, dove aprì , tra l’altro, asili e scuole per i figli dei contadini e mense comuni per i poveri. Nel 1848 raggiunse Milano insorta contro gli austriaci,  con duecento volontari  napoletani da lei reclutati .  Andò poi a difendere la Repubblica Romana dove ebbe l’incarico di riorganizzare gli ospedali e di dirigere le ambulanze civili e militari. Presiedette un comitato di soccorso a cui parteciparono donne di ogni estrazione sociale e istituì , prima ancora di Florence Nightingale, una scuola per infermiere. Goffredo Mameli morì tra le sue braccia. Dopo la caduta della Repubblica  visse numerose avventure  in Oriente. Tornata in Italia aderì  alla  visione politica di Cavour  dirigendo il giornale filosabaudoL’Italie Nouvelle”.

 
 

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