MARGARETHE FULLER OSSOLI (1810-1850): Nacque in una cittadina vicino a Boston, insegnò nella scuola progressista di Bronson Alcott, padre di Louise May, autrice di “Piccole donne”. Aderì al movimento trascendentalista americano, ( Emerson, Thoreau, Hawthorne) di cui per un certo periodo diresse il giornale “The Diall. Scrisse contro il genocidio perpetrato dai coloni americani contro i nativi e alcuni articoli a favore dell’emancipazione femminile. Attratta dalle idee di Mazzini iniziò a interessarsi della causa italiana e si stabilì a Roma . Durante gli eventi della Repubblica Romana svolse un importante ruolo nel Comitato di soccorso ai feriti presieduto da Cristina di Belgioioso. Si unì a un giovane patriota, appartenente all’aristocrazia papale romana, Giovanni Ossoli, da cui ebbe un figlio, Angelino . Dopo la caduta della Repubblica Romana, nel 1850, La Fuller, e il marito decisero di trasferirsi con il loro bambino in America. Durante il viaggio, la nave affondò e tutti e tre annegarono , nonostante che la costa fosse ormai vicina.
MARIANNA DE CRESCENZO (1817-1869): Tavernaia napoletana, detta “La Giovannarda” , dotata di grande carisma, fu lei a condurre il popolo napoletano contro i borboni mentre Garibaldi si apprestava ad entrare a Napoli. Le venne assegnata per la sua travolgente azione trascinatrice una pensione mensile e ricevette elogi da parte dello stesso Garibaldi.
ANTONIETTA DE PACE (1818-1893): Nata a Gallipoli, vicino a Lecce da Gregorio de Pace, banchiere e sindaco della città e dalla aristocratica Luisa Rocci , i cui fratelli avevano partecipato alla costituzione della Repubblica napoletane del 1799. Dopo la morte del padre andò a vivere dalla sorella Rosa e dal suo marito Epaminonda Valentino, un patriota napoletano, figlio di una rivoluzionaria del 1799, Cristina Chiarizia. Tramite il cognato, Antonietta fu introdotta nel circolo mazziniano della “Giovane Italia”. Durante i moti del 1848 a Napoli combatté sulle barricate assieme a Epaminonda e a Luigi Settembrini. Nel 1849 Epaminonda fu arrestato e morì in carcere a Lecce. Antonietta fondò un “Circolo femminile” composto da mogli dei detenuti politici, le quali riuscirono con sommo pericolo a far entrare nelle carceri viveri, lettere e messaggi politici. Nel 1855 fu arrestata e condannata a morte. Grazie alle proteste dell’opinione pubblica italiana e straniera , ottenne ,infine, la libertà vigilata. Nel 1858 sposò Beniamino Marciano, anche lui mazziniano. La De Pace partecipò, in seguito, attivamente alla preparazione della “ spedizione dei mille” ed entrò assieme a Garibaldi a Napoli, avvolta in una bandiera tricolore. Poi , dopo un periodo in cui insieme a Jessie White Mario si dedicò alla cura dei feriti , seguì Garibaldi sui campi di battaglia di Caserta e di Maddaloni. Da qui il suo soprannome di “signora garibaldina”. Negli ultimi anni si dedicò ad opere assistenziali e si impegnò nella lotta all’analfabetismo e per l’emancipazione culturale e sociale delle donne.
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