IL CULTO PAGANO DELLE DEE MADRI
Le figure mitiche materne gnostiche, come Elena, Barbelo e altre, presentano parecchi punti in comune con le antiche dee madri pagane quali Gaia, Demetra, Cibele e la dea egiziana Iside, raffigurata spesso con il figlio Horus (1) . Esse erano per lo più assunte come segni di fecondità e di fertilità ma anche spesso come simbolo della natura, del mondo e “della forza creatrice della vita” (2) . Come è noto, il culto delle grandi dee pagane, fu contrastato per lungo tempo dai cristiani in nome della loro concezione monistica e maschile di Dio. Tale divinizzazione della “femminilità” esercitò, invece, una grande influenza tra gli gnostici, che, come si è visto, non esitarono minimamente al divinizzare la figura materna. Si deve però notare che le grandi madri gnostiche, “pur esprimendosi entro categorie sostanzialmente analoghe” non condividevano affatto l’atteggiamento positivo nei confronti del mondo terreno delle grandi dee pagane. (3) (1)Sull’influenza della figura di Iside nello gnosticismo, cfr. F. Sagnard, La Gnose Valentinienne et le temoignage d’Iréneé, Paris 1947 p.p. 611 ss.
(2) cfr. Ida Magli, La donna: un problema aperto, Vallecchi, Firenze 1974 pp. 71-72.
(3) cfr. U. Bianchi, Perspectives de la recherche sur les origines du gnosticisme in Le origini dello gnosticismo a cura di U: Bianchi, Leiden 1967 pp. 724-726. Inoltre per una visione d’insieme della differenza tra la concezione gnostica del mondo terreno e quella classica greca, cfr. H. Jonas, Lo gnosticismo, SEI 1973 pp. 259-271
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