IL RITO DELLA CAMERA NUZIALE
Il concetto di "ierogamia" era assai diffuso negli ambienti gnostici. Tra i Valentiniani il cosiddetto rito della "Camera nuziale" veniva considerato come un imprescindibile sacramento, al pari del battesimo , l’ eucarestia , la cresima e la redenzione. In quella scuola gnostica, comunque, l’unione tra i due “sposi” nella “camera nuziale” , era da intendersi in termini esclusivamente spirituali. (1) Tuttavia, tale unione, secondo alcuni eresiologhi, subiva , talvolta, deviazioni più carnali. Il “valentiniano” Marco, esperto di arti magiche, convertiva alla sua dottrina molte donne, soprattutto nobili e ricche, dicendo: “ Ti voglio far partecipare della mia Grazia, […] Il luogo della grandezza è in noi: bisogna che noi ci riuniamo a formare l’unità. Prendi prima da me e per me la grazia. Disponiti come sposa che attende il suo sposo, affinché tu sia ciò che sono io e io ciò che sei tu. Accogli nel tuo talamo nuziale il seme della luce. Prendi da me lo sposo e accoglilo e sii accolta in lui. Ecco la Grazia è discesa su di te, apri la bocca e profetizza" . E a queste parole seguiva l'unione sessuale (2).
1) Sul “Sacramento della Camera Nuziale” presso i Valentiniani , cfr. M. Simonetti, Testi gnostici cristiani, Laterza 1970 p. 145 n. 46 e p. 220 n. 276 , il quale sottolinea come questa cerimonia mistica, a prescindere dalle degenerazioni che essa poteva suscitare rappresentava ad un livello puramente simbolico la ricomposizione dello stato originario divino; cfr. anche Vangelo di Filippo 58, 59, 67,81-82 ,in Marvin Meyer (a cura di) , Vangeli gnostici di Gesù,National Geographic Society 2007 pp. 87 ss. ; R.M. Grant, The Mistery of Mariage in the Gospel of Philip in Vigiliae Christianae 15, 1961 pp. 131 s.
2) Ireneo, Contro tutte le eresie, I, 13, 3 in M. Simonetti, Testi gnostici cristiani, Laterza 1970 pp. 219- 220
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