venerdì 14 ottobre 2011

SIMONIANINI 23 MITO DI ELENA


                ELENA E LA PECORA SMARRITA

Simone non mancava poi  nell’ esaltare  la figura di Elena e il suo ruolo di salvatore a fare propria la parabola della “pecora smarrita” , di cui parla Luca nel suo vangelo.  Ed entro tale prospettiva la parabola  rappresentava allegoricamente la stessa discesa di Simone sulla terra al   fine di  riportare con sé Elena  nei luoghi celesti (1). Tale appropriazione della parabola  evangelica deve avere scandalizzato non poco  i cristiani.   Tertulliano  per esempio, non nasconde la sua irritazione quando afferma ironicamente, e con un doppio senso abbastanza volgare,   che “Simone, sommo padre, discese per recuperare e riportare con sé la pecora smarrita o per le spalle o per i femori “  (2).  Inoltre sempre questo eresiologo, dopo avere ironicamente sottolineato come l’Elena di Troia fosse stata dannosissima sia a Priamo sia agli occhi  di Stesicoro, invita  metaforicamente Simone a vergognarsi in quanto non “con mille denari” e con tanto ritardo Menelao si era posto all’inseguimento della ben più celebre Elena  bensì con “mille navi” e senza indugiare (3). Intendendo probabilmente con ciò  ironizzare  sul lungo tempo trascorso dall’Ennoia  in attesa  della sua liberazione per opera di Simone.

1) Ireneo, Contro tutte le eresie, in M. Simonetti, Testi gnostici cristiani. Laterza 1970 p. 7, Ippolito, Elenchos (Confutazione), ed. Wendland p. 145 Epifanio, Panarion, 21, 3-3 e 3, 3, ed. Holl  pp.240 e 242. Cfr.  L. Cerfaux , La gnose simonienne in  Recuil Lucien Cerfaux. Etudes  d’exegese et d’histoire religieuse, t. 1 Gembloux  1954  p. 243 n.  3 in cui lo studioso cita le numerose allegorie sulla pecora smarrita, prima della parabola di Luca, esistenti sia negli ambienti giudaici che ellenistici.   Anche P. Siniscalco,  Mito e Storia della salvezza. Ricerche sulle più antiche interpretazioni di alcune parabole evangeliche, Torino 1971   pp. 40-41 e A. Orbe, Parablas evangelicas en San Ireneo vol. 2, Madrid 1972, pp. 127-130
2) Tertulliano, De anima 34, 4 testo con traduzione inglese e commento a cura di  Waszink J. Amsterdam 1947 ,pp.  49 e 409 dove il curatore dell’opera nota che i termini “revecta” e “umoribus” contengono probabilmente un secondo senso osceno analogo all’uso  di questi termini in Ovidio, L’arte di amare 3 , 775 e 777 Milano 1977 pp. 302-303
 3)  Tertulliano, De Anima, testo con traduzione inglese e commento a cura di  Waszink J. Amsterdam 1947 pp. 49-50

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