venerdì 14 ottobre 2011

SIMONIANINI 17 MITO DI ELENA


                                            ELENA DI TROIA
Secondo i Simoniani, dopo la sua forzata separazione dal Nous, il corpo femminile più famoso che, durante la sua prigionia sulla terra,  l’Ennoia, fu costretta ad assumere fu quello di Elena di Troia.  Ma come già Stesicoro  [divenuto, secondo la tradizione, cieco per avere  calunniato Elena e per avere poi recuperato la vista solo quando ammise che l'Elena, rapita da Paride, per cui ,   si combattevano i Greci e i Troiani , era  solo un "fantasma" (in greco, "eidolon ) ovvero una  creatura immaginaria , mentre la "vera "  risiedeva tranquillamente in Egitto], (1)  anche   i simoniani credevano , almeno per quanto ci riferiscono alcuni eresiologhi,  che in realtà la vera Elena/Ennoia ,  fosse rimasta sempre nel  pleroma  accanto a  Dio e che sulla  terra vi fosse solo un suo simulacro (2). Stando a questa versione, tipicamente docetista,  la  divinità di Elena/Ennoia risultava dunque, in sostanza,  perfettamente incontaminata . 
 1)  La leggenda di Stesicoro e della sua cecità per avere ingiurato Elena e  il riacquisto della vista quando si pentì di quanto aveva detto, la si trova in Platone,  Fedro,  in  Platone, Dialoghi Einaudi 1970 , p. 524  e con qualche variante in Pausania, Guida della Grecia.  Fondazione Lorenzo Valla Milano vol. III p. 123; cfr. M. Detienne, La légende pythagoricienne d’Héléne in RHR 152, 1957, pp. 131-132 e  Bettany Hugues, Elena di Troia, Dea, principessa, puttana Il Saggiatore,  2007 p. 188
2) Ireneo , Contro le eresie, 23, 2  in M. Simonetti, Testi gnostici op. cit. p. 7 , Ippolito,   Elenchos (Confutazione). , 6, 19, 2 ed. P. Wendland,  GCS 26, 1916 p. 145. e anche, ma senza  un riferimento a Stesicoro,   Pseudo clemente, I Ritrovamenti X, 53 ss. , a cura di Silvano Cola, La città nuova 1993 p. 122

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