ELENA DI TROIA
Secondo i Simoniani, dopo la sua forzata separazione dal Nous, il corpo femminile più famoso che, durante la sua prigionia sulla terra, l’Ennoia, fu costretta ad assumere fu quello di Elena di Troia. Ma come già Stesicoro [divenuto, secondo la tradizione, cieco per avere calunniato Elena e per avere poi recuperato la vista solo quando ammise che l'Elena, rapita da Paride, per cui , si combattevano i Greci e i Troiani , era solo un "fantasma" (in greco, "eidolon ) ovvero una creatura immaginaria , mentre la "vera " risiedeva tranquillamente in Egitto], (1) anche i simoniani credevano , almeno per quanto ci riferiscono alcuni eresiologhi, che in realtà la vera Elena/Ennoia , fosse rimasta sempre nel pleroma accanto a Dio e che sulla terra vi fosse solo un suo simulacro (2). Stando a questa versione, tipicamente docetista, la divinità di Elena/Ennoia risultava dunque, in sostanza, perfettamente incontaminata .
1) La leggenda di Stesicoro e della sua cecità per avere ingiurato Elena e il riacquisto della vista quando si pentì di quanto aveva detto, la si trova in Platone, Fedro, in Platone, Dialoghi Einaudi 1970 , p. 524 e con qualche variante in Pausania, Guida della Grecia. Fondazione Lorenzo Valla Milano vol. III p. 123; cfr. M. Detienne, La légende pythagoricienne d’Héléne in RHR 152, 1957, pp. 131-132 e Bettany Hugues, Elena di Troia, Dea, principessa, puttana Il Saggiatore, 2007 p. 188 2) Ireneo , Contro le eresie, 23, 2 in M. Simonetti, Testi gnostici… op. cit. p. 7 , Ippolito, Elenchos (Confutazione). , 6, 19, 2 ed. P. Wendland, GCS 26, 1916 p. 145. e anche, ma senza un riferimento a Stesicoro, Pseudo clemente, I Ritrovamenti X, 53 ss. , a cura di Silvano Cola, La città nuova 1993 p. 122
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