Brano da commentare: “…. Infatti,
l’antiautoritarismo- aspetto di rilievo del maggio 68- ripudia il determinismo
economico del marxismo in tutte le sue salse, chiede l’autogestione
generalizzata, la dissoluzione di tutti i domini, il controllo dello sviluppo
industriale, la reintegrazione delle città con la campagna, opponendosi
al consumismo, alla società dello spettacolo, alla divisione gerarchica del
lavoro come causa principale dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Il suo
carattere anti-istituzionale e libertario consiste anche in una sua accentuata
dimensione di liberazione umana da ogni forma di alienazione e di
oppressione, a cominciare da quelle personali, della vita quotidiana ……”
( da “ J’aime pas les moutons..” di Gianpiero Bottinelli e Edy Zarro )
Bibliografia: Marianne Enckell, Una piccola
storia dell’anarchia, La Baronata, 2006, pp. 32-33
Bisogna comunque ricordare che In Italia ,dove l’unione tra
studenti ed operai , su posizioni fortemente libertarie e pre-rivoluzionarie, raggiunse una delle
sue punte massime, esplosero , nel dicembre 1969 delle bombe a Milano, dove procurarono numerose vittime
innocenti, e a Roma,di cui furono
immediamente accusati, da fonti governative e mediatiche, gli anarchici. (cfr. br ano)
Brano da commentare : “ I giovani
militanti libertari capiscono fin da subito che la strage è stata progettata
per fermare la contestazione globale inaugurata dal 1968 e proseguita nel 1969,
anno in cui la protesta contagia i ceti operai divenendo rivolta aperta contro
l’organizzazione del lavoro e dell’intera società gerarchica. Essi dicono, così
, chiaramente e fin da subito una verità che negli anni successivi sarà
riconosciuta da gran parte del paese e dall’opinione pubblica, anche se nelle
aule giudiziarie tre diversi processi evitano accuratamente di individuare
autori e mandanti: la strage di piazza Fontana è il momento centrale di una
“strategia della tensione” progettata coscientemente da settori del governo
italiano e da altri poteri forti per creare un clima di paura e porre le
condizioni necessarie a un colpo di Stato di segno reazionario o comunque al
rafforzamento del potere democristiano.
[…]Gli anarchici delineano così
il quadro interpretativo della strategia della tensione con chiarezza e
proclamano apertamente, con i volantini, le conferenze stampa e le
manifestazioni , che la strage è di Stato”. Una volontà e un’energia, la loro,
che influenzano tutto il movimento del sessantotto e che fanno capire al
governo che la svolta autoritaria non può essere messa in atto impunemente.
Segno evidente dell’esito di questa massiccia controinformazione sono tre fatti
successivi: Valpreda verrà scarcerato agli inizi del 1972 dopo
una pressante campagna di opinione, organi di stampa come “il Corriere della Sera” faranno propria la
definizione di strage di Stato, giornalisti come Bruno Vespa – che per primo
aveva indicato negli anarchici i colpevoli della strage – dovranno ritornare
pubblicamente sui propri passi e chiedere ammenda.” ( Antonio Senta, Utopia e azione ….. )
Bibliografia : Antonio Senta, Utopia e azione per una storia dell’anarchismo
in Italia (1848-1984) prefazione di
Claudio Venza , Eléuthera 2015 pp. 210 e 211-212
Dolorose
furono comunque le conseguenze di quella strage di Stato sugli anarchici
e mi riferisco, in particolare , alla
morte di indimenticabili compagni , tra cui GIUSEPPE PINELLI , i cosiddetti “ 5 ANARCHICI DEL SUD” e “ FRANCO SERRANTINI”.
Canzone da commentare: “ Quella sera a Milano era caldo ma che caldo che caldo faceva “brigadiere apra un po’ la finestra” ad un tratto Pinelli cascò. “Signor questore gliel’ho già detto, lo ripeto che sono innocente anarchia non vuole dire bombe ma giustizia amor libertà “. "Poche storie confessa Pinelli il tuo amico Valpreda ha parlato è l’autore del vile attentato e il suo complice certo sei tu” “Impossibile-grida Pinelli- un compagno non può averlo fatto e l’autore di questo misfatto tra i padroni bisogna cercar”. “ Stiamo attenti indiziato Pinelli questa stanza è già piena di fumo se tu insisti apriam la finestra quattro piani son duri da far” Quella sera a Milano era……. L’hanno ucciso perché era un compagno non importa se era innocente “Era anarchico e questo ci basta” disse Guida il feroce questor. C’è una bara e tremila compagni stringevamo le nere bandiere in quel giorno l’abbiam giurato “non finisce di certo così. Calabresi e tu Guida assassini che un compagno ci avete ammazzato l’anarchia non avete fermato ed il popolo alfin vincerà. “Quella sera a Milano era…….” (dalla “Ballata del Pinelli”)
Discografia: in Antologia della canzone anarchica in Italia 2, Dischi del Sole p.8
ANNELISE BORTH , detta MUCKY, (1952-1970) giovane anarchica tedesca che, nel 1970, a Roma , conobbe Gianni Aricò . Scoperta dalla polizia priva di documenti, fu estradata in Germania . Solo grazie a un matrimonio per procura con Gianni Arricò, che nella cerimonia si presentò con un cugino con una parrucca bionda, poté dopo qualche giorno raggiungerlo a Reggio Calabria. GIANNI ARICO’ ( 1948 -1970) studente di giurisprudenza . Nella seconda metà degli anni sessanta ,dopo numerosi viaggi all’ estero , si radicarono, sempre più in lui, idee e sentimenti libertari. ANGELO CASILE ( 1950- 1970) artista e vincitore di diversi concorsi di pittura , ideò e mise in pratica , ancora giovanissimo, numerose performances finalizzate a “scandalizzare” i cosiddetti “ ben pensanti : per esempio il passeggiare , una domenica mattina, a Reggio Calabria con una gallina al guinzaglio in un luogo assai frequentato da eleganti signore con cagnolino oppure , con finalità più politiche, attraversare strade del centro con cartelli a sandwich , in cui si protestava contro la società borghese, il razzismo, le guerre. FRANCO SCORDO (1952- 1970) appassionato cultore di musica e musicista molto portato per tutti gli strumenti e in particolare per il pianoforte . Nel 1967 tutti e tre aderirono alla Federazione Giovanile Anarchica Italiana ( FAGI) e dettero vita , a Reggio Calabria ad alcuni circoli e infine si stabilirono in una vecchia villa liberty, soprannominata “La Baracca” che divenne ,presto, un importante punto di riferimento culturale e artistico . Durante il 1968, parteciparono attivamente alla contestazione globale del sistema sia in Francia che in Italia. Durante i moti di destra dell’estate 1970 a Reggio Aricò, Casile e gli altri scoprirono alcune convivenze esistenti tra fascisti e criminalità organizzata e , anche, alcuni collegamentie con la strage di stato e sul ruolo della destra nella strategia della tensione. Alla fine dell'estate, dopo avere contattato la FAI romana e un gruppo di avvocati decisero , , di portare le prove, da loro raccolte a Roma , ma furono tutti e cinque ( a loro si era unito l’anarchico cosentino LUIGI LO CELSO (1944- 1970) per partecipare alla manifestazione a Roma contro Nixon ) uccisi nel corso di un “incidente-omicidio autostradale”. Le prove raccolte: scomparse!
Recentemente è uscito su questo tragico evento il libro di Nicolletta Orlandi Posti, Il sangue politico. Storia di cinque anarchici e di un dossier scomparso , con la prefazione di Erri De Luca. (cfr. brano)
Brano da commentare: “…. Nicoletta Orlandi Posti ricongiunge i
punti e oplà il fantasma negato del colpo di Stato emerge in carne ed ossa. La
strage dei cinque anarchici partiti da Reggio Calabria e uccisi sull’ A1 a Ferentino, riassume nitidamente l’epoca e le minacce. Scrivo questa nota
per gratitudine a lei che mi riporta alle ore di quei giorni decisivi. Mentre
c’ero, immerso, non vedevo l’insieme, che lei possiede e spiega.La passione politica di una gioventù nuova, che interveniva a
scongiurare l’irreparabile con le doti profetiche del coraggio personale e
dell’intuizione, contribuì in maniera
decisiva alla sconfitta di quel colpodi Stato. Quella gioventù politica fu la
variabile indipendente che scoperchiava e smentiva le versioni ufficiali. I
cinque anarchici qui ricordati furono parte di un movimento nuovo che sbarrò la
strada al ritorno della dittatura. Il loro sangue politico qui affiora di nuovo e continua a testimoniare. Questo
libro contiene insieme alla
verità, la volontà di giustizia, il lascito migliore di quell’epoca
:” ( Erri De Luca,
prefazione a “ Il sangue politico. Storia di cinque
anarchici e di un dossier scomparso di Nicoletta Orlandi Posti )
FRANCO SERRANTINI ( 1951- 1972). Nato da due genitori ignoti trascorse
l’ infanzia e l’ adolescenza per
lo più in istituzioni pubbliche. I primi due anni di
vita li passò infatti nel brefotrofio dell’Infanzia abbandonata di Cagliari,
poi dopo alcuni anni presso una famiglia siciliana, fu affidato, , essendo morta prima la madre adottiva e poi anche la nonna
adottiva, all’Istituto
del Buon Pastore di Cagliari,
dove restò fino al 1968 e infine nell’
Istituto di Rieducazione maschile Pietro Thouar di Pisa. In
questa città , ormai diciottenne, cominciò a frequentare gli ambienti
di sinistra. Nel 1970
divenne anarchico e militò nel gruppo
anarchico “ Giuseppe Pinelli " partecipando a
diverse iniziative , tra cui la stesura di un manifesto anarchico sulla strage
di Stato (cfr. brano)
BRANO
DA COMMENTARE: " TRASFORMIAMO IL PROCESSO AGLI ANARCHICI IN PROCESSO ALLO STATO. IN PROSSIMITA’ DEL PROCESSO VALPREDA, LE
NOSTRE POSIZIONI SONO CHIARE: RESPONSABILI DELLA STRAGE DI STATO E DELL’ASSASSINIO DI PINELLI NON SONO SOLO I FASCISTI E QUALCHE FUNZIONARIO DI POLIZIA. IL VERO E PRINCIPALE
RESPONSABILE, CHE SI E’ (SERVITO) DELLA MANO CRIMINALE DEI FASCISTI, E’ LO
STATO. NON ESISTE LO STATO REAZIONARIO CHE HA FATTO LA STRAGE E LO STATO
PROGRESSISTA CHE
CERCA LA VERITA’. TUTTE LE FORZE CHE GESTISCONO L’APPARATO STATALE, O CERCANDO DI CONSERVARLO COME ADESSO O CERCANDO DI RAZIONALIZZARLO, SONO
PIU' O MENO DIRETTAMENTE IMPLICATE NELLA RESPONSABILITA’ DELLA STRAGE. INFATTI , ANCHE TALUNE FORZE DELLA SINISTRA
PARLAMENTARE CHE SVOLGONO ACCANTO A NOI, UNA VALIDA OPERA DI CONTRO-INFORMAZIONE,
SONO DI FATTO COSTRETTE AD
ACCETTARE COMPROMESSI INAMISSIBILI CON UN APPARATO STATALE CHE ALL’OCCORENZA,
FONDA IL SUO POTERE SUL SANGUE DEI
PROLETARI. …………..” ( Volantino scritto da Franco Serrantini)
Nel maggio 1972 in periodo
preelettorale Franco Serrantini
partecipò a una protesta antifascista in piazza contro un comizio fascista. La polizia caricò i manifestanti e Franco isolato dai compagni e circondato da
numerosi celerini fu ferocemente
picchiato con i calci dei fucili , pugni e calci e poi condotto nel
carcere Don Bosco. Fu in questo carcere
che, Franco Serrantini morì in seguito a pesanti
responsabilità delle autorità
giudiziarie e carcerarie. Si cercò
di occultare l’accaduto, ma ciò fu impedito grazie ad
efficaci iniziative promosse dall’opinione
pubblica democratica e libertaria, che pur non ottenendo in tribunale il
riconoscimento della colpevolezza dei responsabili dell’ assassinio di Franco Serrantini,
tuttavia mostrò , pienamente, la disumana ingiustizia di quanto era avvenuto. ...." (cfr. brano) .
Brano
da commentare: “ .. Lo Stato, stupito delle reazioni dell’opinione pubblica e
democratica in difesa di un uomo senza valore, un rifiutato sociale privo di
ogni forza di scambio politico, si è obiettivamente confessato colpevole. Lo
accusano i suoi comportamenti, i suoi continui e impudenti tentativi di
mascherare e di insabbiare le responsabilità e di chiudere un caso che ha
assunto un valore di simbolo del rapporto fra cittadino e stato di diritto, fra
autoritarismo e libertà. Non c’è da stupirsi se la vittima di una vita di
violenza è morto in un modo così atroce e se sul suo cadavere ha seguitato a
stratificarsi la violenza del potere. Giustizia non è stata fatta, ma fuori dai
tribunali, con la forza di una cultura nuova che stava nascendo alle radici
della società e sta seminando i suoi granelli contro una politica arcaica che
esprime la repressione come superstizione e la violenza come autodifesa del
cinismo, dell’indifferenza e del privilegio, la coscienza popolare ha giudicato
“ ( Corrado Staiano , Il sovversivo, Einaudi
1975)
Bibliografia:
Corrado Staiano, Il
sovversivo, Einaudi
1975 pp.173-174. Questo libro è stato ripubblicato dalla Biblioteca Franco Serrantini (BFS) nel 2002
In
memoria di Franco Serrantini fu costituita a Pisa
nel 1979 la “Biblioteca Franco Serrantini” che,
tra le tante attività , è anche editrice di molte e importanti pubblicazioni
anarchiche e antifasciste. Dedicato a Franco Serrantini vi è
anche un video intitolato “ Si era
tutti sovversivi” del regista
Giacomo Verde.
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