sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: IL " 1968" E GLI ANARCHICI: GIUSEPPE PINELLI (1928-1969); FRANCO SERRANTINI ( 1951- 1972); I CINQUE ANARCHICI DEL SUD 1970)

 
                                                                        
    Come è noto negli anni sessanta e settanta  “fischiò” , come già anni prima ,  durante la resistenza  al nazi-fascismo,   un vento di rivolta  libertaria, che mise in crisi la società dominante fondata sulla Famiglia, la Patria e il Capitale. Purtroppo contribuì al calare di questo vento, oltre ai crimini compiuti da servizi segreti e  gruppi neo-fascisti,  finalizzati a "scatenare il caos per riportare l'ordine ",  la propensione di molti “sessantottini” verso ideologie  autoritarie  (  marxismo-leninismo, maoismo, castrismo, ecc.). Comunque quel vento non ha  mai smesso del tutto di fischiare  e ancora resta nel cuore di molti, (“sessantottini “o no) ,   la “voglia ” di uno stile di vita  davvero  alternativo a quello dominante. 
Brano da commentare: “…. Infatti, l’antiautoritarismo- aspetto di rilievo del maggio 68- ripudia il determinismo economico del marxismo in tutte le sue salse, chiede l’autogestione generalizzata, la dissoluzione di tutti i domini, il controllo dello sviluppo industriale, la reintegrazione  delle città con la campagna, opponendosi al consumismo, alla società dello spettacolo, alla divisione gerarchica del lavoro come causa principale dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Il suo carattere anti-istituzionale e libertario consiste anche in una sua accentuata dimensione di liberazione umana da ogni forma di  alienazione e di oppressione, a cominciare da quelle personali, della vita quotidiana ……”  ( da  “ J’aime pas les moutons..” di  Gianpiero Bottinelli e Edy Zarro
Bibliografia: Marianne Enckell, Una piccola storia dell’anarchia, La Baronata, 2006, pp. 32-33

Bisogna comunque ricordare che In Italia ,dove l’unione tra studenti ed operai ,  su  posizioni fortemente libertarie e pre-rivoluzionarie, raggiunse una delle sue punte massime, esplosero , nel dicembre 1969 delle bombe a  Milano, dove procurarono numerose vittime innocenti,  e a Roma,di cui furono  immediamente accusati,  da fonti governative e mediatiche,  gli anarchici. (cfr. br ano)
Brano da commentare : “ I giovani militanti libertari capiscono fin da subito che la strage è stata progettata per fermare la contestazione globale inaugurata dal 1968 e proseguita nel 1969, anno in cui la protesta contagia i ceti operai divenendo rivolta aperta contro l’organizzazione del lavoro e dell’intera società gerarchica. Essi dicono, così , chiaramente e fin da subito una verità che negli anni successivi sarà riconosciuta da gran parte del paese e dall’opinione pubblica, anche se nelle aule giudiziarie tre diversi processi evitano accuratamente di individuare autori e mandanti: la strage di piazza Fontana è il momento centrale di una “strategia della tensione” progettata coscientemente da settori del governo italiano e da altri poteri forti per creare un clima di paura e porre le condizioni necessarie a un colpo di Stato di segno reazionario o comunque al rafforzamento del potere democristiano.  […]Gli anarchici  delineano così il quadro interpretativo della strategia della tensione con chiarezza e proclamano apertamente, con i volantini, le conferenze stampa e le manifestazioni , che la strage è di Stato”. Una volontà e un’energia, la loro, che influenzano tutto il movimento del sessantotto e che fanno capire al governo che la svolta autoritaria non può essere messa in atto impunemente. Segno evidente dell’esito di questa massiccia controinformazione sono tre fatti successivi: Valpreda verrà scarcerato agli inizi del 1972 dopo una pressante campagna di opinione, organi di stampa come “il  Corriere della Sera” faranno propria la definizione di strage di Stato, giornalisti come Bruno Vespa – che per primo aveva indicato negli anarchici i colpevoli della strage – dovranno ritornare pubblicamente sui propri passi e chiedere ammenda.” ( Antonio Senta,  Utopia e azione ….. )
Bibliografia :  Antonio Senta,  Utopia e azione per una storia dell’anarchismo in Italia (1848-1984)  prefazione di  Claudio Venza , Eléuthera 2015 pp. 210 e 211-212
    Dolorose  furono comunque le conseguenze di quella strage di Stato sugli anarchici e mi riferisco, in particolare , alla  morte di indimenticabili compagni , tra cui GIUSEPPE PINELLI ,  i cosiddetti “ 5 ANARCHICI DEL SUD” e   “ FRANCO SERRANTINI”.
                                                         
  Giuseppe Pinelli, ferroviere e anarchico, partecipò giovanissimo  alla resistenza contro i nazifascisti. Nel 1965 fu tra i fondatori del circolo “Sacco e Vanzetti” a Milano, poi nel 1968 del Circolo della Ghisolfa e infine del circolo di via Scaldasole nel 1969.  Dopo l’attentato di Piazza Fontana, Pinelli fu convocato in questura e trattenuto oltre i termini legali delle 48 ore. Tra la notte del 15 e 16  dicembre,  Pinelli  , secondo la prima versione della polizia, si suicidò ,   gettandosi da una finestra del IV piano, confessando in tal modo la sua colpevolezza. Come è noto, però,  la falsità di tale versione   fu ben presto evidente . Sull’  Italia dell’ autunno caldo e della strage di  Stato vi è , tra l’altro, un video , intitolato 12 Dicembre, girato tra il 1970 e il 1972 da Pierpaolo Pasolini con Giovanni Bonfanti e altri militanti di Lotta Continua.
Canzone da commentare:  Quella sera a Milano era caldo ma che caldo che caldo faceva “brigadiere apra un po’ la finestra” ad un tratto Pinelli cascò. “Signor questore   gliel’ho già detto, lo ripeto che sono innocente anarchia non vuole dire bombe ma giustizia amor  libertà “. "Poche storie confessa Pinelli il tuo amico Valpreda ha parlato è l’autore del vile attentato e il suo complice certo sei tu” “Impossibile-grida Pinelli- un compagno non può averlo fatto e l’autore di questo misfatto tra i padroni bisogna cercar”. “ Stiamo attenti indiziato Pinelli questa stanza è già piena di fumo se tu insisti apriam la finestra quattro piani son duri da far” Quella sera a Milano era……. L’hanno ucciso perché era un compagno non importa se era innocente “Era anarchico e questo ci basta” disse Guida il feroce questor. C’è una bara e tremila compagni stringevamo le nere bandiere in quel giorno l’abbiam giurato “non finisce di certo così. Calabresi e tu Guida assassini che un compagno ci avete ammazzato l’anarchia non avete fermato ed il popolo alfin vincerà. “Quella sera a  Milano era…….”  (dalla “Ballata del Pinelli”)
Discografia: in Antologia della canzone anarchica in Italia 2,  Dischi del Sole p.8     
                                                                                    


ANNELISE  BORTH , detta   MUCKY, (1952-1970)  giovane anarchica tedesca  che,  nel  1970, a Roma ,  conobbe  Gianni Aricò . Scoperta dalla polizia  priva di documenti,   fu estradata in Germania . Solo grazie a un matrimonio per procura  con  Gianni Arricò, che nella cerimonia si presentò con un cugino  con una parrucca bionda,  poté dopo qualche giorno raggiungerlo  a Reggio Calabria.   GIANNI ARICO’ ( 1948 -1970) studente di giurisprudenza .  Nella seconda metà  degli anni sessanta ,dopo numerosi viaggi all’ estero ,  si  radicarono, sempre più in lui, idee  e sentimenti libertari. ANGELO CASILE ( 1950- 1970)   artista e vincitore di diversi concorsi di pittura ,   ideò e mise in pratica , ancora giovanissimo,   numerose  performances   finalizzate a “scandalizzare”  i cosiddetti “ ben pensanti : per esempio il passeggiare , una domenica mattina,  a Reggio Calabria con  una gallina al guinzaglio  in un luogo  assai frequentato  da eleganti  signore con cagnolino oppure  , con  finalità più politiche, attraversare  strade del centro con cartelli a sandwich  , in cui si protestava contro la società borghese, il razzismo,  le guerre.    FRANCO SCORDO (1952- 1970)  appassionato cultore di musica  e musicista   molto portato  per tutti gli strumenti e in particolare per il pianoforte  . Nel 1967  tutti e tre aderirono  alla Federazione Giovanile Anarchica Italiana ( FAGI) e dettero vita , a Reggio  Calabria ad  alcuni circoli e infine si  stabilirono  in una vecchia villa  liberty, soprannominata “La Baracca” che divenne ,presto,  un importante punto di riferimento culturale e artistico .  Durante il 1968,  parteciparono attivamente  alla contestazione globale del sistema sia in Francia che in Italia.   Durante i moti di destra dell’estate  1970  a Reggio Aricò, Casile e gli altri  scoprirono  alcune convivenze esistenti tra fascisti e criminalità organizzata  e , anche, alcuni collegamentie con la strage di stato e sul ruolo della destra nella strategia della tensione. Alla fine dell'estate, dopo avere contattato la  FAI  romana e  un gruppo di avvocati  decisero , , di portare le prove, da loro raccolte a Roma , ma furono tutti e cinque  ( a loro si era unito l’anarchico cosentino LUIGI LO CELSO (1944- 1970) per partecipare alla manifestazione a Roma contro Nixon )    uccisi nel corso di un  “incidente-omicidio autostradale”.  Le prove raccolte:  scomparse! 
Recentemente è uscito su questo tragico evento il libro di Nicolletta Orlandi Posti, Il sangue politico. Storia di cinque anarchici e di un dossier scomparso , con la prefazione di Erri De Luca. (cfr. brano)
Brano da commentare:  “…. Nicoletta Orlandi Posti ricongiunge i punti e oplà il fantasma negato del colpo di Stato emerge in carne ed ossa. La strage dei cinque anarchici partiti da Reggio Calabria e uccisi sull’ A1 a Ferentino, riassume nitidamente l’epoca e le minacce. Scrivo questa nota per gratitudine a lei che mi riporta alle ore di quei giorni decisivi. Mentre c’ero, immerso, non vedevo l’insieme, che lei possiede e spiega.La passione politica di una gioventù nuova, che interveniva a scongiurare l’irreparabile con le doti profetiche del coraggio personale e dell’intuizione,  contribuì in maniera decisiva alla sconfitta di quel colpodi Stato. Quella gioventù politica fu la variabile indipendente che scoperchiava e smentiva le versioni ufficiali. I cinque anarchici qui ricordati furono parte di un movimento nuovo che sbarrò la strada al ritorno della dittatura. Il loro sangue politico qui affiora  di nuovo e continua a testimoniare. Questo libro contiene insieme alla  verità, la volontà di giustizia, il lascito migliore di quell’epoca :”  ( Erri  De Luca,  prefazione a “ Il sangue politico. Storia di cinque anarchici e di un dossier scomparso  di   Nicoletta Orlandi Posti )
Bibliografia : in  Nicoletta Orlandi Posti, “ Il sangue politico. Storia di cinque anarchici e di un dossier scomparso . Prefazione di Erri De Luca Editori Internazionali Riuniti, 2013 pp. 9-10 : Cfr. anche Fabio Cuzzola, Cinque anarchici del Sud. Una storia negata , Città del Sole Edizioni, ove si denunciò per la prima volta questo tragico  “ incidente/omicidio”.
                                                                                                                                



FRANCO SERRANTINI ( 1951- 1972).  Nato da due genitori ignoti trascorse l’ infanzia e  l’ adolescenza per lo più in istituzioni pubbliche.  I primi due anni di vita li passò infatti nel brefotrofio dell’Infanzia abbandonata di Cagliari, poi dopo alcuni  anni presso  una famiglia siciliana, fu affidato,  , essendo morta prima  la madre adottiva e poi anche la nonna adottiva,  all’Istituto del Buon Pastore di  Cagliari, dove restò fino al 1968 e  infine nell’ Istituto di Rieducazione maschile Pietro Thouar di Pisa. In questa città , ormai diciottenne, cominciò a frequentare gli ambienti di sinistra. Nel 1970  divenne anarchico e militò nel gruppo anarchico “ Giuseppe Pinelli " partecipando a diverse iniziative , tra cui la stesura di un manifesto anarchico sulla strage di Stato (cfr. brano) 
BRANO DA COMMENTARE: " TRASFORMIAMO IL PROCESSO AGLI ANARCHICI IN PROCESSO ALLO STATO.  IN PROSSIMITA’ DEL PROCESSO VALPREDA, LE NOSTRE POSIZIONI SONO CHIARE: RESPONSABILI DELLA STRAGE DI STATO E DELL’ASSASSINIO DI PINELLI NON SONO SOLO I FASCISTI E QUALCHE FUNZIONARIO DI POLIZIA. IL VERO E PRINCIPALE RESPONSABILE, CHE SI  E’ (SERVITO)  DELLA MANO CRIMINALE DEI FASCISTI, E’ LO STATO. NON ESISTE LO STATO REAZIONARIO CHE HA FATTO LA STRAGE E LO STATO PROGRESSISTA CHE CERCA LA VERITA’. TUTTE LE FORZE CHE GESTISCONO L’APPARATO STATALE, O CERCANDO DI CONSERVARLO COME ADESSO O CERCANDO DI RAZIONALIZZARLO, SONO PIU' O MENO DIRETTAMENTE IMPLICATE NELLA RESPONSABILITA’ DELLA STRAGE.  INFATTI , ANCHE TALUNE FORZE DELLA SINISTRA PARLAMENTARE CHE SVOLGONO ACCANTO A NOI, UNA VALIDA OPERA DI CONTRO-INFORMAZIONE, SONO DI FATTO COSTRETTE AD ACCETTARE COMPROMESSI INAMISSIBILI CON UN APPARATO STATALE CHE ALL’OCCORENZA, FONDA  IL SUO POTERE SUL SANGUE DEI PROLETARI.  …………..”  ( Volantino scritto da Franco Serrantini) 
 Nel maggio 1972 in periodo  preelettorale  Franco Serrantini partecipò a una protesta antifascista in piazza contro un  comizio fascista.  La polizia caricò i manifestanti e  Franco isolato dai compagni e circondato da numerosi celerini fu ferocemente  picchiato con i calci dei fucili , pugni e calci e poi condotto nel carcere  Don Bosco. Fu in questo carcere che, Franco Serrantini  morì in seguito a  pesanti  responsabilità  delle autorità giudiziarie e carcerarie.  Si cercò di  occultare  l’accaduto, ma ciò fu impedito grazie ad efficaci iniziative promosse  dall’opinione pubblica democratica e libertaria, che pur non ottenendo in tribunale il riconoscimento della colpevolezza dei responsabili dell’ assassinio  di Franco Serrantini, tuttavia mostrò  , pienamente,  la disumana ingiustizia  di quanto era avvenuto. ...." (cfr. brano) .
Brano da commentare: “ .. Lo Stato, stupito delle reazioni dell’opinione pubblica e democratica in difesa di un uomo senza valore, un rifiutato sociale privo di ogni forza di scambio politico, si è obiettivamente confessato colpevole. Lo accusano i suoi comportamenti, i suoi continui e impudenti tentativi di mascherare e di insabbiare le responsabilità e di chiudere un caso che ha assunto un valore di simbolo del rapporto fra cittadino e stato di diritto, fra autoritarismo e libertà. Non c’è da stupirsi se la vittima di una vita di violenza è morto in un modo così atroce e se sul suo cadavere ha seguitato a stratificarsi la violenza del potere. Giustizia non è stata fatta, ma fuori dai tribunali, con la forza di una cultura nuova che stava nascendo alle radici della società e sta seminando i suoi granelli contro una politica arcaica che esprime la repressione come superstizione e la violenza come autodifesa del cinismo, dell’indifferenza e del privilegio, la coscienza popolare ha giudicato “ ( Corrado Staiano , Il sovversivo, Einaudi 1975)
Bibliografia:  Corrado Staiano, Il sovversivo, Einaudi 1975 pp.173-174. Questo libro è stato ripubblicato dalla  Biblioteca Franco Serrantini (BFS) nel 2002
     In memoria di Franco Serrantini fu costituita a Pisa nel 1979 la  “Biblioteca Franco Serrantini” che,  tra le tante attività , è anche editrice di molte e importanti pubblicazioni anarchiche e antifasciste.       Dedicato a Franco Serrantini vi è anche un video intitolato “ Si era tutti sovversivi” del regista  Giacomo Verde.
                                                                               

 
                                                                             

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