NESTOR
MAKHNO E IL GRUPPO DI GULYAI-POLE (1907)
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NESTOR MAKHNO (1889-1934). Era nato da una povera famiglia di contadini a Guliai- Polye in Ucraina. Nel 1907 a 17 anni fu
arrestato e condannato a 10 mesi di prigione per tutta una serie di reati attribuiti , senza prove, al gruppo comunista libertario di Guliai Poyle, di cui facevano parte , oltre a Makhno, anche VOLDEMAR ANTONI, che riuscì, poi, a fuggire in Belgio e trasferirsi più tardi negli USA, e PROCOPIO e ALESSANDRO SEMENIOUTA, entrambi morti, prima del 1917, durante scontri armati, anche se in momenti diversi, contro la polizia zarista. (cfr. brano) Brano da commentare: " Io non ho ancora mai visto uomini di questa tempra. Io ho un buon numero di prove per potere affermare che sono dei pericolosi anarchici .... Ma sebbene io li abbia sufficientemente torturati ( j'aie quelque peu fait souffrir leur chair) io non ho ottenuto nulla da loro. Makhno ha l'aria di un contadino imbecille quando lo si guarda, ma io ho degli indizi molto precisi per affermare che è lui che ha sparato sui gendarmi, il 26 agosto 1907. Ebbene, io ho fatto tutto ciò che ho potuto per ottenere delle confessioni, senza nessun risultato. Al contrario, egli mi ha fornito dei fatti - che io ho verificato e che sono stato obbligato a riconoscerli esatti - dimostrando che egli non era neanche a Guliai Poyle quel giorno ....." ( rapporto del commissario di polizia, Kariatchentsev) Bibliografia:Alexander Skirda, Nestor Makhno . Le cosaque de l’anarchie, A.S. 1882 p. 35 |
Circa un anno dopo, avere scontato quella pena, Makhno fu nuovamente arrestato e condannato all'ergastolo, con l'accusa di avere preso parte ad un attentato
contro un funzionario della polizia
distrettuale. Nella prigione di Mosca, Boutycris, dove, tra l'altro divenne amico di Piotr Archinov, Makhno scrisse una poesia. (cfr. brano )
Poesia da commentare: “ Appello. /
Insorgiamo, fratelli, e con noi il popolo / Sotto lo stendardo nero
dell’anarchia, ci si rivolterà/ Noi ci getteremo con audacia, sotto il fuoco /
delle proiettili nemici / Per la fede
nel comunismo libertario/ il nostro giusto regime/ Noi rovesceremo tutti i
troni e/ Abbatteremo il potere del
Capitale ./ Noi strapperemo lo scettro d’oro e di porpora / Noi non
onoreremo più nulla./ Tramite una lotta
feroce / Noi ci sbarazzeremo dello Stato e delle sue leggi ./ Noi abbiamo
lungamente sofferto sotto il giogo/ Delle catene , delle prigioni, dei nodi scorsoi dei boia / E’ tempo di insorgere
e di serrare i ranghi/ Avanti sotto lo
stendardo nero dell’Anarchia verso la grande lotta! Basta servire da strumenti ai tiranni ,/ E’ da ciò che essi traggono
tutta la loro potenza./ All’insurrezione, fratelli, popolo lavoratore! Noi li spazzeremo via tutti come delle carogne. / E’ così che noi
risponderemo alle menzogne dei tiranni,/ Noi, lavoratori liberi, armati della
nostra volontà/ Viva la libertà, fratelli, Viva la comune libera. / Morte a tutti i tiranni e
ai loro carcerieri ! Insorgiamo, fratelli , al segnale convenuto, / Sotto lo
stendardo nero dell’ Anarchia, contro
tutti loro, / I tiranni./ Distruggiamo tutti i poteri e le loro vili
costrizioni / Che ci spingono a un combattimento sanguinoso! (Poesia di Nestor Makno
scritta nella prigione di Mosca, Bouttykis, nel 1912)
Bibliografia:Alexander Skirda, Nestor Makhno . Le
cosaque de l’anarchie, A.S. 1882 p. 43
Nel 1917 fu liberato dalla rivoluzione di febbraio. Tornò nel suo
villaggio natale dove venne eletto Presidente dell’Unione Regionale dei
Contadini e dei Soviet di Operai e Contadini di
Guliai Polye e comandante del comitato di difesa formato da "battaglioni contadini ed operai". (cfr. brano)
Brano da commentare: In quel periodo , nelle
campagne ed in particolare nella parte “zaporaga” dell’Ucraina, nella quale l’autocrazia
non era riuscita del tutto ad eliminare l’anelito alla libertà, i lavoratori
contadini rivoluzionari consideravano, come loro dovere più impellente e più
importante, impiegare l’azione diretta rivoluzionaria per liberarsi il più in
fretta possibile dei ricchi proprietari terrieri e dei ricchi fattori,
ritenendo che questa emancipazione avrebbe facilitato la vittoria contro la
coalizione politica social-borghese. E’ per questo che in
Ucraina i contadini cominciarono la loro offensiva confiscando le armi dei
borghesi […] Allora i contadini si impadronirono direttamente delle proprietà
dei grossi proprietari terrieri, dei fattori, dei monasteri, nonché quella del
demanio, organizzando, sempre in modo diretto, dei comitati locali per la
gestione di questi e per la loro ripartizione fra i vari villaggi e comuni …." (da : Dielo Truda n. 29, ottobre 1927 )
Bibliografia:Nestor Makhno . La
rivoluzione in Ucraina , In ricordo di Kronstadt, Lo
stato .tre scritti dAsubvert p. 2
Dopo il Trattato di Brest-Litvosk, voluto da Lenin, che lasciava via
libera all’occupazione austro-tedesca dell’Ucraina , Makhno, ormai divenuto agli occhi dei contadini e degli operai di quel territorio " batko" (= piccolo padre),
organizzò un esercito (detto makhnovicina) per la difesa delle conquiste rivoluzionarie. Particolarmente famosi erano i suoi reparti di cavalleria (cfr. brano).
Brano
da commentare: “ Cavalieri meravigliosi, abituati a
cavalcare sin da piccoli, con la possibilità di cambiare cavalli per istrada. Makhno e i suoi partigiani
erano assolutamente inafferrabili: compivano nello spazio di 24 ore percorsi che
un normale reparto non avrebbe mai potuto compiere […] La grande massa dei
contadini, il grosso della popolazione
non entrò nelle brigate allo stesso modo dei partigiani, ma tuttavia si
mantenne in stretto contatto con esse […] a volte si univano in gran numero
alle brigate […] combattevano spalla a spalla con i partigiani per due o tre
giorni, quindi tornavano ai campi.”
Bibliografia: Pietro
Archinov, Storia
del movimento machnovista, Collana Porro, Edizioni
RL 1954 p. 65 e pp. 69-70
COMUNI AGRICOLE IN UCRAINA: Oltre alle azioni di guerriglia contro gli austro-tedeschi che tra l'altro riportarono in Ucraina i grandi proprietari fuggiti in seguito agli avvenimenti rivoluzionari del 1917, Makhno favorì nelle zone, man mano, liberate , il formarsi, sino al 1921, di comuni agricole autogestite di contadini e operai.
Brano
da commentare: “La maggior parte delle
comuni agricole erano composte da contadini. Alcune comprendevano operai e
contadini insieme. Queste comuni erano basate innanzitutto sull’eguaglianza e
la solidarietà dei loro membri. Tutti i membri di queste comuni, uomini e
donne, apportavano all’opera comune una perfetta coscienza, sia che lavorassero
nei campi o che fossero impiegati nei lavori domestici. La cucina era comune.
Il refettorio pure. Ma il desiderio di uno della comune di preparare lui stesso
i pasti per sé e i suoi bambini, o di partecipare alla cucina comune e portare i pasti a casa
propria, non incontrava alcuna opposizione da parte degli altri membri. Ogni
membro della comune, o anche tutto un gruppo, si poteva organizzare come
voleva, per la propria alimentazione a condizione, tuttavia, di avvisare prima tutti gli altri membri
della comune, affinché in cucina e nella dispensa potessero essere prese le
misure necessarie per queste modifiche. I membri era no pure tenuti ad alzarsi
di buon’ora e mettersi subito al lavoro attornio ai buoi, ai cavalli o in altre
faccende domestiche. Ogni membro della comune aveva diritto ad assentarsi
quando lo desiderava, ma doveva avvisarne il suo più stretto compagno di lavoro
affinché potesse sostituirlo durante la sua assenza. Questo per i giorni di
lavoro. I giorni di riposo (la domenica) i membri si assentavano a turno. Il
programma di lavoro di tutta la comune era stabilito in riunioni di tutti i
membri che, poi sapevano esattamente le modifiche che dovevano arrecare ognuno
nel proprio lavoro. Soltanto la questione della scuola restava ancora in
sospeso perché le comuni non volevano ristabilire le scuole sul vecchio
modello. Fra le scuole nuove la scelta si fermò su quella anarchica di
Francisco Ferrer […] Ma le persone a conoscenza
dei metodi di questa scuola mancavano e le comuni cercavano di farne
venire dalle città, tramite il gruppo anarco-comunista. ( Makhno, La
rivoluzione russa in Ucraina (marzo
1917- aprile 1918)
Bibliografia: Nestor Makhno, La rivoluzione russa in Ucraina Marzo 1917-Aprile 1918 Collana La Rivolta pp. 201-202
Bibliografia: Nestor Makhno, La rivoluzione russa in Ucraina Marzo 1917-Aprile 1918 Collana La Rivolta pp. 201-202
Dopo la
caduta degli Imperi Centrali , Makhno continuò la guerra contro i
generali bianchi (Denikin e Wrangel). Scomparso il pericolo bianco i
bolscevichi, che erano stati sino ad allora, con qualche alto e basso, suoi alleati, iniziarono una campagna denigratoria e repressiva contro Makhno Ferito alla testa da una pallottola durante un combattimento contro due divisioni di Budennyi ( cfr. il libro di Isaac Babel, L'armata a cavallo ), venne salvato dai suoi compagni e portato in Bulgaria. Iniziò per lui un lungo periodo di esilio e di imprigionamenti finché riuscì a stabilirsi a Parigi.
Brano
da commentare: “Il fatto che lo stato
moderno sia l’organizzazione tipica di
un potere fondato sull’arbitrio e sulla violenza esercitata nei confronti dei
lavoratori è indipendente dal suo
eventuale carattere “borghese” o “proletario” . Esso poggia sul centralismo
oppressivo derivante dalla violenza esercitata da una minoranza contro la
maggioranza [...] La definitiva e totale
distruzione dello stato si potrà verificare solo quando l’orientamento dei
lavoratori sarà il più libertario possibile, e quando i lavoratori
rivoluzionari delle città e delle
campagne elaboreranno da soli le forme di vita sociale. Queste strutture devono
assumere la forma di soviet liberi,
organi di autogestione sociale. Bisogna
studiare e propagandare le strutture di funzionamento di questi soviet tra gli
operai e i contadini rivoluzionari. …..
( da uno scritto contro lo Stato di Nestor Makhno )
Bibliografia: in Gli
anarchici russi, i soviet, l’autogestione a cura di Alexandre
Skirda,
crescita politica editrice 1978
p. 83 e p. 85
Benché malato ai polmoni e
tormentato dalle ferite riportate in guerra, dovette darsi, per vivere, a vari lavori manuali. Nel 1926 fu uno dei sostenitori di un nuovo progetto di “ organizzazione anarchica” noto col nome di Piattaforma , che suscitò vivaci dibattiti e polemiche negli ambienti anarchici. Personalmente mi
limiterò soltanto a cercare di
evidenziare qualche aspetto di questo complesso documento,
estraendo, come al solito, alcune frasi dall’intero contesto e rinviare poi chi è interessato a una lettura più completa
e approfondita . (cfr
brano) . Morì nel 1934.
Brano
da commentare: …”L’anarchismo non è una
bella fantasia, non è un principio filosofico astratto: è un movimento sociale
delle masse lavoratrici. Appunto per ciò esso deve unire le sue forze in
un’organizzazione permanente, così come lo esigono la realtà e la starategia della lotta delle classi
[…] Noi abbiamo bisogno vitale di un’organizzazione che, riunendo la
maggioranza degli aderenti al movimento, stabilisca per l’anarchismo una linea
generale tattica e strategica, che serva di guida a tutto il movimento […] Noi
respingiamo, come teoricamente e praticamente inetta , l’idea di creare un’organizzazione
ispirata al criterio della “sintesi” cioè formata dall’unione indifferenziata
dei rappresentanti delle diverse tendenze dell’anarchismo: Una siffatta
organizzazione formata da elementi teoricamente e praticamente eterogenei, non
sarebbe che una specie di unione meccanica di individui che concepiscono in
maniera diversa i problemi del movimento anarchico, un’unione che andrebbe
immancabilmente in pezzi al primo urto con la realtà dei fatti…” ( da Piatta-forma di organizzazione dell'Unione Generale degli anarchici (1926) firmato oltre che da Makhno anche da Piotr Archinov, Ida Mett e altri)
Recentemente
è stato pubblicato il bel libro-fumetto “ La
rivoluzione russa in Ucraina . Libertà o
morte . La storia di Nestor Makhno
illustrata di J. P. Ducret vol.
I , Biblioteca Archivio Germinal, 2014 . In questo primo
volume, viene raccontata la straordinaria
esperienza rivoluzionaria, in Ucraina, vissuta dall’ anarchico Nestor Makhno e dal
movimento makhnovista. tra il 1918 e il 1920, prendendo spunto dal viaggio, nel 1920,
in treno di Alexander Berkman e di
Emma Goldman con lo scopo ufficiale di raccogliere materiale per un museo della rivoluzione e in realtà per
conoscere il più possibile, senza il controllo esasperante delle autorità
“sovietiche”. le condizioni di vita dell’ entroterra russo .
Qui sopra accanto all’immagine di Makhno sulla copertina del libro (fig.1) ho scelto tra le tante belle tavole contenute nel volume quella
in cui dei cavalieri cosacchi cavalcano
verso il treno, dove viaggiavano Emma e Sasha. (fig. 2)
Ed è questa ultima immagine
che mi ha ispirato una scenetta
(fig. 3) , in cui Makhno a
cavallo si pone al fianco, con i suoi "cosacchi dell'anarchia", di un
immaginario treno della rivoluzione , in cui
viaggiavano rivoluzionari di
tutti i tempi e di tutti i paesi.
Che meraviglia, grazie!
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