CHARLOTTE WILSON (1854-1944) .Charlotte Wilson preraffaelita
anticonformista ed anarchica fondò nel 1886 assieme a Kropotkin la
prestigiosa rivista inglese Freedom
e la diresse sino al 1895.
Nel primo numero di questa rivista mensile è proprio Charlotte Wilson a scrivere un articolo con il titolo di Libertà, che mi sembra ben esprimere le idee e le finalità dell'intero gruppo redazionale, che, peraltro, restò sempre aperto a tendenze e orientamenti non omogenei. ( cfr. brano)
Nel primo numero di questa rivista mensile è proprio Charlotte Wilson a scrivere un articolo con il titolo di Libertà, che mi sembra ben esprimere le idee e le finalità dell'intero gruppo redazionale, che, peraltro, restò sempre aperto a tendenze e orientamenti non omogenei. ( cfr. brano)
Brano da commentare: “… Pertanto noi siamo
anarchici, non crediamo nel governo dell’uomo
sull’uomo in qualsiasi forma e sotto qualsiasi pretesto. La libertà umana a cui aspiriamo
non è un’astrazione negativa della licenza dell’egoismo individuale, sia esso
ammassato collettivamente come regola della maggioranza o isolato come tirannia
personale. Noi sogniamo la libertà positiva che è essenzialmente tutt’uno con
il sentimento sociale; libero sfogo agli impulsi sociali, ora distorti e oppressi dalla
Proprietà e dal suo tutore la Legge; libero sfogo a quell’individuale senso di
responsabilità, di rispetto per sé e per gli altri che è viziato da ogni forma
di interferenza collettiva, dall’applicazione dei contratti all’ impiccagione
dei criminali; libero sfogo alla spontaneità e
all’individualità di ogni essere umano, cosa impossibile quando una stessa
linea di condotta è imposta a tutti. […] Noi crediamo che ogni essere umano adulto sano possiede un diritto uguale
e irrinunciabile a dirigere la sua vita con la luce della propria coscienza,
con l’unica responsabilità di guidare la propria azione oltre che di
formarsi sue proprie opinioni. Inoltre,
noi crediamo che il riconoscimento di questo diritto è premessa necessaria per
un accordo volontario razionale, unica
base permanente di una vita armoniosa in comune. Pertanto, respingiamo ogni
metodo di imporre il consenso giudicandolo di per sé un ostacolo alla efficace
cooperazione e ritenendo lo come incentivo verso un sentimento
antisociale. Deprechiamo come un
torto alla natura umana , individuale e
quella collettiva, ogni uso della forza allo scopo di costringere altri; ma
affermiamo il dovere sociale di ciascuno di difendere, con la forza, se
necessario, la propria dignità di essere
umano libero e la pari dignità altrui, da ogni forma di insulto e di
oppressione. …” ( Charlotte M. Wilson, Libertà, in Freedom, vol. 1, n. 1, ottobre 1886 )
Bibliografia:
in Selva Varengo,
Pagine anarchiche, Pëtr Kropotkin e il
mensile Freedom (1886-1914), Biblon Edizioni, 2015, pp.
133-134
Assieme alla sua grande amica EMMA BROOKE
(1844-1926) nota scrittrice di romanzi, tra cui il più famoso fu A Superfluous Woman . Charlotte Wilson tentò,
tra l'altro, di porre le basi per un anarchismo etico, fondato, in particolare,
su una radicale emancipazione
della donna e su un nuovo modo di vivere (new life" ).
Brano
da commentare: " .. Miss Brooke e Mrs Wilson furono attive anche nel "Men and Women's Club ",
un gruppo che rifiutava consapevolmente la base evangelica della moralità
vittoriana e considerava i rapporti personali " dal punto di vista storico
e scientifico in quanto distinto da quello teologico."[...] Per
esempio Miss Brooke insisteva sulla realtà
della sessualità femminile, affermando che nei rapporti sessuali i problemi
derivano dal fatto che l'intera responsabilità della gravidanza ricade sulle
donne. Gli uomini si facevano una falsa immagine delle donne, che era emblematizzata dall'ideale della
madonna e del bambino. Le donne apprezzano il sesso tanto quanto gli uomini e
anche gli uomini desiderano i figli come le donne. L'unica differenza di spicco
è che le donne patiscono i tormenti del parto e gli uomini no. Perciò mentre le
donne cercano disperatamente di evitare le gravidanze continue mediante la
castità, il ricorso a freni inibitori e così via, gli uomini disprezzano
l'autocontrollo e costringono le donne ad avere un figlio dopo l'altro,
privandole in questo modo del controllo sul proprio corpo. Miss Brooke raccomandava ad entrambi
i sessi di esercitare l'autocontrollo, per assicurarsi che le gravidanze
avessero luogo solo quando c'era l'amore accompagnato dal dovere e solo in
quelle circostanze che permettessero alle donne di conservare le forze
necessarie per crescere i loro figli...." ( Mark Bevir, La
nascita dell'anarchismo etico in G.B. )
Bibliografia:
Mark Bevir, La nascita
dell'anarchismo etico in G.B. in Rivista storica
dell'anarchismo n.
1 2000 p. 64
Questa delicata e , per quei tempi, avveniristica tematica “femminista” si ritrova anche in
numerosi articoli della rivista Freedom e tra essi uno dei
primi fu Socialismo e sesso pubblicato senza il nome dell’autore nel 1887.
Brano da commentare: “ … Senza dubbio la
maternità è una funzione sociale che richiede un’adeguata remunerazione da
parte della comunità, senza dubbio a determinate condizioni la questione della
popolazione invita a una seria
attenzione; ma in una società socialista libera non è probabile che non
vi sia nemmeno l’ombra di una scusa per intrattenere un’idea così ripugnante come quella dell’ interferenza positiva e attiva del pubblico - “ lo Stato” in una materia così personale e
delicata? Chiunque abbia studiato i sentimenti delle donne su questo tema
ammetterà che è a dir poco estremamente improbabile che un gran numero di esse,
in condizioni di libertà economica e sociale,
insisterebbe nel fare una dozzina, o anche
una mezza dozzina, di bambini. La maggior parte si accontenterebbe di
farne due o tre; e il piccolo numero di coloro che desidereranno soddisfare gli impulsi
materni più ampiamente sarebbe controbilanciato da un’ altra minoranza che
preferirebbe non avere del tutto figli.
La maggior parte delle donne oggi si sposano in un’assoluta ignoranza della fisiologia;
questa ignoranza è favorita dalla nostra morale corrotta come salvaguardia di “virtù” , cioè sottomissione
irragionevole e autorepressione.
Di conseguenza le donne accettano
un numero illimitato di bambini come
“volontà di Dio” , senza permettere alla propria ragione, o anche alla propria
sensibilità, qualsiasi ruolo nella questione. Una condizione di cose già indebolite e che poco
probabilmente sopravviverà
alla fine schiavitù delle donne. …” ( Socialismo e sesso , pubblicato senza nome dell’autore in Freedom, vol. 1, n. 7, aprile 1887)
Bibliografia:
in Selva Varengo,
Pagine anarchiche, Pëtr Kropotkin e il
mensile Freedom (1886-1914), Biblon Edizioni, 2015, pp.
143
EDWARD CARPENTER (1844-1929) Questa delicata, e per quei tempi avveniristica, tematica "femminista" Scrittore e poeta inglese,
cofondatore della Fabian Society e uno dei promotori diel movimemto di liberazione
omosessuale e dell’anarchismo etico, che
come si è visto, trattando di Charlotte Wilson,
propagandò e cercò
di realizzare un nuovo “stile di
vita” (New Life). Ispirata alle sue idee e al suo esempio di
vita sorse la Comunità di Norton Hall,
nei pressi di Sheffield, dove ci si specializzò
nell’ orticultura, nella
coltivazione dei fiori e persino nella fabbricazioni di speciali e confortevoli
sandali. Nella società puritana vittoriana, in un clima di perenne
“caccia alle streghe”, che ebbe
il suo culmine col processo contro Oscar
Wilde, Carpenter convisse felicemente per ben trent’anni con George Merril e al loro amore si ispirò
Edward Morgan Foster per il suo romanzo Maurice. Tra le poesie scritte da Carpenter mi limito a citare : Love's Vision . (cfr. poesia da commentare.)
Poesia da
commentare:
“ At night in each other’s arms, / Content, overjoyed, resting deep deep down in the darkness, / Lo! The heavens opened and He appeared -/ Whom no mortal eye may see, / Whom no eye clouded with Care, / Whom none who seeks after this or that , whom
none has not escaped from
self. / There- in the region of Equality, in the world of Freedom no longer limited, / Standing as a lofty peak in heaven above the
clouds, / From below hidden, yet to all who
pass into that region most cleary visible- He the Eternal appeared . “ ( Edward Carpenter, Love’ s Vision )
Bibliografia: Edward Capenter, Love’s Vision in http: //poetry-archive.com/c/loves_vision.htlm
Bibliografia: in
http://www.culturagay/.it/documento/6
Sull’ “ amore omogenico,” termine che
Carpenter preferiva a quello di
“omosessualità”, egli scrisse numerosi saggi. . Convinto , in sostanziale sintonia con quanto su questo fenomeno sosteneva il suo amico e sessuologo HAVELOCK ELLIS, che questo tipo di amore fosse un qualcosa di congenito e non una malattia o una perversione Carpenter ipotizzò una interessante teoria espressa nel suo
saggio “ Tipi intermedi tra i primitivi “ , in cui si riteneva che oltre a una caratterologia individuale maschile e femminile, cosiddetta “normale” erano
emersi nel corso della storia
dell’evoluzione umana, caratteri intermedi , sia maschili che femminili, a cui
corrispondevano , tra lì altro, svariate funzioni e ruoli sociali. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Nelle società
primitive gli uomini (quelli normali) sono guerrieri e cacciatori: Le donne (quelle normali)
attendono ai lavori domestici e all’agricoltura, e passano i loro giorni in
queste attività. Ma nell’evoluzione della società, ci sono molte più funzioni
da essere rappresentate che quelle semplici appena menzionate. I a pensare che,
non fosse stato per l’emergere di tipi intermedi, cui è l’uomo più o meno
femminile e la donna più o meno maschile, forse la vita sociale non sarebbe mai
avanzata al di là della sua fase più primitiva. Ma quando arrivò l’uomo che non
voleva combattere, che forse aveva più la tendenza a svignarsela, e che non
amava così tanto la caccia, questi scoprì necessariamente altri interessi e
occupazioni, componendo canzoni e osservando la qualità delle erbe o il
susseguirsi delle stelle. Gli uomini non guerrieri e le donne non domestiche
cercarono nuovi sfoghi per le loro energie. Cercarono occupazioni diverse da
quelle dell’uomo ordinario, come fanno oggi. E così divennero gli iniziatori di
nuove attività: studiosi della vita e della natura, inventori e insegnanti
delle arti e dei misteri, maghi (come volevano essere considerati) e stregoni.
Divennero indovini e vedenti, o rivelatori di dei e religioni. Divennero
uomini-medicina e guaritori, profeti e così, alla fin fine, misero le
fondamenta del sacerdozio, della scienza , della letteratura, dell’arte. ….” (Carpenter , Tipi intermedi tra i
primitivi (estratto)
Con l’appellativo di “the new lifers” intendo quegli anarchici anticonformisti, che , proprio come Charlotte Wilson, Emma Brooke ed Edward Carpenter, verso la fine dell secolo XIX, in Inghilterra, si proposero di vivere in modo alternativo alla morale vittoriana. Il termine si riferisce in parte alla “Fellowsship of the new life”, nata originariamente come gruppo di discussione, fondato da THOMAS DAVIDSON , che si prefiggeva di creare una nuova etica e una nuova sensibilità di fronte a problemi come l’emancipazione delle donne, l’educazione dei bambini, il sesso, il rapporto con l’ambiente, i diritti degli animali ecc. Ne fecero parte , tra gli altri , HAVELOCK ELLIS (1859-1939), EDITH LEES ELLIS (1861-1916) e l'anarchica AGNES HENRY. Con l’arrivo di Kropotkin in Inghilterra e poi con la diffusione del pensiero di Tolstoj sempre più furono gli anarchici che vollero sperimentare queste nuove tematiche, anche nella pratica, e che , pertanto, dettero vita a delle colonie ( o comunità) anarchiche aggiungendosi a quelle già esistenti, per es. la famosa Fellowship House a Bloomsburry, dove abitava , tra gli altri, Agnes Henry sino alla sua chiusura nel 1892. Nel 1895 fu fondata dai seguaci di Kropotkin la Colonia di Clousden Hill. Subito dopo seguì quella di Norton Hall che si ispirava al pensiero di Edward Carpenter. Nel 1896 fu fondata una colonia tolstoiana a Purleigh, Essex, da cui poi derivò, in seguito a una scissione , la Colonia di Whiteway nel Gloucestershire, la quale fu una delle poche che sopravvisse nel secolo successivo. Oltre a queste comunità prevalentemente rurali ne sorsero anche di urbane o quasi urbane. Famosa fu la Marsh Hous costituita nel 1915 a Bloomsburry dove vissero LILIANA WOLF (vedi il post a suo nome) TOM KEEL, JIM e NELLIE DICK ed altri.
Brano da commentare: “ Fare tutto il possibile per ridurre il lavoro domestico al minimo minimo…. Misure per ridurre il più possibile l’incredibile mole di lavoro che le donne passano inutilmente nell’allevamento dei bambini, così come nel lavoro domestico, sono…. essenziali per il successo della comunità non meno della corretta disposizione nei campi, le serre e le macchine agricole, Anzi ancor più .” ( consiglio dato da Kropotkin ai coloni di Clousden Hill )
Bibliografia: in un articolo di Judy Greenway Workhouse p.3 trovato su Internet in inglese
Agnes Henry, definita da Max Nettlau come una " vively little lady", nacque nel Tipperary , una regione irlandese. Fu particolarmente interessata sia sotto il profilo teorico che quello pratico, all'età infantile, da lei giudicata naturalmente "anarchica" e insegnò, adottando metodi libertari, in un asilo a Trinidad. Collaborò anche con diversi articoli, sulla rivista anarchica inglese Freedom. Viaggiò in Italia dove venne a contatto con numerosi anarchici, tra cui Errico Malatesta e Francesco Merlino. Sostenitrice, assai attiva, della “Fellowsship of the new life”, partecipò all' esperimento di vita in comune , che si ispirava ai principi di quell'associazione, al 29 Doughty Street, vicino a Macklenburg Square, Bloomsburry, di cui si è già accennato prima. Un tratto caratteristico di questo esperimento erano i pasti in comune, dove , si dice, che Agnes Henry , approfittando che erano tutti riuniti, pungolasse senza sosta gli altri della comune a discutere di anarchismo. Era spesso presente a queste discussioni , nel periodo in cui si trovava in Inghilterra, anche Errico Malatesta. Nel 1892 Agnes Henry fu una delle insegnanti e promotrici, assieme a Louise Michel (cfr. post a suo nome) , della “International School” al 19 Fitzroy Square, per i figli degli esiliati politici (soprattutto francesi e italiani) gestita da un Comitato, in cui per quanto mi risulta, vi erano, tra altri, Piotr Kropotkin, Errico Malatesta e William Morris) . In questa scuola si insegnava, praticando una didattica libertaria e adogmatica, scienze , musica, disegno, danza, canto etc. Purtroppo quest’ importante esperimento educativo, davvero pionieristico nel campo pedagogico, dovette cessare nel 1893 in seguito a una trama poliziesca messa in atto da alcuni infiltrati, che introdussero, al momento opportuno, alcune bombe nella cantina della scuola. All’inizio del novecento, Agnes Henry aderì al Partito Laburista Indipendente, senza però voler rinunciare a dichiararsi anarchica. Nel 1912 fu una delle principali animatrici della campagna di mobilitazione popolare contro il decreto di espulsione di Errico Malatesta dall’ Inghilterra.
Brano da commentare: “ La completa istruzione dei bambini e la loro educazione devono fondarsi sullo sviluppo scientifico della ragione, non su quello della fede; sullo sviluppo della dignità personale e sull’indipendenza, non su quello della pietà e dell’obbedienza; sul culto della verità e della giustizia ad ogni costo, e soprattutto sul rispetto dell’umanità, che deve sostituire sempre e comunque il culto della divinità […] Qualsiasi istruzione razionale è in fondo nient’altro che questa progressiva immolazione dell’autorità a beneficio della libertà, obiettivo finale dell’istruzione necessariamente presente per la formazione di uomini liberi, pieni di rispetto e amore per la libertà degli altri” ( Opuscolo di presentazione della “International School " del 1892 )
Bibliografia: in Francesco Codello “La buona educazione. Esperienze libertarie e teorie anarchiche in Europa da Godwin a Neill “ Franco Angeli, 2005 p. 469
OSCAR WILDE (1854-1900). Scrittore
inglese, nato e cresciuto a Dublino, figlio di una poetessa, studio a Oxford e poi si recò a Londra, dove
ottenne presto.. un grande successo letterario e drammaturgico. I suoi lavori teatrali sono ancora oggi
rappresentati in tutto il mondo. Molto
famoso è anche il suo romanzo “Dorian Gray”.
Nel 1895 subì un processo e la condanna per
omosessualità a due anni di lavoro forzato. Durante la prigionia scrisse De profundis e la Ballata del carcere di Reading : Dopo avere
scontato la pena si rifugiò a Parigi dove morì in miseria nel 1900. Di alto
contenuto sociale è il suo breve saggio
“ L’anima dell’uomo sotto il socialismo”, dove
sostenne che solo nel socialismo antiautoritario , dopo l’abolizione della
proprietà privata, tutti gli “individui” potranno realizzarsi pienamente e portare , a compimento tutte le loro
grandi potenzialità, artistiche,
morali ecc. (cfr. brano)
Brano da
commentare: “ … Il socialismo , il comunismo, o in
qualsiasi altro modo si preferisca chiamarlo, convertendo la proprietà privata
in ricchezza pubblica e sostituendo alla competizione la cooperazione,
ricondurrà la società alla sua peculiare condizione di organismo interamente
sano e garantirà il benessere materiale di ogni membro della comunità. Esso
darà, sul serio, alla vita fondamento e ambiente appropriati. Ma, affinché la
vita raggiunga il pieno sviluppo della sua più elevata perfezione, è necessario
anche qualcosa d’altro. Ciò che è necessario è l’individualismo. […]
Se il socialismo sarà autoritario; se vi saranno governi armati di potere
economico come oggi lo sono di potere politico; se, in una parola, avremo delle
tirannie industriali; allora per l’uomo quest’ultima condizione sarà peggiore
della prima. […] E’ chiaro, allora, che
nessun socialismo autoritario potrà farcela.
Perché mentre con l’attuale sistema un numero considerevolissimo di persone può condurre
la vita con una certa quantità di libertà, di espressione, di felicità, con un
sistema da caserma industriale o di tirannia economica, nessuno riuscirebbe ad
avere neppure questa libertà. E’
deplorevole che una parte della nostra comunità sia ridotta praticamente in
schiavitù ma proporre per risolvere il
problema di schiavizzare la comunità intera è puerile . Ciascun uomo deve essere lasciato del tutto
libero di scegliere il proprio lavoro. Su di lui non deve essere esercitata
nessuna forma di costrizione. Altrimenti, il suo lavoro non sarà buono per lui,
non sarà buono in sé e non lo sarà per gli altri. E per lavoro intendo
semplicemente qualsiasi tipo di attività. […] Ma debbo confessare che molte delle idee socialiste che ho avuto
modo di esaminare, mi sembrano contaminate da idee autoritarie, se non di
effettiva coercizione. Naturalmente , autorità e coercizione son fuori
discussione . Ogni associazione deve essere del tutto volontaria. E’ soltanto
nell’associazione volontaria che l’uomo si dimostra valente. [….] Ma ci si può domandare in che modo
l’individualismo, che più o meno per il suo sviluppo dipende dall’esistenza
della proprietà privata, beneficerà
dell’abolizione di tale proprietà privata. La risposta è molto semplice.
[…] Ne beneficerebbe in questo modo. Con le nuove condizioni l’individualismo
sarebbe assai più libero, molto più bello e molto più intenso di quello di
quanto sia oggi. [….] Perché il
riconoscimento della proprietà privata
ha realmente nuociuto all’individualismo
e lo ha offuscato confondendo l’uomo con
quello che possiede. Così l’individualismo è andato completamente fuori strada:
per scopo si è dato il guadagno non il progresso. Di conseguenza, l’uomo ritenne che fosse
importante l’avere, ignorando che invece era l’essere. La vera perfezione dell’uomo
consiste non in ciò che egli ha , ma ciò che egli è. La proprietà privata ha
frantumato il vero individualismo, sostituendolo con un individualismo falso.
Ha impedito a una parte della comunità di essere individuale affamandola. Ha
impedito all’altra parte di essere individuale ponendola sulla strada sbagliata
e ostacolandola. In verità , la
personalità dell’uomo è stata a tal punto assorbita dal possesso che la legge
inglese ha sempre trattato con maggiore severità le offese contro la proprietà
che quelle contro la persona, e la proprietà è sempre il metro di
valutazione per la perfetta cittadinanza
…”
Bibliografia: Oscar
Wilde , L’anima dell’uomo sotto il socialismo
, Feltrinelli, 2005 pp . 157, 159, 163, 165.
WILLIAM MORRIS (1834- 1896) Nasce a Waltastowe nel 1834, da una famiglia agiata. Studiò a Oxford dove conobbe Edward Burne Jones e tramite questi Dante Gabriele Rossetti. Nel 1859 sposò Jane Burden e andarono a vivere a Bexleyheath nella “Red House”. Nel 1861 fondò la ditta Morris, Marshall & Faulkner specializzata in arredamenti, carte da parati, ecc. Durante la lunga relazione di Dante Gabriele Rossetti con Jane Burden , Morris, riuscì a sopportare questo dolore grazie all’affetto ed amicizia di Giorgiana Macdonald, moglie di Burne Jones, che ave fosse infastidito per la mancanza di qualsiasi espressione creativava , in quegli anni, una appassionante storia d’amore con la sua modella, Maria Zambaco. La storia di questi intricati turbamenti sentimentali è descritta dallo stesso Morris in Love is Enough (1873). William Morris fu anche poeta e scrittore molto impegnato sul piano sociale e culturale. Fondò nel 1884 la “Socialist League” e nel 1890 scrisse il suo famoso libro “Notizie da nessun luogo” di cui Maria Luisa Berneri sottolinea le differenze con altre opere utopistiche (cfr. brano)
Brano da commentare: “ La maggior parte
degli scrittori utopistici ipotizzava anche che la felicità dell’uomo
consistesse nel vivere in una società
ben regolamentata che provvedeva per tutte le loro necessità . Non sembra
che scorgessero il pericolo che l’uomo fosse infastidito per la mancanza di
qualsiasi espressione creativa; William Morris
cercò di trovare una garanzia per la felicità dell’umanità nel lavoro, che
diveniva il mezzo per soddisfare l’impulso creativo dell’uomo. Nella sua
società ideale, la maggior parte del lavoro è divenuta una specie di attività
artistica, ma non si arrivò a questo punto immediatamente : “ Il piacere dell’arte o
del lavoro,, come lo si dovrebbe chiamare, spuntò quasi immediatamente a
faticoso e tremendo superlavoro, a fare meglio possibile col lavoro in mano,
per renderlo eccellente nel suo
genere; e quando così era stato per un po’, un desiderio di bellezza sembrò
ridestarsi nelle menti degli uomini ed essi cominciarono rozzamente e in modo
malaccorto a decorare i manufatti che essi producevano; e quando si misero a
far funzionare tale sistema, esso ben presto cominciò a crescere ……. Così finalmente e a lenti passi noi prendemmo piacere al nostro lavoro: allora diventammo
consapevoli di quel piacere e lo coltivammo e ci prendemmo cura di averne
quanto basta; e allora tutto mutò e fummo felici”. ( tratto da un brano citato da Maria Luisa Berneridi William Morris in “ Notizie
da Nessun Luogo , citato da Maria luisa Berneri )
Interessante è anche un brano di Notizie da Nessun Luogo, ove si parla
dell’inutilità nella sua società ideale
di leggi
penali e ciò anche nel caso di reati contro le
donne per motivi di gelosia. (cfr.
brano)
Brano da commentare: “ …. “ Un certo numero di atti di violenza
era inoltre dovuto alla perversione artificiale dei desideri sessuali che
suscitava delle gelosie assurde insieme
con numerose altre conseguenze negative. – In realtà alla base di queste c’era
l’idea sancita legalmente, che, la donna fosse di proprietà dell’uomo, marito,
padre, fratello che fosse. Anche quest’idea è scomparsa insieme con la
proprietà privata. Le stesse idiozie sul “disonore” della donna che, al di
fuori dei legami legali , avesse seguito le sue tendenze naturali erano solo
delle convenzioni basate sulle leggi che tutelavano la proprietà privata. Un’altra causa di violenza, strettamente
legata alla precedente, era la tirannia familiare che , un tempo, è
servita di argomento per tanti romanzi e
racconti e che nasceva anch’ essa dall’esistenza della proprietà privata. Oggi
tutto ciò è scomparso completamente, poiché la
famiglia vive unita non da obblighi sociali o legali, ma dall’amicizia e
dall’affetto reciproci e tutti sono padroni di andare o venire liberamente . ….
( William Morris, Notizie da nessun luogo )
DORA MARSDEN
(1882-1960): attivista femminista e , scrittrice inglese . Il padre,
imprenditore tessile, abbandonò la famiglia e lei, in aiuto della madre
che dovette per mantenere la famiglia lavorare come sarta, iniziò a lavorare
come tutrice già a 13 anni. A 18 anni divenne insegnante e aderì ,
assai presto, al Women’s Social and Political Union (WSPU), fondato da EMMELINE PANKHURST (1858-1928 ) nel 1903.
Il fine di questa organizzazione consisteva principalmente nell' ottenere il diritto al voto alle donne e per tale motivo le sue seguaci venivano chiamate “suffragette “ o più correttamente “suffragiste “ . Ciò che comunque distingueva , in Inghilterra, questo movimento era la radicalità delle loro azioni e delle loro forme di lotta, introdotte soprattutto dalle figlie di Emmeline Pankhurst, CHRISTABEL (1880 -1958) e SYLVIA (1882-1960) . (cfr. brano)
Il fine di questa organizzazione consisteva principalmente nell' ottenere il diritto al voto alle donne e per tale motivo le sue seguaci venivano chiamate “suffragette “ o più correttamente “suffragiste “ . Ciò che comunque distingueva , in Inghilterra, questo movimento era la radicalità delle loro azioni e delle loro forme di lotta, introdotte soprattutto dalle figlie di Emmeline Pankhurst, CHRISTABEL (1880 -1958) e SYLVIA (1882-1960) . (cfr. brano)
Brano da commentare: “ In quell’epoca le suffragette britanniche erano alla testa
del movimento femminile internazionale; per azioni e forme d’organizzazione
(anche se non necessariamente nel programma) erano molto più radicali delle
organizzazioni femminili socialdemocratiche. Utilizzavano l’azione diretta con
la stessa forza dei sindacalisti rivoluzionari e la loro concezione di
partecipazione attiva preannunciava già le organizzazioni dei
“rivoluzionari di professione”. Potevano sempre contare su centinaia di donne sconosciute – per lo
più della classe lavoratrice – che erano
bersaglio delle manganellate della polizia, delle campagne diffamatorie
dei giornali e andavano a finire in prigione. Qualche volta queste “scatenate”
attraversano periodi di privazioni e miseria; dedicavano tutto il tempo alla
lotta , viaggiavano per il paese e
andavano ovunque ci fosse bisogno di loro” (
Josè Gutiérres Alvares – Paul B. Kleiser, Le sovversive )
Bibliografia: Josè Gutiérres Alvares – Paul B. Kleiser, Le sovversive, erre emme, 1995, p. 159
Dora Mardsen , nel 1909
fu arrestata, durante uno scontro
tra donne , che erano appena uscite
dalla Caxton Halle, dove si era
svolta una conferenza sui diritti delle donne, e la polizia . Nel processo che seguì all'arresto fu condannata
insieme ad altre sei compagne, al pagamento di una multa o
a un mese di prigione. Tutte scelsero la prigione. Per
la sua determinazione e
fierezza, mostrate in quella occasione, Dora Mardsen divenne famosa tra le sue compagne ed elogiata dalla stessa Emmeline Pankhurst. Nel 1911, tuttavia, assai critica nei confronti del
centralismo, sempre crescente, di quell’organizzazione , la lasciò e fondò, insieme ad altre
compagne, la Women’s Freedom League e il loro giornale, The Freewooman”, dove rifiutando come
fine il diritto politico al voto, ritenuto inadeguato ai fini di una effettiva emancipazione della donna, si affrontavano temi, per quei tempi
scandalosi, quali l’amore libero (incluso quello omosessuale) , il
diritto di autodeterminazione del proprio corpo etc. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ La nostra rivista
sarà diversa dalle attuali riviste settimanali dedicate alla libertà delle
donne. Queste si basano infatti su una libertà che viene dall’esterno. Si
occupano di qualcosa che le donne possono acquisire. Noi però siamo soprattutto
interessate a ciò che le donne possono divenire. Il nostro interesse è la
Donna libera in sé, la sua filosofia, la sua psicologia, la sua moralità e le
sue conquiste, e solo in secondo luogo la sua politica e l’economia. Sarà
nostro compito fare chiarezza sul fatto che tutta la disputa intorno alla
libertà delle donne si fonda su considerazioni spirituali e deve perciò essere
risolta su questa base. Se le donne sono libere spiritualmente , tutto il resto
deve essere misurato su questo fatto, e ciò sia per quel che riguarda il corpo,
la casa, la società, che per ciò che riguarda l’economia e la politica” ( Dora Marsden nel
primo numero di The Freewoman, 23 novembre 2011)
Bibliografia: in Lorenzo Pezzica, ANARCHICHE. Donne
ribelli nel Novecento , Shake edizioni 2013 p. 56
La rivista cambiò, nel tempo, nome: The New Freewom e infine “The
Egoist”. Notevole
fu l’influenza sulla Marsden, che amava definirsi “ femminista egoista”, del
pensiero di MAX STIRNER, tornato in auge grazie all’ opera di J. H.
MACKAY. Il libro di Stirner, L’
Unico fu definito dalla Mardsen “ Il libro più potente
che una singola mente umana abbia mai prodotto”. Ebbe anche stretti rapporti
coi pensatori individualisti americani, tra cui soprattutto BENJAMIN
TUCKER (cfr. post su…) . Nel 1914 lasciò la
direzione della rivista “The Egoist” al poeta americano EZRA POUND, che la trasformò in una
rivista letteraria e alquanto reazionaria.
THOMAS KEELL (1866-1938).
Militante inglese anarchico lavorò come tipografo in due giornali : Freedom e Voice
of Labour e ne divenne uno dei principali redattori, svolgendo infine anche il ruolo di editore. Nel 1907 Tom Keell assistette al Congresso
Anarchico Internazionale d’ Amsterdam ,
dove conobbe Emma Goldman , di cui fu sincero amico anche anni più tardi
quando fortemente delusa dall’
esperienza russa si stabilì per un certo
periodo in Inghilterra e la sosterrà, insieme ad altri (non molti) compagni
inglesi, nella sua propaganda, aspramente contestata negli ambienti di sinistra
di allora, contro la dittatura
comunista. E’ da ricordare inoltre che
nel 1915 di fronte alla decisione di Kropotkin, principale
fondatore insieme a Charlotte Wilson (
cfr. post CHARLOTTE WILSON) del mensile
Freedom , di
sostenere la guerra delle forze della Triplice Intesa , contro gli Imperi Centrali sulle pagine di quel
giornale, fu Tom Kelly, nel suo ruolo di
direttore e editore di “Freddom” all’interno di questa
rivista ad opporsi , coadiuvato tra gli altri redattori anche
dalla sua compagna LILIAN WOLFE (cfr. post ANARCHICI INGLESI, COLIN WARD ….) ad
opporsi, senza esitazioni, a tale
tentativo. Nacque una scissione tra interventisti ed anti-interventisti ( cfr. post
LA GUERRA MALEDETTA) e furono questi ultimi guidati da Tom Kelly a
prevalere, anche se con molto dolore a causa della profonda devozione nei confronti di tutto quello che Kropotkin avesse sempre rappresentato per loro. (cfr. brano).
Brano da commentare: …“ Nell’agosto 1914
lo scoppio della prima guerra mondiale provoca un forte dibattito e profonde
divisioni all’interno del movimento socialista internazionale, e anche gli
anarchici si dividono tra coloro che continuano a sostenere l’opposizione a
ogni guerra e una minoranza che ritiene invece di dover prendere parte al
conflitto , rivedendo in parte o tolamente le posizioni teoriche assunte in
precedenza […] Nell’ottobre 1914 il dibattito si accende dopo la
pubblicazione su “Freedom” di
una lettera di Kropotkin indirizzata al professore svedese Gustaf Steffen, in
seguito alla richiesta da parte di quest’ultimo di esprimere un’opinione
riguardo al conflitto in corso, preceduta in realtà già da alcun i interventi kropotkiniani in tal senso. Nella sua lettera Kropotkin sostiene il dovere, da parte di tutti coloro che hanno a cuore il
progresso umano e gli ideali dell’Internazionale, di fare qualsiasi cosa
possibile per fermare l’invasione tedesca dell’Europa occidentale […] La
risposta più significativa alle posizioni interventiste di Kropotkin e di Grave, ma anche di altri, è quella di Erruco
Malatesta con quello che probabilmente è
uno degli articoli più mnoti pubblicati da “Freedom”: Anarchist Have Forgotten their Principles […] Oltre
che sulle pagine di “Freedom” ,
anche all’interno della redazione lo scontro tra chi sostiene l’appoggio
all’Intesa come Kropotkin e chi invece si oppone alla guerra è
acceso, tanto che l’anarchico russo chiede le dimissioni dell’editore Thomas Keell dopo la sua presa di posizione
nell’ottobre 1914 con un articolo in cui sostiene che la classe lavoratrice non
ha nulla da guadagnare dal presente conflitto. Inoltre in un incontro a
Brighton Kropotkin chiede esplicitamente la chiusura di “Freedom”,
ma Keel
rifiuta e il giornale continua a uscire come mensile del gruppo contrario alla
guerra. Nel marzo 1915 viene quindi pubblicato su Freedom l’
International Anarchist Manifesto on the War, una presa di
posizione chiara contro la guerra in corso e contro tutte le guerre, firmato
tra gli altri da Errico Malatesta, Emma Goldman, Thomas Keell,
Alexander Berkman,
Ferdinand Domela Nieuwenhuis, Luigi Bertoni e Alexander Schapiro . “ ( Selva Varengo, Pagine anarchiche. …. )
Bibliografia: Selva Varengo, Pagine anarchiche. Pëtr Kropotkin e il
mensile “ Freedom” (1886-1914), Biblion edizioni, 2015 pp. 68,
69, 70, 71.
La prestigiosa rivista “Freedom “ poté così , grazie anche
alla fermezza di Tom Keell, mantenere, nonostante la “ grande guerra “ la
prospettiva antimilitarista ed
antibellicista delle origini. La guerra però non fu senza conseguenze sul
movimento anarchico inglese e tra gli effetti negativi , secondo me non
secondari, fu anche la drastica battuta
d’arresto che essa, provocò in quella
ricerca di un “nuovo stile di vita” che tanto aveva caratterizzato, in
Inghilterra, il primo decennio del XX
secolo. A livello individuale , tuttavia, la “the New Life” non venne completamente
abbandonata come almeno sembrerebbe
confermare il fatto , per
esempio, che Tom Keell e Lilian Wolfe sino alla morte di lui,
vissero insieme ad altri compagni,
nella Whiteway Colony ( Comunità tolstoiana
fondata nel 1898 ).
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