giovedì 28 aprile 2011

ANARCHICINI: * INDIVIDUALISMO ANARCHICO (1) : JOHN HENRY MACKAY ( 1864-1933); EMILE ARMAND (1872-1962) ; LIBERTAD (1875-1908); HAN RYNER ( 1861-1938) ; ZO D’ AXA ( 1864-1930), MAHE' (1881-1960), JEANNE MORANDE (1883-1969), MARIA KLÜGEL (1872-1906).



JOHN HENRY MACKAY ( 1864-1933), scozzese da parte del padre, morto quando lui aveva due anni, e tedesco da parte di madre. Formatosi nella lingua e cultura tedesca fu autore di numerosi saggi , romanzi e poesie .  La sua poesia intitolata  Anarchy fu posta da Emma Goldman come premessa del suo articolo  " L' anarchia cosa vuole veramente . (cfr. poesia da commentare)
 Poesia da commentare: “ Anarchia: Sempre ingiuriata, maledetta, mai capita/ Tu sei il terrore orrendo della nostra epoca/ “Rovina di ogni ordine” - grida la folla - / tu sei, e la furia insaziabile della guerra e del delitto. Oh, lasciali gridare! A coloro che non hanno mai faticato/ per cercare la verità dietro una parola/ A loro non è mai stato dato il vero significato della parola / Essi continueranno ciechi tra i ciechi/ Ma tu, o parola così chiara, forte e pura/ Tu racchiudi tutto ciò che ho scelto come meta/ Ti lascio per il futuro! Sarai/ quando ognuno infine si risveglierà in se stesso/ Sarà alla luce del sole? Nel fremito della tempesta?/ Non sono in grado di dirlo- ma la terra lo vedrà- Sono un anarchico! Perciò/ Non governerò e non vorrò essere governato! “  (  John Herry Mackay, Anarchy)
Bibliografia: in   Emma Goldman, anarchia femminismo e altri saggi, La  Salamandra, 1976 p. 39
Mackay  fu un precursore  della lotta per i diritti degli ( e delle) omosessuali  . Studiò filosofia   a Kiel, Lipsia e  a Berlino. Determinante per il riconoscimento della sua omosessualità, oltre alle riflessioni in lui suscitate dal processo contro Oscar Wilde,  fu  il libro di Richard  von Kraft-Ebing, Psycopathia sexualis (1885-1886).   Nonostante l’indubbia utilità ricavata dalla lettura di quell’opera rifiutò però recisamente la concezione di  Kraft-Ebing dell’ omosessualità come “aberrazione sessuale.” a cui  contrappose invece la sua definizione di omosessualità come   “amore senza nome”.  I suoi numerosi scritti, in poesia e in prosa, a sostegno dell’amore omosessuale  furono tutti da lui firmati con lo pseudonimo di Sagitta  e vennero sistematicamente condannati e vietati, il che però non impedì la loro diffusione. (cfr. brano)
Brano da commentare: “  La vita stessa troverà questa soluzione   ( all’amore omosessuale: parentesi mia)  non nella separazione dalle sue altre questioni, ma piuttosto con loro. Perché anche la questione di questo amore è, nelle sue basi più profonde, una questione sociale: la lotta dell’individuo per la sua libertà contro qualunque tipo di oppressione […] Perché in fondo ognuno capisce il proprio amore, ed ogni altro gli è estraneo e incomprensibile, se non sinistro, Anche qui solo la comprensione del diritto alla eguale libertà, la tolleranza verso stili di vita stranieri come il più alto e finale risultato della civiltà, può essere salutare” ( SagittaFenny Scaller and Other  Prose from the  Books of the Nameless)

Bibliografia:   in Hubert Kennedy, Anarchico d’amore. La vita segreta di John Henry Mackay. Traduzione e prefazione di Massimo Consoli. La Fiaccola, 2006 p. 42.
 
 A Mackay si deve, tra l’altro,  un importante biografia, di Max stirner, (cfr. post: MAX STIRNER, ANSELM BELLEGUARIGUE  E ….) che  pubblicata per la prima volta nel 1898, influì notevolmente  sugli ambienti anarco-individualisti  (e non solo)  della fine del secolo XIX. (cfr. brani)
Brani da commentare: 1)  “ E’ con riluttanza che mi decido a portare momentaneamente a termine le mie scoperte sulla vita di Max Stirner  attraverso la presente opera . Non è che mi senta obbligato nei confronti del pubblico, ad accelerare in qualche modo il mio lavoro; i tedeschi hanno completamente dimenticato tanto a lungo il loro pensatore più coraggioso e coerente, che hanno perso qualsiasi diritto ad avere in regalo la sua vita. No, ciò che mi spinge è, in primo luogo, la considerazione, del tutto personale, che questo lavoro sia stato messo già per troppo tempo dietro ad altri progetti e debba quindi finalmente essere realizzato; sono inoltre convinto che solo un caso fortuito potrebbe rendere accessibili nuove fonti.  Aspettare quel caso vorrebbe dire rinviare la conclusione del lavoro a data incerta. Quindi metto a disposizione ciò che ho. A nessuno  dispiace più che a me  il fatto che sia poco. Tuttavia , dopo un primo sguardo al percorso compiuto, è molto di più di quanto sperassi di ottenere. …” …”  ( John Henry Mackay, prefazione alla prima edizione  di Max Stirner. Vita e opere  1898; 2)  “… Andrebbe al di là dell’ambito di questo libro e non è nelle  mie intenzioni seguire l’influenza che la concezione del mondo di Max Stirner ha avuto fino ai nostri giorni e occuparmi della posizione che ha riconquistato. Questo dovrà senza dubbio essere fatto un giorno, e lo sarà, anche se non da me. Il primo aspetto sarà particolarmente difficile. L’influenza di Stirner potrà essere documentata con piena chiarezza e in modo inconfutabile soltanto da coloro che hanno fatto propria la sua dottrina dell’egoismo e la diffondono in tutte le direzioni, mostrando soprattutto quale netto contrasto ci sia tra questa dottrina dell’autocrazia dell’individuo e tutte le teorie dello Stato, quali che siano le forme da queste assunte nell’età moderna. Non che Stirner non avesse portato anche soltanto una delle sue idee fino al suo punto estremo. Ma nei suoi attacchi diretti doveva essere cauto se non voleva distruggere il suo lavoro. Coloro che portano avanti quell’insegnamento sono gli anarchici individualisti del mondo. Il loro potere non sta nel numero, bensì nell’importanza di avere  dei seguaci . L’eventuale opera dovrebbe quindi innanzitutto preoccuparsi dei loro sforzi in modo più dettagliato e approfondito di quanto si sia ritenuto necessario fare finora. …” (  John Henry Mackay, Max Stirner . Vita e opere, terza edizione, 1914)
Bibliografia :  John Henry Mackay, Max Stirner . Vita e opere, Bibliosofica, 2013, primo brano  a p. 14 e secondo brano a p. 40

 Morì nel 1933, dieci giorni dopo, il rogo nazista all’ Institut fur  Sexualwissenschaft (= Istituto delle scienze sessuali”).
                                                                                                                               
                                                                           

 Il libro  di Mackay su Max Stirner fu fatto conoscere in  Francia dall'anarco-individualista EMILE ARMAND (1872-1962), che ne sintetizzò il contenuto prima ancora che venisse tradotto in francese. ( cfr. brano)
Brano da commentare: "  Egli ( Mackay) non risparmiò nessuna ricerca per informarsi [...] Fu un lavoro difficile, si può crederlo. E' il risultato di questo sforzo continuo e prolungato che io sto tentando di esporre in questa sede. Da queste ricerche è nata una copiosa biografia; "Max Stirner, sein Leben un sein Werk" ( Max Stirner, la sua vita e la sua opera) la cui prima edizione data dal 1897. Io credo che quest'opera, che purtroppo non è stata ancora tradotta in francese, contribuì particolarmente a far capire:  "Il singolo e la sua proprietà " ( Max Stirner visto da E. Armand)
Bibliografia:  Max Stirner visto da E. Armand in Daniel Guérin, Né Dio né padrone,   Antologia del pensiero anarchico, vol. I, Jaka Book, 1970, p. 21

 Il padre di  Emile Armand  era stato un comunardo e dette al figlio una educazione laica e socialista umanitaria. Dal 1889 al 1897 militò nell’Esercito della salvezza , sino  alla sua adesione all’anarchismo cristiano tolstoiano. Poi dopo un breve periodo  in cui , attraverso il giornale da lui fondato, L’ Ere nouvelle    publicizzò il comunismo pratico e l’esperienza delimilieux libres” passò all’anarco-individualismo. Durante la prima guerra mondiale venne condannato a 5 anni di prigione per avere incitato alla diserzione e nel 1922 pubblicò il giornale anarco-individualista, “ En dehors" , in cui, tra l’altro,  sosteneva l’importanza della pratica della “camaraderie sexuelle” al fine di  stabilire tra le persone rapporti sociali e sessuali più autentici di quelli  diffusi dalla morale dominante.
Brano da commentare: “Il colono è un tipo speciale di militante.  Non tutti sono idonei a vivere in comunità, ad essere un “milieu-libriste”. Il “colono-tipo” ideale è un uomo  che si è sbarazzato  dei difetti e delle meschinità i quali rendono così difficile la vita in un terreno o spazio riistretto: egli ignora dunque i pregiudizi sociali e morali dei borghesi e dei piccoli-borghesi. Buon compagno,  non è  invidioso,  curioso,  geloso, sguaiato. Conciliante, egli si mostra molto severo  verso se stesso e molto disponibile  verso gli altri. […] Prima di essere un colono esteriore, conviene essere un colono interiore” ( da E. Armand,  Milieux de vie commun et colonies (1931)
Bibliografia :in Céline Beaudet, Les milieux libres. Vivre en anarchistes à la Belle Epoque en France, Editions Libertaires, 2006  primo brano a p. 104 e secondo brano a p. 204
                                                                                
LIBERTAD (1875-1908).  Fondatore nel 1905 del giornale L’Anarchie, che avrà una considerevole influenza  sul movimento anarchico individualista francese, ma anche, in parte, su quello comunista .(cfr. Victor Serge,  Memorie di un rivoluzionario, che lo descrive così: “Infermo delle sue gambe, camminava sulle stampelle, di cui si serviva vigorosamente nelle risse, grande rissaiolo, egli aveva un torace possente, una testa barbuta dalla fronte armoniosa… Violento e magnetico, egli divenne l’anima di un movimento di un dinamismo così straordinario , che non si è ancora spento. Egli amava la strada, la folla, il chiasso, le idee, le donne. Egli visse due volte in “ ménage” con due sorelle: le sorelle Mahé e le sorelle Morand. ….”, . Morì nel 1908 in seguito ad una rissa. 
Brano da commentare: “  Oui, la citè future, tres joli mais c’est trés loin !” , mais des amis qui ne conçpoivent demain qu’ en  marchant devant eux et qui sollicitent une meilleure minute en vivant la minute presente. La destruction totale est faite de destructions partielles. On ne décrète pas la conscience social, on la forme tous les jours” ( da Libertad Albert, Le travail antisocial et les mouvements utiles, 1909
Bibliografia: in Céline Beaudet, Les milieux libres. Vivre en anarchistes à la Belle Epoque en France, Editions Libertaires, 2006 p. 204
                                                                             
HAN RYNER ( pseudonimo di Jacques Elie Henri Ambroise Ner ( 1861-1938)fu uno scrittore anarchico individualista e pacifista, nato in Algeria ad Oran. . Dopo la morte della madre che era molto religiosa diventa  massone e poi anarchico.,  Redattore capo della rivista  Demaincollaborò a molte  pubblicazioni libertarie. Si oppose  attivamente  si oppose , assieme a Emile Armand e a Sebastien Faure, alla prima guerra mondiale sostenendo il diritto  all’obiezione di coscienza. Partecipò a molte campagne libertarie  , tyra cui quella per Sacco e Vanzetti e per Nestor Makhno. Scrisse diversi romanzi centrati sul tema dell’ “amore plurale” in contrapposizione della povertà dell’ amore unico. Morì nel 1938. Sua figlia  GEORGETTE RYNER ( 1895-1975)82) anche lei   scrittrice svolse una impegnativa attività pedagogica libertaria in Algeria.
Brani da commentare : 1) “…   Ciascun raggruppamento ai miei occhi è un doppio crimine: sminuisce l’individuo e divide l’umanità. Radunare uomini significa renderli sempre nemici di altri uomini. […] L’unico rifugio è l’amore libero e plurale non organizzato. L’organizzazione rovina tutto. Organizzare la libertà è creare servitù. Organizzare l’amore è  fomentare gelosie e odii. L’amore plurale è un sentimento schietto e naturale, dolce e innocente come il mio amore per il villaggio in cui mossi i primi passi e dove rivolsi i miei primi sguardi. L’organizzazione converte un sentimento in un patriottismo guerriero , e di un altro ne fa una religione intollerante che, come tutte le religioni, assassina quando serve. ( citato da  Maria Lacderda De Moura  in “Han Ryner e l’amore plurale” ; 2) “ … Le relazioni tra l’uomo e la donna devono essere, come tutte le relazioni tra persone, assolutamente libere da entrambe le parti.  Esse devono esprimere una  reciproca sincerità.  Il reciproco amore  è la più bella cosa tra quelle indifferenti, la più vicina ad essere una virtù. Fa la nobikltà del baciare. Se il bacio senza amore è l’incontro di due desideri e di due piaqceri, non costituisce una colpa ( Han Ryner, Manualetto individualista (1905)
Bibliografia . Primo brano in  Maria Lacderda De Moura,   Han Ryner e l’amore plurale” in  Amatevi e non moltiplicatevi  a cura di Miriam L.  Moreira Leite, Edizioni Spartaco, 2006 p. 148. Secondo Brano in  Han Ryner, Manualetto individualista          
                                                         
ZO D’ AXA,  ( 1864-1930), pseudonimo di Alphonse Gallaud de la Pérouse.  Anarchico individualista, giornalista, poeta, individualista  e antimilitarista. Nato in una famiglia borghese benestante. Si arruolò nei Chausseurs d’Afrique e nel 1882, disertò. Trovò rifugio  a Roma , dove frequentò numerosi intellettuali ed artisti , ( tra questi il pittore Vanutelli ).  Grazie ad una amnistia, nel 1889,  potè tornare in Francia  e fondò il famoso settimale libertario, “L’ en dehors” .   Per il contenuto dei suoi articoli antimilitaristi e anticonformisti,  venne più volte  condannato e il suo giornale sequestrato.  Fece numerosi viaggi all’ estero  ( Olanda,  Italia, Germania, Grecia, Turchia  ,  Giaffa i) da dove veniva, prima o poi,  sistematicamente espulso per vagabondaggio  e per sovversione dell’ordine pubblico.   Negli anni novanta si distinse per il suo impegno nella difesa di Dreyfus nonostante, come egli non mancava di precisare,    costui fosse  un  ufficiale dell’esercito. Durante le  elezioni del 1899 , Zoo d’Axa presentò come candidato per il Parlamento un asino bianco e  girava con esso per le vie di Parigi, seguito  da parecchia gente  curiosa e divertita. Questa beffarda    e di per se stessa  non violenta “propaganda anti- elettorale” si concludeva, poi,   sempre  con inevitabili scontri con la polizia. Dai primi anni del novecento viaggiò ininterrottamente in tutti e  cinque i continenti sino  a quando, tornato in Francia, si suicidò nel 1930.
Brano da commentare: “ Vivere per l’ora presente, fuori dal miraggio delle società future; vivere e palpare questa esistenza nel piacere orgoglioso  della battaglia sociale. E’ più di uno stato di spirito: è un modo di essere- e subito” ( L’en dehors, 1892)
                                                                                       

Una riflessione approfondita , più pratica che teorica,   sul femminismo, il matrimonio, la libertà sessuale , il controllo delle nascite  fu elaborata,  anche dalle anarchiche individualiste , frequentatrici,  occasionali o "habitués" dei "milieux libres",  la cui notorietà non è purtroppo paragonabile con i loro patners maschi, anche se per quel poco che se ne sa, non erano meno agguerrite ed appassionate di loro nel  "vivre à l' anarchie".  Tra queste pioniere dell 'anarco-femminismo in Francia   mi limito a ricordare : ANNA MAHE'  (1881-1960), JEANNE MORANDE (1883-1969), MARIA KLÜGEL (1872-1906).
 Nota:  Non ho trovato ad eccezione di MARIA KLÜGEL,   loro  immagini, a cui potermi ispirare e quindi mi sono inventato , basandomi  soprattutto sul film  " Casco d'oro" di Jacques Becker (1952),  alcune immaginarie  "femmes de la  Belle Epoque". 
ANNA MAHE'   , insegnante , divenuta anarchica, , fu per un certo tempo la compagna di Libertad, con cui fondò le  “causeries populaires e codirettrice del giornale settimanale  “ L’ Anarchie”. Sia lei che la sorella, Armandine  ebbero un figlio da Libertad. Scrisse il pamphlet , L’eredità e l’educazione
JEANNE MORANDE , figlia di uno sterratore anarco -sindacalista nel 1905, si trasferì a Parigi, dove per vivere faceva  la domestica e al tempo stesso frequentava gli ambienti anarchici. Nel 1907 andò a vivere con Libertad .  Fu più volte arrestata per oltraggi a pubblici funzionari e per  affissione illegale di manifesti. Dopo la morte di Libertad Jeanne Morand divenne la compagna dell’anarchico Jack Long . Si occupò di cinema e di teatro  e organizzò corsi di  dizione e di recitazione. Durante la prima guerra mondiale Jack Long disertò e lei si rifugiò con lui in Spagna. Nel 1921, tornati in Francia furono perseguitati dalla polizia con l’accusa di avere collaborato con il nemico. Jack Long si suicidò e lei passò tre anni in prigione. Morì nel 1969.  
 MARIA KLÜGEL  con il suo  compagno Emile Armand fondò, nel 1901, L’Ere Nouvelle. Insieme ad altri 250 compagni e compagne contribuì alla fondazione della Colonia di Vaux e si occupò in particolare di quella parte dello statuto, che riguardava le donne. Malata di tubercolosi morì nel  1906.
Brani da commentare: 1) )Tutte queste donne hanno in comune, attraverso la diversità dei loro percorsi, di avere rifiutato al tempo stesso il matrimonio che esse consideravano simile ad una forma di prostituzione legale e la condizione di dominata e di sfruttata che si offriva ad esse nei limiti del salariato .  Esse si sono impossessate   delle possibilità di emancipazione immediata che offriva loro il solo movimento politico che accordava alla sfera privata una importanza determinante, Con l’invenzione dei nuovi stili di vita incluse le esperienze comunitarie, l’educazione anti-autoritaria dei bambini, l’affermazione di una sessualità libera, esse hanno condotto una forma elegante di propaganda  attraverso l’azione” ( Anne Steiner, Les militantes anarchistes individualiste: des femmes libres à la Belle Epoque );  2) " Le donne anarchiche cercano dunque di emanciparsi dal ruolo di madre e dalla loro dipendenza fisica ed economica non solamente dal bambino, ma anche egualmente dall'uomo. Esse, con il movimento anarchico si spingono più lontano che le femministe (ad eccezione di personalità come Pelletier e Nelly Roussel) nelle loro rivendicazioni dal punto di vista del corpo e della sessualità e giustificano questi modi di comportarsi ( = demarches) nella volontà sempre presente di resistere alla società che le circonda ". ( in Céline Beaudet,  Les milieux libres. Vivre en anarchiste à la Belle Epoque en France)
Bibliografia : Primo brano in Anne Steiner, Les militantes anarchistes individualistes: des femmes libres à la Belle Epoque in http://amnis.revues.org/1057 p. 4 e  secondo brano in Céline Beaudet,    Les milieux libres. Vivre en anarchiste à la Belle Epoque en France, Les editions libertaires, 2006, p. 128
                                                                                   
                                                                                           

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