Il padre dei fratelli Magon era un indigeno e la madre una meticcia. Ricardo portò il “Partito Liberale Messicano” su posizioni sempre più libertarie e anarchiche, tanto da far sostituire lo slogan originario “Riforma, libertà e giustizia” nella parola d’ordine “Terra e libertà”.Ricardo fu uno dei principali animatori dell’insurrezione rivoluzionaria dei contadini messicani dal 1911 al 1914 e oltre.. Morì in una cella della prigione federale di Leavenwoth negli USA nel 1922.
Brani da commentare: 1) “ Se il popolo un giorno avesse la brutta idea di acclamarmi suo governante, io gli direi: “Io non sono nato per essere boia. Cercati un altro!” (da un articolo di Ricardo Flores Magon in “Regeneration 1911 ) . 2) La Rivoluzione Messicana non è il risultato dello scontro di ambizioni di caudillos che aspirino alla presidenza della Repubblica [….] il popolo messicano si è sollevato in armi non per avere il gusto di mettersi sopra un nuovo presidente, bensì per conquistare con il ferro e con il fuoco Terra e Libertà. […] Il Capitale, l’Autorità e il Clero! La trilogia maledetta che impallidisce quando ai suoi orecchi giunge questo grido formidabile: Viva Terra e Libertà “ (da un discorso di Ricardo Flores Magon tenuto nel 1914) .
Bibliografia: in Pier Francesco Zarcone, La libertà e la terra, massari editore, 2006, p. 188 e p. 276
MARIA TALAVERA BROUSSE (1867-1946) Militante assai attiva
del “Partito Liberale Messicano” e infaticabile propagandista degli ideali socialisti libertari. Fu più volte processata
e condannata. Conobbe Ricardo Flores Magon a
Los Angeles in California , ne divenne la inseparabile compagna e non gli fece mancare il suo sostegno anche
nei lunghi periodi in cui lui era detenuto in condizione disumane nelle carceri nordamericane. Dopo
la morte di Ricardo Flores Magon nel 1922
Maria Talavera continuò a
diffondere le opere e le
idee del suo compagno sino alla
fine della sua vita nel 1946.
Brani
da commentare:1) “ Yo como socialista agitária al pueblo Que se levante para salvarte. Recuerda el año pasado cuánta gente hubo la
primera vez que te sacaron. Yo fui volando a la plaza de los mexicanos y me los traje. Esta fue mi idea de hacerme socialista, tanto porque quiero el bien de todos y para ser fuerte..” ( da una lettera di
Maria Talavera a Ricardo Flores Magon alla vigilia di un suo
trasferimento in un carcere dell’ Arizona); 2) .. Felipa capì che era Maria Brousse Talavera, da tanti anni la compagna di Ricardo
Flores Magon. Si diceva che fosse per
metà indigena, ma, a parte il colorito bruno e gli zigomi alti, nulla lo faceva
pensare. Vestiva come una perfetta americana, con un lungo tailleur, da cui
uscivano gli sbuffi della camicetta, e capelli tagliati corti. Era truccata con
cura… ( Valerio Evangelisti, Il
collare spezzato.. )
Bibliografia: Primo brano in www.filosofiabuap.mx/CEG/Index-....... e secondo brano
in Valerio Evangelisti, Il collare spezzato, Mondadori p. 232
PRAXEDIS GUERRERO (1888-1910) Capo
guerrigliero dello Stato del Chihuahua. Fu un compagno di lotta di Ricardo
Flores Magon. Nel dicembre del 1910, Praxedis, con
un gruppo di guerriglieri, attaccò la città di Janos e la
conquistò. Il sindaco della città aveva già firmato la resa, quando Praxedis fu
ucciso a tradimento. Le sue azioni di guerriglia aprirono la strada alla
rivoluzione contro Diaz, iniziata nel gennaio 1911.
Brano
da commentare: “Cercando la felicità, molti individui passano il tempo
dedicando le loro forze alla difesa di
interessi falsi allontanandosi dal punto obiettivo di tutti i loro affanni e di tutte le loro
aspirazioni: il miglioramento
individuale, e convertendo la lotta per la vita in una guerra feroce
contro il prossimo. [….] Carpire agli altri la felicità, vuol dire fabbricare
catene [….] E senza dubbio , la maggior parte della gente ingannata
dall’apparenza dei suoi falsi interessi, vaga per il mondo in cerca del
benessere, portando come bandiera questo principio assurdo: far del male per
ottenere un profitto. Nella
soddisfazione completa delle necessità
morali e fisiche, nel godimento della vita, senza minacce né ostacoli che la
amareggino, sono insiti tanto l’interesse particolare degli individui quanto
quello della collettività. Coloro che vi
si oppongono, spezzando i legami di solidarietà che la natura ha stabilito fra
i membri della stessa specie, agiscono contro se stessi; ledendo gli altri, il
benessere diventa impossibile giacché non può essere duraturo né sicuro in
mezzo a una società che giace sulle spine: a una società in cui la fame mostra
il suo volto livido alle porte delle botteghe ripiene […] in cui una parte degli uomini, lavorando sino
allo sfinimento, possono soltanto vestirsi male e mangiare peggio; in cui
l’altra parte toglie ai produttori quel che esce dalle loro mani e dalla loro
intelligenza […] in una società squilibrata o […] in cui il concetto di giustizia è
interpretato in modo talmente iniquo,
che si mantengono istituzioni barbare per perseguitare e martirizzare le
vittime innocenti dalle aberrazioni
ambientali” (in Pietro Ferrua, Gli
anarchici nella rivoluzione messicana: Praxedis Guerrero, La fiaccola, p. 125-127
Bibliografia: in Pietro Ferrua, Gli anarchici nella
rivoluzione messicana: Praxedis Guerrero,
La fiaccola, p. 125-127
ETHEL DUFFY TURNER , prima moglie di JOHN KENNETH TURNER, nordamericano, militante dell’ IWW ( Industrial Workers of the World, cfr. post a questo nome) scrittore e autore del famoso libro “Messico barbaro” dove denunciava all’opinione pubblica internazionale i crimini della dittatura di Porfirio Diaz, si trasferì, per tutto il periodo della rivoluzione in Messico con il marito, si impegnò attivamente nelle lotte magoniste e frequentemente faceva da staffetta trasportando messaggi cifrati ai rivoluzionari detenuti nei carceri nordamericani eviando la minuziosa vigilanza delle guardie. A lei fu anche affidata una pagina scritta in inglese sul giornale del movimento magonista “ Regeneracion” dove spiegava, con abbondanza di particolari, gli obiettivi e i metodi adottati dai rivoluzionari. Fu grande amica di Praxedis Guerrero, che aveva un’assoluta fiducia in lei e le consegnò tutti i suoi manoscritti prima della sua ultima e fatale spedizione armata. La sua opera principale fu una biografia di Ricardo Flores Magon.
ETHEL DUFFY TURNER , prima moglie di JOHN KENNETH TURNER, nordamericano, militante dell’ IWW ( Industrial Workers of the World, cfr. post a questo nome) scrittore e autore del famoso libro “Messico barbaro” dove denunciava all’opinione pubblica internazionale i crimini della dittatura di Porfirio Diaz, si trasferì, per tutto il periodo della rivoluzione in Messico con il marito, si impegnò attivamente nelle lotte magoniste e frequentemente faceva da staffetta trasportando messaggi cifrati ai rivoluzionari detenuti nei carceri nordamericani eviando la minuziosa vigilanza delle guardie. A lei fu anche affidata una pagina scritta in inglese sul giornale del movimento magonista “ Regeneracion” dove spiegava, con abbondanza di particolari, gli obiettivi e i metodi adottati dai rivoluzionari. Fu grande amica di Praxedis Guerrero, che aveva un’assoluta fiducia in lei e le consegnò tutti i suoi manoscritti prima della sua ultima e fatale spedizione armata. La sua opera principale fu una biografia di Ricardo Flores Magon.
Brano
da commentare: “ Ogni informazione, per quanto sia ostile alla nostra causa, il
giornale che diffonde, dice solo una cosa nei riguardi della condotta dei
rivoluzionari, e cioè che trattarono tutti i passeggeri e gli impiegati9
ferroviari, con tutta la gentilezza e la considerazione possibile. I
rivoluzionari requisirono ai passeggeri vettovaglie e munizioni, ma prima di partire
lasciarono loro una borsa contenente una somma equivalente agli articoli presi.
I fondi del furgone postale non vennero toccati. I macchinisti, arrivando a Juarez dopo l’avventura,
dichiararono unanimamente di essere stati ben
trattati. Un telegramma inviato a
Washington dal Console Edwards di Ciudad Juarez, dichiara chiaramente che tutti i
passeggeri furono trattati bene. Quando un treno mandato verso il Sud, il
venerdì, ritornò la sera stessa a Juarez, un insorto salì a bordo e informò il
macchinista che i ponti erano stati distrutti e che il treno avrebbe dovuto
fare marcia indietro o almeno procedere con cautela. Gli insorti dichiararono che i rivoluzionari
non volevano che nessuno rischiasse di farsi male” (Ethel Duffy Turner, “ Guerrero heads Patriot
Band in Regeneracion n. 18 dicembre 1910 p.
4. Resoconto della prima fase dell’ ultima
impresa di Praxedis Guerrero )
Bibliografia: in Pietro Ferrua, Gli anarchici nella
rivoluzione messicana: Praxedis Guerrero,
La fiaccola, p. 116-117 )
MARGARITA ORTEGA, ( ?-1913) guerrigliera magonista e
compagna dell’ anarchico NATIVIDAD CORTES , fucilata dai soldati del
generale Huerta
dopo 4 giorni di torture. La sua morte
mette anche in evidenza la doppiezza esistente tra le file dei nemici di Huerta. E’
infatti l’ odio nei confronti deil
Partito Liberale Messicano, in cui militavano i magonisti, che
Margarita Ortega fu praticamente consegnata agli huertisti da
un generale carranzista.
Brano
da commentare: “ Nata in un’agiata famiglia borghese, (Margarita Ortega) si legò da giovane alla linea anarchica dei
Flores Magon, e durante gli
avvenimenti rivoluzionari del 1911 svolse attività di collegamento fra i gruppi
armati magonisti. Deportata negli USA
durante il periodo maderista, tornò poi in Messico
con il suo compagno, Natividad Cortés, per organizzare
il movimento rivoluzionario nel nord dello Stato di Sonora., avendo come base
di operazioni il villaggio di Sonoyta. Nell’ottobre del 1913 i due furono però
catturati, con altri compagni, da truppe del generale Rodolfo Gallegos, lo stesso che in
precedenza l’aveva fatta deportare oltre frontiera ma che all’epoca era
diventato sostenitore di Carranza contro il dittatore Huerta. Natividad
Cortés fu subito fuiclato, mentre Margarita fu
portata prigioniera in Baja California, in un posto dove non poteva non
essere scoperta dagli huertisti. In questo modo il
compito di assassinarla – e la relativa responsabilità venivano demandati al
nemico. Infatti, un mese più tardi, il
20 novembre, Margarita fu catturata dalle truppe di Huerta e portata in un campo
prossimo a Mexicali. Sottoposta a tortura
affinché tradisse i compagni di lotta che facevano parte dell’organizzazione
anarchica, la donna resistette senza parlare. Dopo 4 giorni di percosse e
maltrattamenti gli huertisti – stante il suo ostinato
silenzio – la mattina del 24 novembre la
portarono nel deserto e la fucilarono”. (
Pier Francesco Zarcone, La
libertà e la terra …)
Bibliografia: Pier Francesco Zarcone La
libertà e la terra. Gli anarchici nella rivoluzione messicana, Massari editore 2006
pp. 323-324
JUANA BELEN GUTIERREZ DE MENDOZA (1875-1942) .
JUANA
BELEN GUTIEREZ, nel 1897, fu arrestata durante
uno sciopero di minatori.per avere sostenuto le
rivendicazioni dei minatori in sciopero.
Nel 1899 lottò contro Diaz e dopo un
periodo di esilio nel Texas aderì al maderismo e al
tempo stesso fondò, insieme a Elisa Alcuna,
i primi circoli femministi messicani (tra cui “ Las hijas
“ de Ahnahuac”
e le “Amigas del
pueblo”). Juana Belen fu una
delle redattrici del Plan de Ayala e collonello
dell’esercito zapatista , Fondatrice
di una colonia agricola nel Morelos
assunse, dopo la rivoluzione, le carica di direttrice dell’ospedale di Zacatecas e
di ispettrice scolastica. Nel 1936 pubblicò a sue spese l’opuscolo La Republica Femenina, da cui derivò poi, nel
1940, un gruppo politico antipatriarcale. Morì nel 1942. ELISA ACUNA (1872-1946) divenne capo della propaganda
zapatista e , più tardi, diresse la
“Crociata contro l’ignoranza” allo scopo di sconfiggere l’analfabetismo.
Brano
da commentare: “ A todas las mujeres que sean madres y a todos los hombres que sean hijos de una mujeres les està dedicado el pensamiento y el espiritu de estas paginas. Primero. La vida se impone tal como es y de ningun modo puede subtraerse de sus propias leyes ni prescindir de sus propios elementos; por estas causas para la vida integra de las sociedades es indispensable que la existencia de la mujer se desrrolle en iguales proporciones a la del hombre, ya que lo
contrario es-como ha sido hasta aquì una mostruosa deformacion que hace del cuerpo social un invalido atacado de
hemiplejia- un ser que va por el mundo arrastrando penosamente su mitad inerte a la que por una morbodidad crimional en conservar a flor la vida se impone …. Juana Belen Guttieres, La republica femenina 1936
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