FERNAND PELLOUTIER (1867-1901) Nacque a Parigi, figlio di un alto funzionario postale.
Espulso dal seminario per avere scritto un romanzo anticlericale aderì al Partito Operaio Francese (di
tendenza marxista) di Jules Guesde. Nel
1892 , uscì dal POF, che ostacolava la sua proposta di adottare lo sciopero
generale come strumento di lotta operaia e
si avvicinò all’anarchismo. Ispirate dal suo pensiero, le “Bourses du travail”
francesi (= in italiano il termine fu tradotto con “ camere del lavoro”), che
sino a quel momento erano istituzioni paternalistiche, diventarono dei centri
di attività libertaria e rivoluzionaria, sempre più influenti e
numerosi. ( cfr. brano)
Brano
da commentare:
1) “ Qual è il ruolo delle Borse del
Lavoro? E’ un ruolo di organizzazione e di
educazione. Esse devono raggruppare al loro interno il più gran numero
di lavoratori e allo stesso tempo fare di questi lavoratori degli uomini forti
e liberi. Moltiplicare i sindacati, per non lasciare esclusa alcuna delle forze
che compongono l’esercito del lavoro. […] quindi, organizzare per i sindacati
delle conferenze sui temi economici, un insegnamento professionale, dei servizi
di collocamento, delle casse di resistenza, stabilire delle statistiche di
produzione e di consumo locali, rivelare, infine, al proletariato il suo proprio valore, fargli capire che la
morale consiste nella ricerca di una vita occupata e soddisfatta e che in
questo mondo l’uomo deve trovare solo nella cultura la sua ragione e nell’esercizio dei suoi muscoli il
principio regolatore del mondo . Questa è la missione delle Borse” (da Fernand Pelloutier, Histoire des Bourses du Travail).
Bibliografia:
in Marco Gervasoni, Libertà ed autonomia
nell’immaginario delle Borse del Lavoro francesi tra anarchismo e socialismo in Rivista storica dell’anarchismo anno 3 n. 1 ( Gennaio-Giugno 1996)
pp. 11-12
Particolarmente
interessante è, inoltre, secondo me, la grande
importanza che Pelloutier attribuì alla cultura ,
come fattore imprescindibile per la crescita della coscienza operia e sindacale. (cfr. brano)
Brano
da commentare: “ Fautori
dell’abolizione della proprietà individuale, noi siamo inoltre quello che non
sono i politici, dei rivoltosi di tutte le ore,
uomini veramente senza dio, senza padrone e senza patria, i nemici
inconciliabili di ogni dispotismo, morale o collettivo , cioè delle leggi e delle dittature (compresa quella del
proletariato) e gli amanti appassionati della cultura in se stessa” ( da Fernand Pelloutier in “Lettre aux anarchistes”)
Pertanto Pelloutier auspicò, sul piano culturale che le Bourses du Travail dovessero al più presto assumersi la formazione educativa dei giovani futuri
operai attraverso scuole sindacali e
professionali, biblioteche, centri culturali al fine di porsi in modo da reagire alla scuola di Stato o a quella ecclesiastica. (cfr. brano) . Un invito , che, vedremo, sarà raccolto, in Francia, tra gli altri, da ALBERT THIERRY , MARIE GUILLOT e tanti altri insegnanti sindacalisti. (cfr. post : ANARCO-SINDACALISMO 2, MARIE GUILLOT ,........)
Brano da commentare: “ Bisogna riconoscere che, sotto la
nostra III Repubblica, l’insegnamento
popolare non ha subito, dal punto di vista morale, che qualche debole trasformazione, a paragone di quella a cui
succedeva. Gli istitutori laici hanno sostituito gli ecclesiastici, ma lo
spirito deista sussiste ancora. , sia nei libri consacrati alla gioventù, sia
sulle labbra degli istitutori. I re sono egualmente portati sugli scudi
trionfali e canti allegri accompagnano le loro imprese belliche., preparando
così i giovani cervelli all’entusiasmo nazionale e allo spirito di conquista,
che possono essere così funesti per i
destini di un paese. La patria è posta al disopra di tutto: al di sopra della
giustizia, al di sopra della fraternità, al di sopra dell’umanità. La carità è
predicata al posto della solidarietà reciproca. L’obbedienza cieca,
passiva, l’automatismo della (forza) bruta sono raccomandate; il rispetto dei forti e della loro immutabile potenza; la
rassegnazione dei disgraziati : ecco,
compagni, quale insegnamento viene
inculcato nelle giovani teste dei nostri ragazzi. Non sorprendiamoci se , dopo trent’anni di repubblica, si è
costretti a lottare contro lo sciovinismo,
contro il ritorno delle guerre di religione, che si credeva ormai estinte” ( discorso di Pelloutier)
Bibliografia : in “ Laurence Biberfeld & Gregory Chambat, Apprendre à désobeir. Petite Histoire de
l’ école qui résiste Libertalia 2013 pp. 39-40
Nel 1895 Pelloutier diventò segretario generale della “Federation des Bourses du travail” e
contribuì anche alla nascita della “Confederation General du Travail” (
CGT). Per lungo tempo, anche dopo la sua morte nel 1901 , l’anarco-sindacalismo
prevalse, in Francia, sia nelle camere
del lavoro che nei sindacati.
EMILE POUGET (1860-1931) , fondatore del giornale “Pére Peinard”
assai diffuso nei quartieri operai e nei villaggi più poveri Nel 1900 decise la creazione di un giornale
specificatamente anarco-sindacalista “ La
voix du peuple”. Teorizzò , tra
l’altro , la tecnica del sabotaggio operaio contro il diffuso sabotaggio
patronale .
Brano
da commentare:“ Il termine “ sabotaggio” non era, ancora pochi anni fa , che un termine
“gergale” ( “argotique”) che significava non
l’arte di fabbricare le scarpe (=sabots) ma quello, immaginoso
ed espressivo, di lavoro eseguito “ a coups de sabots”. Poi esso si è metamorfosato in una
formula di lotta sociale ed è al Congresso Confederale di Tolosa, nel 1897, che
ha ricevuto il battesimo sindacale. Il nuovo venuto non fu, all’inizio, accolto da tutti, negli ambienti
operai, con un caloroso entusiasmo. Certi lo videro di mal’occhio,
rimproverandogli le sue origini plebee, anarchiche , e anche la sua immoralità. Esso gode ormai delle simpatie operaie. […]
Si avrebbe però torto nel credere che la classe operaia abbia atteso, per praticare il sabotaggio, che
questa forma di lotta avesse ricevuto la consacrazione dei Congressi
corporativi. Anche esso come tutte le
forme di rivolta, è così vecchio quanto
lo sfruttamento umano. Da quando un uomo
ha avuto la criminale ingegnosità di
trarre profitto dal lavoro del suo simile, da quel giorno, lo sfruttato, ha ,
d’istinto, cercato di dare meno di quello che il suo padrone esigeva. […] Il
sabotaggio operaio si ispira a principi
generosi ed altruisti: è un mezzo di difesa e di protezione contro le
estorsioni padronali: è l’arma del
diseredato che lotta per la sua esistenza e quella della sua famiglia, esso
mira a migliorare le condizioni sociali delle masse operaie e a liberarle dallo
sfruttamento che le soffoca
Emile Pouget Le sabotage, Presses de GRAPHEDIS 1969 , p. 3-4 e p. 62 (traduzione italiana mia, da verificare, come al solito, se si conosce la lingua francese, con l'originale.
DOMELA NIEUWENHUIS |
Brano
da commentare: “ … Io innanzitutto sono anarchico e poi sindacalista, ma credo
che molti altri siano prima sindacalisti e poi anarchici. Esiste una
grande differenza ….” “… Il culto dei
sindacati è tanto nocivo quanto quello dello Stato, ma esso esiste e minaccia
di diventare sempre più grande. Sembra proprio che gli uomini non possano
vivere senza divinità, ed appena hanno abbattuto una divinità ecco sorgerne una
nuova. Se la divinità dei socialdemocratici è lo Stato, la divinità dei
socialisti libertarie sembra che sia il
sindacato….. “ ….Il solo sindacalismo non mi appagherebbe,
giacché esso, senza essere ispirato dall’ideale, diviene lotta per un maggiore
salario e per un minore lavoro, che io non disdegno per ragioni pratiche, ma
che non mi pare degno di tanto sforzo …”
( da delle lettere scritte
da Domela Nieuwenhuis a Bruphaker
nel 1907)
Bibliografia: in Max Nettlau, Breve
storia dell’anarchismo L’Antistato 1964 p.
242
CHRISTIAN
CORNELISSEN (1864-194 Anarchico comunista, economista e teorico
sindacalista. Fu, dopo un periodo trascorso nella Lega Socialista Olandese, di
tendenza social-democratica, uno dei fondatori, nel 1893, insieme a DOMELA NIEUWENHUIS della National Arbeids Sekretariat (NAQS) strutturatasul
modello dell’organizzazione anarco-sindacalista
francese CGT) fondata da PELLOUTIER e
POUGET. Nel 1898 si strasferì in Francia dove
partecipò assai attivamente alle lotte
della CGT. Autore di numerosi libri di teoria sindacale e di economia partecipò
al Congresso di Amsterdam del 1907 e quelo di
Londra del 1913. Durante la prima guerra mondiale aderì al MANIFESTO DEI
SEDICI elaborato da KROPOTKIN , GRAVE ,
GUILLAUME ed altri ( cfr. post: LA GUERA MALEDETTA) Dopo la guerra si dedicò ,
quasi completamente, alla stesura di scritti teorici di economia e di
sociologia. Morì nel 1943.
Brano
da commentare: “ In differenti paesi
moderni, l’anarchismo si è praticamente aperto la via nel seno delle
associazioni operaie in quanto opposizione alla social-democrazia centralista e disciplinata. E questa opposizione, come d’
altronde avviene in tutti i casi di opposizione, è facilmente caduta e nel suo
estremo contrario […] Lo spirito
individualista della disorganizzazione si è espresso nei sindacati sin
dall’inizio, quando apparve all’ordine del giorno, nelle associazioni
recentemente create, il problema di sapere se ogni regola sindacale, ogni
“bureau” portasse in lui il germe di un nuovo centro di potere (= domination) . Poco soddisfatti di
criticare gli abusi (malentendus) dell’organizzazione ( = maletendus) e di utilizzare ogni
mezzo per impedire che i membri del sindacato accumulassero troppi poteri nelle
loro mani nei sindacati, loro che non erano in principio che dei mandatari dei
membri, gli individualisti cominciarono a combattere l’organizzazione stessa, fantasticando ( revant) sempre di nuovi tiranni anche là dove si
trattava del regolamento delle più elementari vicende sindacali. Frasi come “la tirannia della maggioranza
sulla minoranza” e “la sottomissione della libertà individuale “ furono
utilizzate in maniera ripetitiva. Tuttavia, la critica individualista trascurò
anche il pericolo per l’organizzAzione operaia dell’assenza di
ogni reolamento; l’autorità personale epersino la dittatura di
individui potenti possono effettuarsi giustamente molto più facilmente che nei
vecchi sindacati che si aveva attaccato.
Bibliografia: brano
di Cornelissen estratto da Sull’evoluzione
dell’anarchismo citato
da Rudolf Rocker in A Contretemps,
Rudolf Rocker ou la liberté en bas, Les editions libertaires Nada, 2014 p. 229 e p.
230 (traduzione italiana dal francese mia da, possibilmente, verificare ).
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