venerdì 29 aprile 2011

ANARCHICINI: * ANARCHICI GIAPPONESI E COREANI: DE NIJRO KOTOKU (1871-1911) , SUGO KANNO (1881-1911)1881-1911),SAKAE OSUGI (1885-1923) , NOE ITOO (1895-1923), TAIJGI YAMAGA ( 1892-1970), FUMIKO KANEKO (1902-1926), PARK YEOL ( 1902-1974) , KIM JWA –JIN ( ( 1889-1930) .

ANARCHICI/E  GIAPPONESI

DENJIRO KOTOKU E SUGO HANNO
 Denijro (noto anche con il nome di Schosui) Kotoku  (1871-1911) fu uno dei fondatori del Partito socialista nipponico. Dopo 5 mesi di prigionia per propaganda sovversiva nel 1905 divenne anarchico e nel 1907 , sotto l’influenza del pensiero anarchico di Kropotkin, dette vita a numerose riviste anarchiche, tra cui  Yaradsu Chohu ( Azione diretta) e Tatsu Kwa ( Ferro e Fuoco) . Fu un fiero avversario del parlamentarismo. ( cfr. brano da commentare)
Brano da commentare: " Io vi dichiaro senza giri di parole l’essenza del mio pensiero: con le elezioni generali, la tattica parlamentare è impossibile realizzare la rivoluzione sociale; per raggiungere gli obiettivi socialisti  non vi è altro mezzo che  contare sull’ azione diretta dei lavoratori, uniti in una sola forza. Non ci sono altre modalità”  ( parole di Denjiro Kotoku)
 Bibliografia: in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis  2018 p.55
 
  Nel 1909   Kotoku e  la sua compagna SUGO  ( o  SUGAKO) KANNO (1881-1911)  fondarono, infine, il quotidiano Jiyu Shiso (Libero Pensiero), che sino alla sua definitiva soppressione rappresentò la  contestazione più radicale dell'imperialismo giapponese. Nel corso della sua vita da anarchico  Kotoku fu sottoposto    pressoché ininterrottamente a quotidiane persecuzioni poliziesche, che gli impedirono di   esercitare un  lavoro remunerativo fisso e a ciò  contrappose una intensa attività di saggista  e di traduttore.

Brani da commentare:  1) “ Durante questi ultimi mesi vivo incalzato da ogni persecuzione governativa. Il periodico Heimin Shimbun è stato sospeso. Molti compagni sono in carcere lunghissime e ingiuste. Non ho lavoro. Non ho denaro con pene detentive , ma posso ancora scrivere. […]  Il mio libro raccoglie parecchi scritti sul militarismo, il comunismo e altri  estremismi, è stato proibito e sequestrato dal governo. Il caso vuole che l’editore, furbo matricolato, avesse già venduto millecinquecento esemplari. Adesso penso di dedicarmi alla traduzione delle opere di Kropotkin  ( lettera all’amico americano Johnson del  maggio 1907 ) ; 2)   "A causa delle persecuzioni e delle difficoltà economiche  da esse derivate, ho dovuto rifugiarmi a  Jugawara. La polizia non mi dava tregua a Tokyo.   Tutta la mia attività e gli spostamenti sono oggetto di una caccia feroce e vigliacca che fa in modo che io non possa guadagnarmi da vivere. Sono qui da tre settimane. Sto scrivendo un libro per dimostrare che Cristo non è mai esistito e che il mistero cristiano si basa  sulla mitologia pagana; che la Bibbia è, per la sua maggior parte, una truffa.  Kanno Sugako è qui con me” ( lettera a Johnson  nell’ aprile 1910 )
 Bibliografia:  I brani sono in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis  2018 p.56 e p. 57

 Nell’agosto del 1910 in seguito a una montatura poliziesca (la cosidetta "grande rivolta") in cui si attribuiva, tra l'altro,  agli anarchici un attentato alla vita dell'imperatore, Kotoku e la sua compagna furono arrestati mentre si stavano imbarcando per Copenhagen per partecipare al Congresso dell'Internazionale Socialista.  Dopo " 200 giorni passati attraverso finestre  di ferro " ( come si esprimerà nella sua ultima poesia Sugo Kanno) Nx, Kotoku, Sugo Kanno e altri 10 anarchici (Unpei Morichika, Tadao Niimura, Takici Miyashita, Rikisaku Hurukawa; Kenshi Okumiya, Seinosuke Ooishi, Heishiro Naruishi, Uichita MatsuoUichiro Miimi, Gudo Uchiyama, Akaba) furono impiccati nel gennaio 1911. La morte di questi martiri suscitò una grande indignazione e commozione tra i rivoluzionari di tutto il mondo anche grazie alle struggenti poesie di    Kanno Sugo e alle sue memorie scritte in carcere                            
Brani da commentare : 1)  “Osservando attraverso le sbarre i raggi del sole rugiadosi. Anche oggi. Ho trascorso” ( poesia di  Kanno Sugo );  2)

“La sera venne in cella il  cappellano, Numanami Masanori. […] Poi mi ha invitato a cercare il doveroso sollievo nella religione.. Gli ho detto che non avrei potuto essere più in pace con me di quanto non lo fossi già. E’ ridicolo per un anarchico che è contrario a tutte le autorità di rivolgersi a Buddha per la pace e la serenità, semplicemente perché si deve affrontare la morte. […] Ho tuttavia le mie convinzioni e la pace interiore.  Avevamo navigato nell’infinito oceano trascinati dalle correnti del nostro pensiero e alla marea degli eventi. Sfortunatamente siamo come navi naufragate. Ma in definitiva , questo sacrificio doveva avvenire affinché ci fosse un nuovo inizio. Nuovi percorsi si sono avverati solo dopo  viaggi pericolosi e naufragi terribili. E’ solo in questo modo che vengono raggiunti gli obiettivi dei propri ideali. Dopo la nascita del Saggio di Nazareth, molti martirii dovevano verificarsi prima che il cristianesimo divenisse  una religione diffusa in tutto il mondo. Alla luce di tutto questo, il nostro sacrificio non è che un piccolo evento. ” ( brano tratto dalle memorie di  Sugo Kanno  scritto in carcere poco tempo prima della sua esecuzione)

Bibliografia :  Primo Brano in Kanno Sugo  in Dietro le sbarre, Zero in condotta, 2009 p. 61.  Secondo brano in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis  2018 p. 60 nota n. 13 e nella nota n. 14 alcuni ultimi commoventi versi di Sugo Kanno prima della morte.  Sull'anarchismo giapponese in generale, cfr. Victor Garcia, Museihushugi, Collana V. Valera, Iglesias 1976
                                                  
 Discepolo di Denijro Kotoku, Sakae Osugi tradusse in giapponese le opere di Kropotkin e di Bakunin. Il suo lavoro di traduttore fu talmente importante che egli stesso si definì “un socialista in traduzione”. Tuttavia  studi recenti hanno messo in giusta luce anche il suo personale e originale contributo alla crescita teorica dell’anarchismo. ( brano da commentare)
Brano da commentare: “ La filosofia ha come oggetto principale e storico di interrogarsi su cosa sia l’umanità, con le diverse risposte apportate dai pretesi filosofi. Ma l’umanità non è un libro scritto in anticipo e pubblicato una volta per sempre. E’ una pagina bianca in cui ogni uomo scrive una parola, una frase. L’umanità è ciò che vivono gli uomini. E la stessa cosa per i suoi problemi.  La questione operaia è un problema umano per gli operai. Attraverso il loro movimento, gli operai scrivono lettera dopo lettera, parola dopo parola, frase dopo frase in questo grande libro di pagine bianche che è la questione operaia. Essi hanno già gli ideali e le concezioni, è la loro grande forza, una luce. Ma più se ne discostano, più questa forza e luce che costituiscono la loro realtà presente si indeboliscono. Per conservare la loro forza, essi  devono allontanarsi dai testi che essi stessi redigono lettera per lettera, paragrafo per paragrafo. E’ la stessa cosa per le concezioni e gli ideali della società futura che essi costruiranno […] "Quello che esprime l'anarchismo, la socialdemocrazia, il sindacalismo o il socialismo delle corporazioni costuiscono una forza e una luce che i lavoratori d' Europa e degli USA hanno già creato loro stessi. Per i lavoratori giapponesi c'è ancora un ritardo" ( da Sakae Osugi, Dell’ideale sociale 1920)]
 Nota: in  Philippe Pelletier, Osugi Sakae ,  in A contretemps 18 2004, p. 2 (trovato su Internet sotto “ Profili Libertari”)  ( traduzione italiana mia. ora di questo brano esiste una traduzione italiana in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis  2018 pp. 68-69 che contiene alcune righe in più. Le inserisco nel testo qui sopra usando il corsivo.
Egli fu, tra i primi, in Giappone,  a scorgere non negli intellettuali  ma nel movimento operaio il fattore determinante del processo rivoluzionario  ed espresse, tra l’altro, questa sua convinzione, in un dibattito con l’attivista femminista, Yamakawa Kikue . ( Brano da commentare)
Brano da commentare: « Yuamakawa Kikue non può non sapere che l’ideale che attualmente sembra essere il suo era già presente fra i lavoratori prima che i padri dell’anarchismo Kropotkin e Bakunin lo facessero loro. Tutte queste persone non possono non sapere che il loro insegnamento non è al di sopra delle molteplici organizzazioni, né che il progresso di questo ideale nel movimento operaio dipenda più dallo sviluppo reale del movimento che dall’impulso degli intellettuali, Ciò non vuol dire che gli inellettuali sono inutili, sono importanti, ma gli operai danno il loro contributo decdisivo  […] Io amo lo spirito. Ma provo ripugnanza quando lo si vuole teorizzare . […] Detesto altresì il  socialismo e talvolta mi ripugna un  po’ anche l’anarchismo .» (  in Francisco Soriano, Noe Hitō…)
Bibliografia : in Francisco Soriano, Noe Hito. Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis 1918 pp. 70-71
Frequenti furono i suoi viaggi all’estero  e particolarmente a Parigi dove divenne, tra l’altro,  amico di Nestor Makhno, con cui condivise alcuni mesi di prigione per avere «oltraggiato» un poliziotto. Il suo mettere in pratica  l'anarchismo e in particolare la dottrina del “libero amore”  provocò  grandi scandali  nel Giappone dei suoi tempi.   Durante la sua relazione con Noe Hitoo, che fu la sua donna più amata, una sua precedente amante, Kamichika Ichiko, lo pugnalò provocandogli una grave ferita e un amico di Ichiko aggredì brutalmente Noe Itoo procurandole alcune lesioni.
NOE ITOO ( o NOE  HITŌ)  (1895 - 1923) anarchica femminista e scrittrice , che tradusse, tra l’altro, anche numerosi scritti di Emma Goldman in giapponese,tra cui  The Tragedy of Woman’s Emancipation . Nata da una famiglia poverissima, potè, per un certo periodo,  grazie a uno zio,   studiare , ottenere un diploma  e acquisire una certa cultura,  inusuale per una donna e per giunta povera, ma un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche della famiglia la costrinsero  , previe promesse poi non mantenute, a sposarsi, sedicenne,  con un proprietario di un’azienda agricola più vecchio  di lei di vent’anni. Presto Noe Hitō lasciò il marito  e iniziò una lunga convivenza con  il suo insegnante di inglese JUN  TSUJI (1884-1944) anarchico individualista , dadaista e traduttore in cinese  dell’Unico e la sua Proprietà di Max Stirner da cui nacquero due figli. La sua unione irregolare suscitò grande scandalo, che aumentarono quando Noe Hitō , andò a convivere con  SAKAI OSUGI  ed ebbero due figli  Emma e Nestor. Nel 1911 entrò a far parte della redazione di Seito ( Calze Blu) fondato da RAIKO HIRATSUKA  e nel 1915 divenne capo-redattrice, imprimendo alla rivista un indirizzo sempre più libertario . (cfr.  brano da commentare)
Brano da commentare :  « « Noe Hitō fu una donna intelligente e brillante; nonostante fosse di umili origini seppe  imporsi, in un contesto sociale , fortemente discriminato, con lo studio appassionato e uno spirito di abnegazione incredibile.  Con coraggio e ostinazione, prima collaborò con i suoi articoli al  successo della rivista « Seito» in seguito ne divenne la caporedattrice. Al suo arrivo,  la testata giornalistica subì una vera e propria mutazione genetica: si caratterizzò nella rivendicazione dei diritti di eguaglianza di genere  conferendo ai suoi scritti: una chiara impronta  anarco-femminista. […] Noe Hito ha rappresentato per il suo paese l’anima ribelle di una nuova generazione di donne. La sua lotta è la testimonianza  
che l’afflato libertario ha pervaso anche comunità di popoli geograficamente e culturalmente distanti  ma non marginali alle realtà europee e occidentali. « ( Francisco Soriano, Noe  Hitō)
Bibliografia: Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis  2018 pp.30-31

 Nel 1923  Sakae Osugi e Noe Itoo assieme al loro nipotino di sei anni furono uccisi, approfittando  della confusione suscitata  dal grande terremoto di Kanto,  da una squadra militare guidata da Masaiko Amakassu per ordine del generale Fukuda. Scoperto il delitto, malamente  camuffato da  disgrazia causata dal terremoto, i responsabili vennero condannati , ma anche immediatamente graziati.  Sulla vita e la morte   di  Sakae Osugi e Noe Itoo è stato girato anche un film nel 1969 del regista Yoshida Yoschihig  intitolato, Eros + Massacro.


                                    RAIKŌ HIRATSUKA

 HARU ( detta RAIKŌ = PENNA DI TUONO oppure UCCELLO DI  TUONO)  HIRATSUKA ( 1886-1971)  Scrittrice e attivista femminista.  Nata  a Tokio da una famiglia borghese benestante. Si laureò   in un’ Università femminile  , ove si insegnava sia la filosofia  occidentale  che il buddismo zen. Nel 1911 HARU ( detta RAIKŌ = PENNA DI TUONO)   fondò  e diresse la prima rivista  femminista letteraria  giapponese , Seitō  (si veda più avanti).  Nel primo numero della rivista, Raikō Hiratsuka  lanciò un manifesto intitolato,  All’origine la donna era il sole , che riscosse un certo successo tra le ragazze e le donne giapponjesi, desiderose di sperimentare nuovi stili di vita liberi e indipendenti,  ma anche una fortissima ostilità  ( frequenti furono le minacce di morte) da parte dei   gruppi tradizionalisti.  (cfr. brano da commentare)
Brano da commentare:  "Quando nacque il Giappone la donna era il  Sole, l’essere umano per eccellenza. Ora è la Luna! Vive illuminata dalla luce di un’altra Stella. E’ la Luna con un viso pallido come quello di una ammalata… Questo è il primo grido delle Calze Blu ! Siamo la mente e  il braccio  delle donne del  nuovo Giappone. Esponiamo noi stesse alla derisione degli uomini, ma sappiamo ciò che si cela sotto quel riso beffardo. Facciamo sorgere finalmente la luce del nostro sole nascosto, il nostro genio mal riconosciuto! Lasciate che finalmente si sporga oltrepassando le nuvole.! Questo è il grido della nostra fede, della nostra personalità, del nostro istinto che è portatore della nostra volontà. Da quel momento , vedremo il sole splendente del nostro essere divino". ( in Francisco Soriano , Noe Hitō …)
Bibliografia : in Francisco Soriano, Noe Hito. Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis 1918 p. 86
                                                                                     
 
Da sinistra  a destra:    RAIKŌ HIRATSUKA ,   COPERTINA DEL PRIMO NUMERO DI 
SEITŌ  NOE  ITOO
 

 Il nome SEITŌ (  ovvero «Calze blu» ,   si ispirava al circolo femminile letterario  inglese chiamato appunto Bluestockings di Elizabeth Montagu (1720-1800) e si riferiva alle "calze blu"  delle donne proletarie, socialmente discriminate rispetto le donne aristocratiche che portavano le calze nere . Insieme ad argomenti letterari e drammaturgici ( in particolare  le opere di  Ibsen) vennero sempre più trattati temi come la questione femminile, la sessualità,  l’amore libero, la castità, l’adulterio,  l’aborto, la prostituzione ecc. La copertina del primo numero della rivista, disegnata dalla pittrice  e disegnatrice  giapponese Chieko Takamura  ( 1886 -  1938)   «riecheggia», come  sottolinea Francisco Soriano (op. cit. p.  87)  «lo stile artistico di Klimt, l’ Art Nouveau, ma vi sono anche  riferimenti ad" elementi e canoni nipponici». Nel  1913 sulla rivista Seitō  si svolse un importante dibattito  su che cosa si intendesse con l’espressione  « Donne Nuove «   (Atarashii Onna). che si stava sempre più diffondendo in Giappone.   Al dibattito parteciparono , oltre a  Noe Hitō e  Raikō Hiratsuka e  altre  collaboratrici fisse  di Seito,   come  IVANO KIYO (1882-1920) e  KATŌ MIDORI  ( 1888- 1922) anche donne  estranee alla rivista come per es. la proto-femminista FUKUDA IKEDO ( 1865-1927) e la zelante osservatrice delle tradizioni  patriarcali,   HORI YASU ( sposa divorziata di  Osugi Sakae) .
In questo contesto mi limito a citare solo un brano dall’ articolo di Noe Hitō , « Il sentiero delle donne nuove  «  ( Atarashiki onna no mich ). ( brano da commentare)

Brano da commentare:  « Sul sentiero ancora sconosciuto che i pionieri devono intraprendere, la strada appare disseminata di rovi pieni di spine che ostacolano il loro percorso. Le donne devono abbattere enormi rocce per spianarsi il cammino e Perdersi in montagne profonde. Attaccate da insetti velenosi, sofferenti per la fame e la sete, devono oltrepassare colli, scalare  enormi altezze e attraversare le avalli aggrappandosi talvolta alle radici delle piante. Intanto, in questo tragitto, devono strozzare  le loro urla,, le loro preghiere e le loro lacrime amare prima di superare tanta sofferenza.  […] Le pioniere non permettono a nessuno di immischiarsi nei loro affari.  Non saranno interessate a chi deciderà di seguirle perché le stesse non avranno il  diritto  di criticarle. Non resta che  marciare con gratitudine sulle orme di chi ha percorso il camminon realtà non sanno come andare avanti da sole e  non resta loro che procedere sulle orme dei pionieri usando il loro esempio  « ( Francisco Soriano, Noe Hitō …)
Bibliografia : Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis  2018 pp. 87-88 . Cfr.  Anche il Dossier Naissance d’une revue féministe en Japon: Seitō (1911-1916)  in Ebisu automne-hiver,  a cura di Christine Levy, n.48/2012 pp.  27  e in particolare l’articolo di Marrion  Saucier, Le débat dans Seitō sur la femme nouvelle. Atarashi onna, pp. 83.89. Sinora è stato facilmente rintracciabile su Google .


Concludo allegando la foto di mie figurine di creta ispirate alla bella copertina di  Seitō   e alle sue due principali redattrici 

                                                                -------------------------------------

   
TAIJGI YAMAGA ( 1892-1970) anarchico ed esperantista giapponese.  Appartenente ad una famiglia di  colti ed esperti tipografi di Kioto, Yamaga lasciò ben presto la famiglia e si trasferì ancora giovanissimo a Tokio, doveniniziò a frequentare gli ambienti anarchici e nel 1907 divenne segretario della “Japana  sperantista Asocio” , luna delle maggiori associazioni  esperantiste del  Giappone ,molto frequentata da  da libertari e rivoluzionari, che tramite quella nuova lingua internazionale  intendevano poter comunicare con rivoluzionari e progressisti di ogni nazionalità. Numerosi erano i classici testi dell’anarchismo, in particolare  Kropotkin, che tradotti in esperanto cominciarono a circolare in Giappone. Nel 1910 Tijgi Yamaga, diciotenne,  riusciì a sfuggire alla grande persecuzione contro gli anarchici, che condusse alla morte per impiccagione di DENIJRO KOTOKU, SUGO KANNO  e tanti altri (vedi sopra) . Fuggito in Cina, Taiji Yamaga collaborò a Shangai alla redazione  del giornale fondato dall’ anarchico cinese  SHI  PHO ( cfr. post   ) ,  “Ming Sing” ( La voce del popolo), di cui curò le pagine in esperanto. Taijgi Yamaga curò , anche , la pubblicazione di molti scritti di Kropotkin, tra cui La conquista del pane. Quando scoppiò la prima guerra mondiale, a cui egli fu, a differenza di Kropotkin, assolutamente contrario,  Yamaga tornò in Giappone, dove si unì alla sua compagna MIKA , da cui ebbe  due figli, un maschio ed una femmina. Alla fine della guerra tornò in Cina, dove insegnò all’ Università del Lavoro, l’esperanto e impegnandosi assiduamente alla propaganda anarchica. Alla vigilia dell’invasione giapponese della Cina  Yagama  si trasferì nelle Filippine, dove restò sino alla fine della seconda guerra mondiale. Tornato in Giappone, nonostante  gravi condizioni di salute si dedicò alla diffusione di idee non-violente e anti-mi litariste. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … la storia del nostro movimento in Giappone dice che abbiamo combattuto spesso con mezzi violenti (molti compagni hanno usato l’arma da fuoco, la bomba ed hanno punito con l’attentato i loro nemici). Dalla guerra, con l’apparizione della bomba atomica, la lotta violenta ci appare senza utilità . Perciò stiamo preparando la propaganda della “ resistenza passiva “ e della  “disobbedienza contro l’ingiustizia”, secondo la linea di Gandhi, e sviluppiamo il nostro bagaglio culturale di base, come cittadini del mondo ed usiamo l’ Esperanto come lingua mondiale”. ( estratto da un lettera di Jamaga alla Gioventù Libertaria spagnola in esilio)
Bibliografia: in Victor Garcia, Museihushugi. Breve storia del movimento anarchico giapponese, Collana V. Vallera, Iglesias 1976, p. 71

Sino alla sua morte Yamaga intrattenne una fittissima corrispondenza  con anarchici di tutto il mondo e  dopo la sua morte , avvenuta nel 1970, è stato fondato a Numazu, un villaggio di pescatori , Numazu,  dove si trasferirono  la  sua compagna  Mika e sua figlia Aino, un piccolo museo alla sua memoria.   


 ANARCHICI/E COREANI
  
 


Oltre all’uccisione di Sakae Osugi e di Noe Ito, approfittando  del profondo  turbamento suscitato nella popolazione dal  terremoto di Kanto del 1923, le autorità giapponesi arrestarono e  condannarono a morte con il pretesto di un presunto attentato contro l’imperatore, numerosi anarchici, tra cui la giapponese FUMIKO KANEKO (1902-1926) e il suo compagno, l’anarchico coreano PARK YEOL  ( 1902-1974).  Nata da una famiglia molto povera  Fumiko Kaneko evitò per poco di essere venduta da  bambina ad un bordello  e  fu mandata, invece,  da una nonna , che viveva in Corea, che la sottopose a un regime di vita molto severo e le impedì di  continuare gli studi  per cui si mostrava molto dotata. Tornata in Giappone, Fumiko Kaneko,  si stabilì a Tokiofece vari lavori e cominciò a frequentare gli ambienti anarchici , dove conobbe Park Yeol, anarchico coreano, fondatore del gruppo clandestino , “Società degli insorti “, che aveva lasciato la Corea per motivi politici. Nel 1923, come si è già detto, furono arrestati e condannati a morte con l’accusa di avere attentato alla vita dell’imperatore. La pena di morte  fu, poi ,convertita  con la pena dell’ergastolo.   Fumiko Kaneku si suicidò, almeno così sembra, in carcere, non prima però di avere scritto un libro di memorie, purtroppo ancora inedito in Italia. Yeol Park fu invece liberato nel 1945 e riprese l’attività politica sino al giorno della sua morte. 
BranI da commentare: 1) “ Il socialismo non ha avuto nulla di particolarmente nuovo da insegnarmi; esso , comunque mi  ha fornito  , sul piano teorico, una verifica di quanto io avevo già conosciuto emozionalmente nel mio passato. Io ero povera allora, sono povera ora. Per questo sono stata sovraccaricata di lavoro,  maltrattata, tormentata, oppressa, privata della mia libertà, sfruttata e   dominata dalla gente ricca.  Io ho sempre nutrito un profondo antagonismo nei confronti delle persono che possiedono questa forma di potere e provato una profonda simpatia nei confronti  delle persone che  provengono da un ambiente come il mio”; 2) "Vivere non è semplicemente sinonimo di muoversi . E’ muoversi secondo la propria volontà. Non si potrebbe dire che non si cominci a vivere che quando si agisce. Quindi se agire di propria volontà conduce alla distruzione di sé non si tratta di una negazione della vita. Ma di una affermazione!"
( Entrambi i brani sono tratti da Kaneko Fumiko, The Prison Memory Of A Japanese Woman ) 
Bibliografia :  Kaneko Fumiko, The Prison Memory Of A Japanese Woman , Kindle Edition 1997 (traduzione mia fatta soprattutto cercando di cogliere il senso del brano. Quindi come tutti miei tentativi di traduzione sia dal francese, che dall’inglese, ecc. è sempre necessaria una certa cautela da parte di chi le legge.
                                                                       
KIM JWA–JIN  detto  Bae Gya anche noto come  il “ Makhno della Corea” , nato in una famiglia  coreana ricca, era esperto di arti marziali e a 17 anni liberò dalla servitù  le 50 famiglie di schiavi in suo possesso e fornì a loro terra da coltivare. A partire dal 1910 , dopo  la colonizzazione della Corea da parte del Giappone, divenne ben presto il comandante in capo per l’indipendenza del paese. Ciò determinò l’ alleanza strategica , sebbene fosse anarchico,  con democratici e, dopo il 1917, con i comunisti coreani. Restò comunque sempre fedele ai suoi principi anarco-comunisti e nelle zone da lui liberate, in particolare nello Shinmin,  avviò esperimenti di autogestione collettiva.Nel 1920 sconfisse i giapponesi nella battaglia di Cheongsan-ri. Purtroppo, tanto più la Russia   cosiddetta “sovietica”  si avviava sulla strada della reazione e della stalinizzazione i rapporti con i comunisti autoritari si fecero difficili e nel 1930 Kim Jwa –Jiin fu ucciso a tradimento da uno stalinista, mentre stava riparando , se ho capito bene, un mulino meccanico.  La sua morte  provocò  l’inesorabile declino della resistenza contro l’Imperialismo giapponese. Solo nel 1945 ebbe termine la colonizzazione giapponese della Corea. 
Brano da commentare: “ Un vento ghiacciato soffia forte ma la  luna brilla / La lama del mio  coltello è fredda, il mio paese mi manca/ Cosa fa il nemico sulle nostre terre? Io  contribuirò affinché il nostro paese ritorni a noi” ( poesia di  Kim Jwa-Jiin
 
 
 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento