ANARCHICI/E GIAPPONESI
DENJIRO KOTOKU E SUGO HANNO |
Denijro (noto anche con il nome di Schosui) Kotoku (1871-1911) fu uno dei fondatori del Partito socialista nipponico. Dopo 5 mesi di prigionia per propaganda sovversiva nel 1905 divenne anarchico e nel 1907 , sotto l’influenza del pensiero anarchico di Kropotkin, dette vita a numerose riviste anarchiche, tra cui Yaradsu Chohu ( Azione diretta) e Tatsu Kwa ( Ferro e Fuoco) . Fu un fiero avversario del parlamentarismo. ( cfr. brano da commentare)
Brano da commentare: " Io vi dichiaro senza giri di parole l’essenza del mio pensiero: con le elezioni generali, la tattica parlamentare è impossibile realizzare la rivoluzione sociale; per raggiungere gli obiettivi socialisti non vi è altro mezzo che contare sull’ azione diretta dei lavoratori, uniti in una sola forza. Non ci sono altre modalità” ( parole di Denjiro Kotoku)
Bibliografia: in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis 2018 p.55
Nel 1909 Kotoku e la sua compagna SUGO ( o SUGAKO) KANNO (1881-1911) fondarono, infine, il quotidiano Jiyu Shiso (Libero Pensiero), che sino alla sua definitiva soppressione rappresentò la contestazione più radicale dell'imperialismo giapponese. Nel corso della sua vita da anarchico Kotoku fu sottoposto pressoché ininterrottamente a quotidiane persecuzioni poliziesche, che gli impedirono di esercitare un lavoro remunerativo fisso e a ciò contrappose una intensa attività di saggista e di traduttore.
Nell’agosto del 1910 in seguito a una montatura poliziesca (la cosidetta "grande rivolta") in cui si attribuiva, tra l'altro, agli anarchici un attentato alla vita dell'imperatore, Kotoku e la sua compagna furono arrestati mentre si stavano imbarcando per Copenhagen per partecipare al Congresso dell'Internazionale Socialista. Dopo " 200 giorni passati attraverso finestre di ferro " ( come si esprimerà nella sua ultima poesia Sugo Kanno) Nx, Kotoku, Sugo Kanno e altri 10 anarchici (Unpei Morichika, Tadao Niimura, Takici Miyashita, Rikisaku Hurukawa; Kenshi Okumiya, Seinosuke Ooishi, Heishiro Naruishi, Uichita Matsuo, Uichiro Miimi, Gudo Uchiyama, Akaba) furono impiccati nel gennaio 1911. La morte di questi martiri suscitò una grande indignazione e commozione tra i rivoluzionari di tutto il mondo anche grazie alle struggenti poesie di Kanno Sugo e alle sue memorie scritte in carcere
Brano da commentare: " Io vi dichiaro senza giri di parole l’essenza del mio pensiero: con le elezioni generali, la tattica parlamentare è impossibile realizzare la rivoluzione sociale; per raggiungere gli obiettivi socialisti non vi è altro mezzo che contare sull’ azione diretta dei lavoratori, uniti in una sola forza. Non ci sono altre modalità” ( parole di Denjiro Kotoku)
Bibliografia: in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis 2018 p.55
Nel 1909 Kotoku e la sua compagna SUGO ( o SUGAKO) KANNO (1881-1911) fondarono, infine, il quotidiano Jiyu Shiso (Libero Pensiero), che sino alla sua definitiva soppressione rappresentò la contestazione più radicale dell'imperialismo giapponese. Nel corso della sua vita da anarchico Kotoku fu sottoposto pressoché ininterrottamente a quotidiane persecuzioni poliziesche, che gli impedirono di esercitare un lavoro remunerativo fisso e a ciò contrappose una intensa attività di saggista e di traduttore.
Brani da commentare: 1) “ Durante questi ultimi mesi vivo incalzato
da ogni persecuzione governativa. Il periodico Heimin Shimbun è stato sospeso.
Molti compagni sono in carcere lunghissime e ingiuste. Non ho lavoro. Non ho
denaro con pene detentive , ma posso ancora scrivere. […] Il mio libro raccoglie parecchi scritti sul
militarismo, il comunismo e altri
estremismi, è stato proibito e sequestrato dal governo. Il caso vuole
che l’editore, furbo matricolato, avesse già venduto millecinquecento
esemplari. Adesso penso di dedicarmi alla traduzione delle opere di Kropotkin ( lettera all’amico americano Johnson del maggio 1907 ) ; 2) "A causa
delle persecuzioni e delle difficoltà economiche da esse derivate, ho dovuto rifugiarmi a Jugawara. La polizia non mi dava tregua a
Tokyo. Tutta la mia attività e gli
spostamenti sono oggetto di una caccia feroce e vigliacca che fa in modo che io
non possa guadagnarmi da vivere. Sono qui da tre settimane. Sto scrivendo un
libro per dimostrare che Cristo non è mai esistito e che il mistero cristiano
si basa sulla mitologia pagana; che la
Bibbia è, per la sua maggior parte, una truffa. Kanno Sugako è qui con me” ( lettera a
Johnson nell’ aprile 1910 )
Bibliografia: I brani sono in Francisco Soriano, Noe Hitōō
. Vita e morte di un’anarchica giapponese,
Mimesis
2018 p.56 e p. 57
Nell’agosto del 1910 in seguito a una montatura poliziesca (la cosidetta "grande rivolta") in cui si attribuiva, tra l'altro, agli anarchici un attentato alla vita dell'imperatore, Kotoku e la sua compagna furono arrestati mentre si stavano imbarcando per Copenhagen per partecipare al Congresso dell'Internazionale Socialista. Dopo " 200 giorni passati attraverso finestre di ferro " ( come si esprimerà nella sua ultima poesia Sugo Kanno) Nx, Kotoku, Sugo Kanno e altri 10 anarchici (Unpei Morichika, Tadao Niimura, Takici Miyashita, Rikisaku Hurukawa; Kenshi Okumiya, Seinosuke Ooishi, Heishiro Naruishi, Uichita Matsuo, Uichiro Miimi, Gudo Uchiyama, Akaba) furono impiccati nel gennaio 1911. La morte di questi martiri suscitò una grande indignazione e commozione tra i rivoluzionari di tutto il mondo anche grazie alle struggenti poesie di Kanno Sugo e alle sue memorie scritte in carcere
Brani da commentare : 1) “Osservando attraverso le sbarre i raggi del sole rugiadosi. Anche oggi. Ho trascorso” ( poesia di Kanno Sugo ); 2)
Bibliografia : Primo Brano in Kanno Sugo in Dietro le sbarre, Zero in condotta, 2009 p. 61. Secondo brano in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis 2018 p. 60 nota n. 13 e nella nota n. 14 alcuni ultimi commoventi versi di Sugo Kanno prima della morte. Sull'anarchismo giapponese in generale, cfr. Victor Garcia, Museihushugi, Collana V. Valera, Iglesias 1976
“La sera venne in cella il
cappellano, Numanami Masanori. […] Poi mi ha invitato a cercare il
doveroso sollievo nella religione.. Gli ho detto che non avrei potuto essere
più in pace con me di quanto non lo fossi già. E’ ridicolo per un anarchico che
è contrario a tutte le autorità di rivolgersi a Buddha per la pace e la
serenità, semplicemente perché si deve affrontare la morte. […] Ho tuttavia le
mie convinzioni e la pace interiore. Avevamo navigato nell’infinito oceano
trascinati dalle correnti del nostro pensiero e alla marea degli eventi.
Sfortunatamente siamo come navi naufragate. Ma in definitiva , questo sacrificio
doveva avvenire affinché ci fosse un nuovo inizio. Nuovi percorsi si sono
avverati solo dopo viaggi pericolosi e
naufragi terribili. E’ solo in questo modo che vengono raggiunti gli obiettivi
dei propri ideali. Dopo la nascita del Saggio di Nazareth, molti martirii
dovevano verificarsi prima che il cristianesimo divenisse una religione diffusa in tutto il mondo. Alla
luce di tutto questo, il nostro sacrificio non è che un piccolo evento. ” ( brano
tratto dalle memorie di Sugo Kanno scritto in carcere poco tempo prima della sua
esecuzione)
Bibliografia : Primo Brano in Kanno Sugo in Dietro le sbarre, Zero in condotta, 2009 p. 61. Secondo brano in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis 2018 p. 60 nota n. 13 e nella nota n. 14 alcuni ultimi commoventi versi di Sugo Kanno prima della morte. Sull'anarchismo giapponese in generale, cfr. Victor Garcia, Museihushugi, Collana V. Valera, Iglesias 1976
Discepolo di Denijro Kotoku, Sakae Osugi tradusse in giapponese le opere di Kropotkin e di Bakunin. Il suo lavoro di traduttore fu talmente importante che egli stesso si definì “un socialista in traduzione”. Tuttavia studi recenti hanno messo in giusta luce anche il suo personale e originale contributo alla crescita teorica dell’anarchismo. ( brano da commentare)
Brano da commentare: “ La filosofia ha come oggetto principale e storico di interrogarsi su cosa sia l’umanità, con le diverse risposte apportate dai pretesi filosofi. Ma l’umanità non è un libro scritto in anticipo e pubblicato una volta per sempre. E’ una pagina bianca in cui ogni uomo scrive una parola, una frase. L’umanità è ciò che vivono gli uomini. E la stessa cosa per i suoi problemi. La questione operaia è un problema umano per gli operai. Attraverso il loro movimento, gli operai scrivono lettera dopo lettera, parola dopo parola, frase dopo frase in questo grande libro di pagine bianche che è la questione operaia. Essi hanno già gli ideali e le concezioni, è la loro grande forza, una luce. Ma più se ne discostano, più questa forza e luce che costituiscono la loro realtà presente si indeboliscono. Per conservare la loro forza, essi devono allontanarsi dai testi che essi stessi redigono lettera per lettera, paragrafo per paragrafo. E’ la stessa cosa per le concezioni e gli ideali della società futura che essi costruiranno […] "Quello che esprime l'anarchismo, la socialdemocrazia, il sindacalismo o il socialismo delle corporazioni costuiscono una forza e una luce che i lavoratori d' Europa e degli USA hanno già creato loro stessi. Per i lavoratori giapponesi c'è ancora un ritardo" ( da Sakae Osugi, Dell’ideale sociale 1920)]
Nota: in Philippe Pelletier, Osugi Sakae , in A contretemps 18 2004, p. 2 (trovato su Internet sotto “ Profili Libertari”) ( traduzione italiana mia. ora di questo brano esiste una traduzione italiana in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis 2018 pp. 68-69 che contiene alcune righe in più. Le inserisco nel testo qui sopra usando il corsivo.
Nel 1923 Sakae Osugi e Noe Itoo assieme al loro nipotino di sei anni furono uccisi, approfittando della confusione suscitata dal grande terremoto di Kanto, da una squadra militare guidata da Masaiko Amakassu per ordine del generale Fukuda. Scoperto il delitto, malamente camuffato da disgrazia causata dal terremoto, i responsabili vennero condannati , ma anche immediatamente graziati. Sulla vita e la morte di Sakae Osugi e Noe Itoo è stato girato anche un film nel 1969 del regista Yoshida Yoschihig intitolato, Eros + Massacro.
Brano da commentare: “ La filosofia ha come oggetto principale e storico di interrogarsi su cosa sia l’umanità, con le diverse risposte apportate dai pretesi filosofi. Ma l’umanità non è un libro scritto in anticipo e pubblicato una volta per sempre. E’ una pagina bianca in cui ogni uomo scrive una parola, una frase. L’umanità è ciò che vivono gli uomini. E la stessa cosa per i suoi problemi. La questione operaia è un problema umano per gli operai. Attraverso il loro movimento, gli operai scrivono lettera dopo lettera, parola dopo parola, frase dopo frase in questo grande libro di pagine bianche che è la questione operaia. Essi hanno già gli ideali e le concezioni, è la loro grande forza, una luce. Ma più se ne discostano, più questa forza e luce che costituiscono la loro realtà presente si indeboliscono. Per conservare la loro forza, essi devono allontanarsi dai testi che essi stessi redigono lettera per lettera, paragrafo per paragrafo. E’ la stessa cosa per le concezioni e gli ideali della società futura che essi costruiranno […] "Quello che esprime l'anarchismo, la socialdemocrazia, il sindacalismo o il socialismo delle corporazioni costuiscono una forza e una luce che i lavoratori d' Europa e degli USA hanno già creato loro stessi. Per i lavoratori giapponesi c'è ancora un ritardo" ( da Sakae Osugi, Dell’ideale sociale 1920)]
Nota: in Philippe Pelletier, Osugi Sakae , in A contretemps 18 2004, p. 2 (trovato su Internet sotto “ Profili Libertari”) ( traduzione italiana mia. ora di questo brano esiste una traduzione italiana in Francisco Soriano, Noe Hitōō . Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis 2018 pp. 68-69 che contiene alcune righe in più. Le inserisco nel testo qui sopra usando il corsivo.
Egli
fu, tra i primi, in Giappone, a scorgere non
negli intellettuali ma nel movimento
operaio il fattore determinante del processo rivoluzionario ed espresse, tra l’altro, questa sua
convinzione, in un dibattito con l’attivista femminista, Yamakawa Kikue
. ( Brano da commentare)
Brano da commentare: « Yuamakawa Kikue non può non sapere che l’ideale che attualmente sembra essere il suo
era già presente fra i lavoratori prima che i padri dell’anarchismo Kropotkin e Bakunin lo facessero loro. Tutte
queste persone non possono non sapere che il loro insegnamento non è al di
sopra delle molteplici organizzazioni, né che il progresso di questo ideale nel
movimento operaio dipenda più dallo sviluppo reale del movimento che
dall’impulso degli intellettuali, Ciò non vuol dire che gli inellettuali sono inutili, sono importanti, ma
gli operai danno il loro contributo decdisivo […] Io amo lo spirito. Ma provo
ripugnanza quando lo si vuole teorizzare . […] Detesto altresì il socialismo e talvolta mi ripugna un po’ anche l’anarchismo .» ( in Francisco Soriano, Noe Hitō…)
Bibliografia
: in Francisco Soriano,
Noe Hito. Vita e morte di un’anarchica
giapponese, Mimesis
1918 pp. 70-71
Frequenti furono i suoi viaggi
all’estero e particolarmente a Parigi
dove divenne, tra l’altro, amico
di Nestor
Makhno,
con cui condivise alcuni mesi di prigione per avere «oltraggiato» un poliziotto. Il suo mettere in pratica l'anarchismo e in particolare la dottrina del “libero amore” provocò grandi scandali nel Giappone dei suoi tempi. Durante la sua relazione con Noe Hitoo, che fu la sua donna più amata, una sua precedente amante, Kamichika Ichiko, lo pugnalò provocandogli una grave ferita e un amico di Ichiko aggredì brutalmente Noe Itoo procurandole alcune lesioni.
NOE ITOO ( o NOE
HITŌ) (1895 - 1923) anarchica femminista e scrittrice , che tradusse, tra l’altro, anche numerosi scritti di Emma Goldman in giapponese,tra
cui The Tragedy of Woman’s Emancipation . Nata da una famiglia poverissima, potè, per un certo periodo, grazie a uno zio, studiare , ottenere un diploma e acquisire
una certa cultura, inusuale per una
donna e per giunta povera, ma un ulteriore peggioramento delle condizioni
economiche della famiglia la costrinsero
, previe promesse poi non mantenute, a sposarsi, sedicenne, con un proprietario di un’azienda agricola
più vecchio di lei di vent’anni. Presto Noe Hitō lasciò il marito e iniziò una lunga convivenza con il suo insegnante di inglese JUN TSUJI (1884-1944) anarchico individualista , dadaista e traduttore in
cinese dell’Unico
e la sua Proprietà di Max Stirner da cui nacquero due figli. La sua
unione irregolare suscitò grande scandalo, che aumentarono quando Noe Hitō , andò a convivere con SAKAI OSUGI
ed ebbero due figli Emma e Nestor. Nel 1911 entrò a far parte della redazione di Seito ( Calze Blu) fondato da RAIKO
HIRATSUKA e nel 1915 divenne
capo-redattrice, imprimendo alla rivista un indirizzo sempre più libertario .
(cfr. brano da commentare)
Brano da commentare : « « Noe Hitō fu una donna intelligente e
brillante; nonostante fosse di umili origini seppe imporsi, in un contesto sociale , fortemente
discriminato, con lo studio appassionato e uno spirito di abnegazione
incredibile. Con coraggio e ostinazione,
prima collaborò con i suoi articoli al
successo della rivista « Seito» in seguito ne divenne la
caporedattrice. Al suo arrivo, la
testata giornalistica subì
una vera e propria mutazione genetica: si caratterizzò nella rivendicazione dei
diritti di eguaglianza di genere
conferendo ai suoi scritti: una chiara impronta anarco-femminista. […] Noe Hito ha rappresentato per il suo paese l’anima ribelle di una nuova
generazione di donne. La
sua lotta è la testimonianza
che l’afflato libertario ha pervaso
anche comunità di popoli geograficamente e culturalmente distanti ma non marginali alle realtà europee e
occidentali. « ( Francisco Soriano, Noe Hitō)
Bibliografia:
Francisco Soriano, Noe Hitōō
. Vita e morte di un’anarchica giapponese,
Mimesis
2018 pp.30-31
RAIKŌ HIRATSUKA
HARU
( detta RAIKŌ = PENNA DI TUONO oppure UCCELLO DI TUONO)
HIRATSUKA ( 1886-1971)
Scrittrice e attivista femminista. Nata a Tokio da una famiglia borghese benestante.
Si laureò in un’ Università
femminile , ove si insegnava sia la filosofia occidentale
che il buddismo zen. Nel 1911
HARU ( detta RAIKŌ = PENNA DI TUONO) fondò e
diresse la prima rivista femminista
letteraria giapponese , Seitō
(si veda più avanti). Nel primo numero della rivista, Raikō Hiratsuka
lanciò un manifesto
intitolato,
All’origine la donna era il sole ,
che
riscosse un certo successo
tra le ragazze e le donne giapponjesi, desiderose di sperimentare nuovi stili di vita liberi
e indipendenti, ma anche una fortissima
ostilità ( frequenti furono le minacce
di morte) da parte dei gruppi tradizionalisti. (cfr. brano da commentare)
Brano da commentare: "Quando nacque il
Giappone la donna era il Sole, l’essere
umano per eccellenza. Ora è la Luna! Vive illuminata dalla luce di un’altra
Stella. E’ la Luna con un
viso pallido
come quello di una ammalata… Questo è il primo grido delle Calze Blu !
Siamo la mente e il braccio delle donne del nuovo Giappone. Esponiamo noi stesse alla
derisione degli uomini,
ma
sappiamo ciò che si cela sotto quel riso beffardo. Facciamo sorgere finalmente
la luce del nostro sole nascosto,
il nostro genio mal riconosciuto! Lasciate che finalmente si sporga
oltrepassando le nuvole.! Questo è il grido della nostra fede, della nostra
personalità, del nostro istinto che è portatore della nostra volontà. Da quel
momento , vedremo il sole splendente del nostro essere divino". ( in Francisco Soriano , Noe Hitō …)
Bibliografia
: in Francisco Soriano, Noe
Hito. Vita e morte di un’anarchica
giapponese, Mimesis
1918 p.
86
Da sinistra a destra: RAIKŌ HIRATSUKA , COPERTINA DEL PRIMO NUMERO DI
SEITŌ e NOE ITOO | |
Il nome SEITŌ (
ovvero «Calze blu» ,
si ispirava al circolo femminile letterario
inglese chiamato
appunto Bluestockings di Elizabeth Montagu (1720-1800) e si riferiva alle "calze blu" delle donne proletarie, socialmente discriminate rispetto le donne aristocratiche che portavano le calze nere . Insieme ad
argomenti letterari e drammaturgici ( in particolare le opere di
Ibsen) vennero sempre più trattati temi come la questione femminile, la sessualità,
l’amore libero, la castità, l’adulterio,
l’aborto, la prostituzione ecc. La copertina del primo numero della
rivista, disegnata dalla pittrice e
disegnatrice giapponese Chieko Takamura ( 1886
- 1938)
«riecheggia», come sottolinea Francisco Soriano (op. cit.
p. 87)
«lo stile artistico di Klimt, l’ Art Nouveau, ma vi sono anche riferimenti
ad" elementi e canoni nipponici». Nel
1913 sulla rivista Seitō si svolse un importante dibattito su che cosa si intendesse con
l’espressione «
Donne Nuove
« (Atarashii Onna). che si stava sempre più
diffondendo in Giappone. Al dibattito
parteciparono , oltre a Noe Hitō e
Raikō Hiratsuka e
altre collaboratrici fisse di Seito,
come IVANO KIYO (1882-1920)
e KATŌ MIDORI ( 1888- 1922) anche donne estranee alla rivista come per es. la
proto-femminista FUKUDA IKEDO ( 1865-1927) e la zelante osservatrice delle
tradizioni patriarcali, HORI YASU ( sposa divorziata di Osugi Sakae) .
-------------------------------------
In
questo contesto mi limito a citare solo un brano dall’ articolo di Noe Hitō , « Il sentiero delle donne nuove « ( Atarashiki
onna
no mich
). ( brano da commentare)
Brano da commentare: « Sul sentiero ancora sconosciuto che i
pionieri devono intraprendere, la strada appare disseminata di rovi pieni di
spine che ostacolano il loro percorso. Le donne devono abbattere enormi rocce per
spianarsi il cammino e Perdersi
in montagne profonde. Attaccate da insetti velenosi, sofferenti per la fame
e la sete, devono oltrepassare colli, scalare
enormi altezze e attraversare le avalli aggrappandosi talvolta alle
radici delle piante. Intanto, in questo tragitto, devono strozzare le loro urla,, le loro preghiere e le loro
lacrime amare prima di superare tanta sofferenza. […] Le pioniere non permettono a nessuno di
immischiarsi nei loro affari. Non
saranno interessate a chi deciderà di seguirle perché le stesse non avranno
il diritto di criticarle. Non resta che marciare con gratitudine sulle orme di chi ha percorso
il camminon realtà non sanno come andare avanti da
sole e non resta loro che procedere sulle orme dei
pionieri usando il loro esempio « ( Francisco Soriano, Noe Hitō …)
Bibliografia
: Francisco Soriano, Noe Hitōō
. Vita e morte di un’anarchica giapponese,
Mimesis
2018 pp. 87-88 . Cfr. Anche il
Dossier
Naissance d’une revue féministe en Japon: Seitō (1911-1916) in
Ebisu
automne-hiver, a cura di Christine Levy, n.48/2012 pp. 27 e
in particolare l’articolo di Marrion Saucier,
Le débat dans Seitō sur la femme nouvelle. Atarashi
onna, pp. 83.89. Sinora è stato
facilmente rintracciabile su Google .
Concludo allegando la foto di mie figurine di creta ispirate alla bella copertina di Seitō e alle sue due principali redattrici
TAIJGI YAMAGA (
1892-1970) anarchico ed esperantista giapponese. Appartenente ad una famiglia di colti ed esperti tipografi di Kioto, Yamaga lasciò ben presto la
famiglia e si trasferì ancora giovanissimo a Tokio, doveniniziò a frequentare gli
ambienti anarchici e nel 1907 divenne segretario della “Japana sperantista Asocio” , luna delle maggiori
associazioni esperantiste del Giappone ,molto
frequentata da da libertari e
rivoluzionari, che tramite quella nuova lingua internazionale intendevano poter comunicare con
rivoluzionari e progressisti di ogni nazionalità. Numerosi erano i classici
testi dell’anarchismo, in particolare Kropotkin, che tradotti in
esperanto cominciarono a circolare in Giappone. Nel 1910 Tijgi Yamaga, diciotenne, riusciì a sfuggire alla grande persecuzione contro gli anarchici,
che condusse alla morte per impiccagione di DENIJRO KOTOKU, SUGO KANNO e tanti altri (vedi sopra) . Fuggito in Cina,
Taiji Yamaga collaborò a Shangai
alla redazione del giornale fondato
dall’ anarchico cinese SHI PHO ( cfr. post ) , “Ming
Sing” ( La voce del popolo), di cui curò le pagine in
esperanto. Taijgi Yamaga curò , anche , la
pubblicazione di molti scritti di Kropotkin, tra cui La conquista del pane. Quando scoppiò la
prima guerra mondiale, a cui egli fu, a differenza di Kropotkin, assolutamente
contrario, Yamaga tornò in Giappone, dove
si unì alla sua compagna MIKA , da cui ebbe
due figli, un maschio ed una femmina. Alla fine della guerra tornò in Cina, dove
insegnò all’ Università del Lavoro, l’esperanto e
impegnandosi assiduamente alla propaganda anarchica. Alla vigilia
dell’invasione giapponese della Cina Yagama si trasferì nelle Filippine, dove restò sino alla fine della seconda
guerra mondiale. Tornato in Giappone, nonostante gravi condizioni di salute si dedicò alla
diffusione di idee non-violente e anti-mi litariste. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … la storia del
nostro movimento in Giappone dice che abbiamo combattuto spesso con mezzi
violenti (molti compagni hanno usato l’arma da fuoco, la bomba ed hanno punito
con l’attentato i loro nemici). Dalla guerra, con l’apparizione della bomba
atomica, la lotta violenta ci appare senza utilità . Perciò stiamo preparando
la propaganda della “ resistenza passiva “ e della “disobbedienza contro l’ingiustizia”, secondo
la linea di Gandhi, e sviluppiamo il nostro bagaglio
culturale di base, come cittadini del mondo ed usiamo l’ Esperanto come lingua
mondiale”. ( estratto da un lettera di Jamaga alla Gioventù Libertaria spagnola in
esilio)
Bibliografia: in Victor Garcia, Museihushugi. Breve storia del movimento
anarchico giapponese, Collana V. Vallera, Iglesias 1976,
p. 71
Sino alla sua morte Yamaga intrattenne una
fittissima corrispondenza con anarchici
di tutto il mondo e dopo la sua morte ,
avvenuta nel 1970, è stato fondato a Numazu, un
villaggio di pescatori , Numazu, dove si trasferirono la sua compagna Mika e sua figlia Aino, un
piccolo museo alla sua memoria.
ANARCHICI/E COREANI
ANARCHICI/E COREANI
Oltre all’uccisione di Sakae Osugi e di
Noe Ito, approfittando del profondo
turbamento suscitato nella popolazione dal terremoto di Kanto del 1923, le autorità giapponesi arrestarono e condannarono a morte con il pretesto di un
presunto attentato contro l’imperatore, numerosi anarchici, tra cui la
giapponese FUMIKO KANEKO (1902-1926) e il suo compagno, l’anarchico coreano
PARK YEOL ( 1902-1974). Nata da una famiglia molto povera Fumiko Kaneko
evitò per poco di essere venduta da
bambina ad un bordello e fu mandata, invece, da una nonna , che viveva in Corea, che la
sottopose a un regime di vita molto severo e le impedì di continuare gli studi per cui si mostrava molto dotata. Tornata in
Giappone, Fumiko Kaneko, si stabilì a Tokio, fece vari lavori e cominciò a frequentare gli
ambienti anarchici , dove conobbe Park Yeol,
anarchico coreano, fondatore del gruppo clandestino , “Società degli insorti “,
che aveva lasciato la Corea per motivi politici. Nel 1923, come si è già detto,
furono arrestati e condannati a morte con l’accusa di avere attentato alla vita
dell’imperatore. La pena di morte fu,
poi ,convertita con la pena
dell’ergastolo. Fumiko Kaneku si
suicidò, almeno così sembra, in carcere, non prima però di avere scritto un
libro di memorie, purtroppo ancora inedito in Italia. Yeol Park
fu invece liberato nel 1945 e riprese l’attività politica sino al giorno della
sua morte.
BranI da commentare: 1) “ Il
socialismo non ha avuto nulla di particolarmente nuovo da insegnarmi; esso ,
comunque mi ha fornito , sul piano teorico, una verifica di quanto
io avevo già conosciuto emozionalmente nel mio passato. Io ero
povera allora, sono povera ora. Per questo sono stata sovraccaricata di
lavoro, maltrattata, tormentata,
oppressa, privata della mia libertà, sfruttata e dominata dalla gente ricca. Io ho sempre nutrito un profondo antagonismo
nei confronti delle persono che possiedono questa
forma di potere e provato una profonda simpatia nei confronti delle persone che provengono da un ambiente come il mio”; 2) "Vivere
non è semplicemente sinonimo di muoversi . E’ muoversi secondo la propria
volontà. Non si potrebbe dire che non si cominci a vivere che quando si agisce.
Quindi se agire di propria volontà conduce alla distruzione di sé non si tratta
di una negazione della vita. Ma di una affermazione!"
( Entrambi i brani sono tratti da Kaneko Fumiko, The
Prison Memory Of A Japanese
Woman )
Bibliografia : Kaneko Fumiko, The Prison Memory Of A Japanese
Woman , Kindle Edition 1997 (traduzione mia
fatta soprattutto cercando di cogliere il senso del brano. Quindi come tutti miei tentativi di traduzione sia dal francese, che
dall’inglese, ecc. è sempre necessaria una certa cautela da parte di chi le
legge.
KIM JWA–JIN
detto Bae Gya anche noto
come il “ Makhno
della Corea” , nato in una
famiglia coreana ricca, era esperto di
arti marziali e a 17 anni liberò dalla servitù
le 50 famiglie di schiavi in suo possesso e fornì a loro terra da
coltivare. A partire dal 1910 , dopo la
colonizzazione della Corea da parte del Giappone, divenne ben presto il
comandante in capo per l’indipendenza del paese. Ciò determinò l’ alleanza
strategica , sebbene fosse anarchico,
con democratici e, dopo il 1917, con i
comunisti coreani. Restò comunque sempre fedele ai suoi principi anarco-comunisti e
nelle zone da lui liberate, in particolare nello Shinmin, avviò esperimenti di autogestione collettiva.Nel 1920
sconfisse i giapponesi nella battaglia di Cheongsan-ri.
Purtroppo, tanto più la Russia
cosiddetta “sovietica” si avviava
sulla strada della reazione e della stalinizzazione i rapporti con i comunisti
autoritari si fecero difficili e nel 1930 Kim Jwa –Jiin fu
ucciso a tradimento da uno stalinista, mentre stava riparando , se ho capito bene, un mulino meccanico. La sua morte provocò
l’inesorabile declino della resistenza contro l’Imperialismo giapponese.
Solo nel 1945 ebbe termine la colonizzazione giapponese della Corea.
Brano da commentare: “ Un
vento ghiacciato soffia forte ma la luna
brilla / La lama del mio coltello è
fredda, il mio paese mi manca/ Cosa fa il nemico sulle nostre terre? Io contribuirò affinché il nostro paese ritorni
a noi” ( poesia di Kim Jwa-Jiin)
Nessun commento:
Posta un commento