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MILIEUX LIBRES
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Sulla scia
della Colonna Cecilia in Francia
si diffusero colonie anarchiche, dette "Milieux
libres", dove si sperimentavano nuovi stili di vita (“ vivre en anarchiste”
) collaudando, con minore o maggiore successo, esperienze naturiste, diete vegetariane rigorose, comunità di produzione e consumo, amori
liberi ( o "amours plurals"), metodi contraccettivi, scuole
libertarie, ecc.) Tra le prime colonie vi fu
quella di Vaux (1902-1907) fondata da GEORGE BUTAUD ( 1868-1926) e
da SOPHIA ZAIKOWSKA ( 1898-1939) ,
ispirata, come si deduce dal "manifesto" programmatico di
quella comunità, a un "comunismo pratico" e non ideologico. ( cfr.
brano)
Brano da commentare “ Materialisti,
spiritualisti, comunisti, individualisti, scientifici, naturisti, cioé individui
dalle filosofie e concezioni economiche differenti possono fare parte della
colonia. Essi soni riuniti da una unica formula comune a tutti : Ognuno
produrrà secondo le proprie forze. Ognuno consumerà secondo i propri
bisogni." ( Manifesto del
"Milieu Libre de Vaux".
1902)
Bibliografia:
in Céline Beaudet, Les milieux libres. Vivre en anarchistes à la Belle
Epoque en France, Editions Libertaires ,2006, p. 36 (traduzione dal francese mia.
E' meglio se possibile verificarla sull'originale)
Nel 1911 Butaud e la Zaikowska fondarono il
"Milieu Libre de Bascon " dove venne adottato sin dall'inizio,
sulla base della consulenza del medico naturista PAUL CARTON (1875-1947), uno
stile di vita rigorosamente vegetariano . Da ora in poi , sperando di non sbagliare,
userò il termine "vegano"
per distinguere , come fanno i comunitari della “Colonia du
Bascon, il termine “vegetaliens” da quello di “vegetariens”) (cfr.
brani)
Brani da commentare: “… E’ bene dire che noi non ci raggrupperemo che
tra compagni che si conoscano, avendo
tra loro delle affinità : noi siamo
semplici, vegetariani, astinenti e
fondiamo la nostra speranza di vita comunitaria sullo sviluppo della coscienza,
del sentimento, della volontà, del coraggio, dell’iniziativa individuale e la
non violenza tra compagni. Noi abbiamo
forti ostacoli ( la parola francese è “écueils”=scogli) da evitare, a causa della società
capitalista, ma anche a causa di noi stessi, compagni e particolarmente compagne insufficientemente
educate, poco preparate alla vita comunista. Non è senza speranza di evitarli
che noi richiamiamo l’attenzione dei
compagni sul tentativo di vita
comunitaria “ ( Butaud e
Zaikowska in “ La vie anarchiste n. 7, marzo 1912) ; 2 ) “ Dopo il nostro incontro in un meeting nella “Salle des tableuax” rue d’Avron , en 1898,
io divenni amica e collaboratrice di George Butaud. Grazie alla disomiglianza
dei nostri caratteri , ci completavamo. La tendenza fondamentale del carattere
di George Butaud era l’attivismo, lo
spirito imprenditoriale mentre io sono una slava emotiva, ciò che mi permetteva
spesso di scegliere megio i collaboratori di quanto avrebbe fatto Butaud da
solo. [….] Solo il controllo di ciascuno dei nostri gesti e da tutti i punti
di vista , permetterà agli uomini di fraternizzare. E’ così che poco a poco,
esaminando i nostri bisogni, siamo diventati vegani ( in francese : vegetaliens
) …..” ( Sophia Zaikowska “ La vie et la morte de George Butaud 1929)
Bibliografia
: Tony Legendre , Experiences de vie
communautaire anarchiste en France, Les editions Libertaires 2006 p. 41
(primo brano) e p. 49 (secondo brano)
Nel 1920 si unì
definitivamente a loro il saggista e
conferenziere cecoslovacco VICTOR LORENC (1876-1929), appassionato
naturista e vegano. La Zaikowska,
Butaud e Lorenc, tra l’altro, dettero
vita a un armonioso e duraturo
“amore plurale” tra loro (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Una grande consapevolezza della responsabilità dei nostri gesti
individuali e della loro ripercussione sociale, creò tra di noi un legame
affettivo durevole. Noi abbiamo saputo realizzare “l’amore plurale”, che ha
permesso a tutti e tre di essere felici, di migliorarci e di fare un po’ di
bene “ ( Sophie Zaikowska, La
vie et la morte de George Butaud, 1929)
Bibliografia
: Tony Legendre , Experiences de vie communautaire anarchiste en France,
Les editions Libertaires 2006 p. 53
Butaud e la Zaikowska fondarono anche il "Milieu Libre de
La Pie" a St. Maur , Seine e alcune "comunità di vita" persino
nella città di Parigi.
Il pensiero pionieristico vegano e
antispecista di Butaud, della
Zaikowska e di Lorenc negli ambienti anarchici venne sviluppato anche
da LOUIS RIMBAULT (1877-1949) inventore,
tra l’altro della celebre ricetta vegana “ La Basconnaise” e animatore,
in un periodo di assenza di Butaud e della Zaikowska della "Colonia
di Bascon" (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Il veganismo
è la carità suprema , l’ultima tavola di
salvezza all’uomo che non ne può più di
tanto soffrire e di fare tanto soffrire . Da dieci anni di propaganda, non
disponendo che di mezzi e di risorse
estremamente limitate, il vegetalismo ha apportato una somma di esperienze
conclusive e di risultati convincenti, sulla possibilità di più ideali
rigenerazioni e della più completa liberazione degli uomin , armonizzandosi
nella natura. Con la fondazione di una
prima scuola di pratica vegana, Bascon
presso Chateau-Thierry (Aisne), G. Butaud e S. Zaikowska avevano
lasciato campo libero a un nuovo ideale
di liberazione umana, estesa anche all’ animale che non sarà né sacrificato né aggiogato. I loro
discepoli, ispirandosi a questo ideale, si ingegnarono a fornire i migliori
mezzi per dimostrare, nella più accessibile pratica, la bontà del regime
vegano, con la scoperta del principio dell’ infinita varietà alimentare,
di cui “la Basconnaise “ ne illustra tutto il valore. […] Tutte
queste opere vegane apporteranno
nell’economia dell’esistenza dell’individuo, nello stato della sua salute e
nelle promesse della sua liberazione, degli elementi di una pratica di
vita nel
focolare risanato e nella casa di campagna, dove nessun elemento di
schiavitù e di servitù, dove nessuna minaccia d’insicurezza , peserà sulla vita
delle bestie e delle persone” ( Louis Rimbault Le vegetalisme in Le
Néo-naturien, agosto-ottobre 1927)
Bibliografia:
Bibliografia : Tony Legendre ,
Experiences de vie communautaire anarchiste en France, Les editions
Libertaires 2006 pp. 137-138. Nota: la ricetta della “Basconnaise” la si trova
integralmente in questo libro a pp.
112-114 e rielaborata in modo più semplificato dalla Zaikowska a p. 48.
Tra i visitatori famosi della
"Colonia di Bascon" sono, tra gli altri, da ricordare ELISEE RECLUS
(cfr. post a suo nome) le sue figlie e la celebre danzatrice ISADORA
DUNCAN e suo fratello.
Alla Colonia di Vaux,
sorta nel 1902, seguirono
immediatamente molte altre “comunità di vita”, tra cui mi limito a ricordare l' “Essai
d’Aiglemont” (1903-1909) fondato
da FORTUNE’ HENRY- (1869- ) ; e la "Colonie libertaire de
St. Germaine en Laye"
fondata da ANDRE' ROULOT ( detto LORULOT) (1885-1963) ed EMILIE LAMOTTE (1906-1908).
FORTUNE’ HENRY, figlio di un noto generale della Comune e
fratello di EMILE HENRY (cfr. post AUGUSTE VAILLANT .....) passò in complesso tredici anni in prigione per la sua
propaganda rivoluzionaria e per i suoi veementi articoli sul giornale “Père Peinard “
dell’anarco-sindacalista POUGET (cfr post FERNAND PELLOUTIER) . Nel 1903 fondò una Colonia anarchica (vegetariana con eccezioni) ad Aiglemont, nella
foresta delle Ardenne,
considerandola come “ la cellula
iniziale dell’umanità futura “. Numerosi furono i visitatori della
Colonia , tra cui PAUL ROBIN e SEBASTIEN FAURE (cfr
post PAUL ROBIN ......
). In questo periodo Fortuné Henry fu condannato più
volte per il suo efficace e costante sostegno organizzativo agli scioperi, che avvenivano in quel
territorio , per i reati di rissa e di contrabbando (al fine soprattutto, se ho capito bene, di comprare caffé). Nel 1908 l’esperienza comunitaria si esaurì ed egli, con l’aiuto
finanziario di Pouget fondò il giornale “ La mère Peinard “ Morì nel ……
Brano
da commentare 1) “ Io non sono né un ubriacone, né un temperante, ma io so che
l’ alcool tiene sotto tutela i
tre quarti del proletariato, se esso stimola, non stimola gli esseri che per
permettere a loro di fornire un lavoro
al di sopra delle loro forze e ciò che vi è di certo è che esso non conduce
all’ubriachezza gradevole, insegnata da Bacco, ma all’abbruttimento che Zola
mostra nel suo “Coupau” ( discorso contro
l’alcool di Fortuné Henry ) ; 2)
( Ad Aiglemont) i pasti,
rigorosamente composti di legumi, di uova, di latte, si prendevano in comune.
La domenica solamente, ci si permetteva il lusso di un “pot au feu” , di quando in quando,
si mangiava un coniglio. Mai vino né alcool, ma molto caffè , comprato di
contrabbando alla frontiera “ ( La Clarriére
en action. Fiction theatrale et réalité.
Une colonie libertaire à Aiglemont in La vie illustrée, 26 marzo 1909 n. 545 ) ;
3) “ Il contadino non comprende l’anarchico che copre d’improperi l’autorità dalla tribuna, ma comprende
l’anarchico che prende la zappa e che fertilizza un suolo ingrato ed è colpito
dallo spettacolo di persone felici che noi gli diamo “ ( Fortuné Henry sui rapporti tra comunitari e paesani)
Bibliografia: Primo e secondo in Céline Beaudet, Les milieux libres. Vivre en anarchiste à la Belle Epoque en France, Les editions libertaires , 2006 p. 158 . Terzo brano a p. 175
ANDRE’ ROULOT detto
LORULOT ). Nell’ Aprile del 1905 fondò insieme a Libertad il
settimanale “ L’ Anarchie”e in
giugno andò in carcere per avere fischiato al passaggio del re di Spagna in visita in Francia. Nel 1906
insieme a EMILIE LAMOTTE e a ERNEST
GIRAULT (1871-19339 e altri fondò la “
Colonia di Saint-Germain-en-Laye. Subì un arresto
per un suo opuscolo antimilitarista “ L’Idole patrie et ses conseguences”. Insieme alla sua
compagna Emilie Lamotte, che
purtroppo morì durante il viaggio, Lorulot
ripercorse in una roulotte noleggiata i
tradizionali itinerari degli zingari per
potere avere con loro contatti diretti e personali al fine di conoscerne gli usi e i costumi nomadici. Da
questa esperienza scrisse un libro
intitolato, La vie nomade
. Dopo la morte di Libertad fu
lui a dirigere L’Anarchie sino
al 1911. Dopo la prima guerra mondiale
si dedicò soprattutto alla propaganda anticlericale e alla diffusione del libero pensiero. Morì
nel 1963.
Brani
da
commentare: 1) “ Io non ho conservato un
cattivo ricordo della colonia. Per la
prima volta della mia vita, io ero in campagna; il luogo non mancava di
pittoresco . Io avevo un' affascinante
compagna (Emilie) e noi ci amavamo. Io mi inebriavo di aria
pura, di verdura, di movimento …. Io
dissodavo il campo, abbattevo alberi. Tutto ciò rappresentava un incantesimo per un giovane parigino , di
cui l’infanzia si era svolta così lontano dalla natura “ ( Lorulot, Ma vie…Mes Idées ); 2)
“ Noi vogliamo vivere, non un indomani
ipotetico, ma una realtà liberata e potente ….. L’uomo libero deve cercare il
più possibile di agire in conformità con le teorie che egli enuncia. Respingere
le ipocrite convenzioni , sottrarsi alla brutalità delle istituzioni, resistere
al tiranno, al padrone, al soldataccio;
tale sarà l’atteggiamento di chiunque non si voglia accontentare di una rivolta mentale,
di una "reverie", bella che sia. La pratica di una fraternità più reale, ci può essere
preziosa, aumentando la nostra capacità di resistenza, favorendo lo sviluppo
del nostro essere, da tutti i punti di
vista, sentimentale, fisico e cerebrale” ( Considerazioni di André Lourelot sull’individualismo anarchico - 1911 )
Bibliografia: Primo brano in André Lorulot ,
Anarchopedia (francese) . La traduzione è mia. Secondo brano in Céline Beaudet, Les milieux libres. Vivre en anarchiste à la Belle Epoque en France, Les editions libertaires , 2006 pp. 200-201 (traduzione mia, che come tutte le altre mie, va possibilmente verificata con l'originale)
EMILIE LAMOTTE (1877-1909) insegnante
congregazionista , appassionata di pedagogia, venuta a conoscenza dell’attività
educativa di SEBASTIEN FAURE a La “
Ruche” (cfr. post PAUL ROBIN ….) divenne anarchica.
Partecipò nel 1966 insieme a Lourolot, di
cui divenne l’amata compagna , alla fondazione della Colonia di Saint Germain de Laye e vi
si stabilì con i suoi 4 figli , di cui due avevano come padre il libertario FELIX MALTERRE. Fu scrittrice di romanzi e drammi sociali ,
aventi soprattutto come protagoniste delle donne tra cui “ Le deshonneur de Mme Lemoine” e scrisse anche
saggi pedagogici e sul controllo delle
nascite. Morì nel 1909 a 32 anni durante
un viaggio col suo compagno Lorulot per studiare
ed esperimentare la vita dei nomadi .
Brani
da commentare : 1) “ Emilie Lamotte […] fu la mia prima
compagna […] Essa collaborava, come me, al Libertario: era una donna
assolutamente notevole, che morì disgraziatamente tre anni più tardi. Io
conservo mdi lei dei ricordi pieni di
emozione. Emilie Lamotte aveva delle vedute
pedagogiche audaci. Era anche un’artista, pittrice e disegnatrice di
grandissimo talento ..” ( “ Lorulot, Ma vie… Mes idées , 1943) ; 2) “ L’Unione
libera, considerata come un contratto, anche rescindibile a volontà, implicando
dei doveri e dei dritti, consentiti dai due interessati, non si differenzierà
quasi dal matrimonio borghese, che, anch’esso, ha i suoi vantaggi materiali
apprezzabili. Se noi condanniamo questa istituzione barocca che pretende
imporci perpetuamente gli stessi sentimenti e ci impedisce di
superare i propri problemi,
malgrado gli slanci del cuore e della carne, non è per adottare una nuova forma
di legame, che incatenerà due esseri, sotto l’ingannevole pretesto che si deve
rendere conto al proprio patner dei propri atti, gesti e pensieri “ ( Emilie Lamotte, “ Le deshonneur de Mme Lemoine” 1911) ; 3)
".... fisiologicamente, noi vediamo essere più belli i bambini (nati) da
unioni rinnovate che quelli (nati) da una stessa coppia" ( in Celine Beaudet, Les milieux libres..... )
Bibliografia : Primo brano in Andrè Lorulot in Anarchopedia ( versione francese) e secondo brano in Luce Turquier, De la libertè en amour au debut du XX siècle. Reflexions et pratiques anarchistes sur le mariage, la liberté en amour et la liberté sexuelle in Refraction
. Voies sexuelles, voix désiderantes n. 29, 2012 pp. 7-17 (
traduzione mia dal francese) e terzo brano in Céline Beaudet, Les milieux libres. Vivre en anarchiste à la Belle Epoque en France, Les editions libertaires , 2006 p. 93
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ERNEST GIRAULT |
ERNEST
GIRAULT (1871-1933) , tipografo, ingegnere , noto oratore anarchico poi
comunista. Partecipò nel giugno del
1904 al congresso antimilitarista
di Amsterdam . Dall’ottobre al dicembre
1904 fece un lungo giro di conferenze in Algeria insieme a Louise Michel ( cfr.
infra post LOUIS MICHEL) . Di questa sua esperienza scrisse nel 1905 un appassionato
diario, intitolato , Une
colonie d’enfer, la cui
introduzione contiene una durissima e
demistificatrice accusa contro il regime coloniale europeo in Algeria . (cfr.
brano)
Brano da commentare: “ … Si è presi da
nausea quando si lascia l’Algeria, questo famoso “gioiello coloniale” come lo
chiama il governatore Jonnart, soprattutto se uno ha tenuto aperti gli
occhi e le orecchie. La vecchia patria di Abd –e- Kader e di Mokrani è diventato il paese dell’infamia e della
vergogna, non solamente perché i
Francesi vi hanno portato i loro vizi con la loro barbarie, ma perché
anche l’Italia, Malta e la Spagna vi rovesciano le loro scorie umane, la loro
esuberanza di fanatici, di bruti, di alcolizzati e di ignoranti. […] Le
antiche famiglie berbere e musulmane di cui la genea logia
risale alla fondazione dell’Islam: quelle che si vantano di avere come antenati i primi
discepoli del profeta: un Alì, un Omar o un Abubecre, non sono
indenni ( indemnes) da slealtà ed oppressione verso le
popolazioni indigene. Ricchi “caïds “
e “chaouchs” arricchiti (parvenus), tutti si intendono con i conquistatori per affamare,
torturare e opprimere quelli che persino
la fedeltà a Maometto non è
sufficiente per fare perdonare il crimine di essere povero, umile e proletario.
E su questa terra che potrebbe essere un
paradiso terrestre, non si sente che gemiti e pianti, non si incontra che
miseria e dolore, non si assiste che a delle brutalità e che a delle
torture. Scorrono (coule),
da ogni lato dell’ Atlante , sufficienti lacrime e sangue per irrorare ( humecter) la sabbia del deserto. […]
Ecco ciò che è chiamato
colonizzare“ ( Louis Girault, Une colonie d’enfer (1905)
Bibliografia: Ernest Girault, Une colonie d’enfer , Les editions libertaires,
2007 p. 14
Nel 1906 partecipò con
la sua compagna VICTORINE TRIBULET alla
fondazione del “ milieu libre di Saint-Germain-on-Laye. Nel 1907 Girault venne, sempre più, ritenuto troppo autoritario da Lorulot e dagli altri componenti della colonia e, pertanto, al culmine della tensione creatasi, , lui e Victorine lasciarono la colonia.
a. (cfr.
brano)
Brano da commentare: “ … Girault si rendeva insopportabile per il suo autoritarismo oltranzista . Impregnato di una
fiducia senza limite in se stesso, egli trovava normale di dirigere individui
che egli qualificava “ in petto” di inferiori e di ignoranti. Egli pretese più
tardi di avere agito nell’ interesse della colonia. I peggiori governanti non hanno maii
detto altra cosa. L’esistenza di un
comandante (meneur)
sottintende l’esistenza di comandati (menés).
[…] La prosperità della colonia sotto la direzione di Girault
avrebbe forse fatto una seria
concorrenza con l’ Azienda (
Maison) Felix Potain o di
ogni altra gestione sfruttatrice capitalistica
( in Ariette Millard, Une colonie anarchiste a Saint-Germain-en-Laye, 1906-1908)
Nota: non ho trovato nessuna immagine di Ernest Giraul , quindi l’ho inventata basandomi sulla sua descrizione ,
in verità non molto lusinghiera fatta da un giornale conservatore di Algeri (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Piccolo, panciuto, con lunghi capelli
pretenziosamente lisci e divisi nel
mezzo della fronte, una figura regolare ma comune, grassottella (grasseillante) ,
senza espressione se non quella della malizia. […] nel suo inseme ,
tronfio, della sua importanza, per
niente simpatico” ( in La Croix de l’ Algerie et de la Tunisie, 23 octobre 1904)
Bibliografia: in Clotilde Chauvin, Louise Michel en Algerie. La
tournée de conférences de Louis Michel et
Ernest Girault en Algérie ( octobre-decembre
1904), Les editions libertaires , 2007 p. 78
RIRETTE MAITREJEAN ( 1887 -1968), il cui nome era, alla nascita,
Anna Estorges, arrivò giovanissima
dalla provincia a Parigi , dove lavorò
come sartina e iniziò a frequentare gli ambienti anarco.individualisti e in particolare il gruppo che si era raccolto intorno a LIBERTAD e al
suo giornale “L’ Anarchie" . (cfr. brano)
Brano da commentare: “... Era
necessario che mi appiccicassi ( que je me colle)
un’etichetta. Sarei
diventata individualista o comunista? Non avevo
quasi scelta. Presso i comunisti, la
donna è ridotta a un ruolo tale che non si discute mai con lei, neanche
prima ( di formare una coppia). E’ vero che presso gli individualisti, non è quasi differente.
L’individualismo tuttavia, ebbe la mia
preferenza. Non dirò altrettanto dell’illegalismo. Trovo i rischi poco
proporzionati rispetto ai vantaggi . Un conferenziere – è così che in questo
ambiente, che non riconosceva alcuna autorità, si chiamano i “leader” (meneur) si
occupò di completare la mia educazione anarchica. Mai allieva fu più fervente e
più docile. Che volete? Io avevo il fuoco sacro. Io seguivo con assiduità i “ Dibattiti popolari” (Causeries populaires)” della città d’ Angouléme. Il luogo era pittoresco;
in fondo a un cortile oscuro di cui i pavimenti
sgretolati sudavano di miseria, si apriva in un muro barcollante una specie di boutique che non prendeva l’aria che da
una vetrata che dava su questo cortile. L’interno di quell’ antro prendeva di colpo un aspetto (teinte) di lusso a causa delle decorazioni
di arte moderna che ornavano i
muri. Un tavolo zoppicante, alcune panche
tarlate, una grossa lampada
fumosa , ridavano questa
sala (salle) il
suo aspetto di caverna. Tutti i mercoledì venivano a rinchiudersi lì dei
compagni irsuti e scamiciati, delle
compagne con il capo scoperto, in sandali Kneipp e senza corsetto. Vi si trattava i più
elevati (hauts) argomenti . I
conferenzieri erano qualche volta degli scienziati celebri, dei letterati noti. Vi si discuteva dei più
gravi problemi della vita. E delle
persone venute per caso in questo luogo (endroit) se ne andavano ( partaient) stupiti che non si fosse
fatto delle orgie ....". “ ( Rirette Maitrejean, Souvenirs d’anarchie (1913)
Bibliografia: Rirette Maitrejean, Souvenirs d' anarchie, Editions La Digitale, 2005 p. 15
Rirette Estorge divenne poi un' assidua frequentatrice , a Parigi, delle “Causeries populaires”, che si tenevano
presso Libertad due volte alla
settimana, e incontrò , in quelle riunioni, il
sellaio anarchico Louis Maîtrejean , che sposò nel 1906, dopo avere avuto da
lui due bambine, Maud e Sarah, ( soprannominata “Chinette”) . Nel 1909
più o meno nello stesso periodo,
in cui Louis Maitrejean fu arrestato
e condannato a quattro anni di prigione per fabbricazione di soldi falsi, attività praticata più
per motivi ideologici che per
bisogno ), Rirette Maîtrejean ebbe un’ intensa relazione che durò circa due anni con l’anarchico
MAURICE VANDAMME, noto come MAURICIUS, scrittore e
conferenziere. Dopo la morte di Libertad furono loro per un breve periodo a
gestire L’
Anarchie . Dopo un viaggio insieme
in Algeria, al ritorno a Parigi , la relazione ,finì e ben presto Rirette Maîtrejean si innamora, ricambiata, di VICTOR KILBACHICH (poi noto con il nome
di VICTOR SERGE , cfr. infra post "RAVACHOL" …….. e infra post " VOLIN……). Insieme
gestirono L’ Anarchie e furono entrambi coinvolti nel processo
alla banda Bonnot perché nella sede del giornale furono “trovate” due pistole, Rirette
si seppe ben difendere , durante il dibattimento, dall’accusa di essere una complice della
banda . (cfr. brano)
Brano da commentare: " Rirette, vestita di un abito nero da scolara con il colletto alla marinara piatto è seduta in prima fila. Più cronisti giudiziari , astiosi e sprezzanti verso gli accusati, si divertono a farne un ritratto "en Claudine" " una Claudina a scuola, vivace e spigliata, che tiene tra le dita una piccola matita di cui tempera la mina". Interrogata per prima, Rirette sebbene in preda al panico, fa bella figura e risponde senza apparente agitazione alle domande del presidente. Essa ricorda i principi libertari di ospitalità e di solidarietà, si difende dall'accusa di avere praticato l'illegalismo e sottolinea che la sua qualifica di direttrice di giornale in quell'ambiente, che non conosce né padrone né direttore , è una pura formalità. Le sue repliche, spesso al limite della impertinenza, fanno a più riprese sorridere il pubblico e suscitano il consenso dei suoi compagni, a tal punto che Callemin, seduto proprio dietro di lei , e poco incline all'indulgenza, mormora al suo orecchio " Molto bene, sei andata molto bene ..." ( Anne Steiner, En - dehors...)
Bibliografia: in
Anne Steiner, Les en-dehors. Anarchistes individualistes °
la “Belle Epoque” Editions L’ échappées, 2008, pp. 158-159, traduzione mia.
Nel 1913
Rirette scrisse per il giornale “ Le Matin “ i
suoi ricordi , raccolti poi, in un libro intitolato, Souvenirs d' anarchie, in cui non risparmiò
critiche ad alcuni aspetti deteriori dell’anarco-individualismo e
dell’illegalismo . Parlo solo per sentito dire perchè io non l’ho
letto. Comunque prima di potere io stesso verificare di persona il testo originale, anticipo un breve brano , che ho trovato su internet, tratto dalle sue memorie con una replica di Lorulot. (cfr. brano)
Brano da commentare: " Nei suoi " Ricordi d'anarchia" pubblicati nel 1913 sul giornale " Le Matin", Rirette Maîtrejean condanna gli illegalisti: Possano queste memorie .... fermare sulla pericola china (pente) gli
smarriti che il malvagio esempio o gli imprevidenti progetti
destinarono a diventare il giocattolo tutto rotto delle illusioni
illegaliste.... Dietro l'illegalismo non vi sono idee. Ciò che vi si
trova: è falsa scienza ed appetiti. Soprattutto appetiti ( appétits).
Del ridicolo e del grottesco..." Al che Lorulot replicava : " E'
menzogna, odio e soprattutto stupidità [...] E dire che questa onesta
signora si trasforma in professoressa di morale! E dire che sono persone
così che mi hanno vilipeso, che ci hanno attaccati e disonorati ! " (
L'idée libre n. 23, octobre 1913)
Bibliografia: in
http://militants-anarchistes.info/spip.php?article7647
Nel 1915 Rirette sposò Victor Serge per potere , in quanto
moglie, accedere alle visite in parlatoio per potere comunicare con lui senza la consueta censura della posta. A partire dal 1923 Rirette lavorò come corretrice di stampa e
partecipò alle attività del sindacato dei correttori.di stampa.
Collaborò anche con
articoli a pubblicazioni anarchiche e fu
amica di May Piqueray e di Albert Camus.
Di “milieux libres” ne sorsero anche fuori della Francia. Famosa
fu per esempio, in Belgio, la Comune di Stockel non lontano da
Bruxelles., ove, per un certo periodo di tempo soggiornò, da giovanissimo,
Victor Serge con il suo amico,
Raymond Callemin (dit la Science) (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Il socialismo era
riformismo, parlamentarismo, dottrinarismo arcigno, la sua intransigenza si
incarnava in Jules Guesde, che f aceva pensare a una città
futura dove tutte le case si assomiglierebbero, con uno Stato onnipotente, duro
con gli eretici. Il correttivo di questa aridità dottrinale era che non ci si
credeva. Avevamo bisogno di un assoluto, ma di libertà, senza metafisica supperflua: di una regola di vita, ma disinteressata, di una regola
d’azione, ma non per installarci in questo mondo soffocante […] La regola, fu l’anarchico a offricerla. Quello a cui penso
è morto qualche anno fa: la sua ombra è presente, più grande di lui. Minatore
del Borinage, da poco uscito di prigione, Emile Chapellier aveva allora fondato una
colonia comunista – sarebbe più esatto dire comunitaria – nella foresta di soignes, a Stockel […]
Giungemmo per sentieri pieni di sole, davanti a una siepe, poi a una porticina…. Ronzio di api, colore dorato, diciott’anni, soglia
dell’anarchia! Là, all’ aria aperta c’era un tavolo carico di manifestini e di
opuscoli. […] Un piattino , degli spiccioli dentro, un biglietto “ prendete
quel che volete, mettete quel che potete “ Straordinaria e sconvolgente
trovata! […] I soldi abbandonati dall’anarchia in faccia al cielo ci
meravigliarono. Si faveva un pezzo di sentiero e si arrivava a una
casetta bianca, sotto le fronde. “ Fai quel che vuoi” , al di sopra della
porta, aperta a chiunque capitasse. […] Queste colonie di s olito declinavano abbastanza presto, per mancanza di mezzi; benché la gelosia
ne fosse formalmente bandita, le storie di donne, anche se finivano con gare di
generosità, producevano i più grossi guai. La colonia di Stockel,
trasferita a Boitsfort, vegetò per diversi anni: vi imparammo a redigere, a comporre, a
correggere, stampare noi stessi il nostro “ Communiste” di quattro piccole pagine…” (
Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario 1901-1941)
Bibliografia: Victor Serge,
Memorie di un rivoluzionario1901-1941 tascabili e/o, 2012 pp.
17-18. Cfr. anche Anne Steiner, Les En-dehors. Anarchistes individualistes et illegalistes a la “ Belle Epoque”, Editions L’
Echappée, 2008, pp. 68-69
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