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PAUL ROBIN |
PAUL ROBIN, oltre ad
essere un autorevole esponente di una pratica educativa integrale e
libertaria ( cfr. post: PEDAGOGIA ANARCHICA) fu, in Francia, il fondatore
della “ Lega per la Rigenerazione umana, che perseguiva un programma
neo-malthusiano finalizzato, alla
diffusione dei mezzi per il controllo delle nascite nella classe operaia e
all’espansione, tra le donne, di una maternità sempre più consapevole
e consenziente. Organo di diffusione di tale programma fu, dal 1896,
Régénération . Nel numero di questo giornale, in cui Robin
annunciò il suo ritiro dalla lotta (è bene ricordare quanto questi temi,
venivano, in quei tempi, aspramente combattuti sia
dallo Stato che dalla Chiesa e severamente puniti dalle leggi vigenti) a
causa dell’età, egli ribadì comunque la giustezza di questa causa e la
continuazione di Régénération ad opera dei suoi
successori. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Che i nostri
amici non s’inquietino oltre misura, Régénération
vive. Il suo programma resta lo stesso: quello di 12 anni fa, così
nettamente espresso nei nostri opuscoli e il nostro periodico, a
cui non può darsi una veste letteraria differente. Un solo cambiamento è
sopraggiunto in una parte dell’amministrazione. La vendita di oggetti
d’igiene che si faceva , un tempo, interamente a profitto dell’amministratore
si fa ora a beneficio del lavoro comune, non per arricchirne i capitali,
ma per amplificarlo, per diffondere a prezzi più moderati, tra i più poveri, i
migliori metodi di igiene sessuale. Questa soluzione, che non è quella che
io preferivo, è stata imposta dalle circostanze. Vi è ora a Régénération, sulla vendita degli oggetti un controllo
che , un tempo, non esisteva. Forse dovrei io approfittare dell’occasione
per ricordare che vi è stato qualche merito, rispetto a 12 o 15 anni
fa, per parlare e scrivere pubblicamente in linguaggio franco
e serio di soggetti considerati, allora, molto più che oggi, come
pornografici. […] Régénération, opera collettiva, conserva gli stessi
collaboratori, i suoi lettori, i suoi amici, tutti quelli che si appassionano
alla grande questione della prudenza procreatrice, e quelli stessi che
sembravano averci abbandonato. Personalmente io andrò senza tardare
in pensione definitivamente e completamente. I miei 71 anni di età, la
mia vita di propagandista, durante più di cinquant’anni, me lo
autorizzano a sufficienza. Io ho la ferma speranza che il giornale
iniziatore, quello di cui la filosofia chiara e coerente si sviluppa da 12 anni
potrà continuare senza di me la lotta intrapresa con tanto entusiasmo. …”
(Paul Robin, Declaration, in Régénération , mai 1908)
Bibliografia : Paul Robin, Declaration, in Régénération , mai 1908
(trovato accidentalmente su Internet) (traduzione italiana mia)
NELLY ROUSSEL
(1878-1922) moglie dello scultore Henri Godet , che fu , a detta di Jeanne Humbert, Nelly Roussel fu
una delle prime donne francesi a rivendicare pubblicamente il
diritto delle donne a disporre liberamente del proprio corpo e a chiedere una
politica di controllo delle nascite , divenuto, in Francia,
dopo il 1920 un reato punito assai severamente . ( cfr.
brano)
Brano da commentare: “ Proclamiamo
dunque arditamente che il neo-maltusianesimo è parte del femminismo., e che ne
costituisce il primo capitolo. Proclamiamo la nostra volontà, non di restare
sterili ( anche se ciò per noi, contro l’ingiustizia sociale, è un
incomparabile mezzo di lotta) ma di fare intervenire la coscienza e la Libertà
nella più grave delle nostre azioni di donne. Tra le nostre
rivendicazioni non vi è nulla di più nobile, di più legittimo, di più utile..”(
conclusione di, Nellie Roussel, Femminisme et malthusianisme, 1910)
Bibliografia: cfr. Nelly Roussel (1878-1922)- Penser libre, le site des amis d’André…. In
http://penselibre.org/spip.php?article94 (traduzione
italiana mia)
Allo scoppio della
prima guerra mondiale Nelly Roussel si oppose con fermezza
contro l’intervento bellico della Francia. La sua morte nel 1922
impedì la reallizzazione del suo desiderio di
dare vita a un “Fronte unico delle donne ". In favore
dell’emancipazione femminile e sul problema della prostituzione della
donna scrisse numerosi libri e articoli di giornale (cfr. brano)
Brano da commentare : “ Nessuno più di me
– voi forse lo sapete – è una partigiana della libera unione. Ma “
libera unione” non è disgraziatamente sinonimo di “unione illegale”.
L’unione veramente libera – basata unicamente sull’amore e non avendo altra
ragione di essere che quello – l’unione ideale che noi sogniamo e per cui
noi lavoriamo con tutte le nostre forze per renderlo un giorno realizzabile,
quell’unione là non esiste, non può esistere attualmente per la donna, o quantomeno
per la maggior parte delle donne. Perché , anche voi sapete come me
, che non esiste quasi nessun mestiere , in cui ella possa, neanche con
il lavoro più accanito (acharné), provvedere ai propri bisogni e a
quelli dei propri bambini. E’ questa la causa del la sua schiavitù,
sono forse meno efficaci le catene legali, l’ingiurioso articolo del
codice che prescrive l’obbedienza, che la necessità in cui ella si trova ,
nuove volte su dieci, di ricorrere a un uomo che l’aiuti a vivere e che spesso
abusa della sua situazione per umiliarla ed asservirla. Matrimonio
regolare, unione illegittima , o “galanteria” … in fondo è sempre la
stessa cosa per la donna, sempre la stessa situazione, sia
pericolosa che umiliante : consegnare il proprio corpo all’uomo in cambio
del pane quotidiano. Se l’amore si inserisce nel “foyer” è per caso
o come eccezione. E bene , è questo che non vogliamo più” ( Nelly
Roussel , Femminisme, in Le libertaire,
febbraio 1904) .
Bibliografia: in
http://fr.wikipedia.org/wiki/Anarcha-feminisme , traduzione italiana mia
MADELEINE PELLETIER
(1874-1939) prima donna francese a laurearsi in psichiatria, lottò
per l’emancipazione delle donne, per il controllo delle nascite e per il
diritto di abortire. Durante la I guerra mondiale lavorò, come
medico, nella Croce Rossa Internazionale. Si vestiva con abiti
maschili perché rifiutava il concetto di “femminilità” così come era
stato concepito all’interno di una società maschilista. Sue sono le seguenti
parole: “ Farò mostra del mio seno quando gli uomini adotteranno un tipo
speciale di pantaloni per mostrare il loro….”.
Si autodefinì " femminista" pur precisando che si considerava
tale avendo una concezione post-rivoluzionaria della donna (cfr. brano)
Brano da commentare: " Ma
io resto femminista. Io lo resterò sino alla mia morte. Benché io non ami le donne così come esse
sono non più di quanto ami il popolo così come esso è. Le mentalità di schiavi
mi ripugnano " ( parole di Madeleine Pelletier in Celine Beaudet, Les milieux libres.... )
Bibliografia: in Céline Beaudet, Les milieux
libres. Vivre en anarchiste à la Belle Epoque en France) Les editions libertaires, 2006, p.
161-162 .
Nel 1939 Madeleine Pelletier fu
arrestata con l’accusa di avere fatto abortire gratuitamente alcune
pazienti nel suo ambulatorio privato. Fu fatta passare per pazza e
rinchiusa in una casa di cura per malattie mentali, dove, colpita
da una grave depressione, morì .
JEANNE
HUMBERT (1880-1986), ( nome da ragazza : Jeanne Rigaudin) lottò , dai primi anni
del XX secolo, assieme al marito EUGENE HUMBERT (1870-1944),
a NELLY ROUSSEL , MADELEINE PELLETTIER (cfr. infra post "LES MILIEUX
LIBRES 1) ed altri/e per la diffusione dei metodi contraccettivi e
per il diritto all’aborto inteso come diritto delle donne all'
autodeterminazione del proprio corpo. Il 23 luglio del 1920 fu
votata, in Francia, su iniziativa dei partiti conservatori e reazionari, una legge che vietava la propaganda di ogni tipo di
contraccezione e rendeva l’aborto un reato . A questa legge seguirono ben presto
le pene giudiziarie e carcerarie previste
contro chi infrangeva quella legge.
Jeanne Humbert e suo marito, Eugène,
furono tra i primi neo-malthusiani ad essere
arrestati ( marzo 1921) e messi in prigione.
Jeanne Humbert , in attesa della condanna, fu inviata nel carcere
di Saint- Lazare , ( detta anche Saint Lago) , un antico lebbrosario
medievale , trasformato in carcere nel
1793 e infine in ospedale/prigione
femminile, tenuto dalle suore della Congregazione di Maria/Giuseppe. Nel 1932 raccontò questa sua esperienza carceraria a Saint-Lazare , nel suo libro " Le Pourrissoir" . Sebbene la situazione di Jeanne Humbert fosse
relativamente migliore di quella delle già condannate, essendo lei ancora, provvisoriamente, in attesa di condanna, fu
tanto il dolore e la sofferenza, oltre a
vari fenomeni di corruzioni ed abbrutimento, imperversanti in quel luogo, che quando anni più tardi
quell’edificio fu demolito, Jeanne provò un intenso sentimento di gioia. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Saint Lazare! Saint-Lago, come dicevano nel loro “argot” le prigioniere, le vili donnaccie del bitume, le grandi dame di mondo che avevano soppresso degli
amanti infedeli, le donne d’affari (ree di ) fallimento
fraudolento, sino alle tedesche , che poco galantemente vi furono
internate durante la guerra del 1914-1918. Saint Lago non vi sarà più e
tanto meglio, perché vi è qualcosa di peggiore dei criminali, sono le prigioni
odiose, e Saint Lago ne era una con i suoi corridoi oscuri, le sue celle che
proibivano il sorriso, la sua sporcizia ripugnante e il suo regime così
dolce che la ghigliottina ! […] Non fu senza fatica che si decise di demolire
questo cimitero vivente di donne colpevoli, di cui nessuna tuttavia meritava
questa morte lenta . […] Infine nel 1933 si dette il colpo di piccone
liberatore e i lavori seguivano il suo corso quanto sopravvenne la guerra.
Questi lavori sono ricominciati. Nel 1941 Saint-Lago avrà vissuto. E in questo luogo che vide tanti peccati e lacrime,
sorgerà un radioso giardinetto pubblico. ( estratti da
Jeanne Hubert
in La semaine n. 7 del 29 agosto 1940. )
Bibliografia: in
http://prisons-cherche-midi-mauzac.com/des prisons/saint-lago-aura…. . La traduzione è mia
ed è bene consultare , per chi lo conosce, anche, l'originale francese.
Infine dopo il processo e la condanna a 2
anni di prigione e a tremila franchi d’ammenda , Jeanne Humbert fu trasferita al
carcere modello di Fresnes , costruito nel 1900, tenuto da laici e che nonostante la sua pretesa “modernità” prescriveva per le detenute l’ uso
di una “cagoule “ (una sorte di
cappuccio , che nascondeva quasi
completamente il volto) quando si era fuori dalla cella e durante visite in
parlatorio. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Una domenica, inghiottita la sua “zuppa ai
nervi di vacca”, una sorvegliante – Jeanne
sapeva che era comunista – con una faccia allegra , gli annunciò che
aveva una visita. Abbassando la sua “cagoule” ,
ella si precipitò al
parlatorio, una fila di gabbie a grate,
e riconobbe subito la voce della sua piccola Lucette, che ella credeva a Nancy, presso la madre di Humbert.
L’anziana signora, nell’impossibilità di esibire un legame ufficiale con jeanne,
aveva dovuto restare fuori, malgrado le sue proteste. La bambina non potè
abbracciare la madre, il regolamento non lo permetteva; ella si spaventò della
“cagoule”
che Jeanne non doveva togliere. Dopo qualche minuto su ordine della
sorvegliante, bisognò separarsi e Jeanne rientrò nella sua cellula , ubriaca di
gioia e di dolore. Il suo stoicismo, la sua certezza di compiere una missione
l’aiutavano abitualmente a sopportare l’iniquità della sua condizione di prigioniera. Quest’incontro
inatteso con la sua bambina tanto amata, privata da quasi due anni dei suoi
genitori, la immerse nella disperazione
prima di sprofondare in un sonno da animale spossato . “ ( Roger-Henri Guerrand et Francis Ronsin, Jeanne Humbert et la lutte pour le contrôle des naissances , Spartacus, 2001 )
Bibliografia: Roger-Henri Guerrand e
Francis Ronsin , Jeanne
Humbert et la lutte pour
le contrôle des naissances, Spartacus, 2001 pp. 84 –85
In "Sous la cagoule " scritta nel 1933, Jeanne Humbert stessa offre una preziosa testimonianza , oltre a quanto aveva già rivelato un anno prima, nel Le Pourissoir sulle disumane condizioni di "vita" carceraria. Negli anni trenta e
quaranta Jeanne Humbert si impegnò
attivamente, anche dopo la morte in prigione del marito avvenuta
nel 1944, nel movimento pacifista e nelle lotte a favore dell'obiezione di
coscienza . Nel 1981 quando Jeanne Humbert aveva 91 anni ed
era ancora, sebbene fisicamente indebolita,
attiva intellettualmente, il regista Bernard Baissat realizzò il
documentario “ Ecoutez Jeanne Humbert” . Nel loro libro Jeanne Humbert et la lutte pour
le contrôle des naissances, Roger-Henri Guerrand e
Francis Ronsin si soffermano sul
successo di quell’evento e sul come esso si
ripercosse su di lei (cfr. brano)
Brano da commentare: “L’ azione umanitaria di Jeanne Humbert , per molto tempo, non fu onorata ( saluée),
che negli ambienti libertari e attentamente seguita solo dai poliziotti e dai
giudici. Il suo valore (ampleur) non sarà che debolmente e tardivamente
riconosciuto. Jean Maitron
ricorse a lei per completare la sua tesi sulla storia del movimento anarchico
in Francia e per la redazione di
molte schede ( notices) del suo Dictionnaire biographique du mouvement ouvrier, nel quale lei figurerà ben presto a
fianco di suo marito. Ella ebbe diritto a un breve articolo in Libération . Degli studenti scoprirono il suo
indirizzo e vennero a raccogliere i suoi ricordi sulle grandi figure del
movimento libertario, del femminismo e del pacifismo. I documenti che lei
prestava loro non sempre le erano
restituiti e lei era molto raramente informata della pubblicazione dei loro
lavori. Poi, gli autori di questo libro
pubblicarono le loro ricerche sulla storia del movimento neo-maltusiano e delle opposizioni alla liberta della
contraccezione. Nel 1980 Bernard Baissat ,
allora giovane cineasta, realizzando Ecoutez Jeanne Humbert, le consacrò la seconda parte del vasto
panorama del pensiero libertario , di cui lei perseguì l’ edificazione. Questo film fu applaudito
in parecchi festivals, nei convegni e nei meetings, fu premiato dal Centro Nazionale del
cinema, diffuso dalla televisione della
Svizzera Romanda – alle 20h50! – ma
nessun canale della televisione francese
trovò un orario conveniente alla sua programmazione. […] Nel
settembre del 1982, durante il Congresso dell’ associazione nazionale dei centri di interruzione della
gravidanza e contraccezione (ANCIC) ,
Jeanne Humbert
ricevette un’accoglienza calorosa e il film di Baissat fu applaudito. Quelli
che l’hanno vista quel giorno sono stati testimoni della sua gioia di ritrovarsi tra gli operatori sociali e medici che, non
contenti di denunciare le gravi insufficienze della legge Veil,
osavano agire a dispetto dei suoi ordini tassativi. … “ E’ quest’ apatia
delle grandi masse ( grand nombre) che era, infatti, la principale ragione della sua amarezza. A quelli che le
facevano notare che essa infine non aveva ottenuto che delle vittorie, che la
natalità era fortemente diminuita … che
la contraccezione e l’aborto erano legalizzati … che dopo il 1914 i coscritti
non erano più partiti con noncuranza
e incoscienza e che certamente non
partirebbero mai più …. Che l’obiezione di coscienza era stata
riconosciuta e il suo statuto molto migliorato, che i nudisti avevano imposto
la loro presenza sulle spiagge, che la pudicizia ( pudibonderie) e l’ipocrisia sessuale
arretrano ogni giorno … lei amava
rispondere : Noi ci siamo battuti per loro e noi li abbiamo conquistati, o lo Stato ha concesso loro molte cose, quando ha
ritenuto che non vi era alcun pericolo a farlo. Essi non si muovono
mai , oppure così lentamente. Essi prendono senza rendersi conto ( savoir) di quanto è costato. Essi non sono
sostanzialmente cambiati. Credete voi che essi si solleverebbero se tutto venisse loro ripreso,
pezzo per pezzo. ? Noi
dobbiamo tuttavia continuare a batterci,
perché domani, forse, o più tardi, cosa importa, essi si risveglieranno, è
inevitabile ! “ ( Roger Henri Guerrand e Francis Ronsin, Jeanne Humbert et la lutte pour
….)
Bibliografia: Roger-Henri Guerrand e
Francis Ronsin , Jeanne
Humbert et la lutte pour
le contrôle des naissances, Spartacus, 2001 pp. 184 –185 -
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EUGENE HUMBERT
(1870-1944). Aderì , ancora giovanissimo, al movimento anarchico ed entrò
presto in contatto con alcuni anarchici assai noti come Jean Grave, Elisée Reclus, Sebastien Faure ed altri. Nel 1902
conobbe, tramite Paul Robin, le idee neo-malthusiane e divenne amministratore de La ligue de la Regeneration Humaine sino al 1908 .Humbert fondò, con l’aiuto
della sua compagna Jeanne Rigaudin, un suo proprio giornale La
Generation Consciente (che ispirò più tardi
una famosa rivista spagnola dalle stesso nome, cfr il post “ LA RIVOLUZIONE SESSUALE - 2). Durante la guerra del
15-18 Eugene Humbert evitò di essere
arruolato trasferendoi in Spagna,
insieme a Jeanne e alla loro figlia Lucette, , per tutta la durata del
conflitto.. Ritornati in Francia Eugene e Jeanne furono più volte
messi in prigione per le loro idee e pratiche neo-malthusiane, . Nel 1931 Eugéne fondò un nuovo
giornale chiamato La Grande Reforme che cessò le
pubblicazioni all’inizio della II guerra mondiale. Durante il governo di
Vichy Eugene Humbert fu
rinchiuso nel carcere di Amiens e morì in quella città nel 1944 in
seguito a un bombardamente aereo nell’ospedale ,
dove era provvisoriamente in cura.
Brano da commentare: A
dispetto del divieto sprezzante lanciato dalle religioni, particolarmente la
religione giudeo-cristiana, sugli organi genitali e sui rapporti sessuali
– unioni vergognose, malattie vergognose – l’importanza di questi
nella formazione degli individui, nelle loro relazioni, risulta evidente ogni
giorno davanti agli occhi di pensatori illuminati come a quelli degli uomini
liberati da dogmi caduti in disuso. Ci si domanda in seguito a
quale aberrazione dello spirito , per timore di quale “tabù “ le generazioni
passate hanno potuto trascurare lo studio franco e razionale degli organi
e delle funzioni che presiedono alla trasmissione della vita, alla cosa più
grave che forma, con la conservazione della vita, i due poli attorno ai quali
gravita ogni materia animata.? Senza dubbio la nozione di “peccato” che i
moralisti religiosi hanno collegato alle relazioni amorose, soprattutto
all’atto della copulazione, ha contato molto nel mantenimento dell’ignoranza
voluta e paurosa in cui si sono compiaciuti i nostri
antenati..” (Eugéne Humbert “ Sexologie” in Encyclopedie Anarchiste di Sebastien Faure (1934-1935) )
Bibliografia : Eugéne Humbert, Sexologie in
http://encyclopedie-anarchiste.org/articles/s/sexologie.html
Pur condividendo molti
dei temi che Eugéne e Jeanne Humbert hanno, con grandi
sacrifici e sofferenze personali, divulgato negli anni 20 e 30 del XX secolo,
come il controllo delle nascite, l’eutanasia e anche l’aborto
in nome del diritto all’autodeterminazione del proprio corpo e di una “maternità
libera”, devo però precisare, che sempre nell'articolo di Eugéne Humbert Sexologie ho riscontrato,
se ho capito bene, una proposta “eugenista”, a mio parere,
assolutamente inaccettabile, da tutti i punti di vista e in particolare modo da
quello libertario , sulla sterilizzazione forzata di individui
definiti “tarati “ e "anormali". (cfr. brani )
Brano da commentare: “.. Par la sterilisation des tarés et des anormaux, par
l’application des methodes eugénetiques, l’espéce humaine ira de perfectionnement en
perfectionnement jusq’ à un stade d’evolution que nous ne pouvons et n’oserions peut-etre pas prevoir …”
( Eugéne
Humbert, Sexologie, in Encyclopedie Anarchiste opera citata. )
Bibliografia : Eugéne Humbert, Sexologie in
http://encyclopedie-anarchiste.org/articles/s/sexologie.html
Una tesi ancora più
estrema si trova anche in un altro articolo della Encyclopedie anarchiste di Sebastien Faure, Prison, firmato da Eugéne et Jeanne Humbert, dove si
accenna all' "elimination des tarés, des incurables et des dégénérés " ( cfr. brano)
Brano da commentare: “…. Ma voix s’enfle pour exiger la selection de la race humaine, telle au moins que l’on jugé bon de l’adopter
pour la race animale; car il est certain que l’elimination des tarés, des
incurables et des dégénérés, établirait l’equilibre nécessaire au mantien de
l’ordre social, faciliterait l’entente fraternelle et la solidarité et
diminuerait considérabilment le nombre des malfaiteurs. [...] " (
in Eugéne et
Jeanne Humbert Prison in Encyclopedie anarchiste )
Tuttavia nelle
righe che seguono tale sconcertante affermazione, mi sembra
alquanto ridimensionata dagli autori :
Brano da commentare: " ... La question des criminels nés: dégénérés mentaux,
anormaux; des délinquants anti-sociaux par accidents: traumatisme ou maladies;
des fous lucides, paranoiaques, obsédés et asthèniques de toute nature; des incendiaires, des sadiques et des violeurs
pourrait etre
parfaitement résolue par l'internement dans des asiles où ils seraient traités
humainement et soignés en vue de leur relèvement, de leur guérison et de leur réintegration dans la vie en société. " ( Eugéne et
Jeanne Humbert Prison in Encyclopedie anarchiste )
Bibliografia : Eugéne Humbert et Jeanne Humbert, Prison in http//www.atelierdecreationlibertaire.com/alexandre-jacob/2008/05/p... Nota:Data la gravità dell’argomento per timore di
interpretare male questi due brani, non li ho tradotti in
italiano , ma ho lasciato l’originale.
FRITZ
BRUPBACHER (1874- 1945) psichiatra svizzero, noto come “medico dei
poveri” per la sua dedizione alla cura della classe operaia.
Aderì al Partito Socialista Svizzero, nel 1898, distinguendosi per le sue
posizioni libertarie. Questo suo atteggiamento lo spinse ad avere stretti
rapporti, prolungati nel tempo, con autorevoli anarchici svizzeri, tra cui
Luigi Bertoni, J… Wintsch e altri. Fu anche un assiduo
frequentatore , insieme alla prima moglie LYDIA PETROVA KOTSCHETKOVA, del
Monte Verità (cfr. brano) ( cfr. post ERICH MUSHAM).
Brano
da commentare: “ Nell’estate del 1907 Lydia Petrova ed
io andammo ad Ascona in vacanza. Siamo vissuti a Monte Verità in
casa dell’ apostolo della natura Oedenkoven . Non l’adesione al “sistema
Oedenkoven”, ma unicamente la stupenda, posizione e la vita in libertà ci
avevano sedotti . Ascona a quel tempo non era ancora l’elegante sobborgo
di Berlino, bensì la capitale dell’ Internazionale psicopatica
. […] Erich Musham ha descritto tutti gli asconesi dei primi tempi
in un libretto che rispecchia quel piccolo ma interessante mondo molto meglio
di quanto io fossi capace” ( Lascito BrupBachker )
Bibliografia: in Monte
Verita . Antropologia locale come contributo alla riscoperta di una topografia
sacrale moderna , Electa Editrice 1975 p. 36
Dal
1920 aderì al Partito Comunista , da cui fu espulso nel 1933. Con la sua
terza moglie ,PAULETTE BRUPBAKER, (1880-1967 ) e con MARGARETHE
FAAS HADDEGER (cfr. post VIOLENZA CONTRO LE DONNE......) , si impegnò nelle battaglie per la limitazione
delle nascite , la legalizzazione dell’aborto l e per l’educazione
sessuale (cfr. brano)
Brano
da commentare: Quando bisogna commettere il peccato ? “Omne animal post
coitum triste – il che vuole dire in linguaggio moderno : l’essere umano è
triste dopo avere commesso il peccato originale. Nulla vi è di più falso idi
questa sentenza. Quando un uomo o una donna sessualmente famelica (=
affamé), ha peccato ; per parlare, come la Chiesa, si sente
sacramentalmente bene. Se egli non dorme il sonno del giusto , egli fischia e
canta; se è un matematico, fa degli integrali e dei calcoli differenziali ; se
egli si chiama Turgheniev , scrive una novella magnifica, chiara come del
cristallo ; se egli dipinge, i suoi quadri risplendono di luce e se
egli è stato Martin Lutero, egli redige una conversazione “amical”
e piena di vita. Un peccato ben commesso genera la voglia di vivere .Gli
esseri umani che “peccano” bene sono della nature gaie e gioviali , che
non augurano che il meglio per il loro prossimo, e non fanno male a
nessuno. Dell’amore solitario. Si può magiare anche da soli. Ma si ha
maggiore appetito quando si è in compagnia. E’ stimolante vedere un altro
mangiare. Un buon pranzo è una festa. Con della musica la festa è ancora più
bella. Sono necessari dei fiori sulla tavola, dei quadri gai in una sala
da pranzo. Tutto ciò che rallegra il cuore dell’uomo stimola il suo appetito,
moltiplica il suo piacere nel mangiare. Succede lo stesso per il piacere
sessuale. Quando la gelosia è giustificata? Per natura l’ uomo e la donna sono
probabilmente delle creature molto infedeli , ma i riguardi verso i loro
patners così come motivazioni (= ragioni) sociologiche li
costringono per l’avvenire come per il presente a rinunciare alle
loro tendenze poligame. Questi riguardi verso i loro patners, la rinuncia alle
tendenze poligame naturali saranno tanto più facili se essi saranno
legati al loro patner tramite una collaborazione sul piano culturale.
Meno gli amanti avranno scambi culturali più l’uomo e la donna saranno tentati
dalla poligamia …” ( Fritz Brupbacher, Liebe, Geschlechtsbeziehungen,
Geschkechtspolitik, 1930)
Bibliografia: in Retards des
règles. Attitudes devant le controle des naissances et
l’avortement en Suisse du debout du siécle aux années vingt. Documents présentes par Ursula Gaillard
et Annik Mahain, Editions d’en bas, 1983, p. 180 s. (traduzione dal
francese mia )
Su questo
argomento bisogna anche segnalare una serie di articoli apparsi
, tra la fine degli anni venti e nel corso degli anni
trenta del XX secolo, sulla rivista spagnola Estudios, ( ex Generacion consciente ). Se, in questo
contesto, vi furono interventi ispirati alle più
moderne teorie eugeniste nord - americane di quegli anni
decisamente favorevoli all’applicazione della sterilizzazione nei
confronti di alcune categorie di persone ( per esempio: “dementi
precoci, affetti da pazzia maniaco-depressiva, epilettici, degenerati per
cause alcoliche, mentalmente deboli e quelli che presentano tendenze criminali
molto marcate”) , ve ne furono, per fortuna, altri più cauti sull’argomento,
come quello proposto dal dottor ISAAC PUENTE , ( cfr. infra post sulla
CONFEDERACION NACIONAL DE TRABAJO ) il quale propose, nei casi più
estremi di pericolosità sociale “ l’isolamento in fattorie create
appositamente per questo scopo” e soprattutto la diffusione , sempre
maggiore, nella società dell' educazione, del naturismo e della
trofologia. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … “Nella
società “utopica” alla cui realizzazione consacriamo i nostri sforzi, queste
misure restrittive sarebbero perfettamente inutili. Il Naturismo e
specialmente la Trofologia possono ottenere la rigenerazione fisica molto più
di quello che si immaginano quelli che non riescono ad uscire dalla routine. Fomentata l’educazione della
personalità, ampliato il campo della coscienza, le azioni umane non sarebbero
denigrate dall’opera dell’incoscienza. La piena Libertà purificherebbe
l’ambiente sociale come il Sole il contenuto delle fogne ….” ( Isaac Puente, Eugenetica preventiva in Generacion Consciente , n. 20, marzo 1925)
Bibliografia : in Mio Andrea, Cultura
Libertaria e Nuova Società. Le riviste spagnole di divulgazione alternativa
(1923-1936)
. Università degli studi Trieste. Relatore: Prof. Claudio Venza, Anno accademico
1996-1997 pp. 253-255 e pp. 258-259
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EMILE ARMAND |
Altri , inoltre,
rifiutarono risolutamente l’uso obbligatorio di metodi coercitivi di
limitazione delle nascite, tra cui , per esempio, l’autorevole anarchico
individualista, EMILE ARMAND ( cfr. post infra EMILE ARMAND,
LIBERTAD....)
Brano da commentare: “…. “ Se io ho
disposto che la questione della sterilizzazione si affronti allo stesso tempo
delle idee espresse dall’ Eugenetica, è perché intendo che l’una è inerente
all’altra. Che se considerata come tipo di ideale umano, di armonia
sociale e di benessere, non si potrebbero fare discussioni, dato che tutti lo
vogliamo, ma come metodo da applicare è, sì molto discutibile, perché la
sterilizzazione dell’uomo o della donna imposta dalla legge in nome di
determinati principi, sempre sarà un attentato alla libertà e motivo di
sconcerto etico. Chi si pretende di sterilizzare? Gli anormali, si dice,
ma i giusti limiti che distinguono il normale dall’ anormale chi li può
tracciare al di fuori di un punto di vista etico? Vorreste che sia la
scienza o la legge, o un dogma qualsiasi? Quindi la sterilizzazione
dovrebbe essere generalizzata a tutti quanti, contrari o discordi, e questo
sarebbe inconcepibile . […] Per come penso, come principio etico lo difendo e
lo propago, ma credo che tutti i problemi che si possono presentare all’umanità
bisogna tentare di risolverli con la persuasione e l’accordo, se a questo sono
sensibili, però non con imposizioni tiranniche. […] Si dimentica troppo
la parte psicologica e intellettuale che dà valore all’umanità e non si tiene
conto, per esempio, della nocività di tutte quelle legioni di uomini sani che
provocano il pauperismo e quei crimini dovuti all’abbruttimento, anche qui
poterebbe guardare l’Eugenetica. L’atteggiamento più prudente, a
mio modo di vedere, è favorire che gli individui coscienti decidano con libertà
il loro determinismo generale e lasciare che il buon senso e le leggi naturali
si incarichino di selezionare tutto quello che è nocivo e scadente, che
danneggia e complica dolorosamente la vita degli uomini”…. ( E. Armand, Importante debate sobre ugenismo y esterilizacion in Estudios n. 68 aprile 1929. )
Bibliografia: in Mio Andrea, Cultura
Libertaria e Nuova Società. Le riviste spagnole di divulgazione alternativa
(1923-1936)
. Università degli studi Trieste. Relatore: Prof. Claudio Venza, Anno accademico
1996-1997 pp. 253-255 e pp. 258-259 . Per il titolo " Dibattiti d'altri tempi "mi sono ispirato al titolo di una piccola antologia di articoli degli anni ' 20 sul problema femminile contenuto in Volontà
Risolutamente
contraria alla sterilizzazione obbligatoria in nome del rispetto
incondizionato della volontà e libertà individuale fu anche la
dottoressa MADELEINE PELLETIER (vedi sopra)
Brano da commentare: “ Sempre
amante della più grande libertà delle persone, perché credo che al di fuori
dello stato di libertà non si può attribuire a nessuno alcuna
responsabilità, io considero che l’Eugenetica e la Sterilizzazione siano
argomenti di sola coscienza e decisione personali. Si potranno invocare
quanti principi si credano utili all’interno delle collettività con l’oggetto
di giustificare e sostenere una legislazione, ma si deve tenere conto che, per
l’assolutismo che le leggi racchiudono, sempre e mentre queste leggi non
siano già regole nella volontà di ogni individuo, saranno raggirate, saranno
violate e saranno non quello che è scritto nel codice, ma quello che gli
incaricati di eseguirle e rispettarle, vorranno che siano …” […]
Inoltre che ragioni esistono perché si stabiliscano delle leggi come quelle
sulla sterilizzazione obbligatoria? Se è per il fatto della degenerazione
fisiologica dell’individuo che si pretende sterilizzare, risulta un
errore perché la degenerazione degli individui è provocata dall’umanità stessa,
per una specie di determinismo della volontà di alcuni soggetti che la
costituiscono e che la legge non può prevedere. La degenerazione sociale
sicuramente si produce a causa della degenerazione individuale e questa è
più di tutto dominio della volontà di ogni persona. Ci sono persone che
non iniziano a degenerare fino a una determinata età, altre, al contrario, lo
sono fino dal sorgere delle loro prime passioni: quello che io vedo è più una
questione di educazione che di vasectomia. Se è causa dell’eredità,
è pure un errore, perché chi può affermare che c’è una trasmissione
corrispondente al fisico e all’intelletto? Forse non si sono visti nascere
figli malaticci da genitori sani e, viceversa, esseri intelligenti da chi
non ha manifestato altro che ignoranza e stupidità? Se è per quella che
viene chiamata criminalità, che possiamo dire davanti al fatto di una
società costituita di una forma tale che non solo dimentica di dare
un’educazione adeguata e opportune condizioni di vita alle persone che nascono,
ma che in nome di iniquità politiche, economiche e morali, risveglia il
malcontento, fomenta l’ipocrisia e mantiene privilegi esagerati ?
Quindi, io intendo che la questione dell’Eugenetica, e della conseguente
Sterilizzazione, non possa essere precedente alla questione delle riforme
sociali. Come ho già detto, finché gli individui non disporranno all’interno
della società nella quale vivono di mezzi sufficienti per esistere,
finché non gli si concederanno le dovute libertà, non si potrà
parlare di certe responsabilità. Si inizi dunque ad esaminare alcune delle
cause sociali che producono la degenerazione e la criminalità, sostenendo
che in luogo di riformatori e prigioni si istituiscano scuole e classi di
artigiani, perché al posto di miseria ed ignoranza ci siano prosperità ed
educazione, allora potremo affrontare l’idea di Eugenetica e di altre
questioni. Ma fino a che la società non si riformerà ed i codici non saranno
resi più umani, mi sembra che la Sterilizzazione come legge sarà una questione
arbitraria. Senza che per questo io voglia dire che non si debba
praticare l’Eugenetica come convinzione personale, ma che se la società non
ha il diritto di eliminare con un qualsiasi procedimento gli
individui che la compongono, nemmeno questi hanno quello di dare la
vita ad esseri che anticipatamente non possono assicurare le dovute condizioni
di esistenza nelle sue diverse espressioni. Se nell’America del Nord sono
giunti a stabilire delle leggi utili alla Sterilizzazione ed a favore
dell’Eugenetica, niente testimonia che questo sia un progresso. Lo
spirito di dominazione e la passione per il denaro che là regnano, gli fa
comprendere che tali disposizioni gli sono convenienti per riuscire a
raggiungere la loro pretesa ed autoritaria egemonia, ma perfino questi
Stati incorrono in gravi discordie sui particolari. ….” ( Madeleine Pelletier, Importante debate sobre eugenismo y esterilizacion in Estudios n. 66, febbraio 1929)
Bibliografia: in Mio Andrea, Cultura
Libertaria e Nuova Società. Le riviste spagnole di divulgazione alternativa
(1923-1936) . Relatore:
Prof. Claudio Venza, Università degli studi
Trieste. Anno accademico 1996-1997 pp. 270-272
Un discorso a parte si
deve poi fare per la diffusione del neo-malthusianesimo anarchico in
Italia. Sulla scia del neo-malthusianesimo anarchico francese (
Paul Robin, Nelly Roussel ed altri) i principali neo-malthusiani anarchici furono Secondo Gorni ,
autore del libro “L’arte
di non fare figli (1911) “e
Luigi Fabbri con il suo libro “ La generazione
cosciente “
(1914).
|
NON HO TROVATO IMMAGINI DI SECONDO GIORNI , A CUI ISPIRARMI, QUINDI HO MESSO PROVVISORIAMENTE LA COPERTINA DEL LIBRO INCRIMINATO |
SECONDO GIORNI (1885 - ?),
Nacque a San Sepolcro (Arezzo) e
poi con la famiglia si trasferì a San Giovanni Valdarno. Si racconta, che quando i poliziotti e i carabinieri gli intimavano di dichiarare il proprio nome e cognome, si divertisse nel vederli sbigottiti quando rispondeva " secondo giorni" . Operaio verniciatore,,
aderì giovanissimo al Partito Socialista
e si distinse per le sue posizioni
antimilitariste e neo-malthusiane. Pubblicò la prima edizione di L’ Arte di non fare
figli (1911) , a cui ben presto, seguì una seconda edizione
contro cui, sulla base di una denuncia
da parte di una pubblica sottoscrizione
e da un Comitato della morale Pubblica,
si svolse , nel 1913, un clamoroso processo . Sugli esiti del processo
ho trovato versioni contrastanti: secondo alcuni gli imputati furono tutti assolti, secondo
altri , invece, Secondo Giorni e il tipografo
furono condannati a tre mesi di prigione e a pagare 500 lire di multa. Comunque
ciò non impedì che sino al 1921 uscissero
altre sette edizioni dell’ Arte di non fare figli
. Questo manuale , presente in tutte le
biblioteche popolari socialiste ed anarchiche spiegandone l’uso, informazioni sulle principali pratiche contraccetive, (cfr. primo brano ) ed elencava , tra l’altro i
forti disagi individuali e sociali prodotti dall’ allora morale sessuale dominante , secondo cui non si poteva che scegliere " fra la prole sempre più numerosa o l'astinenza sessuale" . ( cfr. secondo brano)
Brani da commentare: 1) ”Sarebbe ottima abitudine portare in tasca
sempre due o tre condoms [sic] e una boccettina col contagocce
contenente una soluzione di allume bianco, solfato di zinco e acido fenico.
Tenere tutta questa farmacia nelle tasche sembrerà cosa importuna, ma non la
crediamo preferibile all’uso di portare con sé il pettinino per i baffi, il
bastone da passeggio, il portasigari e via, tutte cose che non preservano da
nessun pericolo “ ( tratto da Arte di non fare figli di Secondo Giorni in Bruno Gambarotta, Torino 1913 Fate l’amore non la prole in La
Stampa, ..... ); 2) Il
giovanotto che le circostanze pongono di fronte alla fanciulla ardentemente
desiderata, e che egli vorrebbe stringere tra le sue braccia ; la giovinetta che sente il suo cuore palpitare sempre più e che
cederebbe ad una stretta … infeconda;
l’operaio, che suda e lavora, che soffre ed impreca […] contro una vita che è invece di dolori, di
privazioni […] e per il quale solo il bacio affettuoso della compagna può dar
tregua alle asprezze ed alle miserie dell’esistenza; la donna, che , da sola,
deve chiedere al lavoro ingiustamente rimunerato il suo sostentamento, cercando
spesso e non trovando il concorso benevolo dell’amante o del marito, la quale
vorrebbe godere le gioie e le delizie di abbracci e di affetti non solo
sentimentali e platonici, ma anche carnali e sessuali; tutti coloro infine che
non intendono né sentono il dovere di vivere per una espiazione cervellotica o
per scontare i peccati di Adamo o di Caino, secondo gli insegnamenti del
santo bazar cattolico apostolico romano, ma voglino […] godere un poco di una natura più
giusta che la società; tutti costoro,
diciamo, soffrono, degenerano, impazzano e si suicidano se la loro prudenza
procreatrice dev ’essere semplicemente astensionista …" ( Secondo Giorni, L’ arte di non avere figli )
Bibliografia: Primo
brano in Bruno Gambarotta,
Torino 1913 Fate l’amore non la prole , La Stampa, 28, aprile, 2013 pp. 38-39 . Secondo brano in Matteo Loconsolo, Generazione cosciente: La questione neomalthusiana in Italia (1905-1915) in www.rivista discienzesociali.it/la-questione-neomalthusiana-in-italia/ infra paragrafo 1-3. Cfr. anche Giorgio Sacchetti, Il preservativo del nonno in A Rivista Anarchica anno 28 n. 244, aprile 1998 e Eduard Masjuan, Neomalthusianesimo in Italia: un capitolo della storia dell'ecologismo dei poveri " in Rivista Meridiana n. 4, 2002, pp. 199-202 210-215 , in www.rivistameridiana.it/files/Masjuan_Neo-malthusianesimo.pdf
|
LUIGI FABBRI |
Dal canto suo Luigi Fabbri (
cfr. post LUIGI FABBRI …) , premettendo come d’altronde la maggior parte dei neo-malthusiani anarchici che il
controllo delle nasciste, pur non dovendo venire considerato la soluzione
liberatrice per la classe operaia dallo
sfruttamento capitalista (cfr. primo brano) rappresentava
tuttavia per tutti una primaria esigenza di libertà per tutti (secondo brano ) e in particolare per la
donna in quanto imprescindibile “condizione sine qua
non della sua emancipazione" (terzo brano)
Brani da commentare : 1) “ …strano che
della gente che vede così bene quali sono i mali sociali […] possa poi pensare
sul serio che a questa abbiano a
bastare, per vincere i soli mezzi antifecondativi […] soltanto la rivoluzione sociale, che esproprii la classe
capitalistica e metta in comune la
proprietà, potrà eliminare dal mondo la piaga della miseria “ ( Luigi Fabbri, Generazione cosciente
(1914) ; 2) “ Luigi Fabbri nel suo ottimo libro, che avrebbe meritato ben altro editore, La generazione cosciente 1914) trattando del neomalthusianesimo in rapporto alla questione sociale scriveva queste assennate considerazioni [...] " La teoria neomalthusiana quasi in ogni suo punto , così chiara e così
inconfutabile ha il suo tallone d' Achille in questa pretesa di poter da
sola, o prevalentemente, offrire il rimedio alla miseria. Molti
neomalthusiani sono giunti a questo proposito a formulare delle
affermazioni non solo paradossali ma ridicole, che noi non ci sappiamo
spiegare se non con la tendenza nei seguaci d' ogni dottrina, di credere
in questa nel modo più assoluto ed esclusivo. Non tutto il male sarà
venuto per nuocere, però, se l'assolutismo ed esclusivismo dei
neo-malthusiani avrà servito a scuotere l'indifferenza generale e a
richiamare sul problema della procreazione una più diligente ed attiva
attenzione ." ( brano tratto da " La generazione cosciente " di Luigi
Fabbri citato da Camillo Berneri in Neo-malthusianesimo e anarchismo (
1934-1935)“ 3) Il neo-malthusianesimo è una questione di libertà […] i coniugi
e gli amanti devono essere liberi senza essere costretti a rinunciare alle
gioie sessuali, di avere o non avere dal
loro amplesso dei figlioli, e di averne
effettivamente sol quanti ne vogliono .”
( Luigi Fabbri, Generazione cosciente
(1914) ; 4) [ I
moralisti maschi sostengono ] “che per
lei [la donna) il
sacrificio a prò dei figli è un piacere, che il dedicarsi
esclusivamente ai figlioli è un suo dovere ecc. ecc. […] [Ma] per lo più quelle non sono che frasi fatte, per
giustificare e difendere l’egoismo maschile e l’oppressione della donna. […] Eppoi
, se
la donna ha l’utero per sopportare la gravidanza, ha anche un cervello per
pensare, dei sensi per godere tutti
altri piaceri della vita; ed ha quindi
all’incirca tanti altri bisogni da soddisfare, tante altre facoltà da esplicare
quante ne abbiamo noi uomini “ (Luigi
Fabbri, Generazione
cosciente (1914)
Bibliografia: Primo, Terzo e Quarto brano in Matteo Loconsolo, Generazione cosciente: La questione neomalthusiana in Italia (1905-1915) in www.rivista diu scienzesociali.it/la-questione-neomalthusiana-in-italia/ infra i paragrafi 1.2 , 1-3 e 1-5 ; Il secondo brano si trova invece i Camillo Berneri, Neo-malthusianesimo e
anarchismo
pubblicato su Volontà, anno
XII n. 9,
DONNA LIBERTARIA
Importanti, per quanto riguarda l’Italia, soprattutto considerandoli
con gli occhi di oggi, furono anche gli articoli sul controllo delle nascite e il
diritto all’autodeterminazione sul
proprio corpo, pubblicati tra il 1912 e il 1913 dalla rivista La donna
Libertaria. Periodico mensile di educazione del Gruppo femminile libertario
«Maria Rygier», diretta da
Amelia Legati (?), i cui tre primi numeri furono pubblicati a Parma e i
restanti cinque a Forlì con il nuovo sottotitolo Periodico mensile di propaganda educativa e
libertaria femminile, e diretta da Adele Servisi
(?), Marzia Rossi (?) e Irma Guidaloni (?), e sotto la responsabilità
editoriale di Armando Sintoni. Qui mi limito a citare un brano tratto
dall’articolo Per il neo-maltusianesimo,
scritto sotto lo pseudonimo “L’amica di Tomasina”, che, tra l’altro, propone il cosiddetto “sciopero delle pance come rifiuto dello
sfruttamento capitalista e guerresco”. (cfr. brano)
Brano da commentare “ … Mamme povere, mamme
proletarie, care e buone mamme, che non siete mai consultate quando si tratta
di prendere i vostri amati figlioli per inviarli alla morte, ditelo un po’ a
questi eterni mercenari, che voi non volete più procreare per le sofferenze
degli opifici, per le vergogne dei postriboli e per gli orrori delle guerre.
Ditelo che voi non volete più che il frutto delle vostre viscere, la carne
della vostra carne, il sangue del vostro sangue, sia eternamente destinato allo
sfruttamento e vada sui campi di battaglia e dell’assassinio a servire di
nutrimento ai mostruosi macelli da preda per la più grande gloria dei
trucidatori di popoli, per i loschi interessi di persone avide di ricchezza,
pur restando prudentemente lontani dal pericolo. […] E se continueranno [a]
reclamare che voi siate delle eterne produttrici di carne da dolore e da morte,
voi madri proletarie, che ci metteste al mondo per la gioia e non per la
tristezza, per l’intesa e non per la discordia, per l’amore e non per l’odio,
per il lavoro e non per la carneficina, rispondete cessando di essere delle
genitrici passive e rassegnate”. ( L’amica di Tomasina, Per il
neo-maltusianesimo in «La donna
libertaria», a. II, n. 4, Forlì, 1o febbraio
1913, p.
Bibliografia: in Laura
Fournier-Finocchiaro, « Anarchismo e femminismo nelle riviste La donna libertaria (1912-1913) e L’Alba libertaria (1915) », Laboratoire italien [En ligne],
26 | 2021 in
http://journals.openedition.org/laboratoireitalien/6955 ; DOI. Ho messo il
punto interrogativo accanto al nome delle direttrici della rivista, perché su
di esse non sono ancora riuscito a trovare immagini e notizie biografiche.
|
CAMILLO BERNERI |
Per quanto riguarda i contributi teorici dati da Camillo Berneri alla propaganda del neo-malthusianesimo mi limito a citare:
- Le pechê orginel , pubblicato, per la prima volta, in Francia nel 1931, dove Camillo Berneri si oppose appassionatamente alla "feroce logica" antifemminista perpetrata durante parecchi secoli dalla Chiesa cattolica ( cfr. primo brano) ;
- Neo-malthusianesimo e anarchismo pubblicato, 20 anni circa dopo la sua morte, su Volontà, anno XII n. 9, 1959 , dove, oltre a considerazioni di ordine demografico-economico ed igienico Berneri , sulla scia di Luigi Fabbri svolse una interessante sintetica
ricostruzione della storia del neo-malthusianesimo anarchico e delle obiezioni ad esso sollevate da alcuni
autorevoli anarchici ( tra cui Elisée Reclus, Piotr Kropotkin, Luigi Galleani, Luigi Bertoni ed altri,) (cfr. secondo brano)
- alcune norme riguardanti la famiglia e la questione sessuale tratto dalla " Costituzione della Federazione Italiana Comuni Socialisti " (F.I.C.S.) ) , redatta nel 1935. ( cfr. terzo brano)
Brani da commentare : 1)“ … La
Chiesa della
quale migliaia di membri rinunciano ,
almeno teoricamente, ad accrescere la popolazione, sarà severa contro ogni
pratica antifecondativa. In nome della condanna
“ Tu partorirai con dolore “ essa imporrà la maternità alla donna che ha
rinunciato a rimanere vergine. Ecco
l’inquisizione naturale PER SECULA SECULORUM. Eva ha peccato nella
carne e sarà castigata nella carne.
L’apparente contraddizione tra la
esaltazione dei castrati e delle vergini e
il precetto “
crescete e moltiplicatevi “ si
risolve in feroce logica. Il
peccato originale è il primo atto sessuale. I due primi esseri umani rinunciarono all’ Eden per la Terra, rinunciarono alla quiete eterna per entrare nella Storia, per cominciarla anzi. Eva sarà la tentatrice dell’uomo ed Eva sarà
punita . Da dove entrò il frutto voluttuoso uscirà il frutto di dolore . Essa gemerà
di voluttà, ma essa urlerà spasimando nel restituire il
seme fatto uomo. Il neo- malthusianesimo è il
sottrarsi di Eva all’eterna dannazione. E’ il
frutto saporoso senza le doglie della punizione. E’ la Terra convertita in Eden e il
paradiso senza inferno. […] Il mito del peccato originale ha traviato
e travia la morale dell’amore. L’amore non può essere lavoro, ma gioco, poiché
il lavoro è pena. La maternità non è la pena di un peccato e
un dovere, ma dolore che può
essere largamente compensato e bisogno di un essere nuovo. Nati senza volerlo,
nessun futuro possibile ha diritto a nascere. Il problema dell’armonia sociale
non è nel numero, ma nella qualità e nelle possibilità di sviluppo. La coppia
onoranda è la coppia che si ama, che giova alla società con l’esempio della sua
armonia, con la prole sana e robusta, con la buona educazione di questa . …. “
( Camillo Berneri, Il peccato originale) ; 2) …
E veniamo al lato politico-sociale della
questione. Eliseo
Reclus, Galleani, Converti e m. S
[nota mia: Max Sartin] dell’ Adunata [nota mia: dei Refrattari] , constatato il carattere
riformista prevalente nella propaganda neo-malthusiana, condannano questa in blocco, come
anti-rivoluzionaria e come anti-socialista. […] Galleani mi pare fosse troppo
severo verso il gruppo della Régéneration di
Paul Robin, il cui programma era compendiato in questi principi: Buona
nascita: Buona educazione; Buona
organizzazione sociale. I pionieri del neo-malthusianesimo francese ( da Hardy ai
coniugi Humbert)
pur essendo specializzati nello studio e nella propaganda neomalthusiana sono stati e sono dei militanti pacifisti, anticlericali, ecc. ecc. […] Alfredo Nacquet è
stato il più equilibrato tra i neomalthusiani francesi in quanto ha saputo reagire al
semplicismo della scuola neomalthusiana e a quello dei socialisti che rifiutano
di applicare la legge della popolazione al regime egualitario. Sbarazzato il
terreno di questi due semplicismi il neomalthusianesimo anarchico può avere la propria funzione
feconda . […] Ad attestare il nesso tra neomalthusianesimo e socialismo è la reazione
statale-borghese che ovunque reprime la propaganda malthusiana. Ed ora che nell’ URSS il problema della popolazione permane e si
fa, anzi, minaccioso; ora che le mire imperialiste ed i bisogni di prestigio si
mascherano di assoluta necessità di espandersi per non esplodere; ora che nel
Giappone il dramma demografico è grandioso sarebbe bene che gli anarchici
studiassero un po’ il problema della popolazione e lo meditassero al di fuori
delle angustie visuali di taluni neomalthusiani e degli aprioristi preconcetti degli antimalthusiani “ ( Camillo Berneri, Anarchia e neomalthusianesimo 1934-1935 ) ; 3) "... Capo Secondo - Famiglia : Art. 44 - Il
matrimonio interessa la FICS, soltanto quando la coppia convivente genera il
primo nato; si intende per matrimonio la denuncia fatta da due conviventi di
sesso opposto della nascita di un bambino da essi riconosciuto, all’ufficio
demografico del Comune. Il divorzio, per mutuo consenso o a richiesta di uno
dei coniugi, è la denuncia , fatta a quello stesso ufficio, della separazione
effettuata o prossima. Art. 45 - I genitori sono obbligati ad alimentare
ed assistere i loro figli, sia nati fuori sia nati dentro il matrimonio. Art. 46 – Non vi è ricerca della paternità. Il
cognome è scelto all’età di vent’anni e può essere quello paterno o quello
materno. Art. 47 – I bambini abbandonati sono allevati in istituti comunali ed il Comune assiste la maternità, gli infermi ed i vecchi . Questione Sessuale : Art. 48- Il Comune pone in vendita a prezzi
politici mezzi anti-concezionali e prodotti di profilassi anti-sifilitici e anti-blenorragica e diffonde, a mezzo opuscoli, volantini,
giornali murali, radio, etc. le principali nozioni della pratica neo-malthusianae dell’igiene sessuale. Art.49- L’ aborto e la sterilizzazione non sono
delitti, ma debbono essere praticati da esperti. Ogni cittadino ha diritto alla
sterilizzazione se affetto da malattia ereditabile ed ogni cittadina ha diritto
all’aborto entro due mesi dalla gravidanza. Art.50- La prostituzione è
abolita. Ogni provincia ha un centro di rieducazione delle giovani
prostitute. Art. 51- Non vi è reato sessuale quando non vi
sia violenza effettuata o minacciata “
Bibliografia: Primo brano in Camillo Berneri, il peccato
originale , Archivio Famiglia Berneri pp. 10-11-12- 14 . Secondo brano in Camillo Berneri Neo-malthusianesimo e
anarchismo
pubblicato su Volontà, anno
XII n. 9, 1959 pp.517, 518 ,519
e cfr. anche p. 518 l'o ’ elogio di Berneri allo studio di Luigi
Fabbri, La
generazione cosciente . Terzo brano in Stefano D'Errico, Anarchismo e politica nel problemismo e nella critica all'anarchismo del ventesimo secolo. Il "programma minimo" dei libertari del Terzo Milennio. Rilettura antologica e biografica di Camillo Berneri. Mimesis, 2007 p. 373. Nella nota 311 p. 481 Stefano D' Errico cita, su questo argomento, il libro di Pietro Adamo, Anarchia e società aperta, che, purtroppo non sono ancora riuscito a consultare . Cfr. anche Carlo De Maria, Famiglia ed emancipazione agli occhi di C. Berneri in Studi Urbinati, Università degli Studi di Urbino, anno LXXV 2005 p 59 e pp. 60-61.
Nota: Altri brani tratti da Le pechê orginel di Camillo Berneri si trovano in questo blog nei seguenti post : "LA RIVOLUZIONE SESSUALE (1) ........" ; " JOSEPH -PIERRE PROUDHON ......"
|
GIOVANNA CALEFFI BERNERI |
Al vivace dibattito sul neo-malthusianesimo , come è noto,
pose fine l’avvento del fascismo , che col supporto entusiastico della Chiesa cattolica,
impose, soprattutto per fini bellici, durante tutto il ventennio
la crescita demografica come dovere patriottico. Il merito di avere
reintrodotto, in Italia , dopo la caduta del regime clerico-fascista, il neo-malthusianesimo e in particolare
il tema del controllo delle nascite ,
spettò, principalmente a Giovanna Caleffi Berneri (cfr. post GIOVANNA
CALEFFI BERNERI E …….), che riuscì grazie alla sua determinazione e coraggio a
superare pesanti ostacoli di ordine
politico-sociale e religioso (cfr. brani da commentare)
Brani da commentare: 1)
“
Ma indipendentemente dalle
considerazioni sociali il fatto della maternità è di tale importanza che non
deve ridursi ad una funzione puramente animale, ma essere un atto cosciente
della volontà. Su questa nostra rivista abbiamo affrontato uno dei problemi più
urgenti per noi italiani: quello del controllo delle nascite . Perciò ci
ritroviamo sulla stessa strada di E. Humbert, anarchico e figlio del popolo che aveva
avuto modo di constatare nei quartieri popolosi di Parigi i terribili drammi
degli amori clandestini e delle maternità povere. Voleva che le donne si
liberassero da tanta miseria e di tanti incubi, senza ricorrere agli estremi
rischi dell’aborto, per essere
madri quando a loro piaceva…” ( .(Giovanna Berneri) G.B. ,
Recensione del libro di Jeanne Humbert, : Eugène Humbert la vita e l’opera di un neomalthusiano ,in Volontà, a. II n. 2 , 1-8-47 pp. 62-63 ) ; 2) … In Italia accenni d’un movimento malthusiano si sono avuti prima del
fascismo, con pubblicazioni ed anche
associazioni che stavano impiantando il problema seriamente. Possiamo, dobbiamo
anzi ricordare che forse i migliori contributi all’agitazione si sono avuti tra
noi (nota mia : gli anarchici) da parte di Luigi Fabbri con il suo
libro Generazione cosciente e di Camillo Berneri, Ma
il fascismo sopravvenuto ha cancellato perfino il ricordo di quel moto, di cui
i giovani non sanno certamente nulla. La
propaganda demografica ha esasperato la naturale tendenza del nostro popolo
povero a far figli inconsideratamente. E la furbizia dei suoi agenti ha
presentato la volontà di controllo delle nascite come negazioni dall’avere
figli. Bisogna quindi agire, riaffermare il controllo delle nascite come mezzo
per assicurarsi una famiglia armonica,
fondata sull’amore e volta naturalmente a concretarsi nei figli, in tutti i
figli che possiamo mantenere ed educare.
[…] Questo problema deve avere la sua parte della nostra attività.
Dobbiamo inserirlo nel campo della nostra attività quotidiana di anarchici,
come il problema dell’educazione, come il problema militare, come tutti gli
altri problemi la cui soluzione dipende dagli sforzi che ciascuno di noi può
fare giorno per giorno, contro i pregiudizi e le convenzioni, contro l’autorità
oppressiva della Chiesa, dei governi e dei padroni, avendo sempre in vista la
volontà della liberazione totale “. (
Giovanna Berneri, Il controllo delle
nascite, in Volontà (Napoli ), a. II, n. 5. 1-11- 1947) ; 3) "… Nel campo della scienza, la Chiesa pretende di avere l’ultima parola. Persino nel
campo della medicina ha tentato di affermare, per bocca della sua più alta
autorità, che tra la vita di una madre e quella di un nascituro, se si impone
una scelta, bisogna scegliere per il nascituro. La famiglia, è famiglia solo se
si inquadra nella sua concezione cattolica … ma non cristiana. […] Non c’è quindi da stupirsi che in Italia non
ci sia ancora una legge per il divorzio e non si incominci una sana educazione
sul controllo delle nascite, nonostante fosse questo un mezzo per rimediare al
nostro eccesso di popolazione. La Chiesa non si accontenta solo di mettere
all’indice i libri che non le vanno ( e questo è un diritto suo che nessuno
vuole contestarle) , ma invita le autorità civili che hanno delle
responsabilità per la morale pubblica perché non si stampino e si diffondano
simili scritti. Cioè interferisce in
campi non suoi. […] L’ Italia sta diventando un’altra Spagna: terra di fortuna
per i preti. L’imperialismo del Vaticano è altrettanto, ed oggi ancor più
pericoloso di quello occidentale ed orientale. Se non lo considereremo come il
pericolo n. 1 e non lo combatteremo con tutte le nostre forze e le nostre
energie, ci troveremo presto in Italia una casta di preti che governerà da
padrona assoluta ed asservirà l’ Italia ancor più di quello che l’avesse
asservita Mussolini “ ( Giovanna Berneri
Fascismo cattolico in Volontà a. VI n. 10-11, 15, 12, 1952 pp. 574-579)
Bibliografia: Primo brano in Giorgio
Sacchetti, Giovanna Caleffi Berneri redattrice di “Volontà” .
Lineamenti di un contributo teorico (1946-1962) in Giovanna Caleffi Berneri e la cultura eretica di sinistra nel secondo dopoguerra.
Giornata di studi Reggio emilia, 22 novembre 2008, a cura di
Fiamma Chessa, Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi
/Archivio Famiglia Berneri- Aurelio chessa , 2012 pp. 91-92. Secondo e terzo brano in Giovanna Caleffi Berneri, Un
seme sotto la neve. Carteggi e Scritti. Dall’antifascismo in esilio alla
sinistra eretica del dopoguerra (1937-1962) . Cura e introduzione di Carlo De Maria, Biblioteca Panizzi – Archivio Famiglia Berneri- Aurelio Chessa, 2010 pp. 330-331 e pp. 401-402
Si deve infine sottolineare come nel pensiero di Giovanna
Caleffi Berneri, in sintonia con quanto
stava avvenendo in molti altri Stati europei e negli Stati Uniti, dove la
Chiesa Cattolica non era preponderante, il movimento del controllo
delle nascite era strettamente connesso
alla emancipazione della
donna e alla rivendicazione di una
educazione sessuale autenticamente libertaria, altri due grandi tabù del
cattolicesimo di quegli anni . (cfr. brano)
Brano da commentare: “ In Inghilterra dal
principio di quest’anno l’educazione sessuale è diventata obbligatoria in tutte
le scuole. Nel Nord Europa (con la Danimarca all’avanguardia), la questione
sessuale occupa nell’insegnamento il posto che merita, e nella stessa Francia
sta per entrare a far parte dei programmi d’insegnamento. Igiene del sesso,
controllo delle nascite, corsi di orientamento nelle cliniche materne per le
fanciulle, sono tutti mezzi con i quali si cerca di liberare i giovani dal tormento
del sesso, di renderli consci delle responsabilità a cui essi vanno incontro
quando si trovano a soddisfarne i bisogni. Il sesso esaminato in piena luce,
spogliato dai falsi pudori e pregiudizi che lo circondano per la grettezza e
l’ipocrisia della morale contemporanea, non è più la causa di tanti mali
individuali e sociali. Anzi diviene – come deve essere – fonte di gioia, di
serenità, di forza, con l’affermazione del libero e sano soddisfacimento finché
non si decide di formare la famiglia , con l’affermazione della libera
maternità che si costituisce in famiglia anche senza la tutela del padre, con l’affermazione della famiglia
pensata e voluta da un uomo e una donna per i quali l’amore sessuale e la generazione
dei figli sono due momenti necessari, ma ciascuno in tempo e in modo di cui non
va lasciata la cura al cieco istinto. Da noi non c’è speranza che idee simili
vengano prese in considerazione da ampi strati sociali in un prossimo
futuro. […] C’è un’ omertà generale per cui si preferisce
ignorare e chiudere gli occhi sulle vere cause degli infanticidi, degli aborti,
dei bambini abbandonati, delle neurosi così frequenti oggigiorno, piuttosto che
liberarsi di una “morale” che nella maggior parte dei casi è soltanto abitudine
e inerzia. Sarebbe necessario che un
vento rinnovatore entrasse nella scuola: invece i preti vi si sono installati
con l’insegnamento religioso obbligatorio e fanno di tutto per impedire che la
scuola italiana segua l’esempio delle scuole più libere di altri paesi. […] E’
impossibile introdurre l’educazione sessuale nella scuola che oggi i preti
governano. Ma nulla ci vieta di prendere esempio dalle associazioni di genitori
ed insegnanti dei paesi anglosassoni e tentarne di analoghe tra noi; né di
costituire associazioni del tipo di quelle che vicino a noi, in Francia, hanno
finito con l’imporre il problema all’attenzione del popolo. E perché non
cominciare intanto a discutere tra noi, nei nostri gruppi, in riunioni con
amici, mettendo sul tappeto testi scottanti come il vecchio Havelock Ellis od il nuovo Kinsey, chiarendo con Maranon le
diversità necessarie tra uomo e donna, illuminado l’idea, la volontà del gioco sessuale
indipendente dalla costituzione della famiglia, ecc. ? […] Ancora , come attività che è
fondamentale per ogni diffusione di conoscenze del sesso, lo studio e la
diffusione della tecnica del controllo delle nascite. Non i soliti discorsi cantaridati e generici, ma studi pacati ed obbiettivi sui mezzi pratici per
aver sani rapporti sessuali senza far figli finché non si vuole, cioè finché
non si può. E quindi incitamento ed aiuto alle coppie che già hanno troppi
figli, costituzione di gruppi per la propaganda del controllo delle nascite, e
propaganda aperta e pubblica che obblighi i governanti clerico-repubblicani d’Italia a processi sempre più numerosi
per tenere valide le leggi demografiche
del fascismo, con che quelle leggi finiranno per crollare nella coscienza del
popolo, ancor oggi “imbottito” che il numero è potenza. …” (Giovanna Caleffi Berneri, I figli di nessuno, in Volontà a.
IV n. 5 , 15, 11 1949 pp. 287-291
)
Bibliografia: Giovanna Caleffi Berneri, Un
seme sotto la neve. Carteggi e Scritti. Dall’antifascismo in esilio alla
sinistra eretica del dopoguerra (1937-1962) . Cura e introduzione di Carlo De Maria, Biblioteca Panizzi – Archivio Famiglia Berneri- Aurelio Chessa, 2010, pp. 349-351
Concludo infine ricordando come , nonostante le varie assoluzioni a formula piena che Giovanna Berneri , insieme a Cesare Zaccaria, conseguirono, durante i processi, subiti nel 1949-50 e nel 1955, per il reato previsto dall’articolo 553 del
Codice Rocco, che vietava le pratiche contro la procreazione e la loro propaganda (cfr. post GIOVANNA CALEFFI
BERNERI …) la Caleffi Berneri non riuscì mai a vedere, durante la sua vita, l'abrogazione di quel famigerato articolo catto-fascista , avvenuta soltanto nel 1978 , in seguito alle lotte degli anni sessanta e settanta del XX secolo
per l’emancipazione delle donne, e per il diritto all’ auto
determinazione del proprio corpo e per la libertà sessuale, tutti temi, di cui, come sottolinea Tiziana Pironi,
la Caleffi Berneri fu
coraggiosa e instancabile pioniera . (brano da
commentare)
Brano da commentare: “ .. Del resto, va
ricordata la battaglia che ella intraprese, insieme a Cesare Zaccaria, in
favore del controllo delle nascite, un problema in quel momento del tutto
trascurato dai partiti della Sinistra. Nel porre la questione in termini
di educazione alla autodeterminazione femminile, la Berneri
affrontava con largo anticipo un tema che sarà centrale per il femminismo degli
anni Settanta: la rivendicazione della completa padronanza di sé e del
proprio corpo da parte della donna. Secondo lei, la questione dell’educazione
sessuale “urgeva in un paese dove i problemi relativi al sesso erano dei
tabù ed erano circondati da ignoranza e pregiudizi “ (Tiziana
Pironi, Percorsi
di pedagogia femminile…..)
Bibliografia:
Tiziana Pironi, Percorsi di pedagogia al femminile. Dall’ unità d’ Italia al
secondo dopoguerra, Carocci
editore, 2014, p. 134
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EMMA GOLDMAN |
Non essendo possibile
per ragioni di spazio
e per le
mie scarse conoscenze
sull’argomento soffermarmi sulla storia del neomalthusianesimo anarchico
anglo-americano, mi limito a ricordare come EMMA GOLDMAN
insieme al suo compagno BEN REITMAN ( cfr. post GLI HOBOS, BOX CAR BERTHA, BEN REITMAN) ) abbiano tenute numerose conferenze in varie città statunitensi su questo tema , a
quei tempi vietatissimo, subendo parecchi
arresti e processi. Bisogna inoltre aggiungere che nel suo opuscolo Gli aspetti sociali del controllo delle nascita
, Emma Goldman elencò alcune differenze rispetto al malthusianesimo classico ,che ancor oggi, mi sembrano , tenendo che esso fu scritto nel 1916, confermare pienamente il suo straordinario acume e la sua ampiezza di vedute. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Il capitalismo, che era ancora un bambino
al tempo di Malthus, da allora è cresciuto fino a diventare
un mostro insaziabile […] Il capitalismo
non può esistere senza militarismo e finché le masse forniscono materiale da
distruggere nelle trincee e sui campi di battaglia, il capitalismo avrà molto
materiale a disposizione. Neo cosiddetti bei tempi, il capitalismo inghiotte
masse di persone per poi rigettarle fuori nei periodi di “depressione
industriale” .Questa superflua massa umana che va ad ingrossare le fila dei disoccupati , e che rappresenta la
minaccia più grande dei tempi moderni, è denominata dai nostri borghesi
politici economisti il margine di lavoro.
Per loto in nessun caso deve venire a mancare il margine di lavoro.
Altrimenti la sacra istituzione,
conosciuta come civiltà capitalista , crollerebbe. Così i politici, economisti,
insieme con tutti i sostenitori del regime capitalista, sono a favore di una
umanità numerosa ed eccessiva e sono quindi contrari al controllo delle
nascite. Tuttavia la teoria di Malthus contiene più verità che finzione. Nel suo
aspetto moderno non poggia più sulla speculazione, ma su altri fattori
correlati e intrecciati ai tremendi cambiamenti sociali in corso in tutto il
mondo. In primo luogo c’è l’aspetto scientifico , la tesi
degli uomini di scienza più eminenti, che
ci dicono che un’esistenza denutrita e oberata di lavoro non è in grado di
riprodurre una discendenza sana .[…] In secondo luogo c’è il risveglio mentale della donna che gioca una parte non
piccola in nome del controllo delle nascite.
.[…] Per anni è stata in ginocchio davanti all’altare del potere impostole da Dio, dal Capitalismo, dallo Stato e dalla
morale. Oggi si è risvegliata dal suo secolare sonno. Si è liberata dall’incubo
del passato, ha girato il suo viso verso la
luce e sta proclamando
ad alta voce che non sarà più complice nel
mettere al mondo bambini indifesi, solo per essere macinati nella polvere della
ruota del capitalismo e essere ridotti in brandelli nelle trincee e nei campi
di battaglia. E chi può darle torto? […]
Di sicuro dovrebbe essere nella posizione di decidere quanti figli mettere al
mondo, se farlo con l’uomo che ama e perché lei lo vuole, o nascerebbe
nell’odio e nel disgusto. […] E’ precisamente per questo motivo che le donne dovrebbero
avere la consapevolezza che servirebbe un periodo dai tre ai cinque anni di
distanza tra ogni gravidanza, che dia loro la possibilità di prendersi meglio
cura dei bambini già nati. Ma non è
soltanto la donna che ha cominciato a capire l’importanza del controllo delle nascite.
Anche gli uomini, gli operai, in particolare, hanno imparato a vedere nelle
grandi famiglie un torchio intorno al collo, deliberatamente impostogli
dalle forze reazionarie della società, perché
la grande famiglia paralizza il cervello e
intorpidisce i muscoli delle masse dei lavoratori. […] Miserabile, così come
sono i guadagni di un uomo con una famiglia
grande, non può rischiare nemmeno quel poco,
così continua con i compromessi, tremando di fronte al padrone, soltanto per guadagnare
quanto basta a malapena per
sfamare le tante piccole bocche. Non osa aderire a un’organizzazione
rivoluzionaria, non osa scioperare, non osa esprimere un’opinione. Le masse di lavoratori si sono risvegliate
alla necessità del controllo delle nascite, come mezzo per liberare se stessi
dal terribile giogo e come un mezzo per poter fare qualcosa per quelle già
esistenti, impedendo ad altri bambini di venire al mondo. Ultimo, ma non per
importanza, un cambiamento dei rapporti fra i sessi che anche se non coinvolge
un largo numero di persone, si sta facendo sentore tra una notevole minoranza.
In passato e in larga misura per l’uomo medio di oggi, la donna continua ad
essere un mero oggetto, un mezzo
per un fine, soprattutto un mezzo fisico e basta. Ma ci sono uomini che
vogliono più di questo da una donna […] Lentamente, ma certamente
questi uomini hanno imparato che se la donna perde la sua sostanza in eterne
gravidanze, confinata a lavare pannolini, le rimane poco tempo per qualsiasi
altra cosa. Meno di tutto ha tempo per le questioni che assorbono il padre dei
suoi figli. Oltre alla stanchezza fisica e allo stress nervoso , lei diviene un
ostacolo sulla strada del marito e spesso il suo peggior nemico. E’ quindi per
la sua stessa protezione e anche per il suo bisogno di essere compagno e amico
della donna che ama, che un gran numero di uomini vogliono esonerarla dalla
terribile imposizione di costante riproduzione della vita e quindi sono a
favore del controllo delle nascite. Da qualsiasi angolazione, quindi, la
questione del Controllo delle nascite venga considerata, è il tema dominante
dei tempi moderni e come tale non può essere spazzata via con la persecuzione,
l’incarcerazione o la cospirazione del silenzio “ ( Emma Goldman, Gli aspetti sociali del controllo delle
nascite, Aprile 1916 )
Bibliografia: in Pamela Grassi, La donna più pericolosa d’America . Il femminismo anarchico nella
vita e nel pensiero di Emma Goldman, Introduzione di Luigi Balsamini, La Fiaccola ,
2014, pp. 101-104
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