sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: * CIPRIANO MERA SANZ (1897-1975)

                                                                                                                                           

CIPRIANO MERA: MURATORE
CIPRIANO MERA (1897-1975) Muratore anarco-sindacalista. A vent’anni apprese a leggere e a scrivere negli “atenei  libertari” e  nel 1931 divenne presidente del sindacato edile della CNT . Nel 1933 partecipò con Durruti e  Isaac Puente al Comitato rivoluzionario di Saragozza.  Imprigionato più volte per la sua attività sindacale, era in prigione, quando  nel 1936,  allo scoppio  della guerra civile, fu liberato dai suoi compagni e immediatamente formò una colonna di miliziani anarchici e liberò molti zone strategiche di Madrid,  in mano ai  militari ribelli  tra cui la Cuartel de la Montana” ,  e guidò, insieme ad altri capi miliziani, con successo un contrattacco in direzione di Guadalajara , Cuenca e altri luoghi . Partecipò poi attivamente alla difesa di Madrid assediata dalla truppe di Franco.                                                             
     Il 6 novembre 1936 Mera fece arrestare a Tarancon da miliziani , al suo comando,  come disertori i membri del governo, (tra cui il ministro anarchico Juan Lopez), generali ( tra cui il generale  Asensio Torrado, sottosegretario alla Guerra) , segretari , funzionari ecc.   che  stavano, all'insaputa della popolazione, abbandonando  Madrid  assediata dai nazionalisti per trasferirsi a Valencia. Fu solo per l’intervento diretto di  Horacio Prieto,  segretario del Comitato Nazionale della CNT , immediatamente accorso, che Cipriano Mera accettò di liberarli  pur dissentendo da  quella  fuga dalla città  in pericolo.
Brano da commentare: “ … il vostro vero posto è a  Madrid, accanto ai vostri difensori. Il vostro dovere non era di  scappare come avete fatto voi. Sono lieto che i lavoratori abbiano l’occasione di esigere  spiegazioni  dai comandanti  che non sanno combattere e  dai ministri che non sanno governare. ( parole di Mera ai membri del governo fermati)
Bibliografia: Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarchico-sindacalista,La fiaccola, 1978 p. 123-124Una  versione di questo episodio, ove, però, non vi è alcuna menzione di Cipriano Mera, si trova anche in José Peyrats, La CNT nella rivoluzione spagnola, secondo volume, Edizioni Anti stato, 1976, pp. 150-151
                                                             
CIPRIANO MERA: MILIZIANO
      Nel 1937,
Cipriano Mera, che, all'inizio della guerra,  aveva invano proposto,   ai vertici della CNT una strategia fondata su una sistematica guerriglia all'interno dei territori conquistati dai militari ribelli, sostenne con determinazione , con il prolungarsi di una guerra  frontale di tipo tradizionale,  la  militarizzazione delle milizie decisa dal governo repubblicano ( a cui partecipavano 4 ministri anarchici).  Sulle motivazioni di questa sua sofferta decisione espressa durante alcuni vivaci  dibattiti al fronte,( cfr post FEDERICO BOREL. LOS MILICIANOS), contò la morte di molti suoi compagni d'arme dovuta ,secondo lui, all'indisciplina e alla disorganizzazione delle milizie . (cfr. brano)
Brano da commentare:  " E' triste riconoscerlo quando si è difeso un ideale per tutta la vita, ma se davvero ci proponevamo di vincere la guerra, dovevamo accettare la costituzione di un esercito con la relativa disciplina. Molto più triste e tragico sarebbe stato che il sacrificio di migliaia di vite si fosse perso nella sterilità della sconfitta, che avrebbe provocato senza alcun dubbio la scomparsa di tutte le organizzazioni operaie ed il sacrificio di altre migliaia di vite. Di fronte a questa evidenza mi sembrò irrinunciabile la scelta verso la disciplina e la formazione del nuovo Esercito. Mi faceva orrore vestirmi da soldato, ma non vedevo altro modo e mi dissi: la mia condotta sarà in futuro la testimonianza della mia dignità, come lo fu in altro modo ed in altre circostanze nel passato. Sì, bisogna decidersi ." (dalle memorie di Cipriano Mera)
Bibliografia:   Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarco-sindacalista, La  Fiaccola , 1978, p.182.

Su cosa poi abbia inteso precisamente Mera con il termine disciplina restano, a mio parere,  alcuni dubbi che scaturiscano da alcune sue  affermazioni contraddittorie . (cfr. brani)
Brani da commentare: 1) “… Per fare la guerra, s’impone di farla con disciplina militare. Un ordine non si discute, anche se è sbagliato, non si deve discutere: bisogna sparargli un paio di colpi. La guerra è il contrario dell’uomo sentimentale “  ( in Atti dell’Assemblea plenaria delle Colonne  Confederali e Anarchiche, Valencia 5-8 febbraio 1937).  (La versione francese  di questa frase suona, a mio parere,  alquanto diversa , anche se , mi sembra, avere il medesimo significato) “ Pour faire la guerre, la discipline militaire  est indispensable. On ne discute pas le gradé (graduato), mais quand le gradé   fait une erreur on ne discute pas non plus, on lui met une balle dans la tête. La guerre est l’antithése  de l’homme sentimentaliste” 2) “… E’assolutamente necessaria , e , bisogna farla rispettare  da questo momento in poi, una disciplina ferrea , che avrà il valore di quella che si offre spontaneamente. Da ora in avanti non parlerò che con i capitani e i sergenti “ (  Cipriano Mera in Solidad Obrera “, 23 marzo 1937)
Bibliografia: Primo brano in  Abel Paz, Cronaca appassionata della Columna de hierro, autoproduzioni fenix, 2006 p. 179. Per la versione francese, che lascio non tradotta,  per dare a tutti la possibilità di interpretarla liberamente,  cfr. Clément Magnier,  Cipriano Mera Sanz 1897-1975, de la guerre à l’exil , Editions CNT-région parisienne, 2011, p. 82. Per il secondo brano , cfr.  José Peyrats, La CNT nella rivoluzione spagnola,  volume secondo, Edizioni Antistato, 1976 p. 159
Ed è  proprio commentando questo secondo brano che , come è noto,  Vernon Richards,  nel suo  fondamentale libro “ Insegnamenti della rivoluzione spagnola  Collana V. Vallera , 1974,  nella nota di  p.  150 ,  scrisse questo perentorio giudizio  :  " Si ha l’impressione che a Mera l’uniforme andasse alla testa “ -
 Quale che sia l' opinione sul mutato atteggiamento di Mera nei confronti della "militarizzazione" è   comunque da escludere che essa concidesse con  quella voluta dagli stalinisti che miravano al totale controllo dell’esercito repubblicano  imponendolo col ricatto dell’invio al fronte delle armi comprate dalla repubblica spagnola alla Russia. Durante l' Assemblea plenaria delle  Colonne Confederali e anarchiche, tenuto a Valencia, 5-8 febbraio 1937 Mera espresse con chiarezza la sua idea di  una militarizzazione che non provocasse la perdita per le ex colonne libertarie della  propria identità  anarco-sindacalista. (cfr.brano) . 
 Brano da commentare: “ ... Sono  d’accordo sul punto primario della militarizzazione; ma  dobbiamo militarizzarci sotto un  profilo nettamente confederale. Militarizzarci come la nostra Organizzazione, in milizie confederate omogenee. Un battaglione dei nostri fra altri marxisti, comandati dai marxisti, è la morte della CNT. Ugualmente due battaglioni nostri e due marxisti con lo stesso comando sarebbero la morte della CNT, come vediamo nella pratica ……. “ 
Bibliografia: Abel Paz, Cronaca appassionata della Columna de hierro , autoproduzioni fenix 2006 p, 179    
  Pur non sottovalutando gli effetti complessivi dannosi  , che seguirono alla militarizzazione, posti giustamente in risalto  dagli storici anarchici della rivoluzione spagnola ( Vernon Richards, José Peyrats, Abel Paz ed altri)  mi sembra, comunque, giusto sottolineare che questa proposta confederalista di Cipriano Mera , anche se fu poi applicata dalla  CNT solo parzialmente,   permise  ai comandanti di divisione anarchici , tra cui , oltre a MERA, anche  GREGORIO JOVER, RICARDO SANZ , MIGUEL GARCIA VIVANCOS  ed altri ( cfr. post :  MINISTERIALISMO ANARCHICO E MILITARIZZAZIONE ...)  di porre un qualche freno, , soprattutto dopo le giornate del  maggio 1937 a  Barcellona e altrove, alle persecuzioni staliniste contro civili e militari anarchici e poumisti. Anche , se  purtroppo tardivo,  un esempio di come la minaccia di un intervento  della divisione  di Mera sul fronte interno scongiurò  ulteriori  crimini da parte delle truppe di Lister  a danno dei villaggi collettivizzati aragonesi  è a noi noto tramite  un colloquio,  riferito  dallo stesso Mera nelle sue memorie , tra  il segretario della CNT,  Mariano Vasquez e il ministro della difesa,  Indalecio Prieto.  (cfr. brano)
Brano da commentare:   “.. “ Andai (Cipriano Mera)  da lui ( Indalecio Prieto) insieme al segretario della CNT ( Mariano Vasquez)  e a due membri del Comitato Nazionale, che volevano vedere il ministro per parlare con lui dei fatti che erano accaduti in Aragona, dove la    Divisione al comando di Lister aveva sciolto il Consiglio Regionale e perseguitato le collettivizzazioni costituitesi in quella regione. […]  - rivolgendosi  ai miei accompagnatori ,  (Indalecio  Prieto) disse: “ - Mi dicano cosa  desiderano loro. -  La nostra visita- gli rispose Mariano R. Vasquez – approfittando della presenza dell’amico Mera e del fatto che la 14° Divisione è attualmente di riserva, ha come scopo di chiederle il trasferimento  sul fronte di Aragona. Lei già conosce le stragi che Lister ha commesso laggiù, vincendo battaglie contro i nostri contadini. Tutte le collettivizzazioni sono state distrutte e la produzione agricola ne risentirà profondamente. Riteniamo che la presenza di Mera laggiù rimetterà tutto a posto “ – Vediamo – rispose  Prieto – se ci comprendiamo. L’invio di Mera in Aragona  non è possibile, per una quantità di ragioni che loro non possono ignorare. Mera è necessario nel Centro e non posso permettere che se ne allontani. Per quanto riguarda Lister, sono a conoscenza di ciò che ha fatto nell’ Aragona e proprio ieri sera ho avuto qui un incontro con lui, su mia decisione. Sappiano che gli ho parlato seriamente, fino al punto che lui ha riconosciuto i suoi errori e si è fatto più morbido della cera. Sicché sono sicuro  che i suoi eccessi non si ripeteranno ….” (Cipriano Mera,   Rivoluzione armata in Spagna …….  )
Bibliografia:   Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarco-sindacalista,
La Fiaccola, 1978, p. 255
  Nonostante le  parole rassicuranti di Indalecio Prieto, che attribuivano tutta la responsabilità di quei fatti a Lister, personalmente ritengo che la minaccia della CNT di inviare Mera in Aragona ottenne il suo effetto tanto più se è vera la versione data da  Lister che l'ordine di distruggere le collettività proveniva direttamente da Prieto.     (cfr.  post "LOS COLECTIVIZADORES)    
                                          
 
CIPRIANO MERA: COLONNELLO
Inquadrato nell'esercito popolare repubblicano col grado di  tenente-colonnello  Cipriano Mera ne divenne presto uno dei più valenti comandanti di divisione.  Si distinse  in numerose  battaglie, tra cui  quella di Guadalajara, dove vennero sconfitte le truppe fasciste mandate da Mussolini.  Per quanto riguarda  il coerente anticomunismo di Cipriano Mera ( ovviamente quello autoritario e nella fattispecie  stalinista) esso si manifestò, tra l'altro,  nel suo energico intervento per la liberazione dalle prigioni comuniste del suo aiutante di stato maggiore  Antonio Verardini e  in quello per salvare dalla fucilazione l’ eroica  capitana poumista Mika   Feldman Etchebéhère,  accusata di "disaffezione alla repubblica"(cfr infra post "MUJERES LIBRES 2" ). Inoltre  Mera, usando la forza,  salvò in extremis dalla fucilazione, un capitano della XIV divisione ( di cui Cipriano Mera nelle sue memorie non dice il nome ) in  licenza a Madrid e , lui stesso, Mera, , al fronte, scampò, per un pelo, a un attentato di matrice, molto verosimilmente  "comunista"  Un altro momento di scontro sorse , poi,  a causa della protezione concessa da Cipriano Mera a 250 soldati , non comunisti, appartenenti alla divisione comandata dal colonnello comunista  Valentino Gonzales detto “El Campesino”, stanchi di subire  continue minacce e    soprusi. (cfr. brano)  
Brano da commentare: “ Una mattina si presentarono a Guadalajara circa 200 soldati che avevano abbandonato la 46 divisione  comandata da El Campesino situata allora ad Alcalá de Henares,anch’essa per riorganizzarsi. Aprimmo un’inchiesta e separatamente interrogammo molti di questi uomini e venimmo a conoscere il motivo esatto della loro diserzione . Tutti loro erano d’accordo nell’affermare che erano inquadrati in una unità di disciplina, sottoposti a un trattamento disumano […] Ciò che attirò la nostra attenzione fu che tutti loro erano cenetisti, socialisti o repubblicani che non avevano accettato la tessera del Partito  Comunista, nonostante le pressioni di ogni genere che avevano dovuto subire. Sapevamo dunque cosa rispondere quando si presentò al mio comando El Campesino stesso, domandandomi se a Guadalajara ci fossero disertori della sua Divisione. Gli risposi: “- Sì, qui si sono arruolati duecentocinquanta soldati provenienti dalla 46 Divisione , a causa del cattivo trattamento ricevuto per avere rifiutato di abbandonare le loro rispettive organizzazioni per diventare militanti del tuo partito” – Allora o restituisci alla mia divisione tutta quella gente o io me la verrò a riprendere  con dei camion per farla ritornare dove ha disertato”. “ Impossibile, amico, poiché li abbiamo già tutti arruolati nella 70 brigata della 14 Divisione. Io non te li restituirò e tu non verrai a prenderli. Comunica tutto ciò al capo dell’Esercito del Centro se vuoi. Anch’io lo informerò di quanto accaduto. E basta”. A nulla servirono le proteste di El Campesino, poiché io fui irremovibile. ….” ( Cipriano Mera, Rivoluzione  armata..., op. cit. )
Bibliografia:   Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarco-sindacalista, La Fiaccola, 1978, pp. 249-250.  Per quanto riguarda gli episodi di  forte attrito tra Cipriano Mera e il partito comunista, rievocati più sopra, cfr. pp. 222-227, pp. 298-299, pp. 242-243. 
Tra la fine del  1938 e l’inizio del 1939 , Cipriano Mera  si offrì invano al Comando Centrale per andare a difendere  il fronte dell’ Est  e in particolare Barcellona, su cui i franchisti avevano allora concentrato le loro forze. (cfr. brano)
Brano da commentare: “….. il 26 gennaio le truppe franchiste fecero la loro entrata a Barcellona; solamente  due settimane dopo, il 9 febbraio , giunsero alla frontiera franco-spagnola. In un  mese e mezzo scarso annientarono completamente il cosiddetto fronte dell’ Est, incontrando scarsa resistenza. Quali furono le cause di quel crollo? Poiché non partecipai, contro la mia volontà, a quelle operazioni, preferisco tacere. Dirò solo che prima della caduta di Barcellona mi offrii allo Stato Maggiore Centrale di andare a difendere la capitale catalana; il generale Rojo mi rispose con un telegramma in cui mi diceva che “avrebbero tenuto conto dell’offerta”. Non avevo naturalmente la pretesa di salvare io la situazione; semplicemente non mi rassegnavo a rimanere passivo mentre in Catalogna si giocava il destino di tutti noi. La risposta che fu data alla mia offerta mi fece comprendere che non ritenevano necessaria la mia presenza sul fronte dell’ Est . …. “ ( Cipriano Mera,  La rivoluzione armata in Spagna……)
Bibliografia: La Fiaccola, 1978, pp. 329-330 Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarchico-sindacalista, La Fiaccola, 1978, pp. 329-330
   Dopo la caduta di Barcellona e della Catalogna  la Francia e l' Inghilterra, il 27 febbraio 1939,  riconobbero  come unico governo spagnolo legittimo,  quello franchista di Burgos. In quei giorni  Mera, ottenuto , su sua personale richiesta, un incontro con il capo del governo,  tentò, invano,   di convincerlo  a porre fine  alla sua  passiva sottomissione ai progetti egemonici degli stalinisti, che tanto avevano contribuito, sul fronte interno,  con le loro menzogne e i loro delitti, al fallimento della rivoluzione e della guerra.  E a questo proposito gli ricordò un rapporto, che  gli aveva inviato alcuni mesi  prima (cfr. brano) 
Brano da commentare: “  Gli ricordai, innanzitutto, che il 6 settembre 1938, cioè, ormai, mezzo anno prima, gli avevo inviato, nelle sue vesti di ministro della  Difesa nazionale più che in quelle di presidente del  governo, un rapporto in cui denunciavo le attività poco chiare e addirittura i tradimenti che effettuavano nelle diverse unità dell’ Esercito popolare gli elementi del Partito comunista. Mi rispose che in effetti l’aveva ricevuto ed aveva ordinato di aprire un’inchiesta sui fatti denunciati. Poiché gli dissi che né il capo dell’ Esercito del centro né io conoscevamo il risultato di quell’indagine, il dottor Negrin preferì tacere. Mi affrettai allora a consegnare personalmente una copia di quel rapporto che lui prese senza dire nulla”  ( Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna…)
 Mera, poi, cominciò ad esporre a Negrin la gravità , politica, militare e sociale, della situazione,  resa ancora più drammatica dal ruolo, sempre più,  dominante  ed ambiguo assunto  dal partito comunista.  (cfr. brano)
 Brano da commentare: “ Se lei signor Negrin  è ancora socialista dovrà convenire per primo che  il Partito  Comunista sta cercando di impadronirsi di tutti i posti di comando del nostro Esercito, proposito che persegue fin dai  primi tempi della nostra guerra- Il suo obiettivo, adesso, è di dare il colpo finale, ossia presentare le cose in modo tale che il mondo intero abbia l'impressione che il Partito Comunista sia stato l’unico a resistere fino all’ ultimo, mentre i militari degli altri settori – repubblicani, socialisti, libertari – sarebbero apparsi come capitolatori, traditori o vigliacchi trotzkisti , che è  la definizione oggi  più largamente utilizzata contro i suoi avversari. Davanti a questo sinistro proposito è necessario reagire, prima che sia troppo tardi . Passando ad altro, continuai : – Se per salvare il popolo spagnolo occorre che si sacrifichino gli uomini più in vista delle organizzazioni, io mi offro senza tentennamenti . Ma ritengo un grave errore , per non usare altri termini  , continuare a proclamare che occorre resistere quando si sa  che non esistono i mezzi per farlo e che la catastrofe è vicina- Lei sa perfettamente che la guerra l’abbiamo perduta e che bisogna trovare una soluzione vantaggiosa. Inoltre, mi indigna il fatto che alcuni di quelli che parlano di resistere si siano affrettati a mandare le loro famiglie all’estero, preparino astutamente la loro partenza ed  abbiano già sistemato altrove beni che non erano loro, dandosi il caso davvero paradossale che noi che sosteniamo il contrario abbiamo le nostre famiglie nei soliti domicili, non abbiamo un soldo né ci è passato mai  per la testa di scappare via. Poi, in riferimento alla situazione militare: - Lei sa molto bene, signor Negrìn, che i combattenti che si trovano in Francia, dopo la caduta della Catalogna, non ritorneranno, come nemmeno ritorneranno le armi che sono rimaste in potere delle autorità francesi. Così sa pure che nessun governo ci aiuterà, che non riceveremo armi da nessuna parte, che non troveremo altro che ostacoli da  ogni parte. La nostra situazione di inferiorità si è aggravata dopo la perdita della Catalogna , perché non contiamo più  sulla sua industria né sull’aiuto dell’Esercito dell’ Est e di quello dell’ Ebro, tutti e due annientati per sempre dalla disfatta. Il nostro esercito del Centro continua ad essere ben organizzato, anche ben preparato, ma senza le armi necessarie e con un’alimentazione insufficiente . Lei può visitare il nostro fronte e vedrà che non viene trascurata la sua preparazione, né il rafforzamento delle linee di resistenza. Ma non sono le fortificazioni quelle che potranno fare il miracolo. Il morale degli uomini subisce lo spirito di disfatta che regna tra la popolazione e a causa della disorganizzazione dello stesso governo repubblicano, se esiste.[…] Credo di avere dimostrato chiaramente durante la nostra guerra, soprattutto da quando venne effettuata la militarizzazione delle vecchie  Milizie, che sono stato disciplinato e che ho compiuto sempre gli ordini dei superiori, anche quando mi sembravano assurdi. Ora non posso assicurarle che continuerò ad obbedire come ho fatto fino ad oggi. Non dimentichi che prima che militare sono operaio e prima che tenente colonnello sono militante confederale. " ( Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna... ) 
Bibliografia :  in   Cipriano Mera,  Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarco sindacalista ,  La Fiaccola, 1978 pp. 338-339 e  a p. 490 dove il colloquio avuto con Negrin è ribadito, in una forma alquanto abbreviata,  all'interno della fiera e indignata lettera, che Cipriano Mera, detenuto  nel  Campo di   Morand , a circa 200 chilometri da Algeri,  francese scrisse, nel luglio 1939,  ai dirigenti  filostalinisti del SERE (Servicio de Evacuacion de Refugiados Españoles) Questa lettera si trova ora anche in  http://francosenia.blogspot.it/2016/03/l’opzione-di-cipriano –mera.htlm
  Questo colloquio  non conseguì purtroppo  nessun effetto su Negrin, che continuò , nei giorni successivi,  la sua politica ,   di    " trasformare l'esercito popolare  in un  cieco strumento del partito comunista".(cfr. brano)
Brano da commentare: ".... Venivano promossi tutti i comandanti militari comunisti, venivano loro concessi i posti di comando più importanti e venivano destituiti tutti gli altri concedendo loro incarichi meramente onorifici, in attesa di poterli incarcerare. Modesto e Gordon, ad esempio, venivano promossi generali, e Lister, Francisco Galan, Barcelo, Manuel Marquez e molti altri diventavano colonnelli. Quanto alle destinazioni, Gordon passava all'incarico di segretario generale della Difesa nazionale  e Galan  prendeva il comando della Base navale di Cartagena; contemporaneamente venivano nominati comandanti militari di Alicante, Murcia e Albacete Etelvino Vega, Leocadio Mendiola e Inocencio Curto rispettivamente. D'altra parte venivano sciolti il Raggruppamento degli Eserciti e il suo Stato Maggiore, passando a dipendere direttamente dal ministro della Difesa nazionale, cioé da Negrin. Si diceva  che il successivo DO (Diario Ufficiale) avrebbe confermato le nomine di Modesto a capo dell' Esercito del Centro; di Lister a quello del Levante e di El  Campesino a quello dell' Estremadura. Pochi di loro, tuttavia, poterono assumere i nuovi incarichi..."  ( Cipriano Mera,  Rivoluzione armata in Spagna..)
Bibliografia: Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarchico-sindacalistaLa Fiaccola, 1978, pp.343-344.  
  Il 4 marzo 1939,  si costituì, a Madrid,  il "Consejo Nacional de Defensa" (C.N.D.) , su volontà  del colonnello  Casado,  sostenuto , come è noto,  oltre che da tutti  i partiti  madrileni, eccetto il partito comunista,  anche dalla CNT (sindacato anarchico) e  dall’ UGT (sindacato socialista) ,  qualificati portavoce, per quanto possibile,  delle volontà del  proletariato madrileno.  Il Consejo detto anche " Giunta Casado", si prefiggeva , tra l'altro, di fronte all' estrema debolezza di Negrin e  alla minacciosa e crescente egemonia stalinista,  di porre, con una  pace onorevole concordata  con il nemico,  fine  a una guerra ormai perduta, cercando di evitare a Madrid quanto era successo  a Barcellona e in Catalogna. (cfr. brano) 
Brano da commentare:  …” Sono trascorse molte settimane da che venne liquidata, con una diserzione generalizzata,  la guerra di Catalogna . Tutte le promesse che furono fatte al popolo nei momenti più solenni sono state dimenticate, tutti i doveri, trascurati, tutti gli obblighi, scansati criminalmente. Mentre il popolo in armi sacrificava nella zona sanguinosa della battaglia molte migliaia dei suoi figli migliori, gli uomini che si erano costituiti come capi della resistenza abbandonavano i loro posti e cercavano nella fuga ignominiosa la via per salvare la loro vita, anche a costo della loro dignità. Ecco ciò che non può essere permesso nel resto della Spagna antifascista. Non è tollerabile che mentre si esige dal popolo una resistenza organizzata, si facciano i preparativi di una comoda e lucrosa fuga. Non si può permettere  che, mentre il popolo combatte, lotta e muore, qualche privilegiato prepari il suo futuro all’estero. Per impedire ciò, per cancellare tanta vergogna, per evitare  che si produca la diserzione nei momenti più critici, si costituisce il Consiglio Nazionale di Difesa....” ( estratto dal Manifesto costitutivo del Consiglio Nazionale  della Difesa)
 Bibliografia: Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarchico-sindacalista, 
La fiaccola, 1978, pp.351 n. 41
 Il 6 marzo 1939 le truppe  filo-comuniste comandate dal militare di carriera, Luis Barcelò, autonominatosi , per l'occasione,  capo dell'armata del centro  si sollevarono contro  il  " Consejo Nacional de Defensa " e bisogna inoltre sottolineare che esse, non solo  erano già state abbandonate dai russi ( i quali dopo pochi mesi firmarono il  patto di non aggressione con il nazismo), ma  furono anche abbandonate, in quello stesso giorno,  da Juan Negrin, da Dolores Ibarruri detta "la Passionaria" e da ministri e sottosegretari, quanto mai frettolosi nel rifugiarsi all'estero. Tali fughe provocarono un grave sconforto tra i soldati "comunisti", che pur disponevano di armi tecnicamente molto superiori,  ed ebbero una parte determinante nella loro , relativamente,  rapida  sconfitta. (cfr. brano).  
Brano da commentare: “ ..D’altra parte i sollevati avevano subito un duro colpo quando avevano saputo della fuga in Francia di Negrin e dei principali dirigenti comunisti, tra i quali  la Passionaria, che tanto famosa era diventata per la sua frase “vale di più  morire in piedi che vivere in ginocchio”, ma che  nel momento della verità aveva scelto tranquillamente una terza soluzione: scappare in aereo. Questa fuga vergognosa fu il  punto conclusivo della sua strombazzata resistenza “ (Cipriano Mera, Rivoluzione armata in Spagna...
Bibliografia : Cipriano Mera,  Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarco sindacalista , edizione italiana, La Fiaccola, 1978 pp. 361
  L'8 marzo,  due giorni dopo la fuga di Negrin e della Passionaria, anche  il luogotenente-colonnello comunista Lister ed altri capi militari  comunisti abbandonarono  la Spagna e  i  loro compagni d'arme e di "fede politica", impegnati nei combattimenti contro gli anarchici.
   Dopo la definitiva disfatta degli stalinisti, , il 12 marzo 1939, e l' avere rimandato i 30000  prigionieri  ai fronti da cui provenivano  , purtroppo, tutte le proposte di Cipriano Mera  per ottenere dai nemici  le migliori possibili condizioni di resa e per non essere considerati come  dei vinti impotenti  e rassegnati , furono respinte dal "Consejo Nacional de Defensa". Mi sembra  opportuno ricordarle:
 1)  Porre fine al conflitto frontale e  dare   inizio a  una intensa e  ben coordinata guerriglia contro i franchisti . 
 2)  Minare le miniere di Almadén, vicino a Madrid , che , se fatte esplodere,  avrebbero costituito un gravissimo danno per un futuro governo fascista .  
3)  Radunare in  un unico luogo 30 o 40 mila  militanti  filo-franchisti , appartenenti alla cosiddetta “ quinta colonna”   e trattarli come ostaggi.
  Pertanto , dissentendo dal modo troppo debole,  con cui  il Consejo Nacional de Defensale  conduceva le trattative , Mera inviò le dimissioni dal comando del IV corpo d’armata a Casado affermando di volere tornare a combattere come soldato semplice. Le dimissioni furono respinte e allora Mera, il 18 marzo 1939, durante una riunione  con Casado ed altri capi  militari, spiegò la posizione che dal quel momento sino alla fine del conflitto, intendeva mantenere. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ …  In questi momenti decisivi non voglio essere un elemento di ostacolo, un impedimento ai vostri progetti. Ma nemmeno voglio rendermi  responsabile del modo in cui avete iniziato le trattative con il nemico, senza tenere in conto precedenti accordi . Vi siete  presentati davanti a quello a mani vuote e perciò vi tratterà a suo piacere. Non siamo perciò d’accordo, ma ripeto che non voglio costituire un ostacolo. Per questo continuo ad agire come un soldato, cioè applicando gli ordini che ricevo da voi.   [….]  Con quelle parole mi congedai  per ritornare al Quartiere  generale di Alcohete. Non comprendevo l’atteggiamento di Casado e degli altri membri del Consiglio di Difesa. Non si rendevano conto che senza alcuna carta in mano il generale Franco ci avrebbe trattati senza alcuna considerazione  ? …  “ ( Cipriano Mera, Memorie)
 Bibliografia : Cipriano Mera,  Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarco sindacalista , edizione italiana, La Fiaccola, 1978 pp. 374-375 . Cfr. anche pp. 330-331 e p. 367
  Infine,  come  è noto la giunta Casado   dopo tanti vani tentativi di trattare alla pari con il nemico, senza però presentare alcuna  contropartita,  accettò, ,  proprio come aveva previsto Mera, la resa incondizionata.  Mera fu, comunque, tra gli ultimi  comandanti dell'esercito popolare (e secondo alcune fonti l’ultimo in assoluto) a lasciare il suo posto di combattimento il 28 marzo 1939  e le sue truppe non intrattenero mai rapporti di fraternizzazione con il nemico, alquanto frequenti in quegli ultimi giorni di guerra.
                                                                               
                                                              
Durante l'occupazione nazista della Francia, Cipriano Mera , che era in territorio francese , fu consegnato  dal governo  di Vichy ai franchisti e processato  fu  dapprima condannato a morte, pena, che  fu poi convertita a  trent’anni di prigione e infine , anche grazie alla mutata situazione politica internazionale,   liberato, pur  senza avere mai voluto, nonostante le forti pressioni in tal senso, fare richiesta di  grazia ai suoi nemici. (cfr. brano)
Brano da commentare : “... A tutte le sollecitazioni, Mera rispondeva invariabilmente, che nonostante desiderasse la libertà sopra ogni cosa, non era minimamente disposto ad umiliarsi per ottenerla. Le sue parole erano, più o meno: "   Sono stato e sono, e voi lo sapete perfettamente , un anarcosindacalista e le mie aspirazioni vanno oltre a quelle di un regime repubblicano, tuttavia, anche se può apparire impossibile, sono stato condannato perché difendevo la Repubblica.  Come potete pensare che io possa chiedere l'indulto a coloro che la tradirono? Sono stato condannato ingiustamente e perciò non devo chiedere clemenza. Parlano di perdono mentre chi deve perdonare sono io. Vi assicuro che con me si sbagliano…  Il mio modo di vedere le cose lo comprenderete quando vi dirò che non riconosco la giustizia di chi detiene il potere e quindi non voglio rivolgere loro alcuna petizione". (  dal resoconto intervista di Antonio Tellez a Cipriano Mera  sul suo comportamento  durante la  prigionia)
 Bibliografia:  Antonio Tellez, Facerias  guerriglia urbana in Spagna , La fiaccola 1984 p. 71.  Cfr. anche  Cipriano Mera,  Rivoluzione armata in Spagna. Memorie di un anarco sindacalista , edizione italiana, La Fiaccola, 1978, p. 472
                                                  
                                               CIPRIANO MERA: MURATORE
  Nel 1947 ,  pur essendo un vigilato speciale riuscì a passare clandestinamente la frontiera e si  stabilì definitivamente in Francia.  E bisogna   notare che , appena,   tolta l’uniforme, Mera, pur continuando la sua lotta contro il franchismo svolgendo un ruolo importante nellaSecion Defensa Interior” (D.I.) finalizzata  allo sviluppo della lotta clandestina in Spagna, tornò, per vivere,  a fare il muratore e abbandonò definitivamente ogni atteggiamento militaresco e tutte le prerogative  connesse, nel passato, al suo grado di comandante del IV corpo d’armata. 
Brano da commentare:  “Tutto ciò è finito con la guerra. Quanto a me senza rinunciare in alcuna maniera  alla lotta, non  do alcun valore ai galloni militari. Essendo tornato ciò che ero prima, un muratore, la sola vittoria di cui sono fiero, è quella della cazzuola. Il resto non ha importanza” ( parole di Cipriano Mera riportate nella prefazione dell’edizione francese dell’ autobiografia di Cipriano Mera)  .
Bibliografia: dalla prefazione di Fernando Gomez Pelaez  dell’edizione francese dell’autobiografia di Cipriano Mera, “ Guerre, exil et prison d’un  anarcho- syndacaliste, Editions du Coquelicot , Tolosa 2011 (traduzione italiana mia)
  Nel 1965 Cipriano Mera ,   assieme ad altri compagni e compagne, fu espulso dalla CNT,  alla cui guida era prevalsa la corrente immobilista, guidata, tra gli altri, da Germinal Esgleas (1903-1981)  (da lui derivò il termine  "esgleismo". (cfr. brano)
 Brano da commentare: “ Tra le espulsioni che suscitarono maggior indignazione e che provocarono l’emarginazione di numerose Federazioni locali, si deve ricordare quella del prestigioso e coerente militante confederale Cipriano Mera. […] Ma ciò non impedì che, alla sua morte, l’esgleismo parlasse di lui come di uno dei militanti più onesti che avesse militato nella CNT e che adesso Mera sia stato rivendicato dalla CNT ricostruita in Spagna ( Octavio Alberola,  Appunti critici ……)
Bibliografia: Octavio Alberola, Appunti critici sul movimento libertario spagnolo e la CNT, La Rivolta, 1979, p. 74 n. 33
. Cipriano Mera fondò allora  con Jose Peirats ed altri  il gruppo e giornale ,  Frente Libertario”. Due anni prima del 1968  Mera rilasciò, inoltre, una importante intervista sulla rivista “Presencia” tradotta poi in francese  sulla nota rivista francese “Noir et rouge, dove proponeva  il modello della rivoluzione libertaria spagnola ai giovani.
Brano da commentare: “ Noi altri, gli uomini della rivoluzione del 19 luglio, forse non avremo la felice occasione di poter ricominciare, ma voi siete là, voi avete la fortuna, dico proprio la fortuna, di una esperienza che non domanda che ad essere continuata. […]  Al momento attuale, il compito principale della gioventù cosciente è negli ateliers,  sui cantieri, negli uffici, all’università e nella strada. 
Bibliografia: http:// www. Fondation –besnard.org/index.php   (traduzione italiana mia  )                                                                                  
  Cipriano Mera, sebbene vecchio, partecipò  al maggio 1968 e sulle barricate  animava e  dava consigli ai giovani manifestanti . Di quell'episodio è testimone una giovane  studentessa parigina, figlia  di esuli spagnoli, Renée Pradas. (cfr. brano)
Brano da commentare: ““ Egli si mise  immediatamente dalla nostra parte ed abbozzò un  lieve sorriso. Noi eravamo tutti  molto tesi e anche un po’  spaventati per il timore di un nuovo assalto degli   “agenti dell’ordine”. In un istante egli ha tranquilizzato e riorganizzato il nostro “battaglione di utopisti”, che, per pura intuizione ( o per un colpo di magia ?) ripose in lui tutta la sua fiducia.  Di fatto, eravamo pochissimi allora a  sapere chi fosse in realtà quel signore anziano, d’ aspetto piuttosto insignificante e dal viso carismatico. …..”  ( testimonianza di Renée Pradas)
Bibliografia: Testimonianza di Renée Pradas in  Clément Magnier, Cipriano Mera Sanz 1897-1975 de la guerre à l’exile. Editions CNT –region parisienne  2011 p.  169 (traduzione italiana mia)
 Cipriano Mera  morì nel 1975, pochi mesi prima di Franco,  e ai suoi funerali parteciparono, come si può vedere in un video, Funeral del anarquista Cipriano Mera en Paris (1975) , che circola su Internet, numerosi veterani libertari della rivoluzione sociale spagnola , tra cui  la capitana Mika Echtebéhère,   e  vi erano anche, da quanto mi risulta, Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Su Cipriano Mera si trova su Internet anche il video ben documentato e con tanto materiale inedito sulla rivoluzione sociale spagnola: Vivir de pie. Las guerras de Cipriano Mera del regista Valenti Figueres (2009)
 Mi sembra, infine, importante , ricordare, l' ammirazione, nei confronti di  Cipriano Mera espressa da Bartolomé Benassar, autorevole storico non anarchico della guerra civile spagnola .   (cfr. brano) 
 Brano da commentare: "Cipriano Mera (1897-1975), uno dei combattenti della guerra civile , che, a mio parere, meriterebbe più di altri (più di Durruti, ad esempio) di essere innalzato al rango di mito, ha raccontato la sua vita in Guerra, Exilio y Carcel de un anarchosindacalista ." e qualche pagina più avanti, Benassar aggiunge: "... restò fedele fino ai suoi ultimi giorni all'ideale libertario, di cui fu una straordinaria figura di protagonista. ..." ( Bartolomé Benassar, La guerra di Spagna..."

Bibliografia: Bartolomé Benassar, La guerra di Spagna. Una tragedia nazionale, Einaudi editore, 2006 p. 252 n. 19 e p. 329
   
                                                    


 Prescindendo ovviamente da ogni mitizzazione, che , da vivo, a lui,   così come a Buenaventura Durruti,  avrebbe fatto orrore,   la fedeltà di Cipriano Mera   all' ideale libertario ( e nella fattispecie: anarco-sindacalista) trova, tra l' altro, a mio parere, conferma in una sua lettera indirizzata , nel 1947,  alla  CNT, dove enuncia  i principi ispiratori , su cui aveva fondato , la sua condotta di vita, prima e dopo la rivoluzione sociale  spagnola. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Io ho sempre ritenuto che la missione del militante della CNT fosse di approfittare di ogni istante per agire a favore degli oppressi. Oggi   consiste nel provare a combattere il fascismo spagnolo e, domani, il regime, qualunque esso sia,  che tentasse di ridurre in schiavitù i popoli . Il solo modo in cui gli anarchici possono compiere la loro missione, è stando in ogni momento in stretto contatto con la nostra classe sfruttata, fino alla scomparsa del capitalismo, causa di tutti i mali che soffre l' umanità da venti secoli.  Per  anarchico sindacalista – impiegando questi aggettivi, io voglio esprimere in maniera esplicita che mi riferisco al cervello e al braccio :  essendo l’anarchismo il cervello e il sindacalismo il braccio - le due parti formano un solo corpo, che insieme, sono i soli, a potere sostituire l’attuale società, senza alcuna demagogia, e  a far sparire il capitalismo, ponendo i popoli sul cammino di un’autentica emancipazione  […]  (  da una lettera di Cipriano Mera alla CNT spagnola nel 1947)
 Bibliografia: Lettera di Cipriano Mera alla CNT in Clément Magnier, Cipriano Mera 1897-1975 de la guerre à l’exil, Editions CNT-région parisienne, 2011 pp. 191-193   (traduzione mia)                                                                            
 

NOTA 1: In questo post la varietà dei caratteri, talvolta più grandi o in grassetto ,  non è voluta e non so da che cosa dipenda.

NOTA 2:   L’accusa contro Mera di avere con il suo “tradimento” consegnato ,  nel marzo 1939, nelle ultime settimane di guerra,  Madrid nelle mani  di Franco,  ha dietro di sé una lunga tradizione storiografica stalinista  o quantomeno comunista (autoritaria).  (cfr. primo e secondo brano)

Brani da commentare: 1)  “…  Mera appoggiò il militare di carriera Colonnello Casado, fece fucilare molti ex compagni d’arme comunisti consegnando così senza colpo ferire Madrid e definitivamente la Repubblica a 40 anni di dittatura. […]- Tale finale di scena - di Mera lasciò il disastrato schieramento delle sinistre spagnole senza parole e bollò per sempre la sua figura (e quella del militare professionale Casado) col marchio del traditore venduto al fascismo. Dopo la guerra spagnola ripara in Algeria dove viene internato per passare poi in Marocco dove i francesi, nel 1940, lo catturano e lo restituirono alle autorità spagnole. Condannato a morte è poi graziato. Rimesso in libertà tenta di darsi alla lotta clandestina con ovviamente poco seguito  e credibilità ed è costretto a fuggire in Francia varcando i Pirenei. Stabilitosi a Ballincourt esercita, fino a quando l’età glielo consente, il lavoro di muratore, evitato e discriminato per il suo tradimento, dalla maggioranza degli esuli antifascisti. “   ( Cipriano Mera in Wikipedia ,  30 giugno 2013); 2) “ … Posto a capo della XIV  divisione, si distingue sul fronte dello Jarama e nelle battaglie di Brunete e Guadalajara. Impone una rigida disciplina ai suoi uomini e cerca di contrastare i frequenti eccessi di alcuni gruppi anarchici. Dal gennaio 1938 alla fine della guerra diviene  comandante del  IV corpo d’armata. Al comando di tale corpo gioca un ruolo importante nelle ultime settimane di guerra appoggiando il “Consejo Nacional de Defensa” presieduto dal colonnello Casado, ed infliggendo una dura disfatta ai militari comunisti ed al governo Negrin che pretendevano di continuare la resistenza contro le truppe franchiste.  […] Passa alla storia come uno dei traditori della Repubblica antifascista  spagnola. (Cipriano Mera in Wikipedia , 5 gennaio 2015)

Bibliografia: Cipriano Mera Sanz da Wikipedia, l’enciclopedia libera. Dall'agosto 2015, per quanto mi risulta, l'accusa contro Mera di essere un traditore è definitivamente scomparsa da Wikipedia, sebbene alcune tracce delle vecchie versioni permangono ancora oggi.

  Nel  gennaio 2013 fu esaurientemente, a mio parere, confutata  dallo storico e teorico anarchico Tomás Ibañez un' accusa simile apparsa  in Francia  su Le monde diplomatique , da parte di un certo F. Malverde . (cfr. brano da commentare)

Brano da commentare :  “…. Nella sua edizione di gennaio, Le Monde Diplomatique pubblicava un testo di  F. Malverde dove si trattava del “tradimento” di cui sisarebbe reso colpevole Cipriano Mera consegnando Madrid nelle mani del generale Franco. Il meno che si possa dire è che F. Malverde prende certe libertà in rapporto al rispetto dei fatti storici perché il fatto stesso di parlare del tradimento di Mera rinvia molto direttamente al repertorio (= registre) dei giudizi di valore e a una retorica della  diffamazione (= dequalification) che si trova abitualmente nella storiografia d’orientamento stalinista o semplicemente  filo-PC quando si tratta di parlare di Mera.  Vediamo dunque quali sono i fatti storici che bisogna deformare o passare sotto silenzio per giustificare la politica stalinista durante la guerra di Spagna e calunniare Cipriano Mera, come fa Malverde.  All’inizio del 1939 l’esito della guerra non lascia piu dubbi a nessuno. La Catalogna è caduta nelle mani delle truppe franchiste nel gennaio e Madrid è assediata. Nel febbraio il generale  Vincent Rojo, capo dello Stato –maggiore dell’Armata Repubblicana che è passato in Francia dopo la caduta di Barcellona, rifiuta di rientrare in Spagna. Il 27 febbraio i governi francese e inglese riconoscono ufficialmente il governo di Franco. Quello stesso giorno il Presidente della Repubblica (Manuel Azana) presenta le sue dimissioni e non viene sostituito (= remplacé) , il capo del  governo ( Dr. Juan Negrín) partito anche lui in Francia rientra in Spagna e pubblica il 2 marzo un decreto che promuove un certo numero di capi mitari di obbedienza comunista, come per esempio, Enrique Lister è promosso al grado di Colonnello,  Juan Modesto  è  elevato al grado di Generale. L’influenza  (= emprise) del Partito Comunista su ciò che resta  dell’armata repubblicana si amplifica considerevomente. In queste condizioni due campi si  delineano (= dessinent) ,  da una parte, quelli che vogliono prolungare una guerra di cui sanno propriamente (= pertinemment) che la fine  è pertanto inevitabile  e  vicinissima (= tout proche) ( il PC) e, dall’altra parte, quelli che vogliono mettervi  fine al più presto ( tutti gli altri settori (= secteurs), i socialisti, l’UGT, il movimento libertario, etc.) […] Che doveva fare Mera?  Schierarsi ( = se ranger) sotto gli ordini  del PC ? E’ qualificato come traditore per non averlo fatto, ed avere appoggiato l’opzione presa dall’insieme delle forze di sinistra ad eccezione del PC. Curiosamente quelli che volevano continuare la guerra non attendono neanche la fine dei combattimenti di Madrid tra le forze agli ordini del PC  e quelle di Mera per fuggire dalla Spagna: la “Passionaria” lascia la Spagna il 6 marzo qualche ora prima che non lo faccia Negrín,  il famoso  luogotenente-colonnello Lister lascia la Spagna l’8 marzo in compagnia di altri dirigenti comunisti.  Il problema che permane (= demore)  è di sapere perché i dirigenti comunisti volevano prolungare la guerra di qualche settimana e prendere il potere politico a Madrid. Una risposta plausibile è che essi volevano essere nella posizione di essere i negoziatori della fine della guerra cercando di ottenere delle contropartite favorevoli all’interesse dell’URSS…. Che un semplice muratore, divenuto  capo militare durante un breve periodo della sua vita, gliel’abbia impedito spiega forse il  loro astio ( = hargne ) contro di lui. ( Tomás Ibañez,  Bonjour d’outre Pyrénées ….)

Bibliografia: Thomas Ibanez, Cipriano Mera: Bonjour, d’outre Pyrènées. Souci de la verité historique ou oeilleries idéologiques?, febbraio, 2013 in https://www.monde-libertaire.fr/index.php?page=archives&numarchive=16239. (traduzione italiana mia da verificare con l'originale) . Di F. Malverde non so nulla di preciso ma potrebbe essere Fernando Malverde , noto, in Francia, come reporter e, se ho capito bene,  anche giornalista televisivo.  Su Google si trova anche una breve biografia : Esto se acabó para siempre”. Échos intimes d’une guerre lointaine, sulla sua famiglia antifranchista di origine spagnola  in https://www.cairn.info/revue-exils-et-migrations-iberiques-2018-1-page-93.htm

     NOTA: Se si vuole trovare anche il post : " LA COLUMNA DE HIERRO, JOSE' PELLICER , GINO BIBBI "   cliccare  in fondo a destra "   post più vecchio"                    

                                                                      

  

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