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JEAN GRAVE (1854.1939) ex ciabattino, ex tipografo ,noto anarchico assai attento alla questione educativa, dal 1983 diresse il giornale "Le revolté" sino al 1894 quando fu condannato a due anni di prigione per avere pubblicato il suo libro La sociéte mourante et l'anarchie. Fu
, mentre era ancora in prigione, coinvolto, assieme ad altri anarchici, tra cui Faure, Fenon
ed altri tra cui i latitanti Reclus e Pouget) nel "Processo dei Trenta",
espressione delle nuove " leggi scellerate" seguite all'attentato di
Sante Caserio contro il presidente Sadi Carnot., in cui, tuttavia , fu assolto. Uscito di prigione , nel 1895 e fondò un nuovo settimanale, Les Temps nouvaux., che durò sino alla vigilia della prima guerra mondiale. In questo periodo prevalse, in cui prevalse in lui la tendenza "educazionista" (cfr. il post: PEDAGOGIA ANARCHICA) cercò sempre nei suoi articoli di mantenere il più possibile la purezza delle idee anarchiche evitando contatti con altre coalizioni e partiti rivoluzionari autoritar (cfr. brano).
Brano da commentare: “ La rivoluzione non è un’idea, non è una
concezione sociale. E’ un fatto, una necessità, un mezzo. Essa deve sbarazzarsi degli ostacoli che impediscono l’evoluzione
umana. Essa non condurrebbe un elemento
nuovo all’evoluzione sociale, se quelli che la compiono non hanno, in potenza ,
nel loro cervello, un’ idea che li faccia agire. […] Gli autoritari che hanno
la pretesa di impadronirsi del potere e di servirsene per il bene di tutti
possono, loro, considerare come secondarie le
loro idee di trasformazione sociale. Cosa importa che gli individui
sappiano più o meno ciò che si attende da loro, se si spera di servirsene per
assicurare l’autorità a sostegno della quale , si opererà la trasformazione che si sarà
decretata. Essendo l’ obiettivo di
impadronirsi del potere, , basta radunare gli individui desiderosi diun
semplice cambiamento politico, senza che
vi sia bisogno di inculcare in loro delle nozioni di ciò che dovrà essere il
nuovo ordine delle cose, poiché ci si assume l’incarico di pensare per loro.
Quando si ha la volontà di comandare agli altri, è inutile – anzi pericoloso-
di cercare di istruirli su ciò che
sarebbe per loro la cosa migliore. Pure
se ( pourvu) i
capi sappiano ciò che decreteranno all’indomani della vittoria, inutile perdere
tempo a ficcare (fourrer)delle idee nella testa di quelli che dovranno obbedire . […] E inoltre, ciò non riesce sempre; perché
capita che quelli che si è arruolati sfuggano al vostro comando per andare da
un capo che gli sembra più idoneo. Ma per gli anarchici non funziona
così. Bisogna che quelli che
parteciperanno alla rivoluzione abbiano la chiara consapevolezza di ciò che
loro stessi vogliono, e ciò non può essere
loro dato che dalla comprensione
precisa di un ideale …. “ ( Jean Grave, La panacée-revolution, in Les Temps nouveaux n. 7 , 1898)
Bibliografia: Jean Grave, Ce que nous voulons et autres textes anarchistes
,Mille et une nuit, 2012 pp. 49-50.
(traduzione italiana mia, che , come sempre, è bene per chi conosce il francese , verificare
sull’originale.
Nel 1914 si dichiarò, assieme a Kropotkin, Guillaume, Malato ed altri, favorevole all'entrata in guerra contro gli Imperi Centrali, ponendosi così in contrasto con i principi fondamentali dell'anarchismo. Alla fine della guerra riallacciò i rapporti con il movimento anarchico.
SEBASTIEN FAURE
SEBASTIEN FAURE (1858-1942), delle prestigiose riviste anarchiche, L'Agitation e Le LIbertaire, fondato insieme a LOUISE MICHEL , che ne fu la madrina, . Su Le Libertaire condusse una energica battaglia a favore di Dreyfus ( cfr. il post: ANTISEMITISMO) Dal 1904 al 1917 si impegnò nella scuola libertaria “ La Ruche”( = l’alveare), che fu la più prestigiosa fra le scuole libertarie francesi e non solo francesi ( cfr. post: PEDAGOGIA ANARCHICA). Nel 1914 si oppose all'entrata in guerra della Francia. Nel dopoguerra tentò il superamento della tesi piattaformista (cfr. post su "MAKHNO") proponendo una sorta di sintesi tra il comunismo anarchico, l'anarco-sindacalismo e l'individualismo anarchico. Sotto la sua direzione ebbe inizio l'"Enciclopedia Anarchica" . Una notevole diffusione ebbe il suo opuscolo " Dio non esiste. 12 prove per l'inesistenza di Dio2 , di cui citerò qui parte dell'epilogo e della conclusione (cfr. brano)
Brano da
commentare: “… Vi avevo promesso una dimostrazione serrata, sostanziale,
decisiva della inesistenza di dio. Credo di poter dire di aver tenuto la
promessa. Non dimenticate che io non mi sono proposto di darvi un sistema
dell’Universo per cui si rendesse inutile ogni ricorso all’ipotesi di una
Forza soprannaturale, d’una energia o
d’una Potenza extramondiale, d’un Principio superiore od anteriore all’
Universo. Ho avuto la lealtà, e dovevo averla, di prevenirvi che, così posto,
il problema, allo stato attuale delle conoscenze umane, non comporta soluzione
definitiva e che la sola attitudine degna di spiriti ragionevoli e riflessivi è
l’attesa. L’ Iddio di cui ho voluto , di cui sono riuscito, posso dirlo – a
stabilire l’impossibilità è il Dio delle religioni, il Dio creatore, il Dio
governatore e giustiziere, il Dio infinitamente saggio, potente, giusto,buono che le Chiese millantano
di rappresentare sulla terra, e tentano d’imporre alla nostra venerazione. […]
Ho provato che come Creatore è
inammissibile, imperfetto, inspiegabile; ho stabilito che come Governatore
sarebbe inutile, impotente, crudele, odioso, dispotico; ho dimostrato che ,
Giustiziere, sarebbe magistrato indegno, violatore di ogni norma essenziale
della più elementare iniquità. Tale è tuttavia l’ Iddio che da tempo
immemorabile si è insegnato e si insegna ai giorni nostri ancora ad una
moltitudine di fanciulli, di famiglie, di scuole. Quanti delitti commessi nel
suo nome ! Quanti odi, quante guerre, quante calamità si sferrano dai suoi
vicari! Di quanto angosce è stato la fonte, e quante sciagure genera tutto dì!
[…] Da secoli, monarchi, governi, caste, chiese, conduttori di popoli,
direttori di coscienze, trattano l’umanità come armento vile, buono tutt’al più
per essere tosato, divorato, cacciato all’ ammazzatoio. Da secoli i diseredati
sopportano docilmente la miseria e la servitù grazie all’ingannevole miraggio
del cielo ed all’orrenda visione dell’inferno. Bisogna mettere fine all’odioso
sacrilegio, alla frode abominevole. […]
Sorgi, uomo! In piedi, eretto, fremente , ribelle, grida la guerra inesorata all’Iddio di cui a te, e ai tuoi fratelli hanno imposto per tanti
anni la deprimente venerazione. Affrancati dal tiranno immaginario, scuoti il gico di
coloro che se ne pretendono quaggiù i vicari! …… ( Sebastien Faure, Dio non esiste)
Bibliografia: in Johan Most, La peste religiosa- Sebastien Faure, Dio non esiste 12 prove dell’inesistenza di Dio, Anteo, Edizioni La
fiaccola, 1997, p. 59 e pp. 60-61
PAUL ROBIN |
PAUL
ROBIN (1837-1912) fu direttore per 14 anni (1880-1894)
dell’orfanotrofio di Cempuis,
introducendo in quell'istituto metodi progressisti e libertari che condussero
infine al suo licenziamento. Oltre che grande educatore Robin si impegnò
intensamente assieme a Eugéne e a
Jeanne Humbert ,
nel movimento neo-malthusiano a favore del controllo delle nascite, non
proponendosi con ciò solo finalità socio-economiche, ma anche per assicurare,
soprattutto alle donne, un livello di libertà e di autonomia nella vita amorosa
e sessuale (cfr. post NEO-MALTHUSIANESIMO ANARCHICO) . Un'idea per quelli anni assolutamente rivoluzionaria e
severamente punita dalle leggi.
Divenuto
vecchio e malato, nel 1912, si suicidò, convinto che ogni essere umano abbia il
diritto di gestire autonomamente la propria vita e la propria morte. Dopo
la sua morte si scatenò da parte di alcuni individui e associazioni cattoliche
e conservatrici una campagna insultante e diffamatoria. Tra gli altri prese
la difesa di Robin la sua seguace e collaboratrice NELLY ROUSSEL
(cfr. post a suo nome), che reagì , in particolare, contro
l'atteggiamento solidale e compiacente di alcuni senatori, di
fronte alle ingiurie e calunnie avanzate dal senatore clericale, M. De Lamarzelle,
noto negli ambienti rivoluzionari come "uno dei più ripugnanti
rappresentanti del gesuitismo"
Brano da commenare: « Pourtant ce qui me dégoûte, ce qui me donne la nausée, ce n’est pas l’hypocrisie, ce n’est pas le pêle-mêle odieux où sont présentés ensemble les spectacles pornographiques, chers à trop de sénateurs, et les exposés les plus sérieux d’une doctrine sociale et philosophique qui leur déplait ; ce n’est pas qu’un calotin quelconque ait osé rééditer contre l’admirable apôtre, le grand savant, l’éducateur de génie que fut Paul Robin, les ineptes calomnies dont on a fait depuis longtemps justice. Non ! Ce qui dépasse en ignominie tout ce que j’ai vu encore, c’est l’attitude du Sénat, c’est qu’il ne ce soit pas trouvé dans la « Haute Assemblée » - si basse ! – un honnête homme pour crier : « Vous mentez ! ». C’est que tous se soient tus, que tous aient acquiescé, tous ! … même ceux qui n’ont pas l’excuse de l’ignorance et de la bêtise, même ceux qui connurent Paul Robin, qui purent l’apprécier ; ceux qui, dans les loges maçonniques, lui serrèrent fraternellement la main… Même Henri Béranger ! ex-directeur de l’Action, où je menai, pendant quelques années, une ardente campagne néo-malthusienne, qu’il ne désavouait pas… » ( Jeanne Humbert, Nelly Roussel 1878-1922)
Traduzione italiana mia da verificare: : « Ciò che mi disgusta, ciò che mi da la nausea, non è l’ipocrisia,, non è l'odioso guazzabuglio dove vengono presentati insieme gli spettacoli pornografici, cari a troppi senatori, e le esposizioni più serie di una dottrina sociale e filosofica che li disprezza; non è che un baciapile qualunque abbia osato ripubblicare contro l'ammirabile apostolo, il grande scienziato, il geniale educatore Paul Robin, le insulse calunnie di cui da tempo è stata fatta giustizia. No! Ciò che supera in ignominia tutto ciò che ho visto sinora, è l'atteggiamento del Senato, cioè che non si sia trovato nell’ « Haute Assemblée» - così bassa! – un uomo onesto per gridare « Voi mentite!» è che tutti abbiano taciuto, che abbiano accossentito, tutti! ... anche quelli che non hanno la scusa dell'ignoranza e della stupidità, anche quelli che conobbero Paul Robin, che poterono apprezzarlo; quelli che, nelle logge massoniche, gli strinsero fraternamente la mano ... Anche Henri Béranger! ex direttore dell'Action, dove ho svolto per alcuni anni un'ardente campagna neo-malthusiana, che non disapprovava ... "
Brano da commenare: « Pourtant ce qui me dégoûte, ce qui me donne la nausée, ce n’est pas l’hypocrisie, ce n’est pas le pêle-mêle odieux où sont présentés ensemble les spectacles pornographiques, chers à trop de sénateurs, et les exposés les plus sérieux d’une doctrine sociale et philosophique qui leur déplait ; ce n’est pas qu’un calotin quelconque ait osé rééditer contre l’admirable apôtre, le grand savant, l’éducateur de génie que fut Paul Robin, les ineptes calomnies dont on a fait depuis longtemps justice. Non ! Ce qui dépasse en ignominie tout ce que j’ai vu encore, c’est l’attitude du Sénat, c’est qu’il ne ce soit pas trouvé dans la « Haute Assemblée » - si basse ! – un honnête homme pour crier : « Vous mentez ! ». C’est que tous se soient tus, que tous aient acquiescé, tous ! … même ceux qui n’ont pas l’excuse de l’ignorance et de la bêtise, même ceux qui connurent Paul Robin, qui purent l’apprécier ; ceux qui, dans les loges maçonniques, lui serrèrent fraternellement la main… Même Henri Béranger ! ex-directeur de l’Action, où je menai, pendant quelques années, une ardente campagne néo-malthusienne, qu’il ne désavouait pas… » ( Jeanne Humbert, Nelly Roussel 1878-1922)
Traduzione italiana mia da verificare: : « Ciò che mi disgusta, ciò che mi da la nausea, non è l’ipocrisia,, non è l'odioso guazzabuglio dove vengono presentati insieme gli spettacoli pornografici, cari a troppi senatori, e le esposizioni più serie di una dottrina sociale e filosofica che li disprezza; non è che un baciapile qualunque abbia osato ripubblicare contro l'ammirabile apostolo, il grande scienziato, il geniale educatore Paul Robin, le insulse calunnie di cui da tempo è stata fatta giustizia. No! Ciò che supera in ignominia tutto ciò che ho visto sinora, è l'atteggiamento del Senato, cioè che non si sia trovato nell’ « Haute Assemblée» - così bassa! – un uomo onesto per gridare « Voi mentite!» è che tutti abbiano taciuto, che abbiano accossentito, tutti! ... anche quelli che non hanno la scusa dell'ignoranza e della stupidità, anche quelli che conobbero Paul Robin, che poterono apprezzarlo; quelli che, nelle logge massoniche, gli strinsero fraternamente la mano ... Anche Henri Béranger! ex direttore dell'Action, dove ho svolto per alcuni anni un'ardente campagna neo-malthusiana, che non disapprovava ... "
CHARLES MALATO (1857-1938) Anarchico italo-francese.
Appartenente a una famiglia aristocratica tradizionalmente conservatrice, accompagnò, diciasettenne il
padre, pecora nera della famiglia, che attivo comunardo, era stato deportato
nella colonia penale della Nuova
Caledonia. Fu uno dei pochi deportati francesi, che insieme a Louise Michel, sostenne la rivolta dei Kanaki ( cfr. post su LOUIS MICHEL). Tornato in Francia , nel 1881, alcuni anni dopo fondò, con altri compagni il Gruppo cosmopolit, a cui faveva riferimento il giornale La Revolution cosmopolite, che, all'interno del movimento anarchico francese, assai variegato, per le sue finalità insurrezionaliste di stampo garibaldino. (cfr. brano)
Brano da commentare: ".... La principale differenza tra noi e i compagni era che quelli non vedevano altro che l'idea pura oppure dei fatti minore (minimes) che non ci appassionavano [...]
mentre che noi sognavamo parate militari (prise d'armes), movimenti di massa, insurrezioni generali ( Charles Malato, in Maitron en ligne) (traduzione italiana mia)
Brano da commentare: ".... La principale differenza tra noi e i compagni era che quelli non vedevano altro che l'idea pura oppure dei fatti minore (minimes) che non ci appassionavano [...]
mentre che noi sognavamo parate militari (prise d'armes), movimenti di massa, insurrezioni generali ( Charles Malato, in Maitron en ligne) (traduzione italiana mia)
Bibliografia: Charles Malato in Les anarchistes versione più ampia in Maitron en Ligne
Nel 1894, partecipò attivamente, accanto
a Sébastien Faure ,
alla campagna antimilitarista e antinazionalista , sorta intorno al caso Freud ( cfr. post : ANTISEMITISMO) ) Coinvolto in un fallito
attentato al re Alfonso XIII di
Spagna fu assolto da ogni accusa.
Si dedicò anche a problemi educativi ( cfr. post: PEDAGOGIA ANARCHICA). Durante la prima guerra mondiale aderì
al MANIFESTO DEI SEDICI ( cfr post LA GUERRA MALEDETTA), senza rinnegare i suoi
principi libertari , che mantenne sino alla sua morte nel 1938.
BERNARD
LAZARE ( 1865-1903). In realtà il nome vero era Lazare Bernard ,. Nato a Nimes in
una famigia borghese benestante di
antica origine ebraica, perfettamente integrata, fece inizialmente
studi scientifici per poi dedicarsi sempre più a studi umanistici e
letterari. Collaborò, come critico letterario, vicino agli ambienti
della “bohéme” e del simbolismo, a diverse riviste letterarie libertarie , tra
cui La Revue Blanche .
Divenuto anarchico , fu un teorico dell’arte
sociale e invitò i
simbolisti e i cultori dell”
arte per l’arte” a impegnarsi , con le loro opere, politicamente e
socialmente .(cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Per noi il ruolo
dello scrittore non consiste nel ritirarsi ( jouer de la flûte) su
una torre e contemplare il proprio ombelico, lì’ artista non è né un solitario,
né uno che sa divertire, e l’arte deve essere sociale. Vogliamo dire con questo
che l’arte deve essere utile, o piuttosto avere come scopo la rappresentazione
di oggetti o di cose utili, l’arte deve essere dialettica? No, essa deve essere
vivente. […] Il principio di questa arte deve essere che la vita è buona e che
le sue manifestazioni sono belle. Le sue bruttezze sono il prodotto dello stato
sociale. Per rendere alla vita la sua bellezza, bisogna dunque che l’arte a sua
volta aiuti a trasformare la società ed
è così che ogni arte diviene un’ arte rivoluzionaria. […] Non è unicamente la
vita di un’epoca, e i suoi costumi, ma anche le sue idee e i suoi sentimenti
che costituiscono la materia dell’arte. Bisogna che l’artista crei dei tipi,
bisogna che egli renda visibile l’azione delle idee. Queste idee stesse, potrà
esprimerle in se stesse, mostrare la loro azione, la loro forza, considerarle
come spronanti (agissantes ) e modificatrici. Egli costruirà dei simboli per rappresentarle,
non quei simboli vaghi e d evanescenti, oscuri o piatti che sono serviti a
mascherare l’impotenza di tutta una letteratura agonizzante a concepire sia la
vita, sia le idee generali, ma simboli filosofici, etici o sociali. Tuttavia il ruolo dell’arte non deve
limitarsi a registrare delle idee, a individuare quelle dominanti del proprio
tempo. E’ essenziale che l’arte sociale sia un
arte precorritore. L’artista non
può limitarsi a stabilire un canone, bisogna che egli prepari oggi la nuova
morale , che dai pensieri e sentimenti antichi, faccia emergere dei sentimenti nuovi – quelli che
regneranno nel mondo che si sta forgiando. …”( Bernard Lazare, L' Ecrivain et l' Art Social 1896
Bibliografia: Bernard Lazare, L' Ecrivain et l'
Art Social 1896 in
http://inha.revues.org/5681 (traduzione italiana mia)
Nel
1894 Bernard Lazare testimoniò in favore di Jean Grave
processato per il suo libro La sociéte mourant et l’
anarchie”. Partecipò al Congresso socialista internazionale di Londra nel 1896, parlando a
favore degli anarchici contestando le argomentazioni social-democratiche. Tra
il 1895 e il 1896, intanto, cominciò , su richiesta della famiglia Dreyus, ad occuparsi dell’
“affare Dreyfus” , pubblicando Un erreur judiciaire, la vérité sur
l’affaire Dreyfys (cfr.post : ANTISEMITISM(O) Dopo l’ “Affaire Dreyfus” pardando in favore degli
anarchici. Tra il 1895 e il 1896 Bernard
Lazare fu uno dei pochi in
Europa a condannare le sanguinose persecuzioni turche (1895-1896) contro
gli armeni , che poi più tardi
assunsero la forma di un vero e proprio genocidio.
MADELEINE VERNET 1878-1949) è stata un' autorevole esponente dell'educazionismo anarchico. I suoi genitori erano dei piccoli commercianti, repubblicani e liberi pensatori. Fu determinante per Madeleine, ventiduenne, l’adozione da parte della madre vedova di quattro orfanelli. Da questa esperienza che la mette in contatto con i problemi dell’infanzia scattò in lei la decisione, assieme al suo compagno, Louis Tribier, di fondare, nel 1906, un orfanotrofio libertario, chiamato “ L’Avenir Social”, a Neully Plaisance vicino a Parigi e poi ad Epone, nella Seine-et-Oise, ispirandosi ai criteri pedagogici di Paul Robin e di Francisco Ferrer. Fortemente osteggiata dall’amministrazione comunale e dal clero dovrà più volte sottostare a profonde limitazioni del suo operato (come per esempio veder chiudere la propria scuola libertaria e mandare obbligatoriamente i suoi ragazzi nella scuola comunale). Trovatasi in difficoltà economiche chiese l’aiuto anche dei partiti socialisti (autoritari). Ma l’intervento di queste organizzazioni fuorviarono, gradualmente, il suo orfanotrofio dalle sue caratteristiche libertarie originarie. Infine nel 1922 i comunisti costituirono la maggioranza nel consiglio di amministrazione e la Vernet fu del tutto estromessa dall'orfanotrofio da lei fondato. Nel corso di tutta la vita, la Vernet , oltre a dedicarsi con passione e maestria all' attività pedagogica, sia pratica che teorica, ( cfr. post su PEDAGOGIA ANARCHICA) condusse inoltre, una intensa lotta contro il militarismo e le guerre. Suoi furono questi slogan “ Madri, prima di dare un fucile ai vostri figli, pensate a tutto il male che i fucili fanno alle madri!” e anche “ Niente serve piangerli dopo, bisogna difenderli prima”. Fu contraria , nonostante la stima che aveva per Paul Robin e a Sebastien Faure, al neo-malthusianesimo schierandosi, comunque, a favore del diritto per le donne a una maternità cosciente e per libera scelta. Pubblicò nel 1905 l'opuscolo L'amore libero. Qui mi limiterò a citare uno dei due poemi della Vernet sulle madri , scritti durante la prima guerra mondiale. ( cfr. brano)
Poema da commentare: “ Méres, quand vos enfants
font jouer sous leurs doigts / leur sabre de fer-blanc ou leur fusil de bois;/ Quand ils s’en vont trainant au bout
d’une ficelle, / Sur un affût boiteux, un
canon qui
chancelle; / Lorsqu’ils font manoeuvrer leurs fantassins de plomb, / Puis massacrent gaiement l’innocent bataillon / Lorsqu’ils se font entre eux des guerres de pygmées / en simulant l’ardeur farouche des armées; / Vous riez dee leurs jeux …. Méres, vous avez tort / De rire quand vos fils font un jeu de la mort / N’evoquez –vous donc point, devant leurs frěles armes / Celles qui vous feront un jour verser des larmes? / Car ce
qui vous amuse alors qu’ils sont enfants / Dechirera vos coeurs lorsq’ils auront vingt ans. / Ayez donc un peu plus de raison, pauvres méres ,/ Et vous bercez point de fragiles chiméres. /
Le coeur de vos enfants est
tout entre vos mains , /
A vous de les guider vers les nobles chgemins / Les avoir enfantés ne doit pas vous suffire / Votre plus belle tǎche est de bien les instruire; / Méres, berceau sacré de toute humanité, / Semez, semez l’amour et la fraternité! : ( Madeleine Vernet,
marzo 1916)
Bibliografia : in
http://justhom.centerblog.net/6509770-madeleine-vernet-chapitre-2
CAROLINE REMY detta “SEVERINE” (1855-1929) ,
divorziata e madre di un bambino, nel 1879 divenne la segretaria del famoso
comunardo e internazionalista, JULES VALLES, direttore del “ Le cri du peuple”.
Morto Vallès fu Severin a dirigere quel
giornale sino al 1888. Nel 1897 scriverà
numerosi articoli a favore dell’emancipazione femminile sul quotidiano
femminile di Marguerite Durand. Si dedicò poi con grande impegno nell’
“Affaire Dreyfus” tanto da essere
definita da HELEN RODNEY “la grande pretesse du dreyfusisme”
Molti anni più tardi dette alla sua casa
il nome di “ Les trois marches” che era il nome del
ristorante in cui il gruppo libertario dei dreyfusardi si era riunito al tempo dell’ Affaire Dreyfus”.
Dopo il caso Dreyfus dedicò tutto il resto
della sua vita alla difesa di tutti i libertari che cadevano nelle maglie della
giustizia borghese : membri della banda Bonnot, Clement Duval, Germaine Berton, Francisco Ascaso, Buenaventura Durruti,
Gregorio Jover e in ultimo Sacco e Vanzetti. Fu
anche un’accanita oppositrice della prima guerra mondiale e come membro della
Lega dei Diritti dell’Uomo operò infaticabilmente a difesa dei disertori e dei
cosiddetti “disfattisti” e “refrattari” condannati dai tribunali militari. Di
lei giovane è rimasto un suo bel ritratto dipinto da Renoir.
Brano
da commentare: “…
La sua voce calda, la bontà che emanava da lei mi avevano soggiogata,
conquistata! L’adorabile Severine! [..] La si vide per
l’ultima volta nel 1928 al “Cirque d’Hiver”, dove la folla l’acclamò, per Sacco e Vanzetti, condannati a morte.
Diecimila persone nella sala. Ventimila all’esterno; fu necessario installare
degli altoparlanti. Ella sembrava così grande, così lontana dalle passioni
mediocri, che ci sembrava che stesse per
venire meno (= defaillir) . Ella si spense nella
sua casa di Pierrefonds, qualche mese più tardi.
(Ricordo di Severine di May Piqueray )
Bibliografia: in May la regractaire, Las Solidarias,2003 pp. 199-200 (traduzione italiana mia)
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