ANATOLI GORELIK (1890-1956) Nato in Ucraina da una famiglia
di origine ebraica aderì sin dal 1904 all’anarchismo e, per sfuggire alle
persecuzioni poliziesche, nel 1909 emigrò in Francia e dopo un breve periodo in
cui tornò clandestinamente in Russia si stabilì negli Stati Uniti sino al 1916,dove partecipò alle attività
dell‘ IWW e collaborò sovente alla redazione di riviste libertarie,
prevalentemente di lingua russa. Allo scoppio della rivoluzione di febbraio tornò
in Russia e trasferitosi in Ucraina
seguì le sorti della Confederazione Nabat e
del movimento makhnovista, impegnandosi a fondo nel ruolo di segretario dell'ufficio anarchico del lavoro. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ In quanto segretario dell’ ufficio (bureau) anarchico del lavoro di Donnetz a Ekaterinoslav , nel 1918, ho avuto colloqui per corrispondenza con 1400 villaggi. Quanta varietà di problemi e di interessi! Quanta sete di conoscenza, di luce ! E in particolare questa curiosità di mezzi, metodi e approcci per una nuova vita. Quanta volontà creatrice! Teatri, biblioteche, iniziative culturali di ogni tipo., tutto interessava la campagna ucraina. Ogni conversazione con i delegati, ogni lettera esprimevano i bisogni di nuove scuole, l’aspirazione e la creazione di comuni e di associazioni volontarie. Oggi, malgrado le molteplici repressioni bolsceviche, questo interesse è sempre sensibile “. ( Anatoli Gorelik 1922)
Bibliografia: L'ho trovato su internet all’interno di una recensione francese del libro di Skirda, Les anarchistes russes, les soviets et la revolution du 1917, Editions de Paris
Dopo la fine delle "guerre civili" fu più volte imprigionato dai bolscevichi sino a quando , grazie all’intervento di una delegazione sindacale internazionale fu liberato ed espulso dalla Russia insieme ad altri compagni, tra cui Volin, Gregori Maximov ed Efim Yarchouk. Dopo un periodo in cui soggiornò a Berlino, emigrò con la sua compagna, FANNY POLEM, a Buenos Aires, dove morì nel 1956.
Brano da commentare: “ In quanto segretario dell’ ufficio (bureau) anarchico del lavoro di Donnetz a Ekaterinoslav , nel 1918, ho avuto colloqui per corrispondenza con 1400 villaggi. Quanta varietà di problemi e di interessi! Quanta sete di conoscenza, di luce ! E in particolare questa curiosità di mezzi, metodi e approcci per una nuova vita. Quanta volontà creatrice! Teatri, biblioteche, iniziative culturali di ogni tipo., tutto interessava la campagna ucraina. Ogni conversazione con i delegati, ogni lettera esprimevano i bisogni di nuove scuole, l’aspirazione e la creazione di comuni e di associazioni volontarie. Oggi, malgrado le molteplici repressioni bolsceviche, questo interesse è sempre sensibile “. ( Anatoli Gorelik 1922)
Bibliografia: L'ho trovato su internet all’interno di una recensione francese del libro di Skirda, Les anarchistes russes, les soviets et la revolution du 1917, Editions de Paris
Dopo la fine delle "guerre civili" fu più volte imprigionato dai bolscevichi sino a quando , grazie all’intervento di una delegazione sindacale internazionale fu liberato ed espulso dalla Russia insieme ad altri compagni, tra cui Volin, Gregori Maximov ed Efim Yarchouk. Dopo un periodo in cui soggiornò a Berlino, emigrò con la sua compagna, FANNY POLEM, a Buenos Aires, dove morì nel 1956.
Dopo la rivoluzione
dell’ottobre 1917 , si affermò,
come sottolineava in un suo opuscolo,
ANATOLI GORELIK, una sola e sostanziale differenza tra i vari
raggruppamenti anarchici e cioè, quella
tra anarco-bolscevichi
(detti anche anarchici sovietici) e
coloro che invece dissentivano energicamente dal partito bolscevico.
(cfr. brano)
Brano
da commentare: “ Nel corso della
rivoluzione russa, gli anarchici si divisero nettamente ma su un piano e un
orientamento del tutto differente. Ciò avvenne tra quelli che considereranno il
colpo di Stato d’Ottobre come una rivoluzione sociale , e adottarono in seguito il punto di vista della
“dittatura del proletariato”, del “ periodo transitorio” e stabilirono un
“fronte unico con i bolscevichi” e quelli che respinsero ogni dittatura, che
presero partito per un fronte unico libertario e si distinsero nettamente dai bolscevichi.
[….] Tra questi ultimi, entrati nel
partito o meglio ancora tra quelli che sostenevano le posizioni di “dittatura”
e di “periodo transitorio” numerosi sono quelli che ora abbandonano in fretta e
furia questo “anarco-bolscevismo”, criticando
violentemente i bolscevichi [----] ..";
Bibliografia: in Frank Mintz, Histoire de
la mouvance anarchiste 1789-2012, editions Noir et Rouge 2013 pp. 70-71
Tra i cosiddetti “anarco-bolscevichi” mi
limito, qui, a ricordare il più famoso tra di loro :VICTOR SERGE, a cui si
debbono numerosi libri , tra cui “Memorie di un rivoluzionario” da
considerarsi, a mio parere, per la
ricchezza di informazioni un classico sui movimenti rivoluzionari del tempo.
VICTOR SERGE (suo
vero cognome KILBACIK) (1890 – 1947) nacque a Ixelles (
ora quartiere di Bruxelles) da genitori esuli
rivoluzionari russi. Autodidatta
e apprendista fotografo, frequentò per breve tempo un movimento giovanile socialista per poi
passare all’ anarchismo. Nel “milieu
libre” de Stoekel entrò in contatto col
giovane RAYMOND CALLEMIN, futuro membro della Banda Bonnot )(
cfr. post : LA BANDE BONNOT) . Traasferitosi
a Parigi, insieme alla sua compagna RIRETTE MAITREJEAN, diresse la rivista
L’Anarchie sino al suo coinvolgimenti nel processo alla banda Bonnot,
dove gli venne inflitta una condanna di 5 anni . Libero , partì per Barcellona
dove, nel 1917 partecipò a una insurrezione promossa dalla CNT. Nel gennaio
1919 tornò in Russia e si mise al servizio del partito bolscevico, anche se con
alcune riserve e non rinunciando al suo "anarchismo". (cfr. brano)
Brano
da commentare: “ La mia decisione era
presa: non sarei stato né contro i
bolscevichi né neutrale, sarei stato con loro, ma liberamente , senza abdicare
al pensiero né al senso critico . Le grandi carriere rivoluzionarie mi erano
facilmente aperte; decisi di evitarle e persino di evitare, per quel che
sarebbe stato possibile, le funzioni che implicassero esercizio di autorità:
altri vi si compiacevano talmente che mi credetti permesso questo contegno, evidentemente
errato. Sarei stato con i bolscevichi perché davano compimento con tenacia,
senza scoraggiamenti, con ardore magnifico, con passione riflessa, alla necessità
stessa; perché erano i soli a darvi compimento, prendendo su di sé tutte le
responsabilità e tutte le iniziative e
dando prova di una stupefacente forza d’animo. Essi
erravano certo su parecchi punti essenziali: con la loro intolleranza, con la
loro fede nella statizzazione, con la loro tendenza alla centralizzazione e
alle misure amministrative. Ma, se bisognava combatterli con libertà di spirito
e in spirito di libertà, era con loro e tra loro. Poteva darsi d’altronde che
questi mali fossero imposti dalla guerra civile, dal blocco, dalla carestia, e
che, se fossimo riusciti a sopravvivere, la guarigione sarebbe venuta da sé.
Ricordo di avere scritto in una delle mie prime lettere dalla Russia che ero
“ben deciso a non fare carriere nella rivoluzione e a ritrovarmi, una volta
passato il pericolo, con coloro che avrebbero combattuto i mali interni del
nuovo regime…” ( Victor Serge,
Memorie di un rivoluzionario”)
Bibliografia: Victor Serge,
Memorie di un
rivoluzionario ,
edizioni e/o 1999, p. 88. Su posizioni
decisamente libertarie fu invece il noto pittore VLADIMIR KILBACIK , suo figlio, a cui si
devono, tra l’altro alcuni bei disegni di Volin, a cui mi sono ispirato per la figurina successiva (cfr. Rivista storica dell'anarchismo anno 4 n. 1 (7) 1997 pp. 113-128)
Nel 1921 , sconvolto da quanto
era avvenuto a Kronstadt, sebbene
non assunse mai una posizione di pubblica condanna sulla spietata repressione bolscevica della
rivolta dei kronstandtiani, Victor Serge sentì il bisogno di
allontanarsi dai vertici del partito
e in particolare da Zinoviev, suo superiore diretto, ed ottenne di essere nominato responsabile della propaganda per l’
Europa Centrale prima a Berlino e poi a Vienna. Tornato in Russia nel 1925,
dopo un vano tentativo di dare vita a
una comune libera
con altri compagni invisi al regime “comunista”, ebbe inizio su di lui e sulla sua famiglia un
lungo e durissimo periodo di
persecuzioni poliziesche sino alla sua, da lui ben accolta, espulsione , dalla Russia, nel 1936, grazie a una intensa
campagna internazionale della sinistra antistalinista. Stabilitosi in Francia , nel 1940 per sfuggire all' occupazione nazista , Victor Serge, emigrò in Messico, dove morì nel 1947.
Tra gli anarchici , invece, coerentemente, dissenzienti dai bolscevichi dopo la rivoluzione di ottobre mi limito a ricordare in questo post: VOLIN , MOLLIE STEIMER e SENYA FLESHIN .
VOLIN (1882-1945) Il
suo vero nome era Vsevolod Mikhailovic Eichebaunm.
Prese parte attiva nella rivoluzione del
1905. Fu arrestato, messo in prigione e
poi deportato . Riuscì a fuggire in Francia nel 1907. Nel 1915 a causa della sua propaganda contro
la guerra dovette fuggire dalla Francia ed emigrare negli USA. In America partecipò alle lotte
operaie e fondò un giornale “Gols Truda
( La voce del Lavoro) assai letto tra
gli operai russi in America. Nel 1917 tornò in Russia per partecipare agli avvenimenti rivoluzionari del febbraio.
Organizzò la Conferenza anarchica di Kursh e
fondò un giornale “Nabate”
(Campane a martello”) in cui si tentava
di unificare tutte le tendenze anarchiche esistenti ( sindacalisti, comunisti e individualisti). I
rapporti con i bolscevichi col tempo peggiorarono e gli anarchici ben presto si
trovarono nuovamente, come sotto lo zarismo, nella condizione di perseguitati,.
Nel 1919 quando era in Ucraina a lavorare nel movimento machnovista fu
arrestato dai bolscevichi e , sebbene ammalato di tifo, fu consegnato alla Ceka.
Liberato nell’ottobre 1920 fu poi nuovamente imprigionato e liberato solo dopo le proteste di vari delegati delle organizzazioni operaie
europee che si trovavano per un Congresso a Mosca.
Brano
da commentare: “Siamo giunti a un
momento critico, il momento più critico di tutti , il momento finale. E il governo esita, procrastina,
conduce ridicoli “negoziati”,
taglia capelli in quattro, discute
e sopporta provocazioni. Ha perso una
settimana e ha molto affievolito l’entusiasmo popolare. E adesso che è giunta
l’ ora, tutto è caduto di nuovo sulle spalle del popolo. Noi ti diciamo: “Tu,
grande popolo sei chiamato ancora una volta a prendere in mano il destino della
rivoluzione […] Ancora una volta devi fare affidamento solo su te stesso. Perciò agisci …. Se vinci , dopo la grande
vittoria costruisciti la tua vita, libera e senza restrizioni, senza autorità,
senza capi, senza partiti. Costruiscila
in forma di libera unione delle tue libere organizzazioni e comuni, unioni di
libere città e di liberi villaggi, di comuni anarchiche senza stato ….” ( da Volin
Popolo ,
pubblicato su Golos Truda febbraio 1918)
Bibliografia: in Paul Avrich, Gli anarchici nella
rivoluzione russa, La
Salamandra, 1973, p. 135
Nel 1927 fu il
principale redattore di una polemica Risposta alla Piattaforma
d’Organizzazione (
cfr. post Nestor Makhno)
firmata tra gli altri da Mollie Steimer e Senya Fleshin. (cfr. brano) .
Brano
da commentare: “…. Noi non siamo d’accordo con la Piattaforma sul concetto di
“sintesi” come agglomerato meccanico; sulla validità della sola teoria
comunista anarchica e sulla critica più o meno demolitrice che gli autori del
documento muovono alle teorie individualiste e anarco-sindacaliste. […] Invece di affermare che l’anarchismo è una
teoria di classe criticando coloro che pensano di attribuirgli un carattere
unitario, o di affermare –come altri- che l’anarchismo è l’ideale umanitario di
tutti gli individui; invece di accusare di deviazione marxista ogni tendenza
che attribuisce all’anarchismo un carattere di classe; invece di affermare che
l’anarchismo è una concezione individualista , che non ha nulla in comune né
con l’umanità in generale, né con la classe in particolare; è necessario fare
la sintesi di queste posizioni e sostenere che l’anarchismo contiene nel
medesimo tempo elementi di classe, elementi umanisti e principi individualisti.
Ma ciò che è ancora più importante consiste nel cercare di determinare, in
maniera teorica e pratica, il compito, il ruolo e l’importanza di ciascuno
degli elementi indicati nella concezione generale dell’anarchismo . Sostenere che l’anarchismo non è che una
teoria di classe, è come tener conto di uno solo degli aspetti dell’anarchismo
medesimo, è un monismo. Giacché l’anarchismo è più complesso, è sintetico e
pluralistico come la vita medesima. Il suo elemento di classe …. Consiste principalmente nel suo
metodo per la liberazione; il suo carattere umanista …. È il suo aspetto etico,
è la base della società umana; il suo individualismo è lo scopo, l’uomo….” ( Risposta
di alcuni anarchici russi alla Piattaforma di organizzazione (1927)
Bibliografia: Gino Cerrito , Il ruolo della
organizzazione anarchica RL 1973 p. 294 e p. 295
Volin morì nel 1945 e la sua nota
opera “ La
Rivoluzione sconosciuta , la cui lettura è tuttora fondamentale per comprendere da un punto di vista libertario le rivoluzioni russe del 1905, del febbraio 1917 e dell ' ottobre 1917, fu pubblicata postuma
nel 1947. Morì nel 1945 e la sua nota
opera “ La
Rivoluzione sconosciuta fu pubblicata postuma
nel 1947. In questo libro è dato inoltre un importante spazio anche alla rivolta di Kronstadt e al movimento makhnovista ucraino . (cfr. brano)
Brano da
commentare: “ … “ Senza
esagerazione né vanteria, l’autore si permette di affermare che chi non avrà
preso conoscenza del presente lavoro, resterà nell’ignoranza di un numero
considerevole di fatti di una portata capitale. Un problema fondamentale ci è
stato tramandato dalle rivoluzioni precedenti – alludo specialmente alla Rivoluzione francese del 1789 e a quella
russa del 1917 : - sorte all’origine contro l’oppressione, animate da potente
soffio di Libertà, proclamanti la
Libertà come loro obiettivo essenziale,
perché esse sono andate a sbocciare in una nuova dittatura, esercitata da altri
strati dominatori e privilegiati e quindi in una nuova schiavitù delle masse
popolari Quali sarebbero le condizioni per evitare a una rivoluzione una così
triste fine? Una tale fine sarebbe, per molto tempo ancora, una specie di
fatalità storica; oppure si dovrebbe a fattori passeggeri, o addirittura ad
errori e manchevolezze evitabili nell’avvenire? E in questo ultimo caso, quali
sarebbero i mezzi per eliminare il pericolo che già minaccia le rivoluzioni
future? Sarebbe permesso sperare che tale pericolo è superabile? Secondo
l’autore di questo libro, sono precisamente gli elementi ignorati – e
volutamente dissimulati – quelli che ci danno la chiave del problema e ci
forniscono la materia indispensabile per la sua
soluzione. E l’opera presente è appunto un tentativo di chiarire questo
grande problema mediante l’apporto di fatti precisi e incontestabili […] Come ogni
Rivoluzione, la Rivoluzione russa possiede un tesoro di fatti ignorati, ed anche di fatti insospettati. Il
presente studio pretende prendere, un giorno, il suo modesto posto a fianco
degli autori che avranno voluto, saputo e potuto esplorare queste immense
ricchezze, onestamente e in totale indipendenza. “ ( tratto dall’ introduzione a “ La Rivoluzione sconosciuta” )
Bibliografia: Volin, La
rivoluzione sconosciuta, La Nuova Sinistra . Edizioni Samonà e Savelli, 1970 (ristampa
dell’edizione RL 1950, Napoli) pp. XV e XVI. Di questo libro è stata
recentemente pubblicata una nuova, e probabilmente più completa, edizione a cura di Michela Ortu e Pierleone Mario Porcu, BFS, 2010.
MOLLIE STEIMER (1897-1980) Nata in Russia, da una famiglia
di origine ebraica; emigrò, nel
1912, a New York dove lavorò in una fabbrica di abbigliamento. Nel
1917 aderisce al gruppo anarchico ebraico “Frayait” che
pubblicava un giornale clandestino in yddish “De shturm (=
la tempesta), che, dopo un pò prese lo stesso nome ( Frayait) del
gruppo. Nel 1918 Mollie e gli altri redattori del giornale, JACOB ABRAMS
( 1886-1956) SAMUEL LIPMAN, HYMAN LACHOWSSKY e JACOB SCHWARTZ vennero accusati di cospirazione contro gli USA, Si ebbe un
clamoroso processo, noto come “caso Abrams”,
alla fine del quale Mollie fu condannata a 15 anni di prigione* (Abrams, Lipman e Lachovsky a 20
anni, Schwartz era morto in seguito
alle percosse della poliza subite durante
l’arresto). Liberata , in attesa dell’appello, Mollie fu
nuovamente riarrestata e restò in prigione
sino alla sua coatta deportazione nel
1921 in Russia. A Pietrogrado si innamorò ,
ricambiata, di SENYA FLESHIN (1894-1981), anche lui arrivato in Russia, dopo
essere stato negli USA un collaboratore della rivista “Mother Eart”
della Goldman. Per le loro idee libertarie e rivoluzionarie Mollie e Senya
furono ben presto imprigionati dai bolscevici e
inviati per due anni in Siberia. Nel 1923, grazie a proteste internazionali a
loro favore, furono espulsi dalla Russia e dopo alcuni anni in Germania e in
Francia si trasferirono, in Messico dove
avviarono un famoso studio fotografico,
chiamato SEMO ( sigla che univa le prime due lettere dei loro nomi).
Brani
da commentare: 1) “ L’anarchismo è un nuovo ordine sociale dove nessun
gruppo sarà governato da un altro gruppo di persone . La libertà
individuale prevarrà nel pieno senso della parola. La proprietà privata sarà
abolita. Ogni persona avrà un’ eguale opportunità per sviluppare
completamente se stesso sia mentalmente che fisicamente. Noi non dovremo
lottare per la nostra esistenza quotidiana come facciamo ora.
Nessuno vivrà del prodotto altrui. Ogni persona produrrà il più che
potrà. […] Invece di ingegnarsi per acquisire
denaro, noi ci ingegneremo per l’educazione, per la conoscenza …” ;
2) “ Mentre oggi i popoli del mondo sono divisi in varie entità che si definiscono
nazioni e una nazione sfida l’altra considerandola nemica, noi, i lavoratori
del mondo, tenderemo le mani gli uni verso gli altri con amore
fraterno. Alla realizzazione di questa idea dedicherò tutte le mie
energie e, se necessario, pagherò con la vita per questo.” (
dichiarazioni di Mollie Steimer
durante il processo)
Bibliografia: Primo brano in Mollie Steimer, in WWW.spartacus.schoolnet.co.uk/USA steimer.htm p. 1.
(traduzione mia dall’inglese, che in verità non conosco. Spero di avere
colto il significato complessivo del brano. Comunque meglio , per chi sa
l’inglese, consultare l’originale. ) . Secondo brano in Filippo Manganaro, Dynamite girl. Gabriella Antolini e gli anarchici italiani in
America, Nova Delphi, 2013 p.
126. Spero di trovare presto brani di Mollie Steimer e di Senya Fleshin anche durante gli anni
trascorsi in Russia
OLGA TARATUTA (1876-1938), anarchica ucraina subì il
suo primo arresto nel 1895. Aderì al Partito socialista operaio
socialdemocratico, collaborò nel giornale del partito , l’Iskra (= La
scintilla) ed esiliata in Svizzera conobbe Georgi Plekanov e Vladimir Lenin. Nel
1903 divenne anarco-comunista. Partecipò alla
rivoluzione del 1905. Fu condannata a 17 anni di prigione, ma scappò dalla
prigione e fuggì a Ginevra. Nel 1907 tornò ad Odessa e partecipò ad azioni e ad
attentati contro il regime zarista. Nel 1908 fu condannata a 28 anni di
prigione, ma nel 1917 venne liberata dalla rivoluzione di febbraio. Nel
1920 aderì al movimento makhnovista e fondò la Croce
Nera anarchica a sostegno dei detenuti politici nelle carceri
comuniste. E’ in questo periodo che ebbe luogo il suo incontro con Emma
Goldman e Sasha Berkman. Alla fine del 1920 fu
arrestata e messa in prigione. Nel 1922 fu esiliata per due anni a Veliky Ustyug. Liberata si
dedicò ancora nuovamente ad attività dirette ad aiutare gli
anarchici in prigione sino al 1937 quando fu condannata a morte per
attività antibolsceviche e
uccisa.
Brani da commentare. “ Sorgi, popolo! I
vampiri sociali ti stanno succhiando il sangue! Quelli che prima invocavano la
libertà, la fraternità e l’eguaglianza si rendono ora responsabili di terribili
violenze! Ora si fucilano i prigionieri senza processo né indagini e persino
senza l’intervento del “tribunale rivoluzionario“. I bolscevichi sono diventati
monarchici. Popolo! Lo stivale dei gendarmi calpesta tutti i tuoi sentimenti e
desideri migliori. Non c’è libertà di parola, di stampa, di alloggio. Ovunque
non c’è che sangue, lamenti , lacrime e violenza. I tuoi nemici hanno chiamato
la fame ad aiutarli nella lotta contro di te. Sorgi, dunque , popolo! Distruggi
i parassiti che ti tormentano! Distruggi tutti gli oppressori! Creati la
tua felicità, Non affidare a nessuno il tuo destino. Sorgi Popolo! Crea
l’anarchia e la Comune” ! ( "Vestnik Anarkii” 1918. Questo
manifesto anche se non so chi l'abbia scritto, mi sembra che esprima bene, per
quanto ne so, il pensiero di Olga Taratuta).
2) “.. I compagni di Charkov, con l’eroico
personaggio di Olga Taratuta alla loro testa, avevano tutti servito la
Rivoluzione, combattuto sui suoi vari fronti, sopportato le rappresaglie
dei Bianchi, persecuzioni e prigionie imposte dai bolscevichi. Niente aveva
scosso il loro ardore rivoluzionario, la loro fede anarchica …" ( da
Emma Goldman, Vivendo la mia vita
1917-1928) Bibliografia: Primo brano in Paul Avrich, Gli
anarchici nella rivoluzione russa La Salamandra, 1976, p. 144. Secondo brano in Emma
Goldman, Vivendo la mia vita 1917-1928) Zero in
Condotta 1993
ALEXANDRE JAROSLAVSKI |
ALEXANDRE
JAROSLAVSKI
(1896-1930 ?) . Poeta e saggista libertario. che già nel 1917 riscuoteva una certa fama negli ambienti delle avanguardie artistiche e
rivoluzionarie russe. per la sua raccolta poetica, intitolata Uno
sputo nell’infinito.
Bibliografia: Un commento di Erri De Luca a questa raccolta si trova on line in Sputi - Fondazione Erri De
Luca fondazionerrideluca.com › web
› sputi
Durante la guerra civile combatté sotto le milizie del comandante guerrigliero
anarchico, NESTOR KALANDARICHVILLI
, (cfr.infra post LE DUE RIVOLUZIONI DEL 1917)
dove fu incaricato, tra l’altro. del
settore culturale e didattico. Tra il
1920-1921 fece parte del Partito
Comunista dell’Unione Sovietica da dove fu espulso probabilmente per le sue
idee libertarie. Nel 1922 Jaroslavski
aderì al « Biocosmismo ed ebbe un ruolo importante nella
redazione della rivista L’Immortalita pubblicata a Pietrogrado.
.Inoltre
pubblicò in
questo periodo una nuova
raccolta
di poesie, intitolata, La Santa Bestiale e il romanzo-utopia Gli argonauti dell’Universo . (brano da commentare)
Brano da commentare: “ Biocosmismo: dottrina utopica nata nel XX
secolo alla interno ( charnière) della filosofia del “cosmismo russo”, della prassi artistica
futurista e delle idee politiche dell’anarchismo. I principi e gli obiettivi
dei “biocosmisti” ( A. Aguienko - alias
Sviatogor -, A. Iaroslavski ed altri) sono la libertà assoluta
dell’individuo e della sua opera , ivi
compresa la libertà di viaggiare nello spazio, il potere di creare e di
ricreare l’Universo, di controllare il tempo. L’idea centrale è il progresso
dell’umanità per raggiungere l’immortalità personale di ogni individuo, la
resurrezione dei morti – sempre con
metodi scientifici”- ( N. Fiodorov ) e il popolamento del cosmo da parte
degli umani (K. Tsiolkovski). Nel 1921-1922 , i biocosmisti fondano un “
Creatorium degli anarchici –cosmisti” e pubblicano (lancent) due riviste : Biocosmiste
(Mosca) e L’ Immortalité
(Pietrogrado) …” ( in Evgeunie Iaroslavkaia-Markon , Revoltée, note)
Bibliografia:
Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit
2017 pp. 113-114 nota n. 21. (traduzione italiana mia da verificare. Avevo già comprato questo libro quando è uscita l'edizione italiana pubblicata da Guanda.
Numerose furono anche le sue
conferenze di contenuto antireligioso e libertario e fu proprio durante una
di queste che conobbe Eugenia Markon che divenne presto sua moglie e con-conferenziera nelle
loro tournées attraverso la Russia. L’ostilità delle autorità bolsceviche nei
confronti degli Jarolavski
si accrebbe sempre più, e da qui
la decisione, nel 1925 di contrapporre
all’ ateismo adogmatico e libertario una organizzazione filo-governativa chiamata Unione degli Atei . A capo dell’ Unione degli
Atei fu messo un noto bolscevico di
antica data, Minei Goubelman che aveva come soprannome Emelian Iaroslavski .
Di questa artificiosa
omonimia le autorità si servirono per
proibire ad Alexandre e ad Euvgenija
Jaroslavkaia-Markon di tenere conferenze, col pretesto
di prevenire una inevitabile confusione. Alexandre Jaroralavski intravide in ciò una meschina manovra politica , che, tra l’ altro, toglieva alla coppia la loro maggiore fonte di sopravvivenza economica . (cfr. brano da commentare)
Brano da commentare
: “ Io ho la mia propria
personalità letteraria e il mio proprio nome letterario sinora senza macchia :
non ho alcun desiderio che in ragione di una usurpazione d’identità sfrontata,
mi si confonda con un volgare piccolo-borghese, funzionario sovietico ottuso
messo a capo dell’ateismo governativo .” ( Lettera indirizzata alla redazione
di Roul n. 1800 , 2 novembre 1926.)
Bibliografia:
Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit
2017 pp. 154 (traduzione italiana mia da verificare).
Pertanto Alexandre ed Eugenia decisero di lasciare provvisoriamente la
Russia
e si recarono prima a Berlino e poi
a Parigi dove entrarono, tra l’altro in
contatto con Sasha Berkman, Volin ( Vsevolod Mikhailovitch Eichenbaum) e Nestor Makhno. Tornato in Russia , conscio dei
pericoli che avrebbe corso, Alexandre fu
immediatamente arrestato, con l’accusa di avere discreditato l’URSS sulla stampa dell’emigrazione russa
all’estero e venne deportato in Siberia dove, infine, nel goulag dell’isola di Solovki
fu fucilato per ordine del direttore aggiunto,
Dimitri Ouspenki.
EVGUENIA JAROSLAVKAIA MARKON (1902- 1931) Nata in una
famiglia di borghesi intellettuali e
progressisti. Il padre Isaak Markon fu un rinomato bibliotecario
imperiale, filologo, storico medievalista e filosofo. Fin da giovanissima radicalizzò all’estremo le idee progressiste
della sua famiglia. (brano da commentare)
Brano da commentare : “ Diventare quando sarei
stata grande una rivoluzionaria clandestina, era per me un progetto fermamente
irrevocabile , ma io avevo un altro sogno, ancora più dolce, un sogno segreto:
quello di respingere tutto ciò che apparteneva all’intellighenzia, di
rinunciare anche alla mia istruzione, di
abbandonare gli studi, di lasciare la mia famiglia e di non andare mai (partir a jamais) a lavorare in fabbrica, e
anche di sposare non un intellettuale, non un leader rivoluzionario, ma un
semplice operaio …..” ( Evgeunia Jarolavskaia-Markon, Autobiografia (1931)
Bibliografia:
Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit
2017 pp. 20-21 (traduzione italiana mia da verificare).
Durante la rivoluzione del febbraio 1917 riuscì sfuggendo
alla sorveglianza dei famigliari a scendere in strada e partecipare all’assalto
della fortezza Litovski caldeggiando la liberazione dei
detenuti comuni oltre a quelli politici. Durante un breve soggiorno a Mosca in
visita della nonna aderì provvisoriamente
al Partito Socialdemocratico russo e più tardi , tornata a Pietrogrado
( nome di San Pietroburgo dal 1914 e poi dal 1921 di Lenigrando) frequentò per un breve periodo di
tempo lo studio drammatico d’arte del Proletkult (Organizzazione Proletaria
Culturale Educativa). La sua definitiva rottura con il bolscevismo avvenne in seguito
alla rivolta di Kronstad
del 1921 e alla sua spietata repressione . (brano da commentare)
Brano da commentare: “ In quel periodo si svolsero
gli avvenimenti di Kronstadt … io li seguivo da lontano, come un gatto che
stava adocchiando ( lorgnant) un pezzetto di burro. Le mani e l’anima mi
prudevano per prendere parte attiva
alla rivolta di Kronstadt: non era un piccolo
volgare complotto della guardia bianca; era una vera rivoluzione, e non una
rivoluzione bolscevica deformata
(abrutié) dal potere; ed essa era stata provocata dagli stessi che, a loro tempo, avevano
fatto quella di ottobre: i marinai del
Baltico. [….] noi sappiamo che in realtà
la rivolta di Kronstadt era non
solamente rivoluzionaria nei confronti del potere sovietico, ma per la sua
ideologia, molto più a sinistra, più coerente e più onesta, E ,
d’altronde, è per questo motivo, che il potere sovietico ne ebbe così paura e
l’ ha represso in modo così sanguinoso. Per questo fatto, il potere sovietico è
diventato non solamente conservatore, ma per giunta, contro-rivoluzionario” ( dall’autobiografia
di Evguenia Jaroslavia-Markon, , 3 febbraio 1931 )
Bibliografia:
Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit
2017 p. 36 e p. 38 (traduzione italiana mia da verificare).
Nel
1922 conobbe Alexandre Jaroslavkai e pochi mesi
dopo il loro matrimonio Evguenia subì un drammatico incidente per
cui le furono amputati i due piedi, il che, tuttavia, non le impedì , sino al giorno della
sua morte, di vivere in modo estremo i suoi ideali di libertà e di rivolta. Insieme ad Alexandre tenne conferenze di contenuto libertario nonostante il crescente contesto monopolizzatore e repressivo instaurato dai bolscevichi. Nel 1925, dopo la creazione da parte del regime bolscevico della filo-governativa Unione degli Atei partirono per l’estero e soggiornarono prima
a Berlino e poi a Parigi. Dopo il ritorno in Russia e l’arresto di Alexandre Jaroslavkaia (vedi sopra) Evguenia si dette sempre più ad una
vita totalmente immersa nella illegalità
identificandosi sempre più praticamente
e ideologicamente,con il sottoproletariato e con il
mondo della malavita . ( cfr. brano da commentare)
Brano
da commentare: “ Sia ben chiaro: io ho condiviso il mondo dei ladri non come si va presso dei giovani fratelli, per insegnare
loro, no, io sono andata per imparare Il
loro mestiere di ladri, la loro morale di ladri. E io non avevo intenzione di portare
loro qualche nuova dottrina, ma di
ridare vigore alle vecchie leggi dell’ambiente già vigenti presso di loro, divenute da qualche tempo
vacillanti: odio implacabile verso i poliziotti (cognes) e gli informatori …” (
Evgenia Jaroslavkaia-Markon, Autobiografia , 3 febbraio 1931 p. 82)
Bibliografia:
Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit
2017 p.82 (traduzione italiana mia da verificare).
Più volte arrestata per furto, vagabondaggio e propaganda
sovversiva fu infine deportata nei gulag
delle isole Solovki, dove tentò invano di sollevare
una rivolta tra detenuti politici e comuni essendo convinta che solo la propaganda del fatto concretizzata in
continui tentativi insurrezionali potesse far crollare la dittatura bolscevica. (cfr. brano da commentare)
Brano da commentare: “ Nella mia lotta contro il potere “sovietico” , io ritengo che tutti
i mezzi siano permessi, in primo luogo l’organizzazione di insurrezioni
contadine. E’ egualmente di estrema importanza di condurre una propaganda tra
le unità dell’ Armata Rossa , al fine
di persuadere i soldati a
disertare, tornare ai loro villaggi
natali con i loro fucili e costituire una forza armata antibolscevica . […] Come mezzo ausiliario di lotta, credo necessario appoggiare il mondo criminale, in
quanto “eterno germe di sedizione”, anche se è la classe contadina, certamente,
che avrà un’importanza decisiva e non il sottoproletariato (truanderie) non
organizzato e non organizzabile. […] Certo, l’ efficacia di un’ operazione antibolscevica non è fattibile che in libertà,
ma è possibile svolgere una certa
attività nel contesto del campo di concentramento delle Solovki. […] è
possibile condurre una insurrezione
all’interno stesso del campo di concentramento. Ciò non basterà , sicuramente,
a rovesciare il regime, ma permetterà di organizzare brillantemente una
evasione massiccia “ ( Interrogatorio di E. Iaroslavskaia del 12-01-1931)
Bibliografia:
Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit
2017 pp. 126-127 (traduzione italiana mia da verificare).
In quelle stesse isole era rinchiuso il marito, senza però, sembra, che abbia potuto mai comunicare con lui e che abbia saputo dell’ esecuzione di Alexandre solo poco prima di essere fucilata anche lei . Una verosimile descrizione della morte di Evgenija la si conosce attraverso la testimonianza di un guardiano, che racconta come il direttore del gulag, Dimitri Ouspenski, intervenne personalmente all’esecuzione di Evgenija Jaroslavkaja Markon insultandola e malmenandola sino all'ultimo.(cfr. brano)
Brano da
commentare: “ … E’ la vedova del poeta
sovietico Iarolavski recentemente fucilato per tentativo d’evasione. Nel cortile della fortezza essa ha lanciato
una pietra a Ouspenski che ha fatto giustiziare suo marito. E’ per
questo che lei ora deve morire. Io sento al di fuori un rumore
di stivali. Sono i carnefici che
arrivano. […] il primo a entrare è il carnefice amatore ,
il direttore del campo , il camerata Ouspenski. E’ venuto in persona per giustiziare questa donna per un semplice
sasso. […] Ella si alzò a fatica , appoggiandosi al muro, poi marciò diritto
verso Ouspenski. Quello sembrò
entusiasta dell’occasione che gli era offerta di uscire dalla propria ansia e
l’ingiuriò nei termini più abbietti. - Allora, ora tocca a te di seguire lo stesso
cammino di tuo marito. Guarda, è con questo revolver che io ho piantato una
pallottola nella testa di quell’ imbecille del tuo Iaroslavski” .
Improvvisamente , la donna si. mette a urlare e a cercare di svincolarsi dai
suoi legami ( à tirer sur ses liens) Ouspenski la guarda e comincia a
ridere in modo convulso e forzato. Una
finzione: egli non aveva affatto voglia di ridere. - Slegami le mani, specie di carogna rognosa
! urlava Iaroslavkaia, isterica , avanzando all’indietro verso di lui , come se
veramente si aspettasse che gli sciogliesse le mani legate strette dietro la schiena . Poi
improvvisamente lei si rigirò brutalmente, lanciò un urlo e gli sputò sul viso.
Ouspenski diventò raccapricciante al guardarlo. Vomitando ingiurie l’abbatté
con un colpo del calcio del revolver e
si mise a calpestarla mentre lei giaceva
senza conoscenza. Allora cominciò [… ]
Io non vedevo la scena
dell’esecuzione, io non sentivo che il rumore secco dei colpi d’arma da fuoco
sparati dai carnefici …….” ( Testimonianza del guardiano Arkadi Myslitsine )
Bibliografia:
Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit
2017 p. 145 (traduzione italiana mia da verificare).
Concludo
citando il giuramento di Iaroslavkaia –Markon di vendicare con la parola e col
sangue il suo uomo e tutte le vittime della dittatura , inclusi i carnefici
stessi. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Giuro di vendicare Alexandre Iaroslavski –
non solamente l’essere amato, ma il compagno d’armi, il complice, il “camarade
d’affaires” ( come si dice tra noi nel linguaggio della malavita) e soprattutto
il poeta geniale abbattuto dalla vostra mediocrità! E non solamente lui: io
giuro di vendicare i poeti fucilati- Gumiliov, Lev Tchiorny, l’enigmatico Fäine
, il poeta Essénine perseguitato e spinto al suicidio. Io giuro anche di
vendicare il disgraziato di cui la mano armata di un revolver a spento il
pensiero luminoso di Alexandre Iaroslavski, e tutti i fucilieri che ipnotizzati
dalle vostre parole ipocrite pseudorivoluzionarie accettano, con la noncuranza
di un salariato o di uno schiavo, di diventare degli assassini; io giuro di
vendicare con la parola e con il sangue tutti quelli che “non sanno quello che
fanno” . Ed io manterrò questo
giuramento, a condizione ovviamente che
questa autobiografia non sia votata a divenire una “autonecrologia” ….( Evgeunia
Iaroslavskaia-Markon, , Autobiografia ..)
Bibliografia:
Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit
2017 pp. 60-61 (traduzione italiana mia da verificare).
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