giovedì 28 aprile 2011

ANARCHICINI: ANARCHISMO E ANTISEMITISMO- L'AFFAIRE DREYFUS -


                                                               
KARL MARX

Accanto all’antisemitismo di destra ( integralismo cattolico, nazionalismo sciovinista, fascismo e nazismo),  ve ne  è uno,  per il momento ancora minoritario, anticapitalista, orientato a sinistra , apparso già agli inizi del movimento socialista ed operaio, in anni, in cui tra l’altro, si stavano consolidando pregiudizi e generalizzazioni sui gruppi etnici, popoli e “razze” con il  supporto di teorie e metodi pseudo-scientifici, (ritenuti tali, oggi, ma non allora) . Persino Marx, pur essendo di origine ebraica , non ne fu esente (cfr. primo e secondo brano da commentare)

Brano da commentare:   1) Anche se l’antisemitismo era una dottrina minoritaria tra i socialisti dichiarati, esso non era però privo di importanza. Si ricorda di solito la frase di August Bebel,  fondatore nel 1869 del partito  socialdemocratico tedesco, secondo la quale “l’antisemitismo è il socialismo degli sciocchi” e , se è vera, vi sono molti di questi sciocchi, compresi antesignani famosi Charles Fourier (1772-1837), Alphonse Toussenel (1803-1885), Pierre Leroux (1797-1871, e , per alcuni loro scritti, anche  Karl Marx e Friedrich Engels. Secondo Fourier, gli ebrei erano “parassiti, bottegai ed usurai” dediti complessivamente  a ”depravazioni mercantili”.[…] Persino gli ebrei, o per meglio dire, gli ex ebrei che militavano nelle file socialiste furono influenzati dalle idee antiebraiche che circolavano in questi ambienti ed elaborarono una specie di odio ebraico di sinistra per sé. L’esempio più famoso di ciò è naturalmente Karl Marx, nipote battezzato di un rabbino, il cui famoso saggio  Sulla questione ebraica, pubblicato nel 1844, è diventato uno dei classici della propaganda antisemita. ..."( Bernard Lewis, Semiti e antisemiti…) 2) " Consideriamo l’ebreo reale mondano, non l’ ebreo del Sabbath, come fa Bauer, ma l’ebreo di tutti i giorni. Cerchiamo il segreto dell’ebreo non nella sua religione, bensì cerchiamo il segreto della religione nell’ebreo reale. Qual è il fondamento mondano del giudaismo? Il bisogno pratico, l’egoismo. Qual è il culto mondano dell’ebreo? Il traffico. Qual è il suo Dio mondano? Il  denaro. Ebbene , l’emancipazione dal traffico e dal denaro dunque dal giudaismo pratico e reale, sarebbe l’auto-emancipazione del nostro tempo. […] Noi riconosciamo dunque nel giudaismo un universale elemento attuale antisociale, il quale attraverso lo sviluppo storico cui gli ebrei per questo lato cattivo hanno collaborato con zelo, venne sospinto fino al suo presente vertice, un vertice sul quale deve necessariamente dissolversi. L’emancipazione degli ebrei nel suo significato ultimo è la emancipazione dell’umanità dal giudaismo. L’ebreo si è già emancipato nel modo giudaico. “ L’ebreo che ad es. a Vienna è solo tollerato, con la sua potenza finanziaria determina il destino di tutto l’impero. L’ebreo, che nel più piccolo Stato tedesco può essere privo di diritti, decide delle sorti dell’Europa. […] Qual’ era in sé e per sé il fondamento della religione ebraica? Il bisogno pratico, l’egoismo. […] Il dio del bisogno pratico e dell’egoismo è il denaro. Il denaro è il geloso dio d’Israele, di fronte al quale nessun altro dio può esistere. Il denaro avvilisce tutti gli dei dell’uomo, e li trasforma in una merce.  Il denaro è il valore universale , per sé, costituito, di tutte le cose. Esso ha perciò spogliato il mondo intero, il mondo dell’uomo e la natura del lovalore peculiare.  Il denaro è l’essenza estraniata all’uomo, , del suo lavoro e della sua esistenza, e questa essenza estranea lo domina, ed egli l’adora. Il dio degli ebrei si è mondanizzato, è divenuto un dio mondano. La cambiale è il dio reale dell’ebreo. Il suo dio è soltanto la cambiale illusoria. […] Ciò che si trova astrattamente nella religione ebraica, il disprezzo della teoria, dell’arte, della storia dell’uomo come fine a se stesso, è il reale, consapevole punto di partenza, la virtù dell’uomo del denaro. Lo stesso rapporto generico, il rapporto tra uomo e donna ecc., diviene un oggetto di commercio! La donna è oggetto di traffico. La chimerica nazionalità dell’ebreo è la nazionalità del commerciante, soprattutto del finanziere. […] Non appena la società perverrà a sopprimere l’essenza empirica del giudaismo, il traffico e i suoi presupposti, l’ebreo diventerà  impossibile… L’emancipazione sociale dell’ebreo è l’emancipazione della società dal giudaismo. ( Karl Marx, La questione ebraica 1843)

Bibliografia: Primo brano: Bernard Lewis , Semiti e antisemiti. Indagine su un conflitto e su un pregiudizio,  Società editrice Il Mulino, 1986 pp.119, 120 e 121 .  Secondo brano:  Karl Marx, La questione ebraica, Editori Riuniti, introduzione di Umberto Cerroni, 1978,, p. 79, 80, 82, 85 . Cfr. anche Leon Poliakov, Storia dell'antisemitismo vol. III. Da Voltaire a Wagner, La Nuova Italia, 1976 pp. 484ss. e in particolare p. 487 dove l’identità di Ebreo dei propri avversari politici , volutamente messa in risalto, è accompagnata da “invettive di prammatica” corrispondenti, per lo più, agli stereotipi, che circolavano contro gli ebrei in quei tempi. E per quanto riguarda Lassale diceva: “ la forma della sua testa e dei suoi capelli dimostra che discende dai Negri che si sono accoppiati con la torma di Mosé al tempo dell’esodo dall’Egitto”.

Generalizzazioni  e  pregiudizi ingiuriosi  contro gli ebrei furono ,  prima dell’  “Affaire Dreyfus”, presenti anche tra gli anarchici e in particolare in Proudhon e in Bakunin.  (cfr. brano da commentare)

Brano da commentare: “ In generale, i sostenitori e i fautori del socialismo ignorano o addirittura negano la presenza dell’antisemitismo tra le proprie file. Gli anarchici, in questo non fanno eccezione. Qui m’interesserò soprattutto     di Proudhon e di Bakunin.   Anche nei loro scritti, come in quelli di tanti antisemiti si trova un miscuglio di giudizi irrazionali sugli ebrei: nazione, religione, popolo, classe non produttiva, capitalisti e così via. In Proudhon , quando parla degli ebrei, si trovano soprattutto generalizzazioni. In Bakunin “l’essere ebreo” diventa un argomento polemico nei confronti di qualcuno. E lui che decide che l’avversario è un ebreo! Le osservazioni più deplorevoli negli scritti dei due padri dell’ anarchia non sono state pubblicate in vita. I passaggi peggiori        contro gli ebrei si trovano nei Carnets  di Proudhon         e nello scritto di Bakunin contro Moses Hess, pubblicato da Max Nettlau nel quinto volume delle Opere      . In effetti non si può non criticare anche Hess, che definiva Bakunin un “barbaro russo”. E’ riprovevole, ma non è una scusa per l’antisemitismo di Bakunin, il quale aveva perfino avuto l’idea di scrivere un saggio sugli “ebrei tedeschi”. Nella polemica contro Marx utilizzava regolarmente l’espressione “ebreo tedesco “ in senso dispregiativo. […] Osserviamo poi per inciso che quando Bakunin dice “ebreo tedesco”, l’aggettivo “tedesco” è addirittura peggiorativo della qualifica di “ebreo”! ( Rudolf de Jong, Il dibattito anarchico sull’antisemitismo)

Bibliografia:  Rudolf de Jong, Il dibattito anarchico sull’antisemitismo in  Amedeo Bertolo (a cura di),  L’ Anarchico e l’ Ebreo. Storia di un incontro,  Elèuthera, 2001,  pp. 151-152. Cfr. anche su questo stesso libro, Mina Graur, Anarchismo e sionismo: il dibattito sul nazionalismo ebraico pp. 135-136 , dove vengono, in sintesi, esposte le opinioni  di Proudhon e di Bakunin sui concetti di nazione e nazionalismo e sui loro pregiudizi nei confronti dell’ebraismo.                     

               

PIERRE JOSEPH PROUDRON

  Sebbene la maggior parte delle deliranti speculazioni antisemite e xenofobe di Proudhon siano state rese note solo dopo la sua morte,  la loro possibile  influenza sull’antisemitismo di destra e di sinistra successivi   non va sottovalutata.  (cfr. brani)       
Brani da commentare:  1) "L'ebreo è per temperamento antiproduttore, né agricoltore, né industriale, e neanche veramente commerciante. E' un intermediario, sempre fraudolento e parassita, che, negli affari come nella filosofia, opera mediante la fabbricazione, la contraffazione, l'intrigo. Non conosce che il rialzo e il ribasso, in rischi di trasporto, gli incerti del raccolto, l'alea  dell'offerta e  della domanda . La sua politica economica è tutta negativa; è il principio del male, Satana, Ahriman, incarnato nella razza di Sem".  ( Proudhon, Césarisme et christianisme  ); 2) Mentre gli ebrei si impadroniscono completamente della banca, del credito e dell'accomandita, regano sulle manifatture e ipotecano la proprietà, eserciti di lavoratori belgi, tedeschi, inglesi, svizzeri, spagnoli sostituiscono nelle industrie gli operai francesi e già invadono le campagne (J.P: Proudhon, De la  Justice..) 3) Nazionalità francese . Invasa da Inglesi, Tedeschi, Belgi, Ebrei, ecc. La Dichiarazione dei diritti dell' uomo, il liberalismo del 1789, 1814, 1830 e 1848 non hanno giovato che agli stranieri. Che importa agli stranieri del dispotismo governativo? Non sono del paese; ci vengono solo per sfruttarlo. E così il governo ha interesse a favorire gli stranieri, la cui razza scaccia insensibilmente la nostra [...]  Qualche pagina fortemente accentuata sugli Ebrei. Una  massoneria in Europa. Una razza incapace  di formare uno Stato, ingovernabile da se stessa, che è meravigliosamente abile nello sfruttare gli altri. Analoga ai Boemi, ai Polacchi emigrati, ai Greci, e a chiunque è vagabondo"  ( J. P. Proudhon, France et Rhine ); 4) “ Ebrei. Fare un articolo contro questa razza che avvelena tutto, ficcandosi dappertutto senza fondersi mai con nessun popolo. Chiederne l’espulsione dalla Francia, eccettuati gli individui sposati con delle francesi. Abolire le sinagoghe, non ammetterli a nessun impiego, perseguire, infine, l’abolizione di questo culto. Non per niente i Cristiani li hanno chiamati deicidi. L’Ebreo è il nemico del genere umano. Bisogna rispedire questa razza in Asia, oppure sterminarla”. ( Carnets de P:J: Proudhon, , vol.2 , 1960-61).
Bibliografia: Primo , secondo e terzo brano in  Leon Poliakov, Storia dell'antisemitismo vol. III. Da Voltaire a Wagner, La Nuova Italia, 1976 p. 429 e pp. 432 - 433. e cfr. anche Bernard Lewis , Semiti e antisemiti. Indagine su un conflitto e su un pregiudizio,  Società editrice Il Mulino, 1986 p. 120. Secondo Mathieu Léonard :  “ La portata dell’odio furibondo per gli ebrei in Proudhon si conoscerà solo dopo la sua morte, quando saranno pubblicati i suo Carnets” in  La prima Internazionale. L’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi, Alegre, 2011, p.162 infra nota n. 66
 
                                                 MICHAIL BAKUNIN                                                        
 
E  duole  dirlo, ma anche BAKUNIN manifestò idee antisemite soprattutto nel corso  della sua polemica con Marx,  che, come è noto,   assunse toni particolarmente insultanti da entrambe le parti . Va dettom comunque, che ciò non impedì a Bakunin di riconoscere  anche alcune qualità positive del suo avversario politico. (cfr. brano) . 
 Brano da commentare: "  Il signor Marx è di origine ebraica. Si può dire che riunisca in sé tutte le qualità e tutti i difetti di questa razza capace. Nervoso secondo alcuni sino alla depressione, eccessivamente ambizioso e vanitoso, litigioso, intollerante e assoluto come Jehova il signor dio degli avi e, come lui, vendicativo sino alla follia. Non c’è menzogna né calunnia che non sia capace d’inventare e di diffondere contro chi abbia avuto la disavventura di suscitare la sua gelosia, o che è la stessa cosa, il suo odio. E non c’è intrigo per quanto ignobile che rinunci a impiegare se a suo giudizio, quasi sempre errato, questo intrigo può rafforzare la sua posizione, la sua influenza e allargare il suo potere. Sotto questo aspetto è veramente un consumato uomo politico. Queste sono le sue qualità negative. Ma di positive ne ha molte. E' molto intelligente e di una smisurata erudizione enciclopedica. [...] E' raro trovare un uomo che sappia e legga tanto e che legga così intelligentemente come il signor Marx . L'argomento esclusivo dei suoi studi era già allora la scienza economica. [...]   (Marx)  ha enunciato e dimostrato l'indubbia verità , confermata dalla storia passata e contemporanea della società umana, dei popoli e degli Stati, che il fatto economico ha sempre preceduto e precede sempre il diritto giuridico e politico. Nella esposizione e nella prova di questa verità consiste uno dei principali meriti scientifici del signor Marx. " ( Michail Bakunin, Stato e Anarchia, estate 1873)
 Bibliografia: Michail Bakunin, Stato e anarchia, Feltrinelli  1970 pp. 168, 169  e 170. Il merito scientifico di Marx  lodato da  Bakunin è stato poi ridimensionato da Errico Malatesta, che in suo articolo del 1926, scrisse che " Bakunin nell'economia politica e nell'interpretazione della storia " fu "troppo marxista...". cfr. Errico Malatesta, Rivoluzione e lotta  quotidiana, a cura di Gino Cerrito, edizioni Antistato, 1982,  p. 42  nota 2

Accuse di Bakunin,  più esplicitamente, dirette proprio contro gli ebrei, considerati spesso come un’ unità indifferenziata e atemporale, indicata significativamente con l'espressione " L'ebreo", sono contenute nella lettera  “Ai compagni della Federazione delle sessioni internazionali del Giura" (1872),   scritta in seguito ad attacchi persistenti da parte della componente socialista autoritaria della Prima Internazionale.  In questa lettera, prescindendo da  una ricostruzione ( non sempre rispettosa  dell' effettivo contesto storico e socio-economico  complessivo) materialistica ,  e direi quasi "marxista",  della storia degli ebrei,  vi sono sparse nel testo considerazioni , che  fondandosi  su un concetto astorico  e pseudo-scientifico come quello di razza possono, oggi, considerarsi  oggettivamente razziste. (cfr. brano) 

Brano da commentare:  "La razza degli Ebrei è una razza molto interessante. Essa è, nello stesso tempo, strettamente nazionale, ed internazionale per eccellenza, ma nel senso dello sfruttamento.  […] Gli Ebrei sono sempre stati una razza molto intelligente e molto infelice, inumana, crudele, e vittima al tempo stesso,   persecutrice e  perseguitata.   [...]  Come tutte le altre nazioni della terra, con tutte le qualità e i difetti che la distinguono, essa è il prodotto fatale della storia. Sarebbe dunque ingiusto  rimproverarle questi misfatti; ma dato che costituisce oggi un'incontestabile potenza, è bene, è necessario, ristudiarla bene ; [...]  Non è più il culto superstizioso di Jehovah che costituisce oggi l'Ebreo; un Ebreo battezzato non è con ciò meno Ebreo. Vi sono degli Ebrei cattolici, protestanti, panteisti ed atei, degli Ebrei reazionari, liberali e persino degli Ebrei democratici e degli Ebrei socialisti. Innanzitutto, essi sono degli Ebrei, e questo fatto stabilisce tra tutti gli individui di questa razza singolare, attraverso tutte le opposizioni religiose, politiche e speciali che li separano, una unione e una solidarietà mutuali e indissolubili. E' una catena potente, largamente cosmopolita e strettamente nazionale allo stesso tempo, nel senso della razza. [...]  Ogni Ebreo, per quanto illuminato sia, conserva il culto tradizionale per l'autorità: è l'eredità della sua razza, il segno manifesto della sua origine orientale […]  L' Ebreo è dunque autoritario per posizione, per tradizione, per natura""  ( Michail Bakunin, Ai compagni della Federazione delle sessioni internazionali del Giura" (1872))

Bibliografia: M. Bakunin, Opere completeEdizioni "Anarchismo", 1977, vol. III, pp. 21 sgg  Cfr. anche Giuliano Romanelli, Bakunin e la rivoluzione anarchica, Galzerano editore, 1998 pp. 112-113 e  Mathieu Leonard, La prima internazionale. L’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi, Alegre,  2013 pp. 156-163, in cui, tra l’altro, si accenna a un Saggio sugli ebrei-tedeschi, scritto da Bakunin,  rimasto  incompleto e non pubblicato, e di cui alcuni frammenti sono stati recepiti dalla lettera  Ai compagni della Federazione delle sessioni internazionali del Giura"rimasta anch'essa, per lungo tempo,  inedita p. 161       

           

ANSELMO LORENZO
 
Bisogna comunque dire, che ancora prima dell’  “Affaire Dreyfus", le idee antisemite   (antiebraiche) furono risolutamente respinte,  in nome dell'internazionalismo, da alcuni autorevoli anarchici, tra cui per esempio, ANSELMO LORENZO. (cfr. brano)
Brano da commentare : "Su una lettera personale diretta agli amici di Barcellona, parlando della Conferenza, scrissi questa frase : " Se ciò che Marx ha detto di Bakunin è vero, questi è un infame, se no, lo è il primo; non vi sono altre possibilità, tanto gravi sono le critiche e le accuse che ho sentito ". Alerini o Farga comunicarono queste parole a Bakunin, ed egli rispose con una lunga lettera di difesa  [....] La cosa importante di quel documento, secondo l'impressione, che conservo, è che tra le accuse dirette da Bakunin contro  Marx assumeva rilevanza come ragione dell'odio, la circostanza che Marx era ebreo. Questo, che andava contro i nostri principi, che vogliono la fratellanza senza distinzione di razze, di religioni, mi provocò un effetto disastroso, e disposto a dire la verità, riporto ciò nonostante il rispetto e la considerazione che per molte ragioni merita la memoria di Bakunin" ( Anselmo Lorenzo, Il proletariato militante   )    
Bibliografia:  Anselmo Lorenzo, Il proletariato militante, Edizioni della rivista "Anarchismo" 1978 pp. 136-137  
                                                                                 
Fu comunque  grazie al cosiddetto " AFFAIRE DREYFUS”, scoppiato nel 1895, che la lotta contro l'antisemitismo divenne,  per la  maggior parte degli anarchici , parte integrante della dottrina anarchica  ed esso fu relegato, per lungo tempo, soltanto negli ambiti  dell' estrema destra e dell' integralismo cattolico  . Secondo  HANNAH ARENDT (1906-1975) , tale "affaire" fu  una  delle prime manifestazioni del “totalitarismo”, inteso come l’ espressione politica  tipica  delle moderne società di massa urbanizzate e industrializzate , caratterizzata, tra l'altro, dalla mobilitazione continua della popolazione  a fondo ideologico. Come è noto la condanna, nel 1894,  per spionaggio a favore della Germania di un ufficiale francese,   ALFRED DREYFUS (1859-1935), senza  prove, ma  pregiudizialmente sospetto a causa della sua origine ebraica, scatenò in Francia un durissimo conflitto, che  durò parecchi anni , tra “antidreyfusardi (  conservatori, difensori del prestigio dell’esercito, congregazioni religiose, tra cui i gesuiti,  e gruppi nazionalisti, antisemiti e xenofobi ,come l’ Action  Francaise ) e i dreyfusardi : intellettuali e scrittori come ANATOLE FRANCE e  ZOLA , radicali come CLEMENCEAU ,  socialisti come  JAURES .  Un  fondamentale ruolo nell' "Affare Dreyfus" fu svolto dagli anarchici e , in particolare , da BERNARD LAZARE e  da SEBASTIEN FAURE, ( cfr. post: PAUL ROBIN .........)  che furono tra i primi a  sostenere la difesa di Alfred Dreyfus estendendola a una lucida critica contro lo statu-quo  nazionalista e capitalista. Sebbene , in una prima fase, la maggior parte degli anarchici francesi fosse assai riluttante a intervenire nella disputa tra dreyfusardi e anti dreyfusardi  in quanto poco interessati a difendere un capitano dell'esercito ( e quindi esponente di quell'antimilitarismo che essi contestavano)  e appartenente a una famiglia ricca  ( e quindi rappresentativa della classe dominante borghese) proprio dall'impostazione , che  Lazare e Faure seppero dare  al loro intervento, essi cambiarono gradualmente idea . Inoltre l'adesione alla difesa di Dreyfus del giornale, assai popolare,  LE PERE PEINARD, "di EMILE POUGET (cfr, post, L'ANARCO-SINDACALISMO 1),  trasformò l' "affare Dreyfus, " da diatriba all'interno dell'esercito e della borghesia in una battaglia popolare, che mobilitò tutto il movimento operaio francese . (cfr. brani )
Brani da commentare: 1)  “L’ardire di Bernard Lazare nella lotta antidreyfusarda non è senza rapporto con le sue idee anarchiche: la sua ostilità libertaria contro lo Stato, contro i tribunali e contro la gerarchia militare è senza dubbio al cuore del suo impegno nella campagna, anche se i suoi opuscoli si collocano esclusivamente sul terreno della difesa dei diritti dell ’uomo. Neppure è un caso se “ Le  Libertaire” di Sebastien  Faure fu il primo giornale a manifestare la sua simpatia per la causa dreyfusarda  (dal novembre 1897) e se Peguy poteva scrivere nel febbraio 1898 :  " La rabbia antisemita è diventata padrona nelle nostre  strade urlando a morte [...] solo gli anarchici fecero il loro dovere […] essi furono i soli che osarono opporre la violenza per la giustizia alla violenza  per l’ingiustizia delle bande antisemite” 

Bibliografia:  in Michael Lowry, Redenzione e utopia , Bollati-Boringhieri , 1992, p. 199

BERNARD LAZARE
BERNARD LAZARE pubblicò, nel 1894, il libro  “  L ’Antisemitisme, son histoire et ses causes in risposta al libro  antisemita di grande successo, La France juive di  Edouard  Drumont, con cui  Lazare, poi, ebbe anche un duello. Nel 1896 Matthieu Dreyfus a nome della loro famiglia, chiese a Bernard Lazare di  intervenire in difesa del fratello, che scontava, ormai da circa due anni, la deportazione a vita nell’ Isola del Diavolo.   Fu con lo scritto di Bernard Lazare,  L’Affaire Dreyfus. Un erreur judiciaire , che ebbe inizio il movimento  pro-deyfusardo, anche se poi vennero ricordati maggiormente i contributi più tardivi di  Zola e di Jaures E fu  comunque Lazare  il primo a intuire in questo processo contro un francese di origine ebraica benestante e , almeno formalmente, "emancipata" una pesante minaccia per  tutti coloro che erano di origine ebraica, che, già, nell' Europa orientale,  vivevano  in miserabili condizioni di  esistenza e completamente privi di diritti politici e sociali . E se da giovane era stato fortemente attratto dal cattolicesimo, ora,  Lazare si convinse sempre di più che proprio la Chiesa fosse la più accanita propagandatrice dell'antisemitismo .(cfr. brani)
Brani da commentare: 1)    E’ (Dreyfus)  perché era ebreo che è stato arrestato, è perché era ebreo che è stato giudicato, è perché era ebreo che è stato condannato, è perché era ebreo che non si può far sentire in suo favore la voce della giustizia e della verità, e la responsabilità della condanna di questo innocente ricade interamente su coloro che l’hanno provocata attraverso i loro indegni incitamenti, attraverso le loro menzogne e le loro calunnie. E’ per colpa di questi uomini che un simile processo è stato possibile, è per colpa loro che non è possibile fare entrare la verità nella mente di tutti. Hanno avuto bisogno di un traditore ebreo proprio per sostituire il classico Giuda, un traditore ebreo da poter ricordare continuamente, ogni giorno, per far ricadere la sua infamia su tutta la razza; un traditore ebreo del quale servirsi  per dare un esempio pratico di una lunga campagna di cui l’affare Dreyfus è stato solo l’ultimo atto”  (Bernard Lazare L’affaire Dreyfus. Un errore giudiziario) ;  2)   ; “ E’ sempre la Chiesa che ha suscitato l’antisemitismo; l’ebreo ha sempre vissuto in pace con le popolazioni; queste disprezzavano il deicida ma vivevano familiarmente con l’ebreo. E’ il  lamento costante della Chiesa (…) che la popolazione viva familiarmente con l’ebreo; è sempre stata la Chiesa a scatenare i popoli contro gli ebrei, sia  per timore del proselitismo, del contagio di una certa incredulità, sia per poter restaurare il proprio prestigio o servire la propria politica” ( Carte Bernard Lazare);  3)“ Egli (Dreyfus)  ha incarnato in sé non solo le secolari sofferenze di questo popolo di martiri, ma i dolori attuali. Ho visto per suo tramite gli ebrei rinchiusi  nelle carceri russe (…) gli ebrei rumeni a cui si rifiutano i diritti dell’uomo, quelli della Galizia, proletari affamati dai trusts finanziari …” ( Bernard Lazare,  Antisémitisme et révolution in  Les lettres prolétariennes, marzo 1895 )

Bibliografia: Primo brano in  Bernard Lazare, Contro l’antisemitismo a cura di Massimo Sestili, Datanews, 2004 p. 28;  Secondo e terzo  brano  in Michael Lowry, Redenzione e utopia , Bollati-Boringhieri , 1992, p. 200

    Sebbene , quando era in vita , Bernard Lazare  fosse stato   minacciato più volte di  morte da parte degli  antisemiti , più tardi, brani,  dei suoi scritti sull' atteggiamento egoistico  degli ebrei ricchi, vennero , spesso,   usati da autori di libelli  antisemiti   allo scopo di far apparire , agli occhi dei loro lettori che poco conoscevano la sua vita e il suo pensiero,  Bernard Lazare stesso un antisemita. Bernard  Lazare stesso fu consapevole della contraddittorietà delle interpretazioni del suo pensiero nella società del suo tempo. (cfr. brano da commentare) 
Brano da commentare: “ Mi hanno rimproverato di essere stato antisemita e al tempo stesso di avere difeso troppo vivacemente gli ebrei e per giudicare ciò che io avevo scritto ci si è posti dal punto di vista dell’antisemitismo o di quello del filosemitismo. Ma avevano torto: io non sono né antisemita né filosemita. […] Ho voluto scrivere un testo imparziale.  Io non approvo l’antisemitismo, ma ho tentato di spiegarlo. Esso non era nato senza cause, e ho cercato quelle cause.” ( in  Lazare e L’affaire Dreyfus di Stefano Levi  Della Torre)

Bibliografia: Stefano Levi Della Torre, Lazare e L’Affair Dreyfus in Bernard Lazare, L’antisemitismo e l’ Affaire Dreyfus, Medusa, 2017 p. 116

 

Ci volevano  intellettuali  autorevoli come  Hannah  Arendt  e Michael Lowy per  far comprendereseppure da punti di vista differenti,  il profondo significato della presa di coscienza di Bernard Lazare, in seguito alla diffusione dell’antisemitismo, della propria identità ebraica e della  sua ribellione alla condizione di paria, riservata agli ebrei,  nella società francese ed europea. (cfr. brani da  commentare)
Brani da commentare:  1) Un giorno mi sono risvegliato da un sogno. Avevo vissuto  in mezzo a un popolo e io mi credevo dello stesso sangue … Mi credevo fratello di quelli che mi circondavano e il giorno in cui mi sono risvegliato, ho sentito che mi si riteneva di un altro sangue, di un’altra terra di un altro cielo di un’altra fraternità. Mi sono svegliato ebreo e ignoravo ciò che era un ebreo”  ( Bernard Lazare, Le fumier de Job ); 2)" Io voglio che si  sappia che io ho parlato per primo.  Che il primo che si levò contro il martire ebreo, fu un ebreo., un ebreo che ha sofferto  nel suo sangue e nella sua carne le sofferenze che sopportò l'innocente , un ebreo che conosceva a quale popolo di paria, di diseredati, di infelici egli apparteneva e che attinse da questa consapevolezza la volontà di combattere per la giustizia e la verità " ( Bernard Lazare, Lettera aperta del 1899 a M. Trarieux, presidente della Lega dei diritti dell'uomo ) 
3)  Alla luce del caso Dreyfus e della propria esperienza di lotta  a fianco degli ebrei in difesa di uno dei loro fratelli, Lazare finì col rendersi conto che ciò che realmente impediva  l’emancipazione del suo popolo non era l’antisemitismo. Era “ lo scoraggiamento di un popolo di poveri e di oppressi, i quali vivono dell’elemosina dei loro fratelli ricchi, un popolo che solo la persecuzione esterna, e non l’oppressione interna, può indurre ad insorgere, un  popolo di rivoluzionari nella società degli altri ma non nella propria” (  Hannah Arendt,  Herzl e Lazare (luglio 194); 4)    Una spiegazione possibile di questo primo sconvolgimento – anteriore, sia detto  di passata , all’Affaire Dreyfus – è la scoperta, da parte di Bernard Lazare, dei grandi testi profetici della Bibbia , simultaneamente con la presa di coscienza (forse grazie alla stessa propaganda antisemita che incessantemente agitava lo spauracchio della sovversione ebraica) dell’onnipresenza del rivoluzionario ebreo nelle società moderne […] E’ evidente che per il socialista libertario, questa scoperta dell’anarchismo nel cuore stesso della tradizione  ebraica era un momento decisivo nello strano processo di “conversione “ che attraversa le pagine del suo libro sull’antisemitismo. Questi tre elementi – l’idea di giustizia, quella di eguaglianza e quella di libertà – conformano secondo Bernard Lazare lo spirito rivoluzionario nell’ebraismo. Beninteso, anche altri popoli hanno predicato queste idee, ma  essi non credevano che la loro realizzazione totale fosse possibili in questo mondo; gli ebrei al contrario credettero non solo che la giustizia, la libertà e l’eguaglianza potevano essere sovrane nel mondo, ma si credettero specialmente investiti della missione di lavorare per questo regno […] Per  tutte queste ragioni, e perché egli è un paria perseguitato senza agganci nelle strutture sociali stabilite, l’ebreo è diventato nelle società moderne “un buon fermento di rivoluzione”. ( Michel Löwre, Redenzione e Utopia…)
 
Bibliografia: Primo e secondo brano in Freddy Gomez, Bernard Lazareorthodoxe  en rien in A Contretemps n. 18, octobre 2004 in http://acontretemps.org/spip.php?article56 ;  terzo brano in Hannah Arendt in  Ebraismo e modernità, Universale Economica Feltrinelli, 1993, p. 32 ;  quarto brano in  Michel Löwre, Redenzione e Utopia. Figure della cultura ebraica mitteleuropea, Bollati Boringhieri, 1992, pp. 195,  196, 197

Per quanto riguarda infine il pensiero  di Bernard Lazare sul “sionismo” , sull’ “internazionalismo “, sulla “nazione” ( o patria ebraica)   ,  cfr. post “ DAL SIONISMO LIBERTARIO AGLI ANARCHICI CONTRO IL MURO”

SEBASTIEN FAURE
SEBASTIEN FAURE fu il primo anarchico che appoggiò Bernard Lazare  nella difesa di Dreyfus , dapprima sul giornale  Le libertaire, fondato da lui, nel 1985 e più tardi, nel 1899,  su  Le journal du Peuple.  Importante fu anche il suo opuscolo Les anarchistes et l’ Affaire Dreyfus pubblicato nel 1898. (cfr. brani)
Brani da commentare:  1)“ L’affaire Dreyfus non  è più l’affare Dreyfus  (…)  esso  pone all’ordine del giorno tutta intera la questione sociale con le sue complessità..” ( Sebastien Faure,  Le Libertaire 29-1-1998) ; 2) “… portare la fiaccola (flambeaul)  nelle caverne dello Stato maggiore, convincere della iniquità la magistratura civile e militare, smascherare la complicità criminale dei poteri pubblici, demolire il credito della sentenza giudicata,  far risultare evidente  una volta di più agli occhi di tutti la nullità delle solenni declamazioni e dei falsi giuramenti di cui si macchia giornalmente la tribuna parlamentare; per questa opera di onestà e di giustizia io mi appassiono / […] la  questione Dreyfus sparisce e fa posto alla sola che ci  sommuove: la questione sociale. Ecco perché noi ce ne siamo occupati , ce ne interessiamo e continueremo. “ ( Sebastien FaureIl n’y a pas d’affaire Dreyfus  7 juillet [sic] 13 aôut  )  3)  “ L’antisemitismo al momento attuale è il movimento in cui tutta la feccia  (debris) decaduta ha posto  le loro supreme speranze di restaurazione. Relitti realisti, i rifiuti plebiscitari e napoleonici, residui boulangisti e scorie clericali, tutte le canaglie reazionarie si sono date appuntamento in questa fogna raccoglitrice “  ( Sebastien Faure in Les anarchistes et l’affaire Dreyfus); 4)  “… Nessuno è tenuto a seguirmi/ […] Io non impegno che me / ma quando io percepisco la verità, io marcio verso di essa senza   preoccuparmi (enqueter) di sapere se noi saremo centomila o se io sarò solo / Io so che Dreyfus è innocente. / Io vedo dipingersi ( se peindre) sul suo viso una indicibile sofferenza […] E io vedo i banditi, i falsari,  i vili, i prezzolati, i  fanatizzati (fanatisès) e i  sciovinisti sputargli in faccia, ridere delle sue torture e trionfare. / Che mi importa ciò che è stato ieri questo sofferente, ciò che sarà forse domani se il suo martirio prende fine, io non lo so; egli è attualmente una vittima e io  detesto i suoi carnefici.  Io voglio smascherarli e sollevare contro di loro la riprovazione universale. Ciò facendo, agisco da rivoluzionario ( Sebastien Faure, Dreyfus est  innocent 28  aôut – 3 septembre 1898).
Bibliografia: in http://affaire Dreyfus.com/2015/01/07/a-propos-de-sebastien-faure…
                                                                            

EMILE POUGET
Ancora, nel gennaio 1898,  EMILE POUGET sul suo giornale,  “ Le Père Peinard” , che  godeva di un grandissimo prestigio tra gli operai, ribadiva la sua  ferma decisione di non schierarsi con i dreyfusiani adducendo, tra l’altro, il motivo della indifferenza  degli intellettuali, schierati per difendere il capitano Drejfus, per la sorte dei numerosi compagni  anarchici che  languivano nelle prigioni (cfr. brano). 
Brano da commentare: “ Vedete,  bravi  compagni  ( bons bougres)  finché il povero popolo cade sotto i colpi dei giudici (jugiers) e delle guardie  carcerarie ( garde-chioumers ), i giornalisti ( journaleux ) rimangono indifferenti e muti come carpe. Ma ciò muta registro quando  un borghese  (jean-foutre) delle alte sfere si trova preso nella rete”…. E voi,  Signor Zola, perché non esigete con lo stesso ardore che per Dreyfus, la messa in libertà di Girrier-Lorion, di Meunier, di Chevry, di Monod,, di Liard-Courtois, di Vauthier, di Lardoux? Dite… Perché? " ( Emile Pouget, in Père Peinard, 16-1-1998)
Bibliografia:  in  Xose Ulla Quiben, Emile Pouget. La plune rouge et noir du Père Peinard,  Les editions libertaires, 2006 p. 209 

Tuttavia già a partire dall’ottobre 1898 di fronte alla campagna violenta degli antisemiti e dei nazionalisti  e alle voci di un tentativo di un colpo di Stato della destra,  Pouget  cambiò atteggiamento e  lanciò un appello alla classe operaia a scendere in piazza. (cfr. brano) 
Brano da commentare. “ Per fare perdere loro (gli antisemiti e i nazionalisti ) ogni  illusione sarà sufficiente che il popolo  dica la sua (mette son grain) nella discussione .. Ora questo intervento del popolo è  in realtà facilmente possibile tanto più che   i  Pantafolai ( Pantuplards )  commetteranno   l’ errore ( auraient tort) )   di dimenticare che  “ nella strada … il popolo è a casa sua (chez lui)” ( Emile Pouget A qui  la rue, au populo  in      Le Pére Peinard, 9 ottobre 1998 )
 Bibliografia:  in  Xose Ulla Quiben, Emile Pouget. La plune rouge et noir du Père Peinard,  Les editions libertaires, 2006 p. 215 

Anni più tardi , nel 1909,  nel suo romanzo, scritto insieme a Emile Pataud Comment nous ferons la révolution  Emile Pouget ricorderà quegli avvenimenti. (cfr. brano) 
Brano da commentare: “… Il resto dei partiti della reazione, che si potrebbe qualificare come preistorici, pensarono  (crurent) che fosse l’occasione propizia per attirare l’attenzione su di loro. Questi  esseri contorti  (tartigrades) , che  si illudevano di fare accettare le loro grida di “Viva il re”  mescolandoli con quelle di “ Morte agli ebrei “ provocarono delle  dimostrazioni. Essi avevano sperato  di traviare il popolo  montandolo ( en aumentant) contro il capitale ebreo, contro le banche  semite. L’accoglienza che gli si fece provò quanto essi  erano retrogadi: essi furono  scherniti e   in modo vigoroso dai lavoratori che non si lasciarono trarre in inganno da queste sottigliezze di un’altra epoca “ (  Pouget e Pataud, Comment nous ferons la Révolution, 1909)
Bibliografia:  in  Xose Ulla Quiben, Emile Pouget. La plune rouge et noir du Père Peinard,  Les editions libertaires, 2006 p. 223
                                                                               
CAMILLO BERNERI

Dopo la relativamente felice conclusione dell’ “Affaire Dreyfus” fu assai diffusa , nei primi decenni del XX secolo, in Europa , tra gli intellettuali, l’opinione che l’antisemitismo, con il progredire della scienza,  fosse un fenomeno nettamente in regresso e destinato a scomparire.  Per tale motivo si fu,  negli ambienti più illuminati e libertari della sinistra , alquanto impreparati ad affrontare l’ improvvisa ed inarrestabile , negli anni trenta, espansione   delle idee antisemite e razziste in Europa e in particolare nella Germania nazista  , seguita da lì a poco, dall’ Italia fascista. Tra gli anarchici  chi si avvide    della estrema  pericolosità e minaccia per una futura emancipazione libertaria umana, di  quelle concezioni  irrazionali  e , al tempo stesso, pseudo scientifiche, fu, secondo quanto afferma, tra gli altri,  Alberto Cavaglioni,  Camillo Berneri, nel suo opuscolo “Il delirio razzista “, scritto, in Francia,  nel 1934.  (cfr. brano)
Brano da commentare: “  … Che Berneri vada considerato oggi un intellettuale del nostro Novecento tra i più attenti al problema ebraico, ipersensibile  dinnanzi  ai segni premonitori di una campagna razziale imminente, ma da nessuno, escluso appunto lui, avvertita come tale, mi sembra ormai un dato acquisito, adesso che la sua opera omnia può essere facilmente raggiungibile. Ma è comunque un dato ancora sconosciuto  ai più . […] Non solamente all’interno del variegato panorama dell’ emigrazione, ma, più generalmente, nell’ambito della storia culturale italiana devo dire che è difficile trovare pagine più penetranti ed acute di quelle scritte nel volumetto El delirio racista, …….”  ( Alberto Cavaglion Camillo BerneriL ’anarchico filosemita (1985)
Bibliografia: Alberto Cavaglion,  Camillo BerneriL ’anarchico filosemita in AAVV, memoria antologica saggi critici e appunti biografici  in ricordo di Camillo Berneri nel cinquantesimo della morte,   Ed.  Archivio Famiglia Berneri, 1986,  p. 128 

In  Il delirio razzista, Berneri pone in risalto, in modo pacato e  ben documentato,   tutti gli aspetti  pseudo- scientifici  e farneticanti  dell’antisemitismo e del razzismo ,  (il mito della  “razza pura”,  il “matrimonio razzista”, la “sterilizzazione hitleriana “, ecc,) totalmente asserviti alla conquista del potere, perseguita da Hitler e dal Partito nazional-socialista.  (cfr. brano)   
Brano da commentare: “  Il fascismo, trionfo dell’ irrazionale, ha fatto propri i miti più screditati dell’etnologia prescientifica. Uno dei teorici dell’hitlerismo (ammesso che questo possa essere considerato un corpo dottrinario), Ernst Krieck, nel suo libro “ Educazione politica nazionale "(pag. 17) proclama la necessità di sottomettere la scienza alla politica nazional-socialista, sanzionando così la fine della scienza. “ L’era della ragione pura”, della “scienza per la scienza “ disinteressata è finita. Ogni scienza che collabora attivamente ad un obiettivo generale diventa politica e, così come la politica, è imbevuta, nei suoi  principi come nelle sue realizzazioni , di razzismo, di nazionalismo e di nazional-socialismo”.  Che l’hitlerismo segni una grande eclissi dell’intelligenza e della cultura tedesca è assolutamente evidente nel delirio razzista, vera e propria psicosi collettiva. Il 25 marzo , 1933, Goering, allora ministro degli Interni del Reich, dichiarava ai rappresentanti della stampa estera: “ L’antisemita appartiene con ogni evidenza al programma ufficiale del partito nazional-socialista ed il modo in cui questo ha forgiato le sezioni d’assalto evidenzia che oggi ogni componente delle sezioni d’assalto volge il suo sguardo verso il professor Einstein con un sentimento di superiorità razziale “   ( Camillo Berneri , Il delirio razzista,  Francia 1934)
Bibliografia:  Camillo Berneri, Mussolini “normalizzatore” e il Delirio razzista, Ed. Archivio Famiglia  Berneri, Pistoia 1986, p. 38

Infine, nella conclusione  di questo opuscolo, Berneri  lanciò  un  quantomai opportuno, anche se non fu, sul momento, adeguatamente ascoltato, allarme sull' allora  minacciosa e incombente persistenza  del problema razziale e antisemita.(cfr. brano)
Brano da commentare:  “... Sembrava che ormai si fosse superato il pregiudizio razziale nelle classi colte delle nazioni più progredite. E invece persiste. In Austria, nell’ottobre del 1933, hanno sancito un divorzio tra un …. ariano e una ebrea con una sentenza , in cui, tra i considerando che, figura l’incompatibilità di carattere derivante dalla  differenza di razza dei due coniugi, differenza che deve “ in una simbiosi così intima come il matrimonio, provocare indefettibilmente  profondi conflitti”. In Lettonia il partito nazional-socialista propugna l’interdizione dei matrimoni tra ebrei e non-ebrei. In Francia si è costituita una lega celtica apertamente razzista e antisémita. Negli Stati Uniti d'America ci sono leggi che proibiscono il matrimonio tra negri e bianchi, università che rimangono chiuse agli studenti negri, antropologi che parlano di “razza americana”. (e non parliamo dei linciaggi!). E tra le testate che predominano sulla stampa nazionalista italiana si trovano queste: “ La razza”, “ La stirpe”, “Il grido della stirpe , ecc.  Mi riferiscono che Rudolf Rocker ha pubblicato un’interessante e preziosa opera sulla questione razziale. Spero che venga tradotta in tutte le lingue principali, dato che la questione delle razze è destinata ad affiorare ad ogni crisi profonda in cui precipiti una nazione…” ( Camillo Berneri , Il delirio razzista,  Francia 1934 )
Bibliografia:  Camillo Berneri, Mussolini “normalizzatore” e il Delirio razzista, Ed. Archivio Famiglia  Berneri, Pistoia 1986, p. 85. Nota: personalmente non so nulla di quest’opera di Rocker e condivido pienamente l’ auspicio di Berneri che sia , prima o poi, tradotto anche in italiano. 

Mi sembra, infine,  utile  citare un  brano , tratto dal libro di Jean-Narc Irzine, Les Libertaires du Yddishland, in cui l'autore traccia una lucida sintesi, da un punto di vista anarchico, dell' antisemitismo  dall' "affaire Dreyfus sino ai nostri giorni .
Brano da commentare:  “… Esiste un  antisemitismo diffuso nel movimento operaio prima dell’  affare Dreyfus,  sostenuto  ideologicamente  da figure come gli anarchici Proudhon e persino Bakunin, il fourierista Alphonse Toussenet , i comunardi Jules Vallès , Gustave  Tridon e Henri Rochefort. Ma è fondamentale di ricordare il capovolgimento profondo che si  realizzò nell’ ambito dei movimenti socialisti e anarchici al tempo (moment)  dell’ affare Dreyfus , cioè  verso la fine del XIX secolo.  L’antisemitismo prese allora i suoi tratti distintivi  nei ranghi dell’estrema destra  mentre che i movimenti progressisti impregnati di umanesimo, di universalismo e di antirazzismo chiarificarono le loro posizioni .   Mentre questi ultimi consideravano precedentemente l’ “Ebreo” come intrinsecamente legato  alla classe capitalista, l’affare Dreyfus costituisce una svolta che fissa (ancre) chiaramente il movimento operaio e le sue organizzazioni nella lotta contro il razzismo  e l’antisemitismo. Dall’inizio del XX secolo , l’antisemitismo  diventa  “ la scienza degli imbecilli” relegando una ultra minoranza di individui o di piccoli gruppi ai margini del movimento sociale.  Una filiazione,  cioè un piccolissimo numero di reti di collegamento ( in senso  (en  terme)  militante completamente isolati nel movimento  complessivo e non rappresentando per lo più che essi stessi,  persiste nell’  errore , fino ai nostri giorni, nella deriva revisionista, negazionista, cospirazionista e  il confusionismo.  Questi gruppi ultra minoritari rovesciano puntualmente il loro fiele antisemita nei quartieri popolari  resi fragili  dalla miseria sociale.  Tuttavia la  descrizione  della situazione  attuale non può limitarsi a qualche “ anarsinfrapolitici o ultra sinistri (ultragauches ) deliranti.  La nostra preoccupazione attuale  è che la classe sfruttata comprenda a qual punto ogni razzismo  costituisca  globalmente un veleno, quello della divisione, che la indebolisce a profitto della classe capitalista e del suo ultimo baluardo in caso di crisi sociale ed economica acuta,  il fascismo, che cerchi di captare il voto popolare. […] Ai libertari tentati dal vicolo cieco  che è l’antisemitismo, noi  ricordiamo che l’etica anarchica, per la sua stessa essenza, non può tollerare nessuna deriva razzista.  Essendo ciò un principio originale di questo ideale…” ( Jean- Marc Irzine, Les libertaires du Yddishland,  )

Bibliografia: Jean Marc Izrine,  Les libertaires du Yiddishland, ,  Alternative libertaire pp.  7-9 . Traduzione italiana mia.  Credo che nel frattempo sia uscita una edizione italiana di questo bel libro, ma non sono riuscita a trovarla.,

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 

 
 
 
 
 
 

 
 

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