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KARL MARX
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Accanto all’antisemitismo di destra ( integralismo cattolico,
nazionalismo sciovinista, fascismo e nazismo), ve
ne è uno, per il momento ancora minoritario,
anticapitalista, orientato a sinistra , apparso già agli inizi del movimento
socialista ed operaio, in anni, in cui tra l’altro, si stavano consolidando
pregiudizi e generalizzazioni sui gruppi etnici, popoli e “razze” con il
supporto di teorie e metodi pseudo-scientifici,
(ritenuti tali, oggi, ma non allora) . Persino Marx, pur essendo di origine ebraica , non ne fu esente (cfr. primo e secondo brano da
commentare)
Brano da commentare: 1) Anche se l’antisemitismo era una dottrina
minoritaria tra i socialisti dichiarati, esso non era però privo di importanza.
Si ricorda di solito la frase di August Bebel,
fondatore nel 1869 del partito
socialdemocratico tedesco, secondo la quale “l’antisemitismo è il
socialismo degli sciocchi” e , se è vera, vi sono molti di questi sciocchi,
compresi antesignani famosi Charles Fourier (1772-1837), Alphonse Toussenel (1803-1885), Pierre
Leroux (1797-1871, e , per alcuni loro scritti, anche Karl Marx e Friedrich Engels. Secondo
Fourier, gli ebrei erano “parassiti, bottegai ed usurai” dediti
complessivamente a ”depravazioni
mercantili”.[…] Persino gli ebrei, o per meglio dire, gli ex ebrei che
militavano nelle file socialiste furono influenzati dalle idee antiebraiche che
circolavano in questi ambienti ed elaborarono una specie di odio ebraico di
sinistra per sé. L’esempio più famoso di ciò è naturalmente Karl Marx, nipote
battezzato di un rabbino, il cui famoso saggio
Sulla questione ebraica, pubblicato nel 1844, è diventato uno dei
classici della propaganda antisemita. ..."( Bernard Lewis, Semiti e antisemiti…) 2) "
Consideriamo l’ebreo reale mondano, non l’ ebreo
del Sabbath, come fa Bauer, ma l’ebreo
di tutti i giorni. Cerchiamo il segreto dell’ebreo non nella sua religione,
bensì cerchiamo il segreto della religione nell’ebreo reale. Qual è il
fondamento mondano del giudaismo? Il bisogno pratico, l’egoismo. Qual
è il culto mondano dell’ebreo? Il traffico.
Qual è il suo Dio mondano? Il denaro. Ebbene , l’emancipazione dal traffico e dal denaro dunque dal giudaismo pratico e reale, sarebbe l’auto-emancipazione
del nostro tempo. […] Noi riconosciamo dunque nel giudaismo un universale
elemento attuale antisociale, il
quale attraverso lo sviluppo storico cui gli ebrei per questo lato cattivo
hanno collaborato con zelo, venne sospinto fino al suo presente vertice, un
vertice sul quale deve necessariamente dissolversi. L’emancipazione degli ebrei nel suo significato ultimo è la
emancipazione dell’umanità dal giudaismo.
L’ebreo si è già emancipato nel modo giudaico. “ L’ebreo che ad es. a Vienna è
solo tollerato, con la sua potenza finanziaria determina il destino di tutto l’impero.
L’ebreo, che nel più piccolo Stato tedesco può essere privo di diritti, decide
delle sorti dell’Europa. […] Qual’ era in sé e per sé il fondamento della
religione ebraica? Il bisogno
pratico, l’egoismo. […] Il dio del
bisogno pratico e dell’egoismo è
il denaro. Il denaro è il geloso dio
d’Israele, di fronte al quale nessun altro dio può esistere. Il denaro avvilisce
tutti gli dei dell’uomo, e li trasforma in una merce. Il denaro è il valore universale , per sé,
costituito, di tutte le cose. Esso ha perciò spogliato il mondo intero, il
mondo dell’uomo e la natura del lovalore peculiare. Il denaro è l’essenza estraniata all’uomo, ,
del suo lavoro e della sua esistenza, e questa essenza estranea lo domina, ed
egli l’adora. Il dio degli ebrei si è mondanizzato, è divenuto un dio mondano.
La cambiale è il dio reale dell’ebreo. Il suo dio è soltanto la cambiale
illusoria. […] Ciò che si trova astrattamente nella religione ebraica, il
disprezzo della teoria, dell’arte, della storia dell’uomo come fine a se stesso,
è il reale, consapevole punto di
partenza, la virtù dell’uomo del denaro. Lo stesso rapporto generico, il
rapporto tra uomo e donna ecc., diviene un oggetto di commercio! La donna è
oggetto di traffico. La chimerica nazionalità dell’ebreo è la nazionalità del
commerciante, soprattutto del finanziere. […] Non appena la società perverrà a
sopprimere l’essenza empirica del giudaismo, il traffico e i suoi presupposti,
l’ebreo diventerà impossibile… L’emancipazione sociale dell’ebreo
è l’emancipazione della società dal
giudaismo. ( Karl Marx, La questione ebraica 1843)
Bibliografia: Primo brano: Bernard Lewis , Semiti e antisemiti.
Indagine su un conflitto e su un pregiudizio, Società editrice Il Mulino, 1986 pp.119, 120
e 121 . Secondo brano: Karl Marx, La questione ebraica, Editori Riuniti,
introduzione di Umberto Cerroni, 1978,, p. 79, 80, 82, 85 . Cfr. anche Leon
Poliakov, Storia dell'antisemitismo vol. III. Da Voltaire a Wagner, La
Nuova Italia, 1976 pp. 484ss. e in particolare p. 487 dove l’identità
di Ebreo dei propri avversari politici , volutamente messa in risalto, è
accompagnata da “invettive di prammatica” corrispondenti, per lo più, agli
stereotipi, che circolavano contro gli ebrei in quei tempi. E per quanto riguarda Lassale diceva: “ la
forma della sua testa e dei suoi capelli dimostra che discende dai Negri che si
sono accoppiati con la torma di Mosé al tempo dell’esodo dall’Egitto”.
Generalizzazioni e pregiudizi
ingiuriosi contro gli ebrei furono , prima dell’ “Affaire
Dreyfus”, presenti anche tra gli anarchici e in particolare in Proudhon e in
Bakunin. (cfr. brano da commentare)
Brano da commentare: “ In generale, i
sostenitori e i fautori del socialismo ignorano o addirittura negano la
presenza dell’antisemitismo tra le proprie file. Gli anarchici, in questo non
fanno eccezione. Qui m’interesserò soprattutto
di Proudhon e di Bakunin. Anche nei
loro scritti, come in quelli di tanti antisemiti si trova un miscuglio di
giudizi irrazionali sugli ebrei: nazione, religione, popolo, classe non
produttiva, capitalisti e così via. In Proudhon , quando parla degli ebrei, si
trovano soprattutto generalizzazioni. In Bakunin “l’essere ebreo” diventa un
argomento polemico nei confronti di qualcuno. E lui che decide che l’avversario
è un ebreo! Le osservazioni più deplorevoli negli scritti dei due padri dell’
anarchia non sono state pubblicate in vita. I passaggi peggiori contro gli ebrei si trovano nei Carnets
di Proudhon e nello scritto
di Bakunin contro Moses Hess, pubblicato da Max Nettlau nel quinto volume delle
Opere .
In effetti non si può non criticare anche Hess, che definiva Bakunin un
“barbaro russo”. E’ riprovevole, ma non è una scusa per l’antisemitismo di
Bakunin, il quale aveva perfino avuto l’idea di scrivere un saggio sugli “ebrei
tedeschi”. Nella polemica contro Marx utilizzava regolarmente l’espressione
“ebreo tedesco “ in senso dispregiativo. […] Osserviamo poi per inciso che
quando Bakunin dice “ebreo tedesco”, l’aggettivo “tedesco” è addirittura
peggiorativo della qualifica di “ebreo”! ( Rudolf de Jong, Il dibattito
anarchico sull’antisemitismo)
Bibliografia: Rudolf de Jong, Il dibattito anarchico
sull’antisemitismo in Amedeo Bertolo
(a cura di), L’ Anarchico e l’ Ebreo.
Storia di un incontro, Elèuthera, 2001, pp. 151-152. Cfr. anche su questo stesso libro, Mina Graur, Anarchismo
e sionismo: il dibattito sul nazionalismo ebraico pp. 135-136 , dove
vengono, in sintesi, esposte le opinioni di Proudhon e di Bakunin sui concetti di nazione e nazionalismo
e sui loro pregiudizi nei confronti dell’ebraismo.
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PIERRE JOSEPH PROUDRON |
Sebbene
la maggior parte delle deliranti speculazioni
antisemite e xenofobe di Proudhon siano state rese note solo dopo la sua morte, la loro possibile influenza sull’antisemitismo di destra e di
sinistra successivi non va sottovalutata. (cfr. brani)
Brani da commentare: 1)
"L'ebreo è per temperamento antiproduttore, né agricoltore, né
industriale, e neanche veramente commerciante. E' un intermediario, sempre
fraudolento e parassita, che, negli affari come nella filosofia, opera mediante
la fabbricazione, la contraffazione, l'intrigo. Non conosce che il rialzo e il
ribasso, in rischi di trasporto, gli incerti del raccolto, l'alea
dell'offerta e della domanda . La sua politica economica è tutta
negativa; è il principio del male, Satana, Ahriman, incarnato nella razza di Sem". ( Proudhon, Césarisme et christianisme ); 2) Mentre gli ebrei si impadroniscono completamente della banca, del credito e dell'accomandita, regano sulle manifatture e ipotecano la proprietà, eserciti di lavoratori belgi, tedeschi, inglesi, svizzeri, spagnoli sostituiscono nelle industrie gli operai francesi e già invadono le campagne (J.P: Proudhon, De la Justice..) 3) Nazionalità francese . Invasa da
Inglesi, Tedeschi, Belgi, Ebrei, ecc. La Dichiarazione dei diritti dell' uomo,
il liberalismo del 1789, 1814, 1830 e 1848 non hanno giovato che agli
stranieri. Che importa agli stranieri del dispotismo governativo? Non sono del
paese; ci vengono solo per sfruttarlo. E così il governo ha interesse a
favorire gli stranieri, la cui razza scaccia insensibilmente la nostra [...] Qualche pagina fortemente accentuata sugli Ebrei. Una massoneria in Europa. Una razza incapace di formare uno Stato, ingovernabile da se stessa, che è meravigliosamente abile nello sfruttare gli altri. Analoga ai Boemi, ai Polacchi emigrati, ai Greci, e a chiunque è vagabondo" ( J. P. Proudhon, France et Rhine ); 4) “ Ebrei. Fare un articolo contro questa razza che
avvelena tutto, ficcandosi dappertutto senza fondersi mai con nessun popolo. Chiederne
l’espulsione dalla Francia, eccettuati gli individui sposati con delle
francesi. Abolire le sinagoghe, non ammetterli a nessun impiego, perseguire,
infine, l’abolizione di questo culto. Non per niente i Cristiani li hanno
chiamati deicidi. L’Ebreo è il nemico del genere umano. Bisogna rispedire
questa razza in Asia, oppure sterminarla”. ( Carnets de P:J: Proudhon, , vol.2
, 1960-61).
Bibliografia: Primo , secondo e terzo brano in Leon Poliakov,
Storia dell'antisemitismo vol. III. Da Voltaire a Wagner, La Nuova Italia, 1976
p. 429 e pp. 432 - 433. e cfr. anche Bernard Lewis , Semiti e antisemiti. Indagine su un
conflitto e su un pregiudizio,
Società editrice Il Mulino, 1986 p. 120. Secondo Mathieu Léonard : “ La portata dell’odio furibondo per gli
ebrei in Proudhon si conoscerà solo dopo la sua morte, quando saranno
pubblicati i suo Carnets” in La prima Internazionale. L’emancipazione
dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi, Alegre, 2011, p.162 infra
nota n. 66
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MICHAIL BAKUNIN |
E duole
dirlo, ma anche BAKUNIN manifestò idee antisemite soprattutto nel
corso della sua polemica con Marx, che, come è noto, assunse toni
particolarmente insultanti da entrambe le parti . Va dettom comunque, che ciò non impedì a Bakunin di riconoscere anche alcune qualità positive del suo avversario politico. (cfr. brano)
.
Brano da commentare: " Il
signor Marx è di origine ebraica. Si può dire che riunisca in sé tutte le
qualità e tutti i difetti di questa razza capace. Nervoso secondo alcuni sino
alla depressione, eccessivamente ambizioso e vanitoso, litigioso, intollerante
e assoluto come Jehova il signor dio degli avi e, come lui, vendicativo sino
alla follia. Non c’è menzogna né calunnia che non sia capace d’inventare e di
diffondere contro chi abbia avuto la disavventura di suscitare la sua gelosia,
o che è la stessa cosa, il suo odio. E non c’è intrigo per quanto ignobile che
rinunci a impiegare se a suo giudizio, quasi sempre errato, questo intrigo può
rafforzare la sua posizione, la sua influenza e allargare il suo potere. Sotto questo aspetto è veramente un consumato uomo politico. Queste sono le sue qualità negative. Ma di positive ne ha molte. E' molto intelligente e di una smisurata erudizione enciclopedica. [...] E' raro trovare un uomo che sappia e legga tanto e che legga così intelligentemente come il signor Marx . L'argomento esclusivo dei suoi studi era già allora la scienza economica. [...] (Marx) ha enunciato e dimostrato l'indubbia verità , confermata dalla storia passata e contemporanea della società umana, dei popoli e degli Stati, che il fatto economico ha sempre preceduto e precede sempre il diritto giuridico e politico. Nella esposizione e nella prova di questa verità consiste uno dei principali meriti scientifici del signor Marx. " ( Michail Bakunin, Stato e Anarchia, estate 1873)
Bibliografia:
Michail Bakunin, Stato e anarchia, Feltrinelli 1970 pp. 168, 169 e 170. Il merito scientifico di Marx lodato da Bakunin è stato poi ridimensionato da Errico Malatesta, che in suo articolo del 1926, scrisse che " Bakunin nell'economia politica e nell'interpretazione della storia " fu "troppo marxista...". cfr. Errico Malatesta, Rivoluzione e lotta quotidiana, a cura di Gino Cerrito, edizioni Antistato, 1982, p. 42 nota 2
Accuse
di Bakunin, più esplicitamente, dirette proprio contro gli ebrei,
considerati spesso come un’ unità indifferenziata e atemporale, indicata
significativamente con l'espressione " L'ebreo", sono contenute nella
lettera “Ai compagni della Federazione delle sessioni internazionali del Giura"
(1872), scritta
in seguito ad attacchi persistenti da parte della componente socialista
autoritaria della Prima Internazionale. In questa lettera, prescindendo
da una ricostruzione ( non sempre rispettosa dell' effettivo contesto storico e socio-economico complessivo) materialistica , e direi quasi "marxista", della storia degli ebrei, vi sono sparse nel
testo considerazioni , che fondandosi su un concetto astorico
e pseudo-scientifico come quello di razza possono, oggi, considerarsi
oggettivamente razziste. (cfr. brano)
Brano da commentare:
"La razza degli Ebrei è una razza molto interessante. Essa è, nello
stesso tempo, strettamente nazionale, ed internazionale per eccellenza, ma nel
senso dello sfruttamento. […] Gli Ebrei sono sempre stati una razza molto
intelligente e molto infelice, inumana, crudele, e vittima al tempo stesso, persecutrice e perseguitata. [...] Come tutte le altre nazioni della terra, con tutte le qualità e i difetti che la distinguono, essa è il prodotto fatale della storia. Sarebbe dunque ingiusto rimproverarle questi misfatti; ma dato che costituisce oggi un'incontestabile potenza, è bene, è necessario, ristudiarla bene ; [...] Non è più il culto superstizioso di Jehovah che costituisce oggi l'Ebreo; un Ebreo battezzato non è con ciò meno Ebreo. Vi sono degli Ebrei cattolici, protestanti, panteisti ed atei, degli Ebrei reazionari, liberali e persino degli Ebrei democratici e degli Ebrei socialisti. Innanzitutto, essi sono degli Ebrei, e questo fatto stabilisce tra tutti gli individui di questa razza singolare, attraverso tutte le opposizioni religiose, politiche e speciali che li separano, una unione e una solidarietà mutuali e indissolubili. E' una catena potente, largamente cosmopolita e strettamente nazionale allo stesso tempo, nel senso della razza. [...] Ogni Ebreo, per quanto illuminato sia, conserva il culto tradizionale per l'autorità: è l'eredità della sua razza, il segno manifesto della sua origine orientale […] L' Ebreo è dunque autoritario per posizione, per tradizione, per natura"" ( Michail Bakunin, “Ai compagni della Federazione delle sessioni internazionali del Giura"
(1872))
Bibliografia: M.
Bakunin, Opere complete, Edizioni "Anarchismo",
1977, vol. III, pp. 21 sgg. Cfr. anche Giuliano Romanelli, Bakunin e la
rivoluzione anarchica, Galzerano editore, 1998 pp. 112-113 e Mathieu Leonard, La
prima internazionale. L’emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori
stessi, Alegre, 2013 pp. 156-163, in
cui, tra l’altro, si accenna a un Saggio sugli ebrei-tedeschi, scritto
da Bakunin, rimasto incompleto e non pubblicato, e di cui alcuni
frammenti sono stati recepiti dalla lettera
“Ai compagni della Federazione delle
sessioni internazionali del Giura"rimasta anch'essa, per lungo tempo, inedita p. 161
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ANSELMO LORENZO |
Bisogna comunque dire, che ancora prima dell’ “Affaire Dreyfus", le idee antisemite (antiebraiche) furono risolutamente
respinte, in nome
dell'internazionalismo, da alcuni autorevoli anarchici, tra cui per esempio, ANSELMO LORENZO. (cfr. brano)
Brano da commentare : "Su una lettera
personale diretta agli amici di Barcellona, parlando della Conferenza, scrissi
questa frase : " Se ciò che Marx ha detto di Bakunin è vero, questi è un
infame, se no, lo è il primo; non vi sono altre possibilità, tanto gravi sono
le critiche e le accuse che ho sentito ". Alerini o Farga
comunicarono queste parole a Bakunin, ed egli rispose con una lunga lettera di
difesa [....] La cosa importante di quel documento, secondo
l'impressione, che conservo, è che tra le accuse dirette da Bakunin
contro Marx assumeva rilevanza come ragione
dell'odio, la circostanza che Marx era ebreo. Questo, che andava contro i
nostri principi, che vogliono la fratellanza senza distinzione di razze, di
religioni, mi provocò un effetto disastroso, e disposto a dire la verità,
riporto ciò nonostante il rispetto e la considerazione che per molte ragioni
merita la memoria di Bakunin" ( Anselmo Lorenzo, Il proletariato militante
)
Bibliografia: Anselmo Lorenzo, Il
proletariato militante, Edizioni della rivista "Anarchismo" 1978 pp. 136-137
Fu comunque grazie
al cosiddetto " AFFAIRE DREYFUS”, scoppiato nel 1895, che la lotta contro l'antisemitismo divenne, per la maggior parte degli anarchici , parte integrante
della dottrina anarchica ed esso fu relegato, per lungo tempo, soltanto negli
ambiti dell' estrema destra e dell' integralismo cattolico . Secondo
HANNAH ARENDT (1906-1975) , tale "affaire" fu una delle
prime manifestazioni del “totalitarismo”, inteso come l’ espressione
politica tipica delle moderne società di massa urbanizzate e
industrializzate , caratterizzata, tra l'altro, dalla mobilitazione continua
della popolazione a fondo ideologico. Come è noto la condanna, nel
1894, per spionaggio a favore della Germania di un ufficiale
francese, ALFRED DREYFUS (1859-1935), senza prove, ma
pregiudizialmente sospetto a causa della sua origine ebraica, scatenò in
Francia un durissimo conflitto, che durò parecchi anni , tra “antidreyfusardi ( conservatori,
difensori del prestigio dell’esercito, congregazioni religiose, tra cui i
gesuiti, e gruppi nazionalisti, antisemiti e xenofobi ,come l’ Action Francaise ) e i dreyfusardi : intellettuali e
scrittori come ANATOLE FRANCE e ZOLA , radicali come CLEMENCEAU ,
socialisti come JAURES . Un fondamentale ruolo nell'
"Affare Dreyfus" fu svolto dagli
anarchici e , in particolare , da BERNARD LAZARE e da SEBASTIEN FAURE, (
cfr. post: PAUL ROBIN .........) che furono tra i primi a sostenere
la difesa di Alfred Dreyfus estendendola a una
lucida critica contro lo statu-quo nazionalista e capitalista. Sebbene ,
in una prima fase, la maggior parte degli anarchici francesi fosse assai
riluttante a intervenire nella disputa tra dreyfusardi e anti dreyfusardi in quanto poco interessati a difendere un capitano
dell'esercito ( e quindi esponente di quell'antimilitarismo che essi contestavano) e appartenente a una famiglia
ricca ( e quindi rappresentativa della classe dominante borghese) proprio
dall'impostazione , che Lazare e Faure seppero dare al
loro intervento, essi cambiarono gradualmente idea . Inoltre l'adesione alla
difesa di Dreyfus del giornale, assai
popolare, LE PERE PEINARD, "di EMILE POUGET (cfr, post,
L'ANARCO-SINDACALISMO 1), trasformò l' "affare Dreyfus, " da diatriba
all'interno dell'esercito e della borghesia in una battaglia popolare, che
mobilitò tutto il movimento operaio francese . (cfr. brani )
Brani da commentare: 1) “L’ardire di
Bernard Lazare
nella lotta antidreyfusarda non è senza rapporto con le sue idee
anarchiche: la sua ostilità libertaria contro lo Stato, contro i tribunali e
contro la gerarchia militare è senza dubbio al cuore del suo impegno nella
campagna, anche se i suoi opuscoli si collocano esclusivamente sul terreno
della difesa dei diritti dell ’uomo. Neppure è un caso se “ Le Libertaire” di Sebastien Faure fu il primo giornale a manifestare la sua
simpatia per la causa dreyfusarda (dal novembre 1897) e se Peguy
poteva scrivere nel febbraio 1898 :
" La rabbia antisemita è diventata padrona nelle nostre
strade urlando a morte [...] solo gli anarchici fecero il loro dovere […] essi
furono i soli che osarono opporre la violenza per la giustizia alla
violenza per l’ingiustizia delle bande antisemite”
Bibliografia: in Michael Lowry, Redenzione
e utopia , Bollati-Boringhieri , 1992,
p. 199
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BERNARD LAZARE |
BERNARD LAZARE pubblicò, nel 1894, il
libro “ L ’Antisemitisme, son
histoire et ses causes in risposta al
libro antisemita di grande successo, La France juive di Edouard Drumont, con cui Lazare, poi, ebbe anche un
duello. Nel 1896 Matthieu Dreyfus a nome della loro
famiglia, chiese a Bernard Lazare di intervenire in difesa del fratello, che scontava,
ormai da circa due anni, la deportazione a vita nell’ Isola del
Diavolo. Fu con lo scritto di Bernard Lazare, L’Affaire
Dreyfus. Un erreur judiciaire , che ebbe inizio il
movimento pro-deyfusardo, anche se poi vennero
ricordati maggiormente i contributi più tardivi di Zola e di Jaures. E fu comunque Lazare il primo a intuire in questo processo contro un francese di origine ebraica benestante e , almeno formalmente, "emancipata" una pesante minaccia per tutti coloro che erano di origine ebraica, che, già, nell' Europa orientale, vivevano in miserabili condizioni di esistenza e completamente privi di diritti politici e sociali . E se da giovane era stato fortemente attratto dal cattolicesimo, ora, Lazare si convinse sempre di più che proprio la Chiesa fosse la più accanita propagandatrice dell'antisemitismo .(cfr. brani)
Brani da commentare: 1) “ E’ (Dreyfus)
perché era ebreo che è stato arrestato, è perché era ebreo che è stato
giudicato, è perché era ebreo che è stato condannato, è perché era ebreo che
non si può far sentire in suo favore la voce della giustizia e della verità, e
la responsabilità della condanna di questo innocente ricade interamente su
coloro che l’hanno provocata attraverso i loro indegni incitamenti, attraverso
le loro menzogne e le loro calunnie. E’ per colpa di questi uomini che un
simile processo è stato possibile, è per colpa loro che non è possibile fare
entrare la verità nella mente di tutti. Hanno avuto bisogno di un traditore
ebreo proprio per sostituire il classico Giuda, un traditore ebreo da poter
ricordare continuamente, ogni giorno, per far ricadere la sua
infamia su tutta la razza; un traditore ebreo del quale servirsi per dare un esempio pratico di una lunga
campagna di cui l’affare Dreyfus è stato solo l’ultimo atto” (Bernard Lazare L’affaire Dreyfus. Un errore giudiziario) ; 2) ; “ E’ sempre la Chiesa
che ha suscitato l’antisemitismo; l’ebreo ha sempre vissuto in pace con le
popolazioni; queste disprezzavano il deicida ma vivevano familiarmente con
l’ebreo. E’ il lamento costante della
Chiesa (…) che la popolazione viva familiarmente con l’ebreo; è sempre stata la
Chiesa a scatenare i popoli contro gli ebrei, sia per timore del proselitismo, del contagio di
una certa incredulità, sia per poter restaurare il proprio prestigio o servire
la propria politica” ( Carte Bernard Lazare); 3)“
Egli (Dreyfus) ha incarnato in sé non solo le
secolari sofferenze di questo popolo di martiri, ma i dolori attuali.
Ho visto per suo tramite gli ebrei rinchiusi
nelle carceri russe (…) gli ebrei rumeni a cui si rifiutano i diritti
dell’uomo, quelli della Galizia, proletari affamati dai trusts finanziari …” ( Bernard Lazare, Antisémitisme et révolution in Les lettres prolétariennes, marzo 1895 )
Bibliografia: Primo brano in Bernard
Lazare, Contro l’antisemitismo a cura di Massimo Sestili, Datanews, 2004 p. 28; Secondo e terzo brano in Michael Lowry, Redenzione
e utopia , Bollati-Boringhieri , 1992,
p. 200
Sebbene , quando era in vita , Bernard Lazare fosse
stato minacciato più volte di morte da parte degli
antisemiti , più tardi, brani, dei suoi scritti sull' atteggiamento
egoistico degli ebrei ricchi, vennero , spesso, usati da autori di libelli
antisemiti allo scopo di far apparire , agli occhi dei loro lettori
che poco conoscevano la sua vita e il suo pensiero, Bernard Lazare stesso un antisemita. Bernard Lazare
stesso fu consapevole della contraddittorietà delle interpretazioni del suo
pensiero nella società del suo tempo. (cfr. brano da commentare) Brano da commentare: “ Mi hanno rimproverato
di essere stato antisemita e al tempo stesso di avere difeso troppo vivacemente
gli ebrei e per giudicare ciò che io avevo scritto ci si è posti dal punto di
vista dell’antisemitismo o di quello del filosemitismo. Ma avevano torto: io
non sono né antisemita né filosemita. […] Ho voluto scrivere un testo
imparziale. Io non approvo l’antisemitismo,
ma ho tentato di spiegarlo. Esso non era nato senza cause, e ho cercato quelle
cause.” ( in Lazare e L’affaire
Dreyfus di Stefano Levi Della Torre)
Bibliografia: Stefano Levi Della Torre, Lazare e L’Affair
Dreyfus in Bernard Lazare, L’antisemitismo e l’ Affaire Dreyfus,
Medusa, 2017 p. 116
Ci volevano intellettuali autorevoli come Hannah Arendt e Michael Lowy per far comprendere, seppure da punti di vista differenti, il profondo significato della presa di coscienza di Bernard Lazare, in
seguito alla diffusione
dell’antisemitismo, della propria identità ebraica e della sua ribellione alla condizione di paria, riservata agli ebrei, nella società francese ed europea. (cfr. brani da
commentare)
Brani da
commentare: 1) Un giorno mi sono
risvegliato da un sogno. Avevo vissuto
in mezzo a un popolo e io mi credevo dello stesso sangue … Mi credevo fratello
di quelli che mi circondavano e il giorno in cui mi sono risvegliato, ho
sentito che mi si riteneva di un altro sangue, di un’altra terra di un altro
cielo di un’altra fraternità. Mi sono svegliato ebreo e ignoravo ciò che era un
ebreo” (
Bernard Lazare, Le fumier de Job ); 2)" Io voglio che si sappia che
io ho parlato per primo. Che il primo che si levò contro il martire
ebreo, fu un ebreo., un ebreo che ha sofferto nel suo sangue e nella sua
carne le sofferenze che sopportò l'innocente , un ebreo che conosceva a quale
popolo di paria, di diseredati, di infelici egli apparteneva e che attinse da
questa consapevolezza la volontà di combattere per la giustizia e la verità
" ( Bernard Lazare, Lettera aperta del 1899 a M. Trarieux, presidente della Lega dei diritti
dell'uomo )
3)
Alla luce del caso Dreyfus e della propria esperienza di lotta a fianco degli ebrei in difesa di uno dei
loro fratelli, Lazare finì col rendersi conto che ciò che
realmente impediva l’emancipazione del
suo popolo non era l’antisemitismo. Era “ lo scoraggiamento di un popolo di
poveri e di oppressi, i quali vivono dell’elemosina dei loro fratelli ricchi,
un popolo che solo la persecuzione esterna, e non l’oppressione interna, può
indurre ad insorgere, un popolo di
rivoluzionari nella società degli altri ma non nella propria” ( Hannah Arendt, Herzl e Lazare (luglio 194); 4) “ Una spiegazione possibile di questo primo
sconvolgimento – anteriore, sia detto di
passata , all’Affaire Dreyfus – è la scoperta, da parte di Bernard Lazare,
dei grandi testi profetici della Bibbia , simultaneamente con la presa di
coscienza (forse grazie alla stessa propaganda antisemita che incessantemente
agitava lo spauracchio della sovversione ebraica) dell’onnipresenza del
rivoluzionario ebreo nelle società moderne […] E’ evidente che per il
socialista libertario, questa scoperta dell’anarchismo nel cuore stesso della
tradizione ebraica era un momento
decisivo nello strano processo di “conversione “ che attraversa le pagine del
suo libro sull’antisemitismo. Questi tre elementi – l’idea di giustizia, quella
di eguaglianza e quella di libertà – conformano secondo Bernard Lazare lo spirito rivoluzionario nell’ebraismo. Beninteso, anche altri
popoli hanno predicato queste idee, ma
essi non credevano che la loro realizzazione totale fosse possibili in
questo mondo; gli ebrei al contrario credettero non solo che la giustizia, la libertà e l’eguaglianza
potevano essere sovrane nel mondo, ma si credettero specialmente investiti della missione di lavorare per
questo regno […] Per tutte queste ragioni, e perché egli è un
paria perseguitato senza agganci nelle strutture sociali stabilite, l’ebreo è
diventato nelle società moderne “un buon fermento di rivoluzione”. ( Michel Löwre, Redenzione e Utopia…)
Bibliografia: Primo e secondo brano in Freddy Gomez, Bernard Lazare “orthodoxe en rien” in A Contretemps n. 18, octobre 2004 in http://acontretemps.org/spip.php?article56 ; terzo brano in Hannah Arendt in Ebraismo e modernità, Universale Economica
Feltrinelli, 1993, p. 32 ; quarto brano in Michel Löwre, Redenzione e Utopia. Figure della cultura ebraica mitteleuropea, Bollati Boringhieri, 1992, pp. 195, 196, 197
Per quanto riguarda infine il pensiero di Bernard Lazare sul “sionismo” , sull’ “internazionalismo “, sulla
“nazione” ( o patria ebraica) , cfr. post “ DAL SIONISMO LIBERTARIO AGLI
ANARCHICI CONTRO IL MURO”
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SEBASTIEN FAURE |
SEBASTIEN FAURE fu il primo anarchico
che appoggiò Bernard Lazare nella difesa di Dreyfus , dapprima sul
giornale Le libertaire, fondato da lui, nel
1985 e più tardi, nel 1899, su Le journal du Peuple. Importante fu
anche il suo opuscolo Les anarchistes et l’
Affaire Dreyfus pubblicato nel 1898. (cfr. brani)
Brani da commentare: 1)“ L’affaire Dreyfus non è più l’affare
Dreyfus
(…) esso pone all’ordine del giorno tutta intera la questione
sociale con le sue complessità..” ( Sebastien Faure, Le Libertaire 29-1-1998) ; 2) “…
portare la fiaccola (flambeaul) nelle caverne dello Stato
maggiore, convincere della iniquità la magistratura civile e militare,
smascherare la complicità criminale dei poteri pubblici, demolire il credito
della sentenza giudicata, far risultare evidente una volta di più agli occhi di tutti la nullità delle solenni declamazioni e dei falsi
giuramenti di cui si macchia giornalmente la tribuna parlamentare; per questa
opera di onestà e di giustizia io mi appassiono / […] la questione Dreyfus
sparisce e fa posto alla sola che ci sommuove: la questione sociale. Ecco
perché noi ce ne siamo occupati , ce ne interessiamo e continueremo. “ ( Sebastien Faure, Il n’y a pas d’affaire Dreyfus 7 juillet [sic] 13 aôut ) 3) “ L’antisemitismo al momento attuale è il
movimento in cui tutta la feccia (debris) decaduta ha posto le loro supreme speranze di restaurazione. Relitti realisti, i rifiuti plebiscitari e napoleonici, residui boulangisti e scorie clericali, tutte le canaglie reazionarie si sono date
appuntamento in questa fogna raccoglitrice “ ( Sebastien Faure in Les anarchistes et l’affaire Dreyfus); 4) “… Nessuno è tenuto a seguirmi/ […] Io non impegno che
me / ma quando io percepisco la verità, io marcio verso di essa
senza preoccuparmi (enqueter) di sapere se noi saremo centomila o se
io sarò solo / Io so che Dreyfus è innocente. / Io vedo dipingersi ( se peindre)
sul suo viso una indicibile sofferenza […] E io vedo i banditi, i
falsari, i vili, i prezzolati, i fanatizzati (fanatisès) e i sciovinisti sputargli in faccia, ridere delle sue
torture e trionfare. / Che mi importa ciò che è stato ieri questo sofferente,
ciò che sarà forse domani se il suo martirio prende fine, io non lo so; egli è
attualmente una vittima e io detesto i suoi carnefici. Io voglio
smascherarli e sollevare contro di loro la riprovazione universale. Ciò
facendo, agisco da rivoluzionario ( Sebastien Faure, Dreyfus est
innocent 28 aôut – 3 septembre 1898).
Bibliografia: in http://affaire Dreyfus.com/2015/01/07/a-propos-de-sebastien-faure…
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EMILE POUGET |
Ancora, nel gennaio 1898, EMILE POUGET sul suo giornale, “ Le Père Peinard” , che godeva di
un grandissimo prestigio tra gli operai, ribadiva la sua ferma decisione
di non schierarsi con i dreyfusiani adducendo, tra l’altro,
il motivo della indifferenza degli intellettuali, schierati per difendere
il capitano Drejfus, per la sorte dei
numerosi compagni anarchici che languivano nelle prigioni (cfr.
brano).
Brano da commentare: “ Vedete,
bravi compagni ( bons bougres) finché il povero popolo cade sotto
i colpi dei giudici (jugiers) e delle guardie carcerarie ( garde-chioumers ), i giornalisti ( journaleux ) rimangono indifferenti e muti come carpe. Ma ciò muta registro
quando un borghese (jean-foutre) delle alte sfere si trova preso nella
rete”…. E voi, Signor Zola, perché non esigete con lo stesso ardore che
per Dreyfus, la
messa in libertà di Girrier-Lorion, di Meunier, di Chevry, di Monod,, di Liard-Courtois, di Vauthier, di Lardoux? Dite… Perché? " ( Emile Pouget, in
Père Peinard,
16-1-1998)
Bibliografia: in Xose Ulla
Quiben, Emile Pouget. La plune
rouge et noir du Père Peinard, Les editions libertaires, 2006 p. 209
Tuttavia già a partire
dall’ottobre 1898 di fronte alla campagna violenta degli antisemiti e dei
nazionalisti e alle voci di un tentativo di un colpo di Stato della
destra, Pouget cambiò
atteggiamento e lanciò un appello alla classe operaia a scendere in
piazza. (cfr. brano)
Brano da commentare. “ Per fare perdere
loro (gli antisemiti e i nazionalisti ) ogni illusione sarà sufficiente
che il popolo dica la sua (mette son grain) nella discussione .. Ora questo
intervento del popolo è in realtà facilmente possibile tanto più
che i Pantafolai ( Pantuplards )
commetteranno l’ errore ( auraient tort) ) di dimenticare che “ nella strada … il popolo è a
casa sua (chez lui)” ( Emile Pouget, A qui la rue, au populo in Le Pére Peinard, 9 ottobre 1998 )
Bibliografia: in Xose Ulla
Quiben, Emile Pouget. La plune
rouge et noir du Père Peinard, Les editions libertaires, 2006 p. 215
Anni più tardi , nel 1909, nel suo romanzo, scritto
insieme a Emile Pataud, Comment nous ferons la révolution Emile Pouget ricorderà quegli
avvenimenti. (cfr. brano)
Brano da commentare: “… Il resto dei
partiti della reazione, che si potrebbe qualificare come preistorici,
pensarono (crurent) che fosse l’occasione propizia per
attirare l’attenzione su di loro. Questi esseri contorti (tartigrades) , che si illudevano di fare accettare le loro grida di
“Viva il re” mescolandoli con quelle di “ Morte agli ebrei “ provocarono delle dimostrazioni. Essi avevano
sperato di traviare il popolo montandolo ( en aumentant) contro il capitale ebreo, contro le banche semite.
L’accoglienza che gli si fece provò quanto essi erano retrogadi: essi furono scherniti e in modo vigoroso dai
lavoratori che non si lasciarono trarre in inganno da queste sottigliezze di
un’altra epoca “ ( Pouget e Pataud, Comment nous ferons la Révolution, 1909)
Bibliografia: in Xose Ulla
Quiben, Emile Pouget. La plune
rouge et noir du Père Peinard, Les editions libertaires, 2006 p. 223
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CAMILLO BERNERI |
Dopo la relativamente
felice conclusione dell’ “Affaire Dreyfus” fu assai diffusa , nei primi decenni del XX secolo, in Europa , tra
gli intellettuali, l’opinione che l’antisemitismo, con il progredire della
scienza, fosse un fenomeno nettamente in regresso e destinato a scomparire. Per tale motivo
si fu, negli ambienti più illuminati e libertari della sinistra ,
alquanto impreparati ad affrontare l’ improvvisa ed inarrestabile , negli anni
trenta, espansione delle idee antisemite e razziste in Europa e in
particolare nella Germania nazista , seguita da lì a poco, dall’ Italia
fascista. Tra gli anarchici chi si avvide della
estrema pericolosità e minaccia per una futura emancipazione libertaria
umana, di quelle concezioni irrazionali e , al tempo stesso,
pseudo scientifiche, fu, secondo quanto afferma, tra gli altri, Alberto Cavaglioni, Camillo Berneri, nel suo opuscolo “Il delirio razzista “, scritto, in
Francia, nel 1934. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Che Berneri vada considerato oggi un intellettuale del nostro Novecento tra i più
attenti al problema ebraico, ipersensibile dinnanzi ai segni
premonitori di una campagna razziale imminente, ma da nessuno, escluso appunto
lui, avvertita come tale, mi sembra ormai un dato acquisito, adesso che la sua
opera omnia può essere facilmente raggiungibile. Ma è comunque un dato ancora
sconosciuto ai più . […] Non solamente all’interno del variegato panorama
dell’ emigrazione, ma, più generalmente, nell’ambito della storia culturale
italiana devo dire che è difficile trovare pagine più penetranti ed acute di
quelle scritte nel volumetto El delirio racista, …….” ( Alberto Cavaglion, Camillo Berneri, L ’anarchico filosemita (1985)
Bibliografia: Alberto Cavaglion, Camillo Berneri, L ’anarchico filosemita in AAVV, memoria
antologica saggi critici e appunti biografici in ricordo di Camillo Berneri nel
cinquantesimo della morte, Ed. Archivio Famiglia Berneri,
1986, p. 128
In Il delirio razzista, Berneri pone in risalto, in
modo pacato e ben documentato, tutti gli aspetti pseudo- scientifici e farneticanti
dell’antisemitismo e del razzismo , (il mito della “razza
pura”, il “matrimonio razzista”, la “sterilizzazione hitleriana “, ecc,)
totalmente asserviti alla conquista del potere, perseguita da Hitler e dal
Partito nazional-socialista. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Il fascismo,
trionfo dell’ irrazionale, ha fatto propri i miti più screditati dell’etnologia
prescientifica. Uno dei teorici dell’hitlerismo (ammesso che questo possa
essere considerato un corpo dottrinario), Ernst Krieck, nel suo libro “
Educazione politica nazionale "(pag. 17) proclama la necessità di sottomettere
la scienza alla politica nazional-socialista, sanzionando così la fine della
scienza. “ L’era della ragione pura”, della “scienza per la scienza “
disinteressata è finita. Ogni scienza che collabora attivamente ad un obiettivo
generale diventa politica e, così come la politica, è imbevuta, nei suoi
principi come nelle sue realizzazioni , di razzismo, di nazionalismo e di
nazional-socialismo”. Che l’hitlerismo segni una grande eclissi
dell’intelligenza e della cultura tedesca è assolutamente evidente nel delirio
razzista, vera e propria psicosi collettiva. Il 25 marzo , 1933, Goering, allora ministro degli Interni del Reich, dichiarava ai rappresentanti
della stampa estera: “ L’antisemita appartiene con ogni evidenza al programma
ufficiale del partito nazional-socialista ed il modo in cui questo ha forgiato
le sezioni d’assalto evidenzia che oggi ogni componente delle sezioni d’assalto
volge il suo sguardo verso il professor Einstein con un sentimento di
superiorità razziale “ ( Camillo Berneri , Il delirio
razzista, Francia 1934)
Bibliografia: Camillo Berneri, Mussolini
“normalizzatore” e il Delirio razzista, Ed. Archivio Famiglia Berneri, Pistoia 1986, p. 38
Infine, nella conclusione di questo opuscolo, Berneri lanciò
un quantomai opportuno, anche se non
fu, sul momento, adeguatamente ascoltato, allarme sull' allora minacciosa
e incombente persistenza del problema razziale e antisemita.(cfr. brano)
Brano da commentare: “... Sembrava
che ormai si fosse superato il pregiudizio razziale nelle classi colte delle
nazioni più progredite. E invece persiste. In Austria, nell’ottobre del 1933,
hanno sancito un divorzio tra un …. ariano e una ebrea con una sentenza , in
cui, tra i considerando che, figura l’incompatibilità di carattere
derivante dalla differenza
di razza dei due coniugi, differenza che deve “ in una simbiosi così intima come il matrimonio,
provocare indefettibilmente profondi conflitti”. In Lettonia il
partito nazional-socialista propugna l’interdizione dei matrimoni tra ebrei e
non-ebrei. In Francia si è costituita una lega celtica apertamente razzista e antisémita. Negli Stati Uniti d'America ci sono
leggi che proibiscono il matrimonio tra negri e bianchi, università che
rimangono chiuse agli studenti negri, antropologi che parlano di “razza americana”. (e non parliamo dei linciaggi!). E tra
le testate che predominano sulla stampa nazionalista italiana si trovano
queste: “ La razza”, “ La
stirpe”, “Il grido della stirpe , ecc. Mi riferiscono che Rudolf Rocker ha pubblicato un’interessante e
preziosa opera sulla questione razziale. Spero che venga tradotta in tutte le
lingue principali, dato che la questione delle razze è destinata ad affiorare
ad ogni crisi profonda in cui precipiti una nazione…” ( Camillo Berneri , Il delirio razzista, Francia 1934 )
Bibliografia: Camillo Berneri, Mussolini
“normalizzatore” e il Delirio razzista, Ed. Archivio Famiglia Berneri, Pistoia 1986, p. 85. Nota: personalmente non so nulla di
quest’opera di Rocker e condivido pienamente l’ auspicio di Berneri che sia , prima o poi,
tradotto anche in italiano.
Mi sembra, infine,
utile citare un
brano , tratto dal libro di Jean-Narc Irzine, Les Libertaires du Yddishland, in cui l'autore
traccia una lucida sintesi, da un punto di vista anarchico, dell'
antisemitismo dall' "affaire Dreyfus sino ai nostri giorni .
Brano da commentare: “… Esiste
un antisemitismo diffuso nel movimento operaio prima dell’ affare Dreyfus, sostenuto ideologicamente da figure come gli
anarchici Proudhon e persino Bakunin, il fourierista Alphonse Toussenet , i comunardi Jules Vallès , Gustave Tridon e Henri Rochefort. Ma è fondamentale
di ricordare il capovolgimento profondo che si realizzò nell’ ambito dei
movimenti socialisti e anarchici al tempo (moment) dell’ affare Dreyfus , cioè verso la fine del XIX secolo. L’antisemitismo prese
allora i suoi tratti distintivi nei ranghi dell’estrema
destra mentre che i movimenti progressisti impregnati di umanesimo, di
universalismo e di antirazzismo chiarificarono le loro posizioni .
Mentre questi ultimi consideravano precedentemente l’ “Ebreo” come
intrinsecamente legato alla classe capitalista, l’affare Dreyfus costituisce una svolta che fissa (ancre) chiaramente il movimento operaio e le
sue organizzazioni nella lotta contro il razzismo e l’antisemitismo.
Dall’inizio del XX secolo , l’antisemitismo diventa “ la scienza
degli imbecilli” relegando una ultra minoranza di individui o di piccoli gruppi
ai margini del movimento sociale. Una filiazione, cioè un piccolissimo numero di reti di collegamento ( in senso
(en terme) militante completamente isolati nel movimento
complessivo e non rappresentando per lo più che essi stessi, persiste
nell’ errore , fino ai nostri giorni, nella deriva revisionista,
negazionista, cospirazionista e il confusionismo. Questi
gruppi ultra minoritari rovesciano puntualmente il loro fiele antisemita nei
quartieri popolari resi fragili dalla miseria
sociale. Tuttavia la descrizione della
situazione attuale non può limitarsi a qualche “ anars” infrapolitici o ultra sinistri (ultragauches ) deliranti. La nostra preoccupazione attuale è che
la classe sfruttata comprenda a qual punto ogni razzismo
costituisca globalmente un veleno, quello della divisione, che la
indebolisce a profitto della classe capitalista e del suo ultimo baluardo in
caso di crisi sociale ed economica acuta, il fascismo, che cerchi di
captare il voto popolare. […] Ai libertari tentati dal vicolo cieco che è
l’antisemitismo, noi ricordiamo che l’etica anarchica, per la sua stessa
essenza, non può tollerare nessuna deriva razzista. Essendo ciò un
principio originale di questo ideale…” ( Jean- Marc Irzine, Les libertaires du Yddishland, )
Bibliografia:
Jean Marc Izrine, Les libertaires du
Yiddishland, , Alternative
libertaire pp. 7-9 . Traduzione italiana
mia. Credo che nel frattempo sia uscita una edizione italiana di questo bel libro, ma non sono riuscita a trovarla.,
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