sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: EMMA E SASHA IN RUSSIA (1920- 1922)

 
    Emma Goldman e Sasha Berkman espulsi, come è noto,  dagli USA ,   (cfr. post a loro nome), per avere contestato l'entrata in guerra degli americani nella prima guerra mondiale, vissero in Russia , dal 1920 al 1922, dove lavorando, all’ inizio con entusiasmo,  per conto del governo di Mosca per la raccolta di materiale per il museo Kropotkin, ebbero modo di girare , abbastanza liberamente,  all'interno del territorio russo e di  rendersi conto personalmente del modo di governare dei bolscevichi. E sebbene  il regime  abbia tentato con ogni mezzo di accattivarseli , alla fine della loro esperienza, il loro giudizio su di esso fu durissimo (brani).

BranI da commentare: 1)“ Comunismo, socialismo, eguaglianza, libertà – tutto ciò per cui le masse proletarie avevano affrontato sofferenze sovrumane – è stato screditato ed insozzato dalla tattica bolscevica, dal loro gesuitico principio che il fine giustifica il mezzo.   Il cinismo e la volgarità hanno avuto il sopravvento sugli ideali che avevano contraddistinto la rivoluzione popolare ormai bloccata, oggi il popolo vive nell’indifferenza e nell’apatia [..] “(da  Emma Golman, La sconfitta della rivoluzione russa e le sue cause ( 1922); 2)“Lasciatemi dire , ad onore del vero, per dare il giusto merito ai bolscevichi, che non vi fu mai partito politico più devoto alla propria causa, più generoso nel propagandarla, più deciso ed energico nella realizzazione del proprio scopo. I loro obiettivi tuttavia erano completamente estranei allo spirito della rivoluzione,  contrastavano con le sue esigenze più profonde . Tanto contrastavano con i principi della rivoluzione, che la loro realizzazione significò la distruzione della rivoluzione stessa. Non v’è dubbio che i bolscevichi erano veramente convinti che solo grazie alla dittatura la Russia sarebbe potuta diventare il paradiso socialista dei contadini e degli operai. Come marxisti non potevano che pensarla  a questa maniera. Fedeli all’idea di uno stato onnipotente, non avevano nessuna fiducia nel popolo, nell’iniziativa e capacità creativa dei lavoratori. Lì disprezzavano, considerandoli come “una plebaglia multicolore da sospingere forzatamente alla libertà. [….] Col pretendere che solo la dittatura del loro partito potesse condurre in porto la rivoluzione, finirono col piegare tutte le energie al successo di tale dittatura […]  In nome della dittatura del proletariato una sola organizzazione politica, il partito comunista, divenne l’arbitro assoluto della Russia “ (da Sasha Berkman, ABC dell’anarco-comunismo)
Bibliografia: Emma Goldman, La sconfitta della rivoluzione russa, La salamandra, 1977, p. 18 ed Alexander Berkman, Che cos’è l’anarco comunismo, op. cit. p. 173 ed
Particolarmente determinante per la “disillusione” di Emma e di Sasha fu  la rivolta di Kronstadt, durante la quale, inutilmente cercarono di svolgere un ruolo  intermediario tra insorti e le più alte autorità bolsceviche  (cfr. brano ). 
Brano da commentare: “… Per quanto riguarda il conflitto tra il governo sovietico e i lavoratori e i marinai, riteniamo che debba essere risolto non con la forza delle armi ma con un accordo rivoluzionario tra compagni. Il ricorso allo spargimento di sangue da parte del governo sovietico non servirà – nella situazione attuale – a intimidire o a calmare i lavoratori. Al contrario, servirà solo ad aggravare la situazione e rafforzerà l’Intesa e la controrivoluzione interna. Ancora più importante, l’uso della forza da parte del governo dei contadini e degli operai avrà un effetto reazionario sul movimento rivoluzionario internazionale e si tradurrà  dovunque in un danno inclacolabile nei confronti della Rivoluzione sociale. Compagni bolscevichi, ripensateci prima che sia troppo tardi. Non scherzate col fuoco: state per intraprendere un’azione terribilmente seria e decisiva.  Vi facciamo la seguente proposta: che si scelga una commissione composta di 5 persone, tra cui due anarchici. La commissione dovrà andare a Kronstadt per risolvere la disputa con mezzi pacifici. Nella situazione attuale questo è il metodo più radicale e avrà una portata rivoluzionaria a livello internazionale. “ (  A Zinoviev presidente degli operai e della difesa di Pietrogrado firmato Alexander Berkman ed Emma Goldman)
Bibliografia:  Emma Goldman, Vivendo la mia vita  1917-1928, Zero in condotta  1993 p. 259
 Dopo la   feroce repressione della rivolta seguita all’attacco armato bolscevico nacque la   ferma decisione di Berkman, condivisa dalla Goldman, di lasciare clandestinamente la Russia. (cfr. brano) 
Brano da commentare: “ 7 marzo- Mentre attraverso il  Nevskij mi giunge di lontano un rombo. Lo sento ancora, più forte e più vicino, come se rotolasse verso di me. Improvvisamente, mi rendo conto che è il rumore dell’artiglieria in azione. Sono le sei di pomeriggio Kronstadt è stata attaccata! Giorni di angoscia e di cannonate. Il mio cuore è paralizzato dalla disperazione: qualcosa è morto dentro di me. La gente per le vie appare smarrita, prostrata dal dolore. Nessuno osa parlare. Il suono dell’artiglieria pesante lacera l’aria, 17 marzoKronstadt è caduta oggi. Migliaia di marinai e di lavoratori giacciono morti per le sue strade. Continuano le esecuzioni sommarie di prigionieri e ostaggi. 18 marzo – i vincitori celebrano l’anniversario della comune del 1871. Trotzkij e Zinoviev condannano Thiers e Gallifet per avere massacrato i ribelli parigini […] E’ ora di dire la verità sui bolscevichi. Il bianco sepolcro deve essere scoperchiato, bisogna smascherare il feticcio dei piedi d’argilla che incanta il proletariato con fatali fuochi fatui. Il mito bolscevico va distrutto. Ho deciso di lasciare la Russia ( Sasha Berkman, The Bolscevik Myth  (Diary 1920-1922)
Bibliografia:  Alexander Berkman Le mythe bolchevik, Journal 1920-1922, La digitale 1996 , pp.  268-269 ,traduzione italiana in Ugo Fedeli, Dalla insurrezione dei contadini in Ucraina alla rivolta di Kronstadt, La Rivolta, 1992, pp. 140-141
Negli anni successivi, con grandi difficoltà e resistenze  negli ambienti della sinistra, restii  a mettere in discussione le  “verità” ufficiali propagandate dai  comunisti sia stalinisti che trotzchistiBerkman e la Goldman, accanto a una intensa  attività tesa a soccorrere i dissidenti rimasti in Russia, si dedicarono a faconoscere quanto era veramente avvenuto a  Kronstadt nel 1921. (cfr. brani) 
Brani da commentare: 1) Mi rivolsi ai comunisti di nostra conoscenza, implorandoli di fare qualcosa. Alcuni  di essi si rendevano conto del mostruoso crimine che il loro partito stava commettendo contro Kronstadt. Ammettevano che l’accusa di controrivoluzione era un’invenzione bella e buona. […]  I nostri amici comunisti passavano le serate con noi, parlando, parlando- ma nessuno di loro osò alzare la voce per protestare apertamente. Dissero che noi non ci rendevamo conto delle conseguenze che ne sarebbero derivate. Sarebbero stati espulsi dal partito, privati del lavoro e delle razioni insieme con le loro famiglie e letteralmente condannati a morire di fame Oppure sarebbero semplicemente scomparsi  e nessuno avrebbe mai saputo che fine avessero fatto. Tuttavia non era la paura ad intorpidire la loro volontà, ci assicurarono. Era la completa inutilità di ogni protesta o appello. Niente, niente poteva fermare le ruote del carro dello stato comunista. Era passato sopra di loro e li aveva privati di ogni vitalità, anche quella necessaria per gridare la loro protesta. Fui assalita da una paura terribile che anche noi – Sasha ed io- potessimo trovarci in condizioni simili e diventare acquiescenti e senza spina dorsale come loro …”  (Emma Goldman) ; 4)  “La rivolta di Kronstadt ha un grande significato storico. Essa suona come la fine dell’idolatria del bolscevismo con la sua dittatura di partito, la sua centralizzazione demenziale, il terrorismo della sua  Ceka e la sua casta burocratica. Essa porta un colpo fatale nel cuore dell’autocrazia comunista. Essa fa  andare in frantumi il mito dello Stato  comunista e del governo “operaio-contadino. Essa  prova  che la dittatura del partito e la rivoluzione russa sono incompatibili; esso dimostra che il regime bolscevico non è che una implacabile e tirannica reazione, e che lo Stato comunista è  esso stesso  la più pericolosa controrivoluzione” ( Alexander Berkman,  The Kronstadt Rebellion
Bibliografia :  Primo brano e secondo brano in Alexandre Skirda, Kronstadt 1921. Proletariat contre dictature communiste, Editions de Paris 2012 p. 291 e p. 297
 
  Nestor Makhno potè conoscere  di persona Sasha Berkman , sebbene l'avessero entrambi desiderato, soltanto dopo la loro esperienza rivoluzionaria in Russia, , quando entrambi erano in esilio in Francia. Vi era comunque stato un tentativo , nel 1920, per facilitare un incontro tra di loro, ma esso era fallito (cfr. brano)
  Brano da commentare: “ Nel 1920 la mia compagna Elena Gallina si trovava a Kiev nella medesima epoca  in cui in quella città si trovavano   i compagni Emma Goldman e Alexandre Beckman, i quali stavano raccogliendo materiale per il Museo Kropotkin dietro incarico del governo di Mosca. Venuti a conoscenza della presenza in città della mia compagna, essi domandarono di vederla. Desideravano avere informazioni mie e del nostro movimento e fra le altre cose espressero il desiderio di venire nella regione di Gulae-Pole. Ma la questione non era né semplice,  né facile se uno non voleva correre molti rischi, particolarmente di fronte al governo centrale. Decisero allora, con la mia compagna, di organizzare un falso attacco al loro treno, farsi arrestare e portarsi da noi: così avrebbero potuto rimanere qualche tempo e studiare sul luogo il nostro movimento. Presi gli accordi necessari, la mia compagna lasciò Kiev ed arrivò a Carcoff, ma qui trovò la regione occupata dalle truppe del generale Wrangler e quindi fu  nella impossibilità di raggiungermi. Fu solo un mese più tardi e dopo che noi, scatenata un’offensiva, si riuscì a liberare la regione dal pericolo wrangelista, che venimmo a conoscenza degli accordi presi.  Era però troppo tardi “ ( da  un colloquio tra  Makhno e  Ugo Fedeli) .                           

    
PROGETTO DI UN FINTO RAPIMENTO
Un  resoconto del mancato incontro tra Emma, Sasha e Makhno in Ucraina lo si ritrova anche in Vivendo la mia vita  della Goldman, dove sono riportate anche le emozioni e le riflessioni di Emma davanti all’audace proposta di Galina Kuzmenko di organizzare un incontro tra Makhno e loro  fingendo un rapimento dal treno.  (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Era un progetto ingegnoso, audace e temerario, i cui aspetti avventurosi erano esaltati dalla bellezza e dalla giovinezza della messaggera di Makhno. In quel mentre arrivarono Sasha e Henry  (Alsberg) e rimanemmo tutti ammaliati dalla supplica appassionata di Gallina. L’immaginazione di Sasha, incline alle cospirazioni, si accese: era quasi disposto ad accettare. Anch’io mi sentivo fortemente tentata di accettare. Tuttavia bisognava considerare gli altri, i nostri compagni della spedizione.  Non potevamo condurli alla cieca in un’impresa che indubbiamente comportava gravi conseguenze. C’era anche qualcos’altro che esercitò un’influenza frenante: non ero ancora riuscita a rescindere gli ultimi fili che mi legavano ai bolscevichi come corpo rivoluzionario. Sentivo che non potevo rendermi colpevole di ingannare deliberatamente coloro che, a livello emotivo, stavo ancora cercando di discolpare, anche se intellettualmente non potevo più accettarli...” ( Emma Goldman, Vivendo la mia vita 1927-1928)
Bibliografia: Emma Goldman, Vivendo la mia vita 1927-1928  Zero in condotta  1993 pp. 207-208


                                                           
 
 
 
 
 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento