ALBERT MINNIG
(1911-1967). operaio edile ,anarco-sindacalista, aderente
alla Federazione lavoratori edili e del legno (FOBB) a 25 anni insieme al cugino LOUIS Walter e ad
altri due compagni giunse in Spagna in treno pochi giorni dopo la
vittoria popolare sui militari ribelli. Durante il viaggio e all’arrivo della
stazione di Barcellona fu colpito dal grande entusiasmo della popolazione e dal
grande numero delle sventolanti bandiere rosso/nere e dagli abiti dei
miliziani . (cfr. brano) .
Brano
da commentare: “ Il primo settembre 1936
arriviamo a Port Bou, prima stazione
spagnola. Siamo un poco emozionati in questo paese completamente straniero e di
fronte alle guardie abbiamo una stretta al cuore al pensiero di essere
respinti. Per fortuna i sorrisi accoglienti dei doganieri spagnoli calmano
immediatamente la nostra agitazione. Avanziamo coraggiosamente carichi di
valigie, verso gli uomini armati. Un tenente, credo, si avvicina, e, in un
francese molto corretto, ci chiede i documenti e lo scopo del nostro
viaggio. Dopo una breve spiegazione
incarica un civile, probabilmente in nostra attesa, di accompagnarci
all’albergo. Senza indugi alcuni bambini si impadroniscono dei nostri bagagli,
mentre un sorriso di riconoscenza appare su tutti i visi dei passanti che ci
fissano con curiosità. Non occorre comunque spiegare i motivi della nostra
presenza: tutti l’hanno già indovinato [...] Alla stazione notiamo stupefatti gli striscioni rosso-neri della C.N.T. ( Confederacion General de Trabajo) e della F.A.I. (Federacion Anarquista iberica) che decorano i marciapiedi, i vagoni e le locomotive. Immediatamente comprendiamo che le organizzazioni operaie si sono apprpriate delle ferrovie, che, prima della rivolta del 19 luglio, erano di proprietà di imprese private e i cui azionisti erano fuggiti con il traditore Franco. Attraversiamo numerosi semplici villaggi e sulle strade che costeggiano la ferrovia notiamo le barricate, testimonianza delle recenti lotte. I contadini ci salutano al canto dell'Internazionale e di altri inni rivoluzionari. Più ci avviciniamo alla capitale, più l'agitazione aumenta. Infine eccoci alle prime case e fino alla stazione i passanti salutano e gridano di gioia. Alle finestre donne e bambini agitano le bandiere rosso-nere della C.N.T. e della F.A.I. Il treno frena dolcemente . Sul marciapiede regna una formidabile animazione, mentre uomini armati sorvegliano le porte. Indossano una specie di tuta blu, calzano espadrillas nere e bianche, sul capo hanno uno stupendo berretto di polizia rosso con le lettere C.N.T.-F.A.I.. I nostri occhi brillano dall'invidia e aspettiamo solo il momento di indossare questo vestito rivoluzionario tanto semplice , che non ha niente del militare e che dà l'aspetto di lavoratori .... ( Albertt Minning , Diario....)
Bibliografia: Albert Minnig, Diario di un volontario
svizzero nella guerra di Spagna, Edizioni La Baronata, 1986, pp. 28-29
Aggregato
prima nella sezione francese della colonna de los Aguiluchos
della FAI e poi nella sezione italiana della colonna Francisco Ascaso
Albert Minnig combatté in Spagna sul
fronte di Aragona Nella primavera del 1937 col procedere della
militarizzazione e della minacciosa supremazia, , all’interno
dell’esercito, degli stalinisti , Minnig
lasciò la Spagna. (brano)
Brano
da commentare “ Solidaridad Obrera, organo e quotidiano
della CNT/FAI ci informa giornalmente della situazione sui diversi fronti, ma
non parla forse a sufficienza di rivoluzione, occupandosi troppo dell’opinione
dei governi stranieri. I giornali dei diversi partiti politici repubblicani
svelano solo le condizioni poste dalla Russia e dagli altri stati
democratici per il rifornimento di armi, munizioni e viveri necessari per
mettere fine alla ribellione fascista. Annunciano con grandi titoli che
la militarizzazione può essere accettata provvisoriamente, adattandola alle
nostre idee e ai nostri principi. Con questa concessione alla militarizzazione
saremo compensati –dicono- con un’aviazione potente, con carri armati, con
l’artiglieria, con mitragliatrici ultramoderne che sparano duemila colpi al
minuto e soprattutto con molte munizioni e viveri. Tutti i delegati sono
invitati ad accettare la militarizzazione e tutta una cricca di spioni al soldo
di Stalin lavora senza tregua né vergogna per inculcare ai miliziani
l’idea che un gregge senza pastore non può vincere la guerra …” ( Albert Minnig,
Diario)
Bibliografia: Albert Minnig, Diario di un volontario
svizzero nella guerra di Spagna, Edizioni La Baronata, 1986 p. 56
Tornato in Svizzera Albert Minnig subì un processo e una condanna a due mesi di carcere ,
perché aveva combattuto in Spagna, dopo cui si impegnò nuovamente nell’attività
sindacale promossa dalla FOBB.
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ELIO CANEVASCINI
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ELIO
CANEVASCINI (1913 -2009.) Figlio del socialista/liberale Guglielmo
Canevascini, consigliere di Stato ticinese e
promotore di numerose riforme sociali, Elio Canevascini, al momento studente di
medicina a Parigi ,lasciò gli studi e fu tra i primi volontari stranieri a partire per combattere contro i franchisti
e i loro alleati italiani e tedeschi. Si arruolò, date le sue precedenti conoscenze con alcuni militanti di “Giustizia e Libertà” , tra cui Carlo Rosselli, nella Colonna Ascaso della CNT e
svolse il ruolo di assistente medico sulle alture presso Huesca ribattezzate
dagli italiani con il nome di “Monte Pelato”. (cfr. brano)
Brano da commentare: «Il comando si trovava in una
sorta di maniero, chiamato Castillo de San Juan. Un certo Bianchi, italiano, mi
consegnò la mia tessera di membro della Colonna Ascaso firmata da Carlo
Rosselli. Da quel momento cominciò la mia attività di sanitario al fronte. Ero
ancora uno studente e avevo dimestichezza solo con le cose basilari in campo
medico (suturare ferite, fermare emorragie) ma di certo non potevo operare. Mi
ritrovai ad aiutare un medico, un certo dottor Ricciulli»
Strinse amicizia con Camillo Berneri , che ricordò più tardi
in una intervista. (cfr.brano)
Brano da commentare: «L’ho conosciuto al fronte.
Era un uomo straordinario, una figura portante della lotta antifascista
italiana e spagnola, dotato di una cultura universale. Diventammo amici ma
persi le sue tracce quando partì per Barcellona. Mi aveva affascinato con quel
suo alone di misticismo che si rifletteva anche nel portamento. Indossava un
cinturone allentato alla vita da cui pendeva una pistola ballonzolante ad ogni
passo: aveva l’aspetto più antimilitarista che si possa immaginare. Si era
recato alla Radio della Cataloña proprio per commemorare la figura di Gramsci e
all’uscita venne freddato dai comunisti». Quel delitto segnò la divisione
irreversibile tra comunisti e anarchici. «Quando lo venni a sapere provai un
senso di sgomento e di amarezza che mi segnò profondamente. Tanto che decisi di
andarmene via e di abbandonare la Spagna. E se anche fossi rimasto più a lungo
laggiù avrei continuato a stare dalla parte degli anarchici: ero molto distante
ideologicamente dai comunisti delle brigate internazionali, sebbene ammirassi i
loro sforzi nella lotta antifascista».”
Bibliografia: Canevascini Elio in Cantiere
biografico degli anarchici svizzeri in http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=173. Cfr. anche Voce
Libertaria .p e r i o d i c o a n a r c h i c o
No 9 / Maggio 2009 in http://www.anarca-bolo.ch/vocelibertaria/pdf/VozLib-09.pdf
Dopo la Spagna, tornò a Parigi sia per riprendere gli studi di medicina sia
per evitare di finire in prigione come accadde a molti altri volontari
svizzeri, tra cui ALBERT MINNIG e
FRANZ RITTER. Nel
1944 andò a esercitare la professione di
medico chirurgo con la missione sanitaria svizzera in Jugolasvia in una brigata
partigiana comunista che sotto la guida di Tito combatteva contro gli
occupanti tedeschi (nazisti ) e italiani
(fascisti). In seguito continuò a dirigere
missioni di soccorso in vari paesi , tra
cui Eritrea, Vietnam e Cambogia
distinguendosi per la sua lunga attività umanitaria.
CLARA ENSNER (1908-1987) E
PAVEL THALMANN (1901-1980). Clara
Enser nacque a Bale in
Svizzera, figlia di un tedesco che siera
rifugiato in Svizzera per non combattere nella guerra contro la Francia nel 1870. Clara ,militante
dapprima nel Partito Comunista si spostò sempre più su posizioni antistaliniste
e libertarie, come il suo compagno Pavel Thalmann,
anch’esso originario di Bale., che aveva
trascorso 4 deludenti anni nella Russia stalinista. Nel 1936 Pavel e
Clara andarono in Spagna, dove lei, come nuotatrice, era stata scelta per
rappresentare la Svizzera alle Olimpiadi Popolari come risposta a quelle
naziste di Berlino. Annullati i giochi
in seguito agli avvenimenti del luglio del 1936 Pavel e Clara restarono in Spagna contagiati dall' "atmosfera gioiosa" e dall'entusiasmo rivoluzionario che regnava a Barcellona. (cfr. brano) e si arruolarono entrambi nella Colonna Durruti.
Brano da commentare: “ (CLARA): La mia
impressione arrivati in Spagna è stata indimenticabile . Un mondo completamente
diverso. Anarchici, socialisti, bandiere rosse-nere ovunque e la prima
persona che incontrai mi disse: “ ora la faremo finita con tutte le ingiustizie,
i lavoratori avranno più diritti, i latifondi sono aboliti, le chiese sono
abolite, ora lavoreremo collettivamente e tutti avremo una vita migliore”
(PAVEL) : Ovunque in ogni villaggio e in ogni città sono sorti Consigli operai
e contadini che si autogestivano sia localmente che regionalmente e anche in
grossi centri. Il governo centrale di Madrid con tutti i suoi decreti e le sue
leggi era di fatto esautorato, nessuno ci badava, la rivoluzione era nelle mani
dei consigli. (CLARA) E poi siamo arrivati a Barcellona. I sindacati
avevano requisito tutti gli alberghi e le aziende di una certa dimensione. E’
impossibile spiegare quell’atmosfera gioiosa che regnava ovunque, che
anche sul piano umano mostrava la via della rivoluzione sociale” […..] Era
meraviglioso, la conquista di un atteggiamento molto più libero di questi
spagnoli, non più sottomessi, non c’erano più la señorita o il
señor, solo il companero … (
Intervista a Clara e a Pavel Thalmann )
Nel
maggio 1937 combatterono insieme a gli “Amici di Durruti” per
difendere la Centrale telefonica e le
sedi della CNT dalle truppe del governo
centrale.. Dopo questi fatti vennero duramente perseguitati dagli stalinisti e , infine, arrestati vennero rinchiusi in
prigione. La loro liberazione fu dovuta alle forti pressioni della stampa svizzera di sinistra. Durante la Resistenza formarono, in
Francia, un gruppo rivoluzionario proletario specializzato soprattutto nel porre in salvo
ebrei e rivoluzionari ricercati dalla Gestapo. Pavel collaborò, alla fine degli
anni ‘40, alla “Realtà russa” di Lazarevitch (
cfr. post “Ida Mett”)
, Negli anni “ cinquanta fondarono , sul
modello delle collettività catalane, una comune, denominata “La Serena” vicino
a Nizza, che divenne un importante punto di riferimento per i movimenti
rivoluzionari giovanili degli anni sessanta e settanta. Dopo la morte di Pavel,
Clara , assieme ad Augustin Souchy
(vedi post a suo nome) tornò sui luoghi della rivoluzione spagnola per
ricavarne un documentario. Morì nel 1987.
Brano da commentare: “ Ich werde die Revolution in Himmel machen / I am going to make the revolution in heaven/ Voy hacer la revolucion en el cielo/ Je vais faire la revolution dans le ciel” ( Parole di Clara Esner Thalmann scritte su un
messaggio ad un amico poco prima della
sua morte)
Bibliografia : in htpp.// wiki.ic.org/wiki/ La Séréna
FRANZ RITTER (1914-
1984) Nato a Flums si trasferì a Zurigo, dove lavorò come
formaggiaio. Membro del Partito
Socialista e simpatizzante delle idee libertarie. Si era recato in Spagna per
le Olimpiadi che si dovevano tenere nel
luglio 1936. Allo scoppio della rivoluzione sociale, rimase in Spagna e andò a
combattere come miliziano nella Colonna Durruti. Nell’aprile del 1938
passò, dopo un periodo di licenza
a Parigi, nelle Brigate Internazionali , dove era però mal visto dagli stalinisti per le sue tendenze
libertarie. Stanco delle loro continue pressioni decise di rientrare in Svizzera, ma ben presto scopri che le autorizzazioni dei congedi erano in mano a dei corrotti, che se le
facevano pagare . Ritter affrontò i corrotti ,
ma la lite degenerò, e uno di loro sparò uccidendo un suo compagno. Di
quell’assassinio fu ingiustamente
accusato Ritter. Rinchiuso in prigione venne liberato solo alla fine di settembre . Al suo rientro
in Svizzera fu condannato dal tribunale militare svizzero a 3 mesi di prigione
per la sua partecipazione alla guerra di
Spagna. E come se ciò non bastasse fu anche
contemporaneamente sottoposto da parte del
partito comunista. a una campagna di diffamazione, in cui lo si accusava del suo presunto omicidio durante la collutazione in Spagna di un membro del partito. Le cose assunsero una tale piega che Rittel , sebbene malvolentieri,
fu costretto a reagire in sede
giudiziaria e nel processo che ne seguì risultò la sua piena innocenza . Per i dettagli di
questo caso , cfr. il seguente brano:
Brano da commentare: …” Ritter apprende che uno dei suoi vecchi tenenti,
Goffred Schreyer, ha pagato seimila pesetas a Rudolf Frei, un agente del Comintern, per avere il foglio di via.
Furioso, si presenta ad affrontare Frei, quando sopraggiunge Otto Brunner, il
superiore di Frei , che minaccia Rittel con
la pistola. Questi fugge, ma più tardi Brunner con i suoi sbirri riesce a scovarlo e
nella collutazione la pistola di Brunner spara ed uccide il giovane
brigatista Karl Romoser. Ritter in
possesso del biglietto del treno per la Svizzera, viene arrestato a Port-Bou: infatti Brunner aveva avvertito la polizia spagnola con
la pretesa che Rittel avesse ucciso Romoser. Ritter
chiede l’intervento dell’anarchico Augustin Souchy, ma resterà in prigione fino al 28
settembre, nonostante gli interventi del console di Svizzera e del Partito socialista svizzero”.
Bibliografia: Antoine
Gimenez,
Amori e rivoluzione. Ricordi di un miliziano in Spagna (1936-1939) , Edizioni La
Baronata, 2007 p. 243.
ADRIEN PORCHET ( 1907- 2008) figlio del regista svizzero Arthur Porchet e anche lui regista.
Nel 1936 si trovava in Spagna e stava girando dei film per conto del sindacato degli spettacoli pubblici della
CNT. Subito dopo la vittoria del
proletariato di Barcellona sui militari ribelli fu arruolato dalla Colonna Durruti, che stava andando a combattere sul fronte aragonese. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Stavo ultimando un film che si chiamava Hogueras de la noche e la sera del 19 luglio non mi ero reso
conto che iniziava la rivoluzione; credevo si trattasse di un nuovo sciopero,
di manifestazioni. Poco dopo alcuni miliziani del Sindacato degli Spettacoli
sono venuti nello studio e ci hanno detto che avevano bisogno di operatori per
il fronte. Così mi hanno imbarcato per il fronte … Un giorno ci fu un attacco
della cavalleria e dell’aviazione fascista, a una decina di Km più
lontano. Mi hanno detto:: “ Tu vieni al fronte con noi. Io gli ho risposto :
Faccio qui le attualità e i miei film di guerra . Uno di loro mi ha incollato una pistola sul culo
avvertendomi: O tu vieni al fronte con
noi o qui tu ci rimani. Ed è così che sono andato in prima linea e che mi sono
messo a filmare film in diretta. Poco a
poco mi sono abituato alla guerra,
partecipavo alle riunioni di stato maggiore. Mi ricordo che Durruti mi
aveva engueulé raccomandandomi di posare
la mia caméra e di prendere un fucile.
Io gli avevo risposto : Io do più
coraggio ai tuoi uomini con il mio apparecchio che con un fucile ! Avevo una
totale indipendenza nella scelta dei miei soggetti. Avrei anche potuto filmare
delle esecuzioni di fascisti o di preti
. Già, ma non ho mai voluto. Al fronte,
conducevo la stessa vita che i miliziani, vi erano momenti di grande calma e
nell’insieme una ottima atmosfera tra i
miliziani , a causa del senso poussé di autodisciplina. Le bobine erano inviate a Barcellona per essere
sviluppate. […] ciò che fu veramente duro, era di dovere filmare, con la mia
caméra sulla spalla, dei compagni,
miliziani feriti o uccisi. In quei momenti là, si ha un’ altra mentalità.
Quando nel novembre 1936, Durruti è partito per difendere Madrid con alcuni
elementi della sua colonna, sono tornato a vivere a Barcellona”. ( tratto da una
intervista di Michel Froidevaux ad
Adrien Porchet )
Bibliografia:
Antoine Jimenez, Amori e rivoluzione.
Ricordi di un miliziano in Spagna
1936-1939, Edizioni La
Baronata, 2007 p. 233. Ho integrato il
testo con Edouard Waintrop, Les anarchistes espagnols (1868-1981) , Denoel, 2012, p. 481 (traduzione italiana, di questa seconda parte, mia )
ETHEL MACDONALD (1909-1960) Dopo una prima esperienza
politica nel Indipendent Labour
Party, divenne anarchica e militò nell’Anty-Parliamentary Communist Federation
(ACF) di Glasgow e insieme a GUY ALDRED
( 1886-1963), compagno di Rose Witkop,
sorella di Millie compagna di Rudolph
Rocker) e a JENNY PATRIK (1884-?)
fondarono nel 1934 l’United Socialist Movement (
USM) Nel novembre isi recò
in Spagna, dove , su consiglio di Proudemmauxdivenne giornalista radiofonica,
in lingua inglese, della radio di Barcellona della Confederation Nacional de Trabajo. Per le sue prese di posizioni
antistaliniste venne arrestata e rischiò
di essere condannata a morte. A causa della inconsistenza delle accuse che gli
si imputavano e delle numerose petizioni a suo favore
venne finalmente liberata. Dopo
la caduta della Catalogna tornò in Inghillterra e
continuò la sua attività nell’ USM sino al 1958 quando fu colpita da sclerosi multipla e
perse l’uso della parola. Morì nel 1961 a Glasgow.
Brano
da commentare: “ “ My arrest was typical of the attitude of the Communist Party, in Scottland the group to which I am attached has always been in complete opposition to the Communist Party. In opposing their propaganda we have always had to face and deal with their fundamental ignorance and brutality. In Spain, their approach is the same. Assault Guards and officials of the Puiblic Order entered the house in wich I lived late one night. Without any explanation they commencede to go through thoroughly every room and every cupboard 313 the house. After having discovered that which to them was sufficient to hang me- revolutionary literature etc. – they demandes to see my passport. On this being schown they informed me that I was in Spain illegaly, althoug I entered Spain quite legally ( Ethel Macdonald in un’intervista apparsa su Glasgow Evening Times del 1937)
Bibliografia: Il brano è tratto da Ethel Macdonald Biography su Internet Spartacus Educational
ROBERT (BOB) SMILLIE (1917-1937) Nipote del famoso ROBERT SMILLEY, leader dei minatori inglesi e
uno dei fondatori del Labour Party . Bob Smilley socialista libertario partecipò attivamente alla
lotte del movimento della Gioventù Socialista
contro il movimento fascista
inglese guidato dal Oswald
Mosley. Nel 1936 partì per la Spagna e militò con altri compagni, tra cui George Orwell nel P.O.U.M. ( Partito di
Unificazione marxista antistalinista) . Alla fine dell’ aprile 1937, durante una sua licenza a
Barcellona fu arrestato da alcuni poliziotti
filo stalinisti e inviato in un
carcere di Valenza. Nel periodo della
sua detenzione , ogni notizia su di lui divenne impossibile tanto che da parte dei suoi compagni crebbe
la certezza che fosse stato fucilato.
Più tardi si ammise da parte delle autorità carcerarie che era morto , ma per una sopravvenuta
appendicite. La richiesta da parte dei rappresentanti dell’ Indipendent Labour Party di poterne vedere il cadavere fu
respinta, La sua morte e le modalità con
cui essa avvenne resta pertanto ancora
un mistero. George Orwell che fu un suo
compagno sul fronte di Aragona accettò dopo una certa titubanza la tesi della
morte per malattia , pur addebitandola
soprattutto alle disumane condizioni
delle carceri sotto il controllo dei comunisti. (cfr.
brano)
Brano da commentare: “ A parte uno o due che costituivano un po’
di fastidio (perché come tutti sanno, la guerra attrae la canaglia)., il gruppo
degli inglesi era eccellente, tanto dal punto di vista fisico quanto da quello
mentale. Il migliore era forse Bob Smillie, nipote del famoso capo dei minatori,
ch’ebbe poi a morire di così atroce e stupida morte a Valencia. [….] Morto in
carcere a Valencia ; di che cosa nessuno lo sapeva con certezza . Era stato seppelito subito e il rappresentante dell’Indipendent Labour Party a Valencia, non aveva potuto
ottenere il permesso di vederne il corpo. Ne dedussi ovviamente che Smillie era stato fucilato. Fu quello che
allora tutti credettero , ma ho avuto in seguito motivo di
ritenere d’essermi sbagliato. Venne più tardi data come causa della morte un
attacco di appendicite e sapemmo in seguito da un altro ex detenuto che Smillie, senza il minimo dubbio, in carcere era stato malissimo. Quindi la storia
dell’appendicite era forse vera. […]
Debbo dire questo, tuttavia. Bob Smillie aveva solo 22 anni e fisicamente era uno
degli uomini più saldi ch’io avessi mai conosciuto. Ed era l’unico di spagnoli
e di inglesi, ch’io avessi visto fare tre mesi consecutivi di trincea senza un
sol giorno di malattia. Gente così sana e robusta non muore solitamente di
appendicite, sol che sia curata un po’ a dovere. Ma quando aveste veduto che
cos’erano le prigioni spagnole – le carceri improvvisate per i detenuti
politici- capivate quante probabilità
restassero a un malato d’essere curato a dovere. […] La morte di Smillie non è una cosa ch’io possa facilmente perdonare. Era un caro ragazzo
intelligente e coraggioso, che aveva buttato all’aria la sua carriera
all’Università di Glacow per venire a combattere il fascismo e
che, come potei constatare personalmente, aveva fatto il suo dovere al fronte
con un coraggio e una forza di volontà mai venuti meno. E ora tutto quello che
avevano saputo fare era stato di gettarlo in un carcere per lasciarvelo morire
come una bestia dimenticata.[…] Essere uccisi in battaglia, sì, è quello che
ci si aspetta ; ma venire buttati in un
carcere, neppure per un reato immaginario, ma solo per uno stolido, cieco dispetto, ed esservi
lasciato morire nell’abbandono è una cosa ben diversa. Non riesco a
vedere come questo genere di cose, e il caso di Smillie non rappresenta
nulla di eccezionale, potesse rendere più facile o più rapida la vittoria.” (
George Orwell, Omaggio alla … )
Bibliografia, George Orwell, Omaggio alla Catalogna, Il Saggiatore, 1964, p 49 e pp. 261-262
NANCY CUNARD
(1896-1967). Nata in una famiglia aristocratica, assai ricca,
inglese, già subito dopo il grande debutto , a 18 anni , in
società alla presenza della famiglia reale, il suo anticonformismo
e la ripugnanza verso quell’ambiente elitario la spinse, sempre
più, verso una vita alternativa e bohémienne . Trasferitasi in Francia frequentò gli ambienti
dadaisti e surrealisti destando scandalo con i suoi numerosi amori omosessuali
ed eterosessuali , tra cui Louis Aragon . Nel 1928 ebbe una relazione con il musicista
afro-americano, Henry Crowder, che portò alla rottura
definitiva con sua madre e suo padre, da cui venne diseredata. Pubblicò
nel 1934 un volume , esplicitamente antirazzista e anticolonialista
intitolato , Negro: Un anthology . Durante la rivoluzione
sociale spagnola andò in Spagna come corrispondente di guerra e a
sostegno della causa antifascita . Insieme a Pablo
Neruda pubblicò la rivista ” Las Poetas del mundo defenden el
pueblo espanol”
(1937) (cfr. brano).
Brano da
commentare: “ DEUX POEMES/ par FEDERICO GARCIA LORCA et / LANSTON HUGUES/
. LES POETES DU MONDE DEFENDENT/ LE PEUPLE ESPAGNOL / 3 / Madrid sera la tombe du Fascisme / Internacional Intelectuels ! Combattez / dans vos propes pays les assassins de / Federico Garcia Lorca. Nous demandons / de l’argent, du matériel sanitair, des vetements pour le peuple / de l’ Espagne Républicaine. / Ils ne passeront pas ! NUMERO TROIS –
COMPOSE A LA MAIN PAR / NANCY CUNARD ET PABLO NERUDA / TOUT LE PRODUIT DE
LA VENTE IRA AU / PEUPLE DE L’ESPAGNE REPUBLICAINE “ (
Prima pagina del numero della rivista “Las poetas defendent le peuple espagnol 3 Gennaio 1937)
Nel 1939 si imbarcò per il SudAmerica insieme a molti
altri esuli spagnoli , che fuggivano dal franchismo. Negli ultimi anni povera,
alcolizzata e sofferente di disturbi mentali condusse una vita errabonda sino
alla sua morte nell’ Hopital Cochin a Parigi.
GEORGE ORWELL (1903-1950) Nato in India da famiglia scozzese, il suo vero nome era
Erich Arthur Blair. Studiò in Inghilterra e nei suoi ultimi anni nella
Public School of Eton ebbe
come suo insegnante Aldous Huxley. Nel
1922 tornò in India e si arruolò nell’Indian Imperial
Police . Divenutogli insopportabile il ruolo oppressivo al servizio dell’
imperialismo coloniale lasciò la polizia
e tornò in Europa dove prima a Parigi e
poi a Londra visse , svolgendo diversi
mestieri, in contatto sempre più stretto
con la classe operaia. Queste esperienze
furono alla base dei suoi primi romanzi : Giorni in Birmania (1934) , Fiorirà l’apidistra (1936) , La strada di Wigan Pier (1937. Nel dicembre 1936 andò in Spagna e
combatté nelle file del POUM /Partito Obrero de Unificacion marxista. (cfr. brano)
Brano da commentare : “ … Ero venuto in Spagna con la vaga idea
di scrivere degli articoli per qualche giornale, ma mi ero arruolato nella
milizia quasi immediatamente, perché a quel tempo e in quell’atmosfera sembrava
la sola cosa che si potesse pensare di fare. Gli anarchici avevano ancora il
virtuale controllo della Catalogna e la rivoluzione era ancora in pieno vigore.
A chiunque si fosse trovato là fin dal principio, probabilmente doveva
sembrare, già in dicembre o in gennaio, che il periodo rivoluzionario volgesse
alla fine; ma per chi fosse venuto direttamente dall’Inghilterra, l’aspetto di
Barcellona era qualcosa che sconvolgeva e sopraffaceva. Era la prima volta che
mi trovavo in una città dove la classe operaia era al potere. Praticamente ogni
edificio di qualsiasi dimensione era stato occupato dai lavoratori e
drappeggiato con bandiere rosse o con le bandiere rosse e nere degli anarchici;
su ogni muro erano stati scribacchiati la falce e il martello con le iniziali
dei partiti rivoluzionari; quasi ogni chiesa saccheggiata e le immagini sacre
riarse. Qua e là le chiese venivano sistematicamente demolite da squadre di
operai. Botteghe e caffè esibivano scritte che ne annunciavano la
collettivizzazione; perfino i lustrascarpe erano stati collettivizzati e le
loro cassette dipinte in rosso e nero. Camerieri e inservienti di negozio vi
guardavano in faccia e vi trattavano alla pari. Forme servili o anche soltanto
cerimoniose del parlare erano temporaneamente scomparse. Nessuno diceva “ Senor” o
“Don” e nemmeno “Usted”; ognuno chiamava gli altri “compagno”
usando il “tu” e diceva “Salud!”
invece di “Buenos días”. ….” ( George Orwell, Omaggio alla Catalogna, )
Bibliografia:
George Orwell, Omaggio
alla Catalogna, Il
saggiatore, 1964 pp. 8-9
Rimasto coinvolto durante le giornate di maggio di
Barcellona nel 1937 subì poi in quanto membro del POUM una dura persecuzione da
parte degli stalinisti, da cui si salvò a malapena con l’aiuto del
Consolato Britannico e della moglie , Eileen, che
l’aveva raggiunto a Barcellona . Fu quindi anche per conoscenza diretta e vissuta sulla propria pelle delle infamie dello stalinismo che più tardi nel 1945 Orwell scrisse La fattoria degli animali , dove ricostruì sotto forma
satirica, ma non per questo meno fondata dal punto di vista storico e
politico, la presa al potere da parte
dei bolscevichi in Russia e la graduale
ma inesorabile degenerazione della rivoluzione russa del 1917 da movimento rivoluzionario a larga partecipazione proletaria , organizzata tramite i soviet, a dittatura del partito,
prima, e poi , sotto Stalin, alla dittatura di un
uomo solo.
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Da sinistra a destra: VECCHIO MAGGIORE, PALLA DI NEVE, NAPOLEONE, CLARINETTO, BENIAMINO, BERTA, GONDRANO, MOLLIE, MOSE' |
I principali personaggi di questo libro , sin
dalla mia adolescenza, hanno sempre
colpito la mia immaginazione e adesso proverò a tradurli
in immagini di creta:
VECCHI0 MAGGIORE :
Secondo me rappresenta Marx e non Lenin, come
dicono alcuni, ma vi possono essere argomenti validi sia per Marx che per Lenin . PALLA DI NEVE : Trotsky; NAPOLEONE : Stalin; CLARINETTO ( o a
scelta MINIMUS) Voce ufficiale del partito o l’
“intellighenzia” al servizio
della dittatura. GONDRANO : Alexej Stakhanov,, minatore del Donbass , Per la sua incondizionata disponibilità a dare il massimo e sovrumano rendimento possibile, fu assunto , come è noto, sotto il regime stalinista, come modello della classe operaia
, resa nuovamente sottomessa . BERTA :
Figura materna e anch’essa lavoratrice indefessa. Con maggiori dubbi di Gondrano sullo spirito rivoluzionario del partito , accetta però, anche lei , per la cieca fede che ripone nei maiali, ogni “innovazione” liberticida. BENIAMINO : Personaggio , a cui vanno, ovviamente, le mie
simpatie, anche se l' ironico cinismo , con
cui maschera la sua sostanziale
rassegnazione, è decisamente
auto-distruttivo. MOLLIE, cavallina vanitosa , simbolo dei nostalgici
del regime zarista e dell’aristocrazia che abbandonò la Russia. MOSE’ : Spacciatore
di quell’ “oppio dei popoli “ ,
in cui consiste la religione , tesa a
rendere il più sopportabile possibile
, con la credenza in un mondo
sovraterreno, l’ oppressione e lo sfruttamento sulla terra.
CANI E PECORE: I cani rappresentano le guardie e i picchiatori al servizio dello Stato e dei padroni ; le pecore le masse asservite e facilmente manipolabili.
Canzone da commentare: “ Animali d’
Inghilterra , / d’ogni clima e d’ogni terra/ascoltate il lieo
coro: / tornerà l’età dell’oro. / Tosto o tardi
tornerà/ l’uom tiranno a terra andrà/ per le bestie sol
cortese / sarà l’alma terra inglese / Non più anelli alle narici/ non più
gioghi alle cervici, / e per sempre in perdizione/ andran
frusta, morso e sperone/ Sarem ricchi, sazi appieno/orzo, grano, avena,
fieno/ barbabietole e foraggio /saran solo nostro retaggio. / Più splendenti i
campi e i clivi/e più puri i fonti e i rivi / e più dolce l’aer sarà/quando avrem la
libertà/ Per quel dì noi lotteremo/ per quel dì lieti morremo / vacche ,
paperi, galline, /mille bestie, un sol fine/. Animali d’Inghilterra, ……” ( Orwell, Fattoria degli animali )
Bibliografia: George
Orwell, La fattoria degli animali, Oscar Mondadori, 1967 pp. 40-41
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