venerdì 29 aprile 2011

ANARCHICINI : PIETRO GORI (1865-1911)

                                                                


PIETRO GORI (1865-1911): Poeta, scrittore, avvocato famoso. Nasce a Messina dove il padre Francesco, patriota e cospiratore durante il risorgimento,  comandava un presidio militare. Si laureò a Pisa in giurisprudenza e cominciò l’attività politica nelle file del movimento  socialista, quando ancora  al suo interno coesistevano, più o meno pacificamente, sia la  tendenza statalista che quella antistatalista.  Il I maggio 1890 partecipò come conferenziere allo sciopero generale organizzato dal movimento operaio di Livorno per celebrare quella giornata. Dodici giorni dopo fu condannato,  per quel suo comizio,  a un anno di carcere. Al Congresso di Genova del 1892, in cui nacque il Partito socialdemocratico di tendenza marxista, tentò di partecipare come portavoce della corrente anarchica, ma gli fu impedito e non poté che constatare la ormai totale scissione tra le due correnti socialiste. 
Anche se assai rattristato della scissione , considerandosi anche lui un  “socialista”,  Gori era però lucidamente  consapevole della differenza tra le due tendenze. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Ma il danno più pernicioso che deriva al movimento socialista ed operaio della tattica legalitaria, consiste nell’ inquinamento generale delle idee che questa produce in tutto il partito, in tutta la classe lavoratrice, allontanando sempre più la mentalità collettiva dagli scopi veri del socialismo., per orizzontarlo verso scopi del tutto secondari e spesso inconcludenti, specialmente quando si tratta di politica di governo. Così il popolo si abitua a occuparsi più di un cambiamento di un ministero che del cambiamento in meglio delle sue condizioni economiche; e desidera l’approvazione d’una anodina legge sulle otto ore, piuttostoi che sforzarsi esso stesso a conquistare questo diritto, cominciando lui a non lavorare più di otto ore. […] occorre che nella battaglia nostra contro la borghesia non sorgano altre autorità , che un giorno o l’altro possano sostituirsi alle antiche.  E anche per questo che noi combattiamo il socialismo legalitario – per la organizzazione autoritaria assunta dal partito che lo rappresenta. <L’uomo scevro di pregiudizi, l’uomo che ragiona ed opera secondo la mente e il cuore gli suggeriscono, non sente il bisogno di avere dei pastori, dei capitani, dei direttori negli atti grandi o infimi della sua vita.  L’ infeudare la propria volontà all’autorizzazione di capi più o meno intelligenti, il sottomettere le proprie iniziative al beneplacito dei pontefici di un partito (il quale abbia pontefici, s’intende) significa abdicare alla prima virtù del vero rivoluzionario: l’audacia dell’iniziativa individuale e l’indipendenza della propria persona […]
Bibliografia:  Scritti scelti di Pietro Gori, volume I : Sociologia anarchica . Conferenze,  Edizioni L’Antistato, Cesena,  1968,  pp. 97-98 e p. 103.  Cfr. anche Pier Carlo Masini, Storia degli anarchici italiani : da Bakunin a Malatesta,  Biblioteca Universale Rizzoli (BUR) , 1974,  pp. 277-278
IL CANTO DEI COATTI
Nel  1894 a causa  delle insistenti accuse  della stampa borghese di essere l’istigatore dell’attentato di SANTE CASERIO  contro il Presidente Carnot   e delle recenti leggi repressive emanate da Crispi  contro gli anarchici, per cui si profilavano per Gori  cinque anni di domicilio coatto fu costretto a rifugiarsi in  Svizzera.  Secondo alcuni la Canzone dei coatti  fu scritta da Gori sotto questa concreta minaccia .  Secondo altri invece essa fu composta due anni più tardi nel 1896 ( cfr.  canzone) .
Canzone da commentare: : “ Addio, compagni,  addio /sorelle spose madri / la società dei ladri / ci ha fatto relegar / sepolti in riva al mar. / Siamo coatti e baldi / per l’isola partiamo / ma non ci  vergognamo /   perché questo soffrir / è sacro all’avvenir./ Ma la sublime idea/  che il nostro cor sorregge / sfida la infame legge  /che ai cari ci strappò / e qui ci incatenò. /  A viso aperto, i diritti / al popolo insegnammo, /  e a liberar pugnammo /da tanta iniquità / l’oppressa umanità /. Sognammo una felice  / famiglia di fratelli / perciò fummo ribelli /  contro ogni sfruttatore,/  contro ogni oppressor / Vedemmo l'alba immensa / de le speranze umane / lottammo per il pane / per la libertà / contr'ogni autorità / Vi giunga, o plebi ignare / da questa fossa infame /  del freddo o della fame / sdegnoso, incitator /  quest'inno del dolor. / O borghesia crudele / tu non ci fai paura / la società futura / per la tua gran viltà /  te pur condannerà / Ma voi lavoratori / voi poveri sfruttati / per questi relegati, rei di bandir il vero / avrete un pio pensier ! /  Addio dolente Italia / di illustri ladri ostello /  di tresche ree bordello /  stretti alla nostra /  oggi partiam  da te. / Ma un dì ritorneremo /  più fieri e implacabili /  finché rivendicati / non siano i diritti ancor / d’ogni lavorator.  / Straziate, o sgherri vili /  le carni e i corpi nostri /  ma sotto i colpi vostri /  il cor non piegherà, / l’idea non morirà”  ( Il canto dei coatti  ( 1894 o 1896 ) 
 Discografia:  in Antologia della canzone ……(1) , CD  citato p. 12
  Comunque sia  , scelta Lugano  come  suo luogo di residenza, la sua abitazione in via Cattaneo divenne ben presto  punto di riferimento importante per tutti i profughi italiani. La tensione politica   contro gli anarchici era però molto alta. Una sera mentre tornava a casa riuscì a salvarsi a stento dai colpi di pistola di alcuni misteriosi individui . Infine le  ripetute pressioni  da parte del governo italiano sulla Repubblica  Elvetica perché  Gori ed altri anarchici fossero  estradati ottennero il loro effetto e Pietro Gori ed alcuni suoi compagni , dopo un certo periodo di detenzione nelle carceri svizzere, furono espulsi.

ADDIO LUGANO BELLA
 Fu in questa occasione che Gori scrisse la famosa canzone “ Addio Lugano Bella “. (cfr.  canzone ) 
Canzone da  commentare:  “Addio Lugano bella, o dolce terra pia / Cacciati senza colpa  gli anarchici van via / E partono cantando con la speranza in cor (due volte) Ed è per voi sfruttati, per voi lavoratori / Che siamo incatenati al par dei malfattori / Eppure la nostra idea non è che idea d’amor! / Anonimi compagni, amici che restate /  Le verità sociali da forti propagate / È questa è la vendetta che noi vi domandiam  / Ma tu che ci discacci con una vil menzogna 7 Repubblica borghese un dì ne avrai  vergogna /  Noi oggi ti accusiamo in faccia all’avvenir / Cacciati senza tregua andrem di terra in terra / A predicar la pace e a bandir la guerra / La pace tra gli oppressi, la guerra agli oppressor  / Elvezia il tuo governo schiavo d’altrui si rende / d’ un popolo gagliardo le  tradizioni offende / E insulta la leggenda del tuo Guglielmo Tell  / Addio cari compagni amici luganesi  / Addio bianche  di neve montagne ticinesi / I cavalieri erranti sono trascinati a nord ( Addio Lugano Bella)
 Discografia:  in Antologia della canzone ……(1) , CD  citato p. 12-13
PIETRO GORI E LOUISE MICHEL
Passando per la Germania e per il Belgio  Gori giunse a Londra , dove  conobbe e divenne amico di diversi autorevoli compagni come  Piotr Kropotkin, Sebastien Faure, Charles Malato e altri. Una particolare amicizia lo legò a Louise Michel,  che per alcuni giorni lo curò amorevolmente  quando cadde malato  .  Di Luisa Michel ricordò , poi, in versi , un comizio che ella tenne ad  Hyde Park  a Londra il primo maggio 1895.  (cfr. brano )
Poesia da commentare: “ Nel parco verde, immenso, scende e snodasi / torrente umano, un gran corteo di popolo; ne l’aria grigia sventolano i labari / e le fanfare squillano / Braccio gigante e cor della metropolio, / solenne, plumbea va la moltitudine / son tutte in lei la bronzea forza e l’anima /  dela plebe brittanica / Poi s’arresta. Da l’alto, mite e fervida / parla Luisa Michel. Sono teneri / accenti di pietà per quei che languono/ e strali a le tirannidi / Parla, e intanto su di lei la pioggia  a turbini / si rovescia. Non bada ella; impassibile /  segue il suo dire la folla . A torno fischiano / le raffiche tra gli alberi /  Ed essa paria la serena  e semplice / profezia dell’amore, il vaticinio / del diritto vincente, e ne la libera / terra redenta gli uomini / rasciugati dal sole e sangue e lacrime …./ Essa benedicente al Maggio florido / de l’ideale, tra l’uragano, sembrami / de la  storia la Nèmesi  “. ( Pietro Gori, Tempesta di Maggio  Londra 1 maggio ‘95)
Bibliografia: A.N.P.I. Sezione di Rosignano Marittimo, Viaggi e avventure di Pietro Gori Anarchico, a cura di Tiziano Arrigoni, , La Bancarella Editrice, 2010, p. 20.  Cfr. su Luisa Michel anche: Pietro Gori,  Un’ eroina della bontà  in   Scritti scelti di Pietro Gori, volume II : Le difese. Ceneri e Faville. Sociologia criminale. Poesie e drammi.  Edizioni L’Antistato, Cesena,  1968,  pp.177-185.
                                                               
PIETRO GORI CON LA CHITARRA

Lasciata Londra,  Gori , da Amsterdam  si imbarcò , come marinaio,  per gli Stati Uniti, dove svolse una intensa attività di propaganda e di lotta sindacale tra gli emigrati italiani e, tra l’altro,  contribuì a Paterson alla nascita del giornale  La Questione Sociale”“.   (cfr. brano)      
Brano da commentare :    ” Pietro Gori che arrivò a New York nel 1895, rimase un anno negli Stati Uniti ed ebbe un impatto ancora maggiore. […] Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, Gori tenne dai due ai quattrocento comizi in un anno. Spesso si accompagnava con la chitarra e cominciava a cantare, attraendo così la folla che rimaneva ad ascoltare le sue conferenze sull’anarchismo. In questo modo instillò l’idea anarchica in molti e contribuì a fondare un discreto numero di gruppi. Gori ricordava la figura di un evangelista cristiano, spostandosi di città in città, tra Boston e San Francisco, per propagandare l’anarchia. …”   (  Paul Avrich,  Sacco e Vanzetti …)  
Bibliografia: Paul Avrich, Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti, a cura di Antonio Senta, Nova Delphi,  2015 p. 96.
Oltre      alle conferenze e alle canzoni  Gori lasciò negli Stati Uniti   anche una tradizione teatrale anarchica assai in voga nei piccoli paesi e nelle grandi città     .  (cfr. brano)
Brano da commentare:    Venuto con me me (il bozzetto  “ Primo Maggio” , non so come in America, furono i compagni di Paterson     che lo esumarono; ed al delitto d’autore, vollero che  aggiungessi quello di attore. Da allora in poi, da Boston a Barre, da Barre a Chicago,  e via via fino a San Francisco di California, e vice versa per gli Stati Uniti del Sud – quasi a simboleggiare il mio pellegrinaggio di propaganda nel Nord America – i compagni delle diverse città vollero rivedere sulla scena lo straniero misterioso che viaggia  “ verso la parte donde si leva il sole “    (Pietro Gori, Primo Maggio. Bozzetto Drammatico, Barre )  
Bibliografia: A.N.P.I. Sezione di Rosignano Marittimo, Viaggi e avventure di Pietro Gori Anarchico, a cura di Tiziano Arrigoni, , La Bancarella Editrice, 2010,  p. 25                 
  
  

PIETRO GORI IN ARGENTINA

Nel 1896 rientrò in Italia , ma due anni dopo, condannato a 12 anni di prigione, fuggì , nell’ America del Sud , dove tenne numerose conferenze nei circoli culturali e operai  e, tra l’altro, fondò  a Buenos Aires la rivista “ Criminologia moderna” , che ebbe una notevole diffusione.  (cfr. brani)
Brani da commentare: 1) “ … “ L’attività di Gori in Argentina presenta varie sfaccettature. Da una parte, una serie continuativa di conferenze per ogni tipo di pubblico. Dall’altra il suo lavoro di avvocato, giurista, criminologo e ricercatoere e occasionalmente professore universitario. Aprì uno studio in Talacahuano, 369, con un altro avvocato di tendenze anarchiche, Arturo Riva. Fece ricerche per varie società scientifiche argentine, collaborò con esperti criminologi e di sistemi carcerari (con Juan Vucetich, per esempio, creatore del sistema dattiloscopico argentino ) e si prestò anche ad un pubblico concorso per ottenere la cattedra di letteratura italiana  …” (  Gonzalo Zaragoza Rovira, Anarquismo argentinos …. Madrid 1996; 2)  “ Come aveva  fatto tre anni innanzi negli Stati Uniti, appena giunto in Argentina Gori inizia una serie di conferenze destinate a propagandare ampiamente “l’idea”.  La sua prima conferenza al Circolo della Stampa, che ha per tema I provocatori e gli istigatori degli ultimi avvenimenti in Italia, spaventa la buona società di Buenos Aires. […] Tuttavia, pochi giorni dopo, più di mille persone vanno ad ascoltarlo al teatro Doria di Buenos Aires. Gori ottiene anche un bel successo a Lujan –una città che possiede la  “propria” Madonna. – nelle sale di una società italiana del luogo. E’ conteso dalle assocciazioni democratiche e da quelle operaie. Tiene una conferenza, e successivamente dei corsi liberi, alla facoltà di diritto di Buenos Aires. […] Alla fine di un giro di conferenze a La Plata, Gori fa uscire, nel mese di novembre, il primo numero di “Criminologia Moderna”, sul quale vengono pubblicati lavori ispirati a Lombroso  e a Ferri. […] La rivista di  Gori contribuirà a far conoscere in Argentina i lavori e i nomi di Ferri, Colajanni, Lombroso, ardigò e Antonio Labriola, che vengono introdotti per la prima volta in America Latina. “  ( Robert Paris, L’Italia fuori d’ Italia ….  in Storia d’Italia 8, Einaudi ); 3) “ Gli anarchici divennero ben presto attivi nell’organizzare i lavoratori dell’industria e dell’artigianato nell’ America Centrale e Meridionale e fino ai primi anni Venti la maggior parte dei sindacati del Messico, Brasile, Perù, Cile erano in generale anarco-sindacalisti […] Il più grande ed agguerrito di tali sindacati fu la Federacion Obrera Regional Argentina, che fu fondata nel  1901, in gran parte per opera dell’italiano Pietro Gori; essa crebbe velocemente fino a raggiungere circa un quarto di milione di iscritti che surclassarono il rivale sindacato socialdemocratico.” ( Irving L. Horowitz, The Anarchists,, New Brunswick  2005)
Bibliografia: A.N.P.I. Sezione di Rosignano Marittimo, Viaggi e avventure di Pietro Gori Anarchico, a cura di Tiziano Arrigoni, , La Bancarella Editrice, 2010, (primo brano) p. 39 e (secondo e terzo brano), pp. 41-42
 
PIETRO GORI, JUANAS ROUCO BELLA, VIRGINIA BOLTEN, MARIA COLLAZO
   Importanti furono anche i contatti che Pietro Gori ebbe in  Sud America con  gruppi di donne anarco-comuniste,   (cfr. post
Brano da commentare: “ Fra il 1896 e il 1897 un gruppo di donne pubblicò il polemico periodico anarco-comunista La Voz de la Mujer. Oltre a contenere molti dei problemi chiave del femminismo contemporaneo, vi si possono trovare posizioni e critiche molto più radicali riguardanti  la famiglia patriarcale, lo sfruttamento sessuale della donna (non solo della prostituta, ma anche della moglie, della giovane amante) e il machismo dei loro compagni anarchici. In questo periodo alcune donne si impegnarono nelle fila di vari gruppi anarchici come Virginia Bolten, Juana  Rouco Buela, Maria Colazzo,  Con Pietro Gori, la Bolten fondò un gruppo, composto da anarchici e socialisti che si batteva per la dissoluzione del matrimonio legale  e contro altri concetti autoritari .” ( Marcella M. A. Nari, Politicas de Maternidad y Materialismo Politico 1894-1940, Buenos Aires , 2004)
Bibliografia: A.N.P.I. Sezione di Rosignano Marittimo, Viaggi e avventure di Pietro Gori Anarchico, a cura di Tiziano Arrigoni, , La Bancarella Editrice, 2010, pp. 42-43. 
 PIETRO GORI, ANGELO TOMMASI E LA LORO GUIDA

Gori intraprese anche con il suo amico noto pittore, Angelo Tommasi  (1858-1923) , ( autore, tra l'altro, del famoso quadro "Gli emigranti" del 1895 ),   numerosi viaggi d' interesse scientifico e antropologico per conto della Società Geografica Argentina in Patagonia , nella Terra del Fuoco e in  Cile ( cfr. brani) . 
Brani da commentare :  1)   Nel 1901 Gori intraprende un lungo viaggio che lo porta in Patagonia e in Cile. Si imbarca il 20 di Gennaio sulla “Guardia Nacional “ insieme ad Angelo Tommasi, di quarantadue anni, professore dell’ Accademia di Belle Arti di  Firenze, per conto della Società Scientifica  Argentina. Secondo la Protesta Umana” si trattava di un “viaggio di studio”. Andava a visitare le prigioni militari e a tenere conferenze. Secondo Sandro Foresi “ durante il viaggio raccolse un patrimonio di fotografie e di note e di osservazioni importanti sopra le popolazioni selvagge della Patagonia e sopra gli indigeni della Terra del fuoco.  ….“ ( Gonzalo Zaragoza, Anarquismo argentino  …. Madrid  1996) ; 2) “ L’interesse per l’uomo, per l’antropologia culturale, approfondito coi corsi di sociologia criminale, lo conduce ad accettare l’offerta del governo argentino per una missione  scientifica da compiere col pittore Angelo Tommasi: dovrà esplorare, per mare e per terra, l’ Estremo Australe, oltre la  Terra del Fuoco. Diventa così geografo ed eccellente fotografo, riportando testimoinianze preziose sulle tribù primitive della Patagonia . ….” ( Vittorio Emiliani, Gli anarchici ,  1973) ; 3) “ Fra Aprile e maggio del 1901, Pietro Gori, fu in Cile, accompagnato dal pittore italiano Angelo Tomasi. Aveva un doppio scopo : da una parte, veniva per studiare le condizioni delle carceri in Cile e a documentarsi sullo stato della criminologia in questo paese, dall’altra per tenere conferenze in favore della causa anarchica. Arrivarono da sud, passando per la Patagonia e la Terra del fuoco. Dopo arrivarono a Coronel (…)  da qui passarono a Talcahuano, dove il  “ Dott. Gori” come lo chiamavano i giornali libertari dell’epoca, tenne una conferenza e da qui si diresse verso Valparaiso, dove tenne una serie d’incontri. In seguito si trasferì a Santiago, dove parlò in due conferenze , che furono riportate in modo dettagliato dal giornale “La campana” […]  La   prima, sabato 13 aprile, nel locale della " Sociedad de Artesanos",  “piena di lavoratori, per la maggior parte anarchici, “che si intitolava “il presente ed il futuro economico dei lavoratori” (…) Dopo , sabato 20 dello stesso mese, tenne nel Teatro Lirico una conferenza sopra “ La guerra e la missione storica del XX secolo,” che era un invito a combattere il militarismo e a lottare per la pace tra i poli. La sua visita non passò inosservata sui giornali della stampa borghese che, come avviene spesso, iniziarono una campagna denigratoria contro il Dr. Gori . Cosa che è  giustamente denunciata da Tomas Diaz : in un articolo “El doctor Pedro Gori y sus Calumniadores ( El Acrata, anno II n. 4) seconda quindicina di maggio del 1901, in cui tiene un’energica difesa contro le calunnie  lanciate dal giornale “La Ley” (10 mmaggio 1901) che volevano collegare la presenza di Gori e Tomasi ad un furto di quadri al Salone di Belle arti e al tempo stesso affermavano che Gori e il suo accompagnatore “soggetti pericolosi anarchici" erano venuti per reclutare persone per organizzare attentati contro i “ sovrani europei “  ( J.A. Gutierrez, La visita de Pietro Gori en Chile, 2001)
Bibliografia:   Primo e terzo brano in A.N.P.I. Sezione di Rosignano Marittimo, Viaggi e avventure di Pietro Gori Anarchico, a cura di Tiziano Arrigoni, , La Bancarella Editrice, 2010, p.50 e p. 53. il secondo brano si trova in Vittorio Emiliani, Gli anarchici. Vita di Cafiero, Costa,Malatesta, Cipriani, Gori, Berneri, Borghi, Informazione storica Bompiani, 1973, p. 159
                          
NATIVI DELLA TERRA DEL FUOCO 
Alla fine del viaggio  furono esposti a Buenos Aires dei quadri di Angelo Tomasi su quei luoghi, che riscossero molto successo e alcuni anni dopo Angelo Tommasi intervistato dalla scrittrice e giornalista socialista e protofemminista Anna Franchi ( 1867-1954) fornì molti dettagli  su quell' avventuroso viaggio nella Terra del fuoco, soffermandosi , tra l’altro, sulle condizioni di vita dei  nativi, la cui sopravvivenza stessa era fortemente minacciata dalla cosiddetta "civilizzazione bianca" . (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Rimasi nella Terra del Fuoco diversi giorni, volli addentrarmi un poco e conoscere un po’ da vicino gli indigeni.. Una razza un po’ più cattiva dei Patagoni, della Pampa, predoni, e , se ubriachi, pericolosissimi. Hanno delle frecce che mai fallano. Dovetti alla sveltezza di un mio compagno che mi spinse dietro un albero, se me ne liberai; ne sentii il fischio presso alla testa. Si fanno delle  capanne bellissime. Piegano i tronchi più bassi degli alberi senza distaccarli e con quelli fanno l’ ossatura della capanna che poi ricoprono con pelli di guanaco. Tutto intorno rimane la ricca vegetazione. Però la razza degli Indi fueguini (così li chiamano) si va perdendo. Sono quasi distrutti  … dalle guerre … e da una terribile malattia, che avvelena il sangue … Lei mi capisce. Si vedono a frotte i bambini rachitici.  Una delle più terribili malattie, che travaglia l’umanità, avvelena il loro sangue. Destan pietà . Quasi tutti hanno gli occhi ammalati. E’ una razza destinata a scomparire … benché sia suscettibile di civilizzazione. […]  Però il governo spera una migliore riuscita nella colonizzazione, che nella educazione degli individui, tanto che qualche malevolo è arrivato persino a dire che la grave malattia sia stata inoculata apposta per distruggere al più presto la razza.  ( da Anna Franchi, Un pittore toscano alla Terra del Fuoco in Il secolo XX, Milano, 1903 pp. 310-320)
Bibliografia:   Tiziano ArrigoniNella terra dei Lobos in Patagonia con Pietro Gori e Angelo Tommasi, , La Bancarella Editrice, 2012 pp. 48-49
PIETRO GORI

In una spedizione successiva, accompagnato dal suo amico poeta romanesco Cesare Pascacarella,   Gori si spinse , lungo i fiumi Paranà e alto Paranà , nel Chaco. I suoi, sempre più consolidati interessi  geografici, etnologici e antropologici si manifestarono,   anche nel 1904, nel  viaggio che fece in Egitto e in Palestina. Rimarchevole e innovatore, come  sottolinea Tiziano Arrigoni nella sua prefazione a "Viaggi e avventure di Pietro Gori anarchico " ( che ho  più volte citato in questo post) il suo uso di diapositive per illustrare le sue conferenze dal titolo " Dalla terra dei Faraoni al paese di Gesù". Nel 1911  Gori  morì, se ho capito bene,   sia per la tisi, che lo affligeva da tempo e sia per il progredire  inarrestabile di una malattia contratta nell’ America del Sud.  Ai suoi funerali parteciparono numerosissime persone.  (cfr. brano)
  Brano da commentare: " Era morto l'avvocato degli anarchici " anarchico e "malfattore" lui pure. [...] E a Castagneto Carducci "gli anarchici e i liberi pensatori" gli dedicano una lapide, che contiene un'eco delle sue ballate più immediate ed incalzanti: " A Pietro Gori. Apostolo e poeta del liuto gentile. Che per primo in questo paese diffuse la semenza dell'ideale anarchico. Ai figli del dolore e agli schiavi della plebe irredenta perlò di un giorno felice in cui tutti gli uomini saranno fratelli ed eguali. Perseguitato in ogni plaga della terra, ovunque la sua voce portò amore, giustizia e libertà." ( Vittorio Emiliani, Gli anarchici)
Vittorio Emiliani, Gli anarchici. Vita di Cafiero, Costa,Malatesta, Cipriani, Gori, Berneri, Borghi, Informazione storica Bompiani, 1973, p. 166


                                 
                                    PIETRO GORI COME AVVOCATO E SINDACALISTA
PIETRO GORI AVVOCATO
 Difendendo come avvocato anarchici e liberi pensatori,   Gori non mancava mai di esprimere la sua totale solidarietà agli imputati e per questo motivo, spesso, le sue arringhe si concludevano con il suo arresto. Proprio per questo nel rappresentarlo con la toga me lo sono immaginato in una gabbia.
Brano da commentare: “  O nobili malfattori, io vi rinnovo il saluto e invidio a voi l’onore di bandire da codesta alta e solenne tribuna le idee che avvincono me, libero, a voi incatenati. E rinnovo l’invito alla pubblica accusa: Se codeste idee sono un delitto, imprigionate me pure ed associatemi ad essi. Fra quei malfattori, sì che sarei fiero ed orgoglioso di trovarmi – non tra quegli altri, che a Roma in questi giorni medesimi, vengono condotti in coupè e senza manette alla Corte d’Assise perché ebbero la fortuna di pigliarsi  dei milioni . Ma dimenticavo, perdonate, [….] che voi, o amici imputati […]  voi, mentre gli altri rubavano per l’orgia, non avete tolto agli altri un soldo nemmeno per il nutrimento vostro, né per quello dei vostri figli, che vi chiedevano pane; _voi rimaneste rigidi, poveri, onesti fino allo scrupolo, fino al ridicolo; se il rappresentante della legge domanda la vostra condanna come malfattori. Gli altri, i prevaricatori, i divoratori di milioni, riavranno forse la libertà ….. di rubarne degli altri” ( dalla difesa di  Luigi Galleani e altri (1894)
Bibliografia:  Pietro Gori, Scritti scelti, Edizioni Antistato, vol. II , 1968 p. 41
                                                                          
Pietro Gori, oltre che poeta e avvocato, fu anche un  infaticabile propagandista  e organizzatore del movimento operaio  sia in Argentina  e sia in Italia , dove, tra l'altro,    fu l’animatore del  primo storico sciopero dei minatori dell’Elba e il promotore della creazione della  Camera del Lavoro di Piombino e dell’Elba.  (cfr. brano)
Brano da commentare:  “ Malgrado la malattia, è lui l’animatore del primo storico sciopero dei minatori dell’Elba, a Capoliveri. I minatori chiedevano “dei miglioramenti economici e una diminuzione di orario” ha testimoniato di recente Ezio Luperini, sindacalista, sindaco socialista di Capoliveri, costretto dal fascismo a emigrare negli Stati uniti.. “ Lo sciopero durò trentacinque giorni, ma i padroni tennero duro. Pietro gori, sebbene ammalato, si portò diverse volte in mezzo ai minatori, parlando loro come sapeva fare solo lui, invitandoli a non cedere e a continuare la resistenza. Ma la sconfitta non si poté evitare, perché le altre zone minerarie dell’ Elba non erano organizzte e non fecero causa comune con i minatori di capoliveri. I padroni non concessero nulla e credettero di avere stroncato l’organizzazione sindacale sul nascere. Non fu così : i minatori anziché sbandarsi, si strinsero maggiormente intorno alla loro organizzazione, aspettando il momento adatto per riprendere la lotta”. Il movimento, incoraggiato da Pietro Gori, darà luogo alla creazione della prima Camera del Lvoro di Piombino e dell’Elba, aderente all’Unione  Sindacale Italiana (USI) animata da Borghi e da Fabbri”. ( Vittorio emiliani, Gli anarchici)
 Bibliografia:  Gli anarchici. Vite di Cafiero, Costa, Malatesta, Cipriani, gori, Berneri, Borghi, Bompiani
1973, pp. 163-164                                                                            
                                                                             

Concludo questo post dedicato a Pietro Gori con un divertente  racconto su di lui fatto dalla sua amica Leda Rafanelli nel 1906 in un periodo in cui era ospitata  da Pietro Gori e da sua sorella Bice nella loro casa. (cfr. brano)
Brano da commentare:   “La sorella di Gori (Bice)  avrebbe voluto che lui si sposasse, ma avrebbe voluto anche una ricca, e gli fece conoscere una signorina americana, bella, ricchissima. Pietro Gori! Pensa, sarebbe come a me mi facessero conoscere cosa .... non so, un canterino della televisione, per me  son gente che 'un vale un soldo. eh.  Lui questa signorina la salutò e poi… quella era già innamorata, perché era bellissimo Pietro Gori, sai: era siciliano, bruno, alto, con gli occhi neri, i capelli nerissimi, era bellissimo Pietro, senza che se ne accorgesse, eh. Quel giorno io ero in casa sua  ospite, in una stanza che dava nel giardino. Sento  a un tratto, leggevo,  e il parrucchiere, il barbiere, un pisano,  che parlano  tanto, si sentono anche da lontano. Sento dire a un tratto , non ci guardavo : "Allora Pietro, li facciamo a zero, ? " Io dissi :  "Cosa parla?"  M’affaccio alla finestra e vidi Pietro a sedere con la salvietta al collo e questo pisano con la macchinetta, gli aveva fatto già mezza testa, insomma rapata Io dissi: "Figurati la Bice", la sorella, pareva glielo facesse per dispetto. Io ... e non ero più a tempo perché .... gliel'aveva fatta a mezza testa.  Io scesi giù, eh, ma era già tardi, eh.  Lui era lì calmo, calmo, che parlava: “Pietro, ma mi dici Bice, cosa dirà? “ “ "Ma , dice, è  caldo, era caldo” sarà stato giugno, luglio. “ Ci avevo caldo!” Io stetti zitta, quando venne, usci, siti, pareva una caricatura. Era bruno, denti bianchi, bianchi, baffi neri, le sopraciglia e questa testa bianca rapata. Pareva un mostro. Io stetti in camera mia, dico " Adesso vi arrangiate" a un tratto sento.…. e si fece una crisi isterica la sorella. Una crisi… sentii degli urli. E poi Pietro scrisse quella canzone: all’amor tuo preferisco l’idea. Amori non ne ha mai avuti, Pietro, almeno a quello che si sapeva noi. Noi non sappiamo che Pietro abbia avuto un amore, ecco. L’anarchia. “( da una testimonianza di Leda Rafanelli ). 
 La canzone di Pietro Gori a cui si riferisce Leda Rafanelli è la famosa "Amore ribelle". (cfr. parole della canzone)
 Canzone da commentare :   “All’amore tuo fanciulla, / ben altro amore io preferìa,/ è un ideal l’amante mia / a cui detti braccio e cor. / Il mio core  abborre e sfida / i potenti della terra: / e il mio braccio muove guerra / al codardo, all’oppressor. / Perché amiamo l’eguaglianza / ci chiamaron malfattori, / ma noi siamo lavoratori /  e padroni non vogliam. / Dei ribelli sventoliamo  / le bandiere insanguinate /  e innalziam le barricate / per la vera libertà. /Se tu vuoi fanciulla cara / noi lassù combatteremo / e nel dì che vinceremo / braccio e cor  ti donerò  /.( Amore ribelle di Pietro Gori)  
 Bibliografia:  Amore ribelle in Antologia della canzone anarchica in Italia 2, Quella sera a Milano era caldo... ) , Cd  citato,p. 1
 
 
 
 
 

 

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