BARTOLOMEO
VANZETTI (1889-1927) E NICOLA SACCO (1891-1927). La loro esecuzione è stata per l’ingiustizia
e la spietatezza con cui è stata deliberata, uno dei più feroci crimini del
sistema capitalista, razzista e classista. Vanzetti alla vigilia dell’esecuzione affermò: “
Tutte le forze dello Stato, del Denaro e della Reazione sono mortalmente contro
di noi, perché siamo dei libertari, degli anarchici”. Importante anche la sua
dichiarazione davanti al tribunale dopo l’annuncio della loro condanna a morte:
“ Questa è la nostra carriera e il nostro trionfo. Nella nostra vita, mai
avremmo potuto sperare di fare, per la tolleranza, la giustizia, la mutua
comprensione degli uomini, quello che facciamo oggi per caso”. La mobilitazione
degli operai di tutto il mondo per impedire la loro esecuzione fu veramente
grande . L’ingiustizia borghese fece, comunque, il suo corso e la loro assoluta
estraneità alla rapina di cui li accusavano,
venne ufficialmente riconosciuta solo nel 1977 dal governatore dello Stato del Massachussets, Nichel Dukakis . (cfr. brano)
Brano da commentare : “ Io dichiaro che
ogni stigma ed ogni onta vengano per
sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeno Vanzetti, dai nomi delle loro famiglie e dei discendenti e dal nome dello
Stato del Massachussets. Invito il popolo del nostro Stato a
sostare dai suoi eventi in modo da trarre il coraggio per impedire alle forze
dell’intolleranza, della paura e dell’
odio di unirsi ancora per sopraffare la razionalità e la saggezza cui il nostro
sistema legale aspira “. (Proclama del governatore del Massachusets, Michael Dukakis che riabilitava, dopo cinquant'anni, la memoria di Sacco e di Vanzetti assolvendoli, in quanto innocenti, dai crimini, di cui erano stati accusati).
Bibliografia : Stato
del Massachussets: proclama 1977 del
governatore Nichel Dukakis
Tuttavia, ancora, o per ignoranza o per malafede, periodicamente, riemergono, nonostante la riabilitazione, tesi colpevoliste in cui vengono riattribuiti ai due anarchici italiani i crimini che determinarono , ingiustamente, il loro “assassinio di Stato, basandosi per lo più, su vecchie argomentazioni, ogni
volta fatte passare per “nuove". (cfr. brani)
Brani da commentare : 1) “ Periodicamente , il caso di Sacco e Vanzetti torna alla ribalta. Aldino Felicani nel 1960 scrive da Boston di vivere in
un paese dove quello che succede la
mattina è passato di attualità nel pomeriggio dello stesso giorno, per questa
ragione è veramente straordinario che l’eco di una tragedia avvenuta oltre trent’anni prima possa ancora occupare
le prime pagine dei giornali più importanti della nazione : “ Ciò indica che la
coscienza di coloro che assistettero indifferenti a quell’olocausto non è
tranquilla ” [...] Sicuramente questo fatto rimane la cause
célèbre per eccellenza della storia americana, e non soltanto per la risonanza
mondiale che la morte dei due anarchici ha scatenato in moltissimi paesi del
mondo. Fuori dagli Stati Uniti solo
“l’affaire Dreyfus”
regge il confronto con quanto è accaduto a Boston. Non a caso un libro francese si intitola Une affaire Dreyfus aux Etats Unis. Proprio come il caso Dreyfus, il
dramma di Sacco e Vanzetti ha avuto il potere di sollevare
l’opinione pubblica mondiale e di diventare simbolo e fiamma dell’indignazione
per ogni uomo amante della libertà e della giustizia... “ ( Lorenzo Tibaldo, Sotto un cielo stellato ….)
; 2)
… “ Non solo, recentemente, il Los
Angeles Times, ripreso da Giulio Meotti su
“Il Foglio” del 3 gennaio 2006 e commentato da Alessandro
Farkas, Sacco e Vanzetti: colpevoli,
l’ultima rivelazione , sul “Corriere della Sera “ ha riportato alla ribalta una
dichiarazione dello scrittore socialista Upton Sinclair, il quale il 12 settembre 1929 avrebbe scritto, in una lettera al suo avvocato John Beardsley, che l’avvocato Fred Moore, gli aveva comunicato che Sacco e Vanzetti erano entrambi colpevoli. Una vicenda vecchia, risaputa, che ogni
tanto viene alla luce .” ( Lorenzo Tibaldo, Sotto il cielo stellato
…); 3 )Ai primi di gennaio la stampa italiana ha dato molto risalto ad una
notizia fatta passare come sensazionale e nuova, secondo la quale - riprendendo
una notizia apparsa sulla stampa americana - i due anarchici italiani erano
colpevoli. Il " Los Angeles Times" ha pubblicato una lettera inedita
dello scrittore Upton Sinclair del 12 settembre 1929, diretta
al suo avvocato John Beardsley di Los Angeles, nella quale
scriveva " Ho sostenuto per anni l'innocenza di Sacco e Vanzetti, pur essendo stato informato personalmente dal loro legale, Fred
Moore, che erano entrambi colpevoli" . Sinclair è autore di Boston, un romanzo nel quale sostiene l’innocenza dei due anarchici italiani e nel
prosieguo della lettera al suo avvocato continua : “ Mia moglie è assolutamente
convinta che se dicessi la verità verrei chiamato traditore dal movimento e non
potrei mai terminare il mio Boston “ [...] Di primo acchito
questa volta sembra che a suffragare la tesi della colpevolezza dei due
anarchici ci sia il conforto di una lettera, dunque di una prova e di un
documento. E un documento in un’accusa , è naturalmente importante. Ma così non
è. La lettera di Upton
Sinclair riferisce semplicemente una chiacchiera senza prove , niente di più.
Non offre alcuna prova. D’altra parte chiunque può dire e scrivere di avere
sentito dire che una persona è colpevole. Ma questa non è una prova, è appunto
una chiacchiera e – purtroppo - anche uno scrittore affermato può propagare una
chiacchiera . […] Come si può vedere i dubbi
di Upton
Sinclair erano noti e solo per dei
giornalisti smemorati – americani e italiani – la sua lettera può essere sensazionale. Quando nel
1961 negli Stati Uniti fu pubblicato il libro di Francis Russel, il giudice americano di origini italiane
Michelangelo Musmanno, si scagliò contro l’ipotesi
della colpevolezza sostenuta dall’autore, che si difese sostenendo che Upton
Sinclair gli aveva riferito che l’avvocato Monroe gli aveva espresso la sua
convinzione della colpevolezza di Nicola
Sacco. In quell’occasione Upton Sinclair smentì dichiarando : “
Quelli che credono o dichiarano che
Sacco era colpevole non avranno il mio appoggio. Io non ho cambiato le mie
vedute”. Questa dichiarazione del 1962 - riportata da Luigi Botta in Sacco e Vanzetti giustiziata la verità, Edizioni Gribaudo, 1978 p. 165 – smentisce
anche ciò che aveva scritto nella lettera del 12 settembre 1929, ritrovata in
questi giorni. …” ( Giuseppe Galzerano, Aria fritta ); )
Bibliografia: Primo e secondo brano
brano in
Lorenzo Tibaldo, Sotto
un cielo stellato Vita e morte di Nicola
Sacco e Bartolomeo Vanzetti . Prefazione di Giuliano Montaldo, Claudiana 2008
p. 233 e p. 236 n. 10. Terzo brano in Giuseppe Galzerano , Aria fritta in A rivista anarchica n. 315 , marzo 2006 p. 42 e 44 .
D' altronde , secondo anche quanto osserva Ronald Creagh, la migliore confutazione delle infondate tesi colpevoliste risiede nelle stesse dichiarazioni di innocenza per quanto riguardava i crimini di banditismo a loro attribuiti, professate sino all'ultimo sia da Sacco che da Vanzetti (cfr. brano)
Brano da commentare: Che pensare delle testimonianze degli stessi accusati? Sacco e Vanzetti hanno sempre dichiarato la propria innocenza e quanto si sa della loro vita e delle loro abitudini depone a loro favore più di ogni accusa ...." ( Ronald Creagh, L'affaire Sacco e Vanzetti , edizione originale 2004)
A tale proposito penso che sia sufficiente citare
alcuni brani, tratti dagli scritti degli stessi
Sacco e Vanzetti, e potrei citarne tantissimi altri, scritti prevalentemente, durante gli anni di prigionia, che mi sembra ben mettano in luce l'elevatezza delle loro idee e la grande forza d'animo con cui essi, innocenti, seppero affrontare la
drammatica situazione a cui, per ben sette anni, furono sottoposti
da un sistema giuridico e sociale ignominioso
e feroce.
Brano da commentare: Che pensare delle testimonianze degli stessi accusati? Sacco e Vanzetti hanno sempre dichiarato la propria innocenza e quanto si sa della loro vita e delle loro abitudini depone a loro favore più di ogni accusa ...." ( Ronald Creagh, L'affaire Sacco e Vanzetti , edizione originale 2004)
Bibliografia: Traduzione italiana: Ronald Creagh, Sacco § Vanzetti. Un delitto di Stato, Zero in condotta 2017 p. 135.
Brano da commentare: ".... Non ho mai udito, letto che nella storia ci sia stato nulla di più crudele di questo tribunale. Dopo averci perseguitati per sette anni, ci considerano ancora colpevoli. E questa brava gente è schierata oggi, in quest'aula, dove siamo. So che questa sentenza sarà l'espressione dell'esistenza di due classi, la classe degli oppressi e la classe dei ricchi, e che tra l'una e l'altra ci sarà sempre conflitto. noi fraternizziamo con la gente, per mezzo dei libri, della letteratura. Voi perseguitate la gente, l'opprimete e l'uccidete. Noi cerchiamo sempre e soltanto di istruire il popolo. Voi cercate di mettere una divisione fra noi e qualche altra nazione, con l' odio. Io sono qui , oggi, su questo banco, per questo motivo, per essere stato della classe oppressa. Ebbene, voi rappresentate l'oppressore. Voi lo sapete, giudice Thayer, voi che conoscete tutto della mia vita, voi sapete perché sono stato condotto qui e, dopo aver perseguitato per sette anni me e la mia povera moglie, voi non di meno oggi ci condannate a morte [...] Voi lasciate da parte tutto il popolo che è stato al nostro fianco per sette anni, solidarizzando con noi, e dandoci tutta la suaforza e bontà. Di tutta quella gente a voi non importa niente. Tra il popolo, i compagni, i lavoratori, c'è una grande legione di intellettuali, che sono stati al nostro fianco, per sette anni affinchè non sia commessa l'infamia di questa iniqua sentenza; ma questo tribunale continua ad agire come se niente fosse stato . E voglio ringraziarvi, popolo, compagni, che siete stati con me sette anni, con il caso di Sacco e Vanzetti..." ( Dichiarazione di Nicola Sacco , durante l'udienza, l'ultima, il 9 aprile 1927 )
Bibliografia: Bartolomeo Vanzetti, Una vita proletaria, Galzerano, 2005 p. 39, 40, 41.
Brano da commentare: “.... Ad onta di tutto riuscii a fortificarmi fisicamente e intellettualmente. Qui studiai le opere di Pietro Kropotkin, di Gori, di Merlino, di Malatesta, di Reclus. Lessi iI Capitale di Marx, i lavori di Leone, di Labriola, Il testamento politico di Carlo Pisacane, i Doveri dell'uomo di Mazzini e molte altre opere d'indole sociale. Qui lessi i libri di ogni frazione socialista, patriottici e religiosi, qui studiai la Bibbia, la Vita di Gesù di Renan e il Gesù Cristo non è mai esistito di Milesbo, qui lessi la storia greca e romana, le Crociate, due commenti di storia universale, la storia degli Stati uniti, della rivoluzione francese e di quella italiana. Studiai Darwin, Spencer, Laplace e Flammarion, ritornai sulla Divina Commedia, sulla Gerusalemme liberata, singhozzai con Leopardi, lessi i lavori di Victor Hugo, di Leone Tolstoi, di Zola, del Cantù; le poesie del giusti, di Guerrini, di Rapisardi, e del Carducci. Non credermi un'arca di scienza, lettore mio; il granchio sarebbe madornale. La mia istruzione fondamentale fu troppo incompleta , e la mia forma mentale non è sufficiente per sfruttare ed assimilare totalmente sì vasto materiale. E poi devi considerare che studiai lavorando durmente, e senza comodità alcuna. Allo studio però aggiunsi una spietata continua inesorabile osservazione sugli uomini, sugli animali, le piante, su tutto ciò che - in una parola - circonda l'uomo. Il libro della
vita: questo è‘ il libro dei libri! Tutti gli altri non hanno per scopo che insegnare a leggere questo. Libri onesti, s'intende, che i disonesti hanno opposto fine. La meditazione di questo gran libro
determinò le mie azioni e i miei principi; sprezzai il motto “ Ognuno
per sé e Dio per tutti”, mi schierai dalla parte dei deboli , dei poveri, degli
oppressi, dei semplici e dei perseguitati, compresi che in nome di Dio, della
Legge e della Patria, della Libertà, delle più pure astrazioni della mente, dei
più alti ideali umani, si perpetrano e si continueranno a perpetrare i più
feroci delitti, fino al giorno che, acquistata la luce, non sarà più possibile ai pochi di far
commettere il male, in nome del bene, ai più. [...] Ebbi fede nella fratellanza,
nell’amore universale. Ritenni che chi benefica o danneggia un uomo benefica o
danneggia la specie. Cercai la mia libertà nella libertà di tutti, la mia
felicità nella felicità di tutti. Compresi che l'eguaglianza di fatto, nelle necessità umane, di diritti e di doveri, è l'unica base morale su cui può reggere l'umano consorzio. Strappai il mio pane con l'onesto sudore della mia fronte; non ho una goccia di sangue sulle mie mani, né sulla mia coscienza. Ora? A trentatré anni, sono candidato alla galera, e alla morte. ” (Vanzetti )
Bibliografia: Bartolomeo Vanzetti, Una vita proletaria, Galzerano, 2005, pp. 34-35. Cfr. anche Nicola Sacco , Bartolomeo Vanzetti, Altri dovrebbero avere paura lettere e testimonianze inedite , a cura di Andrea Comincini , presentazione di Valerio Evangelisti con uno scritto di Andrea Camilleri, Nova Delphi, 2012 pp. 77-78 .
Per la conoscenza di scritti sinora inediti di Sacco e Vanzetti deve
essere anche interessante il libro di Lorenzo Tibaldo, Nicola Sacco e
Bartolomeo Vanzetti. Lettere e scritti -inediti- dal carcere, Claudiana
2012, che io non ho ancora letto.
Brano da commentare: 1) “ Cari compagni ,
siamo stati erroneamente condannati per un atroce assassinio commesso da altre
persone. Il delitto fu completamente
estraneo alla lotta dei lavoratori per migliorare le loro condizioni.
Noi non abbiamo paura di morire. Ogni lavoratore come servo del capitalismo
affronta migliaia di volte la morte mentre compie il suo dovere. Noi non
temiamo la morte. Ci ribelliamo angosciati dal pensiero di dover morire per un
delitto che non abbiamo commesso, cioè per un reato che non ha alcun
significato sociale. Dai primi anni
della nostra giovinezza fino al momento dell’arresto abbiamo dato tempo, lavoro
e denaro da noi guadagnato con arduo lavoro alla educazione dei lavoratori,
preparandoli al giorno in cui il proletariato saprà emanciparsi . Noi non siamo dei volgari malfattori che rubano ed uccidono. Nessun uomo , in condizioni normali di mente, commise mai un assassinio. I reati di violenza sono la dimostrazione inconfutabile che l'attuale società è in condizioni anormali tali da determinare speciali forme di delinquenza. Non occorre qui ripetere la storia del nostro processo e della nostra condanna. Una rete diabolica di menzogne fu costruita in nostro danno ed alcuni nostri innocenti atti, furono ad arte falsati dalla mentalità insidiosa di coloro che negli esponenti del lavoro vedono solamente dei "nemici del popolo". Il capitalismo americano non arriva a comprendere che un lavoratore può essere un impavido lottatore contro lo sfruttamento e nello stesso tempo avere una mente e un cuore cui ripugnano gli atti di violenza. Il "complotto" ebbe l'ultimo tocco quando fu messa in evidenza la nostra credenza che ai lavoratori appartengono i prodotti del loro lavoro. Questa fu una ragione sufficiente per farci condannare. Se andremo alla sedia elettrica, vi andremo
non perché siamo stati “provati” colpevoli del delitto , ma per i nostri
ideali. E vi andremo rimanendo leali ai nostri principi, i quali se oggi sono
avversati e combattuti , domani domineranno la vita. Se morremo, morremo con
la consapevolezza che gli uomini “di avanguardia” “devono sempre morire” Noi
chiediamo solamente che la nostra morte non sia inutile e che voi, lavoratori,
che rendete possibile la vita della società moderna, farete il vostro
sacrificio più eloquente che noi facemmo con le nostre vite. Noi non vogliamo
morire inutilmente. Fate che la nostra morte annunzi un mondo senza classi
dominanti che soffocano le aspirazioni di libertà” ( da una lettera
scritta ai lavoratori da Sacco e Vanzetti )
2) Canzone da analizzare: “ Here’s to you, Nicola and Bart- Rest forever here in our hearts. -
The last and final moment is yours -That agony is your triumph.”
.… “ My father dear, i am prisoner- Dont’ be ashamed to tell my crime -The crime of
love and brotherhood - Only silence is shame” [..]
(The ballade de Sacco e Vanzetti di
Joan Baez e Ennio Moricone)
Bibliografia : Bartolomeo
Vanzetti, Una vita proletaria, op.
cit. pp. 80- 82 (primo brano) e CIRA : Un
siecle de chansons 1966 p. 34 (secondo
brano)
Filmografia:
Filmografia:
Sacco e Vanzetti (1971) diretto
da Giuliano Montaldo con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciola.
La storia di
Sacco e Vanzetti aggiornata da
Luigi Botta , autore del libro Sacco e Vanzetti: giustiziata la verità Gribaudo, 1978 ) con la proiezione di The
March of Sorrow (4’ e 30” ) funerale di Sacco e Vanzetti , ripulito da
aggiunte, restaurato e aggiornato e rimontato in ordine cronologico da Jerry Kaplan e Robert D’ Attilio su w.youtube.com/watch?RhRcRucRuciM2y
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