GREGORY MAXIMOFF (1893-1950). Entrò nel movimento
rivoluzionario, mentre era ancora studente, e si avvicinò all’
anarco-sindacalismo, di cui divenne uno dei più noti propagandisti. Dopo
l’ottobre 1917 militò nell’Armata rossa, fondata da Trotzsky. Essendosi rifiutato di eseguire operazioni di
polizia fu arrestato e condannato a
morte, ma grazie alle proteste del sindacato dei metalmeccanici venne liberato.
Collaborò ai giornali anarchici “Goloss Truda” (=
La voce dei lavoratori) e a “Novy Golos Truda ( La
nuova voce dei lavoratori). Nel 1921, durante la rivolta di Kronstadt, fu
rinchiuso nella prigione Taganka a
Mosca, dove iniziò un prolungato sciopero della fame. Grazie alle
incessanti rimostranze della moglie OLYA
MAXIMOVA e all’ intervento dei sindacati
europei gli fu, infine, concesso di
espatriare. Dopo un periodo
passato in Germania e in Francia si stabilì a Chicago, dove continuò la sua
attività di anarco sindacalista.
Brano
da commentare: “… Una caratteristica notevole della rivoluzione è che , nonostante l’influenza piuttosto
piccola degli anarchici sulle masse prima dello scoppio, essa seguì dal suo
inizio una direzione anarchica nel senso di piena decentralizzazione; le
strutture rivoluzionarie poste in evidenza nel corso della rivoluzione erano anarco-sindacaliste nei loro caratteri
essenziali: Esse erano tali da porsi come strumenti adeguati per la più rapida
realizzazione possibile delle idee anarchiche: Soviet, Comitati di
fabbrica, Comitati territoriali e
Comitati di villaggio, dei contadini,
etc. La logica interna del sorgere e dello sviluppo di tali organizzazioni
portò nel Novembre (Ottobre) 1917 alla temporanea estinzione dello Stato e alla
liquidazione delle fondamenta dell’economia capitalistica. Dico
temporaneamente, perché alla lunga lo Stato e il capitalismo finirono per
trionfare; [….]” (Maximoff, “The guillotine at
work, 1940)
ALEXANDER SCHAPIRO (1882-1946) , nato a Rostov sul Don , in Russia, era
figlio di un anarchico, membro della Federazione anarchica di Londra e amico di
Kropotkin e di Reclus.
Studiò a Costantinopoli e alla Sorbona di Parigi , poi dovendo interrompere gli
studi per mancanza di soldi, andò a Londra ed entrò in stretto contatto con Kropotkin
e Rudolph Rocker, che sostituì poi nella carica di segretario della Croce
Trossa anarchica. Partecipò
come delegato al Congresso di Amsterdanm nel
1907. Nel 1914 pur dissentendo dall’ atteggiamento assunto da
Kropotkin nei confronti della I
guerra mondiale, mantenne egualmente i rapporti con il, vecchio rivoluzionario
e lo seguì in Russia nel 1917. Pur mantenendo salde i propri ideali anarchici
accettò alcuni incarichi per conto del governo bolscevico, ma ben presto dissentì
dal loro autoritarismo e dopo un breve periodo di detenzione nelle
prigioni comuniste, lasciò la Russia insieme a d Alessandro Berkman e ad
Emma Goldman. Partecipò, poi, come membro dell’ AIT ( Associazione Internazionaledei
lavoratori) alla rivoluzione spagnola criticando, però, con articoli su “ Solidad Obrera”
( pubblicati anche sul gironale anarco-sindacalista,
“ Old Big Union“) il “ministerialismo”
anarchico e il cosiddetto “programma minimoinllico”
della CNT. ( cfr. brano) . Negli ultimi anni della sua vita si trasferì in
America e lavorò , sempre come anarco-sindacalista,
in contatto con GRIGORY MAXIMOFF.
Brani da commentare: 1) “ .. Il popolo non deve lasciarsi imbrogliare
un’altra volta –neppure se la briglia è quella della produzione socialista –
per dover poi combattere ancora per gli elementari diritti degli uomini liberi. Il trasferimento del
potere nelle mani di un comitato esecutivo centrale non è una risposta alla
crisi del potere. Può solo rallentarne il corso, non risolverla. L’unica via
d’uscita dalla situazione attuale consiste nel trasferire l’amministrazione
nelle mani delle organizzazioni locali- in altre parole, decentralizzazione e
il più ampio potere decisionale alle organizzazioni locali. In quest’opera i
soviet locali dei rappresentanti operai e contadini possono e debbono giocare
un ruolo importante, regolando la vita di tutti i giorni e garantendo alla
popolazione locale il più ampio sviluppa della libertà. Solo la diffusione
dell’autodeterminazione e dell’autogoverno locale risolverà, una volta per
tutte, la crisi del potere”. ( Alexander (Sanya) Schapiro, La crisi del potere, 8 settembre 1917)
; 2) “ …. Dopo tutto il vostro “piano di guerra” non è altro che un
programma per entrare nel Consiglio dei ministri. …. La parte “
sorprendente” del vostro programma sta nel fatto che non lo considerate un mezzo
per ottenere obiettivi ben precisi, ma considerate “il vostro programma
di guerra” come un fine in sé. Questo è il pericolo maggiore nel vostro
programma. Presuppone una partecipazione permanente al governo – e non
solamente dovuta alle circostanze – che si prolunghi negli anni, anche se nel
frattempo la stessa guerra, con le sue quotidianemanifestazioni di brutalità ,
finisse. …..” ( Alexander Shapiro, Open Letter to the CNT (1937)…
Bibliografia: Primo brano in Paul Avrich, Gli
anarchici nella rivoluzione russa, La salamandra 1976 pp. 108-109 e secondo brano in inglese in
http://robertgraham.wordpress.com/2008/07 /24/
alexanderschapiro-..
Nota: Non
si confondi questo Alexander Shapiro con l’ anarchico ucraino SASHA SCHAPIRO (1889-1942) ,
padre dell’illustre matematico ALEXANDRE GRODHENDIECK, che visse in modo
assai avventuroso e che morì nel capo di concentramento di Auschwitz.
Spero di trovare un giorno sue foto e brani di sue opere.
ALEXEI
BOROVOI (1875- 1935), figlio di un ufficiale zarista non seguì la carriera
del padre e si dedicò allo studio di materie umanistiche. Nel 1904 aderì alle
idee libertarie, orientandosi prevalentemente verso l’individualismo anarchico
e nel 1910, per evitare di essere arrestato per propaganda
sovversiva, si trasferì per qualche anno in Francia, ove potè
conoscere la dottrina anarco-sindacalista
promossa da Pelloutier e Pouget (
cfr. post FERNAND PELLOUTIER)
. Partecipò attivamente alla rivoluzione di “febbraio” e a quella di “
ottobre”. Ricevette dai bolscevichi alcune incarichi amministrativi, ma ben
presto si avvide della svolta autoritaria del partito comunista e
coraggiosamente , non abdicò ai propri ideali libertari. Sino al 1928 si
dedicò, non potendo più insegnare nelle strutture pubbliche,
alla cura del Museo Kropotkin , insieme ad altri
anarchici, tra cui FRANCESCO GHEZZI. Dopo la chiusura del museo nel 1928 subì , sotto il governo di Stalin, frequenti arresti sino alla sua
morte nel 1935.
Brano da commentare: “ … La libertà dell’anarchico è libertà per
tutti. Se c’è anche un solo schiavo, l’anarchico non è libero. L’anarchico deve
lottare perché tutti siano liberi. Per l’anarchismo non esistono idoli, nulla
di assoluto al di fuori dell’uomo, della sua libertà e del suo diritto a
svilupparsi senza limitazioni. [ … ]L’anarchismo è la dottrina della cultura!
Perché i9nsegna non solo ad amare se stessi e la propria libertà, ma anche gli
altri e la libertà per tutti. E’ un richiamo all’azione, a far sì che dei suoi
frutti non godano solo i nostri contemporanei, ma anche i nostri fratelli in un
futuro ancora lontano. E’ un’ esortazione a combattere per la distruzione del
sistema coercitivo, ma non un’esortazione alla vendetta o alla violenza contro
un determinato individuo. L’anarchismo è la dottrina della felicità! Perché
crede nell’uomo e nelle sue infinite possibilità. Crede che agendo per il bene
di tutti egli affratellerà tra loro tutte le epoche e tutti gli uomini.
Ecco come è nata la gioia della creazione – la gioia più grande che un uomo può
provare! ( Alexey Borovoi, Manifesto anarchico, 1918)
LEV CERNY (oppure TCHORNY ) (1890
ca. -1921). Il vero nome di Lev Cerny ( che,a quanto mi risulta significa in russo “Leone nero”)
(talvolta tradotto Tchorny)
nome era Pavel Turchaninov. Anarchico, poeta,
filosofo, insegnante. Fu uno dei più stimati
esponenti degli anarchici russi.
Nel 1907 pubblicò un libro, Anarchia associativa, che
ebbe una grande
diffusione, anche se clandestina e pertanto fu giudicato “pericoloso” dalle autorità zariste. Cerny, identificato come l'autore,
venne arrestato e rinchiuso in prigione. Nel
1917 fu liberato e fu eletto segretario
della Federazione dei gruppi anarchici di Mosca. Nel 1918 iniziarono le
prime persecuzioni contro gli anarchici
da parte del partito bolscevico e nella notte tra l' 11 e il 12 aprile la Ceka,
polizia segreta attaccò sei centri anarchici di Mosca uccidendo 40 anarchici e
fece 500 prigionieri, tra cui Cerny.
(cfr. brano)
Brano da commentare: “ Abbiamo raggiunto il limite! I bolscevichi hanno perduto il lume della ragione. Hanno tradito il proletariato e aggredito gli anarchici. Si sono uniti ai generali delle Centurie nere e alla borghesia controrivoluzionaria. Hanno dichiarato guerra all’anarchismo rivoluzionario. I bolscevichi vogliono guadagnarsi i favori della borghesia con la testa degli anarchici. Gli anarchici non desiderano uno scontro. Noi vi consideravamo (voi boscevichi) come rivoluzionari nostri fratelli. Ma vi siete rivelati dei traditori. Caini – avete ammazzato i vostri fratelli. Siete anche Giuda, traditori. Lenin ha costruito il suo trono di novembre sulle nostre ossa. Ora riposa ed elabora piani per conquistarsi “una pausa di respiro” sui nostri cadaveri, i cadaveri degli anarchici. Voi dite di avere soppresso gli anarchici. Ma questo non è che il nostro 16/18 luglio. Il nostro novembre deve ancora venire. Non ci può essere pace con i traditori della classe operaia. I boia della rivoluzione vogliono divenire anche i boia dell’ anarchismo.” ( Le incursioni contro gli anarchici in Burevestnik, ( La procellaria tempestosa) , Pietroburgo, 13 aprile 1918, p. 1)
Liberato nel 1919 Lev Cerny continuò a denunciare la dittatura comunista sino a quando
nel 1921 , fu nuovamente arrestato,
insieme a Fanja Baron e ad altri compagni, e
fucilato senza processo (oppure, come
alcuni sostengono, morì in
seguito alle torture subite ).
Brano da commentare: “ Abbiamo raggiunto il limite! I bolscevichi hanno perduto il lume della ragione. Hanno tradito il proletariato e aggredito gli anarchici. Si sono uniti ai generali delle Centurie nere e alla borghesia controrivoluzionaria. Hanno dichiarato guerra all’anarchismo rivoluzionario. I bolscevichi vogliono guadagnarsi i favori della borghesia con la testa degli anarchici. Gli anarchici non desiderano uno scontro. Noi vi consideravamo (voi boscevichi) come rivoluzionari nostri fratelli. Ma vi siete rivelati dei traditori. Caini – avete ammazzato i vostri fratelli. Siete anche Giuda, traditori. Lenin ha costruito il suo trono di novembre sulle nostre ossa. Ora riposa ed elabora piani per conquistarsi “una pausa di respiro” sui nostri cadaveri, i cadaveri degli anarchici. Voi dite di avere soppresso gli anarchici. Ma questo non è che il nostro 16/18 luglio. Il nostro novembre deve ancora venire. Non ci può essere pace con i traditori della classe operaia. I boia della rivoluzione vogliono divenire anche i boia dell’ anarchismo.” ( Le incursioni contro gli anarchici in Burevestnik, ( La procellaria tempestosa) , Pietroburgo, 13 aprile 1918, p. 1)
Bibliografia: in Ugo
Fedeli, Dalla insurrezione dei contadini in Ucraina alla rivolta di di Cronstadt, La Rivolta, 1992 ,
p. 25
Brano da commentare: “Non c’è nessun Lev Tchorny sulla lista dei
giustiziati pubblicata nell’ Izvestija ufficiale il giorno
seguente. “c’era “Turchaninov” il cognome di famiglia
di Tchorny, che egli non usava
quasi mai e che era sconosciuto alla maggior parte dei suoi amici. I
bolscevichi erano consapevoli che Tchorny era un nome familiare in migliaia di case
di rivoluzionari e del movimento operaio. Sapevano che era tenuto in grande
stima come un’anima bella, di grande gentilezza e sensibilità umana, un uomo
conosciuto per il suo talento poetico e
letterario e per essere l’autore
dell’opera ricca di originalità e di pensiero sull’ Anarchismo associativo.
Sapevano che era rispettato da numerosi comunisti e non osarono pubblicare che
l’avevano assassinato. Era solo Turchaninov che era stato “giustiziato” ( da Emma
Goldman, Vivendo la mia vita 1917-1928)
Bibliografia: Emma
Goldman,
Vivendo la mia vita 1917-1928) Zero
in Condotta 1993 p. 298
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