Brani da commentare: 1) “ .. “Voi anarchici ministri, tenete dei discorsi eloquenti e scrivete degli articoli brillanti, ma non è con questi discorsi che si vince la guerra e si difende la rivoluzione. […] Una politica interna di collaborazionismo tra le classi e di riguardi ai ceti medi, conduce inevitabilmente alla tolleranza verso elementi politicamente equivoci. […] Gravissimo errore è stato quello di accettare delle formule autoritarie, non perché queste fossero effettivamente tali, ma perché esse racchiudevano errori enormi e scopi politici che nulla hanno a che fare con le necessità della guerra […] Io credo che tu debba porti il problema se difendi meglio la rivoluzione, se porti un maggiore contributo alla lotta contro il fascismo partecipando al governo o se saresti infinitamente più utile portando la fiamma della tua magnifica parola tra i combattenti e nelle retrovie. [...] E’ ora di rendersi conto se gli anarchici stanno al governo per fare da vestali ad un fuoco che sta per spegnersi o vi stanno ormai soltanto per far da berretto frigio a politicanti trescanti con il nemico o con le forze della restaurazione della “repubblica di tutte le classi". [...] Il problema per te e gli altri compagni, è di scegliere tra la Versailles di Thiers e la Parigi della Comune, prima che Thiers e Bismark facciano l'union sacrée. A te la risposta, poiché tu sei la "fiaccola sotto il moggio" ( stralci della “Lettera aperta alla compagna Federica Montseny” di Camillo Berneri )“… . 2) " I lavoratori rivoluzionari hanno la loro parte di responsabilità per non avere impedito al governo di ricostituire i propri quadri e la loro propria autorità, e per avere permesso il crescere di un corpo di leaders nella propria organizzazione. Essi hanno pagato cara la propria ignoranza e buona fede in campo politico. Ma dire che la loro responsabilità è uguale a quella dei rivoluzionari con lunghi anni di esperienza e di sofferenze, i quali non soltanto non misero in guardia i lavoratori contro i pericoli del potere esecutivo, ma furono proprio loro ad usarne, a difenderlo e a sfoggiarlo alla ribalta della pubblica notorietà…. dare per eguali queste due responsabilità è come dire che amore e odio sono la stessa cosa! “ ( da Vernon Richards, Insegnamenti della rivoluzione spagnola )
Bibliografia: Primo brano in Daniel Aiache, La revolution défaite. Les groupements revolutionnaires parisiens face à la revolution espagnole, 2013, Noir Rouge, p. 94 e secondo brano in Pier Francesco Zarcone, Spagna libertaria. Storia di collettivizzazioni e di una rivoluzione sociale interrotta (1936-1938) , Massari editore, 2007, p. 180
E un anno dopo in risposta alle critiche contro l’ attività da lui svolta nell’ AIT Pierre Besnard presentò un rapporto morale, che terminava con una articolata denuncia della politica collaborazionista attuata dalla CNT (cfr. brano)
DA CAPI MILIZIANI A " TENENTI-COLONNELLO " CONFEDERALI DELL' ESERCITO POPOLARE: MIGUEL VIVANCOS, GREGORIO JOVER, RICARDO SANZ, CIPRIANO MERA |
LUIGI BERTONI A BARCELLONA E SUL FRONTE DI HUESCA |
Tra i “visitatori” anarchici illustri, durante la rivoluzione
spagnola è da ricordare, tra altri, LUIGI BERTONI, che nell’ ottobre
del 1936 , desideroso di “valutare
personalmente la situazione” si recò a
Barcellona, ancora impregnata di spirito rivoluzionario, e rimase entusiasta delle
nuove “ forme di vita” e dei nuovi “rapporti sociali”. Alcune perplessità sorsero comunque , già, dopo l’entrata
al governo del fronte popolare della CNT ( primo brano) Ma fu soprattutto dopo
le giornate del maggio 1937 e
l’assassinio di Camillo Berneri e
Francesco Barbieri, , che sulle pagine del “ Risveglio apparvero articoli contro la controrivoluzione
patrocinata dagli stalinisti (secondo e terzo brano). Nel quarto brano vi è una interessante nota anonima sui riflessi nella borsa e nella finanza internazionale della svolta centralista e autoritaria nella rivoluzione sociale spagnoila.
Brani da commentare: 1) “ Appena giunto a Port–Bou si ha l’impressione d’ un mondo nuovo e quest’impressione si mantiene anche attraverso le città ed i villaggi sul percorso per giungere a Barcellona. Dovunque sventola la bandiera rossa e nera della CNT e della FAI […] A Barcellona […] aziende e mestieri collettivizzati della CNT funzionano bene, nuove forme di vita e nuovi rapporti sociali si elaborano. […] Oggi i nostri compagni hanno dovuto sfortunatamente cedere a un vero ricatto. Gli si dice che il governo madrileno non darebbe tutto quello che potrebbe dare anche se indispensabile alla vittoria, fin quando accanto ad un governo catalano regolare ne esisterà uno irregolare” ( Luigi Bertoni, A Barcellona e sul fronte di Huesca, Il Risveglio, 31-10- 1936) ; 2) “… dire interamente il proprio pensiero è quel che non può assolutamente ammettere il servidorame d’ogni dittatura e la Pravda di Mosca insorse bestialmente contro quell’articolo di Berneri che aveva scritto su “Guerra di Classe”, conciliare le necessità della guerra, la volontà della rivoluzione sociale e le aspirazioni dell’anarchismo: ecco il problema [...] Il console a Barcellona dell’URSS credette allora suo dovere d’intervenire ufficialmente e scrisse al Comitato regionale della CNT-FAI che l’autore di di detto articolo non poteva essere che un agente provocatore o un imbecille […] Da quel momento il povero Berneri era stato condannato a morte” ( Luigi Bertoni, Camillo Berneri e la contro rivoluzione, Il Risveglio 29-5- 1937) ; 3) “ Ogni rivoluzione ha avuto i suoi rivoluzionari e i suoi controrivoluzionari, che, in un primo tempo, incapaci di resistergli, faranno finta di rassegnarsi o persino di accettarla, spiando il momento o la fatica, il malcontento, gli ostacoli, gli errori inevitabili che permettono loro di costituire una coalizione e di richiedere la restaurazione […] La controrivoluzione è stata favorita dall’intervento dei bolscevichi russi, convertiti ad un tratto nel mondo intero alla repubblica, o perfino alla monarchia democratica, parlamentare e borghese. In Spagna gli stalinisti erano inizialmente un minuscolo partito, ma l’aiuto russo così esagerato e sfruttato li aggrandì in numero, in influenza, in potenza, talmente che il loro dominio nelle sfere ufficiali divenne ben presto totale […] E’ […] una bugia ridicola l’accusa contro i nostri compagni di non avere voluto la militarizzazione. Questo è vero unicamente per alcuni volontari italiani che d’altronde si sarebbero rassegnati se avessero avuto la sicurezza di continuare a battersi per una rivoluzione […] In realtà Largo Caballero ha già promesso alla borghesia mondiale che soffocherà la rivoluzione e che la sua vittoria non significherà che il ritorno della Spagna al regime identico, anche dal punto di vista economico, degli altri stati capitalisti. “ ( Luigi Bertoni, Pour nos combattants de Barcelone, Le Reveil 15-5- 1937) 4) Secondo il “Risveglio” il colpo di mano comunista a Barcellona, applaudito dalla borghesia internazionale, è stato, perfino “salutato in borsa con un rialzo da 2215 a 2470 . Lo stesso dicasi per l’avvento del governo Negrin imposto dai comunisti”. ( Articolo non firmato, Per comprendere la nuova situazione spagnola, 20 11, 1937)
Bibliografia: Gianpiero Bottinelli, Luigi Bertoni. La coerenza di un anarchico, prefazione di Marianne Enckell, Edizioni La Baronata, 1997 pp. 163-164 e 166-168
Nessun commento:
Posta un commento