sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: ANARCHICI E RESISTENZA 2 : UGO MAZZUCHELLI ( 1903-1997) , GOGLIARDO FIASCHI (1930-2000) , ELIO WOCHIECEVICH , GIOVANNI MARIGA (1899-1979), BELGRADO PEDRINI (1913-1979) e GIOVANNI ZAVA (1901-1982)LE DONNE DI CARRARA, NICOLA TURCINOVICH ( 1911-1971) , ANTONIO PITTALUGA (1912-1945)



                                         
 Nella zona di Carrara ,   agirono varie formazioni anarchiche  come la “Gino Luccetti”, guidata da UGO MAZZUCHELLI , che nel 1945 costituì una nuova formazione  la “Michele Schirru”.  (cfr. brano).
Canzone da commentare : “Momenti di dolore- Giornate di passione- Ti scrivo  cara mamma- Domani c’è l’azione- E la brigata nera- noi la farem morire. - Dai monti di Sarzana -  Un dì discenderemo-  All’erta partigiani - del battaglion Lucetti- Il battaglion Lucetti - son libertari e nulla più - Coraggio e sempre avanti - La morte e nulla più (2 volte)  Bombardano i cannoni- dai monti sarzanesi- All’erta partigiani- del battaglion Lucetti -Più forte sarà il grido che salirà lassù- Fedeli a Pietro Gori- noi scenderemo giù”) ( da “Dai monti  di Sarzana” )
Discografia:  in Antologia della canzone anarchica 2 : Quella sera a Milano era caldo.. , I dischi del sole, p. 8                                               

In questa zona, data la forte presenza anarchica furono anche attuati esperimenti comunitari, di vario tipo, a vantaggio della popolazione  di quei territori ( per es. il garantire la distribuzione dei viveri di prima necessità alla popolazione più povera,  il funzionamento dell’ospedale, l’espropriazione  delle cave e la loro gestione da parte dei lavoratori) .
UGO MAZZUCCHELLI
    UGO MAZZUCHELLI (1903-1997)  Cavatore, fondò assieme ad altri ragazzi il Gruppo giovanile anarchico “Né dio né padrone”. Nel 1921 partecipò ad una sparatoria contro un reparto di carabinieri  che giungeva in soccorso a  una squadraccia fascista. Condannato a 2 anni  fu liberato dopo 9 mesi grazie a una riduzione della pena dovuta alla Corte d’appello di Genova.  Unitosi alla compagna  Giuseppina Michelini, durante gli anni del fascismo, visse , semiclandestino, quasi sempre in montagna sino al 1943 quando dette vita  a  alla formazione autonoma  partigiana “Gino Lucetti “e poi più tardi nel 1945 la “Michele  Schirru” con cui partecipò alla liberazione di Carrara prima dell’arrivo degli Alleati. Dopo la guerra divenne uno dei maggiori rappresentanti della Federazione  Anarchica dando vita a numerose iniziative, tra cui importante fu la sua battaglia per   un monumento, a Carrara,  a Gaetano Bresci

Brano da commentare: “ Se l’importanza del movimento anarchico di Carrara proviene dal fatto che essi (gli anarchici) fra i primi e in grandissimo numero hanno partecipato in  forma attiva e diretta alla lotta armata contro il nazifascismo, esso assume più importanza ancora e forse in maniera più  profonda perché, come in pochi altri posti, qui hanno saputo prendere l’iniziativa di questa lotta ed hanno saputo darle una forma  organizzativa  propria.  Infatti all’indomani dell’8 settembre 1943 a Carrara gli anarchici sono fra i primi ad  iniziare la  Resistenza. Alla notizia che i tedeschi stanno disarmando i soldati italiani, essi, con alla testa Romualdo  Del Papa, corrono alla caserma Dogali ed incitano i militari a non lasciarsi disarmare. Alcuni riescono ad entrare nella caserma ed a requisire un gran numero di armi. Esse sono la dotazione iniziale della formazione “ Gino Lucetti”. Questa è la prima formazione partigiana di tutta la zona e sorge nel settembre 1943 in  località Lorano secondo, nelle cave di Ugo Mazzuchelli, il quale ne diviene il comandante. Essa accolse , fra gli altri, i primi renitenti che preferirono la lotta aperta, anziché servire i nazifascisti . Favorita da una vasta serie di contatti, la lotta partigiana si estende nei centri vicini e giunge fino a Sarzana. […] Nel novembre 1944 i tedeschi procedono ad un rastrellamento sulle montagne circostanti Carrara. La “Gino Lucetti” ed altre formazioni per evitare l’accerchiamento , devono riparare in Lucchesia. Nel Gennaio 1945 Ugo Mazzuchelli ripassa il fronte e, rientrato a Carrara, costituisce la nuova formazione anarchica, Michele Schirru, che partecipa alla liberazione della città prima dell’arrivo degli alleati”. ( Italino Rossi, La ripresa del movimento anarchico italiano e ……)
Bibliografia: Italino Rossi, La ripresa del movimento anarchico italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Edizioni Erre Elle , Pistoia 1981,                                                                      
 
   GOLIARDO FIASCHI (1930-2000).Nella Brigata Lucetti militò, per un certo tempo anche il tredicenne  Goliardo Fiaschi, fattosi passare per quindicenne.  Goliaro partecipò a diverse azioni e compì rischiosi viaggi , attraverso gli Appennini, come scorta armata, mimetizzandosi tra i bambini,  alle donne che, in gruppo,  andavano a rifornirsi di  viveri a Parma, Reggio e Modena .  Nel 1944 fu mandato sulle montagne modenesi per combattere con la 3 ° Brigata "Costrignano" Divisione Modena e, dopo avere preso parte alla battaglia di Monte Lancio e alla liberazione di  Fassano, Sestola, Pavullo, Sassuolo e infine Modena.
Brano da commentare: “ Il 9.9. 1943 presi parte alla Resistenza  Italiana, nella mia città natale, Carrara […].. Poiché ero un ragazzino. Avevo 13 anni,  ma dicevo di averne 15, potevo ben passare inosservato per il trasporto con un carretto a mano carico di legna una volta  e l’altra con il carico di stracci e carta, però con in mezzo armi, munizioni, viveri e vestiario, passando sovente  sotto il naso degli assassini nazifascisti. Sempre ero addetto a questo lavoro, ero un bambino, ma già istruito da mio padre o da altri anziani antifascisti carrarini all’avversione del fascismo e poi all’invasore nazista. […] Questo fu il mio inizio alla Resistenza nella mia città natale in seno al CLN e nella Formazione Gino Lucetti fino verso la fine del 1944. Nella mia città vissi tutti gli orrori  commessi dai barbari nazifascisti, partecipai attivamente alla Resistenza e fui più volte soggetto al fuoco nazifascista. A fine anno 1944, passai il fronte tedesco, per restare con gli Alleati sul fronte di Seravezza, dato che da molti mesi erano lì fermi e non si decidevano di avanzare; ma al Comando Alleato mi risposero che avevano bisogno di uomini in altra parte del fronte, e così fui inviato sul fronte dell’Abetone con la 3 brigata Costrignano, Divisione Modena , e la fine della guerra arrivò quando finalmente liberammo la città di Modena”  ( Memorie di Goliardo Fiaschi)
 Bibliografia: in Italino Rossi, La ripresa del movimento anarchico italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Edizioni Erre Elle 1981 pp. 117-118
 Più tardi, nel 1957, Gogliardo Fiaschi, insieme al guerrigliero anarchico José Facerias, entrò clandestinamente nella Spagna franchista, dove catturato fu condannato a 20 anni di prigione. Nel 1966 fu trasferito in un carcere italiano con l’accusa non provata di avere rapinato una banca di Casale Monferrato. Nel 1974 fu finalmente  libero e rientrò a Carrara dove , sino alla sua morte, condusse diverse lotte ambientaliste  e fu il promotore dell’importante Archivio Libertario “Germinal”. Nel 1977, Goliardo Fiaschi e altri compagni pubblicarono un comunicato stampa, in cui protestavano contro un' irruzione poliziesca , senza autorizzazione, nel Circolo Culturale Anarchico di Via Ulivi ed in alcune case private (cfr. brano). 
Brano da commentare: Questa notte, alle 5  e 30 , 48 individui armati di pistole e  di mitragliatori hanno invaso le abitazioni private di due nostri compagni. Questi individui, che poi si sono qualificati come poliziotti, hanno fascisticamente terrorizzato una donna di 84 anni e sua figlia invalida. Successivamente sono entrati nel Circolo Culturale Anarchico di Via Ulivi. Tutto questo senza nessuna autorizzazione né mandato ( salvo per una abitazione). Non ci interessa sapere cosa stavano cercando questi tutori della legge; sappiamo però che i loro metodi ricalcano quelli dell’OVRA. Questi metodi dicono che in  Italia la democrazia non è mai esistita, oppure sta per finire. A sette anni dalla strage di Piazza Fontana, ormai riconosciuta come Strage di Stato, l’ Antiterrorismo, erede del SID, cerca sempre fra gli anarchici ciò che può trovare nelle cloache del fascismo da esso protetto e finanziato e armato. Le bande assassine di Miceli,, fuori e dentro il MIS, imperterrite continuano a provocare. L’antifascismo di facciata di Andreotti & Co., cozza contro i metodi fascisti degli organi repressivi dello Stato, usati come sempre contro i lavoratori e coloro che della emancipazione integrale se ne fanno bandiera: gli anarchici. Avvertiamo che gli anarchici sono  veri antifascisti e che non sono disposti a tollerare impunemente soprusi e violenze. Usare i mitra  contro  valorosi partigiani, contro una vecchia madre di 80 anni, per perquisire  un Circolo Culturale, che cos’è? Ci appelliamo alla popolazione che conosce gli anarchici e il loro operato e che non è rappresentata da quel pugno di burocrati che sulla stampa e riempiendo la città di manifesti solidarizza con D.C: e C.C. “  (  Comunicato a firma del Circolo Culturale Anarchico”)
Bibliografia:  in Gino Vatteroni,  Foc al foc! Goliardo Fiaschi. Una vita per l’ anarchia , Circolo Culturale Anarchico Gogliardo Fiaschi, Carrara 2012 pp.  333-334.

Un ruolo importante fu poi svolto dalle SAP-FAI (Squadre di azione partigiana);  la “Renato Maccarini”, la “Garibaldi Lunense”, in cui uno dei comandanti di sezione era  SERGIO RAVENNA. Nelle SAP militarono anche numerose donne, tra cui, le partigiane militanti nelle formazioni anarchiche carraresi mi limito a citare  MARIA LUCHETTI , di cui non sono ancora riuscito, purtroppo,  a rintracciare  notizie sulla sua vita e immagini,  caduta in combattimento.  Nella zona di Carrara agì anche la formazione partigiana “Elio” guidata da ELIO WOCHIESEVICH e il cui commissario politico era  lo scultore e marinaio LUIGI RIGO. Nella " Elio militarono anche, tra gli altri,  GIOVANNI MARIGA,  BELGRADO PEDRINI  e GIOVANNI ZAVA (1901-1982)                                                              


 ELIO WOCHIECEVICH disertore di origini goriziane, comandante della formazione partigiana  “ELIO”. WOCHIECEVICH fu  definito dal generale Sacchetto del Comitato di Liberazione  di Carrara un “combattente per la libertà,  dal coraggio spinto fino alla temerarietà, il Comandante che seppe infondere con l’esempio sui propri  gregari (sic! mio)   entusiasmo, fiducia e devozione” Tra le  imprese  che questa formazione, ritenuta  sia da amici che da nemici, totalmente insofferente “ ad ogni ordine e a ogni disciplina, particolarmente audace fu quella intrapresa nell’autunno 1944, un periodo in cui l'offensiva nazista e i loro rastrellamenti  si erano fatti assai intensi. (cfr. brani)
Brani da commentare: 1) “ SETTEMBRE: 9/9: - Ingresso all’ospedale di Carrara, liberazione di due partigiani prigionieri catturati nel combattimento del //9/44.  )/9/44: - Disarmo del presidio delle Brigate Nere. 28/9:- Disarmo di 5 “SS” catturati nei pressi di Grazzano. OTTOBRE: 2/10:- Pattuglie del nostro gruppo, travestite da  “SS” ratrellano la città in pieno giorno. 14/10: Brillamento delle postazioni della Linea Gotica (M. Sagro, Campo Cecina, Castelpoggio e Torano). […] 19/10- La formazione al completo impedisce il brilla mento del ponte Vra, asportando ed incediando l’esplosivo all’uopo conservato dai tedeschi per l’esecuzione di tale scopo. NOVEMBRE : 1/11- Azione sulla via Aurelia in pieno giorno con cattura di armi e munizioni, disarmo di 15 soldati, combattimento e sganciamento dal nemico… 2/11- Su nostra  iniziativa occupazione della città di Carrara con cattura ingente di armi, automezzi e 35 prigionieri …. " ; 2)  “…. l’11 novembre 1944 Wochiecevich e Mariga vestiti da soldati tedeschi, bloccarono una colonna di nazisti, in transito  sulla via Aurelia, liberarono alcuni prigionieri e disarmarono i 15 nazisti di scorta. Quando i tedeschi di altri camion , frattanto sopraggiunti, iniziarono a sparare confusi dalle divise tedesche dei partigiani, finirono con lo spararsi tra loro. Tutto il piccolo gruppo dei partigiani riuscì a dileguarsi “  ( Pietro Bianconi, Gli anarchici italiani nella  lotta  contro…..)
Bibliografia: Pietro Bianconi, Gli anarchici italiani nella  lotta  contro il fascismo,  Edizioni Archivio Famiglia Berneri, Pistoia 1988,  (primo brano) a pp. 107-108 e (secondo brano) a p.  107 (inizio della pagina)                                                                                                                                         
GIOVANNI MARIGA (1899-1979)  Nel giugno 1944 era detenuto nel carcere di Massa per attività antifasciste quando venne liberato dal gruppo di Elio Wochiesevich , di cui presto divenne vice comandante col nome di Padovan.  Per le sue numerose ed eroiche imprese  partigiane gli venne proposta alla fine della guerra la medaglia d’oro al valore militare che rifiutò. Benchè  si dichiarasse estraneo ai fatti, fu condannato all’ergastolo  nel 1946 con l’accusa di avere partecipato, alla fine della guerra, ,  a una sparatoria tra  fascisti e partigiani in cui morirono  un ex segretario fascista e sua moglie. Dopo 22 anni di carcere, grazie anche all’ interessamento di Pertini, allora  presidente della camera dei deputati, fu scarcerato. Tornato a Carrara fondò il circolo “Bruno Filippi” insieme a Pedrini,  Zava  e Sergio Ravenna
 BELGRADO PEDRINI (1913-1979) e GIOVANNI ZAVA (1901-1982) Essi, assieme a GINO GIORGI  , compirono negli anni ‘30 e ‘40 diverse azioni contro il regime e la polizia fascista. Nel 1944 mentre erano in prigione a Massa vennero liberati dai partigiani del  gruppo “Elio Wochiesevich, ” e si unìrono  a loro nella lotta contro i nazifascisti. Nel 1945 furono rimessi in prigione  in  nome dei vecchi reati  e soltanto nel 1949, quando la guerra partigiana era ormai lontana,   vennero processati e condannati dallo “stato “post-fascista” all’ergastolo per  azioni   compiute nel 1942 contro lo “ stato fascista”. Riacquistarono , in seguito  a una campagna internazionale, la libertà  nel 1975. Come brano cito un dialogo tratto da " La ragazza di Bube", scritto da Cassola, che ben esprime lo sconcerto tra i compagni della base del partito comunista quando all' indomani della liberazione,  il  ministro di Grazia e Giustizia , il comunista Palmiro Togliatti, firmò l’amnistia per i reati compiuti da “gerarchi, fascisti, affaristi e profittatori durante il fascismo e l'occupazione nazista e si lasciarono marcire in prigione  molti  partigiani arrestati e condannati a pene assai dure per motivi tutti connessi alla lotta partigiana e antifascista.  
 Brano da commentare: “… Ma [ l'amnistia] non l’ha fatta Togliatti?” “Già, l’ha fatta Togliatti! Ma a  quanto pare, gli premeva  di più  mettere fuori i fascisti.” Il segretario, dal canto suo,  cercava di giustificare il provvedimento; ma si vedeva che non era convinto nemmeno lui. C’era molto fermento in giro e una sera, a un comizio comunista, nacquero degli incidenti: quando l’oratore venne a parlare dell’amnistia, lo coprirono di fischi. Addirittura ci furono di quelli  che andarono in sezione e fecero la tessera in quattro pezzi…...” (Carlo Cassola La ragazza di Bube)  Approfitto di questa citazione per ricordare che, nonostante  la stima che ho per Carlo Cassola specie per la sua lotta antimilitarista negli anni settanta e ottanta, , non si può non tenere conto della molto probabile innocenza del vero Bube, Renato Ciandri ,  basandomi su quanto dicevano lui e  la sua coraggiosa compagna,  Nada Gorgi,   che, sino alla  morte avvenuta a 89 anni, rimproverò Cassola di avere "tradito la verità" su questo caso. Sul caso " Bube" cfr. l'articolo " Così se n' è andata la  "ragazza di Bube" di Nello Ajello,  in  La Repubblica 25 maggio 2012 p. 47
Bibliografia:    Carlo Cassola, La ragazza di Bube, Einaudi 1960 p. 168 . Sull'argomento anche Mario Rossi, Ribelli senza congedo. Rivolte partigiane dopo la Liberazione 1945-1947, Zero in condotta, 2009 e in particolare  p. 168 ss. dove si trova un documento dell'epoca pubblicato su L'Internazionale , 9 luglio 1946,  firmato "Bisturi".                                                                         

E' bene, inoltre, ricordare, che  nel 1967 , quando era ancora nel carcere di Fossombrone, Belgrado Pedrini scrisse la famosa poesia “Il Galeone”, poi musicata e cantata nel 1978 da CARLA PAOLA NICOLAZZI sulla base della canzone popolare  "Se tu ti fai monaca"
Canzone da commentare: “ Siamo la ciurma anemica/d’una galera infame/ su cui ratta la morte/miete per lenta fame/ Mai orizzonti limpidi/ schiude la nostra aurora /e sulla tolda squallida/ urla la scolta ognora/ i nostri si involano/ tra fetide catene/ siam magri, smunti e schiavi/ stretti in ferro catene/ Sorge sul mare la luna/ ruotano le stelle in cielo/ ma sulle nostre luci/ steso è un funereo velo/ Torme di schiavi adusti/ chini a gemer sul ramo/ spezziam queste carene/ o chini a remar morremo!/Cos’è gementi schiavi/ questo remar, remare? Meglio morir tra i  flutti/ sul biancheggiar del mare/ Remiam finchè la nave/ si schianti sui frangenti/ alte le rossenere/ fra il  sibillar dei venti!/ E sia pietosa coltrice/ l’onda spumosa e ria/ ma sorga un dì sui martiri il sol dell’anarchia./ Su schiavi all’armi, all’armi! L’onda gorgoglia e sale/  tuoni, baleni e fulmini/ sul galeon fatale/ Su schiavi, all’armi, all’armi! / Pugnam col braccio forte!/Giuriam giuriam giustizia / O libertà o morte/ ………… " ( Il Galeone” parole di Belgrado Pedrini) .
In questo adattamento della Nicolazzi  sono omesse la quarta e l'ultima strofa : 
" Pur sulla nave muda / l'etere ognun sospira /.... Falci del messidoro / spighe ondeggianti al vento! /
Voi siate i nostri labari / nell' epico cimento" .
 Discografia : Antologia della canzone anarchica 2 : quella sera a Milano era caldo   , I dischi del sole . p. 5                                                                             
                                                                        

DONNE DI CARRARA: Il 7 luglio 1944  a Carrara, occupata dai tedeschi,fu proclamato  l’ordine di  abbandonare la città, allora le donne manifestarono unite,con grave rischio della vita, davanti ai mitra dei soldati tedeschi , ottenendo, grazie al loro coraggio e determinazione,  la revoca  dell’ ordine di evacuazione della città. Solo di  poche di queste donne che parteciparono all’azione si  conosce  il nome in quanto la maggior parte preferì , a guerra finita, restare nell’anonimato e  “non chiese e non volle nessun riconoscimento”
Brano da commentare:  “ Quando il Comando tedesco ordinò di abbandonare lle nostre case, per trasferirci nel paese di Sala Baganza, perché la città era sulla linea gotica, decidemmo di opporci pacificamente, ma con tanta decisione, radunandoci in  piazza delle Erbe. Buttammo all’aria i banchi di verdura e facemmo chiudere i negozi . Quando ci trovammo davanti i militari tedeschi, noi che eravamo in prima fila, capimmo che se avessimo mostrato la nostra paura tutto sarebbe stato inutile e le donne che erano dietro sarebbero fuggite. Allora ci siamo fatte coraggio ed a mani nude ci siamo avventate come belve contro il Comando tedesco, per impaurire i soldati e prenderli alla sprovvista” ( testimonianza di Francesca Rolla)
Nota. Su questo episodio so che esiste uno spettacolo teatrale, A piazza delle Erbe 7 luglio 1944. La rivolta delle donne di Carrara,  regia di Soledad Nicolazzi, più volte rappresentato, ma che io, purtroppo, non ho ancora visto.

Anche nella vicina LIGURIA, dove  durante  il ventennio fascista,  alcuni anarchici erano   riusciti, per quanto possibile,  a  mantenersi attivi  (cfr. primo brano)  , erano sorti  nelle provincie di Genova,  di La Spezia,  di Savona e di Imperia, formazioni partigiane anarchiche, del tutto autonome , sin già dall’ 8 settembre 1943,per opera , tra altri, di PASQUALE BINAZZI  (cfr. post RESISTENZA E ANARCHISMO 1). E bisogna dire che spesso  l’ autonomia  che caratterizzò  tali formazioni libertarie fu dovuta anche  alla volontà  degli altri partiti  politici antifascisti ,e in particolare di quello comunista , di imporre  la propria assoluta egemonia sul come condurre la  resistenza al nazi-fascismo, il che , ovviamente, non poteva essere accettato da dei libertari (secondo brano)
Brani da commentare : 1) “ Con l’avvento del fascismo al potere molti compagni dovettero riparare all’estero. Coloro che non vollero varcare le frontiere furono quasi tutti bastonati, car-cerati e inviati al confino […] Un minuscolo gruppo rimase nella Liguria ammonito o negletto, il quale sia pure sotto la vigilante osservanza dei poliziotti e delle spie fasciste, riuscì a passare ventitre anni nella cloaca fascista senza rinunzie  pur pagando regolarmente regolari corsi  di carcere preventivo, qual delizie del nuovo regime  […]  Si deve appunto a questo piccolo gruppo sparpagliato nei vari paesi del genovesato se la fiaccola dell’anarchismo continuò ad ardere luminosa in mezzo alle tenebre fasciste […] Dobbiamo aggiungere che a differenza di quanto avvenne in altri partiti, i superstiti dell’anarchismo ligure non ebbero bisogno di coprirsi con l’orpello ributtante del “doppio gioco” , di indossare cioè i simboli contrari all’anarchia”   2)“ Vennero è vero più tardi i comunisti a proporre l’unità, ma richiesti quali erano le modalità dell’accordo la risposta fu la seguente : “ Noi comunisti dirigeremo la lotta, voi anarchici vi assocerete a noi e tutto è fatto .” […]   “ No  cari amici, abbiamo (gli anarchici) un cervello anche noi, delle idee anche noi da gettare in mezzo  alle masse. Formiamo piuttosto un comitato del FUL (Fronte Unico dei Lavoratori), composto da comunisti, anarchici socialisti ed antifascisti che abbiano per metodo di lotta la rivoluzione e per finalità l’abbattimento del capitalismo e su queste basi troveremo l’accordo, così agiremo con eguali doveri e eguali diritti per tutti gli adertenti e parità di condizioni senza intromissione di nessun partito, senza eseguire gli ordini di nessun capo che sia al di fuori del n/s movimento. Questa proposta fallì [ e allora] noi lavorammo da soli andando settimanalmente sui monti o in case private a piccoli gruppi con gli operai che accettavano l’idea del FUL. Intanto si era costituita la Federazione  C.[omunista] A.[narchica] L.[igure] forte appena di pochi gruppi [a] i quali aderivano complessivamente poco più di venti compagni . Venne inviata una circolare  “riservatissima” ai vecchi se sapevamo rimasti in piedi ma completamente appartatisi. Questi nell’apprendere che era risorta  la FCA si rianimarono e vennero a noi “  (  tutti e due i brani sono tratti dalla “ Relazione del lavoro svolto durante il periodo fascista, insurrezionale e dopo la liberazione )
Bibliografia: in  Guido Barroero,  Anarchismo e resistenza in Liguria in Rivista Storica dell’ Anarchismo anno cinque , n. 2, 1998 (primo brano) pp. 65-67 e (secondo brano)  p. 75
Sinora ho trovato come fonte di ispirazione per  delle figurine in creta di partigiani anarchici liguri solo  le foto di  Nicola Turcinovich e  di Antonio Pittaluga. Non dispongo purtroppo del più recente libro sull'argomento di Guido Barroero. Chissà se lì vi sono fotografie di altri partigiani liguri.


   NICOLA TURCHINOVICH (1911- 1971)  anarchico  istriano, espatriò in Argentina, a  17 anni, e ben presto aderì al movimento anarco-sindacalista argentino  (F0RA). Tornato clandestinamente, dopo il colpo di stato del generale Uriburu,  in Europa     (  Francia, Spagna e Portogallo  ) e in  Africa ( Tangeri, Orano) . Nel 1936 partecipò alla rivoluzione sociale spagnola  combattendo prima  nella  “Colonna Ascaso” e,  dopo le giornate  di maggio del 1937 a Barcellona,  , lavorando in collettività agricole presso Valencia. Dopo la vittoria di Franco non riuscì a lasciare la Spagna e visse in clandestinita sino al 1941 quando, arrestato a Madrid dalla polizia franchista,  fu consegnato agli italiani e inviato al confino  a Ventotene. Liberato, nel 1943 combattè come partigiano prima in Istria e  poi  nella provincia di Genova dove guidò varie operazioni partigiane tra cui in particolare il rifornirsi di armi , munizioni, viveri levandoli ai   ai fascisti e ai nazisti . Unico mezzo per rimediare con “ l’azione diretta" alla frequente riluttanza del CLN e delle truppe alleate nel  distribuire agli anarchici armi e vettovaglie (cfr.  brano) .
Brano da commentare:   “ Nei primi mesi del “44 si costituisce la  Brigata   SAP  “Malatesta” il cui comandante è Turcinovich, vice comandante  Francesco Ogno e commissario politico Grassini […] Verso l’estate di quell’anno la Malatesta viene – per motivi logistici – divisa in due brigate: la “Malatesta” (con zona d’operazione  Pegli) e la “ Pisacane (con zona operativa  Cornigliano); Turcinovich diventa comandante della “Pisacane” e  Ogno  della “Malatesta
 Bibliografia: in  Guido Barroero,  Anarchismo e resistenza in Liguria in Rivista Storica dell’ Anarchismo anno cinque , n. 2, 1998 p. 91 .
 Dopo  la vittoria sui nazi-fascisti Turcinovich divenne un esponente importante del movimento anarchico sia genovese che nazionale sino alla sua morte nel 1971.  Tra le azioni partigiane compiute dalla Brigate “ Malatesta “ e “Pisacane”  cito quelle riportate nell’ articolo di Guido Barroero sulla resistenza anarchica in Liguria. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Il giornale della “ Brigata Malatesta” riporta le azioni compiute in  periodo pre-insurrezionale – autonomamente o in collaborazione con altre brigate SAP della zona (  “ Sordi”,  “Longhi”, “Alprom”)  - a partire già dall’ otto settembre 1943 . Vediamone alcune: Settembre ‘434: Sottrazione e occultamento di armi all’ ex-esercito  e  a gruppi di militari tedeschi di stanza a Villa Rosa e Villa Igea (Pegli); neutralizzazione di spie fasciste. Aprile ‘44: interruzione comunicazioni telefoniche a Praglia. Giugno ‘44: Liberazione di operai rastrellati, interruzione ferrovia per Ovada e di linee elettriche (Prà) ; Novembre ‘44: Occupazione militare di Sestri P. (Giornata del  Partigiano) insieme alle Brigate  “Sordi e Longhi”. Dicembre ‘44: Numerosi disarmi di brigatisti neri e di soldati tedeschi.  Aprile ‘45: interruzione della linea ferroviaria per il ponente ligure (a Pegli) […] La brigata “ “ Pisacane “ partecipa il giorno “$ [Aprile ‘459 ai combattimenti intorno a Castel Raggio e all’occupazione della Direzione Centrale Ansaldo; il 25 ai combattimenti a S:P: D’ Arena in località Occhetti; il 26 è di presidio a Borzoli per circondare le truppe tedesche asserragliate a Monte Croce; il giorno 27 in unione alle Brigate Rizzoglio, Brunello e di Sestri occupa la postazione di Monte  Croce ( notizie dalla lettura dei giornali  della “ Malatesta” e dalla “ Pisacane”)
Bibliografia: in  Guido Barroero,  Anarchismo e resistenza in Liguria in Rivista Storica dell’ Anarchismo anno cinque , n. 2, 1998  pp. 92-93 e p. 96
                                                                                        
ANTONIO PITTALUGA (1912-1945) Dopo l’8 settembre  fu tra i primi  , con il  sopranome di  Tugnin”, a partecipare  ad azioni partigiane e divenne, nel 1944,  responsabile anarchico delle SAP (Squadre di Azione Partigiana) nella zona di Nervi. Un’ importante azione fu l’espropriazione del  magazzino viveri della “ Monterosa”avvenuta il 24 aprile del 1945 . (cfr. brano)
Brano da commentare: “ I nostri   compagni […] poterono così distribuire 40000 uova, un chilo di zucchero a persona, due etti di marmellata, un etto di formaggio a tutta la popolazione di Nervi, Quinto S. Ilario e rifornirono gli  Enti di  Beneficienza e l’ Ospedale Civile di generi alimentari e di coperte, lenzuola e altri oggetti … L’espropriazione della “Monterosa” riscosse l’unanime consenso della popolazione “ ( da Umanità Nova del 26  aprile 1945)
Bibliografia:  in Italino Rossi, La ripresa del Movimento Anarchico Italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950,  Edizioni Erre Elle,  1981, pp.33-34
In quella stessa giornata, se ho capito bene,  Antonio Pittaluga morì eroicamente combattendo  per liberare l’ Hotel Eden di Nervi dove si erano rintanate le truppe tedesche.
 


 
 
 




Nessun commento:

Posta un commento