FRITZ KATER (1861-1945).
Nel 1883 , a Magdeburgo, partecipò assiduamente alle attività sindacali apolitiche
tolleratee dalle leggi
antisocialiste di Bismark e
approfondì , clandestinamente, la conoscenza della letteratura e degli
ideali socialisti. Nel 1887 fondò e
divenne segretario di una combattiva
associazione di muratori e al tempo stesso aderì al Social Democratic Party of Germany (SPD) . Nel 1889 fu
condannato a due mesi di prigione per sedizione. Nel 1890 le leggi antisocialiste furono abolite e
gradualmente all’interno del partito ,
ormai riconosciuto legalmente, cominciarono a delinearsi due tendenze: una
riformista e centralista (maggioritaria)
e l’altra rivoluzionaria e libertaria
(minoritaria) Quando la tendenza libertaria , a cui andavano le
simpatie di Kater, fu espulsa, egli
decise , anche se controvoglia,
di restare nella SPD. . La motivazione
di questa sua sofferta scelta fu più
tardi rivelata dallo stesso Kater a Rudolf Rocker che gli chiedeva chiarimenti sul perché di quella decisione. ( cfr. brano)
Brano da commentare: “ Si,
me lo domando ancora oggi. Ma il partito era tutto per me. Alla fine
della legge anti-socialista, quando noi potevamo di nuovo lavorare in piena legalità, io avevo veramente paura di una
scissione in seno al movimento socialista. Io avevo dato al partito tutto ciò
di cui ero capace, senza mai occupare funzioni ufficiali che avrebbero potuto
portarmi a vantaggi personali. Io avevo ancora l’illusione che il partito
avrebbe finito per aprire gli occhi. Disgraziatamente, non è che solo molto più
tardi che ho compreso a qual punto ciò fosse
falso. “ ( parole di Fritz Kater
riportate da Rudolf Rocker)
Bibliografia:
A’ Contretemps, Rudolf Rocker ou la liberté par en bas, Les editions e libertaires, 2014 p. 134 (traduzione italiana mia) ;
Negli anni seguenti Kater si
impegnò sempre più nell’attività sindacale all’ interno
della SPD e rivelò sempre di più le sue
ottime doti di organizzatore. Ben presto
anche nel sindacato apparvero due
tendenze : una, centralista e l’ altra, detta
“localista”, fautrice di una
tendenza più libertaria e
decentrata. Kater divenuto il membro più
autorevole della tendenza localista fu uno dei fondatori ,
nel 1897, di una nuova organizzazione sindacale, la Freie Vereinigung e Deutscher Gewerkschaften (FVDG) (in italiano Associazione Libera dei
sindacati tedeschi) che si
strutturò sempre di più sul
modello del sindacalismo
rivoluzionario francese f ondato da Pelloutier. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Presso di loro ( i
sindacalisti francesi della CGT) , la lotta non può essere condotta prendendo
parte alla legislazione. Essi non comprendono perché dovrebbero appartenere a
questo o quel partito, e pensano, al contrario , di dover condurre la lotta di
classe sul terreno economico per mezzo dello sciopero generale, dell’azione
diretta, del sabotaggio, della resistenza passiva, etc. ( Fritz Kater, Il programma dell’
Associazione libera dei sindacati tedeschi e …., 1908)
Bibliografia:
A’ Contretemps, Rudolf Rocker ou la liberté par en bas, Les editions e libertaires, 2014 p. 156 (traduzione italiana mia)
Dopo l’interruzione forzata durante la prima guerra
mondiale, La FVDG , che assunse nel
1919 il nuovo nome di Freie Arbeirter Union Deutschlands ( FAUD) riprese la sua
piena attivita . sia economica che
culturale (cfr. post Rudolf
Rocker)- Sino al 1930 Fritz Kater
fu presidente della FAUD. e uno dei
fondatori dell’ Associazione Internazionale dei Lavoratori (AIT). Dopo le
dimissioni da presidente della FAUD , a causa dell’età, continuò egualmente,
sino all’ ascesa del nazismo al potere,
a lavorare nel sindacato svolgendo i lavori più modesti suscitando uno stupore
ed imbarazzo tra i sindacalisti più giovani che egli non riusciva a comprendere (cfr.
brano)
Brano da commentare: “ Non so cosa passi
per la testa per la testa dei nostri giovanetti ( petits jeunes).
Non abbiamo tutta la nostra vita
sostenuto che tutti i lavori
acquisiti coscienziosamente si
equivalgono? Io non posso più fare oggi ciò che facevo a trent’anni. Ma anche
ciò che faccio oggi è utile e necessario al movimento. Perché dovrei dunque
lamentarmene? (parole di Fritz Kater riportate da Rudolf Rocker)
AUGUSTIN SOUCHY, tedesco anarchico sindacalista. Nel 1919 fu uno dei fondatori del sindacato anarchico “Freie Arbeiter Unions Deutschland " (FAUD), che indirizzava le proprie attività in varie direzioni (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Noi altri
sindacalisti, minoranza sull’ala sinistra del movimento operaio, diffondiamo le nostre idee di un socialismo
libertario e federalista nelle riunioni
pubbliche, nel settimanale Der syndikalist (stampato in media in 80
mila copie) e dalla pubblicazione delle
opere di Bakunin, Kropotkine ,
J. H. Mackay , Domela Nieuwenhuiis,
Rudolph Rocker e altri socialisti libertari e
anarchici. Noi pubblicavamo anche tutta una collana
sull’emancipazione sessuale, per l’abolizione
delle pene contro l’aborto e per
una libero controllo
delle nascite. Noi partecipavamo al
“ Bureau antimiltariste “, la cui sede era in Olanda e
partecipavamo attivamente al movimento europeo “ Mai più la guerra” che
sviluppò una intensa propaganda soprattutto in Francia e in Inghilterra. Senza dubbio
non abbiamo mai raggiunto il nostro scopo, l’abolizione del militarismo,
ma i social-democratici e i comunisti, molto più forti, non sono riusciti
meglio nei loro “ ( Augustin Soucy, Vorsicht: Anachist ! Ein Leben fuer die Freiheit (1977)
Bibliografia : Augustin Souchy , Attention : anarchiste ! Une vie pour la liberté Editions du monde libertaire , 2006 p. 53 (traduzione italiana mia)
Dopo l’ascesa al potere dei nazisti, Souchy si trasferì prima a Parigi e poi in Spagna, dove restò per tutto il tempo della guerra civile svolgendo importanti incarichi per conto della CNT spagnola. Dopo due anni di detenzione in Francia nei campi di concentramento fuggì in Messico dove visse a lungo ( 1948 - 1952 ), Nel 1966 tornò in Germania dove morì a 91 anni. Nel suo libro di memorie, Vorsicht: Anarchiste!..., op. cit. ripercorre tutti i più grandi eventi ed esperimenti libertari del XX secolo, di cui fu testimone diretto (collettività spagnole, kibbutz in Israele , ecc.
ARTHUR LEHNING (1899-2000) dal 1932 al 1935, fu uno dei fondatori insieme a RUDOLF ROCKER e ad AUGUSTIN SOUCHY della FAUD (Freie Arbeiter Unions Deutschland) , le cui linee generali erano esposte nell' Atto di Costituzione del 1919 ( cfr. brano)
Brano da commentare: “I sindacalisti, in chiaro riconoscimento dei fatti sopra esposti, sono i principali avversari di ogni economia monopolistica. Essi propugnano la socializzazione del suolo, degli strumenti di lavoro, delle materie prime e di tutte le ricchezze sociali. La
riorganizzazione di tutta la vita economica sulla base del comunismo
libertario, cioè il comunismo fondato sulla formula “ da ognuno secondo
le sue capacità ad ognuno secondo i suoi bisogni". Partendo dal fatto
che il socialismo è un problema culturale che può essere risolto solo
dalla attività creativa del popolo dal basso verso l’alto i sindacalisti respingono ogni tipo di statalizzazione che può portare alla peggiore forma di sfruttamento e cioè al capitalismo di Stato e mai al socialismo..” (Atto di costituzione della FAUD 1919)
Trovato su Internet/ Google alla voce “ Freie Arbeiter Union Deutschlands “ (FAUD) in lingua tedesca p. 2. Tradotto in italiano da me con aiuti.
Dal 1930 al 1935 fu segretario dell’AIT ( Associazione Internazionale dei Lavoratori) fondata nel 1922 a Berlino. Si impegnò con successo anche nel campo letterario e artistico fondando la rivista "I 10". Fondò, insieme ad altri, nel 1927l’ International Instituut voor Sociale Geschiedenis di Amsterdam (IISG), di cui nel 1961 divenne direttore. Nel 1999 ricevette il più importante premio letterario olandese.Numerose sono le sue opere saggistiche e storiche. Mi limito a citare , perché è quello che ho, il suo bel libro, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di un rivoluzionario, Zero in condotta, 2002.
ANNA GÖTZE (1875-1958) fu una delle fondatrici nel 1919 dello Spartakusbund. All’inizio del 1920 aderì all’anarchismo e svolse un ruolo importante nella FAUD, insieme ai suoi figli, Irma e Nante. Dopo l’ascesa al potere del nazismo fu detenuta nel lager di Ravensbruck per 8 anni, dove la trovò la figlia, quando anch' essa, reduce dalla guerra civile di Spagna, vi fu rinchiusa dalla Gestapo. Entrambe riuscirono a fuggire da lì nell’aprile del 1945. Anna Götze fu tra i primi
avversari dei nazisti ad essere rinchiusa in un campo di concentaramento e subì
nella sua esistenza il
disumano regime concentrazionario imposto nei lager prima dalle SA e poi dalle SS. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Dal momento della
salita al governo dei nazionalsocialisti nel gennaio ‘33 al marzo successivo,
quando venne ufficialmente “inaugurato” il lager di Dachau,
furono istituiti una quarantina di Campi di
custodia preventiva ( Schutzhaftlager) , sotto il controllo delle Sa,
“allestiti essenzialmente con finalità politiche, per l’internamento cioè di
avversari del regime nazionalsocialista, di anarchici e di elementi cosiddetti Asociali, la maggioranza di questi
luoghi di detenzione si trovava a Berlino o nei suoi immediati dintorni. In un
secondo tempo queste prigioni provvisorie – come quella in un polverificio nel
quartiere di Porz-Hochkreuz di Colonia – e i campi di concentramento
informali (wilde Konzentrationslager) controllati dalle Sa vennero quindi progressivamente chiusi tra l’estate del ‘33
e l’inverno del ‘34; tali luoghi di sevizie contro i detenuti “sovversivi”
avevano prefigurato l’orrore dei successivi campi di sterminio tanto che il
capo della Gestapo, dopo avere visitato un carcere sotterraneo delle Sa di Wuppertal, ebbe a dichiarare che “Hieronymus Bosh e Pieter Bruegel non
hanno mai visto un orrore simile “. Con l’apertura delle nuove strutture, a
partire da quella di Dachau, la loro gestione passò quindi alle SS e
il 4 luglio 1934 venne istituito nell’ambito dell’ Ufficio centrale dell’
organizzazione SS, con sede a Orjanjenburg presso Berlino, l’ispettorato per i campi di concentramento.
All’ingresso dei primi lager fu posta la celebre scritta "Arbeit macht frei": il
lavoro rende liberi. Le misure coercitive vennero quindi affiancate dalla
martellante propaganda nazista per la quale “il nemico è sempre caratterizzato
come uno che non lavora, che non conosce la dignità del lavoro, che ostacola la
produzione” ( in Marco Rossi, Asociali e renitenti al lavoro nella Germania nazista ....)
Bibliografia: Marco Rossi, Asociali e renitenti al lavoro nella Germania nazista in Riesenfeld, Rossi, Souchy, Theissen, Walter, Wilhelms,
Piegarsi vuol dire mentire, Zero in Condotta 2005 pp. 88-89.
RUDOLF MICHAELIS (
1907-1990) restauratore delle antichità
del Vicino Oriente, membro del
FAUD, sindacato anarchico tedesco e
amico di Bonaventura Durruti, nella cui Colonna
combatté, più tardi , durante la guerra civile in Spagna. Esercitò anche le
funzioni di responsabile della GFB ( Gilde freiheitilicher Bücherfreunde = Gilda del libro
libertario)
sezione culturale della FAUD. Lavorò al Museo di Stato di Berlino e partecipò a
diverse spedizioni archeologiche in
Oriente. Partecipò clandestinamente al Congresso dell’ AIT ad Amsterdam nel
1933 dove conobbe , divenne amico di Rudolf Rocker e di Helmut Rüdiger. Per la sua
ostilità nei confronti del nazismo, che stava sempre più consolidando il
proprio potere nella società tedesca, fu licenziato dal museo e arrestato e rinchiuso in prigione. Appena fu libero fuggì con sua moglie, Margaret Gross Michaelis, che già era stata , un
anno prima, in Spagna per un servizio
fotografico in Spagna, dove si stabilì a
Barcellona e fondò con altri compagni tedeschi. Nel 1934 si separò da Margaret Michaelis. Durante le giornate del luglio 1936 partecipò
ai combattimenti contro i militari
“ribelli” e alla espugnazione delle sedi naziste a Barcellona. Combattè i franchisti prima
come delegato del gruppo , composto da
anarchici tedeschi nella” Colonna
Ascaso” e, poi, come delegato nella “Colonna Durruti “. Durante le giornate di maggio del 1936 fu arrestato dagli stalinisti e liberato,
solo, nel febbraio del 1938. Dopo la vittoria di Franco, lasciò la Spagna per
poi tornarvi clandestinamente nel 1939.
Scoperta la sua vera identità fu arrestato dai franchisti e
condannato a 30 anni di prigione. Nel
1944 fu liberato, ma sottoposto sino al 1946 ad una rigorosa sorveglianza
poliziesca. Grazie alla nuova situazione internazionale, poté , infine,
lasciare la Spagna e si stabilì nella Germania dell’Est, dove subì, anche in
quel paese , una sistematica persecuzione, alla quale, talvolta, riuscì a
sfuggire, assumendo false identità. Nel 1995 pubblicò un libro sulla sua
esperienza spagnola, che purtroppo non ho letto.
Brano da commentare: “…. I fatti tra la CNT ed i compagni tedeschi emigrati nasce una stretta
collaborazione nel lavoro assiduo di propaganda
antinazista. Questi tedeschi fuggiti in Spagna si riuniscono nel Deutsche Anarcho-syndacalisten “(DAS) e pubblicano il quindicinale Soziale Revolution. Dei corrieri riallacciano i contatti con i
compagni rimasti in Germania. Nei mesi che seguono, alcuni attivisti raccolgono
fondi e contattano tecnici e specialisti utili alla rivoluzione spagnola. Il
sogno, però , dura poco. In Germania, il movimento è quasi decapitato: la
Gestapo arresta, uno dopo l’altro, i membri dei diversi gruppi. [….] La
rivoluzione spagnola ha un epilogo tragico e molti compagni sono costretti ad
abbandonare la resistenza attiva. La
maggior parte di essi è dietro le sbarre
o rinchiusa in campi di concentramento. …. ( Augustin Souchy in “ Piegarsi vuol dire mentire , Zero in Condotta, 2005
Bibliografia:
in Augustin Souchy, Germania, il nazismo in
marcia in Riesenfeld, Rossi, Souchy, Theissen, Walter, Wilhelms, Piegarsi
vuol dire mentire, Zero in Condotta 2005 p. 11-12
MARGARETH GROSS MICHAELIS (1902-1981). Nacque in
una famiglia ebraica a Dziedice in Austria. Studiò
fotografia a Vienna. Nel 1929 incontrò RUDOLPH MICHAELIS , restauratore
delle antichità del Vicino Oriente e membro
del FAUD, sindacato anarchico tedesco..
Nel 1932 Margareth fece un viaggio a Barcellona dove scattò nei quartieri più poveri della città numerose fotografie dal contenuto
fortemente critico- sociale . Tornata in Germania , nel
1933, sposò Rudolf Michaelis e in sieme
dovettero, all’avvento del fascismo al potere , fuggire dalla Germania. la
dovette lasciare nel 1933, all’avvento
del nazismo. Si stabilirono a Barcellona, ma , nel 1934, si separò
da Rudolph, e nel 1936 partecipò a un viaggio a Valenza con Emma Goldman, Athur Lehning ed
altri per visitare e fotografare le nuove collettività aragonesi. Durante la
guerra civile lavorò, sempre come fotografa,
per il Commissariato di propaganda della Generalità di Barcellona. Alla
fine del 1937 per sfuggire alle persecuzioni degli stalinisti andò in Francia e
infine si recò in Australia, dove nel
1960 sposò Albert George Sachs e lavorò con lui nel suo commercio di
quadri a Melbourne. Rudolph, invece, si trasferì con la sua nuova
famiglia in Germania Est.
Brano
e foto da commentare: “ Fu un pomeriggio pieno di emozioni. Arrivò un suonatore
di fisarmonica che si sedette davanti alla pensione e cominciò a suonare. Poco
dopo tutti i bambini di Mediodia lo avevano circondato.
Una triste e terribile immagine. Le statistiche suppongono che tra il 90% ed il
95% dei bambini del Barrio Chino soffrono di
sifilide. Numerosi bambini con il naso appiattito, calvi, ciechi, con delle
stampelle. Era il volto oscuro di Barcellona. Il Barrio Chino è la vergogna di tutta la
Catalogna. I bambini sono una denuncia silenziosa” (commento di Margaret Michaelis a quella foto scattata
durante il suo viaggio a Barcellona nel 1932)
La foto di Margareth Michaelis mi ha fatto venire la voglia di riprodurla a modo mio
in creta
In effetti scene di
estrema miseria e di insopportabile degrado urbano e sanitario
erano assai ricorrenti nel cosiddetto Barrio Chino , quartiere proletario e
sottoproletario , situato al centro
della città. Questo nome gli fu dato dalla stampa borghese, nonostante
l’assenza di immigrati cinesi, per
evocare la miseria e la insalubrità
delle “China-town di Londra e delle città
nordamericane. Il raccapriccio e la
ripugnanza, che suscitava questa zona, soprattutto di giorno, perché di notte
si trasformava in un equivoco e attraente “ luogo di vizi e di piaceri” era diffuso sia
tra i borghesi benpensanti di
Barcellona che tra i
gli intellettuali progressisti di sinistra.,Il totale risanamento di tutto il vecchio cittadino auspicato sia dalla destra che dalla sinistra ( cfr. per esempio, il progetto apparentemente illuminato del
Gruppo di architetti e tecnici catalani
( GATCPAC) , con l’appoggio di Le Corbusier) prevedeva
incondizionatamente la costruzione di
larghe strade, al posto . degli stretti vicoli, carichi di storia, eal tempo stesso l’
espulsione dal centro della classe operaia , che ancora vi abitava e anche degli anarchici , che in quei quartieri
avevano fatto il centro delle loro lotte. Tali progetti borghesi illuminati, ma anche alquanto classisti, furono accantonati,
con lo scoppio della rivoluzione sociale spagnola, che almeno sino al maggio del 1937, in
quei luoghi diede vita a un urbanismo rivoluzionario, che rinnovò completamente
il modo di vivere e di relazionarsi . (cfr. brano)
Brano da commentare: … “ Tra luglio 1936 e il maggio 1937 i
comitati rivoluzionari di quartiere permisero dunque alle comunità operaie di
impadronirsi del contesto edilizio ( environnement bâti ) e di esercitare un nuovo potere sul loro quotidiano […] La
festa rivoluzionaria cominciò seriamente
nelle strade il 21 luglio (ironia della sorte: quel giorno là i leaders anarchici optavano per una divisione del potere con gli altri
gruppi del fronte popolare) . E i gruppi di operai, spesso organizzati tramite
( via) i comitati rivoluzionari locali, occuparono i quartieri dell’ élite, le
proprietà della Chiesa, i bureaux d’affari, gli hotel e i palazzi dei
ricchi. […] Uno degli obiettivi centrali
del progetto urbanistico rivoluzionario fu l’espansione dei servizi pubblici
barcellonesi […] Degli spazi che erano stati concepiti per l’uso esclusivo dei
borghesi furono collettivizzati e posti soto il controllo dei
comitati rivoluzionari armati locali e dei sindacati. Furono utilizzati a fini
solidari e non gerarchici. Il Ritz di Barcellona divenne l’ Hotel Gastronomico numero uno, ristorante
comunitario sotto il controllo dei sindacati ch foirniva dei pasti ai membri
delle milizie, ai diseredati dei barrios del centro-città, agli artistyi di cabaret e agli operai. Delle case private dei membri
dell’élite furono anche trasformati in ristoranti pubblici o in abitazioni per
i senza tetto, i rifugiati, le persone anziane e quelli che vivevano in alloggi
superpopolati. Nello stesso tempo, dei comitati
speciali furono fondati su scala ( à l’échelle) dei quartieri per offrire delle opportunità d’impiego ai
disoccupati, particolarmente nei progetti edilizi. […] Questo aiuto ai disoccupoati assicurò la quasi totale scomparsa della mendicità dopo il mese
di luglio. Le nuove priorità della città rivoluzionaria trasformarono anche gli
sterili ( "oisifs") spazi borghesi in spazi socialmente utili. Alla fine del luglio 1937,
in più dei numerosi
locali collocati negli hôtels particolari, sei nuovi ospedali erano stati fondati, ivi compresa
una maternità creata in un vecchio hôtel.
Vi fu ugualmente un’espansione considerevole dell’insegnamento. […] Delle
biblioteche pubbliche e delle scuole furono fondate nelle case dei ricchi e le
collezioni di libri privati furono spesso socializzati e raggruppati per creare
nuove biblioteche pubbliche o scolastiche. Un antico dancing fu convertito in
una scuola, ciò che rifletteva l’ atteggiamento morale della CNT: Nel
proseguimento delle iniziative culturali assunte dalla CNT/FAI prima della
guerra civile, gli anarchici svilupparono i loro corsi per adulti negli ateneos di quartiere, di cui un
grande numero poté aumentare le loro attività e concernere più persone sia
traslocando nelle case che appartenevano ai benestanti, o alla Chiesa, sia
ingrandendo i vecchi locali…..” ( Chris Ealham, Barcellone contre ses habitants….)
Bibliografia: Chris Ealham, Barcellone contre ses habitants. 1835-1937. Quartiers ouvriers de la revolution, Les réveilleurs de la nuit, 2014, pp.
63-64-p. 67-68- 69-70 (traduzione italiana mia). E’ un libro diviso in due
parti Geographie imaginaire. Idéologie, espace urbain et contestation du Barrio Chino de Barcelone 1835- 1936 e Le mythe de la foule enragée. Classe, culture
et espace révolutionnaire a Barcelone 1936-1937. . Io l’ho trovato molto interessante.e spero che trovi presto un editore , in Italia.
Le notevoli
trasformazioni apportate nei barrios proletari e sottoproletari dall’urbanismo rivoluzionario e
il conseguente clima solidaristico e festoso
che emanava da essi suscitò, come è noto, l’entusiasmo di tutti quei
volontari stranieri che nei primi mesi
della rivoluzione giungevano a Barcellona.
Mi limito tra essi a citare George Orwell, Emma Goldman, Giuseppe Bifolchi, Umberto Tomassini, Nills Latt e tanti tanti altri. Purtroppo dopo
le giornate di maggio del 1937 , quando la controrivoluzione operata dal
governo e dagli stalinisti giunse al suo comune, le testimonianze dei volontari stranieri cambiano tono e tutti
sono unanimi, chi, prima o dopo, nel
constatare il declino della rivoluzione
e il ritorno, ancora prima della vittoria di Franco, al contesto sociale reazionario e classista degli anni precedenti il 19 luglio del
1936- (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … A partire dal maggio
1937, uno Stato repubblicano ricostruito estese il suo potere sul
paesaggio urbano e i vecchi privilegi e i vecchi tirmi urbani furono
riaffermati. Il Ritz s' impose di nuovo come il "migliore hôtel della città” et le chic proletario
passò definitivamente di moda. Le vetture re gli altri attributi dei ricchi,
così come gli abiti di alta moda., divennero sempre più visibili. Questa tendenza fu percepita da Orwell, tanto
(alors) più per gli sviluppi locali che notò, dopo un
periodo al fronte : “ Un profondo
mutamento si era prodotto nella piccola città (sic!)… La divisione normale
della società in ricchi e poveri, classi superiori e classi inferiori, si
riaffermava.” e i mendicanti tornavano sulle strade. “ ( Chris Ealham, Barcellona contro
i suoi abitanti)
Bibliografia: Chris Ealham, Barcellona contre ses.... , op. cit. p. 83 . ( traduzione italiana mia) . Cfr. anche George Orwell, Omaggio alla Catalogna, il saggiatore, 1964,
pp. 140-141.
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