SCHWARZE SCHAREN (
Schiere nere) , attive nell’ opposizione armata contro il nazismo
tra il 1929 e pochi mesi prima dell’ascesa al potere dei nazisti nel
1933. Erano composte da alcuni militanti della FAUD ( Freie Arbeiter Union Deutschland ) e della SAYD (Syndakalistische anarchistische Jugend Deutschlands ). Apparse per la prima
volta nell’Alta Slesia e in particolare nelle città di Ratibor e di Beuthen si diffusero anche in
altre regioni come Berlino- Brandeburgo, in Assia , dove un gruppo
particolarmente forte si formò a Darmstadt e Munster, in Turingia
particolarmente a Suhl, nella Renania Settentrionale-
Vestfalia a Wuppertal e in altre città
vicine. I vari gruppi regionali delle Schwarze Scharen tennero sempre molto alla loro autonomia e mantennero tra
loro alcune specifiche differenze, per esempio : solo tra i membri del
gruppo di Berlino si faceva riferimento a uno statuto scritto contenente le
fondamentali linee direttive, di cui mi limito qui a ricordare i
primi quattro articoli . (cfr. brano)
Brano da commentare: “ 1) La Schiera nera
è un’organizzazione antifascista dei lavoratori rivoluzionari. 2) Essa si
riconosce senza riserve nella Prinzipienererklaerung des Syndakalismus (Dichiarazione dei principi del
sindacalismo) e nelle sue organizzazioni : la Freie Arbeiter Union Deutschlands (Anarcho-syndacalisten ) [
FAUD ] e la Syndakalistische anarchistische Jugend Deutschlands [ SAJD]. 3) Essa si considera come una Ergänzungsorganisation [Organizzazione integrativa) di entrambi i movimenti indicati e nello stesso tempo come
una formazione di difesa contro il fascismo e i nemici dell’anarcosindacalismo.
4) Essa vede quindi il suo compito in primo luogo
nella propaganda attraverso la parola e lo scritto contro il fascismo di tutte
le sfumature e in favore del socialismo libertario ( Linee direttive della
Schiera nera zona Berlino-Brandeburgo )
Bibliografia: Per una lettura di tutti i 10 articoli
di queste " Linee direttive .....", cfr. David Bernardini, Il
barometro segna tempesta . Le Schiere nere contro il nazismo, La rivolta 2014 pp.
74-75.
Sebbene il numero dei
suoi membri non fu mai numeroso , le "Schwarze Scharen " riuscirono
, nel tempo relativamente breve della loro esistenza, a dare molto
filo da torcere alle SA ( Sturmabteilungen = reparti d’assalto), formazioni paramilitari naziste ,
sempre restie a fronteggiare gruppi avversari capaci di
difendersi.
Brano da commentare: “ … Le
Schiere nere, sin dalla loro fondazione, mettono in primo piano la
questione dell’antifascismo, anche se in modo differente rispetto alla FAUD (Linse ,
1989). La Confederazione anarco-sindacalista, infatti, interpreta il nazismo come
l’espressione dittatoriale del capitalismo, quindi come un fenomeno economico,
manifestazione di un “ moderno militarismo industriale” che, in quanto tale,
può essere combattuto solo con lo sciopero generale e il sabotaggio. I
militanti delle Schiere nere invece vedono nel nazismo anche un fenomeno
politico da combattere non solo nelle fabbriche, ma anche fisicamente nelle
strade “ […..] “Il fatto che le Schiere nere si presentino come
un’organizzazione integrata ma allo stesso tempo indipendente dalla FAUD, non
impedisce loro di criticare anche duramente la confederazione anarco-sindacalista per avere trascurato il confronto
politico e per non avere reagito al suo declino, lasciandosi andare ad un
atteggiamento passivo e di attesa …..” ( David Bernardini “ Le Schiere Nere contro
il nazismo)
Bibliografia: David Bernardini “ Le Schiere Nere contro
il nazismo in “ A rivista anarchica Estate 2013 n. 382, p. 137
Tra i membri delle
“Schiere Nere” , che svolsero un
importante ruolo all’ interno dell’ organizzazione e
che poi quando il suo scopo, con l’ascesa al
potere del nazismo , fu reso impossibile ,
continuarono a battersi contro il nazifascismo nella rivoluzione sociale
in Spagna e altrove, mi limiterò, per il
momento , a citare : HELMUTH
KIRCHEY, FRITZ BENNER, GUSTAV DONNER, ALFONS PILARSKY E HEINRICH e
HEINRICH FRIEDETZKY.
HELMUT KIRSCHEY (1913-2003) partecipò alla
rivoluzione spagnola nella Colonna Durruti. Dopo il maggio 1937 fu anche lui perseguitato dagli stalinisti.
Nel 1939 si stabilì definitivamente in Svezia dove lavorò nel SAC. In disaccordo con la linea di Rüdiger, considerata come riformista, aderì al Partito Comunista Svedese, ma poi, nel 1968, si riavvicinò
all’anarchismo. Morì nel 2003.
FRITZ BENNER (1906-1966) Tra il 1927 e il 1928 aderì
insieme al fratello Willi, a cui poi si unì il
fratello diciannovenne August (Eugene) , alla FAUD , alla SAJD e
alle Schwarze Scharen di Wuppertal . Nel 1933 Fritz Benner fu arrestato con l’accusa di avere organizzato uno
sciopero. Condannato , fu inviato, dopo
un periodo di detenzione in prigione, nel campo di concentramento di Boergermoore e poi nel lager di Oranenienburg dove incontrò ERICH
MUESHAM e assistette impotente alle sadiche torture a cui quel grande
rivoluzionarie fu sottoposto dai suoi aguzzini sino alla sua morte. Liberato nel 1934 si impegnò immediatamente
nella ancora abbastanza efficiente rete clandestina della FAUD. Nel 1935 per
evitare un altro arresto fuggì in Olanda, dove si impegnò in attività di
sostegno ai gruppi illegali ancora operanti in Germania. Nel 1936 insieme ad HELMUT KIRSCHEY e ad altri compagni tedeschi andò a Barcellona, dove lavorò dapprima nel
DAS e poi combatté, nella Colonna Durruti , salvo un breve
periodo in un sanatorio per curarsi
di malattie contratte durante la sua
permanenza nei lager nazisti.
Rifugiatosi in Svezia, dove tuttavia assai forte era il rischio di
essere espulso , sposò una donna
svedese, da cui ebbe tre figli. E lavorò attivamente nel sindacato anarchico svedese (SAC).date le
persistenti richieste di estradizione da parte della Gestapo, Germani nazista.
Alla fine della seconda guerra mondiale
tornò a Wuppertal , ma poi si stabilì
definitivamente in Svezia con la famiglia e morì a Stoccolma nel 1966.
Sul fratello EUGENE BENNER che a 19 anni in uno scontro tra Scharze Scharen e le SA ,
molto più numerose,
riuscì a farle scappare, sparando in aria con la sua rivoltella cfr. le pagine dedicate a quell'episodio in David
Bernardini, Il barometro segna la tempesta, La rivolta 2014
pp.7-10
GUSTAV ( detto
GUSTL) DONNER (1904-1977), operaio tornitore, figlio di un membro del
Partito socialdemocratico. Nel 1910
aderì all’ Associazione Internazionale antimilitarista e l’anno seguente alla
FAUD (Freie Arbeiter Union Deutschland ) e alla SAJD ( Syndacalistische anarchistische Jugend Deutschland) . Gustl Doster fu uno dei principali
fondatori ed animatori del gruppo
delle Schwarze Scharen a Darmstadt . Suo fu lo slogan ( ripreso da un suo articolo pubblicato
su Junge Anarchisten, giornale della
SAJD) “ Auf! Die schwarzen Sturmbanner voran! “ ( Su! Avanti le nere
bandiere della tempesta). Lo scontro con
i nazisti si fece sempre più duro e raggiunse, a Darmstadt , un momento di grande tensione nel 1931 con l’aggressione
delle quadre d’assalto nazional-socialiste ( SA) contro l’anarco-sindacalista HERMAN HAFNER. Nel 1932
, sul giornale Der Syndacalist si commentava, tra l’altro, l’acutizzarsi degli scontri con la
frase: “ das Barometer steht auf Sturm” ( il barometro segna
tempesta ). Arrestato e rinchiuso in un campo di
concentramento Gustl Doster riuscì ad evadere e a raggiungere l’ Olanda. Nel 1936, allo
scoppio della rivoluzione sociale spagnola,
passando clandestinamente
attraverso il Belgio e la Francia
si recò in Spagna , dove in
luglio ebbe inizio la rivoluzione sociale in risposta al golpe dei militari, e
a Barcellona lavorò come interprete tedesco alla radio della CNT/FAI e militò,
insieme a molti altri esuli anarchici
tedeschi, nel DAS (Deutsche Anarcho-Syndacalisten), organizzazione sindacale inserita, pur con ampia autonomia, all’interno della FAI/CNT . Combatté anche
nelle file della Colonna Durruti nella sezione
tedesca “’Erich Muesham Group” .
Dopo le giornate del maggio 1937 a Barcellona fu con altri compagni, tra
cui HELMUT KIRCHEY (vedi sopra) , fatto
prigioniero in una prigione dagli stalinisti e furono , infine, liberati solo dopo molte pressioni da parte della CNT nell' aprile del
1938. Nel 1939, dopo la vittoria franchista si trasferì in Svezia , dove lavorò
dapprima come tornitore e poi come
agricoltore. Aderì e militò nell’ organizzazione anarco sindacalista
svedese (SAC)
TOMASZ PILARSKI
(1902-1977) . Nato a Lésnica in Polonia,
compì gli studi superiori a Ratibor nell’ Alta Slesia. Dopo un breve periodo in cui fu membro del
Partito Comunista tedesco ( KPD) aderì alla FAUD (Freie Arbeiter Union Deutschland ). Sulla scia della
teoria e della prassi anarco-sindacalista di FRITZ KATER (vedi post FAUD) Pilarski collaborò, dal 1921 al 1927, a molte pubblicazioni anarchiche e in quegli anni fu
considerato dalla polizia come il “leader intellettuale “ della FAUD dell’ Alta Slesia. Nel 1929 fu tra i primi fondatori delle “ Schwarze Scharen”. (gruppi anarco-sindacalisti di difesa antinazista). Nel
1932 accusato di essere un “traditore della patria” dai nazisti , che,
ormai , dopo i loro successi elettorali, erano , politicamente,
sempre più forti, , Pilarski lasciò la Germania e tornò in Polonia., dove si impegno
attivamente all’interno
dell’organizzazione anarco- sindacalista polacca Zwiazek Zuiazkòw Zawodowych (ZZZ, ) e scrisse ,
usando lo pseudonimo, JEAN RYLSKI , parecchi articoli su Front Robotniczy (Fronte operaio) organo
di stampa della ZZ Z. Nel 1939 tenne un programma antinazista alla Radio di
Katowice. Durante l’invasione nazista
della Polonia partecipò attivamente alla Resistenza svolgendo vari e
importanti incarichi. Durante l’ insurrezione di Varsavia nel 1944 fu
gravemente ferito. Dopo la guerra riprese un’ intensa attività sindacale e svolse anche alcuni incarichi
pubblici. Aderì nel 1947 al Partito Comunista Polacco, senza però
rinnegare le sue idee libertarie, tanto che nel 1950 fu espulso dal partito proprio con l’accusa di “deviazione
anarchica”. Su sollecitazione della polizia segreta polacca fu spesso
messo in prigione per ragioni
politiche . Morì nel 1977 a Varsavia.
HEINRICH FRIEDETZKY (
1910-1998) : Ottavo figlio di un ferroviere, nacque a Bebra
nell’ Hessen (Assia). La famiglia si trasferì nel 1912 nell’Alta Slesia a Ratibor. Aderì a 18 anni alla Faud (Freie Arbeiterunion Deutschland e più tardi alle Schwarze Scharen . Divenuta
insostenibile la permanenza clandestina
nella Germania nazista, nel 1937 , insieme a un altro compagno Max Piechulla raggiunse
avventurosamente la Spagna, ma fu a loro
impossibile arrivare a Barcellona, dove si erano stabiliti la maggior parte
degli esuli anarco-sindacalisti tedeschi . Pertanto, essendo andati in Spagna per combattere, si
arruolarono a Valencia nelle Brigate Internazionali, ma non senza essere , in
quanto anarchici, minacciati dal loro
comandante comunista. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Ho saputo che siete anarchici. Ma siccome
gli anarchici sono i migliori combattenti potete entrare nelle Brigate Internazionali. Ma dopo la vittoria
sarete subito fucilati ". ( dalle memorie di Heinrich Friedetzsky)
Bibliografia: Hans Mueller-Serwing, Heinrich Friedetzky, Bollettino Archivio G.
Pinelli, 2000 , n. 16 p.68
Nel 1938, presso Alcaniz, Friedetzky e Piechulla furono fatti
prigionieri dai soldati italiani e
inviati al carcere di Pedro de Cardena. Friedetzky che, sotto falso nome ,
si era fatto passare per cecoslovacco fu estradato in quella sua presunta
patria, ma dopo l’annessione della
Cecoslovacchia alla Germania nazista, la sua vera identità fu subito scoperta e
fu inviato prima nel lager di Sachsenhausen e poi in quello di Ravensbrück. Sopravissuto e liberato nel 1945 decise di non tornare in
Slesia, occupata dai russi, e si trasferì a Lubecca, riprendendo immediatamente i
contatti con i suoi vecchi compagni. Da Lubecca si trasferì, poi, dopo
la morte della moglie, a Colonia e nel
1993 partecipò alle Giornate Libertarie
di Francoforte dove, tra l’ altro tenne
alcune conferenze sulle sue esperienze e
sulle attività della FAUD e delle Schwarze Sharen (cfr. brano dalle memorie di Heinrich Friedetzky) su “una
serata di riunione nel gruppo locale )
Brano da commentare: “ …” La riunione si
teneva dalle otto in punto alle 10 in punto. Entro le 10 tutte le cose
importanti dovevano essere dette, perché i
primi già se ne andavano per via della famiglia o della levata mattutina
del primo turno. La prima mezz’ora si parlava dell’attualità, poi c’era circa
un’ora e mezza di panoramica sul mondo (cioè discussione su argomenti
anarchici) e alla fine rimanevano ancora 10 minuti per l’organizzazione. Quello
che non può essere organizzato in 10 minuti non ha alcun valore”.( ricordi di Heinrich Fiedetzky)
Bibliografia: Hans Mueller-Serwing, Heinrich Friedetzky, Bollettino Archivio G.
Pinelli, 2000 , n. 16 p. 40
Heinrich Friedetzky morì nel 1998.
Nota: Non sono ancora riuscito a rintracciare immagini di PAUL CZAKON ( 1896-1952) e di WILLI PAUL ( 1897-1979) a cui vorrei , nei limiti delle mie capacità, ispirarmi.
Heinrich Friedetzky morì nel 1998.
Nota: Non sono ancora riuscito a rintracciare immagini di PAUL CZAKON ( 1896-1952) e di WILLI PAUL ( 1897-1979) a cui vorrei , nei limiti delle mie capacità, ispirarmi.
EDELWEISSPIRATEN |
EDELWEISSPIRATEN ( I
pirati della stella alpina)
(1930-1945) . Erano bande
giovanili composte da ragazzi e
ragazze tra i 14 e i 18 anni , ,
prevalentemente di origine proletaria,
che, pur distinguendosi tra loro per le città , ove risiedevano, e
per i nomi che attribuivano a se stessi:
a Essen " Farhtenstenze" (Bellimbusti giramondo) , a Oberhausen e a Düsseldorf, " Pirates Kittelbach" , a Colonia , " Navajos " avevano, tuttavia, alcuni tratti comuni : un edelweiss portato sui vestiti come
distintivo, uno stile di vita alternativo a quello dominante, un’ ostilità
sistematica verso ogni tipo di autorità, e soprattutto
un atteggiamento di continua sfida alle organizzazioni giovanili , maschili e
femminili, (Hitlerjugend e Bund Deutscher Madel) del partito nazista). I
loro slogan antinazisti, scritti sui muri della metropolitana, , più diffusi erano: Abbasso Hitler”, “ Abbasso la brutalità nazista” ed
altri. Significativo è anche il testo della canzone degli Edelweisspiraten di Colonia.
Canzone
da commentare: Il potere di
Hitler può stenderci a terra / E tenerci in catene / ma un giorno spezzeremo le
catene / e saremo di nuovo liberi. / Abbiamo pugni forti e possiamo lottare / Abbiamo coltelli e li
tireremo fuori / Vogliamo la libertà, vero ragazzi? Siamo i guerrieri Navajo” (
canzone degli Edelweiss di Colonia)
Bibliografia :
David Bernardini, I pirati della stella alpina in A rivista anarchica n. 385 , dicembre 2014 p. 115. Su Internet si trova
anche la versione originale tedesca.
Durante gli anni della guerra assunsero atteggiamenti sempre più
antagonisti al regime tanto da dare vita
a una vera e propria resistenza armata. (cfr. brani)
Brani da commentare: 1) “
Fin dalla primavera del 1942 è stata appurata in tutta la provincia di Düsserdolf l’esistenza di bande formate da un numero consistente di giovani
di entrambi i sessi, che organizzano spedizioni tendenti a provocare la
Gioventù hitleriana, minando l’ opera
dei suoi capi. Non è raro incontrare gruppi anche di 30 persone che vanno in
giro per le città cantando e suonando la chitarra. I capi della Gioventù
hitleriana sono stati oggetto di imboscate, pestaggi e perfino sparatorie. Il
loro numero è notevolmente cresciuto negli ultimi mesi. Si dilettano
soprattutto nei campeggi dove ragazzi e ragazze stanno insieme ….“ ( rapporto della Gioventù hitleriana del
1942) ; 2 )“ … Nel 1944 a Colonia , i Navajo iniziano a collaborare con un
gruppo clandestino che procura rifugio ai disertori tedeschi, ai prigionieri di
guerra e ai detenuti evasi dai campi di concentramento. Intanto altri gruppi di
Edelweisspiraten rubano armi dai depositi della Wermacht e
cominciarono a tendere agguati a colpi di arma da fuoco, sino a giungere ai
fatti dell’autunno 1944. […] Partiti da un generico rifiuto della Hj,
gli Edelweisspiraten aprodono alla resistenza vera e propria. Il Terzo
Reich fa entrare in funzione a pieno
regime le proprie strutture repressive, le quali, nel novembre 1944, iniziano a
colpire con inedita durezza i pirati dell’edelweiss, sino ad arrivare a
impiccare pubblicamente i loro caporioni, tra cui il sedicenne Barthel Schink. ...” ( tratto da
David Bernardini, I pirati della stella
alpina )
Bibliografia :
David Bernardini, I pirati della stella alpina in A rivista anarchica n. 385 , dicembre 2014 (primo brano a pp. 117-118) e secondo
brano a p. 118.
La loro azione di resistenza armata più impegnativa fu
l’uccisione del Capo della
Gestapo di Colonia. A Colonia vi è oggi
una targa-ricordo dove il 25 ottobre vennero impiccati , dalla Gestapo e dalle SS alcuni
membri della resistenza tedesca tra cui gli Edelweisspiraten, BARTHEL SCHINK (1927-1944) e
GUNTHER SCHWARTZ (1928-1944).
Simili , sotto alcuni aspetti, ma alquanto più politicizzati furono
a Lipsia le “ LEPZIGER MEUTEN “(
= i branchi di Lipsia. )
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