PIERRE MONATTE (1881-1960) anarco-sindacalista
francese. Nel 1906, quale membro
della Confederation
Generale du Travail , partecipò al
Congresso di Amsterdam, dove nella sua relazione, richiamandosi, in parte, alle deliberazioni del congresso precedente
del 1906 ad Amiens , espose quelli che, secondo lui erano i rapporti che
dovevano intercorrere tra anarchici e anarco-sindacalisti (cfr. brano) .
Brano
da commentare: “ .. Uil sindacalismo, come proclamato nel congresso di Amiéns,
basta a se stesso. Ciò, io lo so, non è stato ben compreso neanche dagli
anarchici. Ma cosa significa ciò se non che la classe operaia, diventata
adulta, intenda infine bastare a se stessa e non poggiarsi più su
nessuno nel prendere cura della propria emancipazione? […] Il sindacalismo il sindacalismo non perde tempo a promettere
ai lavoratori il paradiso terrestre. Esso
chiede a loro di conquistarlo., assicurandoli che la loro azione mai
resterà del tutto vana. Esso è una scuola di
volontà, di energia, di pensiero fecondo. Esso apre all’anarchismo, per
troppo tempo ripiegato su se stesso., prospettive e speranze nuove.” ( Pierre Monatte nel suo intervento nel
Congresso di Amsterdam del 1907)
Bibliografia: in
http://revolutionproletarienne.wordpress.com/monatte/ p.2
Il suo intervento suscitò obiezioni da parte di alcuni
anarchici, tra cui ERRICO MALATESTA che denunziò il tendenziale riformisto
implicito in ogni tipo di azione
sindacale. Nel 1909 Monatte fu il principale
redattore della rivista sindacalista “La voix ouvriére, che ebbe una grandissima influenza, tra l'altro, sui giovani e sulle giovani istitutori e istitutrici sindacalizzati.
Sebbene anti-interventista dovette partecipare, in prima linea alla guerra del
14-18. Ammiratore entusiasta della
rivoluzione russa del 1917 si avvicinò al partito comunista, da cui si distaccò
definitivamente nel 1924. Su posizioni nettamente antistaliniste e
rivoluzionarie fondò nel 1925 la rivista “La revolution prolétarienne” . Intrattenne una fitta corrispondenza , per diversi anni, con MARIE GUILLOT (vedi sotto)
MARIE GUILLOT (1880-1934) Istitutrice libertaria e pioniera del sindacalismo degli insegnanti e fondatrice della commissione femminile della CGT . Fu più volte per le sue posizioni femministe e sindacali ammonita dalle autorità scolastiche. Fu la prima donna sindacalista a trovare spazio per i suoi articoli su " La Vie Ouvrière " fondata e diretta da Pierre Monatte. (cfr. brano)
Brano da commentare: " Mancano le donne alla Vie Ouvrière, lo sapete! Credete dunque di fare la rivoluzione o operare una trasformazione economica senza la partecipazione delle donne? [...] Si tratta di disistima nei nostri confronti ? Sareste molto male ispirati. Il movimento femminista penetra e penetrerà sempre di più tra le masse e bisognerà tenerne conto" ( Marie Guillot, in La vie ouvrière , 1913)
MARIE GUILLOT (1880-1934) Istitutrice libertaria e pioniera del sindacalismo degli insegnanti e fondatrice della commissione femminile della CGT . Fu più volte per le sue posizioni femministe e sindacali ammonita dalle autorità scolastiche. Fu la prima donna sindacalista a trovare spazio per i suoi articoli su " La Vie Ouvrière " fondata e diretta da Pierre Monatte. (cfr. brano)
Brano da commentare: " Mancano le donne alla Vie Ouvrière, lo sapete! Credete dunque di fare la rivoluzione o operare una trasformazione economica senza la partecipazione delle donne? [...] Si tratta di disistima nei nostri confronti ? Sareste molto male ispirati. Il movimento femminista penetra e penetrerà sempre di più tra le masse e bisognerà tenerne conto" ( Marie Guillot, in La vie ouvrière , 1913)
Bibliografia :
in Marie Guillot, Wikipedia (versione francese:
traduzione mia)
Antimilitarista e fedele all’internazionalismo proletario Marie Guillot
si oppose fermamente , nel 1914, all’entrata in guerra della Francia. Il
suo “ Appello alle
istitutrici e istitutori contro la guerra
fu pubblicato sulla rivista pedagogica settimanale, L’ Ecole emancipée .
, in cui, tra l'altro, era stata inserita, dal 1912, su iniziativa proprio della Guillot,
una rubrica chiamata "Tribune féministe." Altre
insegnanti che lottarono, al suo fianco,
contro l’intervento bellico furono
JULIA BERTRAND (vedi sotto), MADELEINE VERNET (cfr. post JEAN GRAVE, SEBASTIEN FAURE....), HELENE BRION ( 1882-1962 ) ,
LUCIE COLLIARD ( 1877-?) e tutte,
oltre alle calunnie diffuse dalla stampa di estrema destra di
essere “agenti del nemico” “corruttrici
dell’infanzia” e “ di rubare
lo stipendio” , subirono anche
pesanti ripercussioni nelle loro carriere
e arresti e condanne per il
reato di propaganda disfattista tramite
volantini e opuscoli (pena
prevista sino a 3 anni di prigione) .
Nel 1919 Marie Guillotl, autorevole
esponente della minoranza rivoluzionaria
del sindacato, fu eletta segretaria generale della Federation Nationale des Syndicats d’Instituteurs (FNSI). Nel 1921 messa sotto giudizio dal Consiglio di disciplina del dipartimento scolastico fu destituita e fu reintegrata all'insegnamento soltanto nel 1924. Il suo impegno sindacale persistette anche, durante il periodo del suo licenziamento e, dal 1922 al 1923, fu membro del
segretariato della “Confederation Générale du Travail Unitaire “( CGT-U ) e si oppose decisamente contro la subordinazione della CGT-U al partito comunista. Sul problema dell'emancipazione femminile Marie Guillot scrisse numerosi articoli e scritti, di cui io , però, sono riuscito a rintracciare su
Internet solo alcuni frammenti.
Frammenti da commentare: “
La donna ignora le condizioni della lotta economica, essa ha vissuto ,
in generale, una vita limitata al focolare.
Scartata con disdegno e persistenza, dall’uomo, dalla vita pubblica, essa
ignora tutto dell’organizzazione politica, sociale ed economica, gli si ripete infatticabilmente, non è affar tuo, è cosa
da uomini! Essa lo crede! ( Marie Guillot, La donna fuori dal focolare, in La vie ouvriére , (1913);
“ La donna si dice è refrattaria al sindacalismo. E’ vero, forse, nelle
condizioni attuali “ ( Marie Guillot, Action syndicale féminine in
La voix du peuple, 1914) ; “ La forza che spinge la donna fuori del
focolare è irresistibile, essa deriva da
una causa economica, nulla potrà contro di essa “ ( Marie Guillot , La donna fuori dal focolare, in La vie ouvriére ,
1913); “ Noi abbiamo, noi donne, una doppia lotta da condurre: lotta comune a
tutti i proletari contro l’asservimento economico, lotta particolare per la conquista dei nostri diritti di esseri
umani Marie Guillot, senza citazione)
Bibliografia
: Purtroppo il link da cui li ho tratti, non lo trovo più. Continuerò a cercare.
Nel 1926
esplose il caso HENRIETTE
ALQUIER (1890-?) , che ebbe una forte
risonanza e contribuì notevolmente
ad attirare l’opinione pubblica sui temi
avanzati dal neo-malthisianesimo. Istitutrice e sindacalista di tendenza comunista aveva pubblicato sul “Bulletin des groupes feministes de l’ enseignement laique “, di cui la Guillot era gerente responsabile , uno studio intitolato
“ La maternità, funzione sociale , dove rivendicava la necessità del controllo delle nascite, in particolare pe r famiglie operaie e il diritto della donna
all’autodeterminazione del proprio corpo e
a una “maternità cosciente” . Sia
l’ Alquier che la Guillot furono processate per infrazione alla legge del 1920 (
cfr. Infra
post : LOUIS LECOIN, MAY PICQUERAY,
EUGENE E JEANNE HUMBERT) e soltanto grazie
a una grande mobilitazione popolare guidata dalla CGT , dalla Lega dei diritti dell’uomo (LIDU) e da gruppi neo-maltusiani con a capo
Eugène e Jeanne Humbert. furono infine assolte.
JULIA BERTRAND ( 1877-1960)
Julia Bertrand , anarchica, sindacalista ,libera
pensatrice, antimilitarista e
pacifista, sindacalista, svolse il ruolo di istitutrice in parecchie scuole
francesi sino a quando nel 1915, mentre insegnava a Charmoix l’ Orgueilleux, fu
arrestata in seguito alla denuncia del
si ndaco per avere fatto propaganda contro la guerra e inviata in un campo di concentramento per sospetti di
cooperare con il nemico. Liberata grazie a una campagna della stampa di sinistra,
insegnò, avendo perso il posto di insegnante delle scuole pubbliche,
alla scuola libertaria “La Ruche” fondata da Sebastien Faure dal
1915 al 1917. Nell’ottobre del 1917 un uomo
le sparò alla testa per rubarle una valigia e lei, come già Louise Michel e Voltairine de Clery, si
rifiutò di denunciarlo. Nel 1919 partecipò alla “ Vita pratica e comunista” crudo-vegetariana di Louis Rimbault. ( cfr. post” LES MILIEUX LIBRES”). Collaborò
a diverse pubblicazioni anarchiche, tra cui Le Libertaire. Sostenne le cause dell’emancipazione femminile, dell’obiezione di coscienza e si impegnò
attivamente contro la vivisezione e il tabagismo. Fece parte della Lega d’azione anticattolica fondata da Lorulot.
Fu reintegrata all'insegnamento soltanto nel 1925. Morì nel 1960.
Brano
da commentare: “ … ses cheveux courts qui tombent naturellement et frolent a’ peine les épaules. (Ils) font un peu scandale, meme pour les émancipés, tant qu’ils contrastent violentement avec les cheveluires opulentes des ses compagnes. On dirait un visage d’un autre tenmps. Passé? Non. A’ venir. La physionomie, trés douce, comme inspirée, est celle d’un apo. C’ en est une. Libertaire, esse s’applique a mettre ses actes en accord absolu avec ses paroles. Elle est secourable a tous, elle se prive du Nécessaire pour soulager les souffrances qu? Elle connait ou devine, sans se domander qui frappe à sa porte
est accompagnée de la vertu…” ( descrizione di Jules Bertrand in occasione di
un congresso sindacale di insegnanti )
Bibliografia: in http:/ militants-anarchistes. Info/spip/.php?article820..
ALBERT THIERRY
(1881-1915). Istitutore e teorico dell’ etica e della pedagogia
sindacale. Insegnò alla scuola primaria
superiore di Melun e alla scuola normale
di Versailles. Nel libro “ L’homme en proie à des enfants " (1909) raccontò le sue
prime esperienze di insegnante, dove scontrandosi con la vivace indisciplina e il dsiinteresse dei suoi alunni per ciò
che e come insegnava. Thierry si rese sempre più
conto , del danno e
dell’inefficacia sulla formazione dei suoi alunni, dei valori e delle nozioni disciplinari e didattiche, apprese durante i suoi
anni di studio e anche dei “saggi” consigli provenienti dalle autorità scolastiche e dalla maggior parte dei suoi
colleghi. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Ciò che io (il direttore dell’istituto) vi
raccomando soprattutto, è la disciplina. Senza disciplina, non vi è insegnamento possibile. Se non vi fosse
in un istituto che la disciplina, quello ci sarebbe sempre. L’insegnamento non viene che dopo. Voi avete
una classe di quaranta monelli (gamins): non bisogna assolutamente perdonarli
nulla. Senza di che, voi sarete
sopraffatto. Avvertite, poi punite ; e
se persiste, mandatemi il delinquente. Gliela farò pagare, io” “ Sì,
signor principale, dissi io” […] Il mio collega, M. Pernand, mi strinse subito la mano massonicamente.
Più esperto di quanto io lo sarò mai, egli mi pilotò con cordialità: “
Voi sapete: vi sono dei marmocchi là dentro
che valgono poco. Se vi infastidiscono , suvvia !
tirate le briglie ( = serrez-leur la vis ) “ “ Sì? Io non ho molte attitudii per il mestiere di caporale”:
Egli sorrise, come per insinuare
che esse mi verranno presto e infallibilmente “ ( Albert Thierry, L’homme en proie des enfants)
Bibliografia : in “ Laurence Biberfeld & Gregory Chambat, Apprendre à désobeir. Petite Histoire de l’ école qui
résiste Libertalia 2013 pp. 39-40
Il progressivo sviluppo, in quegli anni, del sindacalismo rivoluzionario, per merito
di Pelloutier e di Monatte aprì a Thierry nuovi
orizzonti (cfr. brano )
Brano da commentare: “ Io riconosco qui la mia solidità, io saluto
infine in questo sindacalismo, il mio sindacalismo: un’ industria, una morale,
una filiosofia rivoluzionaria […] La società futura si compone di raggruppamenti
autonomi e federati di lavoratori ed è
dal presente che i sindacati operai fondano la società futura. Il
mezzo della rivoluzione è il suo fine: allo stesso modo che il mezzo della
perfezione morale, è la virtù positiva” ( tratto da Albert Thierry, Principe d’une éducation syndacaliste, in La vie Ouvriére n. 63 1912)
Bibliografia : in
Francesco Codello, “ La buona educazione”. Esperienze libertarie e teorie
anarchiche in Europa da Godwin a Neill Franco angeli editore 2005 p. 257
Pur non essendo mai
stato iscritto o aver militato all’interno di un sindacato la sua pedagogia
sindacale , influì notevolmente sui
suoi colleghi sindacalizzati , come per esempio, per citare
solo alcuni nomi: FRANCOIS BERNARD (
(1879-1940) e LOUIS BOUET (1880-1969). Obiettivo principale della pedagogia di Thierry fu, come osserva Francesco Codello, ( op. cit. p.
255 e p. 256 ) il diffondere tra gli adolescenti
un’educazione sessuale “ connotata di
moralità libera che sia coerente con la
vita vera e, soprattutto, che rispetti la libertà e la dignità della donna “ e
un’ educazione professionale , che coniughi scienza e lavoro “ ricomponendo “
nell’uomo la pienezza e la totalità della sua umanità, distrutta dalla
specializzazione e dalla meccanicizzazione”. Nel 1914 , partecipò come volontario alla
prima guerra mondiale , rifiutando il
ruolo di ufficiale in parziale accordo con le sue giovanili tendenze
antimilitariste, che qua e là, da quanto si dice, riappaiono
in un suo Carnet di guerra, , che, alla sua morte,
gli fu trovato addosso . Un importante lascito
al pensiero libertario , è,
infine, il suo concetto etico e pedagogico, noto col nome di “ Il rifiuto di apparire”
. Avendo trovato di questa regola libertaria di condotta solo poche righe
originali di Thierry per meglio spiegare in cosa esso consiste,
ricorro a quanto ne dice Francesco Codello:
Brano da commentare: … “ Ma secondo, Thierry, lo
scopo principale dell’uomo libero nella società attuale è quello di “rifiutare
di apparire”, che non vuole dire rifiuto di agire, né di vivere; è il rifiuto
di vivere e di agire per sé e avere come unico fine se stessi. Significa
rimanere fedeli al
proletariato, stroncare alla fonte un egoismo avido e crudele. In educazione si
intende far leva sull’orgoglio e sull’amor proprio, per contrastare la logica
della competizione e della selezione. Una morale fondata su questo principio fa
di ogni essere umano un individuo felice di gioire, desideroso di aiutare,
preoccupato del proprio lavoro, disinteressato di se stesso, degno
dell’amore. Ognuno attraverso il rifiuto
di riconoscere l’apparenza, il potere e il successo personale, può realizzare
pienamente se stesso e contribuire, con l’esempio, a modificare l’intera
società. …” ( Franco Codello, La buona educazione, op. cit.)
Bibliografia : in
Francesco Codello, “ La buona educazione”. Esperienze libertarie e teorie
anarchiche in Europa da Godwin a Neill Franco angeli editore 2005 p. 257 . Sul “rifiuto di apparire, cfr. anche Marianne Enckell, Le refus de parvenir, Indigène editions, 2014,
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