venerdì 29 aprile 2011

ANARCHICINI: ANARCO SINDACALISMO FRANCESE 2 , PIERRE MONATTE (1881-1960) ; MARIE GUILLOT ( 1880-1934); JULIA BERTRAND ( 1877-1960); ALBERT THIERRY (1915)



                                                                                
PIERRE MONATTE (1881-1960) anarco-sindacalista francese. Nel 1906, quale membro  della  Confederation Generale du Travail , partecipò al Congresso di Amsterdam, dove nella sua relazione, richiamandosi, in parte,  alle deliberazioni del congresso precedente del 1906 ad Amiens , espose quelli che, secondo lui erano i rapporti che dovevano intercorrere tra anarchici e  anarco-sindacalisti  (cfr. brano) .
Brano da commentare: “ .. Uil sindacalismo, come proclamato nel  congresso di Amiéns,  basta a se stesso. Ciò, io lo so, non è stato ben compreso neanche dagli anarchici. Ma cosa significa ciò se non che la classe operaia, diventata adulta,  intenda infine  bastare a se stessa e non poggiarsi più su nessuno nel prendere cura della propria emancipazione? […] Il sindacalismo  il sindacalismo non perde tempo a promettere ai lavoratori il paradiso terrestre. Esso  chiede a loro di conquistarlo., assicurandoli che la loro azione mai resterà del tutto vana. Esso è una scuola di  volontà, di energia, di pensiero fecondo. Esso apre all’anarchismo, per troppo tempo ripiegato su se stesso., prospettive e speranze nuove.” ( Pierre Monatte nel suo intervento nel Congresso di Amsterdam del 1907) 
Bibliografia: in http://revolutionproletarienne.wordpress.com/monatte/ p.2
Il suo intervento suscitò obiezioni da parte di alcuni anarchici, tra cui ERRICO MALATESTA che denunziò  il tendenziale riformisto implicito in  ogni tipo di azione sindacale. Nel 1909 Monatte fu il principale redattore della rivista sindacalista “La voix ouvriére, che ebbe una grandissima influenza, tra l'altro, sui giovani e sulle giovani istitutori e istitutrici sindacalizzati.  Sebbene anti-interventista dovette partecipare, in prima linea alla guerra del 14-18.  Ammiratore entusiasta della rivoluzione russa del 1917 si avvicinò al partito comunista, da cui si distaccò definitivamente nel 1924. Su posizioni nettamente antistaliniste e rivoluzionarie fondò nel 1925 la rivista “La revolution prolétarienne” . Intrattenne  una  fitta corrispondenza , per diversi anni,  con MARIE GUILLOT (vedi sotto)
                                                                          
           


MARIE GUILLOT (1880-1934)  Istitutrice  libertaria e pioniera del sindacalismo  degli insegnanti  e fondatrice della commissione femminile  della CGT . Fu più volte per le sue posizioni femministe e sindacali  ammonita dalle autorità scolastiche. Fu la prima donna sindacalista a trovare spazio per i suoi articoli su " La Vie Ouvrière " fondata e diretta da Pierre Monatte. (cfr. brano)
Brano da commentare: " Mancano le donne alla Vie Ouvrière, lo sapete! Credete dunque di fare la rivoluzione o operare una trasformazione  economica senza la partecipazione delle donne? [...] Si  tratta di disistima nei nostri confronti ? Sareste molto male ispirati.  Il movimento femminista penetra e penetrerà  sempre di più tra le masse e bisognerà tenerne conto" ( Marie Guillot, in  La  vie ouvrière , 1913)
Bibliografia :  in  Marie Guillot, Wikipedia (versione francese: traduzione mia)

Antimilitarista e fedele all’internazionalismo proletario Marie Guillot si oppose fermamente , nel 1914, all’entrata in guerra della Francia.  Il  suo  Appello alle istitutrici e istitutori contro la guerra  fu  pubblicato sulla rivista pedagogica settimanale,  L’ Ecole  emancipée . ,   in cui, tra l'altro,  era stata inserita, dal 1912,  su iniziativa proprio della Guillot, una  rubrica chiamata "Tribune féministe."  Altre  insegnanti che lottarono, al suo fianco,  contro l’intervento bellico furono  JULIA BERTRAND  (vedi sotto), MADELEINE VERNET  (cfr. post JEAN GRAVE, SEBASTIEN FAURE....), HELENE BRION ( 1882-1962 ) , LUCIE COLLIARD ( 1877-?)   e tutte, oltre  alle calunnie  diffuse dalla stampa di estrema destra di essere “agenti del nemico”  “corruttrici dell’infanzia”  e  “ di rubare  lo stipendio”  , subirono anche pesanti ripercussioni nelle loro carriere  e  arresti e condanne  per  il reato di propaganda disfattista tramite  volantini e opuscoli (pena  prevista sino a 3 anni di prigione) .  Nel 1919 Marie Guillotl, autorevole esponente  della minoranza rivoluzionaria del sindacato, fu eletta segretaria generale della Federation  Nationale  des  Syndicats d’Instituteurs (FNSI). Nel 1921 messa sotto giudizio dal  Consiglio di disciplina  del dipartimento scolastico fu destituita e fu reintegrata all'insegnamento soltanto nel 1924.  Il suo impegno sindacale  persistette anche, durante il periodo del suo licenziamento e, dal 1922 al 1923, fu membro  del  segretariato della  Confederation  Générale du Travail Unitaire  “( CGT-U ) e si oppose   decisamente contro la subordinazione   della CGT-U al partito comunista.  Sul problema dell'emancipazione femminile  Marie Guillot scrisse numerosi  articoli  e scritti, di cui  io , però, sono riuscito a rintracciare su Internet solo alcuni frammenti. 
Frammenti da  commentare: “  La donna ignora le condizioni della lotta economica, essa ha vissuto , in generale,  una vita limitata al focolare. Scartata con disdegno e persistenza, dall’uomo, dalla vita pubblica, essa ignora tutto dell’organizzazione politica, sociale ed economica, gli si ripete infatticabilmente, non è affar tuo, è cosa da uomini! Essa lo crede!  ( Marie Guillot, La donna  fuori dal focolare,  in La vie ouvriére , (1913);  “ La donna si dice è refrattaria al sindacalismo. E’ vero, forse, nelle condizioni attuali “ ( Marie Guillot, Action syndicale féminine  in La voix du peuple, 1914) ;  “ La forza che spinge la donna fuori del focolare è irresistibile, essa deriva  da una causa economica, nulla potrà contro di essa “  ( Marie Guillot , La donna  fuori dal focolare,  in La vie ouvriére ,  1913);   “ Noi  abbiamo, noi donne,  una doppia lotta da condurre: lotta comune a tutti i proletari contro l’asservimento economico, lotta particolare  per la conquista dei nostri diritti di esseri umani  Marie Guillot, senza citazione) 
Bibliografia : Purtroppo il link da cui li ho tratti, non lo trovo più. Continuerò a cercare. 
                                                                                
 Nel 1926   esplose il caso  HENRIETTE ALQUIER    (1890-?) , che ebbe una forte risonanza e contribuì notevolmente ad attirare l’opinione pubblica sui temi  avanzati dal neo-malthisianesimo. Istitutrice e sindacalista  di tendenza comunista  aveva pubblicato sul  Bulletin des groupes feministes de l’ enseignement laique “, di cui la Guillot era  gerente responsabile , uno studio intitolato “ La maternità, funzione sociale , dove  rivendicava la necessità  del controllo delle nascite, in particolare pe r famiglie operaie  e il diritto della donna all’autodeterminazione del proprio corpo e  a una “maternità cosciente” .  Sia l’ Alquier che la Guillot   furono processate  per infrazione alla legge del 1920 ( cfr.  Infra post  : LOUIS LECOIN, MAY PICQUERAY, EUGENE E JEANNE HUMBERT) e soltanto grazie  a una grande mobilitazione popolare guidata dalla CGT ,  dalla Lega dei  diritti dell’uomo (LIDU)  e da gruppi neo-maltusiani  con a capo   Eugène  e Jeanne Humbert. furono  infine assolte.   
                                                                        

JULIA BERTRAND ( 1877-1960)  Julia Bertrand  ,  anarchica, sindacalista ,libera pensatrice,   antimilitarista e pacifista, sindacalista, svolse il ruolo di istitutrice in parecchie scuole francesi sino a quando nel 1915, mentre insegnava  a Charmoix l’ Orgueilleux, fu arrestata in seguito alla   denuncia del si ndaco per avere fatto propaganda contro  la guerra e inviata  in un campo di concentramento per sospetti di cooperare con il nemico. Liberata grazie a una campagna della stampa di sinistra, insegnò, avendo perso il posto di insegnante delle scuole pubbliche,  alla scuola libertaria “La Ruche” fondata da  Sebastien Faure dal 1915 al 1917.  Nell’ottobre del 1917  un uomo  le  sparò alla testa per rubarle  una valigia e lei, come già Louise Michel e Voltairine de Clery, si rifiutò di denunciarlo. Nel 1919 partecipò alla “ Vita pratica e comunista” crudo-vegetariana  di Louis Rimbault.  ( cfr. post” LES MILIEUX LIBRES”). Collaborò a diverse pubblicazioni anarchiche, tra cui Le Libertaire. Sostenne  le cause dell’emancipazione femminile,  dell’obiezione di coscienza e si impegnò attivamente contro la vivisezione e il tabagismo.  Fece parte della Lega  d’azione anticattolica fondata da Lorulot.  Fu reintegrata all'insegnamento soltanto nel 1925. Morì nel 1960.
Brano da commentare: “ …  ses cheveux courts qui tombent naturellement et frolent a’ peine les épaules. (Ils) font un peu scandale, meme pour les émancipés, tant quils contrastent violentement avec les cheveluires opulentes des ses compagnes. On dirait un visage d’un autre tenmps. Passé? Non. A’ venir. La physionomie, trés douce, comme inspirée, est celle d’un apo. C’ en est une. Libertaire, esse s’applique a mettre ses actes en accord absolu avec ses paroles. Elle est secourable a tous, elle se prive du Nécessaire pour soulager les souffrances qu? Elle connait ou devine, sans se domander qui frappe à sa porte est accompagnée de la vertu…” (  descrizione di Jules Bertrand in occasione di un congresso sindacale  di insegnanti )
Bibliografia: in http:/ militants-anarchistes. Info/spip/.php?article820..
    
                                                                         


ALBERT THIERRY (1881-1915).  Istitutore e  teorico dell’ etica e della pedagogia sindacale.  Insegnò alla scuola primaria superiore di Melun e alla scuola normale di Versailles.  Nel libro  L’homme en proie à des enfants  " (1909) raccontò le sue prime esperienze di insegnante, dove scontrandosi con la  vivace indisciplina e il dsiinteresse dei suoi alunni per ciò che e come insegnava. Thierry  si rese sempre  più  conto ,  del danno e dell’inefficacia sulla formazione dei suoi alunni, dei valori e delle nozioni  disciplinari  e didattiche, apprese durante i suoi   anni di studio  e anche dei  “saggi” consigli provenienti dalle autorità scolastiche e dalla maggior parte dei suoi colleghi.  (cfr. brano)   
Brano da commentare: “  Ciò che io (il direttore dell’istituto) vi raccomando soprattutto, è la disciplina. Senza disciplina, non  vi è insegnamento possibile. Se non vi  fosse   in un istituto che la disciplina, quello ci sarebbe sempre.  L’insegnamento non viene che dopo. Voi avete una classe di quaranta monelli (gamins): non bisogna assolutamente perdonarli nulla.  Senza di che, voi sarete sopraffatto.  Avvertite, poi punite ; e se persiste,  mandatemi il delinquente.  Gliela farò pagare, io”  “ Sì, signor  principale, dissi io” […]  Il mio collega, M.  Pernand, mi strinse  subito la mano massonicamente. Più esperto di quanto io lo sarò mai, egli mi pilotò  con cordialità: “ Voi sapete: vi sono dei marmocchi là dentro  che valgono poco. Se vi infastidiscono , suvvia !  tirate le briglie ( = serrez-leur la vis ) “  “ Sì? Io non ho molte attitudii per il mestiere di caporale”:  Egli sorrise, come per insinuare  che esse mi verranno presto e infallibilmente “  ( Albert Thierry, L’homme en proie des enfants)
Bibliografia : in “ Laurence  Biberfeld &  Gregory Chambat,  Apprendre  à  désobeir. Petite Histoire de l’ école qui résiste   Libertalia 2013 pp. 39-40

Il progressivo sviluppo, in quegli anni, del  sindacalismo rivoluzionario, per merito di  Pelloutier e di Monatte  aprì  a Thierry nuovi orizzonti (cfr. brano )
Brano da commentare: “  Io riconosco qui la mia solidità, io saluto infine in questo sindacalismo, il mio sindacalismo: un’ industria, una morale, una filiosofia rivoluzionaria […] La società futura si compone di raggruppamenti autonomi e  federati di lavoratori ed è dal presente che i sindacati operai fondano la società futura. Il mezzo della rivoluzione è il suo fine: allo stesso modo che il mezzo della perfezione morale, è la virtù positiva” ( tratto da Albert Thierry, Principe d’une éducation syndacaliste, in La vie Ouvriére n. 63 1912)
Bibliografia : in  Francesco Codello, La buona educazione”. Esperienze libertarie e teorie anarchiche in Europa da  Godwin a Neill   Franco angeli editore 2005 p. 257   

Pur non essendo mai stato iscritto o aver militato all’interno di un sindacato la sua pedagogia sindacale , influì notevolmente  sui suoi  colleghi  sindacalizzati , come per esempio, per citare solo alcuni nomi:  FRANCOIS BERNARD ( (1879-1940) e  LOUIS BOUET (1880-1969).  Obiettivo principale   della pedagogia di Thierry fu, come osserva  Francesco Codello,  ( op.  cit.   p.  255 e  p.  256 ) il diffondere tra gli adolescenti un’educazione sessuale “ connotata  di moralità libera che sia coerente con la vita vera e, soprattutto, che rispetti la libertà e la dignità della donna “ e un’ educazione professionale , che coniughi scienza e lavoro “ ricomponendo “ nell’uomo la pienezza e la totalità della sua umanità, distrutta dalla specializzazione e dalla meccanicizzazione”.  Nel 1914 , partecipò come volontario alla prima guerra mondiale , rifiutando  il ruolo di ufficiale in parziale accordo con le sue giovanili tendenze antimilitariste, che qua e là, da quanto si dice,  riappaiono in un suo   Carnet di guerra, , che, alla sua morte, gli fu trovato addosso . Un importante lascito  al pensiero libertario  , è, infine, il suo concetto etico e pedagogico, noto col nome  di “ Il rifiuto di apparire” . Avendo trovato di questa regola libertaria di condotta solo  poche righe originali di Thierry  per meglio spiegare in cosa esso consiste, ricorro  a quanto ne dice  Francesco Codello
Brano da commentare: … “ Ma secondo, Thierry, lo scopo principale dell’uomo libero nella società attuale è quello di “rifiutare di apparire”, che non vuole dire rifiuto di agire, né di vivere; è il rifiuto di vivere e di agire per sé e avere come unico fine se stessi. Significa rimanere fedeli al proletariato, stroncare alla fonte un egoismo avido e crudele. In educazione si intende far leva sull’orgoglio e sull’amor proprio, per contrastare la logica della competizione e della selezione. Una morale fondata su questo principio fa di ogni essere umano un individuo felice di gioire, desideroso di aiutare, preoccupato del proprio lavoro, disinteressato di se stesso, degno dell’amore.  Ognuno attraverso il rifiuto di riconoscere l’apparenza, il potere e il successo personale, può realizzare pienamente se stesso e contribuire, con l’esempio, a modificare l’intera società. …” ( Franco Codello, La buona educazione, op. cit.)
 Bibliografia : in  Francesco Codello, La buona educazione”. Esperienze libertarie e teorie anarchiche in Europa da  Godwin a Neill   Franco angeli editore 2005 p. 257  . Sul  “rifiuto di apparire, cfr. anche  Marianne Enckell, Le refus de parvenir,  Indigène editions,  2014,  
 

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 

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