sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: LIBERTARI CONTRO FRANCO 2: JOSE FACERIAS (1920-1957), FRANCISCO SABATE ( 1914-1960) E I SUOI FRATELLI, RAMON VILA CARACREMADA (1908- 1963), FRANCISCO GRANADO ( 1935- 1963)e JOAQUIN DELGADO (1934-1963), SALVADOR PUIG ANTICH (1948- 1974)


( SEQUEL DI  LIBERTARI CONTRO FRANCO 1)
                                                                
Le azioni di guerriglia, dopo il 1951, si fecero sempre più rischiose  e tra gli ultimi guerriglieri più noti sono da ricordare Josè Facerìas, i  fratelli Sabaté ( o anche Sabater),  e Ramon Vila "Caracremada".                                                                

                                                
JOSE FACERIAS (1920-1957), detto anche Face  o Petronio, aveva combattuto durante la guerra civile nella  Colonna Ascaso. Dopo  la guerra compì numerose azioni armate in Spagna contro il regime franchista. Fu ucciso, nel 1957 , durante un'azione, in cui aveva al suo fianco l'anarchico carrarino GOLIARDO FIASCHI (cfr. post  "Partigiani anarchici carraresi"), che si proponeva  vari obiettivi che  suscitassero l’attenzione  dell’ opinione pubblica mondiale sulla  oppressione del popolo spagnolo    sotto il regime dittatoriale di Franco. 
Brano da commentare:  " Riparlammo anche di un attentato che avevamo progettato in Francia, ma che  non fummo in grado di mettere in opera. In quel periodo si stava svolgendo il Tour de France, una tappa del quale sarebbe entrata in Spagna da Figueras, uscendone poi da Irun. L’idea era quella di far saltare il ponte di Irun, poco prima dell’arrivo della carovana del Tour in detta città. Sarebbe stato un capolavoro, con tutta la carovana bloccata nei pressi della frontiera. Creando un casino senza precedenti, l’attentato avrebbe sicuramente attirato l’attenzione sulla questione spagnola, il che era proprio l’obiettivo che ci eravamo prefissato” ( Goliardo Fiaschi, autobiografia)
Bibliografia:  Gino Vatteroni, Foc al foc. Goliardo Fiaschi : una vita per l’anarchia, Circolo culturale anarchico “Goliardo Fiaschi,  2012 p. 163    
                                                                        
                               
FRANCISCO  SABATE  (1914-1960) E I SUOI FRATELLI, JOSE’ E MANUEL. Francisco Sabate detto Quico aveva partecipato, da giovane, tra le file della CNT, alla guerra civile spagnola e dopo l’affermazione del franchismo continuò la lotta  contro la dittatura sino alla sua morte avvenuta durante una sua ennesima spedizione clandestina nella Spagna franchista.  Josè morì , in Spagna, dopo un conflitto a fuoco con la polizia nel 1949 e  alcuni giorni dopo, Manuel, il più giovane fu catturato dai franchisti poco dopo avere passato, illegalmente,  i Pirenei e, dopo un giudizio quanto mai sbrigativo, fu fucilato a Barcellona nel 1950.  
 Brano da commentare:Testo di due manifestini  lanciati  da Francisco Sabate’ con un” mortaio”  a Barcellona nel settembre 1955: : 1) “Popolo catalano: Mai come ora i tuoi diritti furono più calpestato, le tue libertà più vilipese. Basta con la schiavitù! Alziamo la testa, Catalani. Uniti con i figli delle altre regioni spagnole, propaghiamo la rivolta contro Franco! Passate all’azione, Catalani! “2) “Popolo antifranchista: Sono già troppi gli anni che sopportiamo Franco e i suoi sicari. Non basta fare la critica di questo corrotto regime di miseria e di terrore. Le parole sono parole. L’azione è necessaria. Abbasso la tirannia! Viva l’unità del popolo spagnolo!"
Bibliografia:   primo e secondo brano in Antonio Téllez , La guerriglia urbana in Spagna Sabate, La Fiaccola 1972, pp. 98-99 
                                                           
RAMON VILA  “CARACREMADA” (1908- 1963) Ramon Vila  era chiamato “Caracremada (volto bruciato) perché da bambino fu colpito assieme alla madre da un fulmine. La madre morì e lui rimase  con la faccia sfregiata. Ebbe poi anche altri sopranomi “ El Maroto” e “Pasos Largos”, “ Jabalì”. Dopo una intensa attività anarchica, allo scoppio della guerra civile spagnola combatté  prima nella “Colonna di ferro” e poi nell’ex colonna “Tierra y Libertad”. Nel 1939 andò in Francia dove, durante la guerra, col nome di “Capitan  Raymond“partecipò alla resistenza francese nel famoso raggruppamento di Rochechouart nell’ Haute Vienne. Per le sue eroiche imprese alla fine della guerra gli fu assegnata la legione d’onore, massima onorificenza francese, che egli rifiutò.  Sfruttando le sue abilità di dinamitardo compì, a partire dal 1946,  numerose imprese  contro la Spagna franchista sino al 1963, quando morì in uno scontro con la guardia civil .
Brani da commentare: 1)    Né durante la rivoluzione in Catalogna, né durante la resistenza in Francia ho mai chiesto di partecipare a esecuzioni e cose simili. Un  nemico vinto non è un nemico e uccidere un uomo indifeso non è da uomini “ ( parole di Ramon  Villa citate in  Il Maquis in Catalogna ) ;  2) “ Je veux ma tombe/ loin des cimetières/sans blouses blanches/ ni caveaux dorés / Je veux que l’on m’enterre/loin de ces fausses demeures/ les gens chaque année /viennent déposer leurs pleures / Je veux que l’on m’enterre /au sommet d’une colline /près de ce pin blanc /tout seul dans le ravin / Je veux que ma tombe soit /entre deux rochers / et mes compagnons / des couleuvres colorées des lézards verts /  Je veux que ne viennent à mon enterrement / ni curés laics ni romains / et le fleurs seront / une gerbe de chardons piquants / Je ne veux pas non plus que l’on vienne / dire des discours et des psaumes / avec drapeaux et oripeaux / tares du monde civilisés / Comme oraison, les croassements / des courbeaux et de corneilles / les hurlements du vieux renard / quand aveugle il est abbandonné /  Pas de lumière des cierges /  qui donnent des luers d’épouvante / m’ éclaireront / éclairs et rayons /  Je veux que ma tombe soit / couverte de hautes aubépines / des grandes et épaisses ronces / / de chardons sauvages /  Que pousse tout autour / l’herbe por les troupeaux / et  qu’ à mon ombre s’allonge /le chien noir fatigué /  je veux que mon corps repose / loin du vacarme humain / prés du gran pin / dans le ravin solitaire .”  (poema attribuito a Ramon Vila Capdevila detto Caracremada )
Bibliografia: Primo brano in  Massimiliano Ilari, La giustizia di Franco. La repressione franchista ed il movimento libertario spagnolo (1939-1951),  ed. Camillo Di Sciullo, 2005 pp.  174-175 ; Secondo brano in Thierry Guilabert, Caracremada. Vie et légendes du dernier guerillero catalan , Les editions libertaires, 2013 p. 6

FRANCISCO GRANDO e JUAN DELGADO
                                                                      
Nel 1963  la  dittatura di Franco godeva ormai completamente dell’ approvazione dei  grandi stati democratici occidentali, oltre  che di quella della Chiesa Cattolica, che non le era mai mancato.  Il  Movimento Libertario Spagnolo ( MLE)  ( composto dalla CNT, da poco riunificata dopo una lunga scissione, e dalla  FAI e e dalla  FIJL )  ritenne  opportuno  di creare la sezione  detta Defensa Interior ( DI) in cui un ruolo importante svolsero  autorevoli  rappresentanti della CNT e della FAI, CIPRIANO MERA, JUAN GARCIA OLIVIER,  e  come rappresentante delle  Juventudas Libertarias , OCTAVIO ALBEROLA al fine di  destabilizzare il regime  franchista e di sensibilizzare con varie  azioni dirette l’opinione pubblica internazionale. Entro questo contesto fu deciso di inviare in Spagna col fine di preparare un attentato contro Franco  il recente militante  FRANCISCO GRANADO GATA (1935-1963) che, avendo ,nel 1960,  lasciato la Spagna, non per motivi politici, ma  per trovare, come tanti suoi connazionali, lavoro in Francia   non risultava, nelle liste  franchiste dei  pregiudicati politici.  Sorsero però alcuni contrattempi, per cui l’organizzazione decise  di sospendere l’operazione  e di farlo tornare in Francia.   A tale fine fu inviato  il  giovane anarchico,  JUAN DELGADO  (1934 – 1963) per avvertirlo di questo nuovo piano. Juan Delgado era il  figlio di   un militante  cenetista che aveva combattuto durante la guerra civile ed era fuggito i poi con la famiglia  in Francia , dopo la vittoria franchista. Sin da giovanissimo, Juan aveva militato nelle  Juventudes Libertaria svolgendo anche l’incarico di segretario e fu tra i primi ad aderire ai progetti rivoluzionari della Defense Interieur.  Stavano aspettando insieme il momento migliore  per lasciare la Spagna quando avvenne  un duplice attentato contro  la sede della  Direccin Genderal de Seguridad e alla sede del Sindacato verticale franchista)  ad opera di  di due rivoluzionari, SERGIO  HERNANDEZ E ANTONIO MARTIN . Nella caccia all’uomo che seguì a questi due attentati   Francisco Granado e Juan Delgado furono arrestati, forse a causa di  una delazione .   (cfr. brano) 
Brano da commentare:  …” Se  ancora non si sa come la polizia fu condotta così presto sulla pista dei due uomini [ ( Francisco e Joaquin ] si  sa in compenso perché essi furono giustiziati. Che la polizia abbia creduto o che essa abbia finto di credere che essa deteneva i responsabili dei due attentati, ciò non ha, a conti fatti, quasi importanza. L’essenziale per il regime era che si poté esibire, il più presto possibile, dei plausibili colpevoli: Delgado e Granado rispondevano,  al meglio a questa esigenza, tanto più che il secondo non cercò di nascondere lo scopo della sua presenza in Spagna  […] Non è escluso infine che un tradimento sia stato la causa, almeno in parte, di questo epilogo. L’autore esamina seriamente questa ipotesi , ma ha l’onestà di riconoscere che nulla  viene a confermarla  con assoluta sicurezza  (coup  sûr )   ( Miguel Chueca  nella sua recensione al libro  di Carlos  Fonseca,  Le Garrot pour deux innocents. L’affaire Granado-Delgado ,  (tradution de l’espagnol par Alain Pecunia, Editions   CNT-RP 2003 )
Bibliografia: in  Les Giménologues,  A Zaragoza o al Charco !. Aragon 1936-1938. Récits de protagonistes libertaires, Les Giménologues/L’ Insommniaque ,  2016, p.239                                               
                                                       

 Sebbene non fossero  personalmente responsabili di quei due attentati Francisco Granado e Joacquin Delgado furono comunque  condannati a morte e uccisi con la garrotte (cerchio di  ferro fissato ad un palo, che viene stretto mediante una vite attorno al collo del condannato, fino a provocarne la morte per strangolamento ), .     Secondo Miguel Chueca è a causa di ciò che Carlos  Fonseca nel suo libro (che io purtroppo non ho letto ) istituisce un parallelo tra la sorte  dei due spagnoli e la condanna inflitta ai due anarchici italiani, Sacco e Vanzetti.  Secondo alcuni anarchici  non si rende tuttavia  giustizia a  Granado e a Delgado ritenendoli unicamente  delle  vittime innocenti ,  in quanto essi ,  andando nella Spagna  franchista  , con lo  scopo di  contribuire attivamente alla fine della dittatura di Franco erano pienamente consapevoli di rischiare  la propria vita. (cfr. brano)
Brano da commentare:  “ Da questo punto di vista, il paragone  che istituisce il  Garrot pour deux innocents  tra l’affare Sacco-Vanzetti e l’ affare Granado-Delgado non ha  che un valore emotivo (emotionnelle) , perché esso risulta storicamente falso. Il primo dipende da uno Stato di diritto che si  è fissato nella mente  ( s’est mis en tetê ) di criminalizzare gli anarchici e sceglie due vittime sacrificali, che non sono, per quanto se ne sa, in situazione di guerra ,  altro che  sociale, contro il governo degli Stati Uniti . Il secondo è  l’effetto di uno  Stato di eccezione permanente, in guerra aperta contro quelli che lo combattono – in guerra – ben  insistiamo, come lo erano, da parte loro e va a loro onore ,  Granado e Delgado. L’un , l’altro, i due insieme avrebbero potuto essere liquidati  nella radura di un bosco  ( coin de bois),  senza processo, come tanti altri che erano effettivamente colpevoli di avere accettato il combattimento frontale con quel regime abominevole. Sacco e Vanzetti, loro, non avevano  affatto  scelto , salvo che credere  all’ideale ( rêve)  dell’ anarchia e un po’ all’ America. La differenza dipende dalle circostanze ed esse non saprebbero essere  confuse ( brouillées ) neanche per una buona causa “… ( José Fergo, De l’innocentisme et  de ses limites, in A contretemps n. 16  avril 2004)
Bibliografia:  José Fergo, De l’innocentisme et de ses limites, in A contretemps n. 16  avril 2004 in acontretemps.org/IMG/pdf/AC16InnocenceFergo.pdf
                                                                      
SALVAFOR PUIGH ANTICH

SALVADOR PUIG ANTICH ( 1948-1974)  :  nato a Barcellona in una famiglia operaia.   Studiò nell’ istituto cattolico di La Salle Bonanova, da cui fu espulso per indisciplina.   A 21 anni entrò in contatto  con i compagni militanti del MIL ( Movimento Iberico di Liberazione) e partecipò a  numerose azioni dirette , tra cui l’esproprio da una tipografia di attrezzature e macchinari   al fine di  poter fondare una rivista clandestina CIA (Cospirazione  Internazionale Anarchica) , di cui uscirono due numeri, e le Ediciones  Mayo ‘37. Coinvolto  in uno  scontro a fuoco, con la polizia, durante il quale fu ucciso l’ ispettore Francisco Anguas Barragàn .  Salvador Puich  Antich fu arrestato e condannato a morte , dopo un processo, il cui svolgimento lasciò  non pochi dubbi sulla sua effettiva colpevolezza e sulla regolarità dell’ iter  processuale.  Nel 2006 uscì  il film “ Salvador – 26 anni contro    di Manuel Huerga, tratto  dal libro Compte enrere. La historia de  Salvador Puig Antich di Francesc  Escribano. Esso ottenne il premio Goya per la sceneggiatura non originale e fu proiettato in una dozzina di festival europei.  In occasione dell'uscita a Palermo del film la Federazione dei Comunisti anarchici- Sezione di palermo diffondeva un  volantino in cui, contrapponendosi al film, si rievocava , in sintesi ed entro una prospettiva più aderente alla realtà,  la vita e la morte di Salvador Puigh Antich (cfr. primo brano) e , inoltre,  lo si accompagnava con un testo diffuso dal dal MIL – Movimento Iberico di Liberazione .  (cfr.  secondo brano)
Brano da commentare: 1) “ La dittatura franchista non fu soltanto una gestione poliziesca e brutale del potere che per  oltre quarant'anni macchiò la terra iberica del sangue di migliaia di oppositori, ma costituì la premessa politico-militare per il tentativo di Hitler e Mussolini di nazifascistizzare l'intera Europa. Oggi sappiamo come tragicamente sia andata l'intera vicenda e ci è quindi possibile inquadrare la vicenda di Salvador Puig Antich e del MIL nel suo giusto contesto.   Puig Antich, a soli 21 anni, decise di imboccare la via pericolosa e irreversibile della clandestinità attiva, finalizzata al sostegno delle lotte operaie e soprattutto , alla stampa o ristampa di testi rivoluzionari da distribuire alla popolazione che, specialmente in alcune regioni, la Catalogna in prima fila, era già permeata da istanze autonomistiche e libertarie particolarmente pericolose per il sistema rigidamente statalista e oppressivo di Francisco franco. Come si accennava, l’attività di Puig Antich si svolse nell’ambito del MIL (Movimento Iberico di Liberazione) , un movimento clandestino che intendeva operare senza vocazioni avanguardistiche, nell’ambito dello scontro di classe e per il sostegno di tutte le lotte di liberazione dalla dittatura franchista. La sua peculiarità consisteva soprattutto nel rifiuto della logica del “ partito armato” che implicava una struttura militare gerarchizzata lontana dalla logica libertaria dell’autonoma organizzazione dei gruppi operativi e dell’autogestione delle lotte. In pochi mesi , tra il 1972 ed il ‘73 (grazie ai proventi di espropri ai danni soprattutto di banche importanti) il MIL  riuscì a pubblicare tutta una serie di testi che rievocavano le vicende della  Guerra Civile Spagnola (1936-1939) , tra i quali spiccavano gli scritti di Camillo Berneri, nell’ambito di un’ambiziosa iniziativa editoriale ( le Ediciones Mayo ‘37) che comprende anche Guerra di classe 1937- Guerra di  classe 1973 nelle cui pagine si porranno a confronto , sottolineandone le analogie, le posizioni del MIL, con le esperienze dei movimenti anarchici e anarcosindacalisti. Questi temi saranno ripresi nelle pagine della rivista CIA (Conspiracin Internacinal Anarquistas) che vedrà solo due numeri:il primo uscirà nell’aprile del 1973 e il secondo nell’agosto successivo. Nelle pagine di quest’ultimo numero, si sintetizzano le lotte del movimento operaio dal 1848 agli anni settanta del secolo successivo, ma poi si prende coscienza del progressivo distacco tra le azioni clandestine del MIL e la visione salarial-riformista (pur sempre antifranchista) della base operaia, di fatto incompatibile con il movimento clandestino in armi. In una riunione tenutasi in Francia nell’agosto del 1973, i militanti del MIL prendono coscienza lucidamente della nuova situazione e decidono la “autodisolucin de la organizacin politico-militar dicha MIL” con un documento che verrà integralmente riportato nella rivista. Il 25 settembre dello stesso anno Salvador Puig Antich viene intercettato dallo speciale reparto antiterrorismo della polizia e nello scontro che ne segue un poliziotto muore e Antich è gravemente ferito alla mandibola e alla spalla. Viene trasferito al Modelo, vecchio carcere, riservato agli oppositori del regime. Inizia da quelle tristi mura un’odissea che si concluderà il 2 marzo 1974, quando il boia stringerà l’anello del garota attorno al collo del rivoluzionario catalano. A nulla valsero le numerose manifestazioni che si tennero in tutta Europa , oltre che in Spagna, dopo l’uccisione da parte dell’ ETA del primo ministro Carrero Blanco fu  del tutto evidente che il destino di Antich era segnato “ ( Federazione Anarchica Italiana –Palermo, Salvador Puig Antich (2006) ;   2) Noi, testimoni diretti dell’epoca raccontata dal film “Salvador” , ex membri del MIL, OLLA e GARI, di fronte all’insulto che rappresenta per tutte e tutti noi la diffusione del suddetto film dichiariamo: 1) Che questa non è la storia politica di Salvador Puig Antich né quella dei suoi compagni di lotta, perché nasconde deliberatamente la storia di sovversione rivoluzionaria contro il capitalismo senza la quale la vita e la morte di Salvador non ha alcun significato  . […] Denunciamo questo film come prodotto della finzione consumista nella quale la tragica morte di Salvador Puig Antich viene usata per creare uno spettacolo morboso, estremamente drammatico, al fine di ottenere ingenti introiti economici […] Insistiamo nella denuncia dell’occultamento dei fatti storico-sociali e del movimento operaio da cui nasce e si sviluppa il MIR, così come dei suoi contributi rivoluzionari che spianarono la strada , tra le altre cose, all’autogestione, all’assemblearismo, all’autorganizzazione, all’antiautoritarismo e all’antimilitarismo […]  Denunciamo il chiaro messaggio reazionario relativo alla morale e ai valori dominanti della borghesia che si respira nel film, del tutto in contraddizione con le idee e lo stile di vita di Salvador. .   ( Testo del comunicato diffuso e pubblicamente letto in conferenza stampa da ex membri del MIL all’indomani dell’uscita in Spagna del film “Salvador. 26 anni contro )

Bibliografia:  Primo e secondo brano in  in fdca.it/repressione/pa-puigantich.htm . Non sono riuscito a consultare il libro di Antonio Tellez Sola, El MIL y Puig Antich , Ed. Virus 1994 , di cui spero che esca presto una versione italiana..
     
Nota: Il merito di avere sollevato, per primo dal silenzio, le eroiche gesta di tanti oppositori del regime franchista va ad  Antonio Tellez Sola ( 1921- 2005) , ormai noto come "El Herodoto de los maquis antifranquista ". ( cfr . infra post  STORICI ANARCHICI ) 

 
 
  

 

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