VOLTAIRINE DE CLEYRE (1866-1912) .
Anarchica americana, figlia di un’emigrante francese e di una puritana
americana . Nonostante il nome datole dal padre, in omaggio a Voltaire, fu educata in un convento cattolico, ma
divenne presto libera pensatrice e poi anarchica. (cfr. brano)
Brano
da commentare: “… Se si giudicasse dalle
mie prime influenze e dalla mia educazione , io sarei dovuta essere una
religiosa, glorificante l’autorità nella sua forma più estrema, come lo fanno
in questo momento alcune delle mie antiche compagne di classe nell’ istituto dell’Ordine dei Santi
Nomi di Gesù e Maria. Ma lo spirito ancestrale della ribellione si è affermato
in me quando non avevo che quattordici anni ed ero una scolara del convento di Notre-Dame-du-Lac-Huron, a Sarnia, nell’Ontario. Quale
commozione mi ispira ancora oggi questo ricordo; povera piccola anima che
combatteva da sola l’oscurità della superstizione religiosa, incapace di
credere, ma temendo tuttavia in ogni ora la dannazione infernale, selvaggia, ed eterna […] Ne uscii infine e divenni una
libera-pensatrice quando lasciai l’istituzione tre anni più tardi, non avendo
tuttavia mai letto un libro o sentito una parola che mi aiutasse nella mia
solitudine. Fu come la traversata della Valle della morte e delle cicatrici
bianche marchiano ancora la mia anima, là dove l’ignoranza e la superstizione
mi bruciarono del loro fuoco in quei giorni soffocanti. Sono io una
blasfema? E’ una loro espressione ,
non la mia. Dopo questa battaglia dei miei verdi anni , tutte le altre
furono facili, perché poco importa ciò che capitava all’esterno, la mia volontà regnava
all’interno… “ Voltairine de Cleyre, La
nascita di una anarchica 1903)
Bibliografia: in Femmes et anarchistes. Voltairine de Cleyre /
Emma Goldman. Recueil de textes, Black Jack editions , 2014 pp. 72-73 (traduzione italiana mia). Cfr. anche la recente traduzione italiana in Voltairine de Cleyre, Un'anarchica americana, a cura di Lorenzo Molfese. Introduzione di Normand Baillargen e Chantal Santerre, Elèuthera, 2017, pp. 41-42 e il Dossier su Voltairine de Cleyre in A rivista anarchica n. 417, giugno 2017 pp. 94-102
Nel 1892 fondò , assieme a Margaret
Perle McLeod, la " Ladies’ Liberal League", un’associazione in cui si
discuteva animatamente, di socialismo, anarchismo, sessualità, del controllo
delle nascite e della discriminazione della donna da parte
della società. (cfr. brani)
Brani da commentare: 1) “ … Le
donne sono, come lo sappiamo, creature del proprio ambiente proprio come gli
uomini: reagiscono all’ambiente in misura delle loro capacità. Sappiamo anche
che le donne non sono e non sono mai state, con poche eccezioni tribali,
fisicamente forti quanto gli uomini. Ma perché mai il dolore debba essere la loro sorte, mentre i mariti regnano su di
loro, e perché debbano accettarlo senza lamentarsi, è per me uno dei più
incomprensibili fenomeni della storia umana. Gli uomini, se fatti schiavi,
hanno reagito con forza, tirando, per così dire, pugni e calci anche quando la
loro protesta li avrebbe condannati a catene più pesanti; ma noi non abbiamo
mai avuto, se non di recente, una rivolta delle donne. Si sono sempre
inchinate, inginocchiate, e hanno sempre baciato la mano che le picchiava.
Perché? Malgrado pretenda di venerare e glorificare le donne, l’ortodossia
prevalente non ha mai offerto alle donne altro se non la più vile schiavitù, e
mai offrirà loro qualcosa di diverso. E
se questa schiavitù è quella sordida, oscura, gravosa della quotidianità
domestica, o quella dorata dei negozi più eleganti, o quella del duro lavoro di
fabbrica, o ancora quella dei graziosi canarini dell’alta società esentati da
qualunque lavoro estenuante, le sfumature e le implicazioni sono le stesse “
Sii sottomessa, giacché è questo il volere del Signore”. Per conservare questa
ideale relazione tra uomo e donna plasmata sul rapporto tra padrone e schiavo,
sono stati concepiti per le donne un metodo educativo, un codice morale e una
sfera d’azione diversi rispetto agli uomini, tutti basati sul loro genere e
senza alcun riguardo per le capacità individuali. Se un cavallo è destinato a trainare
i carri proprio perché è un cavallo, le donne sono destinate a specifici
compiti, per lo più domestici, proprio perché sono donne. La maggior parte
degli uomini abbraccia questa analogia senza neppure pensare che questo possa
renderli tirannici o invadenti; al contrario, si ritengono giustificati a
mettere in riga il cavallo se questo prova a uscire dal percorso tracciato per
lui. … ( Voltairine de Cleyre, Il
caso della donna contro l’ortodossia.
Conferenza tenuta nel 1896 ); 2)“ Una parte degli
anarchici nega che ci sia una “questione femminile”, ma questa affermazione è
principalmente fatta da uomini e, si sa, gli uomini non sono certo le persone
più adatte a comprendere la schiavitù della donna. Gli scienziati sostengono
che le funzioni essenziali della società siano meglio espletate dagli uomini,
mentre le funzioni riproduttive spettano alla donna, che deve anche procurarsi
il cibo all’esterno della casa; se perciò la donna dovesse entrare nella
cosiddetta arena industriale, perderebbe necessariamente i suoi tratti più
distintivi. Eppure all’interno della classe operaia non è così: non solo le
donne lavorano duramente per svolgere i lavori domestici, ma molto spesso
prendono lavori di cucito da fare in casa oppure vanno fuori per fare il bucato
di altre persone. Il lavoro domestico che la donna svolge è infatti il lavoro
peggio retribuito al mondo. Il matrimonio non è certo fatto nell’interesse
della donna. […] Gli uomini potrebbero non avere affatto intenzione di diventare
dei tiranni una volta sposati, ma molto spesso lo diventano, e non basta certo
sbarazzarsi del prete o del funzionario
statale di turno per far sì che ciò non avvenga. E’ lo spirito stesso del
matrimonio che conduce la donna alla schiavitù. Ma ora le donne entrano sempre
di più nel mondo industriale e questo significa che nuove porte si stanno
aprendo, liberandole finalmente dalla sfera domestica. Il che comporta che proprio come gli uomini
hanno sviluppato una propria individualità una volta catapultati in ogno
sorta di impiego e in ogni sorta di condizione, lo stesso succederà anche alle
donne. […] L’assenza di quiete che si vive normalmente in una casa milita
contro l’emergere di queste condizioni, e così fa “l’abominevole
improduttività” in cui viene svolto il lavoro domestico, che è al contempo, ma
in scala infinitesimale, una lavanderia, un forno, un alloggio, una trattoria,
un asilo nido. Comunque, con l’avvento delle concezioni legate al lavoro
femminile nel mondo industriale, l’attuale idea di casa dovrà sparire. Nel
frattempo, consiglierei a ogni donna che contempla un’unione sessuale di
qualunque sorta, di non vivere mai insieme all’uomo che ama, nel senso di
affittare una casa o una stanza insieme … e così diventare la sua governante.
[…] il compito della donna dovrebbe essere prima di tutto, quello di
approfondire il concetto di sessualità e di informarsi sul controllo delle
nascite: mai avere un bambino a meno che non lo si voglia davvero e mai volerlo
egoisticamente per il puro piacere di avere un
giocattolo carino con cui intrattenersi. Mai averlo, inoltre, se non si
è in grado di mantenerselo da sola. ( Voltairine de Cleyre, La questione della donna, Conferenza tenuta in Scozia nel 1897 ) ; 3) “ Sì Padroni maschi! Il mondo è una prigione,
il talamo nuziale è una cella, le donne sono delle prigioniere e voi siete i
nostri carcerieri!! […] Così adulterio e
stupro possono essere perpetrati liberamente e comodamente in ogni casa. Sì, perché è adulterio quando la
donna si sottomette sessualmente a un
uomo, senza desiderio da parte sua, solo “per mantenerlo virtuoso”, per
“tenerlo in casa”, come si giustifica la donna ( ebbene, se un uomo non mi
amasse o non mi rispettasse abbastanza così da essere “virtuoso” senza che io
mi debba prostituire, per quanto mi riguarda, potrebbe prendere la porta e
sparire perché non ci sarebbe alcuna virtù da difendere ). Ed è stupro quando
un uomo si impone sessualmente con la forza su una donna, che venga autorizzato dalle leggi sul matrimonio o
meno. …” ( Voltairine de Cleyre, Schiavitù sessuale, conferenza tenuta nel 1890)
Bibliografia: Primo brano, secondo brano e terzo brano
in Voltairine de Cleyre, Un'anarchica americana, a cura di Lorenzo Molfese. Introduzione di Normand Baillargen e Chantal Santerre, Elèuthera, 2017, rispettivamente a pp. 168-169 ; a pp. 145- 146
e a p. 152. Un altro brano tratto da Schiavitù sessuale, ove Voltairine de Cleyre prende le difese di Moses Hartman, allora detenuto
nel penitenziario di Lasing nel Kansas per
avere propagandato la causa dei diritti
delle donne e del controllo delle nascite si trova in questo blog infra il post:
ANARCHICI AMERICANI. 1 : )
Particolarmente
importanti, secondo me, sono, inoltre, le differenze esistenti tra l’anarco-femminismo rivoluzionario di Voltairine de Cleyre con il femminismo riformista-democratico delle
cosiddette “ sufraggette”. Oltre alla ovvia scarsa considerazione per il
“diritto di voto” alle donne, Voltairine contestava la
medesima strategia politica adottata dal
movimento femminista americano ritenendola
antiquata e anacronistica rispetto
alla nuova e potenzialmente
combattiva condizione socio-economica delle donne operaie nella società industriale della fine del secolo dicianovesimo. (cfr. brano)
Brano da
commentare: “ La lotta
per l’uguaglianza politica dei sessi ha sempre affrontato tre ferventi oppositori:
il prete, politico, l’o scientifico (scientifique) . I primi due sono stati, almeno
parzialmente, convinti o ridotti al silenzio. Quelli che ancora vociferano si
ripiegano dietro gli argomenti dello scientifico e quest’ultimo, solo, continua
a sorridere – il vecchio barbuto (barbon ) per l’ottima ragione che le dirigenti del movimento per l’uguaglianza
politica hanno fallito, salvo qualche eccezione, al compito
che si prefiggeva di dare alle loro rivendicazioni una base scientifica
moderna. Esse indossano la logora armatura del secolo scorso e
vogliono combattere la dinamite, vestite solamente di una cotta di maglia. Noi
siamo state riempite (gavées) di
quelle espressioni “ diritti naturali” “diritti inerenti” “diritti inalienabili”
“tutti creati uguali” etc., tutte queste formule che testimoniano il pensiero
metafisico che dominava nel secolo scorso, e che sono facilmente confutabili dalla semplice prova
dei fatti. Può essere rischioso ( aventureux) per l’autrice (auteure) di
osare domandare se è una questione di
ignoranza o di strategia politica da parte delle dirigenti suffragette. La
prima ipotesi è difficile da sostenere, ma potrebbe essere ragionevole di optare per la seconda, tanto
più che si sa che è estremamente audace di volere introdurre una riforma
rovesciando gli idoli di una nazione – e l’elettore americano è il
più stupidamente ed ostinatamente “ sposato all’dolo” dei diritti naturali. Attualmente non vi è nulla di più chiaro : come è generalmente il caso quando la strategia politica si affida ( remet )
alla verità, noi faremo una triste figura davanti al tribunale dei saggi se noi
continuiamo ad appoggiare le nostre rivendicazioni su ciò che in sé è senza
fondamento. I Diritti naturali ? Essi non esistono. Tutti creati uguali? E’ un’assurdità.
[…] Con l’evoluzione della
società, i diritti della donna si sono costantemente estesi, ed è giustamente il compito di quelle che rivendicano
l’uguaglianza politica di dimostrare che
si deve ora allargare il cerchio per includere
questo “diritto” perché la posizione attuale delle donne nella società
gli conferisce i mezzi per fare rispettare questa rivendicazione. […] ogni nuova definizione dei diritti,
ogni nuovo uguagliamento dei poteri è
stato acquisito con il sangue delle più coraggiose e delle migliori, acquisite con il sacrificio di coloro che hanno scalato
il monte Pisgah
senza mai entrare nella Terra
promessa. […] Essa rivendica altri riguardi
che quelli della condizione di sposa, di madre, di sorella, di figlia;
essa si mantiene (tien) , essa ha riconosciuto la sua forza e da
questa forza si nutrono le sue rivendicazioni di uguaglianza. Essa lo ottiene
con il sudore del suo lavoro non
pagato, con la carne emaciata delle sue
dita, del sangue versato sulla scena
delle sue lotte misconosciute , lungo tutto il suo percorso de suo spossante
viaggio attraverso distese selvagge. Quando essa avrà abbastanza sudato,
abbastanza digiunato, abbastanza
compiuto ogni sorta di sacrifici (saignée) anche lei potrà scalare il monte Pisgah. E
quelle che seguiranno erediteranno la
vittoria. “ ( Voltairine de Cleyre, L’uguaglianza politica delle donne . pubblicato sul giornale The Conservator ,
Philadelphia, 1894)
Bibliografia: in Femmes et anarchistes. Voltairine de Cleyre /
Emma Goldman. Recueil de textes,
Black Jack editions , 2014 pp. 65, 66, 67, 68 (traduzione italiana mia).
Brano
da commentare: “ ... Se voi volete sparare su un anarchico, ciò non vi costerà 1000 dollari. Vi basterà pagare il vostro spostamento fino a casa mia per potermi sparare addosso (il mio indirizzo è indicato più basso) senza nient' altro da dovere sborsare. Io non offrirò alcuna resistenza. Io mi terrò in piedi davanti a voi, alla distanza che voi deciderete e, in presenza di testimoni, voi potrete sparare. Il vostro fiuto commerciale americano non sente che si tratta di un autentico affare? Se tuttavia il pagamento di 1000 dollari è una condizione non negoziabile, allora, dopo avervi permesso di tirare, io vorrei che questo denaro sia dato ad opere che militano ( militent) a favore dell'avvento di una società libera e nella quale non vi siano né assassini, né presidenti, né mendicanti, né senatori " ( Voltairine de Cleyre, 1902)
Brano da commentare: " ... il ragazzo che si presume mi abbia sparato è disturbato. Ed è stato reso tale dalla carenza di cibo e dal non potere esercitare un lavoro salubre. Bisognerebbe ricoverarlo in una casa dicura, mentre sarebbe una disgrazia per la civiltà se dovesse finire in prigione per un gesto che gli è stato dettato da un cervello malato. Qualche tempo prima di spararmi, quel giovane mi aveva inviato una lettera triste, non aveva da mangiare, non sapeva dove dormire, non avera lavoro. Da due anni non avevo sue notizie. [...] Non nutro alcun risentimento nei suoi confronti. Se la società fosse organizzata in modo che ogni donna, uomo e bambino potesse vivere una vita normale, non ci sarebbe questa violenza. Il pensiero di tutti gli atti brutali compiuti dal governo mi riempie di orrore. A ognuno di essi fa eco un altro gesto violento. Il manganello della polizia genera l'atto criminale. Contrariamente all'opinione comune, "anarchismo" significa 2pace sulla terra per tutti gli uomini di buona volontà". Coloro che compiono gesti violenti e si proclamano anarchici hanno dimenticato di essere portatori di una filosofia, esempi per il popolo, e questo perché le loro sofferenze morali e fisiche li hanno condotti alla disperazione" ( Testimonianza di Voltairine de Cleyre a favore del giovane attentatore sul " North American" )
Bibliografia: Voltairine de Cleyre, Un'anarchica americana, a cura di Lorenzo Molfese. Introduzione di Normand Baillargen e Chantal Santerre, Elèuthera, 2017, p.25.
Anche Louise Michel ed Errico Malatesta si erano comportati in tal modo nei confronti dei loro rispettivi attentatori.
Bibliografia:
in Femmes et anarchistes. Voltairine de Cleyre /
Emma Goldman, Black Jack editions , 2014 , "Elements chronologiques" ( infra 1902) (traduzione italiana mia). Cfr. anche in Voltairine de Cleyre, Un'anarchica americana, a cura di Lorenzo Molfese. Introduzione di Normand Baillargen e Chantal Santerre, Elèuthera, 2017, p.25.
Il 19 dicembre 1902 un suo ex allievo, Herman Helcher le sparò, ferendola gravemente. Durante il processo lei testimoniò a favore di quel giovane sul giornale " North American" al fine di non farlo condannare. (cfr. brano)Brano da commentare: " ... il ragazzo che si presume mi abbia sparato è disturbato. Ed è stato reso tale dalla carenza di cibo e dal non potere esercitare un lavoro salubre. Bisognerebbe ricoverarlo in una casa dicura, mentre sarebbe una disgrazia per la civiltà se dovesse finire in prigione per un gesto che gli è stato dettato da un cervello malato. Qualche tempo prima di spararmi, quel giovane mi aveva inviato una lettera triste, non aveva da mangiare, non sapeva dove dormire, non avera lavoro. Da due anni non avevo sue notizie. [...] Non nutro alcun risentimento nei suoi confronti. Se la società fosse organizzata in modo che ogni donna, uomo e bambino potesse vivere una vita normale, non ci sarebbe questa violenza. Il pensiero di tutti gli atti brutali compiuti dal governo mi riempie di orrore. A ognuno di essi fa eco un altro gesto violento. Il manganello della polizia genera l'atto criminale. Contrariamente all'opinione comune, "anarchismo" significa 2pace sulla terra per tutti gli uomini di buona volontà". Coloro che compiono gesti violenti e si proclamano anarchici hanno dimenticato di essere portatori di una filosofia, esempi per il popolo, e questo perché le loro sofferenze morali e fisiche li hanno condotti alla disperazione" ( Testimonianza di Voltairine de Cleyre a favore del giovane attentatore sul " North American" )
Bibliografia: Voltairine de Cleyre, Un'anarchica americana, a cura di Lorenzo Molfese. Introduzione di Normand Baillargen e Chantal Santerre, Elèuthera, 2017, p.25.
Anche Louise Michel ed Errico Malatesta si erano comportati in tal modo nei confronti dei loro rispettivi attentatori.
VOLTAIRINE DE CLEYRE |
Nell' aprile del 1907 Voltairine de Cleyre rispose alla conferenza tenuta a Filadelfia, nei locali della "Radical Liberal League" dalla Dottoressa Henrietta P. Westbrook , " Il matrimonio è una buona azione" con una conferenza completamente opposta, " Il matrimonio è una malvagia azione". (cfr. brano)
Nel 1909 Voltairine de Cleyre pubblicò, su Mother Earth
“Anarchismo e le
tradizioni americane” dove poneva in evidenza le affinità tra i principi rivoluzionari della guerra d’indipendenza americana (enunciati in particolare da Tom Paine e Thomas Jefferson) e quelli anarchici.
(cfr. brano )
Brano da commentare: “ … Tra i 15 e i 18 anni, io non ero ancora uscita da un tempo
abbastanza lungo dal convento per avere
dimenticato i suoi insegnamenti. Io non avevo ancora abbastanza vissuto per
elaborare ( fabriquer) mie personali definizioni. Per me, il
matrimonio era “un sacramento della Chiesa” oppure “una cerimonia civile
patrocinata dallo Stato” che permetteva a un uomo e a una donna di unirsi per
la vita, a meno che domandassero a un tribunale di proclamare la loro
separazione. Con tutta l’energia di una libera-pensatrice neofita, io criticavo il matrimonio
religioso perché un prete non ha assolutamente alcun diritto di intervenire
nella vita privata degli individui; io condannavo l’espressione “ fino a che la
morte non vi separi”, perché questa promessa immorale rende una persona schiava
dei suoi sentimenti attuali e determina tutto il suo avvenire; io denunciavo la
miserabile volgarità delle cerimonie religiose e civili, che pongono le
relazioni intime tra due individui al centro dell’attenzione pubblica, dei
commenti e degli scherzi. Io difendo sempre questi argomenti (positions). […] Ma oggi non è al
matrimonio religioso, che io mi riferisco, quando affermo: Il matrimonio è un’azione malvagia” . La
cerimonia , di per sé, non è che una
forma, un fantasma, una conchiglia (coquille) vuota. Per matrimonio , io intendo il suo contenuto reale, la
relazione permanente tra un uomo e una donna, relazione sessuale ed economica
che permette di mantenere la vita di coppia e la vita familiare attuale. Io me
ne infischio ( me moque) di sapere se si tratta di
poligamia, poliandria, o monogamia, poco
importa che sia celebrato da un prete, un magistrato, in pubblico o in privato,
o che non esisti il minimo contratto tra gli sposi. No, ciò che io affermo è
che una relazione di dipendenza permanente nuoce allo sviluppo della
personalità, ed è ciò che io combatto. Ora i miei oppositori conoscono su quale
terreno io mi situo. …. ( Voltairine de Cleyre, Le mariage est une mauvaise action . Conferenza tenuta il 28 aprile 1907)
Bibliografia : Voltairine de Cleyre, Le mariage est une mauvaise action . Collection LES INCREVABLES Editions du sextan , 2009 PP. 37-39
Brano
da commentare: “ Per quanto concerne la
tradizione americana di non-interferenza, l’anarchismo chiede che
essa sia applicata anche a livello individuale. Non vuole che s’innalzino
barriere di geloso isolamento, perché sa che questo isolamento non è
desiderabile, né possibile: ma insegna che se tutti gli uomini si faranno i
fatti loro, ne nascerà una società fluida, che si adatterà liberamente ai
bisogni reciproci e nella quale tutto il mondo apparterrà a tutti gli uomini,
nella misura in cui ne avranno bisogno o lo desidereranno. E quando la
rivoluzione moderna avrà conquistato il cuore del mondo intero – se mai così
sarà, come spero – allora potremo sperare di vedere risorgere quello spirito
orgoglioso dei nostri padri che poneva la semplice dignità dell’ Uomo al di
sopra delle barriere di classe o ricchezza e che riteneva meglio essere
americani che essere re: Ma quando verrà questo giorno, sulla faccia della terra non vi saranno più né re né americani, ma uomini soltanto UOMINI. ( da “Anarchismo e le tradizioni americane in Mother Earth tra la fine del 1908 e l'inizio del 1909 )
Bibliografia: Voltairine de Cleyre, Un'anarchica americana, a cura di Lorenzo Molfese. Introduzione di Normand Baillargen e Chantal Santerre, Elèuthera, 2017, pp. 122-1234
e cfr. anche Rudolph Rocker, I
pionieri della libertà, Edizioni
Antistato 1982 p. 161
Assieme a tanti altri anarchici
che vivevano negli USA, tra cui
Emma Goldman e Sasha Berkman , Voltairine fu assai colpita dal pensiero pedagogico di Ferrer e contribuì a divulgarlo e a metterlo in
pratica . (cfr. brano)
Brano
da commentare “… Quando un bambino dice: “Non vedo perché io dovrei imparare
questo, in ogni modo non me ne potrò ricordare” egli enuncia una molto
ragionevole protesta. Certamente, esistono degli esempi di mancanze ostinate per le quali un piccolo
sforzo permetterebbe di superare gli andirivieni ( lasser-aller) della memoria.
Tuttavia, ogni insegnante abbastanza onesto verso se stesso sa che egli non può
fornire una ragione valida che gli permetta di comprendere perché delle cose
che non hanno nulla a che vedere con la vita del bambino devono essergli
insegnate , delle cose che saranno dimenticate l’indomani dell’esame, delle
cose di cui lui stesso non potrebbe ricordarsi se non le ripetesse anni dopo
anni, se esse non fossero l’oggetto del suo commecio. E ogni insegnante che ha realmente
pensato alla natura essenziale dei
ragazzi, di cui si occupa sa che lasciare giovani
corpi seduti, a scrivere, più di sei ore – senza che i piedi possano muoversi , senza neanche potere gettare
una pallina di carta o bisbigliare – è una detestabile violazione delle leggi proprie
alle giovani esistenze … (Voltairine de Cleyre, La reforme de
l’education
moderne,
pubblicato postumo nel 1914 )
Bibliografia: in Femmes et anarchistes. Voltairine de Cleyre /
Emma Goldman, Black Jack editions , 2014 pp. 72-73 (traduzione italiana mia)
Durante la rivoluzione
messicana, pur essendo già gravemente malata, Voltairine de Cleyre, sostenne con ardore il partito
liberale messicano fondato da RICARDO
FLORES MAGON e organizzò diverse conferenze per
la propaganda a favore degli insorti.
Morì a Chicago nel 1912 e dopo un
funerale , a cui parteciparono migliaia dipersone, fu
sepolta accanto ai martiri di Haymarket.
Durante la sua esistenza ebbe una vita sentimentale alquanto intensa e tra gli
uomini che l’amarono e
che lei amò, bisogna ricordare: T. HAMILTON GARSIDE, JAMES ELLIOT, da cui avrà
un figlio, l'anarchico DIEZ D. LUM e infine A. GORDON, che secondo quanto scrive EMMA
GOLDMAN nelle sue memorie, si comportò
con lei, che attraversava momenti difficili,
in modo molto egoistico .
Inoltre Voltairine de Cleyre si è
distinta anche come poetessa , e, a
titolo d’esempio, cito , tra tante poesie, , “Written –in-
red, che recentemente è stata musicata e cantata dalla musicista e
cantante di San Francisco, Unwoman.
Poesia da commentare: “ Written in red their protest stands/ For the
gods of the
World to see; /
On the dooming wall their bodiless hands / have blazoned “Upharsin” and flaring brands / Illumine the message: “Seize the lands! /Open the prisons and make men
free! / Flame out
the living words of the
dead / Written –in
- red. Gods of the
World! Their mouths are
dumb! Your guns have spoken and
they
are ddust! But the shrouded Living, whose hearts were numb,
/ have felt the beat of a wakening drum / Within them sounding – the – Dead men’ s tongue – Calling: “ Smite off
the ancien rust!” Have beheld “Resurrexit”, theword of the
Dead, / Written- in – red. / Bear it aloft, O roaring, flame! Skyward aloft, where all may see. / Slaves of
the World! Our caose is mthe same; / One is the
immemorial shame; / One is the struggle, and in One name – Manhood – we battle to set men free. / “Uncurse us the
Land ! Burn the
words of
the Dead / Written –
in- red. ( Voltairine de Cleyre’ s, Written -in-red, last poem)
Bibliografia: Voltairine de Cleyre, Collected Poems /
The Anarchist Library in http://theanarchistlibrary.org/library/voltairine-de-cleyre-collected.....
DRYE DANIEL LUM
(1839-1893) scrittore, poeta ,
giornalista e attivista sindacale.
Abolizionista si offrì volontario durante
la guerra di secessione e
raggiunse il graddo di capitano
combattendo nella battaglia del Red
River. Dopo la guerra iniziò come
rilegatore e dopo avere svolto diverse
attività in difesa dei lavoratori, degli
indiani e degli afro-americani. Fu amico di Albert Parsons e vicino alle posizioni dell’AIL. Dopo la
morte di Parsons diresse “The Alarm ", settimanale dell’AIL .
Il suo pensiero politico era una mescolanza di individualismo, sindacalismo,
mutualismo e anarco-comunismo. La sua visione di un “anarchismo senza
aggettivi “, descritta nei suoi libri
“ The Ecomics of Anarchy “ e “ Anarchism: Its Philosophy and Ascientific Basis “prevedeva,per la sua
realizzazione la fusione tra lavoro e capitale (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Secondo l’anarchia
, il lavoro e il capitale sarebbero fusi in un’unica cosa: il capitale sarebbe
senza prerogative e dipendente dal lavoro , e posseduto da quest’ultimo.
L’operaio avrebbe scoperto che per produrre avrebbe goduto della sua produzione e bandire di conseguenza l’incubo
della miseria. L’artigiano avrebbe scoperto che la cooperazione era meglio
dell’essere sfruttato. Il commerciante avrebbe scoperto che la produzione
avrebbe offerto maggior incentivo dello
scambio, a meno che non accettasse una posizione di competenza e comodità nello
scambio di lavoro, che avrebbe soppiantato i negozi isolati. L’impiegato, senza
più il suo orizzonte limitato da un nastro contatore, avrebbe avuto lo scopo di
mostrare il suo talento in ogni direzione.
L’agricoltore, soprattutto, libero da cure fastidiose per soddisfare gli
interessi, escludendo la tassazione
forzata dello Stato, con la sua famiglia che cresce intorno a lui e resa
“sicura” da un titolo comune e da reciproca interdipendenza o in cerca di un ‘ assicurazione di indennità per
depredazione, avrebbe trovato nell’anarchia una liberazione dalla fatica
inutile e il suo lavoro coronato da
abbondanza e pace” ( tratto dal VI
capitolo di “Anarchism: Its Philosophy and Scientific Basis”
Tra il 1888 e il 1893 Lum ebbe una relazione
molto intensa con Voltairine de Cleyre, di cui fu maestro ed
amante. Nel 1892 un anno prima del
suicidio di Lum , afflitto da una forte
depressione, Voltairine de Cleyre dedicò a lui
la poesia , “You and I”
Poesia da commentare: “ You and
I, in the sere, brown weather / When clouds hang thick in the frowning sky / When rain-teaars drip on the bloomless heather / Unheeding the storm-blasts will walk together / And look to each other – You and
I. / You and I, when the clouds are shriven / To show the cliff-broods of lightnings high; / When over the ramparts swift, thunder-driven, /
Rush the bolts of Hate from a Helt-lit Heaven – Will smile at each other – You and
I. / You and
I, when the bolts are falling / The hot
air torn whit the
earth’s
wild cries, /
Will lean through the
darkness where Death is calling, / Will search through the
shadows where
Night is palling, /
And find the
light in each other ‘ s
eyes / You and
I, when black sheets of
water / drench and
tear us and
drown our breath , /
Below this laughter of Hell’s own daught er, / Above the smoke of the storm-girt slaughter, / Will hear each other and
gleam at
Death. / You and
I, in the gray
night dying,/ When over the
east-land the dawn-beams fly, / Down in the groans, in
the low, faint crying, /
Down where the
thick blood is blackly lying, /
l Willreach out our our weak arms, You and I. /
You and
I, in the cold, white weather, / When over our corpses the
pale lights lie, /
Will rest at
last from the
dread endeavor, / Pressed to each other , for parting-never! / Our dead lips together, You and I. / You and I, when the
years in flowing / Have left us behind with all things that die, / With the
rot of our bones shall give soil for blowing / By the
dew of the
kiss of a
last good-bye! ( Voltairine de Cleyre, You and I
, Philadelphia , 1892
Bibliografia : http://www.liberliber.it/libri/d/de_cleyre/index.php
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