sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: LE DUE RIVOLUZIONI RUSSE DEL 1917 (FEBBRAIO E OTTOBRE) ; IOSIP BLEIKHMAN ( 1868 -1921 ); EFIM YARCHUK (1882- 1937); NICOLAI ZHELEZNIAKOV (1893-1918/1919); ANATOLI ZHELEZNIAKOFF ( 1895 -1919 ); NESTOR KALANDARISHVILLI (1876-1922)

ANONIMI COMPAGNI E COMPAGNE  NELLE RIVOLUZIONI RUSSE DEL 1917
 Tra il febbraio e l'ottobre del 1917 si ebbe in Russia,  , prima che il partito bolscevico imponesse la sua dittatura, un vasto movimento rivoluzionario, portato avanti direttamente,   dalle masse popolari.
Brano da commentare:  “Nella rivoluzione russa sono chiaramente in atto, fin dalle lontane sue prime radici, due filoni di azione sociale indipendenti: nel popolo e nei politici professionali. Meglio che indipendenti, potrebbe dirsi due filoni avversi, da quanto i propositi e i metodi di operazione vi divergono, anche quando le parole pare che concordino.  Da una parte si svolge il flusso dell’azione popolare  “caotica” si dice di solito, perché pare che abbia mille direzioni. Definizione che maschera, anziché illuminare. Invece, azione molteplice, in mille modi che tutti per la loro via convergono lungo una direzione sola, in ricerca di libertà, di benessere come garanzia di libertà. In essa si integrano via via spontaneamente  gli effetti sociali dei propositi e delle iniziative autonome di gruppi vivaci, d’uomini e donne che scuotono da sé l’autorità, che localmente agiscono insieme perché insieme vivono e li lega l’affinità della condizione e dei giudizi – senza né necessità né desiderio di norme esterne e di capi sovrastanti.  Dall’altra parte invece si esprime in ben congegnati contrasti l’azione dei  politici di professione, dei rivoluzionari di professione. […] I politici da sé si pongono fuori dal popolo volendolo comandare, non partecipano al suo lavoro alle sue sofferenze, sono soprattutto innamorati delle proprie idee e se ne fanno sgabello per l’adorazione di sé, in vista della costruzione per sé d’un trono” ( dalla prefazione di  CESARE ZACCARIA alla “Rivoluzione sconosciuta “ di Volin (1950)
 Bibliografia: in  Volin, La rivoluzione sconosciuta, Samonà e Savelli, 1970, p. I e II (introduzione di Cesare Zaccaria.).
                                                                    
     Tra gli anarchici che, tra il febbraio e l'ottobre del 1917,  senza mai sovrapporsi alle masse, seppero, in alcuni momenti particolarmente  drammatici,   porsi come esempio rivoluzionario  sia teorico che pratico mi limiterò, per il momento,  a citare :  IOSIP BLEIKHMAN ed  EFIM YARCHUK    


IOSIP SOLOMONOVICH BLEIKHMAN ( 1868 -1921 ), noto anche con lo pseudonimo  “ N.  SOLSTNSEV ".    Nato in Bielorussia da una famiglia di origine ebraica emigrò presto negli Stati Uniti d’ America dove aderì all’anarcosindacalismo. . Continuò  questa sua attività,   anche  al suo ritorno in Russia,  sino  al suo arresto e alla deportazione in Siberia.  Fu liberato  dalla rivoluzione di febbraio e fu eletto più volte delegato ai soviet di Pietrogrado e  di Kronstadt  .  Nel periodo intercorso tra la rivoluzione di febbraio e la rivoluzione di ottobre,  si oppose efficacemente  sia    al governo provvisorio di Kerensky  sia al tentativo di colpo di  Stato del generale Kornilov. Il notevole prestigio e fama che ottenne tra i lavoratori e i marinai ,  fu riconosciuta  anche da chi come il menscevico  Irakli Cereteli, , ministro degli interni nel Governo Provvisorio e  Presidente del soviet di Pietrogrado   e il bolscevico Leo Trotsky   ne dettero descrizioni tese,  il più possibilea ridicolizzarlo  . Dopo la rivoluzione di Ottobre, a cui aveva partecipato come membro del Comitato rivoluzionario di Pietrogrado ,  e dopo l’instaurazione della dittatura “comunista”  fu duramente   perseguitato  dai bolscevichi e morì  probabilmente  in un gulag nel 1921
Brano da commentare: “ …  Secondo noi anarchici, l’unica via per uscire da questa situazione catastrofica  è la seguente : Proclamare che tutte le richezze della terra –tutta la terra, l’acqua, le miniere, le ferrovie, le fabbriche, le officine, le tipografie – sono proprietà del popolo. L’abolizione della proprietà privata. L’espropriazione di tutti i palazzi e le abitazioni, che diverranno proprietà delle  libere  comuni popolari. L’abolizione del commercio e il trasferimento di tutti i beni di consumo nelle mani di organizzazioni sociali di distribuzione dirette da membri  delle comuni. L’abolizione di tutti i privilegi e le ineguaglianze di classe, delle leggi commerciali, ipotecarie, locatarie e di successione, come retaggio di costumi barbarici. L’abolizione di  tutte le leggi dello Stato. La distruzione di tutte le prigioni e la liberazione di tutti i detenuti. L’abolizione del denaro e il passaggio all’economia naturale. Il riconoscimento della piena indipendenza di tutte le nazioni e di tutti i popoli, che devono raggrupparsi in unioni o federazioni solo per libero consenso. [...]  Una proposta di pace diretta a tutti i popoli, con l’esortazione  a rivolgere la guerra attualmente in corso contro i loro veri nemici – i proprietari terrieri, i preti e i banchieri -  e un’ esortazione a tutti gli oppressi  a distruggere i  loro stati e ad abolire i governi e i loro strumenti di oppressione, di sfruttamento e di schiavitù, in modo che l’ individuo possa por fine al suo eterno incubo sanguinoso .  ... "  ( Iosip BleiKhman,  K moment Kronstadt settembre 1917 )
Bibliografia:  Paul Avrich , gli anarchici nella rivoluzione russa , la  salamandra 1976 , pp. 106- 107.
Per la figurina di  Iosip Bleikhman, non trovando sue foto o ritratti,  mi sono ispirato a un bel disegno intitolato " anarchico" , contenuto nel libro illustrato, Sergio Costa e Xavier Poiret,  1921-1981 Kronstadt , La cooperativa tipolitografica editrice p. 27 fig. 13 .
  
                                             
 
EFIM YARCHUK  ( talvolta si trova  scritto  Jarchuk )(1882- 1937)   nato in Ucraina da una famiglia di origine ebraica ,  aderì all’anarchismo nel 1903 e fu uno dei più noti  membri , superstiti,  del gruppo  anarchico Chernoe  Znamia  ( cfr. post  sulla rivoluzione del 1905 ) .  Dopo cinque anni  di deportazione in Siberianel 1913 emigrò negli Stati Uniti , dove fu redattore della rivista  Golos Truda, organo dell’ Unione degli operai russi in America e membro della Croce Rossa  Anarchica a New York ( (su Internet /Google circola  una bella lettera in inglese di Efim Yarchuk in cui ringraziava la Croce Rossa Anarchica Americana, di cui era stato membro quando si trattava di soccorrere i rivoluzionari perseguitati dal regime zarista di avere ripreso l’attività per soccorrere i rivoluzionari perseguitati dal regime  bolscevico, cfr. https://www.katesharpleylibrary.net/7m0d4t .  Nel 1917 rientrato in Russia, durante la rivoluzione di febbraio,    si distinse  per il suo incessante impegno rivoluzionario sia a Pietroburgo che a Kronstadt . Pur mantenendo una certa riserva, come anche altri anarchici, nei confronti dei soviet (= consigli ) ( cfr.  post sulla  RIVOLUZIONE  del 1905)  in quanto il soviet poteva, come ogni forma di potere, trasformarsi  in un mero  strumento governativo o  dittatoriale,  così come poi, difatti,  avvenne nelle mani dei bolscevichi, Yarchuk se ne fece  immediatamente convinto sostenitore, nel 1917,  a patto che esso mantenesse, grazie alla propaganda e alla vigilanza anarchica,  la sua caratteristica originaria di  spontanea espressione  di  una democrazia diretta e autogestita  . (cfr. brano) .
Brano da commentare:  …Per contrastare la pressione controrivoluzionaria, i lavoratori russi si unirono strettamente attorno alle loro organizzazioni di  lotta:  i soviet ed i comitati di fabbrica e di officina. I soviet prepararono  febbrilmente la difesa della rivoluzione, raccogliendo intorno a sé i migliori elementi operai e contadini; con l’aiuto dei comitati di  fabbrica e di officina, essi si occuparono della sistematica istruzione militare degli operai, organizzarono distaccamenti, li mandarono al fronte, e si presero cura del vettogliamento della popolazione Gli anarchici diedero il via ad una propaganda intensiva e martellante per la radicale eliminazione dei moduli autoritari e per l’instaurazione di una autentica rivoluzione proletaria. Essi pubblicarono giornali, opuscoli, volantini, organizzarono meeting e conferenze... tanto che è possibile affermare che in quel periodo in nessun altro paese del mondo fu tanto innondato di propaganda anarchica. Gli anarchici furono in prima fila nella lotta contro la reazione e molti di essi morirono su numerosi fronti. […]  il dovere degli anarchici è quello di partecipare alle organizzazioni proletarie realizzate dalla spontaneità rivoluzionaria e di svilupparvi parole d'ordine libertarie, in modo da contribuire all'eliminazione dello stato con l'aiuto delle organizzazioni proletarie. Il primo compito dei soviet, nei primi giorni della rivoluzione, è quello di lottare contro il governo  (provvisorio, di coalizione o rivoluzionario che sia); il dovere di ogni rivoluzionario ed in particolare del combattente libertario è di essere presente nelle organizzazioni operaie e contadine per propagandare nelle masse l'idea dei soviet liberi ed antiautoritari, come pure di partecipare direttamente a tutte le iniziative e a tutte le azioni di soviet, in modo da impedire che essi si trasformino in istituzioni autoritarie.  I soviet non sono l’anarchismo, ma quando colpiscono lo  stato centralizzato, distruggendo il suo operato, essi si configurano come uno stadio transitorio verso di esso. (  Efim Yartchouk I soviet e la difesa della rivoluzione)
Bibliografia:    in  Gli anarchici russi , i soviet, l’autogestione a cura di Alexandre Skirda op editrice, 1978, pp.  67-68


Efim Yarchuk partecipò al fianco dei marinai e degli operai di Kronstad [ su cui come notava Emma Goldman in My Disillusionment in Russia Yarchuk esercitava una "influenza eccezionale]  a tutte le grandi manifestazioni, anche armate,  sia della rivoluzione di febbraio, delle giornate di luglio 1917 e della rivoluzione di ottobre, tra cui la presa del palazzo d’Inverno ( cfr. post  KRONSTADT 1921 . 1). Fece inoltre parte, nel febbraio del 1918,  dello  stato-maggiore di un gruppo armato di marinai, operai e artiglieri,  inviato da  Kronstadt per liberare i territori occupati dalle truppe bianche al comando  dell’ atamano  Aleksej Kaledin.  Yarchuk  descrisse quel periodo al fronte di Kaledin nel suo opuscolo Kronstadt dans la revolution russe.  Interessante,  è, tra l’altro,  il suo resoconto sulla  conversione , dopo ore di propaganda intensiva, di due reggimenti di cosacchi alla causa rivoluzionaria a cui seguì, uno o due giorni dopo, il loro decisivo contributo alla caduta  di Novotcherkassk, dove Kaledin aveva disposto  il nucleo centrale delle sue milizie. (cfr. brano)

Brano da commentare: “ Era estremamente difficile aprire il meeting e di iniziare a parlare delle proprie aspettative e  speranze  ( espoir et esperances) davanti a quegli stessi cosacchi, che con una devozione crudele, furono i fedeli guardiani del regime zarista e di cui i nagaikis ( le fruste) lasciarono numerose tracce sulla schiena di quelli che combatterono l’antico regime. Il meeting comunque ebbe inizio. Tra i cosacchi passò il soffio rivoluzionario. A loro fu spiegato  come, nel passato , lo zarismo li aveva fatto delle vaghe promesse di libertà, e, in realtà,  li aveva trasformati in aguzzini, in soldati mercenari ,  e per questo essi avevano allora meritato l’odio e il disprezzo delle masse lavoratrici.  A loro  si disse anche che le libertà cosacche non potevano essere ottenute che dalla lotta per l’emancipazione del popolo  lavoratore. Sulle loro facce semplici e aperte si poté vedere quanto profondamente  li aveva penetrati questo appello alla lotta comune con tutta le classe operaia  russa. Dei cosacchi, vecchi e giovani, intervennero , esprimendo la loro volontà di combattere con gli operai e di compiere il primo passo su questa strada, attaccando Novotcherkassk con i  Kronstadtiani e i marinai del Mare del Nord. I cosacchi si unirono così a noi. […]  Novotcherkassk si è arresa senza resistenza ai due regimenti cosacchi che avevano compiuto una avanzata straordinariamente rapida e avevano invaso la città, mentre il resto del distaccamento combatteva presso Medvedevka. Kaledin si è suicidato. “ ( Efim Yartchouk, Kronstadt dand la revolution russe – 1923)
Bibliografia: Efim Yartchouk, Kronstadt dans la revolution russe . Suivi du dossier de l’insurrection de 1921, Presentation et Traduction d’ Alexandre Skirda, Noir et Rouge, 2018 pp.  74 e 77 ( traduzione dal francese mia)

 Nel novembre 1918 , quando già era iniziata la bolscevizzazione di Kronstadt ( cfr. posr Kronstadt 1921. 1) Yarchuk fu eletto tesoriere della federazione  Pan Russa degli Anarcosindacalisti. Iniziò da questa data una dura persecuzione  contro di lui da parte dei bolscevichi .Durante l’insurrezione di Kronstadt  era detenuto insieme ad altri anarchici, tra cui Volin e Maximov nel carcere della Taganka . Fu solo in seguito a  un prolungato sciopero della fame e grazie all’ intervento a  difesa degli anarchici detenuti di Emma Goldman e di Sasha Berkman e di numerosi  delegati stranieri giunti in Russia in occasione del  convegno di fondazione del Profintern  che  Yarchuk e gli altri furono liberati ed espulsi dalla Russia nel gennaio 1922 non prima di una lunga ed  esasperante attesa.   (cfr. brano)

Brano da commentare : “ Gli uomini del carcere di Taganka che aspettavano  l’espulsione erano ancora in situazione di incertezza: esausti dalla caccia quotidiana alle autorità per ottenere qualche dichiarazione o azione concreta, passavano la maggior parte del tempo nel corridoio del nostro appartamento cercando di raggiungere la CEKA per telefono. Le promesse non mancavano, ma non una era stata mantenuta durante i quattro mesi  trascorsi dall’accordo dell’espulsione.  Avevano sperimentato tutta la gamma delle sofferenze umane, ogni tipo di tortura fisica e spirituale per amore delle proprie idee; tuttavia erano intrepidi. Niente poteva influenzare il loro ideale o indebolire la fiducia nella sua realizzazione. […] Yarchook, un combattente intrepido, dopo processi e tribolazioni che avrebbero spezzato i più forti , aveva sopportato anche tutti gli orrori di Taganka. Il resto degli uomini che aspettavano l’espulsione erano della stessa fibra e fermezza…” ( Emma Goldman,  Vivendo la mia vita , 1917- 1928 )
Bibliografia: Emma Goldman, Vivendo la mia vita 1917-1928, Zero in Condotta, 1993 p. 303

Dopo un    periodo in cui visse in Germania e in Francia,  Yarchuk  tornò in Russia nel 1925 e fu condannato a morte , durante lo stalinismo, nel 1937.

                                                                                 
Sia durante la rivoluzione di febbraio che  in  quella di ottobre,  assai importante fu il ruolo assunto, come è noto, dai marinai di Kronstadt , definiti da  Trotzski “  orgoglio e  gloria della Rivoluzione russa”,  prima che nel 1921, in piena dittatura  bolscevica,  ne ordinasse il massacro (cfr.  post  KRONSTADT 1921)  .   Tra  i marinai rivoluzionari di Kronstadt si distinsero  particolarmente  i due fratelli anarchici,  ANATOLI e  NICOLAI JELEZNIAKOFF  ( talvolta si trova anche scritto ZHELEZNIAKOV.  Userò indifferentemente queste due grafie a seconda di come le trovo nei brani) 
                                                                 

NICOLAI ZHELEZNIAKOV (o JELEZNIAKOFF) (1893-1918/1919),  marinaio ed anarchico. Imprigionato più volte sotto lo il regime zarista era assai   stimato dai marinai di Kronstadt, su cui esercitava una notevole influenza.  Partecipò attivamente alla rivoluzione di Ottobre a Pietrogrado, ma ben presto contestò la svolta dittatoriale dei bolscevichi e per evitare  l’arresto fuggì da Pietrogrado con altri marinai anarchici. Giunto in Ucraina, guidò una banda di  guerriglieri contro gli atamani “bianchi” , sostenuti dagli austro/tedeschi. Morì combattendo tra il 1918 e il 1919 . Non ho trovato nessun testo scritto di Nikolai  Zhelezniakov, né  testi a cui possono riferirvisi se non il seguente “Appello “ dell’ottobre 1917  attribuito al marinaio  STEPAN STEPANOV (?) , che mi sembra ben rappresentare i sentimenti  dei marinai anarchici di Kronstadt durante le due rivoluzioni russe del 1917.
Brano da commentare: “ Radunatevi sotto la bandiera nera, / Uomini d’onore, combattenti e lavoratori /  Atttizzate le fiamme della ribellione / Nel cuore degli schiavi e degli oppressi /  Ridestate dal sonno la vostra russia / Chiamate il popolo alla lotta /  Per abbattere i vampiri sazi di sangue / E rigettare il giogo della tirannia. / Scendete nelel umide cantine / Dove muoiono gli schiavi della povertà / Dove echeggiano i lamenti degli offesi / E l’oscurità regna sovrana. / Scendete, se avete saldo il cuore / E l’animo colmo di bontà /  Dove il sangue scorre come i fiumi in primavera / E la terra trema per i9 lamenti del povero. / o stanchi di questa turpe tragedia / Degli eterni tormenti del fato / Perciò, avanti, verso il mondo dell’Anarchia / Verso il mondo della sacra Comune.  (  Stepan  Stepanov, Appello in Volnyi Kronstadt, ottobre 1917 p. 3)
Bibliografia : in  Paul Avrich, gli anarchici nella rivoluzione russa, La salamandra 1976 p. 43
                                                 

ANATOLI  ZHELEZNIAKOV ( o JELEZNIAKOFF) ( 1895 -1919 ) Dopo la rivoluzione d’ “ottobre” il marinaio anarchico Zhelezniakoff che aveva già guidato importanti azioni rivoluzionarie  durante la rivoluzione di “febbraio” e poi contro il governo di Kerensky,  fu delegato dal nuovo governo bolscevico a  comandare il corpo di guardia,  tutto costituito da marinai di Kronstadt,  durante le riunioni dell’Assemblea Costituente e fu lui , secondo la versione dei fatti, riportata da Volin, di sua iniziativa a determinarne lo scioglimento . (cfr. brano) 
Brano da commentare:  “… Già da parecchi giorni, i discorsi interminabili dei capi dei partiti politici dell’ Assemblea, stancavano ed esasperavano il corpo di guardia costretto, ogni volta, ad  aspettare la fine dei discorsi del giorno prima, tanto più che gli inutili discorsi si prolungavano fino a tardi nella notte. E una notte appunto – i bolscevichi e i socialisti-rivoluzionari di sinistra avevano abbandonato la seduta, dopo una dichiarazione comminatoria all’indirizzo dei rappresentanti della destra e i discorsi si trascinavano in lungaggini – Jelezniakoff, alla testa del suo distaccamento, entrò nella sala delle deliberazioni, si avvicinò alla tribuna presidenziale e disse al presidente (il socialista rivoluzionario di destra Tchernov): “ Togliete la seduta, per piacere, i miei uomini sono stanchi ! “ Sbalordito, indignato, il presidente protestò. “ Io vi dico che il corpo di guardia è stanco, insisté Jelezniakoff, minaccioso.  Vi prego di abbandonare la sala delle sedute. E  poi ne abbiamo abbastanza di queste chiacchiere inconcludenti ! Avete ciarlato abbastanza ! Uscite ! “ . L’ Assemblea  obbedì. Il governo bolscevico approfittò dell' incidente per occupare militarmente la sede della Costituente e pubblicare, l'indomani, il decreto di scioglimento“ (  in Volin, La rivoluzione sconosciuta )
Bibliografia: in Volin , La rivoluzione sconosciuta , La nuova  sinistra. Samonà e Savelli,   p. 133.  Cfr.  Alexandre Skirda , Kronstadt 1921. Prolètariat contre dictature communisteEditions de Paris Max Chaleil, 2012 p. 26 che , a differenza di Volin, commenta, se ho capito bene, negativamente questa azione definendola "stupida e bassamente poliziesca “e compiuta da  Jezleniakoff con una certa “reticenza“  in base  ad “un ordine scritto da Lenin”. La generale avversione degli anarchici  nei confronti dell’ Assemblea Costituente era, comunque, stata più volte espressa, già nell'ottobre, novembre e dicembre del 1917 in vari articoli pubblicati sul settimanale anarchico di Pietrogrado, Golos Trouda,  con dovizia di argomenti, cfr. Volin , La rivoluzione sconosciuta ,op. cit . pp. 126-131 e in due brani, uno di un certo Restev e l’ altro di Iosip Bleikhman citati in  Paul Avrich, Gli anarchici nella rivoluzione russa, La  Salamandra, 1976, pp. 126-128.

Dopo la rivoluzione di  ottobre  e  durante le guerre contro i bianchi,  i rapporti tra  Zhelezniakov e l’Armata Rossa, comandata da Trotzky, furono spesso conflittuali (primo brano)
Brano da commentare :  Durante la guerra  civile Zheleniaskov  combatté nell’ Armata Rossa come comandante di una flottiglia e più tardi di un treno armato. Egli prese parte  nelle cruciali campagne contro i cosacchi del Don guidati dall’  Atamano Kaledin e  contro i generali Krasnov e Denikin.  Quando Trotzky riorganizzò l’ Armata Rossa mettendo ufficiali zaristi in posizioni  di alta autorità e abolendo il  sistema di auto-governo tra i soldati  ( =nella truppa) . Zhelezniakov protestò vigorosamente  come fecero anche altri rivoluzionari che si opposero al ritorno dei vecchi metodi militari. Per questo i Bolscevici lo dichiararono fuorilegge,  così come fuorilegge furono le  Guardie nere a Mosca e Makhno in Ucraina. (  Capitolo  sesto di Anarchist portraits di Paul Avrich )
Bibliografia: Zhezniakov Anatoli , in Paul Avrich,  Anarchist Portaits, Princeton University Press, 1988 in https://libcom.or/library/zhelizniakov-biography-avrich-1917.  (traduzione italiana mia). In questo capitolo si trova anche una poesia  (tradotta in inglese)  di Anatoli Zhelezniakov, pubblicata per la prima volta nel 1923 sul giornale sovietico  Krasny Flot ( Flotta rossa) e ripubblicata nel 1970 in una antologia letteraria  DenPoezii    ( Il giorno della poesia). Sarebbe, a mio parere, una buona cosa se qualcuno che sapesse l’inglese la traducesse in italiano.                                     

Anatoly Zheleniazkov continuò comunque a combattere , servendosi di un treno corazzato, contro i bianchi . Per le gloriose  imprese  di Zhelezniakov sulle sue truppe, il generale bianco Denikin pose sulla sua testa ben 400.000 rubli e i bolscevichi , ad ogni sua vittoria, cercavano di ingraziarselo e di condurlo dalla loro parte.  Nel 1919nella battaglia di Ekaterinoslav Zhelezniakov morì combattendo e da quel momento i Bolscevichi lo considerarono pubblicamente un loro “eroe” e  “un martire del popolo”.  Gli furono fatti funerali in grande pompa e fu eretta una sua statua nella città di Kronstadt senza mai fare menzione delle sue idee anarchiche e  delle accuse di banditismo  che gli avevano mosso appena un anno prima. Il definitivo  mutamento di opinione da parte dei bolscevichi nei confronti di Zhelezniakov è stato così descritto dal suo compagno "di fede" Volin.    (cfr. brano)
Brano da commentare: “… Al momento della morte, Jelezniakoff (ferito mortalmente durante un combattimento contro i “bianchi” nel Mezzogiorno.) secondo il racconto fatto dai bolscevichi, in una nota apparsa sulle  Izvestia , avrebbe dichiarato sul suo letto di morte di essere d’accordo con il bolscevismo. Da allora, costoro, dicono addirittura che egli era stato sempre bolscevico. Tutto ciò è falso. L’autore di queste linee e altri compagni di fede, hanno conosciuto  Jelezniakoff intimamente. Lasciando Pietrogrado per il fronte, nel prendere commiato da me e sapendo che, in quanto anarchico, poteva aspettarsi tutto da parte dei bolscevichi, egli mi  dichiarò testualmente: “ Qualunque cosa accada, qualunque cosa possa raccontarsi su di me, sappi bene che io sono anarchico, che mi batterò come anarchico, e che se tale è il mio destino, morirò da anarchico e mi affidò il compito di demolire, se del caso,  le menzogne dei bolscevichi. Io compio qui il mio dovere” (Volin, La rivoluzione sconosciuta..)
Bibliografia:  Volin , La rivoluzione sconosciuta,  Edizioni Samonà e Savelli, 1970 , ristampa  edizioni RL 1950,  p. 132 nota n. 1
     
NESTOR KALANDARISHVILLI
    
NESTOR KALANDARISHVILLI (1876-1922) noto anche  con il soprannome di « Nonno siberiano»  a causa, sembra,  della sua fluente barba. Nacque da una famiglia nobile impoverita a Shemokmedi, un villaggio della Georgia. Nel 1903   frequentò i socialisti rivoluzionari ma poi, dopo alcune altre esperienze politiche in partiti di tendenza autoritaria si avvicinò alle idee comuniste anarchiche. Durante la rivoluzione del 1905 partecipò ad azioni di espropri contro proprietari terrieri  e di guerriglia contro le spedizioni punitive  zariste.   Lavorò come attore del teatro Kutaisi, di cui si serviva, tra l’altro,  come copertura per sfuggire alle indagini della polizia zarista, il che non sempre gli riuscì.  Più volte , infatti fu condannato al carcere o ai lavori forzati. Partecipò attivamente  alla rivoluzione di febbraio e a quella di ottobre nel  1917 e fu tra i primi ad organizzare una divisione di cavalleria anarco-comunista  nella Siberia Orientale contro   le guardie bianche sostenute dalle potenze occidentali. Dopo un incontro con Lenin , sollecitato dallo stesso capo del partito comunista, Kalandarisilli accettò nel 1921 di essere integrato nell  l’esercito bolscevico in cambio di armi e munizioni, e, dopo breve tempo,  ottenne il comando supremo dell’esercito rosso in Siberia e in Mongolia  . Dopo la sua morte in combattimento contro  le guardie bianche, avvenuta nel 1922 il partito  bolscevico si gloriò di lui  dedicandogli, al pari di  un altro comandante anarchico, ANATOLI JELEZNAKO, strade e fattorie collettive in suo nome.  Non mancano però versioni  che addebitroano la sua morte agli stessi  bolscevichi che, sentendo ormai prossima la fine della guerra civile e  non avendo più bisogno delle sua grandi capacità militari, decisero che fosse meglio sbarazzarsi di  Kalandarishvillli,  la cui sincerità della sua conversione al bolscevismo, era,   a causa del suo passato anarchico rivoluzionario, ritenuta alquanto dubbia.

Non avendo trovato nessun brano direttamente attribuibile a Nestor Kalandarishvilli, mi limito qui a riferire un aneddoto che indirettamente lo riguarda. (cfr. brano)

Brano da commentare:  … « Quindi Kalandarishvilli stesso parlò allo scrittore IM Novokshonov di un partigiano mongolo ( catturato in seguito  dalle truppe dell’ammiraglio Kolciak) che era un diretto discendente di Gengis Khan. Sotto l’influenza di questa storia Novokshonov scrisse il romanzo « Il discendente di Gengis Khan», che parla del giovane mongolo che si unì alla divisione di Kalandarishvilli, influenzato dalle storie del comandante su una nuova vita libera. Basato sulla storia del 1928, il regista V. Pudovkin realizzò l’omonimo film. « ( V. Damier, K. Limanov, Anarchists and left radicals in Mongolia …)
 Bibliografia: V. Daumier, K. Limanov Anarchici e radicali di sinistra in Mongolia e Tuva , (2010-1920)  nota n. 13  in https://ozoutback.com.au/Mongolia/arkhangai/index.html


In Italia  il celebre film di Pudovkin, Il discendente di Gengis Khan è noto anche con il titolo « Tempeste sull’Asia ) ed è, per quanto ne so io, facilmente rintracciabile su Youtube.  Sembra inoltre che in Russia la fama di Nestor Kalandarishvilli sia tornata alla ribalta, dopo un lungo periodo di oblio, anche  grazie a un film « Nonno Siberiano «  girato nel 1973 (cfr. « Testoterone , Grand-père sibérien » de l’anarchie russe: le héros oublié de la guerre civile in https://baumannjoelnachshon.wordpress.com › grand... )

 
                                                                                    




 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
                                                                

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