sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: , GLI " HOBOS"; BOX-CAR BERTHA (1906 -?) ; BEN REITMAN ( 1879-1943)


                                             

                                                           
ACCAMPAMENTO (jUNGLE )HOBO: SORELLE E FRATELLI DELLA STRADA INTORNO A UN FUOCO

 Un fenomeno tipicamente americano , apparso verso la fine dell’ottocento  fu quello dei cosiddetti “hobos” ( il nome sembra che derivi o da “hoe-boy= . bracciante o  dal saluto Ho-boy  o ad altro ancora ) , che dette vita  a una particolare  “cultura” e  uno“stile di vita”  , sotto molti aspetti, libertari.  Di fatto numerosi furono, , tra gli hobos , gli attivisti ( wooblies)  dell’ Industrial Workers of tyhe World  (cfr. brano )
Brano da commentare: “ Fino dalla seconda metà dell’Ottocento, le schiere di vagabondi per le strade e le ferrovie d’ America sono gli emigranti che arrivano in cerca di  fortuna e non la trovano. Sono i braccianti stagionali che si muovono da Nord a Sud seguendo la stagione dei raccolti. Sono i manovali e gli operai che seguono l’espansione delle strade e delle ferrovie a mano a mano che la frontiera si  avvicina al Pacifico. La ferrovia fornisce alla cultura americana un catalizzatore al quale si coagula la visione epica di progresso e di nuova libertà nella conquista degli spazi immensi del paese […]  Il fischio del treno, il suo ansimare accelerato, l’effetto elettrizzante della sirena nella notte sono stati imitati da infiniti banjos, violini, armoniche a bocca, di neri e di bianchi […]  Dove c’è la ferrovia, lì c’è lo hobo. Dove c’è un treno, dove ci sono i binari, una stazione, lì sono i vagabondi aggrappati ai vagoni, o in attesa dietro una curva per prendere il treno in corsa quando rallenta. Si aggrappano ai bagagliai, montano sui treni tra una carrozza e l’altra, o si distendono sugli assali sotto i vagoni. Aggrappati a tutte le sporgenze possibili, sferzati dal vento, dal fumo, dalla pioggia, gli hobos rischiano la vita in ogni momento per arrivare fino al nuovo lavoro , alla nuova destinazione. Così, la figura  dello  hobo col sacco per dormire arrotolato in spalla, i vecchi abiti sporchi e rattoppati, i barattoli per bere e per scaldarci la minestra, diventa un elemento del paesaggio alla periferia delle città americane. I vagabondi si ritrovano in grandi accampamenti che chiamano  jungles , “ giungle” , ammassi provvisori di ricoveri di fortuna, fatti di casette, scatole di latta, fogli di incerata, qualunque cosa che possa servire a coprirsi. […] La jungle è un accampamento di fortuna, ma anche punto di aggregazione, socializzazione, formazione di coscienza. […] Lo hobo errante, il bum che chiede l’elemosina diventano simbolo di rottura con il perbenismo puritano […]  E’ una sfida al conformismo, ma è anche la cattiva coscienza dell’America per bene, la povertà che da un momento all’altro può bussare alla porta e ricordare che la tanto esaltata mobilità sociale è anche mobilità verso il basso. L’ironia che lo hobo sa esprimere sulla sua vita miserabile lo rende ancora più odioso e pericoloso per chi vede nel suo rifiuto del lavoro come schiavitù salariale lo smascheramento dell’ideologia americana sul valore nobilitante del lavoro manuale. Perciò gli hobos sono nemici pubblici . […] “Meglio rosso che morto”  dicevano i giovani vagabondi; un sociologo che visse tra loro li trovò caratterizzati da una “forte disaffezione” nei confronti del patriottismo, del benessere, del successo. E il sindacalismo rivoluzionario degli  Industrial Workers of the World aveva individuato negli hobos e nei lavoratori stagionali un potenziale di rabbia e di lotta che era stato volutamente tagliato fuori dal sindacalismo collaborazionista delle trade-unions riconosciute.”( Alessandro Portelli, Woody Gutrie e la cultura popolare americana)
Bibliografia:  Alessandro Portelli, Woody Guthrie e la cultura popolare americana , Sapere 2000,  (1990) pp. 41 -42- 43-45-46-47 
                                                                                 
JOE HILL

Ai vagabondi JOE HILL che era anche lui un “hobo”, il che tra l’altro influì molto sulla sua condanna a morte, dedicò una canzone tanto ironica quanto sferzante sull’ ’atteggiamento assunto nei confronti del vagabondaggio in terra, in cielo e persino all’inferno (cfr. canzone da commentare)
Canzone da commentare: “ Se volete starmi ad ascoltare / la storia vi voglio raccontare / del tipo che era senza un soldo  ma che si dava da fare ; /  non era il tipo che si tira indietro , / ce la metteva tutta a cercar lavoro / ma in ogni posto la stessa vecchia storia gli toccava di sentire . /  (ritornello) Vagabondo, vagabondo , vagabondo, continua a vagabondare, /  per te non c’è niente da fare. / Se di girare qui intorno non la fai finita / ti ritrovi con la palla e la catena per il resto della vita / continua a vagabondare , perché è la cosa migliore che tu possa fare / Cominciò a camminare su e giù per le strade come un disperato / finché le suole delle scarpe non ebbe consumato; / in una casa spiò una signora che cucinava lo stufato / “ Buon giorno come va? Posso essere di aiuto? Le taglio della legna, vi può forse servire? “ Quello che la signora gli rispose lo rese triste da morire . /  (ripetere il ritornello) Nella strada di fronte stava appeso un cartello  / “ Lavora per Gesù “ “ Ci provò senza fallo” / Il pavimento si mise a strofinare / fino a quando i ginocchi non gli fecero molto male, / ma all’ora di pranzo sentì il predicatore gridare: (ripetere il ritornello )  / Lungo la strada incontrò un poliziotto / che lo ferma e gli chiede guardandolo di brutto : / “ Quando’ è che in città ti sei deciso a spuntare ? / Dal giudice mi devi accompagnare “ / Il giudice disse: “ Che stupida faccenda /  non c’è proprio bisogno che vagabondi squattrinati / vengano qui a piantare la tenda “/  (ripetere il ritornello) Finalmente arrivò il giorno / di trapassare all’altro mondo / di andare in paradiso da morto era sicuro / Quando arrivò al cancello di madreperla puro / San Pietro , il vecchio avaro con fare truce / gli sbatté il cancello in faccia e gridò ad alta voce : / (ripetere il ritornello)  / All’inferno se ne andò disperato / chiedendo al diavolo di essere ospitato / perché non aveva nessun altro posto dove andare / Disse: “Sono un grande peccatore “ / per l’amor di Dio, fammi entrare! “ Ma il diavolo disse :  “Vattene, per i vagabondi non c’è posto neanche ad ore “ (ripetere il ritornello). ( Joe Hill, Il vagabondo)
Bibliografia:  Gibbs M. Smith, Joe Hill, la vita (leggendaria) e le canzoni (rivoluzionarie) del “primo eroe popolare del ventesimo secolo., La Salamandra, 1978, pp. 313-314

                                                                                 
TRENO VERSO LA GLORIA


Tra i principali mezzi di comunicazione della contro-cultura "hobo" bisogna considerare in modo particolare le canzoni di lotta ,  tra cui le più note , in Europa, sono quelle di Joe Hill e di Woody . Un  significato  particolarmente simbolico di rottura con il sistema dominante  fu assunto dal treno-merci,  adottato dai vagabondi come il principale mezzo di trasporto per i loro "viaggi clandestini". (cfr. brani)
Canzoni da commentare: 1)    Dalle Montagne Rocciose del Canada alle pianure del Messico / Le città, le campagne o a qualsiasi altro luogo in cui possiate andare / Tra il vento e la tempesta, il sole, la neve e la pioggia /  Il treno dei braccianti e dei lavoratori arriva fischiando attraverso il paese / Senti come tintinna, romba e ruggisce / Sta correndo attraverso il New England fino alle spiagge del Pacifico / E’ da parecchio che lo stiamo aspettando , e ora sta fischiando  dietro la curva / il treno dei braccianti e dei lavoratori corre fin dentro il Congresso. / Ci sono taglialegna e camionisti e marinai che arrivano dal mare / Giovani agricoltori dal Texas e dalle colline del Tennessee / Ci sono minatori dal Kentucky, pescatori dal Maine. /  Tutti i lavoratori di questo paese viaggiano su questo treno  dei braccianti e dei lavoratori /  Ci sono magazzinieri, camionisti e ragazzi che guidano le ruspe / Uomini che lavorano nelle acciaierie, nelle fornaci e nelle miniere / Attraverso le fabbriche fumose delle città, sulle pianure infuocate di polvere / E gli scompartimenti sono tutti affollati su questo treno dei braccianti e dei lavoratori / Senti come tintinna, , romba e ruggisce / Sta correndo attraverso il New England fino alle spiagge del Pacifico / E’ da parecchio che lo stiamo aspettando, e ora  sta fischiando dietro la curva  / Il treno dei braccianti e dei lavoratori corre fin dentro il congresso. / C’ è gente d’ ogni razza e colore e viaggiano tutti fianco a fianco / In mezzo alle paludi della Louisiana e attraverso il Great Divide / Dai campi d’avena e i frutteti fino alle praterie col bestiame al pascolo / Viaggiano verso la vittoria su questo treno dei braccianti e dei lavoratori / Questo treno è arrivato fino a Washington in un bel giorno gioioso / E quando è entrato sbuffando in stazione si sentiva la gente che diceva: /  “Ecco il treno speciale dei braccianti e dei lavoratori , è pieno di uomini del sindacato / Diretti alla Casa Bianca su questo treno dei braccianti e dei lavoratori “ ( Il treno dei braccianti e dei lavoratori ( (The  Farmer-Labor Train) ; 2) “ Questo treno va dritto verso la gloria, questo treno (due volte) / Questo treno va diritto verso la gloria / trasporta soltanto i giusti e i devoti / Questo treno va diritto verso la gloria, questo treno / Questo treno non trasporta speculatori, questo treno  (due volte) / Questo treno non trasporta speculatori / Neppure imbroglioni, o ladri o pezzi grossi a zonzo / Questo treno va diritto verso la gloria /  Questo treno non trasporta bugiardi, questo treno (due volte) Questo treno non trasporta bugiardi / E’ un treno affusolato che vola nella notte / Questo treno non trasporta bugiardi, questo treno / Questo treno non trasporta ubriaconi, questo treno  (due volte) Questo treno non trasporta  ubriaconi / Neppure gentaglia da due soldi, o piccoli truffatori / Questo treno non trasporta ubriaconi / Questo treno non trasporta imbroglioni , questo treno / (due volte) Neppure affaristi senza scrupoli o gente poco affidabile / Questo treno non trasporta imbroglioni , questo treno / Questo treno non trasporta ladri, questo treno (due volte) Questo treno non trasporta ladri / Oppure prostitute, o uomini da marciapiede / Questo treno va dritto verso la gloria, questo treno.” ( Questo treno viaggia verso la gloria “.  ( This Train Is  Bound for  Glory)
Bibliografia : in  “Le canzoni di Woody Guthrie, Premessa di Nora Guthrie. A cura di Maurizio Bettelli. Testo originale a fronte, Feltrinelli, 2008 pp. 167-171 e pp. 300-303.
                                                                                        
WOODY GUTHRIE
Tra le tante canzoni di Guthrie che raccontano quella drammatica “odissea” mi limito a citare “ Non ho più una casa (in questo mondo) "
Canzone da commentare: “ Non ho più una casa  e mi trascino in giro / Sono solo un lavoratore migrante e vado di città in città / La polizia mi rende la vita difficile ovunque io vada / E io non ho più una casa in questo mondo / I miei fratelli e le mie sorelle sono in balia di questa strada / Una strada rovente e polverosa che è già stata calpestata da milioni di piedi / Un tizio pieno di soldi si è preso la mia casa e mi ha sbattuto fuori / E io non ho più una casa in questo mondo / Facevo il mezzadro, ma ero sempre senza soldi / Mia moglie non ha retto ed è morta sul pavimento della baracca / E io non ho più una casa in questo mondo . / Se mi guardo intorno, ora, posso ben vedere / Che questo mondo è veramente un posto grande e buffo in cui viuvere / Dove chi gioca d’azzardo è ricco e chi lavora è povero / E io non ho più una casa in questo mondo “  ( Non ho più una casa in questo mondo  ( i  Ain’t Got No Home ( In This World Anymore)
 Bibliografia : “Le canzoni di Woody Guthrie, Premessa di Nora Guthrie. A cura di Maurizio Bettelli. Testo originale a fronte, Feltrinelli, 2008 pp. 85-87
 
BEN REITMAN  E BOX-CART BERTHA

Per quanto infine riguarda gli hobos  e in particolare quelli impegnati  socialmente  e politicamente si è spesso trascurato di parlare  delle  sister of road “ cioè quelle vagabonde americane  che diversamente motivate  scelsero anche esse  la vita libera  sulla strada ferrata.  Esemplare in questo senso è stata la vita di BERTHA THOMPSON  detta  Boxcar  ( carro merci coperto o secondo alcuni aperto)  Bertha, le cui memorie furono pubblicate nel 1937  dal dottore  BEN REITMAN ( 1879- 1943). Bertha era figlia di una delle prime “sister of road”, nota col sopranome di " mamma Thompson , e  di  Moses Thompson attivista politico  , abolizionista e promotore   dei  primi movimenti a favore delle donne e  del controllo delle nascite.  Bertha visse la sua infanzia  e l’adolescenza  insieme alla madre e ai suoi  quattro fratelli , tutti di padre diverso,  nella Colonia di Little Rock nell’ Arkansas e fu  educata  ed istruita sulla base dei metodi adottati nella scuola moderna di Francisco Ferrer.  (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Non credo che svolgessimo un programma regolare in quella scuola, anche se ci facevano leggere  e scrivere e ci insegnavano l’aritmetica e l’ortografia. Soprattutto imparavamo qualche cosa sulle incoerenze della religione, sui sistemi di governo, sulla classe operaia e sull’economia. Ci insegnavano che il sistema capitalista è sbagliato e che la gente è povera perché è sfruttata e non può godere appieno dei frutti del suo lavoro.  Ci spiegavano anche che il governo difende la proprietà privata dei ricchi e che senza un governo e senza la violenza i ricchi non potrebbero esistere. Imparavamo anche la dignità del lavoro e sentivamo la necessità di prepararci a vivere in una società libera e cooperativa.  A quanto ricordo, come libri di testo avevamo soltanto Notizie da nessun luogo di William Morris, L'anima dell'uomo sotto il Socialismo di Oscar Wilde, Lavoro di Emile Zola e le poesie di Walt Whitman. Ogni giorno dovevamo leggere una delle poesie di Whitman. ....” ( Boxcar  Bertha , autobiografia
Bibliografia: Bertha Thonmpson, Box-Car Bertha. Autobiografia di una vagabonda americana, Giunti 1986, p. 14
Verso i 17 anni  Bertha iniziò la sua  avventurosa e intensa vita di vagabondaggio in cui fu, secondo  le occasioni che si presentavano , ladra, prostituta, inserviente di laboratorio medico conferenziera nei Congressi delle donne hobo , segretaria  della “Unemployed Women’s Education Association”, assistente sociale e collaboratrice del " National Research Council ecc. ecc.  Nel suo libro, oltre alla propria esperienza personale, riferisce anche quella  di tante altre sue compagne di strada, che tra gli anni che vanno dall'inizio del secolo sino agli anni trenta/quaranta, crebbero notevolmente di numero e di influenza sul mondo, prevalentemente maschile,  degli hobos e sulla loro cultura: hoboemia. (cfr. brano) 
 Brano da commentare:  "  ..." L'altro giorno ho letto un articolo in cui si diceva
che oggi [ nota mia: 1937 circa] le donne vagabonde sono molte di più , addirittura una ogni venti uomini. Non so quante fossero in percentuale all'epoca in cui ero ragazza, ma ho un ricordo molto vivo di alcune di loro, forse proprio perché erano poche. Quest' anno ho sentito un discorso di Harry  Hopkins, amministratore dell' Assistenza  pubblica. Diceva che negli Stati Uniti ci sono seimilaottocento donne senza fissa dimora. E' un dato fornito dai ricoveri e dagli uffici governativi che si occupano dei vagabondi. Ma in realtà le donne che viaggiano liberamente per tutto il paese, con l'autostop, sui treni merci e per le strade, devono essere almeno il doppio. Ciò significa che "le sorelle della strada" come ci chiamano gli uomini, sono circa tredicimila seicento. Non c'è da stupirsi che si scrivano libri su di noi! ( Boxcar  Bertha , autobiografia
Bibliografia: Bertha Thonmpson, Box-Car Bertha. Autobiografia di una vagabonda americana, Giunti 1986, p. 4
  Interessante è, tra l'altro,  l’ultima parte del suo libro ,  in cui, grazie  alla sua esperienza come collaboratrice  del  “National  Research Council”,  Box-car Bertha,  fornisce  un accurata indagine basata su dati statistici  sulle cause del vagabondaggio femminile e sulla tipologia delle  sister on road, da cui mi limito a citare due brani.
Brano da commentare: 1)   Perché si diventa sorelle della strada ? La causa principale del vagabondaggio e dell’emarginazione sociale è di natura economica.  Un fattore di primaria importanza è la salute […] Altri motivi  per i quali le donne si danno al vagabondaggio: a) per sfuggire alla realtà: alla povertà, allo squallore, a un ambiente sgradevole ;  b) per liberarsi della disciplina imposta da genitori e familiari; c) per sfuggire a mariti, amanti, ammiratori; d) perché in casa non riescono a esprimersi; e) la religione: per andare “ in cerca di Dio”; f)  per procurarsi vestiti nuovi e  più belli (calze di seta! Quali tragedie si sono compiute a causa vostra!); g) il clima e il tempo atmosferico, la monotonia della natura;  h) l’odio per la fattoria, il borgo, la città;  i) libertà e avventura; j) romanticismo (per trovare amanti e un marito; k) per fare esperienza; l) “un posto al sole”; m) per andare a trovare familiari e parenti; n) “tira re molla”: qualcosa che le spinge ad andare via, e qualcosa che le chiama, le attira, le seduce.   2) “ Da quando con l’avvento del New Deal, il governo ha acquisito una maggiore sensibilità sociale e si è umanizzato, la letteratura sociologica, si è arricchita di termini nuovi: Transitorie: Sono le sorelle della strada che si rivolgono alle organizzazioni  governative per ricevere assistenza, ma che hanno la residenza in un altro Stato o in un’altra contea.  Migranti: Si dicono migranti quei lavoratori che viaggiano lungo e in largo per il paese, cercando un’ occupazione per guadagnarsi onestamente da vivere. Sono quelli che un tempo venivano chiamati hoboProfughe: le profughe sono donne che hanno dovuto abbandonare le loro case per colpa della  siccità, di inondazioni o di altre catastrofi indipendenti dalla volontà della loro famiglia o comunità. La siccità e le  inondazioni che negli ultimi tempi hanno colpito rispettivamente gli stati dell’ Ovest e dell’ Est hanno spinto sulla strada migliaia di donne. “ ( Nuovi tipi di sorelle della strada : transitorie, migranti, profughe)
Bibliografia: Bertha Thonmpson, Box-Car Bertha. Autobiografia di una vagabonda americana, Giunti, 1986 (primo brano) pp. 239 e 241, (secondo brano) p. 262

Alcuni, tra cui Barry Pateman, curatore dell' Archivio "Emma Goldman ", dicono che  Ben Reitman oltre ad avere pubblicato il libro ne  fosse anche  l’autore  e che si ispirò nel costruire il personaggio di Box-Car Bertha  al carattere e alle esperienze di ben tre distinte  sister of road ".  (cfr. brano)

Brano da commentare: “ Hemos de seňalar que Bertha Thompson es una amalgama de el menos tre mujeres a las  que Ben Reitman conoci . Sobre todo , parece haber tenido como modelo a una tal Retta Toble, que fue su amante durante algunos meses y su amiga durante algunos aňos. Reitman la describe comojoven, hermosa, bromista “ . […] Aunque  escrita como una autobiografia histrica, Boxcar Bertha es, por supuesto,  mucho más que eso. Se trata igualmente del destilado de centenares y centenares de conversaciones mantenidas en bares, burdeles, trenes de mercancias y cárceles, asi como en su propia consulta. En cierto modo, el libro es también la autobiografia que el  proprio Ben nunca llev a término. Los acontecimientos de su vida reflejan los de Bertha de forma demasiado fácil como para que sea una simple coincidencia ficticia, lo qual no supone démerito alguno para la obra. […] Tal vez esos  personajes desesperados, condenados al exilio, encarcelados, torturados o asesinados por su creenciasno hayan existido realmente, pero son representaciones ficticias de miliones que si existieron. . Sus experiencias son tan verdaderas  como cualquier libro de historia… Y lo mismo pasa con Boxar Bertha. Quando lo leemos , vivimos, por mediacin de la vida de  Bertha, la historia des miles y miles que si levaron una vida como la suya, que vijaron, lucharon y dejaron que la experiencia les enseňase lo que tenian que hacer. Impulsada, al igual que Reitman, por su proprio anhelo de experimentar todas les emociones y pasiones de la vida,  Bertha se yergue como un simbol de humanidad.  …”  (Sobre Ben Reitman y Boxcar Bertha – Barry Pateman – Emma Goldman Archive
Bibliografia :Ho tentato prevalentemente, per uso personale, una mia approssimativa traduzione in italiano del testo trovato su internet : amputaciones.blogspot.com/.../sobre-ben-reitman-y-boxcar-bert : “ Segnaliamo che  Bertha Thompson  è un  amalgama di almeno tre donne che Ben conobbe..   Sopra tutto,sembra che egli abbia assunto come modello una  certa Retta Toble, che fu la sua amante durante alcuni mesi e sua amica per alcuni anni. Reitman la descrive come,” giovane, graziosa, e  burlona . I suoi  genitori erano radicali e tenevano un allevamento di pecore nel Dakota del Sud. Anche  se scritta come una autobiografia storica BoXcar Bertha , è certamente molto più di questo.  Si tratta  del concentrato di centinaia e centinaia di conversazioni tenute nei bar, bordelli, treni merci e carceri, raccolte personalmente ( en su propria consulta).  In qualche modo il libro è anche l’autobiografia che lo stesso Ben mai condusse a termine.  Gli eventi della sua vita riflettevano  quelli di Bertha in forma molto semplice  come se fosse  una semplice coincidenza fittizia che non comportava  alcun demerito all’opera..Quando leggiamo Il caso Tulayev di Victor Serge sappiamo che esso è tanto veritiero quanto ogni altro  fatto storico. Probabilmente questi personaggi disperati, condannati all’esilio, incarcerati, torturati o assassinati  per le loro opinioni non sono realmente esistiti,  però sono  rappresentazioni fittizie di milioni di persone realmente esistite. .Le loro esperienze sono tanto veritiere quanto qualunque libro di storia. …. E lo stesso avviene con Boxcar Bertha  . Quando lo leggiamo, viviamo, attraverso la  vita di Berta., la storia di migliaia e migliaia di persone che hanno condotto  una vita come la sua, che lottarono e lasciarono  che l’esperienza gli insegnasse  ciò che dovevano fare. Spinta, al pari di  Reitman, dal proprio  desiderio, di sperimentare tutte le emozioni e passioni della vita, Bertha si  eleva (vergue ) a simbolo dell’ umanità.” …l




   Nell’edizione italiana (già citata) di questo libro  non  ho trovato nessun accenno a Ben Reitman. Inoltre se si ritiene autentica una foto di Boxcar Bertha trovata su Internet ( cfr. kero-entierradenadie.blogspot.com/2014/10/boxcar-bertha.html ) non vi possono essere dubbi sulla  reale esistenza di questa "sister of the road", che, da quanto si deduce dal libro era nata nei primi anni del secolo ( tra il 1905 e il 1906) e al momento della pubblicazione del libro (1937) doveva avere 31 anni circa.  Comunque chiunque sia l'autore o l' autrice di questo libro è certo che i rapporti  tra la cultura e lo stile di vita  hobo e Ben Reitman erano molto stretti tanto da  essere notoriamente conosciuto come "re degli hobos "-  Titolo ben meritato se si pensa che dall'età di dodici anni (alcuni dicono : dieci) vagabondò , passando da treno in treno, da  un luogo all'altro degli Stati Uniti e poi lavorando, prima di diventare medico, su una nave a vapore, che approdò in vari porti dell'Europa e dell'Africa.  Di se stesso diceva :
“ Sono americano di origine, ebreo per nascita, battezzato per  adozione, professore e medico di professione, cosmopolita per scelta, socialista per inclinazione, celebre per  caso, vagabondo per il peso di vent’anni di esperienza e riformatore per ispirazione. “

Bibliografia: in www.pepitas.net/autor/ben-reitman (traduzione italiana mia da verificare)
  
 
BEN REITMAN E EMMA GOLDMAN

  Di questo eccentrico riformatore sociale  famoso in America per la sua gratuita assistenza come medico , ai poveri, ai senza tetto, prostitute ecc. , nonché per le sue lotte per il controllo delle nascite e per il “libero amore, che gli provocarono arresti, incarceramenti  e  violentissime aggressioni da parte di “vigilantes” e di “benpensanti”, cito alcune osservazioni rievocate da Emma Goldman nella sua autobiografia  sulle forti emozioni avute durante il suo primo incontro con lui. (cfr. brano)                                                             
Brano da commentare: “ Quando avevo quasi deposto  ogni speranza di riuscire a parlare a Chicago, Becky Yampolskij annunciò che il dottor Ben L. Reitman ci offriva un locale , un negozio vuoto che lui stesso utilizzava per le riunioni dei disoccupati. […] Secondo i resoconti dei giornali di Chicago, Ben Reitman era l’uomo che aveva guidato la marcia dei disoccupati di quella città, ed era stato picchiato dalla polizia insieme ai dimostranti. Ero curiosa di conoscerlo. Venne a trovarmi quel pomeriggio stesso: portava un cappellone nero da cowboy, una cravatta di seta morbida e un enorme bastone da passeggio, che gli conferivano un aspetto esotico , pittoresco. “ Ecco dunque la famosa donnina, Emma Goldman, “ esordì nel vedermi ; “ avevo sempre desiderato conoscervi  “ […] Ben era un uomo alto, con una bella testa coperta da una massa di capelli neri e ricciuti, che evidentemente non venivano lavati  molto spesso. Aveva grandi occhi bruni, da sognatore, e quando sorrideva le labbra piene e sensuali si dischiudevano a mostrare magnifici denti. Insomma, emanava un certo fascino, come uno splendido animale. Ma quello che più mi attraeva in lui erano le mani, che aveva lunghe e bianche. Le unghie, come i capelli, sembravano non avere troppa familiarità con sapone e spazzolino. Eppure c'era qualcosa di irresistibile in quelle mani, una strana concentrazione di dolcezza e di energia e non riuscivo a distorgliene gli occhi ….” ( Emma Goldman, Vivendo la mia vita) 
Bibliografia Emma Goldman, Vivendo la mia vita 1908-1917, volume III, La Salamandra , 1985 p. 24 .

La loro   appassionata relazione  durò, come è noto,  ben dieci anni,   con tanti alti e bassi, sino alla rottura definitiva nel 1917, quando Emma fu espulsa dagli Stati Uniti e deportata in Russia .  
BOX-CAR BERTHA CON UN " FRATELLO DELLA STRADA", AGGRAPPATI ALLA SCALETTA  DI UN TRENO  PRESO IN CORSA
  Dal libro  Box-Car Bertha è stato tratto  Il film 1929. Sterminateli senza pietà  del regista   Martin Scorsese (1972), in modo molto libero e  poco rappresentativo della cultura “ hobo” , in particolare  di quella delle “sister  of road”, come sottolinea Roberta Mazzanti nella sua nota introduttiva, all' edizione italiana di Box-car Bertha (cfr. brano).
Brano da commentare: "  L'autobiografia di Bertha viene utilizzata nel 1972  da un giovane regista italo-americano al suo esordio  , Martin Scorsese, per un film strutturato come una ballata on the road. Ma nonostante il titolo Box-Car Bertha  faccia pensare a un' opera dedicata soprattutto a lei e alle "sorelle della strada", Scorsese modifica la vicenda originale in maniera sostanziale: all'inizio del film la ragazza cresce con il padre ( del tutto assente invece nell'autobiografia, dove la madre è la figura fondamentale per l'educazione e lo sviluppo affettivo della piccola Bertha) per legarsi poi a un gruppo di emarginati composto da un sindacalista fuorilegge, un baro ebreo e un negro, con i quali fugge dai rappresentanti dell'ordine costituito fino alla tragica conclusione. Il personaggio principale del film diventa così il gruppo ribelle nel suo insieme [ nota mia: che nel libro non c'è] , dominato dal personaggio del sindacalista amante di Bertha: nel finale, la ragazza assiste impotente e disperata alla crocefissione del suo uomo su un vagone, compiuta dalle guardie al servizio dei  padroni della ferrovia. Questa scena sintetizza molto efficacemente la rappresentazione di Bertha che viene data nel film: quella di una donna sempre coinvolta e trascinata dalle vicende altrui, fino all'assoluta passività e sconfitta finale. La differenza con la felice conclusione dell'autobiografia è totale; non solo: dal film viene completamente omessa la dimensione più originale e interessante del testo della Thompson, quella della solidarietà che la lega alle "sorelle della strada "(  Nota critica di Roberta Mazzanti, Le sorelle della strada )
Bibliografia: in  Bertha Thompson, Box-Car Bertha. Autobiografia di una vagabonda americana, Giunti, 1986 p. XII


 Nota: Si vedano anche i post su JOE HILL  e su ANARCHICI AMERICANI 2 (tendenza operaista) e sulle lotte dell' IWW a sostegno delle operaie  (soprattutto emigrate)  che , sottoposte a uno sfruttamento e ad abusi persino superiori a quello subito dai loro colleghi maschi, lavoravano nelle fabbriche tessili , si veda il post  IL PANE E LE ROSE,SCIOPERO DI LAWRENCE -1912. 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento