GIOVANE BAKUNIN |
MICHAIL BAKUNIN ( 1814 -1876): figlio di un nobile russo, dopo avere invano tentato di adeguarsi alla vita mondana della gioventù aristocratica di Pietrogrado ed avere iniziato una carriera militare, decise a vent’anni di mutare radicalmente vita e dedicarsi allo studio delle scienze naturali . ( cfr. brano).
Brani
da commentare: 1)“ Ho
soppesato le mie disposizioni, i miei sentimenti, i miei gusti e credo di avere deciso del mio avvenire e
del la mia maniera di vivere. Non ho mai
avvertito grande predisposizione per la vita del grande mondo: mi ci
sentivo stupido e maldestro, non riuscendo a piazzare neanche una parola!
Tuttavia ho creduto che si trattasse
solo di mancanza d’abitudine: ho fatto un ultimo sforzo e ho deciso di
obbligarmi, ho frequentato il gran mondo, mi ci sono lanciato e cosa ho
trovato?P Un vuoto terribile. I divertimenti , i piaceri che trascinavano gli
altri mi sono sembrati insignificanti: la danza, i balli, questi apogei dei
divertimenti nei nostri giovani, questi ideali della loro immaginazione mi
hanno annoiato a morte e fin dal primo momento mi sono trovato così spaesato, così annullato che ho dovuto
rinunciare, ma l’ho fatto con gioia, ripromettendomi con entusiasmo di non
rientrarvi mai più. Occorreva cercare altro, bisognava riempire quel vuoto
che mi divorava: mi sono raccolto in me stesso, ho cercato di studiarmi e ho
infine trovato in me stesso di che riempirlo. […] Mi sono gettato nello studio, l’ho fatto con
passione, e non mi ci trovo male, mi sento cresciuto ai miei stessi occhi. Finora ho sempre vissuto solo
nell’esteriorità, ora voglio formarmi un essere interiore; prima volevo studiare solo per essere istruito
e senza altro scopo: ora invece studio con passione, poiché credo che la felicità sulla terra sia
solo nella scienza della natura. …. ( lettera di Bakunin alle sorelle il 26
gennaio del 1834).
Bibliografia: Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di
un riviluzionario, Zero in condotta,
2002, p. 31 e p. 32
Nei
primi anni ‘’40 Bakunin soggiornò in Germania
( prima a Berlino e poi a Dresda) dove venne in contatto con la sinistra hegeliana e gli ambienti rivoluzionari del tempo. (cfr. brano)
“ In
quel momento, la Germania era inondata di opuscoli, di giornali, di poesie
politiche e io divoravo tutto avidamente. E’ a quell’epoca che per la
prima volta sentii parlare del
comunismo; era stato pubblicato un libro intitolato : Die Sozialisten in
Frankreich di Stein, libro che aveva avuto una risonanza quasi altrettanto universale quanto in
precedenza l’opera di Strauss su La
vita di Gesù. Quel libro mi rivelò un nuovo universo in cui mi lanciai con
tutto l’ardore e la foga di un uomo assetato al punto di morirne. Credetti di assistere all’annunciazione di una nuova
grazia divina, di avere la rivelazione di una nuova religione della dignità,
dell’elevazione, della felicità, della liberazione di tutto il genere umano. Mi
misi a leggere le opere dei democratici e dei socialisti francesi e lessi
avidamente tutto ciò che riuscii a procurarmi a Dresda.. ( frammento tratto
dalla “confessione allo zar durante la sua prigionia nella fortezza “Pietro e
Paolo “ )
Bibliografia: Bakunin, Confessione, Preceduto da Bakunin, un grande nemico dell'ordine di Domenico Tarantini, Edizioni La Fiaccola, 1977 p. 30 . Cfr. anche Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di un riviluzionario, Zero in condotta, 2002, pp. 74-75
RICHARD WAGNER E MICHAIL BAKUNIN |
Nel 1949, dopo avere partecipato attivamente in diverse capitali europee, (tra cui Parigi, Praga ed altre) ai moti rivoluzionari del 1848, si recò a Dresda, dove, durante la rivolta, combatté sulle barricate insieme al musicista tedesco Richard Wagner, che anni più tardi, ricordando , nelle sue memorie, con dovizia di particolari, quelle giornate , si soffermò, tra l’ altro, sul suo primo incontro con il rivoluzionario russo. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Dresda 1849. Eppure provai una grande soddisfazione la domenica delle Palme del 1849. Per assicurarsi un buon incasso, l’orchestra aveva di nuovo scelto la nona Sinfonia di Beethoven e i musicisti si impegnarono al massimo perché l’esecuzione fosse impeccabile. Il pubblico ne testimoniò un entusiasmo sincero. Michail Bakunin, che si nascondeva alla polizia, aveva assistito in segreto alla prova generale; ma alla fine dell’audizione, era venuto senza timore verso di me presso l’orchestra esclamando che se ogni musica fosse stata condannata a sparire nella conflagrazione universale, dovevamo salvare quella sinfonia, anche a rischio della vita. Poche settimane dopo, sembrava davvero che la “conflagrazione universale” si accendesse nelle strade di Dresda e che Bakunin vi svolgesse la funzione di artificiere capo….” ( Ricordi su Bakunin di Richard Wagner scritti circa dodici anni dopo quell' avvenimento )
Bibliografia: Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di un rivoluzionario, Zero in condotta, 2002 p. 126
L’ importante ruolo svolto da Bakunin , durante la rivolta da Dresda, fu riconosciuto dallo stesso Engels, che, come è, noto, nutrì sempre una spiccata antipatia nei confronti del rivoluzionario russo. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ A Dresda la battaglia nelle strade durò quattro giorni. I piccoli borghesi di Dresda, “la guardia nazionale “ non solo non parteciparono a questa lotta, ma appoggiarono l’avanzata delle truppe contro gli insorti. Questi ultimi, al contrario, includevano quasi unicamente operai venuti dai quartieri industriali circostanti. Essi trovarono un capo abile e di sangue freddo nella persona del rifugiato russo Michail Bakunin, che fu fatto poi prigioniero e che è attualmente incarcerato nelle casematte di Munkàcs in Ungheria. Questa insurrezione fu schiacciata grazie all’intervento di un forte contingente di truppe prussiane” ( Friedrich Engels ( 1852)
Bibliografia: Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di un rivoluzionario, Zero in condotta, 2002 p. 126 p. 149. Per quanto riguarda il disaccordo politico di Engels nei confronti di Bakunin esso risale, verosimilmenter, già dal 1841, cfr . Arthur Lehning, Bakunin e gli altri, op. cit. p. 72
BAKUNIN PRIGIONIERO |
Arrestato dai prussiani Bakunin fu condannato a morte, ma per intervento diretto dello zar Nicola I venne estradato in Russia e rinchiuso nella famigerata fortezza di Pietro e Paolo a Pietroburgo . Condannato senza processo all’ergastolo , gli venne intimato, dopo due anni di carcere, di confessare i suoi delitti allo zar come se fosse un suo “padre spirituale”” e rimettersi alla sua clemenza. Dopo alcuni giorni di riflessione su tale proposta Bakunin accettò con la condizione di parlare solo di se stesso senza dire nulla che potesse coinvolgere altre persone oltre lui. (cfr. primo brano). E' noto come Nicola, indispettito da questa premessa di Bakunin, non restò affatto soddisfatto di quella confessione ( cfr. secondo brano)
Brani da commentare: 1) “ Vi supplico di non concedermi che due cose, Sire. Innanzitutto, di non dubitare della verità delle mie parole. Vi giuro che nessuna menzogna, nemmeno un millesimo di menzogna , uscirà dalla mia penna. In secondo luogo Vi supplico, Sire, di non esigere da me la confessione dei peccati altrui. Confessandosi, nessuno svela i peccati commessi dagli altri, ma i suoi propri. Dal mio completo naufragio non ho salvato che un solo bene: il mio onore, e la convinzione che in nessun luogo, né in Sassonia né in Austria, ho mai tradito , allo scopo di salvarmi o di mitigare la mia sorte. E se sapessi d’aver tradito la fiducia di qualcuno oppure rivelato una parola che mi fosse stata confidata imprudentemente, ne soffrirei più della tortura. Piuttosto che essere vile, preferisco essere ai vostri occhi, Sire, un criminale che merita il più duro castigo” … ( Bakunin Confessione ) ; 2) “ Con questo già distrugge tutta la mia fiducia; se sente tutta la gravità dei suoi peccati, solo una confessione completa e incondizionata può essere considerata una vera confessione “ (in margine di pugno dello zar Nicola I)
Bibliografia: Bakunin, Confessione preceduto da Bakunin , un grande nemico dell’ordine di Domenico Tarantini , Edizioni La Fiaccola, 1977, p. 27 (primo brano) e nota a p. 27 (secondo brano)
Dalla sua confessione traggo un brano, in cui Bakunin non ancora anarchico, rivela alcuni degli aspetti più singolari della sua personalità. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … C’ è sempre stato nella mia natura un difetto capitale: l’amore del fantastico, delle avventure straordinarie e inaudite, delle imprese dagli orizzonti illimitati e dei quali nessuno può prevedere il risultato. In un’esistenza ordinaria e calma soffocavo, mi sentivo a disagio. Gli uomini normalmente cercano la tranquillità e la considerano come il bene supremo; in quanto a me, mi metteva disperazione; il mio spirito era in continua agitazione, e voleva azione, movimento, vita. […] Questo bisogno, aggiunto dopo all’esaltazione democratica, è stato per così dire il mio unico impulso. Questa esaltazione può essere definita con poche parole: l’amore della libertà ed un odio invincibile per ogni oppressione, odio tanto più intenso quando questa oppressione riguardava altri e non me. Cercare la mia felicità nella felicità altrui, la mia dignità personale nella dignità del mio prossimo, essere libero nella libertà degli altri, ecco tutto il mio credo, l’aspirazione di tutta la mia vita. Consideravo come il più sacro dei doveri quello di rivoltarmi contro ogni oppressione, chiunque ne fosse l’autore o la vittima. C’è sempre stato in me molto di Don Chisciotte, non solo in politica, ma anche nella mia vita privata; non potevo vederte con occhio indifferente neppure la più piccola ingiustizia, ed a maggior ragione un’oppressione che grida vendetta. Molte volte, senza averne né la competenza né il diritto, mi sono senza riflettere, immischiato nei fatti altrui, ed ho commesso perciò nel corso di un’esistenza agitata ma vuota e inutile, non poche bestialità, ho avuto molte noie e mi sono fatto molti nemici, senza odiare nessuno. E’ questa, Sire, la vera chiave dei miei atti insensati, dei miei peccati e dei miei crimini. …” ( Michail Bakunin , Confessione)
Bibliografia: Bakunin, Confessione preceduto da Bakunin , un grande nemico dell’ordine di Domenico Tarantini , Edizioni La Fiaccola, 1977, p. 96-97
Data l'irritazione dello Zar in seguito alla cosiddetta "confessione" gli unici effetti di essa consistettero nel permesso di una visita del padre e della sorella Tatiana a Bakunin prima del suo trasferimento , nel 1854, nel carcere di Schlüsselburg, dove rimase sino al 1857 contraendo penose malattie tra cui lo scorbuto e la perdita di tutti i denti. Fu il successore di Nicola I, Alessandro II che nel 1857 mutò la condanna all’ergastolo nell’esilio a vita in Siberia.
GIUSEPPE GARIBALDI E MICHAIL BAKUNIN |
Nel 1861, Bakunin riuscì a fuggire dalla Siberia,e raggiungere, dopo un viaggio assai avventuroso passando per il Giappone e gli Stati Uniti, Londra e poi per più brevi soggiorni , anche altre città europee, ( tra cui Parigi, Stoccolma ed altre, ) sempre col medesimo scopo di riprendere , giovandosi anche della fama che la sua evasione dalla Siberia gli garantiva, i contatti con gli ambienti rivoluzionari di tutta Europa. Nell' ottobre del 1863 , insieme a sua moglie Antonia, Bakunin si recò in Italia, dove tramite la mediazione di ex garibaldini ed ex- mazziniani, ottenne di potere passare alcuni giorni nella residenza di Garibaldi a Caprera. Suggestiva è la sua entusiastica descrizione dello stile di vita adottato da Garibaldi e i suoi seguaci nell'isola. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Garibaldi ci ha accolti amichevolmente e ha fatto a entrambi una forte impressione. Si è ristabilito completamente, e , anche , se zoppica un poco, è forte come un leone ed è attivo dal mattino alla sera. Cura di persona il suo orto, che, pur non essendo esteso, è estremamente interessante perché interamente coltivato con le sue mani sulla petraia e tra le rocce. […] Nel frutteto ci sono tutti gli alberi del Mezzogiorno: aranci, limoni, olivi, mandorli, viti, fichi, palme da datteri eccetera, e tanti fiori, però , c’erano solo qualche mandorlo e delle adorabili rose bianche. A Caprera estate russa. Siamo rimasti tre giorni e tutti e tre sono stati splendidi: la sera e la notte faceva addirittura caldo. […] Lì c’è una vera repubblica democratica e sociale. Non vi si conosce la proprietà; tutto appartiene a tutti. Si ignora anche la cura della persona: tutti indossano abiti di tela spessa con colletti aperti, camicie rosse con le braccia scoperte; tutti sono abbronzati dal sole, tutti lavorano insieme e tutti cantano […] E tutti sono indaffarati, alcuni portano l’ acqua, altri mettono sul fuoco rami e ceppi, che abbondano sull’isola, altri ancora stanno in piedi o distesi sugli scogli, in pose pittoresche per parlare di politica, delle campagne passate o future, o ancora cantano. Insomma, a Caprera si trova un piccolo cenacolo di uomini giovani, sani, robusti e coraggiosi, ognuno dei quali si è distinto per qualche particolare atto di coraggio, un sodalizio che mi ricorda le prime pagine del Corsaro di Byron . .... ” ( Michail Bakunin, Lettera a Elizaveta Vasil’evna Salias –de- Tournemire, Firenze, 1864)
Bibliografia: in Michail Bakunin , Viaggio in Italia a cura di Lorenzo Pezzica, Eléuthera, 2013 pp. 121-122
MARX, ENGELS E BAKUNIN |
Tornato provvisoriamente a Londra Bakunin venne ricevuto da Karl Marx, il quale, scrivendo successivamente ad Engels, gli comunicò con un certo compiacimento quale buona impressione, a differenza del passato, gli avesse fatto. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Bakunin ti manda i suoi saluti amichevoli. E’ ripartito oggi per l’ Italia dove abita (Firenze) . L’ho rivisto per la prima volta dopo sedici anni. Devo dire che mi è molto piaciuto più di un tempo. […] dopo il fallimento della questione polacca, si dedicherà ora soltanto al movimento socialista. Tutto sommato, è uno dei rari uomini che non trovo, dopo sedici anni, in regresso, ma che al contrario è andato avanti. … ( Karl Marx a Friedrich Engels, 4 novembre 1864)
Bibliografia: Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di un riviluzionario, Zero in condotta, 2002, p. 216
Fu, per quanto ne so, in quell’occasione che Marx propose a Bakunin di fare da collegamento fra l’ Associazione Internazionale dei Lavoratori e il movimento operaio italiano. Ed è probabile che già da allora Marx pensasse di servirsi di Bakunin per porre ostacoli alla influenza ancora predominante di Mazzini sulle società operaie di mutuo soccorso. Comunque sia tale intenzione di Marx trova sicura conferma nella lettera spedita a Engels nell’ aprile 1865. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Attraverso Bakunin a Firenze, porrò delle mine contro Mazzini “ ( Lettera di Marx a Engels l’11 aprile 1865)
Bibliografia : in Nello Rosselli, Mazzini e Bakunin. Dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1872) , Piccola Biblioteca Einaudi, 1967, p. 140 . Spero di potere per leggere un giorno questa lettera per intero.
GIUSEPPE MAZZINI E MICHAIL BAKUNIN |
Tra il 1865 e il 1867, eletto come luogo di residenza principale la città di Napoli, pubbicò, nel 1866, La situation italienne, scritto con la collaborazione di ALBERTO TUCCI , dove accanto ad elogi all'opera svolta da GIUSEPPE MAZZINI, durante il Risorgimento italiano, apparvero , per la prima volta, alcune critiche, da un punto di vista anarchico, rivolte al programma politico mazziniano. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ … Abbiamo sotto i nostri occhi tre documenti indirizzati da Mazzini ai popoli della penisola- Il primo si intitola Alle Associazioni operaie, il secondo La pace e il terzo L’ Alleanza repubblicana. In questi scritti si ritrova tutto il suo programma politico, tutto il suo amore per l’Italia, tutto il suo cuore generoso, tutto il fascino del suo potente discorso, ma si ritrovano anche ampiamente sviluppati tutti i suoi errori e tutte le contraddizioni del suo sistema. […] Dal giorno in cui giurò a se stesso di far tornare l’Italia all’antico splendore, quest’uomo non ha avuto né riposo né pace. […] qualunque cosa si pensi, si dica o si scriva di lui, egli resta la più imponente e nobile figura della storia contemporanea. Nondimeno, oggi, ci si rende finalmente conto che la sua parola non affascina più come una volta, , che i vuoti lasciati nel suo partito dalle defezioni vili e interessate non sono più riempiti, che la sua azione in Italia è debole, quasi nulla. Questi fatti, purtroppo ben evidenti, sono la diretta conseguenza dello stesso programma mazziniano […] Nel porsi come apostolo, anzi pontefice di una fede in Dio, e al contempo come uomo di Stato, Mazzini non ha potuto essere realmente un rivoluzionario proprio a causa di questo principio di grandezza e di missione nazionali. A causa di questo principio, il popolo della sua formula è stato sempre solo una parola accattivante e d’effetto, in quanto ha sempre voluto il popolo per l’Italia e non l’ Italia per il popolo. Ed è questo il motivo per cui l’azione mazziniana è rimasta sempre estranea alle masse popolari, proprio perché il suo programma rimanda la soluzione dei problemi sociali a una data indefinita…” ( Michail Bakunin, La situation italienne (1866)
Bibliografia: Michail Bakunin, Viaggio in Italia a cura di Lorenzo Pezzica, Eleuthéra, 2013, p. 59, 60, 61. In questo libro a p. 19 e p. 23 vi sono dei bei disegni fatti dalla cognata di Michail Bakunin , Natalya, moglie di Pavel Bakunin, durante il loro viaggio a Napoli. A questi disegni mi sono ispirato, per le figurine di Michail Bakunin con l'ombrello (cfr. post CARLO CAFIERO) e per Antosja e Carlo Gambuzzi (cfr. post MICHAIL BAKUNIN 2)
BAKUNIN E NECAEV |
Nell’ aprile 1969, Bakunin conobbe SERGHEJ NECAEV ( 1847-1882), un giovane rivoluzionario russo, il quale si era attirato , a Ginevra, la benevolenza e l’ammirazione degli ambienti rivoluzionari raccontando di avere svolto un ruolo importante, sia a Pietroburgo che a Mosca, nel movimento rivoluzionario studentesco russo e di essere riuscito a evadere dalla fortezza di San Pietro e Paolo. L’impressione che Neciaev suscitò inizialmente in Bakunin, fu molto positiva., alimentando in tal modo notevolmente il prestigio di quel giovane e relativamente sconosciuto, rivoluzionario . ( brano)
Brano da commentare: “ Ho qui da me uno (Necaev) di quei giovani fanatici che non conoscono dubbi, che nulla temono e che han deciso in modo assoluto che molti, moltissimi di loro dovranno perire sotto i colpi del governo, ma che non per questo si fermeranno sino a quando il popolo russo insorgerà. Sono magnifici questi giovani fanatici, credenti senza dio, eroi senza frasi” ( Lettera di Bakunin a Guillaume il 13 aprile 1869)
Bibliografia: in Franco Venturi, Il populismo russo, vol II Dalla liberazione dei servi al nihilismo, Piccola Biblioteca Einaudi, 1972, p. 283
Presto però apparve la totale incompatibilità sul loro diverso modo di intendere i metodi di lotta e sul comportamento leale e paritario da mantenere con i compagni all’interno del movimento rivoluzionario. A deteriorare ulteriormente i rapporti contribuirono, tra l’altro, il furto di lettere e documenti commesso da Necaev a danno di Bakunin e di altri compagni con probabile fine di ricatto. . Sentita infine la necessità di rompere ogni relazione con Necaev Bakunin scrisse numerose lettere, in cui diffidavava i suoi amici dal frequentarlo. Tra queste lettere mi limito a citarne una, che mette ben in risalto sia i lati positivi che quelli, prevalenti, negativi, secondo Bakunin, di Necaev . (cfr. brano)
Brano da commentare: “…” Ha tradito la fiducia di noi tutti, ha rubato le nostre lettere, ci ha orribilmente compromessi; in breve si è comportato come un miserabile. La sua unica scusa è il suo fanatismo ! E’ terribilmente ambizioso senza saperlo, perché ha finito con l’identificare totalmente la causa della rivoluzione con la propria persona; ma non è un egoista nel senso banale della parola, perché espone a rischi spaventosi la sua persona, e conduce una vita da martire, fatta di privazioni e di lavoro incredibile. E’ un fanatico, certo, e il fanatismo lo porta ad essere un perfetto gesuita – a momenti diventa semplicemente stupido. La maggior parte delle sue menzogne saltano agli occhi. Egli gioca al gesuitismo come altri giocano alla rivoluzione. Malgrado questa ingenuità relativa, egli è molto pericoloso, perché commette quotidianamente le sue azioni, violazioni di fiducia, tradimenti contro i quali è tanto più difficile proteggersi in quanto si sospetta a malapena che siano possibili. Con tutto questo , N, è una forza, un’energia immensa. Soltanto con grande sforzo me ne sono separato, perché servire la nostra causa richiede molta energia e di rado se ne incontra una sviluppata a tal punto. Ma dopo avere esaurito tutti i mezzi per convincermene, ho dovuto separarmi da lui, e dopo essermene separato ho dovuto combatterlo a oltranza. …” ( Lettera di Bakunin a Alfred Talandier, 24 luglio 1870)
Bibliografia: in Michael Confino, Il catechismo del rivoluzionario. Bakunin e l’affare Necaev, Adelphi, 1976, p. 242
Alle prime sconfitte subite dai francesi da parte dei prussiani, fu Lione a tentare una insurrezione rivoluzionaria, che ebbe come effetto la nascita di una Comune rivoluzionaria, che durò dal 15 settembre al 24 ottobre 1870 . A quell’ evento partecipò attivamente Michail Bakunin , a cui si deve in gran parte la redazione di un manifestò che sancì la nascita e il programma del Comune. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ REPUBBLICA FRANCESE : Federazione rivoluzionaria dei Comuni. La situazione disastrosa in cui si trova il paese; l’impotenza dei poteri ufficiali e l’indifferenza delle classi privilegiate hanno portato la nazione francese sull’orlo dell’abisso. Se il popolo organizzato rivoluzionariamente non si affretta ad agire, il suo avvenire è perduto, la Rivoluzione è perduta, tutto è perduto. Spinti dall’immensità del pericolo e considerando che l’azione disperata del popolo non può essere rimandata di un solo istante, i delegati dei Comitati di Salute della Francia, riuniti nel Comitato centrale, propongono di adottare immediatamente le seguenti risoluzioni: Aert, 1 – La macchina amministrativa e governativa dello Stato, essendo divenuta impotente, viene abolita. Il Popolo di Francia rientra in pieno possesso di se stesso. Art. 2 – Tutti i tribunali penali e civili sono sospesi e sostituita dalla giustizia del Popolo. Art. 3- Il pagamento dell’imposta e delle ipoteche è sospeso. L’imposta è sostituita dai contributi del Comuni federati, prelevati sulle classi ricche, proporzionalmente ai bisogni della salvezza della Francia. Art. $ Lo Stato , essendo decaduto, non potrà più intervenire nel pagamento dei debiti privati. Art. % Tutti gli organismi municipali esistenti sono annullati e sostituiti in tutti i Comuni federati da Comitati di Salute della Francia che eserciteranno tutti i poteri sotto il controllo diretto del Popolo. Art. &- Ogni Comitato di capoluogo di dipartimento invierà due delegati per costituire la Convenzione Rivoluzionaria di Salute della Francia. Art. 7 – Questa Convenzione si riunirà immediatamente nel Municipio di Lione, in quanto questa è la seconda città di francia e al momento quella più in grado di provvedere energicamente alla difesa del paese. Questa Convenzione, sostenuta dal Popolo intero, salverà la Francia. ALLE ARMI !!! ( Manifesto per la Comune di Lione , affisso nella città il 26 settembre 1870)
Bibliografia: in Alessio Lega, bakunin, il demone della rivolta tra insurrezioni, complotti e galere i tumulti, le contraddizioni e l’incontenibile passione rivoluzionaria dell’anarchico russo, eléuthera, 2015 pp 136-137
Contrariamente alle speranze rivoluzionarie suscitate da questo evento, l’impresa non riuscì e Bakunin fu arrestato e molto probabilmente sarebbe stato, dopo un processo sommario, condannato a morte, se grazie a un intervento audace da parte di numerosi operai internazionalisti, fu rilasciato. ( cfr. brano)
Brano da commentare: “ Bakunin si era fin dall’inizio introdotto nella sala dei Pas-perdus dell’ Hotel de Ville, dove, tra i gruppi animati, emnergevano la sua grande taglia e la sua larghezza di spalle erculea. […] Il sindaco di Lione, Hénon, arrivando nella sala dei Pas Perdus e scorgendo Bakunin , chiamò a sé gli ufficiali presenti, che cominciavano ad essere più numerosi dei rivoluzionari e lo arrestò. Bakunin, non vedendo alcuna possibilità di resistere, si lasciò condurre in guardina. […] Alcuni operai uscirono sulla scalinata dell’ Hotel de Ville e annunciarono l’arresto di Bakunin. L’enorme massa si precipitò in avanti; in un batter d’occhio, l’ Hotel de Ville fu preso, gli ufficiali della Guardia nazionali respinti nel cortile che dà sulla piazza della Comédie, […] Si formò così un nuovo gruppo rivoluzionario, che si diresse verso l’ Hotel de Ville e vi penetrò dalla piazza di della Comédie, proprio nel momento in cui era stato appena liberato Bakunin, che si trovò così in mezzo a noi. Poiché il cortile era pieno di ufficiali e di guardie nazionali devoti all’ordine, gli stessi che avevano favorito l’ arresto di Bakunin, e altri ancora che da molte ore si erano recati all’appello del comandante delle guardia nazionale Métra, avrebbe potuto prodursi uno scontro e dare infine fuoco alle polveri. Era quello che voleva Bakunin. Egli provocava le guardie nazionali borghesi attraversando i loro ranghi che si aprivano davanti a noi. Diceva che arrestandolo, lo avevano spogliato del suo portafoglio, li trattava da ladri, da vigliacchi. Nessuno batté ciglio. …. “ ( Albert Richard, Memorie 1896)
Bibliografia: in Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di un rivoluzionario, Zero in condotta, 2002, p. 258
Il giorno dopo, Bakunin , constatando che, la situazione non evolveva nel senso rivoluzionario sperato, partì per Marsiglia, da dove, dopo alcuni giorni vissuti in clandestinità, s' imbarcò poi per Genova. Nella primavera del 1871, sulla scia della Comune di Parigi , si verificò a Lione una seconda rivolta, che si concluse con una sanguinosa repressione da parte dei versaillesi . La resistenza proletaria , più accanita , anche se purtroppo vana, avvenne il primo maggio 1871 nella Guillotiére, quartiere della classe operaia e sede della Croix-Rousse.
BAKUNIN E MAZZINI |
Nel 1871, dopo la sanguinosa repressione della Comune di Parigi e di altre città della Francia , che la tendenza bakuninista della Internazionale dei Lavoratori , prevalse nettamente , in Italia, su quella mazziniana, facendo soprattutto breccia tra i giovani rivoluzionari, come Cafiero, Costa, Malatesta e tanti altri. cfr. brano)
Brano da commentare: “ La Comune di Parigi , oggetto dell’odio furioso di tutte le reazioni coalizzate, aveva riacceso nel cuore degli sfruttati una scintilla di speranza; il proletariato di tutto il mondo salutava nel popolo eroico, che aveva versato tanto sangue per l’emancipazione umana, “ il Satana moderno, il gran ribelle vinto ma non domato”. Il patriota italiano Mazzini aveva unito la sua voce a quelle che maledivano Parigi e l’Internazionale; Bakunin, scrisse allora la risposta di un internazionalista a Mazzini, che fu stampata contemporaneamente in italiano e in francese (agosto 1871, scritto che levò in Italia grande rumore e produsse nella gioventù e fra gli operai di questo paese un movimento d’opinione che dette origine , verso la fine del 1871, a numerose sezioni dell’Internazionale. Un secondo opuscolo, La teologia politica di Mazzini e l’Internazionale, compì l’opera iniziata, e Bakunin, che con l’invio di Fanelli in Spagna nel 1868 era stato il creatore dell’Internazionale spagnola si trovò, per la sua polemica contro il Mazzini nel 1871 il creatore di quella Internazionale italiana che doveva gettarsi con tanto ardore nella lotta, non solo contro la dominazione della borghesia sul proletariato, ma anche contro il tentativo degli uomini che volevano instaurare il principio di autorità nell’ Associazione Internazionale dei Lavoratori “ ( Note biografiche di Bakunin- james Guillaume )
Bibliografia: Note biografiche di Bakunin- James Guillaume in https://archiviobakunin.noblogs.org/post/2019/08/12/james-guillaume-michele-bakounine-note-biografiche-seconda-e-ultima-parte/
Per comprendere questo successo dell’ Internazionale in Italia , nel 1871, mi limito a citare un breve brano tratto dalla la Risposta d’un internazionale a Giuseppe Mazzini, scritta da Michail Bakunin, dove si respingevano con forza le accuse di materialismo , di ateismo e di immoralità, lanciate da Mazzini in vari articoli contro i comunardi e l’ Internazionale
Brano da commentare: “ … Nello stesso momento che l’eroica popolazione di Parigi, più sublime che mai, si lasciava massacrare a decine di migliaia con donne e fanciulli, difendendo la causa la più umana, la più giusta, la più grandiosa che si conosca nella storia, la causa dell’emancipazione dei lavoratori di ogni paese; nel momento che la spaventevole coalizione di tutte le reazioni immonde che celebrano oggi trionfanti la loro orgia in Versailles, non contenti di massacrare o imprigionare in massa i nostri fratelli del Comune di Parigi, versa su di essi le infami calunnie cui una turpitudine politica e sociale senza limiti può solo immaginare. Mazzini, il nobile, il puro, il democratico Mazzini, dimenticando di essere il liberatore obbligato e l’amico del cuore delle masse popolari, ricordandosi solo della sua missione di profeta di Dio e di prete, lanciò al pari di quelli le sue ingiurie e le sue calunnie contro di esse. Egli osò negare non solo la giustizia della loro causa, ma anche la loro eroica e sublime devozione a questa causa, rappresentandoli, essi che si sacrificavano per l’emancipazione di tutto il mondo, come una masnada di essere rozzi, ignoranti di ogni legge morale e obbedienti solo a impulsi egoisti e selvaggi. […] Mazzini maledice al socialismo. Come prete o come delegato del maestro divino doveva maledirlo; poiché, considerato dal punto di vista morale, il socialismo è la piena realizzazione del rispetto umano che si sostituisce alla volontaria e gratuita degradazione inseparabile dal culto divino. … “ Michail Bakunin, La risposta di un internazionale a Giuseppe Mazzini (1871)
Bibliografia : Mazzini e l'Internazionale. Testi e Documenti, Edizione a cura di F. Di Sabantonio roma 1989 pp. 80-81
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