lunedì 25 aprile 2011

ANARCHICINI: WILLIAM GODWIN (1756-1836) , MARY WOLLSTONECRAFT (1757-1797), MARY GODWIN SCHELLEY ( 1797-1851) e PERCY B. SCHELLEY ( 1792-1822

Godwin fu uno scrittore, filosofo, pedagogista ed economista inglese, solitamente , considerato come il primo pensatore anarchico. .  Autore del libro “ Inchiesta sulla giustizia politica e la sua influenza sulla virtù e la felicità universali (1793)   Nel 1796 si unì alla romanziera e saggista Mary Wollstonecraft,  reduce di un' avventurosa esperienza in Francia , durante la rivoluzione e autrice della “Rivendicazione dei diritti dell“uomo (1791) definita da Emma  Goldman come " una delle più vigorose difese  degli oppressi e dei diseredati che si siano mai viste" e della Rivendicazione dei diritti della donna (1792), una  delle prime istanze  "a favore dell'emancipazione del suo sesso". Entrambi convinti critici dell'istituzione matrimoniale e sostenitori delle unioni di fatto  tuttavia si sposarono quando furono in prossimità di avere  un bambino/a  per evitare pettegolezzi e maldicenze. Conoscenti maligni trassero, però, da quell' evento l'occasione di far notare che avendo Mary avuto già una bambina da una precedente unione, ciò provava che, prima di incontrare Godwin, era stata  una   "ragazza madre", cioè  uno "status" femminile che sino a  tempi, abbastanza recenti, ha significato per la donna ignominia ed emarginazione . Ma la deliberata intenzione , da parte dei loro nemici, di  gettare fango su questa coppia anticonformista   non raggiunse il suo scopo in quanto non incrinò ,  minimamente il profondissimo sentimento che li univa. (cfr. brani) 
Brani da commentare: 1) " Coloro che sono abbastanza audaci da precorrere i tempi in cui vivono, e con la forza della propria mente gettare via i pregiudizi che il progresso della ragione nel mondo con il tempo rifiuterà, devono imparare a sfidare le critiche. Non dovremmo quindi preoccuparci troppo dell'opinione degli altri ..." ( Mary Wollstonecraft, lettera dell'estate del 1797) 2) La preferenza che concepimmo l’uno nei confronti dell’ altro era quel tipo d’amore che io ho sempre considerato come il più puro  e il più fine. Crebbe progressivamente in modo eguale nell’animo di ognuno. Sarebbe stato impossibile anche per l’osservatore più attento dire chi fu il primo e chi il secondo. Un sesso non ebbe quella precedenza che un costume da lungo stabilito gli ha concesso, né l’altro oltrepassò i confini di quella delicatezza che è tanto severamente imposta […] Quando, nel corso delle cose, la rivelazione avvenne, non vi era nulla, in  un certo senso, che ognuno dovesse rivelare all’altro. […] Fu l’amicizia che si fuse con l’amore. […] Mary pose la testa sulla spalla del suo amore, sperando di avere trovato un cuore insieme al quale poter custodire al sicuro il suo mondo di sentimenti […] Io non avevo mai amato fino a quel momento; o, almeno, non avevo mai provato una passione così intensa,o, incontrato nessuno tanto degno. […] Lascio ad altri il compito di ricordare la perdita di questa mirabile donna; la mia perdita la conosco bene, né può essere improprio descriverla. Non alludo qui alle gioie personali che ricevevo dal rapporto con lei; queste aumentavano ogni giorno, man mano che ci conoscevamo meglio e che la reciproca confidenza aumentava. Queste possono essere misurate solo dai tesori della sua mente e dalle virtù del suo cuore. Ma questo è un oggetto adatto alla riflessione e non alle parole. Quello a cui alludo  è quella possibilità di migliorare me stesso che ho ormai perso per sempre”. ( William Godwin, Memoirs..). 
Bibliografia:  Primo brano in  Mary Wollstonecraft, Lettere d’amore a cura di Colombo e Ruggeri, essedue Edizioni, 1983 p. 99 . Secondo brano in Roberta A. Modugno, Mary Wollstonecraft. Diritti umani e Rivoluzione francese, Rubbettino, 2002, p. 51 e p. 53 ;  

Purtroppo ,  nel 1797, dopo appena un anno di felicità, Mary morì dando alla luce  Mary Godwin, moglie di Schelley  e autrice di Frankestein o Prometeo liberato.  
                                                                             

Nel  suo libro sulla giustizia politica ed anche in altri suoi scritti  Godwin criticò fortemente  il principio  di autorità, insito in ogni forma di governo,  auspicando la  futura  realizzazione, attuata senza violenza ,  di una società  libertaria ed autogestita. (cfr. brano)
Brano da commentare: Qualsiasi governo, anche il migliore,  è un male […] Non è altro che l’abdicazione del nostro proprio giudizio e della nostra coscienza”[...]  Da qualsiasi punto di vista esaminiamo l’argomento , il governo produce disgraziatamente molti motivi di critica e di lamentela. Il reale interesse dell’umanità sembra dettare il cambiamento incessante, l’innovazione perenne. Ma il governo è l’eterno nemico del cambiamento. Ciò che è stato osservato di un particolare sistema di governo vale in gran misura per tutti: essi mettono mano alla molla della società e ne fermano il movimento. Tendono a perpetuare l’abuso...“  (da Godwin, PJ lib IV ,cap. I).
Bibliografia: 1) William Godwin, L’eutanasia dello  Stato,  a cura di Peter Marshall, Eleuthera 1977. p. 103 ; 
                                             
 Nel suo libro , Rivendicazione dei diritti della donna,  Mary Wollstonecraft  negò risolutamente, che  la  cosiddetta  inferiorità sociale e culturale della donna , conclamata perentoriamente  nella società patriarcale e maschilista dei suoi tempi,  fosse motivata dalla propria natura e non dall’educazione ricevuta. Insieme a tante considerazioni, che avvallano questa tesi e che oggi in occidente, almeno in teoria sono  generalmente  acquisite, mi sembra particolarmente interessante ed originale il paragone che ella istituisce tra l’educazione che ricevono i miltari e quella che ricevono le donne. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ A riprova del fatto che l’educazione dà alle donne questa apparenza di debolezza, possiamo fornire l’esempio dei militari, che, come loro, sono spediti nel mondo prima che la mente sia stata rifornita di conoscenza o rafforzata dai principi. […] Fare un commento politico è forse una divagazione dal mio argomento presente; ma, essendo stato provocato dal flusso delle mie riflessioni, non lo ometterò. Gli eserciti permanenti non sono mai fatti di uomini risoluti e vigorosi; possono essere macchine  disciplinate, ma raramente sono dotati di forti passioni o di eccezionali facoltà intellettuali.  E riguardo alla capacità di usare l’intelligenza, oso affermarlo, è raro trovarla tanto negli eserciti quanto nelle donne; e la causa, lo ripeto, è la stessa. Si può fare un’altra osservazione: che gli ufficiali sono  attenti in modo particolare alla loro persona, innamorati della danza, delle stanze affollate, delle avventure e del ridicolo. Come per il bel sesso, il primo impegno della loro vita è la galanteria. E’ stato loro insegnato a piacere e vivono solo per piacere. […] La grande sfortuna è questa, che entrambi acquisiscono maniere formali prima che una morale e una conoscenza della vita prima di sviluppare, attraverso la riflessione, una  qualsiasi conoscenza delle caratteristiche della natura umana. La conseguenza è naturale, accontentandosi di avere una natura semplice, gli ufficiali divengono preda dei pregiudizi, e credendo a qualsiasi opinione senza verificarla, si sottomettono ciecamente all’autorità. Se per caso hanno buon senso, si tratta di una sorta di sguardo istintivo, che coglie le proporzioni e prende le decisioni rispettando le formalità; ma vanno incontro al fallimento quando i ragionamenti necessitano di essere approfonditi o le opinioni di essere analizzate. Non si può fare la stessa critica alle donne? […] Le ricchezze e gli onori ereditari hanno fatto delle donne dei semplici zeri che danno valore alle cifre;  e l’ozio ha prodotto nella società un misto di galanteria e dispotismo, che conduce gli stessi uomini a essere schiavi delle amanti e a tiranneggiare le sorelle, le mogli e le figlie. Questo, è vero, è un modo per intrupparle. Rafforzate e ampliate la mente delle donne, e finirà l’obbedienza cieca; ma poiché il potere ha sempre ricercato l’obbedienza cieca, è logico che i   tiranni e gli uomini sensuali, tentino di tenere le donne nelle tenebre, perché i primi vogliono solo schiavi, e i secondi le vogliono bambole … “ ( Mary  Wollstonecraft, Rivendicazione dei diritti della donna )
Bibliografia: in  Mary Wollstonecraft, Tempo di rivoluzioni. Sui diritti degli uomini e delle donne, Edizioni Spartaco, 2004
  
Assai forte fu l’influenza delle idee di Mary Wollstonecraft sul pensiero anarco - femminista, sia di  EMMA GOLDMAN   (primo brano) che di  VOLTAIRINE DE CLEYRE (secondo brano)
Brani da commentare:  1) “ Mary era una ribelle nata, una che avrebbe fatto un pandemonio piuttosto che sottomettersi a una qualsiasi regola di etichetta stabilita per lei. Si dice che la natura usi una grande quantità di materiale umano per creare un genio. La stessa cosa vale per una vera ribelle, un’autentica pioniera. Lei era nata Mary, non fu il prodotto di questo o quell’altro episodio che le capitò. La ricchezza della sua anima, la saggezza della sua filosofia, la profondità del suo universo intellettuale, l’intensità della sua battaglia per l’emancipazione umana, e soprattutto l’indomita battaglia per  la liberazione del suo sesso sono ancora oggi talmente avanti rispetto al comune modo di pensare, che davvero possiamo dichiararla una rara eccezione, una che la natura ha creato soltanto una volta in un secolo.  Come il falcone che punta in alto attraverso lo spazio per fissare il sole e poi paga l’audacia con la propria vita, così Mary vuotò la coppa della tragedia perché questo era il prezzo da pagare per la  saggezza. ….” (  Conferenza nel 1911 di Emma Goldman sulla tragica vita di Mary Wollstonecraft e sulla sua lotta appassionata per la libertà: 1911 )2)  …” Il nome di questa donna, che oggi molti celebrano come l’autrice di La rivendicazione dei diritti della donna, è Mary Wollstonecraft . Una delle sue biografe, Mrs. Pennel, afferma che fu la prima donna in Inghilterra ad adottare la letteratura come mezzo di sostentamento (vale la pena di notare come Mr. Johnson, il suo datore di lavoro, fosse uno dei liberi pensatori di quel tempo, tipografo di Thomas Paine oltre che di Mary Wollstonecraft). Al giorno d’oggi, il senso dell’espressione “diritti della donna” rimanda all’idea di poter votare. All’epoca ,invece, rimandava al diritto di essere trattata come una persona seria, di essere considerata un essere minimamente intelligente. Il codice dell’ortodossia non ha mai permesso niente del genere e mai lo farà, a meno che non sia costretto a farlo. Non dovrebbe quindi sorprendere che Mary Wollstonecraft non fosse affatto ortodossa. Anzi, la sua idea era che la donna, se voleva conquistare i propri diritti, come prima cosa doveva seppellire gli insegnamenti del clero. E non soltanto quelli del clero, ma anche dei cosiddetti uomini di scienza, i quali ritengono che gli insegnamenti clericali, siano sbagliati per loro, ma giusti per la donna. Uomini che sono sempre a caccia di giustificazioni scientifiche per conservare il sistema ortodosso. Per lungo tempo, il seme gettato dall’ autrice de La rivendicazione dei diritti della donna è sopravissuto in un terreno arido e incolto, e questa donna profetica sulla futura condizione femmi9nile fu, come spesso avviene, diffamata, travisata, schernita e screditata, tranne che da una minoranza. …” ( Voltairine de Cleyre,  Il caso della donna contro l’ortodossia. Conferenza tenuta nel 1896 )
Bibliografia: Primo brano  in  Mary Wollstonecraft, Tempo di rivoluzioni. Sui diritti degli uomini e delle donne, Edizioni Spartaco, 2004 p. 173  e il secondo brano in  Voltairine de Cleyre, Un'anarchica americana a cura di Lorenzo Molfese. Introduzione di Normand Baillargen e Chantal Santerre, Elèuthera, 2017 pp. 179-180

PERCY B. SCHELLEY


Il pensiero di William Godwin influenzò molti giovani , tra cui   PERCY B. SCHELLEY ( 1792-1822) , grande ammiratore di William Godwin.  che, tra l’altro,   aiutava, spesso, economicamente, Gli ideali libertari di Schelley sono particolarmente presenti nel suo poema La mascherata dell’anarchia , scritta in occasione del massacro di  Peterrloo” , avvenuto il  16 agosto 1819 a  St, Peter Fields presso Manchester quando reparti di  cavalleria, reduci della battaglia di Waterloo, ( da qui il nome dato al massacro” ), repressero  ferocemente una manifestazione pacifica di 60000  lavoratori, che chiedevano una riforma elettorale, giustizia sociale e migliori condizioni di vita.
Brano da commentare : ” .... Che cos’ è la libertà?...potete dire /  ugualmente che cos’è la schiavitù… /  Poiché il suo vero nome è cresciuto / fino a un’eco di voi stessi. /  E’ lavorare ed avere una paga tale / appena da menare la vita giorno per giorno / nelle vostre dimore, come in una cella / per lasciare gli agi ai tiranni , / cosicché per loro  voi vi riducete / telaio ed aratro e spada e vanga / volenti e nolenti curvi / alla loro difesa e nutrimento / E’ vedere i vostri figli gracili / colle loro madri languenti e sofferenti / quando i venti invernali sono lugubri …/ Essi stan morendo mentre io parlo. / E’ bramare un pasto / quale il ricco nella sua gozzoviglia / getta ai grassi cani che stanno / rimpinzandosi sotto il suo sguardo; / è lasciare che lo Spettro dell’ Oro / prenda del lavoro mille volte / più di quanto mai poté la sua ricchezza / nelle tirannidi d’un tempo /  La carta moneta, questa contraffazione / dei titoli di proprietà cui voi / attribuite qualcosa del valore / dell’eredità della Terra /  è sentirsi schiavi dentro / e non avere fermo controllo / sul vostro volere, ma / esser come altri vi rendono. / E infine quando vi lagnate / con un borbottìo  debole e vano / è vedere la ciurma del Tiranno / schiacciare a cavallo le vostre mogli e voi …/ Il sangue ammanta l’erba come rugiada / ………………………… ( Percy B. Schelley, La mascherata dell’anarchia )
Bibliografia:  Percy Bysshe Schelley, La necessità dell’ateismo e La mascherata dell’ Anarchia, Edizioni FFRANƆHI, 1995  pp. 111-112


MARY GODWIN SHELLEY( 1797-1851) figlia di Godwin e di Mary Wollstonekraft e seconda moglie di PERCY B. SCHELLEY. Sulle emblematiche vicende della sua vita  , così come per  quella di Percy B. Schelley, non mi soffermo in quanto  sono  assai note.  Scrittrice e saggista in un periodo in cui le donne intellettuali erano fortemente discriminate è oggi famosa soprattuto come autrice del celebre libro  fantascientifico  Frankestein o prometeo liberato. Questo libro  pubblicato, per la prima volta,  nel 1818, con una dedica a William Godwin  e senza il nome dell’autore si  ritenne da parte di molti critici che l’avesse scritto Percy B. Schelley. Nella seconda edizione Mary Godwin Schelley, allora ventunenne  firmò con il suo nome  e un diffuso e significativo  commento fu “ per un uomo era eccellente ma per una donna è straordinario”. Oggi La Schelley è universalmente  considerata come una precorittrice dei  libri  di fantascienza,  senza però sottovalutare che vi sono , in quest’opera,  anche numerosi riferimenti  alla filosofia , alla poesia  e alla mitologia antica e coeva, particolarmente quella gotico-romantica.  La mia figurina in creta si ispira, per quanto riguarda  l’abbigliamento,  al ritratto, alquanto idealizzato, di Mary Schelley  del pittore  Reginald Easton (1807-1893), compiuto cinque anni dopo la morte della scrittrice.
                                                                       
MARY SCHELLEY LEGGE FRANKHESTEIN  A  PERCY SCHELLEY,  LORD BYRON E A JOHN POLIDORI

 La trama  di  Frankestein  o Prometeo Liberato è arcinota: il giovane  scienziato medico, dottor Victor Frankestein costruisce , servendosi di parti anatomiche sottratte a vari cadaveri, una creatura alla quale infonde  la vita. La creatura, in apparenza , di  terrificante  aspetto, era, alla nascita,  buona  e  tanto  bisognosa di affetto , ma col tempo, sentendosi rifiutata e trattata con ribrezzo e terrore da tutti , e in particolare dal suo stesso creatore, si trasformò in  un furioso assassino. Nella introduzione della prima edizione  l’autrice racconta la genesi del romanzo e l’ispirazione di base (cfr. brano
Brano da commentare: “  Il caso di cui tratta questo romanzo è stato giudicato possibile dal dottor  Darwin ( Erasmus) e da altri fisiologi tedeschi. Non si supponga, però, che io presti seriamente un minimo di fede a tale ipotesi; pure, accettandola come base di un lavoro di fantasia, ho cercato di far qualcosa di più, che non collegare insieme una serie di fatti terrificanti: l’evento su cui poggia l’interesse della mia storia non presenta i difetti del solito racconto di spettri o di incantesimi; esso si raccomanda per la novità delle situazioni che ne scaturiscano, e, per quanto irreale-  in un dominio puramente fisico – offre all’immaginazione un panorama più ampio e aperto di quello concesso da normali rapporti di eventi reali.[…] Rappresenta per chi scrive, ulteriore  motivo di interesse il fatto che la storia sia stata ideata nella maestosa regione dove si svolgono gli avvenimenti principali del racconto, ed in una compagnia che non potrà mai essere sufficientemente rimpianta.  Passai l’estate del 1816 nei dintorni di Ginevra. Il tempo era freddo e piovoso; la sera ci raccoglievamo attorno a un gran fuoco di legna e ci divertivamo a leggere storie tedesche di fantasmi, che ci erano capitate per caso fra le mani. Queste letture destarono in noi un burlesco desiderio di emulazione. Due altri amici ( una storia dei quali riuscirebbe al pubblico di gran lunga più gradita di tutto quello che io potrò mai dare alle stampe) ed io decidemmo di scrivere ognuno un racconto che si fondasse su qualche evento soprannaturale. Ma il tempo si fece improvvisamente sereno; i miei due amici ci lasciarono per un’escursione sulle Alpi  e, fra gli splendidi panorami che si presentarono ai loro occhi, perdettero ogni ricordo delle loro macabre fantasie . Il racconto che segue è il solo che sia  stato condotto a termine:” ( Mary Shelley, Marlow 1817)
 Gli amici a cui accenna Mary Schelley sono, come è noto, Lord Byron e il medico John  Polidori, autore de “ Il vampiro” , pubblicato qualche anno dopo Frankestein.

Bibliografia:  Mary Schelley, Frankestein ovvero il moderno Prometeo,  Supplemento alla rivista  Avvenimenti, 1992, p. 5 e p. 6
                                                                               


 
 

 

Nota: per fare un percorso al rovescio  cioé da William Godwin a Colin Ward  l'unico metodo che per ora conosco è seguire la lista "aprile"  dalla fine   e poi  passare a quella di "maggio" sempre però partendo dalla fine.Attenzione: Se in un post vi è, all'interno del titolo,  un asterisco significa che vi sono più figurine. Accertarsi di averle viste tutte.

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