Continuazione del post " MICHAIL BAKUNIN. DAL 1872 AL 1876. L'INSURREZIONE DI BOLOGNA 1874.
MICHAIL E ANTOSSIA |
Nel 1858 a Tomsk Bakunin, a 44 anni, sposò la polacca Antonia ( o Antossia) Kwiatkowska diciasettenne. Questa unione matrimoniale non mancava di stupire chi andava a far visita al grande rivoluzionario russo e , solitamente, ci si chiedeva, quali potessero essere state le ragioni di quel matrimonio. Furono avanzate le più disparate ipotesi, personalmente ritengo che la risposta preferibile a questo interrogativo fu data dallo stesso Bakunin " In effetti è qualcosa che è accaduto ". Su come erano visti dall' esterno gli sposi Michail e Antossia dai loro amici e conoscenti cito quattro testimonianze . (brani )
Brani da commentare : 1) “ Io sapevo in parte che Bakunin si era sposato in Siberia con una giovane ed entusiasta polacca che immaginavo, non so perché, essere la figlia di un esiliato politico, tanto che non mi stupivo per niente della presenza di Antonia, che sembrava molto più giovane della sua età e che, in fondo, gli sarebbe andata meglio come figlia che come moglie. Del resto , la coppia non dava quell’impressione dissonante che si prova vedendo un vecchio sposato con una donna giovane e graziosa, o leggendo gli idilli erotici e pseudo scientifici di Michelet: La Femme, L’ Amour, ecc. Non c’era niente di sdolcinato, di celadonesco nei rapporti di Bakunin con sua moglie. Per di più, la sua fisionomia era quella mirabilmente cantata da Puskin nel suo celebre poema su Mazeppa e la sua figliola. […] Mi dispiacevano in Antonia, i piccoli occhi grigi d’acciaio e il freddo dello sguardo. Ma nell’insieme, aveva una fisionomia che mi spiegava perfettamente il suo ruolo di sposa di quel vecchio combattente. Magrolina , coi capelli ricci, Antonia appariva a momenti una ragazza affascinante, ma il più delle volte somigliava a un ragazzo: non l’ho mai vista donna. Fin dal primo approccio, si avvertiva in lei la polacca, in altre parole un essere molto più capace delle russe di accordare alle questioni civili e politiche un posto importante nella sua vita quotidiana e intima. S’intuiva anche l’educazione cattolica che aveva sviluppato in lei un carattere passionale, ma contenuto, un’inclinazione a distogliersi dalla sensualità o, più esattamente a riportare gli slanci sessuali nella sfera spirituale " . ( Lev Mecnikov, (1838-1888) , Firenze 1864). 2) Bakunin abitava ai confini della città, in una zona molto in alto […] Dalla finestra del suo vasto appartamento, la vista era splendida : si scorgeva tutta Napoli con la sua baia […] Bakunin non guardava affatto dalla finestra : le attrattive naturali lo lasciavano indifferente . Del resto non aveva tempo da dedicarvi; lungo tutto il corso della giornata indottrinava qualcuno o scriveva lunghe lettere che spediva in tutti i paesi del mondo. Al contrario, seduta da mane a sera al suo balcone, sua moglie di un quarto di secolo più giovane di lui, la silenziosa e sognante Antonia, ammirava rapita il paesaggio. Era una strana o, per meglio dire, una pseudo-unione sessuale. Perché mai questo eterno errante, questo tipico senza-dimora, aveva sentito il bisogno di sposarsi? Probabilmente non lo sapeva neppure lui. “ Come mai ha avuto l’idea di sposarsi? “ gli chiesi quando ci fummo conosciuti meglio. “ In effetti , è qualcosa che è accaduto” Del resto, Bakunin , a modo suo, amava molto la moglie; era tenero con lei e per quanto lo consentivano altri pensieri che lo interessavano di più, si preoccupava del suo benessere; ma nella vita agitata di Bakunin, lei era un elemento del tutto secondario. “ Vede la mia Toša” mi disse un giorno mostrandomi la moglie seduta nella stanza accanto “E’ un po’ semplice e non condivide affatto le mie idee; ma è molto gentile, di un’estrema bontà e ricopia in modo ammirevole i miei manoscritti importanti quando ho bisogno che non si riconosca la mia scrittura “ (Grigorij Vyrubov , Napoli e Ginevra 1866/1867). 3) “ Michail Bakunin era sposato, benché ripetesse spesso di non avere avuto che un’amante sola : - la Rivoluzione! Non si era mai visto un contrasto più grande fra due esseri: fragile, carina, bionda, rosa, delicata, graziosa, straordinariamente curata e civettuola della sua persona, interessata alle questioni sociali un po’ meno che ai suoi vestiti dell’anno precedente – Mme Bakunin era la tipica polacca - questa donna più che donna, che unisce la morbidezza dell’italiana allo sfumato delle brume del Nord, e che delle nevi della sua patria non ha preso che il candore della pelle […] Questi due sposi vivevano in eccellenti rapporti, ognuno da parte sua – rapporti da padre a figlia, poiché lui la trattava come la sua bambina e una bambina viziata , - c’erano in fondo una trentina di anni di differenza tra loro, - non chiedendole niente, lasciandole intera e assoluta libertà, senza nessuna restrizione di nessun genere. Lei aveva tre figli, una ragazza e due ragazzi incantevoli [ nota mia: in realtà : un ragazzo e due ragazze] in tenera età, che Bakunin adorava e vezzeggiava , da tutore devoto. […] Il solo rimprovero che rivolgeva alla sua compagna – benché non fosse un rimprovero, ma una constatazione, era di non capire niente delle faccende domestiche e di casa. Così la chiamava la femme-fleur. ”. (Arthur Arnould, Lugano, 1875) 4) “ Vi era una grande distanza , dal punto di vista intellettuale tra Bakunin e la donna alla quale egli aveva dato il suo nome; i loro caratteri erano opposti l ‘un l’altro), e ognuno di loro conduceva, dal suo lato, un’esistenza a parte”. ( James Guillaume, L’ Internazionale. Ricordi e documenti ..)
Bibliografia : in
Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei
di un rivoluzionario, Zero in condotta, 2002 (primo brano ) pp. 213-
214, (secondo brano) p. 222, (terzo brano) pp. 308- 309. Il quarto brano in Gaetano Manfredonia, Amour et mariage chez Bakounine- Atelier de creation libertaire 1 maggio 2017 in http://atelierdecreationlibertaire.com/blogs/bakounine/amour-et-mariage-chez-bakounine-1007/ n. 57
Nella prima testimonianza, secondo Lev Il’lic Meknikov (1838-1888) geografo russo, collaboratore di Elisée Reclus e combattente in Italia con Garibaldi, Antossia Bakunin dava “alle questioni civili e politiche un posto importante nella sua vita quotidiana e intima e tendeva “ a riportare gli slanci sessuali nella sfera spirituale ". Una testimonianza quindi che contrasta fortemente con quella espressa da Arthur Arnould (1833-1895) giornalista francese , comunardo e internazionalista, secondo cui Antossia “straordinariamente curata e civettuola della sua persona” era “interessata alle questioni sociali un po’ meno che ai suoi vestiti dell’anno precedente”. Inoltre sempre Arnould sottolineava, sembra, su una confidendenza fattagli dallo stesso Bakunin le carenze come padrona di casa di casa di Antossia Bakunina. Quest’ultima opinione tuttavia , deve essere alquanto ridimensionata tenendo conto del giudizio positivo di Alexandrina Bauler (1876) , sulle virtù domestiche della moglie del rivoluzionario russo , pur non avendo per lei particolare simpatia: (cfr. brano)
Brano
da commentare: “…uscì dalla villa una donna piuttosto esile,
dall’andatura morbida e ancor giovane. Era vestita alla maniera delle operaie
italiane: dal capo le scendeva uno scialle nero lavorato a maglia
che le cingeva la vita: i suoi piedi minuti che spuntavano dalla gonna erano
calzati da zoccoli in grosse calze nere, bianche alla punta del piede: era
Antonia Ksaver’evna Bakunina. Mi fece l’impressione di una persona
qualunque non bella. […] Dopo avere ricevuto la lettera della sorella,
Antonia Ksaver’evna decise di andarle incontro. Vista l’impossibilità
di prendere qualcuno per occuparsi dei bambini e della casa, mi si chiese di
venire ad abitare in villa. Devo dire che dal momento in cui ebbi sostituito
Antonia Ksaver’evna , mi resi conto di quelle che erano le capacità
di lavoro di quella donna e la sua resistenza. Per il lavoro domestico, ero
aiutata da Marietta Mazzotti che veniva tutti i giorni per tre
ore; ciò non toglie che la sera crollavo di fatica, e nell’assolvere il mio
compito di diacono, mi addormentavo sul libro prima ancora che Bakunin fosse
riuscito ad assopirsi. Mi sfiancavo senza riuscire a mettere tutto a posto come
si sarebbe dovuto. Ora Antonia Kasaver’evna riusciva a tenere la
casa in ordine e a ricevere, a fare visite, ad occuparsi del suo abbigliamento
– sempre molto civettuolo malgrado l’apparente semplicità – a fare il bucato, e
questo senza l’aiuto di nessuno . …” ( Alexandrina Weber Bauler
, Lugano 1876)
Bibliografia : in Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di un rivoluzionario, Zero in condotta, 2002 p. 323
Le due testimonianze di Vyrobov e di
Guillaume concordono tra loro nel porre
in evidenza la sostanziale incapacità di
comunicare all’interno di quella strana
copia e, secondo Gaetano Manfredonia, sono soprattutto questi due giudizi ad
avere influenzato negativamente i
biografi di Bakunin e di Antossia , tra cui , per esempio Hélène Iswosky e Edward Hallet Carr. Non mancano comunque
testimonianze contrarie. A Ginevra per un certo periodo Antossia partecipò alle
riunioni della sezione femminile dell’ Associazione Internazionale dei Lavoratori , e di fronte alle lamentele di
Bakunin per l’atteggiamento non proprio caloroso delle militanti nei confronti di Olimpia, lo storico
internazionalista, Jules Gay (
1807-1887) , marito della presidente della sezione femminile dell’ A.I.T., Desirée Veret (1810-1891) lo rassicura con le
seguenti parole. (cfr. brano)
Brano
da commentare: " Voi avete pensato che Mme Bakunin fosse l’oggetto di una
qualche opposizione nella sezione delle Dame. E’ possibile, ma non per causa
sua, perché sotto questo aspetto, , noi pensiamo che tutti siano d’accordo, che
essa sia , a giusto titolo, perfettamente ben vista da tutti; ma permettetemi
di dirvelo, a causa vostra. Non si può ignorare che essa vi sia interamente
devota. E’ sufficiente che essa stia in una riunione delle donne perché essa
cerchi di diffondere ciò che voi
propagandate: e per l’appunto, le donne temono quasi tutte le vostre
opinioni contro i borghesi e le vostre opinioni rivoluzionarie. ….” ( Jules
Gay, lettre du 27 janvier 1869 in Fonds Bakounine IIHS Amsterdam)
Bibliografia: Gaetano Manfredonia, Amour et mariage chez Bakounine- Atelier de creation libertaire in http://atelierdecreationlibertaire.com/blogs/bakounine/amour-et-mariage-chez-bakounine-1007/., traduzione italiana mia da verificare
Da ricordare inoltre la partecipazione assidua di Antossia Bakunin, insieme ad altri compagni/e dell’ Internazionale, nell’assistere i malati durante l’epidemia di colera a Napoli.
MENAGE A TROIS |
Bibliografia: Ho dovuto fare dei tagli, anche se molto importanti, per ragioni di spazio.
E’ quindi indispensabile per chi legge rintracciare la fonte originaria, cfr. Carmine
Colella, Marussia Bakunin: una rilettura aggiornata della vita e della
carriera, in Atti Accademia
Pontaniana, Vol. LXIII (2014) pp. 128-130. Cfr. anche la più recente Nota del Socio ord. res. Carmine Colella e di Maria Glikeria Dritsakou, , Ritratto inedito di Maria Bakunin quale si
disvela dall’esame della lunga corrispondenza con Max Nettlau, in Atti della Accademia Pontiniana nuova
serie volume LXIX Anno Accademico 2020, Giannini Editore 2021 pp. 73-74 n. 43 . Cfr. anche
Marinella Gargiulo, Il diario di Antossia, Guida editori, 2018 pp. 62-66 e Alessio Lega, bakunin , il demone della
rivolta tra insurrezioni, complotti, i tumulti, le contraddizioni e
l’incontenibile passione rivoluzionaria dell’anarchico russo, eleuthera,
2015, pp 129-131
Negli anni successivi a questa lettera, la relazione
tra Antossia e Gambuzzi , anche se saltuariamente e con
il consenso implicito di Bakunin, continuò. Secondo quanto
riferisce Alexandrina Weber Bauler, la camera degli ospiti , la più bella
della casa, era solitamente riservata, durante le sue visite , a
Gambuzzi. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ …Il giorno
seguente, comunicai le mie impressioni alla moglie di Mazzotti: “ Perché non
dare a Bakunin che dorme così poco e male, quel bel gran letto che
si trova nella camera degli ospiti e dove non dorme nessuno ?”
Marietta mi guardò sorridendo: “ “ Voi avete dormito nella camera di
G[ambuzzi], dell’amico della Bacunina”. Avevo capito… La mia
tristezza era profonda, la mia collera era violenta, ma più vivo e ardente era
l’affetto che provavo per quel gran vegliardo solitario “ (Alexandrina Weber
Bauler ( 1850-1937) , Lugano 1876)
Bibliografia: Arthur Lehning, Bakunin e gli altri. Ritratti contemporanei di un rivoluzionario, Zero in condotta, 2002 p. 329
E’ certamente comprensibile che agli occhi altrui questo”menage a trois” potesse essere ritenuto estremamente ambiguo, ma, al contrario, tale comportamento , lungi dall’essere dettato, unicamente, da circostanze di indole privata, coincideva, completamente con la concezione che Bakunin, aveva, in notevole anticipo sui suoi tempi , sull' amore e sulla condizione della donna dopo il matrimonio, ancora prima di dichiararsi pubblicamente anarchico. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ la maggior parte degli uomini i migliori della Russia e anche d’Europa diventano dei despoti, dei despoti consapevoli o inconsapevoli, dopo che si sposano. […] ; le donne sono quasi dappertutto delle schiave e noi stessi siamo degli schiavi della loro schiavitù; senza la loro liberazione, totale e illimitata, la nostra libertà è impossibile; e senza libertà non vi è né bellezza, né dignità , né vero amore. L’uomo non ama che nella misura in cui egli desidera e richiede la libertà e l’indipendenza dell’altro – una indipendenza totale in rapporto a tutto e anche soprattutto in rapporto a se stesso. L’amore è l’unione di esseri liberi e solo quest’amore innalza e nobilita l’uomo. Ogni altro amore sminuisce l’oppresso e l’oppressore ed è fonte di depravazione.” ( Michail Bakunin lettera del 1 marzo 1845 ai suoi fratelli e alle sue sorelle)
Bibliografia: Jean—Christophe Angaut , Bakunin et l’emancipation des femmes in http://atelierdecreèationlibertaire.com/blogs/bakounine/bakounine-et-lemancipation-des-femmes-872/. Traduzione italiana mia. La versione citata da Angault è un pò più lunga. L'ho abbreviata per le solite ragioni di spazio
JANICA FENGER |
Anche se è soltanto una mia opinione personale ritengo
possibile che questa riflessione del
giovane Bakunin, sulla misera condizione della donna nel matrimonio abbia un
qualche rapporto , oltre che con
l’infelice matrimonio di sua sorella Varvara con Nicolas Diakoff , anche
con l’esperienza amorosa vissuta dallo stesso Bakunin con Janica (o Jeannie o Johanna)
Fenger, moglie dell’ illustre patriota italiano Federico Pescantini, di cui ho
trovato qualche breve accenno nelle biografie su Bakunin di Max Nettlau e di
Hans-Enrich Kaminski. (cfr. brani)
Brani da commentare: 1) “ Pescantini aveva comperato una proprietà nei dintorni di Nyon sul
lago di Ginevra ed invitò Bakunin a passarvi un tempo indeterminato. [...] ( Bakunin) si mise allora ad imparare
l’italiano e s’incontrò con Pescantini e la moglie, una baltica tedesca,
oriunda di Riga, in maggio sull’isola di
Rousseau nel lago di Bienne, un periodo felicissimo, e di nuovo nell’autunno del 1843 con l’amico Reichel
passava qualche settimana nei dintorni di Noyon, frequentando continuamente i
Pescantini. Allora – o più tardi ? mancano notizie in proposito – s’innamorò
della signora Pescantini, situazione che descrive nella lettera del 29 marzo
1845 (da Parigi) al fratello Paolo. Era sicuro della simpatia di lei, ma non
ancora del suo amore, e voleva indurla a liberarsi da “ la schiavitù più
tremenda e più infame”, cioè dall’autorità del marito. Non vi è riuscito; nel 1846 c’è stata una
spiegazione, ed essa gli ha chiesto di desistere. La signora Pescantini ha
dovuto vivere allora, o poco dopo, separata dal marito, cercando però un
conforto nella religione, ed è morta nel 1856. …” ( Max Nettlau, Bakunin e
l’Internazionale in Italia) ; 2) “ Egli [ il giovane Bakunin ] resta più mesi sulle
rive del lago Léman dove abita presso i
Pescantini, una giovane coppia che lo inizia
allle rivendicazioni del Risorgimento.
Il marito è italiano, la moglie una
Russa di Riga, e siccome la loro unione è infelice nascono dei
teneri sentimenti tra Bakunin e Jeanne Pescantini. Questa volta
non è solamente amato, ma lui stesso ama.
(…) Vi sono ben delle donne amorose di lui, come
la sorella di Reichel o quella del suo compatriota Sazonoff, ma mai egli si lascia incatenare e, quando riceve una lettera d’amore, egli
risponde con delle facezie evasive. [… ] la sola che minaccia la sua libertà è
Jeanne Pescantini. Tuttavia il dramma di
Varvara (sorella di Bakunin) si ripete.
Bakunin riesce dapprima a convincerla di lasciare suo marito, ma siccome
lei è religiosa, il suo senso del dovere
è più forte della sua passione e , col cuore spezzato, lei ritorna
al suo focolare (foyer).” ( in
H.E. Kaminski, Michel Bakunin, la vie d’un revolutionnaire )
Bibliografia: Primo brano in Max Nettlau, Bakunin e l’internazionale in Italia dal 1864 al 1872, Edizioni Immanenza, 2014, pp. 34- 35 e secondo brano in H. E. Kaminski, Michail Bakunin, la vie d’un revolutionnaire, Spartacus, 1958, p. 65 e p. 79. (traduzione italiana mia). Cfr. anche a p. 146 ove si accenna alla lettera “ quasi d’amore “, scritta da Jeanne Pescantini, ormai definitivamente separata dal marito, a Bakunin, prigioniero nella fortezza di Koenigstein. Sul risoluto proposito di Bakunin per ottenere il divorzio della sorella Varvara cfr. pp. 42-43. Infine sulla figura di Federico Pescantini e di un breve accenno sul suo rapporto con la moglie, cfr. Arianna Arisi Rota, Federico Piacentini, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 82 (2015) in https/www.treccani.it enciclopedia/federico-pescantini-(Dizionario Biografico) , dove si esclude che l’amore di Bakunin fosse ricambiato, ma in cui comunque si accenna a una più tarda separazione tra i due coniugi
Circa vent'anni dopo, in un contesto più politico e rivoluzionario, le concezioni di Bakunin sull'amore libero, sul matrimonio libero e sulla famiglia libera furono espresse sia nello statuto della “ Società internazionale segreta dell’emancipazione dell’ Umanità “ nel 1864, e sia nel Catechismo rivoluzionario del 1866. Cito da questi testi alcune frasi di Bakunin sull’ argomento. (cfr. brani)
Brani da commentare: 1)“ Nato da un libero accordo tra due individui di differente sesso […] il matrimonio non avrà bisogno né della sanzione di un prete, né di quella di un pubblico funzionario (magistrat public) […] Liberamente costituito si dissolverà liberamente . Sarà sufficiente la volontà di uno dei due sposi, perché il matrimonio si rompa “ […] La maggior parte pensa che una volta il matrimonio libero dalla sanzione religiosa e politica che lo vincolano, la famiglia, questa prima base dello Stato si dissolverà, e che con ciò sparirà anche ogni moralità nelle relazioni tra i due sessi, facendo posto a una depravazione e a una promiscuità orribili. Io non condivido nessuno di questi timori. Non vi è dubbio che l’emancipazione del matrimonio porterà un colpo mortale, l’ultimo colpo alla famiglia patriarcale, teologica e sacra – vero embrione-prototipo dello stato teologico e sacro. Ma non ci vedo alcun male. Questa famiglia è stata e continua ad essere ancora, sebbene a un livello considerevolmente indebolito, la nutrice di tutti i dispotismi . L’autorità terribile del padre, quella dello sposo, quella del fratello maggiore, e in generale quella dei fratelli sulle sorelle […] di ogni oppressione, di ogni disuguaglianza, di tutte le ingiustizie politiche e sociali. Che male c’è che questa fonte del male sparisca?” […] “La famiglia antica, patriarcale, questo sanctus sactorum dello Stato centralizzatore, divino, monarchico, se ne va a vista d’occhio. Le usanze attuali, in tutti i paesi, tendono evidentemente all’istituzione della famiglia libera “ .[…]” Noi siamo fermamente e profondamente convinti che dando a ciascuno dei suoi membri [della famiglia], tutta la libertà, noi rafforzeremo la loro unione reciproca, alla quale renderemo in tal modo tutta la sua moralità, - per la semplice ragione che l’uomo non è morale che in quanto è libero. […] Oggi una donna inganna suo marito e resta con lui, - e ancora più spesso il marito inganna sua moglie e la costringe a restare con lui. Quando saranno sempre liberi di lasciarsi, essi non avranno più bisogno di ingannarsi reciprocamente – ecco già un immenso trionfo per la morale- perché la menzogna, produce bassezza e la schiavitù è la causa principale è la causa principale di ogni immoralità – dopo – uniti ormai, non da una volontà o una convenienza esteriore, ma per simpatia e attrazione, spinti a rispettarsi reciprocamente, come degli esseri ugualmente liberi, moralizzati da questa stessa libertà, essi formeranno una unione più sincera e forte di oggi “ (dal programma della “Società internazionale segreta dell’emancipazione dell’umanità “ , settembre ottobre 1864); 2) " La donna, diversa dall’uomo, ma non inferiore a lui, intelligente, laboriosa e libera come lui, è dichiarata uguale a lui nei diritti come in tutte le funzioni ed i doveri politici e sociali.[…] Abolizione non della famiglia naturale, ma della famiglia legale, fondata sul diritto civile e sulla proprietà. Il matrimonio religioso e civile è sostituito dal matrimonio libero. Due individui di maggiore età e di sesso diverso hanno il diritto di unirsi e di separarsi secondo la loro volontà, i loro reciproci interessi e le necessità del loro cuore senza che la società abbia il diritto, né di impedire la loro unione, e neppure di mantenerla loro malgrado. […] Nel matrimonio libero, l’ uomo e la donna devono ugualmente godere di una assoluta libertà. …” " Né la violenza né la passione né i diritti liberamente concessi nel passato potranno servire da scuse per alcun attentato da parte dell’uno contro la libertà dell’altro, e ogni attentato di questo tipo sarà considerato come un crimine “ ( Catechismo rivoluzionario del marzo 1866)
Bibliografia: in Gaetano
Manfredonia, Amour et mariage chez Bakounine- Atelier de creation
libertaire in http://atelierdecreationlibertaire.com/blogs/bakounine/amour-et-mariage-chez-bakounine-1007/ . (traduzione dal
francese mia.) Le righe in corsivo le ho tratte da Daniel Guérin, Né
Dio né padrone. Antologia del pensiero anarchico, Jaka Book 1970 pp. 233-234. cfr. anche Jean—Christophe Angaut , Bakunin
et l’emancipation des femmes in http://atelierdecreèationlibertaire.com/blogs/bakounine/bakounine-et-lemancipation-des-femmes-872/. In cui, tra l’altro, si dice
che la disposizione “ Due individui di maggiore età e di sesso
differente hanno il diritto di unirsi e di separarsi secondo la loro
volontà “ indurrebbe “ a proibire le unioni omosessuali”. Personalmente trovo
interessante questa annotazione, ma non credo che rispecchi il pensiero
veritiero di Bakunin sul problema omosessuale. Chissà cosa ne avrebbe pensato
Daniel Guérin.?
Penso quindi che, tenendo in debito conto le opinioni di Bakunin sull' amore , sul matrimonio e sulla famiglia " liberi da vincoli" , il contenuto della lettera di Bakunin ad Ogarev, perfettamente coerente con le sue convinzioni libertarie, costituisca una delle migliori espressioni , in ambito anarchico, della pratica della “libertà in amore” nel pieno rispetto delle persone amate. Un Bakunin davvero diverso dal Bakunin “inveterato sciupafemmine” che avrebbe voluto il compagno, di cui racconta Alessio Lega. (cfr. brano)
Brano da commentare: “ Ero in una bella festa anarchica l’altro giorno e parlavo di questo libro che sto scrivendo, raccontando dei grandi eccessi di Bakunin, gran mangiatore, gran bevitore, … E gran donnaiolo..” aggiunge un compagno strizzando l’occhio. “ Beh, non proprio…. Qualcuno sostiene fosse addirittura impotente – anche se non c’è alcuna prova – certo non sembrava molto interessato al sesso e persino i suoi figli pare non siano figli suoi “. Colgo un attimo di smarrimento nel mio interlocutore, una nota di delusione. Il machismo di cui siamo imbevuti noi italiani vorrebbe che una così grande ed esuberante figura di ribelle fosse anche un inveterato sciupafemmine“ ( Alessio Lega, bakunin , il demone della rivolta, 2015
Bibliografia: Alessio Lega, bakunin , il demone della rivolta tra insurrezioni, complotti, i tumulti, le contraddizioni e l’incontenibile passione rivoluzionaria dell’anarchico russo, eleuthera, 2015 p. . 128
Ed è bene ricordare, a questo proposito, la risoluta riprovazione di Bakunin, secondo quanto riferisce Olimpia Kutuzova, del “ machismo” diffuso , tra alcuni compagni italiani, frequentatori della Baronata , cfr. in questo blog infra il post OLIMPIA KUTUZOVA CAFIERO.
BAKUNIN ANTOSSIA CARLO |
Si è sinora esaminata la relazione tra Antossia e Carlo , dal punto di vista di Bakunin o da persone che erano estranee a quello, per quei tempi, strano ménage. Non esistendo fonti dirette che ci rivelino quali erano i sentimenti dei due giovani amanti , in quella anticonvenzionale situazione, non si possono su questo tema che procedere per congetture e supposizioni. A mio parere, non vi è dubbio che tra Antossia e Carlo Gambuzzi vi sia stato amore vero e duraturo , come si può dedurre dal fatto , che, dopo la morte di Bakunin, convissero per due anni e poi, alla nascita della quarta figlia, Tatiana, nel 1879, si sposarono e vissero insieme sino alla morte di Antossia , avvenuta nel 1887. Inoltre non ritengo che mai, essi, sia quando ancora Bakunin era in vita e sia dopo la sua morte, siano venuti meno alla devozione e all’ affetto nei suoi confronti. Non si può infatti sottovalutare che, per molti anni, Antossia, volontariamente, condivise la disordinata vita di Bakunin permanentemente perseguitato dai poliziotti e dai governi di tutta Europa, quando avrebbe potuto lasciarlo per godere di una vita più “normale “ con l’amato Carlo, avvocato e, per quanto ne so, benestante. Personalmente ritengo, infine, che sia stato, proprio grazie all’azione congiunta di Antossia e di Carlo Gambuzzi , che si sia riusciti a trasmettere, la memoria di Papà Bakunin ai loro figli. E una conferma di come non fosse stato dimenticato dai suoi familiari la si ha, tra l’altro nella difesa appassionata di Marussia Bakunin dall’immagine distorta di “papà Michele” e di Antossia, che risultava da un libro sulla vita di Bakunin , scritto nel 1930, da Hélène Hiswolski. Nel libro era messo in risalto, basandosi non sulla lettera scritta da Bakunin ad Ogarev, ancora sconosciuta , ma su malevoli pettegolezzi e "sentito dire" il “ménage à trois" tra Bakunin, Antossia e Carlo Gambuzzi. Marussia Bakunin, secondo quanto riferisce Marianne Enckell, confidò in una lettera del 15 marzo 1935, all' amico Max Nettlau, la sua amarezza e indignazione nel leggere quel libro, chiedendone l'aiuto per confutarlo. (cfr. brano) .
Brano da commentare: “ Nel 1930 apparve
nella collezione “ Vita degli uomini illustri” presso Gallimard , La vita di
Bakunin, scritta da una giovane russa Hélène Iswolsky che si basava sulla lettura di diverse opere in russo-
Marussia insorse , è un libro vergognoso e orrendo, cosparso di
calunnie. Essa supplica Nettlau di
intervenire , o meglio, di scrivere una breve biografia che potesse correggere
questo libello ( lettera del 15 . III 1935,
citata testualmente nel manoscritto). Mai nessun uomo ha rinunciato come
lui [Bakunin] al benessere personale e spogliandosi di tutto per gli altri, mai
nessun uomo ha riunito in sé la potenza di un eroe con la dolcezza di un
bambino. Il libro della Iswolsky e anche l’altro – Il diavolo [ a Pontelungo,
di Riccardo Bacchelli] hanno gettato del fango su di lui e malgrado tutto
questi libri scritti in uno stile leggero e non sgradevole finiscono per essere
letti da molte persone e formeranno convinzioni che passarono alla storia.
Bisogna che le ferite di questi piccoli
aspidi velenosi siano combattute senza rievocarle, ma il
silenzio sugli accusati sarebbe
interpretato come un consenso. Io vi domando caro amico con tutta la mia
anima, di difendere nel vostro libro non solamente la memoria di M.B., ma anche
quella della sua donna, questa silenziosa, eroica compagna che l’ha seguito
nell’esilio, che si è volontariamente sottomessa a tutti i sacrifici per
difendere la vita materiale e spirituale di suo marito e dei suoi bambini. " Infine si reca a Parigi a discutere con l'editore, coinvolge avvocati, e riesce a ottenere che, nei volumi rimasti e nelle edizioni future, alcuni passaggi siano oscurati/censurati. " ( Marianne Enckell., Papa Michel, primavera 2019)
Bibliografia: Marianne E., Papa Michel in Bulletin du CIRA ( Centre des Recherches Internationales sur l’anarchisme n. 75, printemps 2019 pp. 25-26-27. A p. 24 ho avuto la graditissima sorpresa di trovare un’illustrazione tratta dal mio blog “cretastorie”. Sono stato davvero molto contento. Quest’articolo tradotto in italiano , con allegata la mia scenetta in creta, si trova anche in Voce Libertaria periodico anarchico n. 45 aprile-giugno 2019 p. 15 E approfitto dell’occasione per ringraziare anche loro.
Un’ accurata ricostruzione dell’ “affare Iswolsky” si trova nel recente saggio di Carmine Collella sulla corrispondenza epistolare fra Maria Bakunin e Max Nettlau. In questo blog, per le solite ragioni di spazio, mi limito soltanto a citare le amare riflessioni della Bakunin al termine della “querelle”, che coinvolse anche l’editore Gallimard che aveva pubblicato il libro di Helene Iswolsky su Michail Bakunin. ( brano da commentare)
Brano da commentare: “. Cher ami […] Gli editori sono dei mercanti che cercano di guadagnare soldi e, pur di vendere alcune copie in più, sarebbero capaci di vendere i loro genitori e figli. Figuratevi se si sono presi a cuore la faccenda! Gli avvocati sono in generale degli imbroglioni. L’avvocato di Gallimard non aveva che un obiettivo: ottenere un processo divertente per imporre i suoi termini. Il sig. Delépine, il nostro avvocato, è un uomo onesto ma senza energia che si è fatto imbrogliare e per tre mesi si è fatto guidare dal sig. Garҫon, per sistemare la faccenda. Il nostro caro amico Giordani ha dovuto trattare direttamente con il Sig. Gallimard mettendo da parte i due avvocati. […] Sono vissuta sempre all’interno di una cerchia di persone che apprezzavano l’onestà dell’animo e la sincerità delle azioni. Qualsiasi faccenda finanziaria è stata considerata con dispetto; immaginatevi che impressione sgradevole abbia avuto delle persone che ho incontrato a Parigi. Ma non parliamone più, vi dirò quanto ci costerà la censura, l’acquisto dei libri e l’avvocato.” ( lettera di Maria Bakunin a Max Nettlau del 28 luglio 1930
Bibliografia: Nota sel Socio ord. res. Carmine Colella e di Maria Glycheria Dritsakou, Ritratto inedito di Maria Bakunin quale si disvela dall’esame della lunga corrispondenza con Max Nettlau, in Atti della Accademia Pontiniana nuova serie volume LXIX Anno Accademico 2020, Giannini Editore 2021 pp. 99-106 e in particolare per la lettera qui citata, p. 105 Mi piacerebbe, un giorno, poter leggere, sull’argomento, l'articolo di Max Nettlau, Sobre las biografias modernas en general y una biografia de Bakunin en particular, in La Revista Blanca. Sociologia, Ciencia y Arte, Barcellona, VII (168) 15 mai 1930, pp. 528-531; VIII (169) 1 Juni 1930, pp. 1-4.
Per quanto riguarda inoltre il libro di Bacchelli, Il diavolo al ponte lungo, citato da Maria Bakunin come un testo che, insieme alla biografia della Iswolsky, “ gettava fango” sulla vita di Bakunin, si veda, in questo blog, la critica a quel romanzo di Max Nettlau ( cfr. post 2- MICHAIL BAKUNIN .GLI ULTIMI ANNI. L'INSURREZIONE DI BOLOGNA)
Per quanto riguarda poi i figli di Antossia e di Carlo Gambuzzi Alessio Lega esclude ogni possibile influenza su di loro di Michail Bakunin, padre adottivo, morto quando erano ancora bambini.
Brano da commentare: “ Ho ceduto al fascino che ci porta a cercare
in questa discendenza i tratti del grande rivoluzionario, ma in realtà non ci
potevano essere né influenze educative –
quando Michail morì il più grande aveva 8 anni e la più piccola 3 – né influenze ereditarie, non essendo
figli suoi. “ ( Alessio Lega, Bakunin, il demone della rivolta)
Bibliografia: Alessio Lega, bakunin , il demone della rivolta tra insurrezioni, complotti, i tumulti, le contraddizioni e l’incontenibile passione rivoluzionaria dell’anarchico russo, eleuthera, 2015 p. . 129
Da sinistra a destra: CARLO, SOPHIA, PAPA MICHELE, LEON BAULER, MARUSSIA |
Brano da commentare: “ Proprio oggi [nota mia: 1 maggio 1923] Bruno deve fare gli esami di chimica tecnologica con la professoressa Bakunin, figlia adottiva del grande rivoluzionario russo. “ ( Pia Zanolli MIsefari, L’anarchico di Calabria …)
Bibliografia: Pia Zanolli Misefari, L’anarchico di Calabria. La grande esperienza di una vita intera con Bruno Misefari. La Nuova Italia, 1972 p. 188. Su Bruno Misefari e Pia Zanolli , cfr. il post, dedicato a loro, in questo blog.
Brano da commentare: "... Un giorno mia madre ci portò a trovare il suo nuovo amico (Bakunin) che aveva un
maschio e due figlie, la più giovane delle quali, Marussia, conosciuta come
Bomba per il suo carattere esplosivo, aveva più o meno la mia età. La
figura monumentale di Bakunin rimarrà per me un ricordo indelebile. Quando l'ho
visto per la prima volta, era nel suo giardino, che stava girando da cima a
fondo. Mi sentivo come Pollicino
davanti all'orco. Un vecchio mantello (o tabarro o palandrana) nero da pellegrino gli batteva sui
talloni, la testa ombreggiata da un cappello di feltro a tesa larga da cui
sfuggivano lunghi capelli bianchi. Guardò benevolmente i nostri due
minuscoli esseri e sorrise, non come un orco, ma come un buon San Nicola, con
la sua barba riccia. - Dai, bambini, andate a giocare con Sofia e Bomba. Ci
uniamo alle due bambine e al loro fratello.- Di ', Bomba, tuo padre, è grosso
come un orco, vero? - è cattivo?
Cattivo ? Papà Michele? Con lui facciamo quello che vogliamo . In effetti, i
bambini erano gli insegnanti; anche quel vecchio padre Michele, nei suoi
bei tempi, giocava con noi agli indiani, portava la legna per i fuochi che noi
accendevamo e che amava. - Fuoco, fuoco! esclamò davanti alle lingue
arancioni delle fiamme che scintillavano: bruciate, distruggete tutto,
figlioli! Non abbiamo dovuto ripeterlo con dispiacere della giovane moglie di
Bakunin, una donna polacca magra, fredda ma vigile che era allo stremo delle
sue forze per riportare un po 'di ordine nel disordine portato dai suoi figli e
dal suo vecchio marito. Un giorno, quando tutti erano in giardino, trasciniamo
nell'anticamera della villa un fascio di rami e carta, accendiamo fiammiferi e
"Bold, fuoco, fuoco!" I rami scoppiettano, la casa si riempie di
fumo, sta per bruciare.
Corrono, spengono il fuoco ... Bakunin
assiste, impassibile: "Ma perché tutto questo trambusto? Lasciate
fare i bambini, lasciate che lo facciano i bambini ”esclama. Quindi non c'è
bisogno di dire che adoravamo il nostro Papà Michele “
Bibliografia
: Leon Weber Bauler , Una testimonianza sugli ultimi mesi di Bakunin http://atelierdecreationlibertaire.com/blogs/bakounine/un-temoignage-sur-les-derniers-mois-de-bakounine-1160/. Nota: la coetanea di Leon Bauler è Sophia e non Marussia più piccola
Non conosco il libro di Alessio Lega, ma, visto che il mio lavoro sulla Pontaniana era noto (è citato più su), perché non menzionare il fatto che la famosa lettera di Bakunin a Ogarev (così come molte altre notizie riportate) era già stata pubblicata nel mio articolo?
RispondiEliminaLa ringrazio per la citazione del mio libro, frutto di anni di ricerca storica.
RispondiEliminaMarinella Gargiulo
Rileggo a distanza di tempo il suo blog e rilevo con apprezzamento che sono state apportate delle variazioni migliorative. Faccio un commento perché nella parte in cui si fa riferimento al lavoro del sottoscritto vi sono due affermazioni che richiedono un chiarimento. La traduzione della lettera di Ogarev, contrariamente a quanto dubitativamente riportato, è in realtà stata fatta dalla versione francese e non da quella russa (pur avendo io ricevuto dall'Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam anche la versione russa in microfilm). Temo al riguardo di non essere stato molto chiaro nel testo del mio lavoro. Per quel che concerne il virgolettato sul fatto che quella pubblicata poteva essere la prima versione italiana della lettera, convengo che la frase è ripresa dal mio lavoro, ma oggi, a distanza di qualche anno e con diverse altre evidenze e riscontri, posso affermare che effettivamente non era mai apparsa nel nostro Paese in qualsivoglia lingua. Anzi, per la precisione, dirò di più, perché la lettera è stata diffusa per la prima volta ad un convegno a Lacco Ameno (Ischia) il 5 ottobre 2014, suscitando grande scalpore, perché si celebrava il 200° Anniversario della scomparsa di Bakunin e l'uditorio era zeppo di studiosi di Bakunin e di aderenti ad associazioni anarchiche. Volevo poi informare l'estensore del blog che non ho il piacere di conoscere e che quindi non posso contattare se non attraverso questo sito, che nel frattempo ho pubblicato un secondo saggio su Maria Bakunin, molto ricco di ulteriori notizie, che sono certo sarà interessato a leggere. Se mi contatta all'e-mail carmine.colella@unina.it, gliene invio volentieri una copia.
RispondiElimina