martedì 26 aprile 2011

ANARCHICINI: * PIOTR KROPOTKIN ( 1842-1921) e SOFIA GRIGORIEVNA

                                                                  


    PIOTR KROPOTKIN (1842-1921) : principe  russo, data l’ antica nobiltà della sua famiglia  fu paggio privato dello zar e poi, cresciuto,fu avviato alla carriera militare e come ufficiale in Siberia si dedicò a ricerche scientifiche e antropologiche, ove potè constatare le deficienze dell’anmministrazione burocratica russa. Lasciò , poi, l'esercito, sia per solidarietà a un’insurrezione polacca, duramente repressa dai russi, e sia  , perché fu anch’egli, in qualche modo, contagiato dal diffondersi di nuove idee  fortemente critiche nei confronti del sistema sociale, allora vigente,  ritenuto ormai   sempre di più, specie tra i giovani,  come anacronistico e oppressivo.(cfr. brano)
       Brano da commentare: “ Un movimento formidabile si stava intanto sviluppando in Russia fra la gente colta […] Questo movimento fu battezzato con il nome di “nichilismo” da Turgenev, nel suo grande romanzo “Padri e figli”. Nell’Europa occidentale esso viene spesso frainteso. Per esempio, nella stampa si confonde il nichilismo con il terrorismo. […] Ma questo è un errore.  […] Il terrorismo nacque da alcune particolari condizioni della lotta politica in un determinato momento storico. Visse e morì. Potrebbe rinacere e morire di nuovo. Ma il nichilismo ha lasciato la sua impronta su tutta la vita delle classi colte in Russia, e quell’impronta durerà ancora per molti anni.[…] Prima di tutto il nichilista dichiarò guerra a fondo contro tutte le “menzogne convenzionali della civiltà”. La sincerità assoluta era la sua più notevole caratteristica, e in nome di quella sincerità abbandonò, e pretese che gli altri abbandonassero, quelle superstizioni, quei pregiudizi, usi e costumi che la ragione non poteva giustificare […] Il matrimonio senza amore e la familiarità senza amicizia erano ripudiati.“( Kropotkin, Memorie di un rivoluzionario )
Bibliografia:  Piotr Kropotkin, Memorie di un rivoluzionario, Feltrinelli , 1969 pp. 218-220
                                                                                          

     Finalmente libero dagli impegni militari, Kropotkin approfondì i suoi interessi scientifici, particolarmente quelli geografici, zoologici e antropologici.’ assumendo, per diversi anni , il ruolo di segretario della “Società geografica russa” . Aderì alla teoria evoluzionistica di Darwin, allora fortemente avversata dalla religione e dai  tradizionalisti  ma oppose  alle tesi dei “darwinisti sociali” che ritenevano la legge della selezione naturale l’unico fattore evolutivo, la sua originale teoria del “mutuo appoggio “ (cfr. brano)
    Brano da commentare: “Studiando gli animali, non soltanto nei laboratori e nei musei, ma anche  nelle foreste e  praterie, nelle steppe e sulle montagne, notiamo chiaramente che oltre alla guerra, fra le diverse classi animali, esiste, forse in maggior misura, il mutuo sostegno, l’aiuto reciproco e la mutua difesa.  La  sociabilità è legge naturale quanto la lotta. Indubbiamente, è difficile stabilire la preminenza di uno di questi due fattori; ma se cerchiamo una testimonianza indiretta e chiediamo alla natura: “chi sono i più adatti?”, quelli che lottano continuamente tra di loro o quelli che si aiutano a vicenda?” notiamo che sopravvivono più facilmente gli animali che hanno acquisito abitudini di solidarietà” (  da  il  “Mutuo appoggio”)
Bibliografia: Kropotkin, Il mutuo appoggio, , Ennesse, 1970 pp. 10-11
                                                                             

       In occasione di un suo viaggio all’estero Kropotkin venne a contatto, nel 1872,  con la Prima Internazionale e la Federazione del Giura, dove rimase colpito dalla cultura e dallo spirito di fratellanza degli  operai orologiai svizzeri (cfr. post  James Guillaume).  (cfr. brano)
      Brano da commentare: “ L’organizzazione stessa dell’industria degli orologiai, che rende possibile agli associati di conoscersi bene e di lavorare in casa propria,  dove sono liberi di  parlare liberamente, spiega la ragione per cui il livello intellettuale è più alto che non fra coloro che passano tutta la vita, fin dall’infanzia, nelle fabbriche.  Fra gli operai della piccola industria vi è più indipendenza e più originalità di pensiero. Ma anche l’assenza di divisione fra i capi e le masse che c’era nella Federazione del Giura contribuì a far sì che in ogni questione i soci della Federazione cercassero di formarsi un’opinione personale. Vidi che  gli operai  qui non erano una massa ignara, asservita agli interessi politici di pochi; i loro capi erano semplicemente i più attivi di loro, che più che dirigere, davano l’esempio agli altri. Mi fece una grande impressione la chiarezza di intuito, il buon senso, la capacità di orientarsi e concludere in problemi sociali complessi, di cui davano prova questi operai, specialmente i più anziani; e sono fermamente convinto che se la Federazione del Giura ha avuto una parte importante nel dare impulso al socialismo, non fu solo per l’importanza delle sue teorie federaliste e contro lo Stato, ma anche grazie al significato particolare che il buon senso degli orologiai del Giura aveva dato a queste idee. Senza di loro le teorie anarchiche, che allora predominavano sarebbero rimaste per lungo tempo ancora allo stato di semplici astrazioni”. ( Kropotkin, Memorie di un rivoluzionario )
Bibliografia:  Piotr Kropotkin,   Memorie di un rivoluzionario, Feltrinelli 1969 pp. 210-211
 Al suo ritorno in Russia, nel 1872,     diffuse gli ideali "internazionalisti"  e al tempo stesso, constatò che al  "nichilismo" si era affiancato e sovrapposto il "populismo", cioè l' "andata delle giovani e dei giovani  verso il popolo"  (cfr. brano)
Brano da commentare: "La loro parola d’ordine era Vnarod   (andate verso il popolo, siate con il popolo). [...]  I giovani andavano nei villaggi come medici,  assistenti sanitari, insegnanti , scrivani, anche come lavoratori della terra, fabbri ferrai, boscaioli e così via, e cercavo di vivere in continuo contatto con i contadini. Le ragazze prendevano diplomi d’insegnante, imparavano a fare le levatrici e le infermiere e andavano a centinaia nei villaggi, dedicandosi esclusivamente alla parte più povera della popolazione. Andavano senza nessuna idea di ricostruzione sociale, nessun pensiero di rivoluzione: desideravano semplicemente insegnare a leggere alla massa dei contadini, istruirla, darle un’assistenza medica, aiutarla insomma in tutti i modi a uscire dalla miseria e dall’ignoranza, e al tempo stesso imparare dalla massa i suoi ideali di una migliore vita sociale” ( Kropotkin, Memorie dio un rivoluzionario)
Bibliografia:  Piotr Kropotkin,   Memorie di un rivoluzionario, Feltrinelli 1969 pp. 222
                                                                              
NIKOLAJ KAIKOVSKI e  PIOTR KROPOTKIN

  Kropotkin non volendo restare passivo, frequentò il circolo di Cajkowski, una delle massime espressioni della cosidetta "andata verso il popolo",   fondato a Pietroburgo,  nel 1871, da NIKOLAJ CAIKOVSKI (1851-1926),  che fortemente osteggiato dalle autorità  tese sempre più a politicizzarsi e ad adottare comportamenti di tipo cospirativo sempre più radicali. (cfr. brano)                    
Brano da commentare: “  Poco dopo il  mio ritorno Kelnitz mi invitò a entrare in un circolo, noto tra i giovani con il nome di “Circolo di  Cajkovskij “. Questo circolo ebbe una parte importante nella storia del movimento sociale in Russia e il suo nome non sarà dimenticato dalla storia. “  […] Conoscevo già Cajkovskij e pochi altri soci del ciurcolo. Cajkovskij conquistò il mio cuore al nostro primo incontro e la nostra amicizia è durata poi per ventisette anni. Questa società era stata iniziata da un piccolissimo gruppo di giovani e di ragazze, tra le quali anche Sofia Perovskaja; si riunivano per istruirsi e perfezionarsi. Cajkovskij era fra di loro. Nel 1969 Necaev cercò  di fondare un’organizzazione segreta rivoluzionaria in mezzo alla gioventù progressista accesa dal desiderio di lavorare fra il popolo e per raggiungere questo scopo ricorse al sistema dei vecchi cospiratori, senza esitare di fronte all’inganno quando voleva costringere i suoi soci a seguire le sue idee. […] Il circolo educativo del quale parlo fu istituito in opposizione ai sistemi di Necaev.  Il piccolo gruppo di amici si era persuaso, e giustamente, che solo individui ispirati a una morale superiore potevano costituire la base di ogni organizzazione, qualunque politica potesse seguire e quale fosse il programma pratico che gli avvenimenti futuri potessedro indurlo ad adottare  . Fu questa la ragione per cui il circolo di Caikovskij , allargando gradualmente il  suo programma, si diffuse tanto in Russia e ottenne risultati così importanti; e più tardi le persecuzioni feroci del governo portarono alla lotta rivoluzionaria, produsse quella nobile schiera di uomini e di donne, che caddero nella terribile lotta contro l’autocrazia ( Piotr Kropotkin, Memorie di un rivoluzionario  )
Bibliografia:  Piotr Kropotkin,   Memorie di un rivoluzionario, Feltrinelli 1969 p. 224
                                                                          
SOFIA PEROVSKAJA e SERGHEJ KRAVCINSKIJ

Tra i membri di questo gruppo particolarmente stimati da Kropotkin furono , oltre lo stesso  Cajkovski anche SOFIA PEROVSKAJA (cfr.  post OLYMPIA KUTUZOV) e SERGHE KRAVCINSKIJ , (Stepniak)  (cfr. post INTERNAZIONALISTI NEL MATESE),    che confluirono, poi, come tanti altri, tanto più la reazione si accaniva sui populisti,  nelle organizzazioni  della Zemlja Volja (Terra e Libertà) e della Narodnaja Volja  (Volontà del popolo) .  
Brani da commentare : 1)  Le riunioni del nostro circolo erano frequenti e non vi mancavo mai. Ci riunivamo allora in un quartiere della periferia di Pietroburgo in una casetta cui risultava affittuaria Sofia Perovskaja, che viveva allora con il nome e il passaporto falso della moglie di un artigiano. Apparteneva  a una famiglia molto aristocratica e suo padre era stato per un certo tempo il governatore militare di Pietroburgo […] ora,nel suo carattere di moglie di un artigiano, vestita di cotonina, con le scarpe da uomo e un fazzoletto a vederla mentre portava sulle spalle due secchi di acqua attinti alla Neva, nessuno avrebbe riconosciuto in lei la signorina che pochi anni prima brillava in uno dei saloni più eleganti della capitale …” ; 2)  Un altro dei  favoriti del nostro Circolo era Sergio Kravcinskij , tanto noto poi in Inghilterra e negli Stati Uniti sotto il nome di Stepnjac. Lo chiamavano spesso “il bambino” tanto era il suo sprezzo del pericolo; ma la sua temerarietà era semplicemente effetto dell’assoluta assenza in lui della paura, una qualità che, dopo tutto, è la politica più saggia per un ricercato della polizia …” ( Piotr Kropotkin, Memorie di un rivoluzionario )
Bibliografia:  Piotr Kropotkin,   Memorie di un rivoluzionario,  (primo brano), Feltrinelli 1969 p. 233 e (secondo brano) p.  235                                                            
KROPOTKIN/BORODIN
Dal 1872 al 1874,  Kropotkin  si impegnò , particolarmente a una intensa propaganda  rivoluzionaria, a Pietrogrado,  tra gli operai dei cotonifici e dai tessitori, da cui era fortemente attratto per la loro capacità di rappresentare, in sintesi, modi di vita e di pensare  legati sia alla campagna, da dove provenivano che alla città,  dove li sospingeva, sulla scia dello sviluppo industriale,  la ricerca del lavoro (cfr. brano)
Brano da commentare: “  Le mie simpatie erano in particolare per i tessitori e gli operai dei cotonifici. A Pietroburgo ve ne sono parecchie migliaia che lavorano in fabbrica durante l’inverno e ritornano per i tre mesi estivi nei loro paesi a coltivare la terra. Mezzo contadini, mezzo operai , conservavano di solito  lo spirito socievole del contadino russo. Nel l,oro ambiente il movimento si estese con rapidità straordinaria.  […]  Naturalmente quelli di noi che avevano rapporto con questi operai dovevano vestirsi come loro, portare cioè l’abito da contadino. La distanza che passa fra i contadini e le classi colte in Russia è così grande, e i rapporti fra di loro così poco frequenti, che non solo l’arrivo in un paese di qualcuno che indossi l’abito contadino desta l’attenzione generale, ma anche in città se uno che per il modo di vestire e di parlare rivela di non essere un operaio è visto in giro in compagnia di operai, sveglia subito i sospetti della polizia. […]Ricordo particolarmente il capodanno del 1874, l’ultimo passato in Russia in libertà.  […] andai a una delle riunioni dei nostri tessitori.  Si teneva in un buio stanzone sotterraneo; io ero vestito da contadino e sperduto in mezzo alla folla degli altri vestiti di pelle di montone. Il mio compagno , che essi già conoscevano, mi presentò semplicemente : “ Borodin, un nostro amico” “ Raccontaci, Borodin, quello che hai visto all’estero” egli mi disse. E io parlai del movimento operaio nell’Europa occidentale, delle sue lotte, delle sue difficoltà, delle sue speranze. Il pubblico era composto in gran parte di uomini sulla quarantina. Era profondamente interessato; mi fecero delle domande, tutte intelligenti, sui più minuti particolari dei sindacati operai, sugli scopi dell ‘ Associazione Internazionale, e le sue probabilità di successo; poi vennero le domande su quello che si poteva fare in Russia e sulle prospettive della nostra propaganda. Non cercavo mai di nascondere i pericoli della nostra agitazione e dissi francamente quello che pensavo . “Noi saremo probabilmente mandati in Siberia uno di questi giorni; e voi – una parte, almeno – dovrete passare lunghi mesi in carcere per averci ascoltato” Questa triste prospettiva non li spaventava . … E quando più tardi diversi di loro furono arrestati, si comportarono quasi tutti coraggiosamente, ci aiutarono e non tradirono mai nessuno.” ( Kropotkin, Memorie dio un rivoluzionario) pp. 240-242)
Bibliografia:  Piotr Kropotkin,   Memorie di un rivoluzionario, Feltrinelli 1969 pp. 240-242
                                                               
KROPOTKIN DETENUTO
 Il diffondersi delle nuove idee rivoluzionarie, tutt'altro che omogenee, ma aventi tutte il comune scopo di innovare e introdurre maggiore giustizia sociale nella società zarista fortemente arretrata sia  economicamente che socialmente, scatenò una dura repressione  poliziesca, che provocò, nel 1874, numerosi arresti tra i  "cajkovcy ". Kropotkin fu arrestato e imprigionato nella fortezza di Pietro e Paolo, dove anni prima era stato prigioniero anche Bakunin. 
FUGA DI PIOTR KROPOTKIN                                          
Nell' aprile del 1876 Kropotkin fu trasferito provvisoriamente, per una malattia contratta in carcere, all'ospedale militare di Pietroburgo, assai meno sorvegliato della fortezza. Approfittando di ciò, Kropotkin stesso elaborò un piano di evasione, che fu, poi , portato felicemente a termine, senza troppe varianti, il 12 luglio 1876, da una ventina di membri del "Circolo Cajkovski, guidati dal dottore OREST EDUARDOVIC VEJMAR  e da ALEXANDR IVANCIN-PISAREV.  Il cavallo nero Varvar,  famoso per essere "veloce come il vento ", fu lo stesso che servì due anni dopo a Kravcinskij per fuggire dopo  il suo attentato   al generale Mezencov. (cfr. brano)

Brano da commentare: “   … Tutto il cortile era chiuso da uno steccato costruito con grosse tavole. Il cancello era aperto per lasciar passare i carri. Quel cancello aperto mi affascinava “ Non devo fissarlo” mi dicevo, eppure non ne staccavo mai gli occhi. Appena mi ricondussero in cella scrissi ai miei amici per comunicare loro la bella notizia. […] Oggi mi hanno condotto fuori del cortile; il cancello era aperto e nessuno lo custodiva. Da quel cancello io fuggirò; le mie sentinelle  non mi prenderanno” e stesi il piano della fuga. “ Una signora deve venire in carrozza aperta all’ospedale. Scenderà e la carrozza l’aspetterà nella strada a una cinquantina di passi dal cancello. Quando uscirò alle quattro camminerò per un poco  con il cappello in mano e qualcuno dal di fuori starà a vedere e l’interpreterà come il segnale che tutto va bene nella prigione. Allora tocca a voi rispondere “ la strada è libera”. Senza di ciò non mi muoverò, una volta passato il cancello non devo essere ripreso. Potete servirvi solo della luce o del suono come segnale. Il cocchiere potrebbe proiettare un raggio di luce, i raggi del sole riflessi dal suo cappello lucido sul fabbricato principale dell’ospedale, che a quell’ora è in ombra, o meglio ancora un canto che continuasse tutto il tempo che la strada resta libera; a meno che non vi riuscisse di affittare il villino grigio che vedo dal cortile, e allora potreste fare un segnale dalla finestra. La sentinella correrà come un cane dietro la lepre, facendo una curva, mentre io correrò in  linea retta e guadagnerò cinque o dieci passi. Arrivato nella stra salterò nella cartozza e partiremo al galoppo. Se la sentinella facesse fuoco – ebbene –sarà quel che sarà, questo è al di fuori delle nostre possibilità d’azione; e poi di fronte alla certezza di morire in prigione val bene correre il rischio. Furono prposati degli altri progetti, ma si finì con l’adottare questo. Il nostro Circolo si incaricò della cosa, persone che neppure conoscevo se ne interessarono come si fosse trattato del più caro dei loro fratelli …” ( Piotr Kropotkin , Memorie di un rivoluzionario ..)
Bibliografia:  Piotr Kropotkin,   Memorie di un rivoluzionario, Feltrinelli 1969 pp. 240-242

                                                                      
     
     Costretto all’esilio , crebbe sempre più, passando attraverso varie fasi, la sua fama di teorico dell’anarchia e di agitatore. E dopo la morte di Bakunin e di Carlo Cafiero divenne, insieme ad Errico Malatesta, uno dei punti di riferimento principale per il movimento comunista anarchico Tra i suoi numerosi  scritti importanti vi furono, tra l’altro,  le sue “Parole di un ribelle “, di cui citerò qui un breve brano .(cfr. brano)
      Brano da commentare: “Un governo rivoluzionario!”  Ecco due parole che suonano ben strane all’orecchio di coloro che si rendono conto di ciò che  deve significare la Rivoluzione sociale e di ciò che significa un governo. Due parole che si contraddicono, che si annullano l’una con l’altra. Si sono ben visti, in effetti, dei governi dispotici. è nell’essenza stessa di ogni governo di essere per la reazione contro la rivoluzione e di tendere necessariamente al dispotismo; ma non si è mai visto  un governo rivoluzionario, e per buoni motivi. La rivoluzione, sinonimo di “disordine” e di sconvolgimento, di rovesciamento in pochi giorni delle istituzioni secolari, di demolizione violenta delle forme stabilite della proprietà, di distruzione delle caste, di trasformazione rapida delle idee correnti sulla moralità, o piuttosto sull’ipocrisia che ne tiene il posto, sinonimo di libertà individuale e di azione spontanea è precisamente l’opposto, la negazione del governo. Questo significa “ordine stabilito” , conservatorismo, mantenimento delle istituzioni esistenti, negazione dell’iniziativa e dell’azione individuale. [….] Lasciare che si stabilisca un governo qualsiasi, un potere forte e rispettato, significa bloccare la marcia della rivoluzione sin dall’inizio. Il bene che potrebbe fare questo governo è nulla, il male immenso. In effetti noi non intendiamo per rivoluzione un semplice cambiamento dei governanti, bensì la presa di possesso da  parte del popolo di tutta la ricchezza sociale, l’abolizione di tutti i poteri che hanno costantemente  ostacolato lo sviluppo dell’ umanità. .. “ (da  Kropotkin, Parole di un ribelle  1885)
Bibliografia:  Daniel Guerin, Né Dio né padrone. Antologia del pensiero anarchico,  vol. 1 Jaka Book 1971 p. 422 e p. 431
                                         
 Durante la  I guerra mondiale, si dichiarò favorevole alla guerra al fianco della Triplice Intesa per abbattere l’autoritarismo degli Imperi Centrali. La sua posizione fu  condivisa da alcuni altri noti anarchici ( che firmarono il cosiddetto “Manifesto dei sedici”) ma, non dalla maggioranza , da sempre antimilitarista e internazionalista.  (cfr. post “Guerra maledetta”) .Dopo la rivoluzione del 1917 tornò , insieme alla moglie Sofia in Russia . Lenin ebbe sempre una grande considerazione per Kropotkin nonostante le   coraggiose lettere, che il vecchio rivoluzionario russo gli inviava, dove esprimeva il suo dissenso nei confronti dell'’  involuzione sempre più autoritaria del bolscevismo,  (cfr. brano). 
 Brano da commentare: “  Questa costruzione dal basso, sembrerebbe, potrebbe essere intrapresa nel modo migliore dai soviet.  Ma la Russia è già diventata una repubblica sovietica solo di nome. L’influenza e la smania di comandare degli uomini di partito, che sono per la maggior parte comunisti senza esperienza (gli ideologi di vecchio stampo operano soprattutto nei centri più grandi) hanno già distrutto l’influenza e la forza creativa di queste tanto vantate istituzioni, i soviet. Attualmente, non sono i soviet a governare la Russia, ma i comitati di partito. E la loro capacità costruttiva soffre di tutte le inefficienze dell’organizzazione burocratica. Per salvarsi dal caos attuale, la Russia deve affidarsi alla creatività delle forze locali, che, a mio avviso, possono divenire un fattore determinante nella costruzione di un nuovo tipo di vita. Più presto lo si comprenderà, meglio sarà e il popolo sarà più disposto ad accettare le nuove forme di vita sociale. Se, invece, si manterrà la situazione attuale, il termine stesso “socialismo” diverrà maledetto , come è accaduto per quarant’anni, in Francia,  con l’idea di  uguaglianza dopo il governo dei giacobini. Saluti rivoluzionari. P. Kropotkin” . (Lettera di P. Kropotkin a Lenin, marzo 1920)
Bibliografia:  Paul Avrich, Gli anarchici nella rivoluzione russa, La salamandra 1976 pp. 188-189
 Nel 1921,  alla morte del vecchio rivoluzionario , Lenin propose “funerali nazionali” in suo onore. La famiglia e i compagni di Kropotkin,  tra cui Berkman e la Goldman,  rifiutarono, ma ottennero che gli anarchici russi in prigione potessero assistere ai funerali, che sfociarono in una grandiosa manifestazione antiautoritaria.  Dopo la  sua morte  la sua casa divenne un museo, che fu chiuso nel 1938 dopo la morte di Sofia Grigorievna Kropotkin. Ed è interessante notare che la moglie di Kropotkin coraggiosamente portò avanti le critiche  di  Kropotkin alla sempre crescente involuzione  della “rivoluzione” bolscevica e in particolare con il soffocamento sistematico della libertà di parola e di espressione, come quando nel 1926, durante la commemorazione del cinquantesimo anniversario della morte di Bakunin. Purtroppo non ho potuto consultare il testo del discorso , ma Frank Mintz cita una lettera anonima di  un partecipante alla commemorazione che si complimenta con Sofia Grigorievna  per il suo coraggio, da cui si deduce agevolmente il tono di quella commemorazione. (cfr.brano)
Brano da commentare: “ … Noi vogliamo esprimervi il nostro sentimento  di profonda gratitudine e di  incanto. Un’immensa sala, migliaia di persone, e improvvisamente dal basso una voce femminile fragile lancia alla folla parole forti e potenti di verità, che la Russia non ha ascoltato da nove anni . Noi pensiamo che voi siate la persona in URSS, che possa osare dire tutta la verità. Da parte di una persona tra molte altre. PS: Scusatemi di non firmare col mio nome, perché non ho il vostro stesso coraggio” ( anomimo il 15, luglio 1926)
Bibliografia: in Frank Mintz, Histoire de la mouvance anarchiste 1789-2012 , Editions Noir et rouge, 2013, p. 76 (traduzione mia in italiano)
                                                               
 

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