mercoledì 27 aprile 2011

ANARCHICINI: LA FAMIGLIA RECLUS -ELISEE RECLUS (1830-1905)


Da sinistra ba destra:  LOIS, MARIE, ZELINE, LOUISE,NOEMI, JOHANNA,  ELISEE, ELIE, ONESIME, ARMAND, PAUL
  ELISEE RECLUS (1830-1905) grande viaggiatore, geografo di fama mondiale, anarchico. Nato in una famiglia numerosa mantenne tutta la vita rapporti assai stretti con i suoi fratelli, anch’essi noti geografi e scienziati e di idee libertarie,   e con le sue sorelle anche esse impegnate, per quanto possibile, intellettualmente:  
LOIS RECLUS ( 1832-1917) istitutrice privata e traduttrice presso la  prestigiosa casa editrice Hachette -  MARIE  RECLUS ( 1834-1918) istitutrice privata e traduttrice presso Hachette – ZELINE  RECLUS ( 1836-1911) istitutrice privata – LOUISE RECLUS ( 1839-1917)   precettrice e segretaria  dei fratelli , in particolare di Eliseo Reclus. Si dedicò  al riordino delle sue opere e della sua corrispondenza anche dopo la morte del fratello. – NOEMI RECLUS ( 1841-1915) istitutrice e traduttrice. Tra gli autori tradotti  vi fu  anche  Leopold Sacher Masoch. -  JOHANNA RECLUS ( 1845-1937) 
 Sebbene alle sorelle Reclus venga unanimamente  riconosciuta  intelligenza e cultura non inferiore a quella dei fratelli,  esse ,  assiduamente impegnate  nei ruoli di spose e di madri,  oltre che  di sorellee di zie non ebbero modo di poter manifestare pienamente  le proprie capacità.  I limiti imposti dalla loro condizione di donna nella società di quel tempo sono ben messi in luce  da Noemi Reclus (brano  da commentare) 
Brano da commentare:  « Viaggiare ! Quale voluttà ! Pensare che la terra  è così piccola, che noi non ne conosciamo che la milionesima parte,  cose splendide sono  tutte vicine e  noi ci comportiamo  con indifferenza. ( avons l’air indifferent) .  Non mi stupisco che Onesimo voglia andare in africa; vorrei  andare sotto i tropici, vedere la creazione in tutta la sua grandezza!!! E io sono donna!  ( parole di Noemi Reclus)

Bibliografia: Gabrielle Cadier-Rey, Les Reclus au feminin  , in Conférence dite à l’occasion des Rencontres Élisée RECLUS à Orthez les 9-11 décembre 2005. Trovato facilmente su Google. (traduzione italiana mia)
 ELIE RECLUS  (1827-1904) etnologo, giornalista e porta-voce delle aspirazioni dei gruppi etnici minoritari -  ONESIMO RECLUS ( 1837- 1916) geografo , collaboratore del Tour de monde presso Hachette.  -  ARMAND RECLUS ( 1843-1927) ingegnere navale, ufficiale di marina, geografo, esploratore. Partecipò al progetto del canale di Panama -  PAUL  RECLUS chirurgo e  medico/scienziato. Partecipò come medico  alla guerra  franco-prussiana del 1870  e poi alla Comune di Parigi , dove negli scontri finali fu catturato insieme al fratello Elisee . (cfr. brano da commentare)

Brano da commentare:  “I Reclus sono molto (largement) aperti al mondo.  Per   tutti loro ( A’ eux tous ),  essi percorrono quasi tutto il pianeta., essi pensono la diversità geoculturale dei popoli come  l’unità della specie umana. Ma essi non sono  in alcun caso degli sradicati ( déracinés).  E’ al contrario una pratica comunitaria intensa , che spiega la loro capacità  fiduciosa di esplorare dei territori o a  dissodare nuovi campi intellettuali  e professionali, ed anche a non esitare a rischiare la propria vita. …” ( Elisée Reclus, Les grands textes a cura di Christophe Brun . Introduzione p.. 34 …., )

Bibliografia :  Elisée Reclus , Les Grands Textes , a cura di Christophe Brun, Champs  Classiques, Flammarion ,  2014 p. 34


 
Sin da giovane Elisée Reclus compì numerosi viaggi , da cui, poi, ricavò  appunti che gli servirono di base per le sue numerose opere geografiche e antropologiche. In questi scritti abbondano numerose riflessioni sui rapporti tra uomini e ambiente e contro le  sfrenate speculazioni di industriali,e ingegneri dell'epoca,  incuranti delle bellezze e delle esauribili risorse  della natura . (cfr. brani)
 Brani da commentare :   1) La natura cambia costantemente con gli uomini che nutre. Movimenti interni alzano e abbassano le montagne, le correnti rodono le scogliere e ricostruiscono arcipelaghi, la vita ferve nei flutti e rinnova senza fine la faccia della Terra; infine i popoli, grazie all'agricoltura, all'industria, alle vie di comunicazione cambiano l'aspetto e le condizioni primitive dei continenti che li portano e non smettono di cambiare se stessi continuamente con le migrazioni e i contin ui incroci razziali "  2) Tutto è devastato su questa terra  nerastra.  [I boschi]dovrebbero mantenere il ruolo fondamentale che giocano nell’igiene della terra e delle sue specie dato che,  nella distribuzione delle forme geografiche, la foresta riveste un ruolo essenziale, dopo le distese oceaniche e l’architettura degli altopiani e dei monti [….] Il nostro pianeta ha i suoi polmoni e gli uomini devono rispettarli, ne va della loro salute “  (da  E. Reclus, “Geographie social) ; 3) “ si  sa che  i fiumi e i ruscelli di acqua pura diventano nelle nostre città dei ricettacoli di immondizie […]  Una immensa  nebbia di polvere e di miasmi impuri pesa sempre sulle città: in condizioni normali, l’aeronauta  deve elevarsi almeno di  500 metri  al di sopra dio Parigi prima di respirare un’aria pura […]  Può essere che il clima si sia realmente modificato in seguito a grandi cause geologiche, come pensa Oscar Fraas, ma l’uomo ha certamente la sua forte parte in questa trasformazione delle campagne in deserto […]  Senza parlare di montagne […] che per ragioni militari i governi hanno speso centinaia di milioni a imbruttire, quante scogliere pittoresche, quante spiagge incantevoli, sono anch’esse, in molti puntio, accapparate da proprietari  gelosi o , da   speculatori   che apprezzano le bellezze della natura  come i cambiavalute stimano un lingotto d’oro. Nelle zone di montagna , la stessa smania di possesso si inpadronisce degli abitanti: i paesaggi sono suddivisi in lotti e venduti al miglior offerente: ogni curiosità naturale, la roccia, la grotta, la cascata, il crepaccio di un ghiacciaio ,  tutto,   fino al suono dell’eco,  può diventare   proprietà privata ( E. Reclus,  La Terre. Description des phénomènes de la vie du Globe, vol. II (1881)
 Bibliografia:  1 e 2) in  Gianpietro Berti il pensiero anarchico dal settecento al novecento, Piero Lacaita editore  : primo brano a p. 639 n. 5 e secondo brano a p. 663 ;  3) in  Federico Ferretti, Il mondo senza mappa, Zero in condotta 2007 p. 63, p. 64
                                               
                                            
 Nel 1871 Reclus  combatté in difesa della Comune di Parigi. Condannato alla deportazione nella Nuova Caledonia, ottenne, grazie ad una protesta degli ambienti scientifici internazionali, la commutazione della pena a 10 anni di esilio, che trascorrerà, per lo più in Svizzera, dove, tra l'altro,  entrò in contatto con la  Federazione del Giura. In questo periodo continuò anche a intraprendere numerosi viaggi per il mondo ( Stati Uniti , Spagna, Tunisia, Algeria, Egitto ecc.) Nel 1877 conobbe Piotr Kropotkin, di cui divenne un grande amico e con cui fondò il famoso giornale anarchico “Le revolté” , ( il cui nome fu poi cambiato in “La revolte”) ove venivano attaccati, senza sosta,  l'autoritarismo, il capitalismo ecc. . Di fronte poi alla politica elettorale  adottata dalla sociademocrazia, Reclus scrisse un opuscolo contro la corruzione implicita al sistema parlamentare e al significato diseducativo del voto per chi si prefiggeva il cambiamento radicale dello statu-quo esistente. (cfr. brano)
Brano da commentare: “… Votare significa abdicare; nominare uno o più padroni per un periodo più o meno lungo, significa rinunciare alla propria sovranità. Che si tratti di un monarca assoluto, di un principe costituzionale o di un semplice mandatario con una piccola quota di potere, Il candidato che portate al trono o alla poltrona sarà un vostro superiore. Andate ad eleggere degli uomini che saranno al di sopra della legge, dal momento che essi sono incaricate di redigerle, le leggi, e che la loro missione è quella di farvi obbedire. Votare significa essere ingannati; significa credere che degli uomini come voi, all’improvviso acquisiscano, al suono di un campanello, la virtù di sapere tutto, e tutto comprendere. I vostri mandatari hanno da legiferare su tutto, dai fiammiferi alle navi da guerra, dalla potatura degli alberi allo sterminio delle popolazioni. Vi dovrà sembrare che la loro intelligenza possa crescere in ragione della immensità del ruolo cui sono chiamati. La storia insegna che si verifica il contrario. Nelle assemblee sovrane, fatalmente prevale la mediocrità. Votare significa evocare il tradimento. Senza dubbio, gli elettori credono nell’onestà di coloro ai quali danno il voto – e forse è così il primo giorno, quando i candidati sono ancora in fervore del primo amore. Ma ogni giorno ha il suo domani. Quando l’ambiente cambia, l’uomo cambia con esso. Oggi, il  candidato s’inchina davanti a voi, e persino troppo; domani si tirerà su, e persino troppo. Aveva mendicato il voto, vi darà degli ordini .[…] L’atmosfera di simile corpi legislativi è malsana da respirare; se si  inviano i propri mandatari in un contesto di corruzione, non ci si stupisca se ne risultano poi corrotti. Non abdicate, pertanto,  e non mettete il vostro destino in mani a degli uomini forzatamente incapaci e  futuri traditori . ….” ( Elisée Reclus, Lettera a Jean Grave,  26 settembre 1885)
Bibliografia: in Elisée Reclus, Les grands textes, présentés par Christophe Brun, Champs classiques,Flammarion 2014  pp. 365 ss. (traduzione italiana in  FRANCO SENIA blogspot.com/20-10-2013/poche parole.htlm)
                                                           

Tra il 1892 e il 1894  Elisée Reclus  fu  più volte, in Francia,  coinvolto  dal clima fortemente antianarchico, contrassegnato da leggi cosidette "scellerate"  emanate alla fine del 1893, e pertanto lui e i suoi parenti più stretti  ( figlie, fratelli e nipoti) si trasferirono in Belgio. Stabilitosi a Bruxelles, nel quartiere d’Ixelles,  insegnò  nella “Nouvelle Universitè Libre de Bruxelles” e fondò un “Istitut Geografique” e la “Société d’études ed d’editions géographiques EliséeReclus“ . Spesso insegnò anche  ai lavoratori e agli emigrati  nelle università popolari.  La sua opera fondamentale fu la Geographie Universelle, i cui numerosi volumi uscirono dal 1875 al 1894. Acuto e sensibile osservatore della realtà dei suoi tempi seppe, inoltre,  presentare , ad un livello colto, alcuni temi come il vegetarismo , il naturalismo/nudismo, le unioni libere,  che tra la fine del XIX secolo e i primi anni del novecento erano fortemente dibattuti e vissuti in prima persona da alcuni gruppi di persone che  si prefiggevano di sperimentare nuovi stili di vita ( cfr. i post sui “MILIEUX LIBRES”, sui “NEW LIFERS” e sui MONTEVERITANI” )
Brani da commentare: 1)…” Vogliamo  intorno a noi un ambiente gradevole alla vista e in armonia con la bellezza. Poiché i fisiologi o meglio ancora la nostra esperienza personale ci dicono che questo odioso nutrimento di carni fatte a pezzi non è necessario per sostenere la nostra esistenza, bandiremo questi orridi alimenti che piacevano ai nostri antenati e che piacciono ancora alla maggior parte dei contemporanei. Speriamo proprio che tra non molto  costoro  avranno almeno la delicatezza di nascondere il loro nutrimento. I macelli sono già relegati nelle periferie fuori mano: che le macellerie seguano lo stesso cammino, rintanandosi come le stalle negli angoli bui. Aborriamo, perché sordide,la vivisezione e ogni sperimentazione rischiosa, a meno che non sia eroicamente praticata dallo scienziato sulla propria persona. Proviamo disgusto per l’azione ignobile del naturalista che appunta sulla sua scatola farfalle vive e che distrugge tutto il formicaio per contarne le formiche. Ci scostiamo con ripugnanza dall’ingegnere che deturpa la natura imprigionando una cascata in tubi di ghisa e dal boscaiolo californiano che abbatte un albero di  quattromila anni e di centro metri di altezza per mostrarne i cerchi nelle fiere e nelle mostre. La bruttezza nelle persone, nelle azioni, nella vita, nella natura circostante: ecco il nemico per eccellenza. Diventiamo belli noi stessi, e rendiamo belle le nostre vite!; ( Le végétarisme 1906 ); 2) La questione dell’abbigliamento e della nudità è certamente quella che ha più importanza nello stesso tempo dal punto di vista salute fisica  della, dell’arte e della salute morale; […]  è venuto il tempo di non desistere più dal discuterne. Ciò è conquista recente della libertà umana; ancora pochi anni fa si sarebbe respinto a priori come attentato alla  morale ogni  proposta in cui la necessità dell’abbigliamento potesse essere contestata. […] Ma la grande rivoluzione estetica e morale che lascerà al moderno civilizzato il diritto che aveva il greco di altri tempi di passeggiare liberato da fasce (langes) alla luce del sole, questa grande rivoluzione è ancora, tra tutte le ambizioni dell’uomo moderno, quella che sembra la più difficile da realizzare” ( estratto da L’homme et la terre 1905) ; 3) L’unione  normale deve  essere talmente “libera”,  spontanea, interpersonale che nessuno dovrebbe  conoscere. E’ un fatto che  riguarda gli interessati. Inoltre, queste forme di unione variano  naturalmente secondo gli individui, le loro passioni, i loro accordi (convenances) Un minuto, un giorno, un mese, in prova, a capriccio, a durata, in alternanza, per sempre, ciò non riguarda nessuno: ogni essere umano, ogni coppia di esseri umani deve esserci  sacro nel suo desiderio, alla sola condizione che la volontà dei congiunti sia assolutamente d’accordo . Ma  se io mi guardo bene di giudicare gli individui, posso constatare che vi sono forme d’unione più o meno elevate. Evidentemente, la forma superiore è quella che comprende al tempo stesso la passione reciproca, la fervida amicizia, la stima perfetta e la costanza d’amore  che ha origine dalla trasformazione continua, dal rinnovamento dell’uno e dell’altro sino alla fine della vita. Questa unione raggiunta da così poche persone, non è l’ideale, e la iniziale esplosione d’amore non la contiene in potenza (germe)?...... ” ( Allocution du pére à ses filles et à ses gendres (1882)
Bibliografia: Elisées Reclus, Les grandes textes présentés par Christophe Brun, Champs classiques 2014 : (primo brano) pp. 265-266 traduzione italiana in http:/ita.anarchopedia.org/Sul_vegetarismo (di Elisée Reclus) , (secondo brano) pp. 276-277 e p.279) traduzione italiana mia , (terzo brano) p. 303  
CLARISSA BRIANT E LE FIGLIE MAGALI E JEANNIE. 


Donne importanti della sua vita furono:  Clarisse  Briant , nata nel 1832, di origine africana per via materna,  sposata da Elisée con rito civile nel 1858. Da lei ebbe due figlie Magali ( 1860-1953)  e Jeannie ( 1863-1897).  Clarisse morì nel 1869 .   Fanny Lherminez  ( ? – 1874) con cui , dal 1870, convisse, sino alla morte di lei, dopo un parto , in  una “ unione libera”. Si amarono molto tanto che  spesso quando si presentavano agli altri o firmavano delle lettere, lui diceva di chiamarsi Elisée/Fanny e lei, Fanny Elisée.  Ermance Gonini Trigant-Beaumont (1826-1918 ) vedova di un cugino di Elisée, sposata con rito civile nel 1875.   Dal 1895 avviò una relazione intima, pur vivendo in case separate,  con la ricca borghese Florence  Tant De Brouckere  ( 1841-1927) e un rapporto di profonda amicizia,su un piano più culturale e  politico, con  due sue giovani allieve,  Clara Koettlitz Mesnil  e Alexandre David Neel ( cfr. post  ANARCHICI BELGI, ancora da completare) 

Fig. 1:  FRONTESPIZIO DELL'HOMME ET LA TERRE DISEGNATO DA FRANTISEK KUPKA  E Fig. 2  MIO TENTATIVO DI RIPRODURLA IN CRETA

 Tra le grandi opere di Elisèe Reclus  bisogna annoverare La Nouvelle Géographie Universelle in 19 volumi, pubblicata tra il 1875 al 1894  e alcuni anni dopo  L’Homme et la Terre,  che consiste in una sorta di enciclopedia  geo-storica pubblicata postuma in sei volumi, a cura del nipote  Paul Reclus (cfr. post ANARCHICI FRANCESI 1) ,  Dalla introduzione di Elisée Reclus a L’Homme et la  Terre cito il  breve seguente brano: 
Brano da commentare: “Qualche anno fa, dopo aver scritto le ultime righe di un lungo libro,    Nuova geografia universale,   ho espresso il desiderio di poter studiare un giorno l'uomo nella successione di secoli come l'avevo osservato nei vari paesi del globo e di stabilire le conclusioni sociologiche a cui ero stato condotto. Ho elaborato il piano per un nuovo libro che esponesse le condizioni del suolo, il clima, tutta l'atmosfera in cui si sarebbero realizzati gli eventi della storia, dove sarebbe stato mostrato l'accordo degli uomini e della Terra, dove le azioni dei popoli sono spiegate, causa ed effetto, dalla loro armonia con l'evoluzione del pianeta. Questo libro è quello che sto attualmente presentando al lettore.” ( Introduzione di Elisée Reclus  a L’Homme et la Terre”)

                                               
Bibliografia: Elisèe Reclus , L’Homme et la Terre,  L’Uomo  e’ la Natura che prende coscienza di se stessa in   https://fr.wikisource.org/wiki/L%E2%80%99Homme_et_la_Terre/I/Texte_entier
I volumi de L’ Homme et la Terre  sono corredati da bellissime illustrazioni di Frantisek Kupka ( cfr. post ARTE E ANARCHIA 1).  Nelle immagini di Fransistek Kupka , composte tra  il 1904 e il 1908, traspare chiaramente la crescente condivisione  dell’artista con il contenuto dell’ opera  di Elisée Reclus e cioè la progressiva  storia dell’emancipazione umana nel suo stretto legame con “ l’evoluzione del pianeta”. E tale  condivisione, non mancò di riflettersi  in qualche modo, anche sul piano esistenziale e artistico di Kupka come si deduce da una sua lettera ad un amico in quel periodo. (cfr. brano da commentare)  
 Brano da commentare : “Prima di illustrare il libro, Kupka ne aveva avuto una visione complessiva. Vi ritroviamo più di un centinaio di illustrazioni: intestazioni, ornamenti a margine e frontespizi. I suoi disegni sono di ispirazione simbolista. Grandi illustrazioni presentano le civiltà umane attraverso i millenni. Mostrano tra l'altro le opposizioni tra il progresso e l'oscurantismo. La nudità molto presente simboleggia la purezza, l'innocenza ritrovata delle origini. Ad un amico poeta, scriveva nell'aprile del 1905: "Quel che avrei di meglio da fare sarebbe di andare ad educare le masse con un uomo come il vecchio Reclus, lasciare perdere questo stupido lirismo che spedisce dei quadri a delle esposizioni snob".
Bibliografia:   Felip Equy  Frantisek Kupka in La tradizione Libertaria, giugno 2009


NOTA:  I caratteri  dell' ultimo brano  più  grandi rispetto a quelli precedenti  non sono voluti. Per ora non riesco a modificarli.









 
 









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